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giovedì 9 febbraio 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: UNA FORMULA UTILE PER IL FLUSSO FEMMINILE E PER LE FERITE

Testo in longobardo (ricostruito): 

TUMPO SAZ IN PERGHE MIT TUMPEMO CHINDE IN ARME
TUMP EEZ THER PERG, TUMP EEZ THAZ CHIND:
THER AILAGO TUMPO FERSECHINO THISA UNDA.
AD STRINGENDUM SANGUINEM.

Trascrizione fonologica (semplificata):

/'tumpo 'sats in 'pɛrge mit 'tumpemo 'khinde in 'arme
'tump 'e:ts θɛr 'pɛrg, 'tump 'e:ts θats 'khind
θɛr 'ailago 'tumpo fer'sɛxino θisa 'unda.

ad strin'jendum 'sangwinem/

Per la pronuncia delle parole latine in questo genere di formule rimando a quanto specificato a proposito dell'incantesimo per curare la paralisi del cavallo.

Traduzione:

Tumpo (uno Stupido) sedeva su un monte con un bimbo stupido in braccio.
La montagna si chiamava Tump, il bambino si chiamava Tump.
Il Santo Tumpo benedica questa ferita.
Per fermare il sangue.

Testo di partenza in antico alto tedesco (alemannico, XI sec.): 

Tumbo saz in berke mit tumbemo kinde enarme
tumb hiez ter berch, tumb hiez taz kint:
ter heiligo Tumbo uersegene tivsa uunda.
Ad stringendum sanguinem.

Commenti: 

Non è chiara l'origine di questo singolarissimo incantesimo. Eleonora Cianci (Università di Chieti) è convinta che si tratti di un calco dell'uso latino del verbo stupeo, da cui anche stupidus è formato. In seguito, stupidus sarebbe stato sostituito da stultus e quindi tradotto in germanico come tumbo, facendo perdere la trasparenza dell'originale. 

Questi sono i significati di stupeo riportati sul Dizionario Latino Olivetti online:

1) restare stupito, rimanere attonito, essere stupefatto
2) essere intontito, stordito
3) guardare con stupore, ammirare
4) fermarsi, arrestarsi, rimanere immobile
5) (delle acque) ristagnare; ghiacciare

Come si vede, esistono alcuni significati pertinenti: gli ultimi due. Dal concetto di fermare le acque facendole ristagnare o ghiacciare, si sarebbe arrivati infine a quello di fermare il sangue, anche se un simile slittamento semantico andrebbe documentato meglio. Personalmente questa proposta non mi convince molto. La radice protogermanica *dumb- doveva avere in origine sia il significato di "stupido" che quello di "muto". Non si trovano esempi dell'uso di questa radice per indicare l'arresto di un flusso di qualunque natura. Si tenga tuttavia presente che slittamenti semantici singolari si sviluppano spesso in modo indipendente in diversi contesti. Consideriamo ad esempio l'italiano incantare, che ha dato tra le altre cose incantarsi "restare attonito", donde anche "bloccarsi". Così abbiamo incantato "attonito", ma anche "bloccato", detto sia di persona che di congegni di vario genere (in passato di giradischi, poi di mangianastri o di videoregistratori, oggi anche di lettori mp3 o di altri programmi). 

La studiosa dell'Università di Chieti riporta un incantesimo in latino del X/XI secolo, che mostra singolari parallelismo con lo Scongiuro di Tumbo: 

Stulta femina super fontem sedebat
et stultum infantem in sinu tenebat
siccant montes, siccant valles, siccant venae,
vel quae de sanguine sunt plenae. 

Una donna stolta sedeva su una fonte e teneva in braccio un neonato stolto, si seccano i monti, si seccano le valli, si seccano le vene, che di sangue sono piene. 

Ne riporta anche un altro, di poco più antico (X sec.), ma risalente all'opera di Marcello Empirico (IV-V sec.): 

Carmen hoc utile profluvio muliebri:
Stupidus in montem ibat, stupidus stupuit;
adiuro te, matrix, ne hoc iracunda suscipias.

Carme utile per il flusso femminile: uno stupido andava sul monte, lo stupido si arrestò/si stupì; ti scongiuro, femmina, non incorrere nell’ira.

Questi testi latini, decisamente tardi, potrebbero tuttavia essere adattamenti del testo magico germanico e il nesso causale potrebbe dunque essere invertito. Il primo incantesimo (Stulta femina super fontem) è stato composto in ambiente germanofono, a Berna. Il secondo incantesimo (Stupidus in montem ibat) è stato trascritto da Marcello Empirico in un'epoca in cui nelle Gallie la presenza germanica era massiccia. Anche a costo di essere impopolare, concordo con Grimm nel ritenere che le radici di queste formule vadano cercate nella mitologia germanica. Il Santo Stupido e la donna stupida devono essere della stirpe dei Giganti.  

La forma a.a.t. uersegene è un ottativo presente. Nella lingua più antica il verbo era sëganōn, sëgenōn, della coniugazione in -ōn, quindi l'ottativo III pers. sing. era sëgano, sëgeno: evidentemente la diversa coniugazione in -en (< -*jan) dello Scongiuro di Tumbo è un'innovazione. L'origine di queste parole è dal latino signum, inteso come "segno della Croce", donde a.a.t. sëgan. La forma longobarda ricostruita è SECHIN, SEHIN /'sɛxin/, con l'usuale passaggio da /g/ a /x/ (e quindi a /h/ o addirittura dileguata) se seguita da vocale anteriore /e/, /i/. Così il verbo SECHINON, SEHINON, da cui si forma il composto FERSECHINON, FERSEHINON

domenica 5 febbraio 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: UNA FORMULA PER GUARIRE UN CAVALLO PARALIZZATO

Testo in longobardo (ricostruito):

AD EQUUM ERRAHIT
MAN GENG APTER GUECHE,
ZAUH SIN ROS IN ANDON
THAU PIGAHINDA IMO MIN TROCTIN
MIT SINERU ARINGARECTI
"GUES, MAN, GANGISTU?
ZO GUIO NI RIDISTU?" 
"GUAZ MACH IH RIDAN?
MIN ROS IST ERRAHIT" 
"NU ZIUH IZ THA PI FERU,
THU RUNO IMO IN THAZ AURA,
TRID IZ AN THEN ZESUON FOZ:
SUA GUIRD IMO THES ERRAHIDON POZ."
PATER NOSTER, ET TERGE CRURA EIUS ET PEDES, DICENS "ALSUA SCAIRO GUERDE THISEMO -
CUIUSCUMQUE COLORIS SIT, RAUD, SUARZ, PLANCH, FALO, GRISIL, FAI - ROSSE THES ERRAHIDON POZ,
SAMO THEMO GOD THA SELPO POZIDA.  

Trascrizione fonologica (semplificata):

/ad 'ekwum er'ra:hit
'man 'ge:ng apter 'gwɛxe
'tsauχ si:n 'rɔs in 'andon
θau pi'gaxinda imo mi:n 'trɔkti:n
mit 'si:neru 'a:ringarekti
"gwɛs 'man 'gangistu?
tso: 'gwio ni 'ri:distu?" 

"gwats 'max iç 'ri:dan? 
mi:n 'rɛs ist er'ra:hit."
"nu 'tsiuxits pi 'fe:ru
θu: 'ru:no imo in θats 'aura
'tridits an 'tsɛswon 'fo:ts 
swa: 'gwird imo θɛs er'ra:hidon 'po:ts."  
'pater 'noster et 'terje 'krura 'ejus et 'pedes 'ditsens
'alswa: 'skairo 'gwɛrde 'θisemo kujus'kumkwe ko'loris 'sit
'raud, 'swarts, 'plankh, 'falo, 'gri:sil, 'fai - 'rɔsse θɛs er'ra:hidon 'po:ts
'samo 'θɛmo 'gɔd θa: 'sɛlpo 'po:tsida/
 

Data la complessità del problema delle pronunce locali del latino ecclesiastico prima della Riforma Carolingia, utilizziamo per le parole latine una pronuncia affine a quella ecclesiastica italica, ma con qualche differenza (es. /ts/ anziché /tʃ/; /j/ anziché /dʒ/), cosa che del resto pare molto vicina alla realtà nel contesto del Regno dei Longobardi. Nella trascrizione fonologica delle parole latine non ho distinto /e/, /o/ da /ɛ/, /ɔ/.

Traduzione: 

Per il cavallo paralizzato.
Un uomo andava per la strada, conduceva il suo cavallo con le mani.
Allora il mio Signore lo incontrò, con la sua carità: “Uomo, perché vai a piedi e non cavalchi?”.
“Come faccio a cavalcare? Il mio cavallo è paralizzato”.
“Orsù, tiralo là da una parte, sussurragli nell’orecchio, dagli una pedata al piede destro. Così gli guarisce la paralisi.”
[Di’ un] Padre nostro e strofina la sua zampa e il suo piede dicendo: “Questo cavallo - di qualunque colore sia, rosso, nero, bianco, fulvo, grigio, maculato - guarisca così velocemente dalla paralisi come Dio guarì quello stesso!
 

Testo di partenza in antico alto tedesco tardo (alemannico, XII sec.):

Ad equum erręhet
Man gieng after wege,
zoh sin ros in handon.
do begagenda imo min trohtin
mit sinero arngrihte.
“wes, man, gestu?
zu neridestu?”
“waz* mag ih rîten?
min ros ist erręhet.”
“nu ziuhez da bi fiere,
tu rune imo in daz ora,
drit ez an den cesewen fuoz:
so wirt imo des erręheten bůz”.
Pater noster. et terge crura eius et pedes, dicens “also sciero
werde disemo -cuiuscumque coloris sit, rot, suarz, blanc ualo,
grisel, feh - rosse des erręheten buoz, samo demo got da selbo
bůzta”.

Per maggiori informazioni cfr. Eleonora Cianci, Incantesimi e benedizioni nella letteratura tedesca medievale (IX-XIII sec.), Kümmerle Verlag, Göppingen, 2004. 
*La Cianci riporta was, che deve essere un refuso per waz, come provato dalla logica e dalle altre pubblicazioni del testo nel Web.

Commenti:

Il contesto presenta elementi cristiani, ma il Signore che l'uomo incontra è senza dubbio Wotan, detto in longobardo Godan (varianti Guodan e Odan, cfr. Meyer) e mai davvero obliato, dato che ancora ai tempi del Re Carlo persistevano resti cospicui del suo culto. Il sincretismo era cosa comunissima di cui non dobbiamo stupirci. 

A.a.t. errehet "paralizzato" è una parola di incerta origine, attestata anche come irreiht e simile al francone renano gerâys "della paralisi" (gen.). La radice si trova anche nella parola ræhe "rigidità degli arti del cavallo". Da questi dati è facile ricostruire la forma longobarda, pur permanendo oscura la provenienza ultima della radice (con ogni probabilità preindoeuropea).

A.a.t. fiere "lato", più anticamente fiara, fēra, corrisponde al gotico fera "paese, provincia". In longobardo si trova questa radice nel nome femminile Ferlinda "Tiglio della Provincia", "Scudo della Provincia". Il vocalismo prova che si deve trattare di un prestito dal gotico, giunto in longobardo e quindi in tutto l'antico alto tedesco. 

A.a.t. rune "sussurra" (imperativo). Nel longobardo ricostruito il verbo "sussurrare" ha le varianti RUNON /'ru:no:n/ (a.a.t. rūnōn) e RUNIAN /'ru:njan/ (a.a.t. rūnen).

A.a.t. sciero "rapidamente", con le varianti skiaro, skioro, è una forma avverbiale derivata dall'aggettivo skieri, skēri. La forma più antica, skēri, è glossata come "sagax, acer ad investigandum" e proviene da una precedente forma con dittongo /ei/ < /ai/. Per influenza di skiri "puro" (cfr. got. skeirs /ski:rs/), si sono prodotte le forme alterate skiari, skieri. Nel longobardo ricostruito abbiamo così SCARI /'ska:ri/ (m.), SCAIRA (f.), SCAIRO (avv.).

A.a.t. blanc, blank, blanch "bianco" (lett. "lucente"), della stessa radice che ha tra l'altro dato l'italiano bianco. Il vocabolo è giunto nella Penisola già con i Goti ed è attestato nell'antroponimo maschile Blanca, con il suffisso -a della flessione debole maschile di origine gotica (passato anche in longobardo in alcune forme). Si noterà che i romanisti scrivono il germanico *blank con l'asterisco, come se fosse una forma non attestata. Ebbene, stupirà constatare che non è affatto così. Troviamo lo stesso vocabolo, oggi più diffuso nelle lingue romanze che in quelle germaniche, anche nell'antico inglese blanc "bianco" e blanca "stallone bianco" (m.).

A.a.t. grisel "grigio". La radice è ben attestata in Germania ed è sopravvissuta nel tedesco moderno greis, con regolare dittongazione. Si noti l'estensione -il, che tra l'altro è comunissima in longobardo e che spesso si trova in formanti antroponimici. Il termine era comune alla lingua dei Franchi col senso di "cavallo grigio" e di "uomo dai capelli grigi", donde è passato all'antico francese grisel, dando infine l'inglese grizzle, grizzled

Presenza di longobardismi
nel testo alemannico

Cosa che finora sembra essere sfuggita agli studiosi, troviamo nel testo del XII secolo due forme che hanno tratti fonetici longobardi e che si oppongono alle caratteristiche native dei dialetti dell'area alto tedesca antica e media. Questi elementi devono essere stati ereditati da un'epoca precedente e testimoniano l'influenza della lingua longobarda oltre le Alpi.

1) A.a.t. trohtin "Signore" anziché truhtīn. Questa variante, che si trova anche in numerosi altri testi, ha una -o- nonostante la vocale del suffisso sia una -i-. Le vocali aperte toniche /ɛ/ e /ɔ/ anziché /i/ e /u/ davanti alle consonanti /χ/ e /r/ sono una caratteristica tipica del gotico che ha influenzato il longobardo, pur con diverse eccezioni. 
2) A.a.t. arngrihte presenta un elemento arn- con una fonetica diversa dalla forma êragrêhti "carità, misericordia" attestata altrove. Ad esempio, nel Ludwigslied o Rithmus Teutonicus (francone renano, IX sec.) si legge Gihalde inan truhtin bi sinan ergrehtin. Questo arn- deriva da una forma *arin- /a:rin-/ < *airin- /airin-/, il cui dittongo si è semplificato per via della -i- seguente, cosa che accade solo in longobardo. Invece a.a.t. ergrehtin e simili hanno er- /e:r-/ da *air-.

Un video nel Web

Ho trovato su Youtube un video con la formula in antico alto tedesco tardo, postato da un certo Mister Wanna Calculate. La pronuncia non mi pare buona ed è troppo viziata dalle abitudini fonetiche del lettore, nativo dell'odierna Germania. Non mancano gli errori. Sentir pronunciare sciero come "sziro" /'stsi:ro/ anziché come "schìero" /'skiero/ mi ha fatto sobbalzare. Nonostante la traduzione indicata sia corretta, la pronuncia adottata è quella ecclesiastica del latino in uso in Germania! Un altra critica che rivolgo al webmaster è la totale assenza di pathos nel recitare la formula: la legge come se fosse un elenco della spesa. Questi Germani moderni sono così anemici, potesse tornar loro un po' dell'antico carattere sanguigno!  

mercoledì 1 febbraio 2017

LONGOBARDO RICOSTRUITO: IL PADRE NOSTRO (CONFESSIONE ARIANA)

Testo in longobardo (ricostruito):

FADER UNSER THU PIST IN IMILE
GUIHI NAMON THINAN
QUEME RISSI THIN
GUERDE GUILIO THIN
SUA IN IMILE, SUASO IN ERDU
PRAUD UNSER TACHELIH CHIP UNS IUTAGU
OBLAZ UNS SCULDI UNSERO SUA GUIR OBLAZEN UNSEREN SCULDIHEN
ANDI NI UNS FERLAID IN CHORUNCA
UZZAR LAUSI UNS FRAM UBILE
THAZ THIN IST CUNINGRISSI ANDI MACT ANDI ULDOR IN EUON. 

Trascrizione fonologica (semplificata):

/'fader 'unser θu: 'pist in 'imile
'gwi:hi 'namo 'θi:nan 
'khwɛme 'ri:ʃʃi 'θi:n
'gwɛrde 'gwiljo θi:n
'swa: in 'imile 'swaso in 'ɛrdu
'praud 'unse:r 'taxeli:ç 'kip uns 'iutagu
ob'la:ts uns 'skuldi 'unsero 'swa: gwir ob'la:tse:n 'unsere:n 'skuldi:xe:n
andi ni uns fer'laid in 'khɔrunka 
'u:tstsar 'lausi uns fram 'ubile
θats 'θi:n ist 'khuningri:ʃʃi andi 'makt andi 'uldor in 'e:wo:n/ 

Traduzione: 

Padre nostro che sei in cielo,
sia santificato il tuo nome,
sia fatta la tua volontà, 
come in cielo così anche sulla terra.
Il nostro pane quotidiano dacci oggi e perdona a noi il nostro debito
come noi lo perdoniamo ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal Maligno,
perché tuo è il regno, la potenza e la gloria nel secoli.

Testo di partenza in antico alto tedesco (alemannico, VIII sec.):

Fater unser, thu bist in himile
uuihi namun dinan
qhueme rihhi diin
uuerde uuillo diin,
so in himile, sosa in erdu
prooth unseer emezzihic kip uns hiutu
oblaz uns sculdi unsero
so uuir oblazem uns skuldikem
enti ni unsih firleit in khorunka
uzzer losi unsih fona ubile

Commenti:

THU PIST IN IMILE: è possibile anche la variante THU PIST IN IMILON, in cui la parola IMIL "cielo" è al dativo plurale. Sia il singolare che il plurale sono ben attestati nella letteratura in a.a.t.

La forma a.a.t. emezzihic (varianti emezzigaz, emizzīgaz) traduce il latino assiduus, nel senso di "costante, continuo, ininterrotto". Si trova in molte versioni del Padre Nostro, tuttavia ho scelto la forma TACHELIH "quotidiano" (cfr. tagalīhhaz nella versione di Taziano). Il longobardo ricostruito corrispondente alla forma a.a.t. è AMAZZIH /'amatstsi:ç/, senza Umlaut. 

La forma a.a.t. khorunka "tentazione" ha la variante costunga e deriva dal verbo kiosan "scegliere". Significava all'inizio qualcosa come "occasione di scelta". Si noti che anche in anglosassone si usava costnung "tentazione", segno che questa scelta lessicale è anteriore alla divisione delle lingue degli Ingaevones da quelle degli Herminones e degli Istaevones: non si tratta di un calco.

Abbiamo FRAM anziché a.a.t. fona. Si noti che fram è forma arcaica ben documentata nelle fasi più precoci dell'antico alto tedesco, poi sostituita da fona.  

Il Padre Nostro della confessione ariana aveva la dossologia finale che manca nella preghiera cattolica. Per ottenere quest'ultima è sufficiente non pronunciare tale dossologia: le restanti parole sono identiche. Questa è la dossologia in gotico di Wulfila:

unte þeina ist þiudangardi jah mahts jah wulthus in aiwins.

Mentre in gotico abbiamo þiudans "re", che è una parola del lessico comune, in antico alto tedesco esiteva il termine raro e dotto thiodan, come in anglosassone þēoden. Di queste forme però non sono attestati derivati. Così anche nel longobardo ricostruito abbiamo THEUDAN "re", vocabolo poetico senza derivati. Per questo motivo anziché ricostruire una forma come il gotico þiudangardi abbiamo scelto la parola CUNINGRISSI

In antico alto tedesco abbiamo in êwôm, zi êwôm "in eterno, nei secoli" , un po' diverso dal gotico in aiwins /in 'ɛ:wins/, formato con un accusativo anziché con un dativo. Si noterà che in longobardo la forma presenta una vocale anziché l'atteso dittongo perché si tratta di un prestito dal gotico, proprio come in EUA /'e:wa/ "legge immutabile" (vocabolo attestato come ewa in vari codici, anche in riferimento ai Longobardi, cfr. Princi Braccini, Lindenbrog) e nei nomi propri EOIN /'e:wi:n/ "Eterno", EONAND /'e:onand/ "Audace della Legge", EOARD /'e:oward/ "Guardiano della Legge" (attestato come Eoardus) e EOLPH /'e:olf/ "Lupo della Legge" (attestato come Eolphus). La forma longobarda genuina per dire "sempre" è invece ricostruita come ai (variante ei), donde ni ai "mai" (variante ni ei).

sabato 9 aprile 2016

UNA PROPOSTA ETIMOLOGICA PER IL ROMANESCO BURINO

Ben nota è la parola romanesca burino "contadino, campagnolo", quindi passata ad indicare una persona volgare e ignorante, dai modi rozzi. Le false etimologie non mancano, come spesso accade per le voci più tipiche del dialetto di Roma. Le riassumo in questa sede, fornendole di confutazione dove necessario:

1) I burini sarebbero stati in origine pastori che venivano nell'Urbe per vendere il burro. In romanesco è risaputo che alla consonante forte /rr/ dell'italiano corrisponde /r/ in modo sistematico: si ha guèra per guerra; tèra per terra; fèro per ferro; bìra per birra, e così bùro per burro. I burini dunque sarebbero stati in origine dei *burrini. Decisamente un'etimologia ingenua.
Non mi risulta che la formazione abbia alcun parallelo noto nell'intera Romània.  

2) Essendo in latino buris /'bu:ris/ il manico dell'aratro, i contadini ne avrebbero preso il nome. Secondo la spiegazione più diffusa, all'epoca dello Stato Pontificio, sarebbero avvenuti flussi migratori stagionali di braccianti romagnoli nell'Agro Pontino. La cosa pare poco probabile, dato che l'Agro Pontino era una terra paludosa di miseria e di morte, infestata dalla malaria e ben poco adatta a coltivazioni stagionali: fu il sempre vituperato Mussolini che la bonificò, eradicando le piaghe che la affliggevano da secoli. Certo, il burino è un contadino nel senso letterale della parola (è un abitante del contado), ma è più un pastore che un agricoltore. Data l'aria mefitica dei paesi fuori Roma e le febbri ricorrenti, non si può credere al burino aratore, capace di sgobbare dal mattino alla sera impugnando la bure. In effetti i burini erano più che altro pendolari, che giungevano a Roma il lunedì mattina per vendere prodotti della pastorizia, vi restavano l'intera settimana tornandosene a casa il sabato sera. Non mi risulta che la formazione abbia alcun parallelo noto nell'intera Romània.  

In alcune lingue romanze il latino bu:ri(m) ha lasciato discendenti:

piemontese bü "manico dell'aratro"
sardo sa buri "il manico dell'aratro"

Tuttavia non mi risulta che la parola sia mai stata vitale nell'Italia centrale. Nello stesso italiano, il lemma tecnico bure ha l'aria di essere stato reintrodotto dai letterati. Chi ritiene fondata la derivazione di burino da bure, dovrebbe fornire prove che bure fosse parola viva nelle varietà dialettali di Roma e del Lazio.

Sull'origine ultima della parola latina buris, prova del fatto che si trattava di un vocabolo importato sono le sue peculiarità morfologiche: accusativo sing. in -im (burim) e ablativo sing. in -i (buri). Può essere accostata al greco γύης "legno curvo dell'aratro" e risalire a una protoforma *gwu:sa:- con regolare rotacismo. Tale radice sembra indoeuropea come mandolino sembra inglese. La costumanza tipica dei romanisti di spulciare vocabolari di latino per cercare etimologie senza analizzare l'origine dei lemmi dovrebbe finire una volta per tutte.

Riporto il link a un articolo dell'Archivio Storico del Corriere della Sera, che insiste con la falsa etimologia appena confutata:


3) Una possibile etimologia germanica è stata segnalata da altri romanisti. Si rifà a una forma longobarda, ricostruita come *gaburo "garzone", corrispondente in tutto all'antico alto tedesco gibûro "garzone". Nella lingua longobarda da noi ricostruita (conlang neolongobarda), che utilizza la nobile tradizione di /p/ per l'antico /b/, si ha CAPURO /ka'pu:ro/. In ultima istanza la sua radice corrisponde al tedesco odierno Bauer "contadino". Il problema è che una forma germanica di questo tipo non avrebbe mai sostituito la sua terminazione con un suffisso diminutivo romanzo. Avremmo, in altre parole, *buro o *burone, non burino. Per inciso, la forma buros usata nel gergo dei Paninari di Roma (anni '80 del XX secolo) è soltanto una retroformazione.

4) Mi è stata segnalata da un navigatore l'assonanza tra il romanesco burino e l'olandese boerin "contadina" /'bu:rin/. Secondo lui, la parola romanesca sarebbe discesa naturalmente dall'olandese. Tuttavia vediamo come proprio il suffisso femminile -in sia un ostacolo. Bisognerebbe assumere che la forma originale fosse un femminile burina "contadina", da cui burino sarebbe stato retroformato. Di queste manipolazioni tuttavia non si trova traccia alcuna e non si riesce bene a capire come dall'Olanda la parola possa essere arrivata a diventare popolare a Roma. In realtà l'olandese non è una lingua così eccezionale come alcuni ritengono: è semplicemente parte di una varietà di basso tedesco denominata lingua francone, e la radice di boer /bu:r/ "contadino" è naturalmente condivisa da tutte le forme continentali di germanico occidentale anteriori alla dittongazione di /u:/ in /au/ così tipica del tedesco moderno. Si rimanda così al punto 3).   

Un'audace proposta

Per quel che mi riguarda, la più probabile etimologia di burino è quella già proposta nel Ventennio da Carlo Bornate in un suo manuale scolastico di storia romana a uso dei ginnasi superiori. In un memorabile brano sugli antichi Aborigeni, considerati i primi abitatori non indoeuropei del Lazio, l'autore suggeriva che discendenti di quelle genti fossero proprio i burini, ossia i pastori dell'Agro Pontino e delle montagne che ancora ai suoi tempi si vedevano calare a Roma. La parola latina classica è Abori:gine:s, gen. Abori:ginum (priva di singolare), ma si ha il sospetto che la forma originale sia stata adattata per ricalcare l'etimologia popolare dalla locuzione ab ori:gine, ossia "dall'origine". Tale paretimologia è da rifiutarsi, anche perché esiste la testimonianza di una forma greca Βορειγονοι (Licofrone).
Non è impossibile che *Bori:goni: e *Bori:geni: fossero le forme di partenza. Il passaggio da *Bori:geni: a Burini non è impossibile:

/*bo'ri:geni:/ > /*bo'ri:jeni:/ > romanesco /bu'ri:ni/.

Il mutamento sarebbe ben simile a quello che ha portato da /'digitu-/ a /'di:to/.

Questa parola potrebbe aver sviluppato la sua attuale fonetica nell'epoca oscura che seguì il crollo dell'Impero d'Occidente, quando la popolazione romana si era inselvatichita e tra le rovine dell'Urbe sparuti gruppi di pastori vivevano in condizioni peggiori di quelle vigenti nel Neolitico. Erano i tempi in cui hanno avuto origine i Frangipani (o Frangipane), da *Frangipagani, così chiamati per le loro guerre contro i pagani dei Monti della Tolfa. Anche qui in caso di dileguo di -g- intervocalica, addirittura tra vocali centrali.

mercoledì 1 luglio 2015

LINGUA LONGOBARDA E LINGUA CIMBRA: SECONDI O TERZI CUGINI - parte 5

Conclusioni

Il diverso trattamento dei dittonghi proto-germanici /ai/ e /au/ in sillaba tonica nella lingua dei Longobardi e in quella dei Cimbri è subito evidente dagli esempi da me riportati, basta solo avere un po' di pazienza. Trovo strano che la cosa sia sfuggita in modo sistematico a Schweizer, Bellotto e Bidese. Eppure è sufficiente confrontare una lista di radici estratte da antroponimi longobardi con i corrispondenti vocaboli cimbri per capirlo senza possibilità di errore. Ecco una sintesi: 

1) Dove l'antico alto tedesco ha il monottongo /o:/ dal proto-germanico /au/, il cimbro ha il dittongo [ɔɑ̯] (es. proat "pane").
2) Dove l'antico alto tedesco ha il dittongo /ou/ dal proto-germanico /au/, il cimbro ha il monottongo [o:], ben diverso dal suono [
ɔɑ̯] di cui sopra (es. pome "albero").

Da questi fatti si può dedurre una semplice prova empirica, che a partire da un qualsiasi dialetto tedesco odierno è in grado di smentire all'istante ogni tentativo di ritenerlo un discendente della lingua longobarda. Si prendano ad esempio le seguenti parole: "rosso" (tedesco standard rot), "pane" (tedesco standard Brot) e "morte" (tedesco standard Tod). Se qualcuno fosse in grado di trovare anche una sola varietà di tedesco in cui tali parole hanno lo stesso dittongo delle parole per dire "albero" (tedesco standard Baum), "polvere" (tedesco standard Staub) e "porro" (tedesco standard Lauch), allora si sarebbe trovato qualcosa di davvero eccezionale. Questo però non avviene. Ne consegue che le varietà della lingua cimbra non discendono dalla lingua dei Longobardi, che si è separata dal resto dell'antico alto tedesco molto tempo prima.

Qualcuno potrebbe obiettare che sto comparando due lingue sfasate di oltre mille anni, dato che i lemmi del longobardo ricostruito si basano su materiale del VII-VIII secolo e quelli del cimbro di Giazza su attestazioni e documenti del XIX-XX secolo. In altre parole, il longobardo avrebbe potuto subire cambiamenti fonetici anche notevoli se fosse sopravvissuto fino ad oggi. Questo è vero, e in effetti ci sono prove di mutamenti davvero bizzarri nella fase finale della lingua. Tuttavia non sarebbero stati gli stessi sviluppi occorsi in altre varietà dell'antico alto tedesco, a causa dell'isolamento delle popolazioni longobarde dopo la fine del Regno. 

Altri diranno che ho fornito in realtà una prova della quasi identità tra longobardo e cimbro, dato che sono numerosissime le coincidenze e le quasi coincidenze tra i vocaboli da me riportati. Si tratta tuttavia di un'osservazione abbastanza oziosa, visto che si tratta in ogni caso di lingue discendenti da un antenato comune che condividono numerose caratteristiche. Queste somiglianze non sono infatti di alcun aiuto al fine di dimostrare o di confutare l'ipotesi di una continuità tra longobardo e cimbro - mentre le divergenze nello sviluppo dei dittonghi hanno il potere di fornire la confutazione, per quanto possano sembrare dettagli insignificanti.

In entrambe le lingue esistono parole distinte grazie all'opposizione di fonemi con cui i parlanti lingue romanze hanno poca dimestichezza, e numerosi contesti fonetici sono sorprendentemente simili. Riporto pochi esempi.

Due coppie minime in longobardo:

graus [graʊ̯s] "orribile"  
graus [graʊ̯s̪] "grande" 

ring [riŋg] "anello"
rinc [riŋkh] "guerriero"

Una coppia minima in cimbro di Giazza: 

nauc [naʊ̯k] "nuovo"
nauk [naʊ̯kx] "schiaccia!"

Se tante sono le somiglianze, altrettante sono le differenze, anche nel lessico. Esistono moltissime parole longobarde che non hanno nessun corrispondente in cimbro. Il cimbro ignora ad esempio alcune comuni denominazioni del maiale, che invece si trovano in longobardo:

gris [gri:s] "maiale"
pair [paɪ̯r] "porco"

Esiste tutto un mondo concettuale che i Cimbri non hanno conservato, un patrimonio relativo a termini poetici, kenningar, vocaboli dotti e simili. I Longobardi mantenevano, come tutti i Germani antichi, questa eredità di tempi remoti, che è lontanissima dai concetti del mondo moderno. Anche i nomi di divinità pagane sono da tempo immemorabile sprofondati nell'oblio in tutta l'area cimbra, mentre in longobardo rimasero a lungo vitali. Data la grande disparità cronologica, non si può fare un raffronto sensato basandosi su queste realtà.

Non tutto il materiale lessicale del cimbro è arcaico: esistono moltissimi prestiti da varietà di romanzo, che in numerosi casi hanno subito mutamenti fonetici come la formazione di dittonghi da vocali lunghe. Questi sono alcuni esempi: 

bronzi~ [bron'tsi:n] "campanello delle vacche" 
cami~ [ka'mi:n] "camino" 
casu~ [ka'zu:n] "baita, malga" 
catzoul [ka'tsɔʊ̯l] "cazzuola" 
comau~ [ko'maʊ̯n] "comune" 
presau~ [pre'zaʊ̯n] "prigione" 
rami~ [ra'mi:n] "contenitore di rame" 
roncau~ [roŋ'kaʊ̯n] "roncola" 
 
I prestiti dal tardo latino e dal protoromanzo in longobardo erano con ogni probabilità abbastanza numerosi, ma mi sento di dire che erano di diverso genere rispetto a quelli che si trovano in cimbro. Solo per fare un esempio si deduce l'esistenza di castel ['kastel] "castello" e di castelman ['kastelman] "castellano", a partire dall'antroponimo Castelmannus.  

Si possono citare infine alcuni falsi amici, parole che suonano in modo identico o quasi in longobardo e in cimbro, pur avendo significato dissimile:

Longobardo maur [maʊ̯r] "terreno paludoso" (n.)
Cimbro
maur [maʊ̯r] "muro"

Longobardo paissan ['paɪ̯s̪s̪an] "frenare"
Cimbro paizan ['paɪ̯s̪s̪an] "mordere"

Longobardo parn [parn] "bambino"
Cimbro parn [parn] "greppia, presepe"

Longobardo raude ['raʊ̯de] "rossi"
Cimbro raude ['raʊ̯de] "rogna"

Longobardo rinc [riŋkh] "guerriero"
Cimbro rink [riŋkx] "anello" 

L'idea classica dell'origine dei Cimbri a partire da ondate di colonizzazione dalla Baviera rimane valida. Al massimo si può retrodatare l'inizio di tale popolamento al XI secolo, come alcuni suggeriscono con fondati argomenti (Panieri, 2008). Non sono riuscito a trovare vocaboli cimbri risalenti a un possibile sostrato longobardo: se anche i Bavaresi si fossero innestati su una precedente popolazione longobarda, ne avrebbero sostituito completamente la lingua. 
 

LINGUA LONGOBARDA E LINGUA CIMBRA: SECONDI O TERZI CUGINI - parte 4

Raccolta di locuzioni e di frasi

Note: 

Longobardo = conlang neolongobarda  

Cimbro = cimbro di Giazza (Ljetzan)  
     Fonti: Cappelletti-Schweizer 1942, con alcuni adattamenti ortografici - salvo diversamente indicato. Alcune locuzioni cimbre sono state formate a partire dal materiale contenuto nella  suddetta opera. 

Trascrizione fonetica in caratteri IPA.  

Il longobardo conserva il genitivo, mentre il cimbro di Giazza lo ha rimpiazzato con una costruzione diversa: 

Longobardo peron erza ['pɛron 'ɛrtsa] "cuore di orso" 
Cimbro heartz on pearen ['hɛɑ̯rts on 'pɛɑ̯ren]*

Longobardo rammes federa ['rammes 'fɛdera]
    "piuma di corvo"
 

Cimbro vedar on rame ['vɛdar on 'rame] 

Longobardo ulfes plod ['ulfes 'plo:d] "sangue di lupo"  
Cimbro pljuat on bolve ['pljuɑ̯t on 'bɔlve] 

Longobardo mines fader us ['mi:nes 'fader 'u:s]
    "la casa di mio padre" 

 Cimbro iz haus on maime vater [is̪ 'haʊ̯s on maɪ̯me 'vater]

*Cappelletti-Schweizer riporta paime hearte dentro al cuore, evidentemente un refuso per paime heartze, come provato da altre fonti (es. mai heartz "il mio cuore" si trova in Piazzola, 2004). 

L'uso del dativo e dell'accusativo è invece molto simile nelle due lingue: 

Longobardo minemo proder ['mi:nemo 'pro:der]
     "a mio fratello"

Cimbro maime pruodar [maɪ̯me 'pruo̯dar] 

Longobardo thisemo man ['θisemo 'man]
    "a quest'uomo"
 

Cimbro disame manne ['disame 'manne]

Longobardo godan tach ['go:dan 'taχ] "buon giorno"
Cimbro
guatan tak ['guɑ̯tan 'takh

Longobardo godan tach allen ['go:dan 'taχ 'alle:n]
    "buon giorno a tutti"

Cimbro
guatan tak in aljan
['guɑ̯tan 'takx in 'aʎan] 

Alcune forme verbali e una breve miscellanea di frasi

Longobardo ih quidu thir [iç 'khwidu θir] "io ti dico"
Cimbro i kudedar [i 'kxudedar]


Longobardo ih quidu imo [iç 'khwidu imo] "io gli dico"
Cimbro i kudeime [i 'kxudeime] 


Longobardo er quidit mir [ɛr 'khwidit mir]
     "egli mi dice"

Cimbro er kaupar [
ɛr 'kxaʊ̯par]  

Longobardo se quedand uns [se: 'khwɛdand uns]
    "essi ci dicono"

Cimbro si kounus [si
'kx
ɔʊ̯nus]   

Longobardo guemo chipistu thaz? [gwɛmo 'kipistu 'θats]
    "a chi dai questo?"
 

Cimbro beme gisto daz [bɛme 'gisto 'das̪] 

Longobardo guiu suigostu? [gwiʊ̯ 'swi:go:stu?]
    "perché taci?"

Cimbro bau sbaigasto [baʊ̯ 'zbaɪ̯gasto?] 

Longobardo iz ist min [its ist 'mi:n] "è mio" 
Cimbro z ist mai~ [s̪ist main]  

Longobardo min proder ist god [mi:n 'pro:der ist 'go:d]
    "mio fratello è buono"
 

Cimbro mai~ pruodar ist guat [main 'pruo̯dar ist 'guɑ̯t] 

Longobardo ther passi guirdit graus [θɛr 'paʃʃi 'gwirdit 'graʊ̯s̪]
    "il torrente si ingrossa"
 
Cimbro
inj pax kint groaz [i
ɲ 'pax kxint 'grɔɑ̯s̪]

Longobardo ther und geng in themo use [θɛr 'und 'ge:ŋg in θɛmo 
   'u:se] "il cane è andato nella casa"
Cimbro inj hunt ist gangat inj ime hause
     [iɲ 'hunt ist 'gaŋgat iɲ ime 'ha
ʊ̯ze]

Longobardo ther und nist indar themo use, er is undar themo tische
  [θɛr 'und nist 'indar θɛmo 'u:se, 'ɛr ist 'undar θɛmo 'tiske]
    "il cane non è dietro la casa, è sotto il tavolo"

Cimbro inj hunt ist nicht hintar me hause, er ist unter me tisch
  [iɲ 'hunt ist 'niçt 'hintar me 'haʊ̯ze, 'ɛr ist 'unter me 'tiʃ]
 

Longobardo the undos ni sind indar then usiron, se sind undar then
  tiscon [θe: 'undos ni sind 'indar θe:n 'u:siron, se: sind 'undar θe:n
  'tiskon]
    "i cani non sono dietro le case, sono sotto i tavoli"

Cimbro de hunte sain nicht hintar de hausar, se sind untar de tische
  [de 'hunte sain 'niçt 'hintar me 'haʊ̯zar, 'se sain 'untar de 'tiʃe]

Longobardo min moder scal queman morgine tzo princan mir gild
  min [
mi:n 'mo:der skal 'khwɛman 'mɔrgine tso: 'priŋkan mir 'gild
  'mi:n]
     "mia madre deve venire domani a portarmi il mio denaro"
 
Cimbro mai
~ muatar mougat ken morgan tze pringamar maine
  marcitan [maɪ̯n 'mu
ɑ̯tar 'mɔʊ̯gat 'kxɛ:n 'mɔrgan tse 'priŋgamar
  maɪ̯ne mar'kitan]

Chiudiamo infine con una stringata sentenza che farà saltare i nervi alle donzelle 😀: 

Longobardo Guaz tot thius magat mit theru alesnu cahandon?
  Iz guari patz si abedi nadela andi fadom.
  [gwats 'to:t θiʊ̯s 'magat mit θɛru 'alesnu ka'handon? its 'gwa:ri
  'pats si: 'aβe:di 'na:dela andi 'fadom]
    "Che cosa fa quella ragazza con la lesina in mano? Sarebbe
    meglio se avesse ago e  filo."

Cimbro
Ba tuat disa diarn pitar aal in de hênte? Iz bêr paz, mo si
   hête a nadal un vann.
    [ba 'tuɑ̯t diza 'diɑ̯rn pitar 'a:l in de 'hænte? is̪ b
æ:r 'pas̪ mo si 
    'hæ:te a 'na:dal un 'van] 
 

venerdì 26 giugno 2015

LINGUA LONGOBARDA E LINGUA CIMBRA: SECONDI O TERZI CUGINI - parte 3

Corrispondenze M-Z

Note: 

Longobardo = conlang neolongobarda 

Cimbro = cimbro di Giazza (Ljetzan) 
    Fonti: Cappelletti-Schweizer 1942, con alcuni adattamenti ortografici - salvo diversamente indicato. 

Trascrizione fonetica in caratteri IPA.

Longobardo machon ['maχχo:n] "fare"
Cimbro machan ['maxan] "fare"

Longobardo magan ['magan] "potere"
Cimbro mougan ['mɔʊ̯gan] "potere"

Longobardo malan ['malan] "macinare"
Cimbro malj [maʎ] "macinare" 

Longobardo man [man] "uomo"
Cimbro mann [man] "uomo"

Longobardo mannisco ['mannisko] "persona"
Cimbro mentsch [mɛntʃ] "persona"

    Longobardo manniscon ['manniskon] "persone"
    Cimbro mentsche ['mɛntʃe] "persone"

Longobardo mano ['ma:no] "luna"
Cimbro ma~, ma [ma:n, ma:] id.

Longobardo marcha, march ['marχa, marχ]
       "confine"

Cimbro march [marx] "confine"

    Longobardo marcha, marchir ['marχa:, 'marxir]
         "confini"

    Cimbro mêrchar ['mærxar] "confini"

Longobardo matzirax ['mattsiraks] "coltello"
Cimbro meizar ['mɛɪ̯s̪s̪ar] "coltello"

Longobardo moder ['mo:der] "madre"
Cimbro muotar ['muo̯tar] "madre"

Longobardo moma ['mo:ma] "zia"
Cimbro muama ['muɑ̯ma] "zia"

Longobardo mus [mu:s] "topo"
Cimbro maus [maʊ̯s] "topo"

Longobardo nabogair ['nabogaɪ̯r] "succhiello"
Cimbro eabogar ['ɛɑ̯bogar] "trivello"

Longobardo nact [nakt] "notte"
Cimbro nacht [naçt] "notte"

Longobardo nadela ['na:dela] "ago"
Cimbro nadal ['na:dal] "ago"


Longobardo nagal ['nagal] "chiodo; unghia"
Cimbro nagal ['nagal] "chiodo"

Longobardo naiman, ni aiman ['naɪ̯man, ni 'aɪ̯man]
     "nessuno"

Cimbro niamon ['niɑ̯mon] "nessuno" 

Longobardo namo ['namo] "nome"
Cimbro name ['name] "nome"

Longobardo nasa ['nasa] "naso"
Cimbro nase ['naze] "naso" 

Longobardo naud [naʊ̯d] "necessità"
Cimbro noat [nɔɑ̯t] "necessario"

Longobardo nebul ['nɛbul] "nebbia"
Cimbro nebal ['nɛbal] "nebbia"

Longobardo neman ['nɛman] "prendere"
Cimbro leman, len ['lɛman, lɛ:n] "prendere"

Longobardo niguect ['nigwɛkt] "nulla"
Cimbro nicht [niçt] "nulla" 

Longobardo nist, nest [nist, nɛst] "nido"
Cimbro nest [nɛst] "nido"

Longobardo nistio ['nistjo] "scansafatiche"
Cimbro nistar ['nistar] "scansafatiche"

Longobardo niui ['niʊ̯wi, 'niʊ̯ji] "nuovo"
Cimbro nauc [naʊ̯k] "nuovo" 

    Longobardo nia ['ni:a] "nuova"
   
Cimbro nauge ['naʊ̯ge] "nuova" 

Longobardo niun [niʊ̯n] "nove"
Cimbro naune ['naʊ̯ne] "nove"

Longobardo ob, ov [ɔβ] "corte"
Cimbro houf [hɔʊ̯f] "cortile"

Longobardo orn [ɔrn] "corno"
Cimbro horn [hɔrn] "corno"  

Longobardo osa ['ɔsa] "calzone"
Cimbro house ['hɔʊ̯ze] "calza"

Longobardo oxo ['ɔkso] "bue"
Cimbro oukse ['ɔʊ̯kse] "bue"

Longobardo pand [pand] "legaccio"
Cimbro pant [pant] "legaccio"

Longobardo papho, phapho ['phaφφo] "prete"
Cimbro pfaffe ['pfaffe] "prete"

Longobardo para ['pa:ra] "lettiga, bara"
Cimbro paur [paʊ̯r] "bara"

Longobardo pard [pard] "barba"
Cimbro part [part] "barba"

Longobardo pari ['pari] "bacca"
Cimbro peir [pɛɪ̯r] "fragola"

Longobardo passi ['paʃʃi] "torrente, ruscello"
Cimbro pach [pax] "torrente, ruscello"

Longobardo paum [paʊ̯m] "albero"
Cimbro pome ['po:me] "albero"

    Longobardo paumos ['paʊ̯mos] "alberi"
    Cimbro poman ['po:man] "alberi"

Longobardo pausi ['paʊ̯si] "malvagio"
Cimbro pöase ['pøɑ̯ze] "cattivo" 

Longobardo pech ['pɛx] "pece"
Cimbro pech ['pɛx] "resina"

Longobardo perg [pɛrg] "monte"
Cimbro perk [pɛrkx] "monte"

    Longobardo pergos ['pɛrgos] "monti"
    Cimbro perge ['pɛrge] "monti"

Longobardo pero ['pɛro] "orso"
Cimbro pear,
pêr [pɛɑ̯r, pær] "orso"

    Longobardo peron ['pɛron] "orsi"
    Cimbro pearn, pêrn ['pɛɑ̯rṇ, pærn] "orsi"

Longobardo peroloch ['pɛrolɔχ] "tana dell'orso"
Cimbro pearlouch ['pɛɑ̯rlɔʊ̯x] "tana dell'orso"

Longobardo pia ['pi:a] "ape"
Cimbro paje ['paje] "ape"

    Longobardo pion ['pi:o:n] "api"
    Cimbro pajan ['pajan] "api"

Longobardo pil ['pi:l] "scure"
Cimbro pail [paɪ̯l] "scure"

Longobardo piliban [pi'li:ban] "rimanere"
Cimbro bolaiban [bo'laɪ̯ban] "rimanere"

Longobardo pimarchian [pi'marxjan] "segnare"
Cimbro bomerkan [bo'mɛrkxan] "segnare"

Longobardo pistu ['pistu] "sei tu"
Cimbro pisto ['pisto] "sei tu"

Longobardo pitzo, pitza ['pittso, 'pittsa] "boccone, tozzo"
Cimbro piz ['pis̪] "boccone, tozzo"

Longobardo pizan ['pi:tsan] "mordere"
Cimbro paizan ['paɪ̯s̪s̪an] "mordere"

Longobardo pla [pla:] "azzurro" 
Cimbro pjap [pjap] "azzurro"

Longobardo plind [plind] "cieco"
Cimbro
plint [plint] "cieco"

Longobardo plod [plo:d] "sangue"
Cimbro pljuat [pljuɑ̯t] "sangue"

Longobardo plov [phlo:β] "aratro"
Cimbro fluage ['fluɑ̯ge] "aratro"

Longobardo poch [po:χ] "libro"
Cimbro puach [puɑ̯x] "libro"

Longobardo pocha ['po:χa] "faggio"
Cimbro puache ['puɑ̯xe] "faggio"

Longobardo popo ['po:po] "ragazzo"
Cimbro puobe ['puo̯be] "ragazzo"

Longobardo prand [prand] "tizzone; spada"
Cimbro [prant] "tizzone acceso" 

Longobardo prannian ['prannjan] "bruciare"
Cimbro ['prɛɲan] "bruciare"

Longobardo praud [praʊ̯d] "pane"
Cimbro proat [prɔɑ̯t] "pane"

Longobardo prechan ['prɛxxan] "rompere"
Cimbro prechan ['prɛxan] "rompere"

Longobardo princan ['priŋkan] "recare"
Cimbro pringan ['priŋgan] "recare"

Longobardo proder ['pro:der] "fratello"
Cimbro pruadar ['pruɑ̯dar] "fratello"

Longobardo prunna ['prunna] "sorgente" (f.)
Cimbro prunde ['prunde] "sorgente" (m.)

Longobardo pruns [pruns] "brace"
Cimbro prunst [prunst] "bruciore"

Longobardo quedan ['khwɛdan] "dire"
Cimbro koun [kxɔʊ̯n] "dire" 

Longobardo queman ['khwɛman] "venire"
Cimbro ken [kx
ɛ:n] "venire" 

Longobardo ram [ram] "corvo"
Cimbro ram [ram] "corvo"

    Longobardo rammos ['rammos] "corvi"
   
Cimbro rême ['ræme] "corvi"

Longobardo raubon ['raʊ̯bo:n] "rapinare, predare"
Cimbro roapan ['rɔɑ̯pan] "rapinare, predare"

Longobardo raud [raʊ̯d] "rosso"
Cimbro roat [rɔɑ̯t] "rosso"

Longobardo raustian ['raʊ̯stjan] "arrostire"
Cimbro röastan ['røɑ̯stan] "friggere"

Longobardo rechimpogo ['rɛximpɔgo] "arcobaleno" 
Cimbro reghenboghe ['rɛgenbɔge] "arcobaleno"

Longobardo ring [riŋg] "anello"
Cimbro rink [riŋkx] "anello"

Longobardo rippi ['rippi] "costola"
Cimbro ripe ['ripe] "costola"

Longobardo rissi ['ri:ʃʃi] "ricco, potente"
Cimbro raich [raɪ̯ç] "ricco"


Longobardo ros [rɔs] "cavallo"
Cimbro rousch [rɔʊ̯ʃ] "cavallo"

Longobardo sach [sakh] "sacco"
Cimbro sak [zakx] "sacco"

Longobardo sadol ['sadol] "sella"
Cimbro setal ['zɛtal] "sella"

Longobardo saipho ['saɪ̯pho] "sapone"
Cimbro soft [zɔft] "sapone"

Longobardo salz [salts] "sale"
Cimbro saltz [zalts] "sale"

Longobardo sauola ['sa:wola] "anima"
Cimbro seal [zɛɑ̯l] "anima"

Longobardo scado ['skado] "ombra"
Cimbro schat [ʃat] "ombra"

Longobardo scaf [ska:φ] "pecora"
Cimbro scha [ʃa:] "pecora"

Longobardo scauni ['skaʊ̯ni] "bello"
Cimbro schua~ [ʃuɑ̯n] "bello"

Longobardo schilla ['skilla] "campanello"
Cimbro schell [ʃɛl] "campanaccio"

Longobardo schitzia ['skittsja] "merda"
Cimbro schaitze, schaize ['ʃaɪ̯tse, 'ʃaɪ̯s̪s̪e] "merda"* 


*cfr. Nordera, 1991

Longobardo schizan ['ski:tsan] "defecare"
Cimbro schaitzan, schaizan ['ʃaɪ̯tsan, 'ʃaɪ̯s̪s̪an]
     "defecare"*
 
*Nordera, 1991

Longobardo scoch [sko:χ] "scarpa"
Cimbro schuoch [ʃuo̯x] "scarpa"

    Longobardo scohos [sko:hos] "scarpe"
    Cimbro schuoge ['ʃuo̯ge] "scarpe"

Longobardo scossutor [sko:ssutor] "calzolaio"
Cimbro schuastar ['ʃuɑ̯star] "calzolaio"

Longobardo scriban ['skri:ban] "scrivere"
Cimbro scraiban ['skraɪ̯ban] "scrivere"

Longobardo scur [sku:r] "tempesta"
Cimbro schaur [ʃaʊ̯r] "grandine, tempesta"

Longobardo scutzila ['skuttsila] "scodella"
Cimbro schuzal [ʃus̪s̪al] "scodella"

Longobardo se sind [se: 'sind] "essi sono"
Cimbro si sain [zi 'zaɪ̯n] "essi sono"

Longobardo sehan, sean ['sɛhan, 'sɛan] "vedere"
Cimbro segan ['zɛgan] "vedere"

Longobardo seoch [seo̯χ] "malato"
Cimbro siach [ziɑ̯x] "malato"

Longobardo seudan ['seʊ̯dan] "bollire"  
Cimbro siadan ['ziɑ̯dan] "bollire"

Longobardo sex ['sɛks] "sei"
Cimbro sêcse ['zækse] "sei"

Longobardo sibun ['sibun] "sette"
Cimbro sibene ['zibene] "sette"

Longobardo slafan ['sla:φan] "dormire"
Cimbro slavan ['zla:van] "dormire"

Longobardo smalz [smalts] "strutto"  
Cimbro smaltz [zmalts] "burro"

Longobardo smido ['smido] "fabbro ferraio"
Cimbro smit [zmit] "fabbro ferraio"

Longobardo smidon ['zmido:n] "fabbricare"
Cimbro smidan ['zmidan] "fabbricare"

Longobardo snai [snaɪ̯] "neve"
Cimbro snea [znɛɑ̯] "neve"

    Longobardo snaue [sna:we] "alla neve"
   
Cimbro sneabe ['znɛɑ̯be] "alla neve"

    Longobardo snauos ['sna:wos] "nevi"
   
Cimbro snee ['zne:e] "nevi"

    Longobardo snauon ['sna:won] "alle nevi"
   
Cimbro snenj [zne:ɲ] "alle nevi"

Longobardo snidan ['sni:dan] "recidere, tagliare"
Cimbro snaidan ['znaɪ̯dan] "tagliare col falcetto"

Longobardo sniuan ['sni:wan] "nevicare"
Cimbro snaiban ['znaɪ̯ban] "nevicare"

Longobardo spinnan ['spinnan] "filare"
Cimbro spinjan ['spiɲan] "filare"

Longobardo spiuan ['spi:wan] "sputare; vomitare"
Cimbro spaiban ['spaɪ̯ban] "sputare"

Longobardo sporo ['spɔro] "sperone"
Cimbro sporn [spɔrn] "sperone"

Longobardo sprincan ['spriŋkan] "balzare, zampillare"
Cimbro springan [spriŋgan] "saltare"

Longobardo stain [staɪ̯n] "pietra"
Cimbro stua~ [stuɑ̯n] "pietra"

    Longobardo stainos ['staɪ̯nos] "pietre"
    Cimbro stuanj [stuɑ̯ɲ] "pietre"

Longobardo stelan ['stɛlan] "rubare"  
Cimbro stelan ['stɛlan] "rubare"

Longobardo stern [stɛrn] "stella"
Cimbro stearn [stɛɑ̯rn] "stella"

Longobardo stol [sto:l] "sedia, trono"
Cimbro stual [stuɑ̯l] "scanno"

Longobardo stral [stra:l] "freccia"
Cimbro stral [stra:l] "raggio"

Longobardo su [su:] "scrofa"
Cimbro sau [zaʊ̯] "scrofa"

Longobardo sualoa ['swaloa] "rondine"
Cimbro sbalme ['zbalme] "rondine"

Longobardo suigon ['swi:go:n] "tacere"
Cimbro sbaigan ['zbaɪ̯gan] "tacere"

Longobardo suin [swi:n] "maiale"  
Cimbro sbai~ [zbaɪ̯n] "maiale"

Longobardo suister ['swister] "sorella"
Cimbro sbeistar ['zbɛɪ̯star] "sorella"

Longobardo sunna ['sunna] "sole"
Cimbro sonde ['zɔnde] "sole"


Longobardo suno /'suno/ "figlio"  
Cimbro su~ [zun] "figlio"

    Longobardo suni, sunios ['suni, 'sunjos] "figli"
   
Cimbro su~ [zun] "figli"

Longobardo suozi ['swo:tsi] "dolce" (agg.)
Cimbro suaze ['zuɑ̯s̪s̪e] "dolce" (agg.)

Longobardo tach [takh, taχ] "giorno"  
Cimbro tak [takx] "giorno"

    Longobardo tagos ['tagos] "giorni"
   
Cimbro tage ['tage] "giorni"

Longobardo tail [taɪ̯l] "parte"
Cimbro toal [tɔɑ̯l] "parte" 

Longobardo tal [tal] "valle"
Cimbro tal [tal] "valle" 

    Longobardo tal [tal] "valli"
   
Cimbro teldar ['tɛldar] "valli" 

Longobardo taud [taʊ̯d] "morte" 
 Cimbro toat [tɔɑ̯t] "morte"

Longobardo taufon ['taʊ̯φo:n] "battezzare"  
Cimbro tofan ['to:fan] "battezzare"

Longobardo thamph [θampf] "fetore, esalazione"
Cimbro tampf [tampf] "vapore"

Longobardo theudisc ['θeʊ̯disk] "longobardo"
Cimbro tautsch [taʊ̯tʃ] "cimbro"

Longobardo thing [θiŋg] "cosa"
Cimbro dink [diŋkx] "cosa"

Longobardo thise ['θise] "questo"
Cimbro disar ['dizar] "questo"

Longobardo thius [θiʊ̯s] "questa"  
Cimbro disar ['diza] "questa"

Longobardo thri, tri [θri:, tri:] "tre"
Cimbro drai ['draɪ̯] "questa"

Longobardo thusund ['θu:sund] "mille"
Cimbro tausont ['taʊ̯zont] "mille"


Longobardo tisc [tisk] "tavolo" 
 Cimbro tisch [tiʃ] "tavolo"

Longobardo tiufol ['tiʊ̯fol] "diavolo"
Cimbro tauval ['taʊ̯val] "diavolo"

Longobardo tocter ['tɔkter] "figlia"
Cimbro touchtar ['tɔʊ̯çtar, 'tɔʊ̯star] "figlia"

Longobardo tranchian ['traŋkhjan] "abbeverare"  
Cimbro trenkan ['trɛŋkxan] "abbeverare"

Longobardo trincan ['triŋkhan] "bere"
Cimbro trinkan ['triŋkxan] "bere"

Longobardo truncan ['truŋkhan] "ubriaco"  
Cimbro trunkan ['trunkxan] "ubriaco"

Longobardo ubil ['ubil] "cattivo"  
Cimbro oubal ['ɔʊ̯bal] "non buono"

Longobardo ud [u:d] "pelle"  
Cimbro haut [haʊ̯t] "pelle"

Longobardo uf [uf] "anca, bacino"  
Cimbro huf [huf] "anca, femore, coscia"

Longobardo ulf, gulf [ulf, gulf] "lupo"  
Cimbro bolf [bɔlf] "lupo"

    Longobardo ulfos, gulfos ['ulfos, 'gulfos] "lupi"
   
Cimbro bölve [bølve] "lupi"

Longobardo und [und] "cane" 
 Cimbro hunt [hunt] "cane"

    Longobardo undos ['undos] "cani" 
   
Cimbro hunte ['hunte] "cani"

Longobardo und, underad [und, 'underad] "cento"  
Cimbro hundort ['hundort] "cento" 

Longobardo unser ['unser] "nostro"
Cimbro user ['u:ser] "nostro"
 

Longobardo us [u:s] "casa"  
Cimbro haus [haʊ̯s] "casa"

Longobardo zan [tsan] "dente"
Cimbro tzant [tsant] "dente"

    Longobardo zanni ['tsanni] "denti"
   
Cimbro tzenj [tsɛɲ] "denti"

Longobardo zehan, zean ['tsɛhan, 'tsɛan] "dieci"  
Cimbro tzêgene ['tsægene] "tirare" 

Longobardo zeohan ['tseo̯han] "tirare" 
 Cimbro tziegan ['tsie̯gan] "tirare" 

Longobardo zit [tsi:t] "tempo"  
Cimbro tzait [tsaɪ̯t] "tempo"

Longobardo zuai [tswaɪ̯] "due"  
Cimbro tzboa [tsbɔɑ̯] "due"

Longobardo zualif ['tswalif] "dodici" 
 Cimbro tzbölve ['tsbølve] "dodici"

Longobardo zunca ['tsuŋka] "lingua" 
 Cimbro tzunge ['tsuŋge] "lingua"