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martedì 5 gennaio 2021

ARGOMENTI CATARI CHE PROVANO
L'IDENTITÀ DEL DIO DELL'ANTICO TESTAMENTO
CON IL PRINCIPIO MALIGNO 
 

(traduzione italiana)

Per prima cosa quindi si obietta, al Genesi 3: Ecco che Adamo è divenuto come uno di noi. Questo disse Dio di Adamo dopo che aveva peccato, e consta che abbia detto il vero o il falso. Se ha detto il vero, Adamo è stato quindi fatto simile a colui che ha parlato e di coloro con i quali discorreva. Ma Adamo dopo il peccato era un peccatore; quindi <il Dio dell’Antico Testamento> è malvagio; se <questo Dio> ha detto il falso, allora è stato menzognero, quindi così dicendo ha peccato, quindi è malvagio. 
 
Allo stesso modo Dio stesso disse, in Genesi [3] : Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita etc. Il Dio del Nuovo Testamento invece disse, in Apocalisse 1:  Al vincitore darò da mangiare dell’albero della vita. Quello proibisce, questo promette, quindi sono tra loro contrari. 
 
Allo stesso modo, in Genesi 1 : La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. E Dio disse: "Sia la luce!". Quindi il Dio dell’Antico Testamento ebbe inizio dalla tenebra e finì nella luce; quindi è tenebroso, quindi è malvagio, perché fece le tenebre prima della luce.
 
Allo stesso modo, in Genesi 3 : Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe. Ecco che il Dio dell’Antico Testamento è un seminatore di discordia e di inimicizia. Invece il Dio del Nuovo Testamento è un donatore di pace e un un risolutore di inimicizie, così come si legge in Colossesi 1 : Perché è piaciuto di far abitare in lui tutta la pienezza della Divinità, e, avendo fatta la pace, di riconciliare a sè, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli. Ecco che quello semina inimicizie, questo vuole riconciliare e pacificare ogni cosa in sé : quindi sono tra loro contrari.
 
Così in Genesi 3 : Maledetta la terra ad opera tua. Ecco che il Dio dell’Antico Testamento maledice la terra che il Dio del Nuovo Testamento benedice con un salmo :  Hai benedetto, Signore, la tua terra : Quindi sono contrari. 
 
Così nel Genesi : E il maschio incirconciso, che non sarà stato circonciso nella carne del suo membro, sarà eliminato dal suo popolo. Invece l’Apostolo la proibisce ai Galati : Se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla: Quindi quello è contrario a questo. 
 
Allo stesso modo, in Esodo 11 : Ogni uomo pretenda dal suo vicino e ogni donna dalla sua vicina i suoi oggetti d’oro e d’argento. Ecco il Dio dell’Antico Testamento che comanda la rapina. Invece il Dio del Nuovo Testamento non considerò una preda da rapire, come dice l’Apostolo : Quindi sono contrari. 
 
Allo stesso modo, in Matteo 5 : È detto dagli antichi : ama il prossimo tuo e odia il tuo nemico. Ma risulta che ciò è stato detto dal Dio dell’Antico Testamento. Invece il Dio del Nuovo Testamento dice : Amate i vostri nemici. Quindi si contraddocono a vicenda. 
 
Allo stesso modo, in Matteo 5 : È detto dagli antichi : occhio per occhio etc. Invece io vi dico di non opporre resistenza al Male, ma se qualcuno ti colpisce etc. Ecco che quel Dio comanda la vendetta, e questo il perdono : Quindi sono contrari. 
 
Allo stesso modo, in Esodo 21 il Dio dell’Antico Testamento dice : Se qualcuno ucciderà il prossimo suo, darà la sua anima in cambio. Invece il Dio del Nuovo Testamento dice in Luca : Non sono venuto per perdere le anime ma per salvarle. 
 
Così, in Giovanni 1 : Nessuno ha mai visto Dio, e in Timoteo : Colui che nessun uomo ha visto. Ma per contro il Dio dell’Antico Testamento dice <in Numeri 12> : Se vi è tra di voi un profeta <io mi faccio conoscere a lui in visione> etc. ; e poco dopo  : Ma non così è il mio servo Mosè etc. ; e più giù : Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi ed egli guarda l'immagine del Signore. 
 
Allo stesso modo, in Levitico 26 : Perseguitate i vostri nemici ; Ma per contro, in Matteo 5 : Beati coloro che patiscono persecuzione ; e ancora : Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra. Quello comanda di perseguitare i nemici, questo di fuggire da loro : Quindi etc. 
 
Così, il Dio dell’Antico Testamento comanda che gli siano immolati animali, e che si sacrifichi gioendo di ciò ; invece il Dio del Nuovo Testamento, secondo un’altra trascrizione dice nel Salmo : Non hai voluto vittime e oblazioni, ma hai adattato a me il corpo ; non ti sono piaciuti gli olocausti per il peccato. Quel Dio comanda queste cose, questo le respinge : Quindi etc. 
 
Allo stesso modo, in Deuteronomio 13 : Qualora si alzi in mezzo a te un profeta etc. e così che sia ucciso ; e ancora : se tuo fratello ti volesse persuadere etc. ; e più giù : il tuo occhio non lo compianga, non risparmiarlo, non coprire la sua colpa, anzi devi ucciderlo. Invece il Dio del Nuovo Testamento per contro dice : Siate misericordiosi etc. Questo comanda di avere pietà, quello di non averne : Quindi etc. 
 
Il Dio dell’Antico Testamento dice : Crescete e moltiplicatevi, in Genesi 8. Invece il Dio del Nuovo Testamento dice, in Luca [21] : Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni ; e in Luca [23] : Beate le sterili che non hanno generato. Così, in Matteo 5 : Colui che guarderà una donna per concupirla etc. Ecco che quello comanda il coito, questo proibisce ogni coito, tanto con la propria moglie che con la donna di un altro. Quindi sono contrari. 
 
Così, in Matteo 20 e in Luca 22 : <Così gli ultimi saranno i primi e i primi ultimi> e Voi sapete che i sovrani delle nazioni le governano e che i grandi esercitano il potere su di esse <facendosi chiamare benefattori>, etc. E non sarà così tra di voi, come tra le genti. Ecco che questo condanna i principati e le dominazioni, quello le approva. 
 
Così, in Deuteronomio 15 a molte genti è concessa l'usura; invece il Dio del Nuovo Testamento la proibisce in Luca 6: Date senza sperare alcunché in cambio : Quindi sono contrari. 
 
Il Dio dell'Antico Testamento tentò Abramo, il Dio del Nuovo Testamento non tenta nessuno; in Giacomo 1 : Dio non può indurre in tentazione : Quindi sono contrari. 
 
Allo stesso modo, il Dio dell'Antico Testamento dice: Sto per venire a te in una densa nube ; il Dio del Nuovo Testamento invece abita in una luce inaccessibile, come si legge in [1 Timoteo 6] ; Quindi sono contrari. 
 
Allo stesso modo, in Matteo 5: È stato detto dagli Antichi : non spergiurerai, renderai invece a Dio i tuoi giuramenti; ma io vi dico di non giurare affatto ; ciò che quello concede questo proibisce; Quindi etc. 
 
Così, in [Deuteronomio] 21 : Sia maledetto chiunque penda da un albero ; Ma Paolo dice in Galati [3] : Cristo ci ha redento dalla maledizione della Legge, si è fatto per noi maledetto ; Quindi il Dio dell'Antico Testamento, che voi dite il Padre di Cristo, ha maledetto Cristo, ma consta che il padre non maledica il figlio, quindi egli non è il padre di Lui, è vilmente malvagio e contrario a colui che ha maledetto. 
 
Allo stesso modo, il Dio dell'Antico Testamento promette la terra come qui si dice: Vi darò la terra in cui scorre latte e miele. Ecco le delizie terrene. Invece il Dio del Nuovo Testamento promette il Regno dei Cieli, il Riposo Eterno e le delizie celesti, come si dice qui : Troverete il riposo per le vostre anime. Quindi questi sono <dèi> diversi e contrari. 
 
Allo stesso modo, il Dio del Nuovo Testamento dice in Matteo [11] : Il mio giogo è soave e il mio onere lieve. Invece il Dio dell'Antico Testamento impone un giogo insopportabile, in Deuteronomio 28, ove maledisse coloro che non hanno osservavato ciò che lui aveva comandato, e di questo giogo dice Pietro : Perché tentate di imporci un giogo che i vostri padri non sono riusciti a sopportare? Quindi sono contrari; quello infatti è malvagio e questo buono. 
 
Allo stesso modo, in Esodo [3] : Mi diranno: Come si chiama? qual è il nome di colui che mi ha mandato etc. Rispose il Signore : <Io sono colui che sono>. Così dirai loro : Io-Sono mi ha mandato a voi. Ecco che il Dio dell'Antico Testamento è un ingannatore, che non vuole rendere manifesto il suo nome ; ma dice invece che egli è <colui che è> etc. Allo stesso modo un asino e un bue sono ciò che sono. Invece il Dio del Nuovo Testamento rende manifesto il suo nome attraverso il suo angelo, in Luca 2, e chiama il suo nome Gesù. 
 
Il Dio dell'Antico Testamento disse in Genesi 6 : Mi pento di aver fatto l'uomo. Che Dio, che si pente della sua opera ; quindi cambia opinione. Poiché ci si pente del peccato, se si è pentito ha peccato ; Quindi fu malvagio. 
 
Allo stesso modo, in Esodo 32 : Dopo che i figli di Israele avevano adorato il vitello, dice Dio a Mosè : Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro <e li distrugga>, e più giù : E una volta che si fu placato, Dio non fece il male che aveva minacciato contro il suo popolo. Ecco che il Dio dell'Antico Testamento ha cambiato idea ; invece il Dio del Nuovo Testamento non muta, come in Giacomo 1 : Ogni cosa è stata data etc. ; e più giù ; Presso di lui non c'è cambiamento etc. 
 
Allo stesso modo, in Esodo 20, il Dio dell'Antico Testamento dice : Non fornicherai, e lo stesso Dio dice in [2 Samuele 12] : Ecco io susciterò su di te il male dalla tua casa, porterò via tua moglie e la  darò al tuo vicino (ossia a tuo figlio) <che si giacerà con loro alla luce del sole>. Ecco non solo la fornicazione che là ha proibito, ma è anche un istigatore di incesto ; quel Dio è quindi malvagio e volubile. 
 
Allo stesso modo, in Esodo [20] : Non farai immagine scolpita né altro simulacro, e più giù, Esodo 25 : Farai due cherubini d'oro. Ecco quanta volubilità, farai e non farai. 
 
Che Dio è quello che sommerse nel diluvio tante migliaia di uomini etc.,  in Genesi 6 ; e nel Mar Rosso, in Esodo 15 ; e nel deserto, e in molti altri luoghi. Se dici che non è crudeltà punire i mali etc. mi chiedo, se fosse onnipotente ed onnisciente, saprebbe ogni peccatore e ogni male futuro, e a causa di ciò dannandoli, per quale motivo li avrebbe creati? Non è forse crudeltà creare gli esseri umani soltanto perché siano perduti? 
 
Allo stesso modo, in Esodo 32: Questo dice il Signore; e più giù: Mettetevi ciascuno la spada al fianco ; e più giù ancora : E uccisero in quel giorno ventitremila persone. Ecco che Dio, che ha chierici e ministri di una totale crudeltà. Invece il Dio del Nuovo Testamento ha ministri di pietà, dei quali Giovanni dice nei canoni : Chi ama Dio, ama anche suo fratello. Questo prescrive di amare il proprio fratello, quello di ucciderlo. 
 
Allo stesso modo, in Numeri [33] ;  il Dio dell'Antico Testamento parlò ai figli di Israele delle genti che abitavano nella terra di [Canaan] : Se non li ucciderete, essi saranno chiodi nei vostri occhi e lance nei vostri fianchi. Ecco il Dio crudele che non vuole rimettere le ingiurie. Invece il Dio del Nuovo Testamento dice in Matteo 6 : Se non rimetterete agli uomini, neppure il padre vostro che è nei cieli rimetterà i vostri peccati. 
 
Allo stesso modo, in Genesi 19, ove il Dio dell'Antico Testamento uccide insieme il giusto e l'empio, così estende la sommersione a Sodoma e Gomorra, ove fece perire i bambini e gli adulti tutti insieme. 
 
Allo stesso modo, in Giudici 20 si legge che quando i figli di Israele vollero combattere contro i figli di Beniaminio a causa di un delitto che era stato commesso verso la moglie di un loro fratello, chiesero consiglio al Signore se combattere contro di loro e su chi sarebbe stato il condottiero della guerra, e <il Signore> designò Giuda, e che si dovesse combattere ; così fiduciosi andarono in guerra e furono uccisi nel primo conflitto in 22.000, nel secondo in 18.000 e nel terzo in numero minore. Ecco che Dio crudele e ingannatore, che così ha abbindolato <i figli di Israele> affinché perissero. 
 
Così, in Esodo 5 il Dio dell'Antico Testamento disse :  Indurirà il cuore del Faraone perché non lasci andare  il popolo ; ecco il Dio crudele che indurisce per uccidere. 
 
Allo stesso modo, è un Dio bugiardo colui che ha detto che non avrebbe lasciato andare, e invece dopo ha lasciato andare. 
 
Allo stesso modo, in Numeri 15 : Dio comandò di lapidare chi raccogliesse legna il Sabato, consultato a questo proposito da Mosè e da Aronne. Invece il Dio del Nuovo Testamento permette ai discepoli di sgranare spiche il Sabato ; Ecco quanto sono contrari tra loro! 
 
Nel Genesi il Dio dell'Antico Testamento promise ad Abramo la terra di Canaan, che non gli diede mai, quindi fu mendace. ... Ciò che obiettano di coloro che sono usciti dall'Egitto è che promise per  mezzo di  Mosè quella terra, e invece si trovano nel deserto. 
 
Così, in Esodo [33] : Signore, mostrami il tuo volto e qualcuno rispose : Io ti mostrerò ogni bene, e dopo di ciò gli mostrò  il posteriore, ovvero la turpitudine. Ecco che Dio ! 
 
Così, in Genesi 11 sui Giganti che edificavano una torre, disse quel Dio: Questo è l'inizio della loro opera, e quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile ; e pure segue nello stesso luogo : E cessarono di edificare. Ecco che Dio menzognero ! 
 
Così pure, in Genesi [32] dice l'angelo di Dio a Giacobbe : Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele sarà il tuo nome. E dopo di ciò dice in Esodo : Io sono il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe; e così si contraddice; è quindi un Dio bugiardo. 
 
Dice quel Dio: Chi ingannerà Achab per noi? . . . Io sarò uno spirito menzognero nella bocca di tutti i profeti . . ., Va e  fa' così, inganna quindi e prevarrai ... Diede Dio uno spirito di menzogna nella bocca di tutti i profeti. Ecco che Dio è: se fosse un Dio di Verità, consta che non direbbe : chi ingannerà etc. 
 
Alcuni commenti 
 
Questa è la traduzione del testo teologico cataro già presentato nella sua originale stesura in latino. 
 
 
Siccome le citazioni presentavano qualche imprecisione e qualche incompletezza, ho colmato le lacune indicando le parti aggiunte con le parentesi acute <>, e con le parentesi quadre [] le parti che ho corretto. Infatti chi ha pronunciato questo testo, trascritto dall'Inquisizione, probabilmente aveva studiato ogni cosa a memoria e non riusciva a ricordare bene il numero esatto dei versetti di alcune citazioni bibliche, e a volte persino il libro. La sostanza permane immutata: da tutte queste argomentazioni emerge l'assoluta incompatibilità tra Antico e Nuovo Testamento. Non a caso le autorità della Chiesa Romana hanno in odio la libera lettura della Bibbia. Temono forse che ognuno vi trovi l'apologia e l'incitazione a qualsiasi atroce crimine, dal genocidio all'incesto, dal cannibalismo al fratricidio? No. Temono qualcosa che per loro è molto più grave: LA VERITÀ. Geova non è Dio, è un'entità totalmente maligna e crudele, il suo obbrobrioso operato non può essere difeso da nessun essere umano dotato di cuore. È innegabile, solo i mostri e i carnefici potrebbero venerare scientemente un simile essere, che comanda al fratello di uccidere il fratello, che maledice gli uomini facendo sì che il figlio violi la moglie del padre, che la partoriente si cibi del suo aborto. Chi avrebbe mai il coraggio di esaltare quel Dio che consacra allo sterminio? È ora che la millenaria menzogna cessi e che tutto sia rivelato per quello che è veramente!


Chi dice che l'Antico Testamento è costituito da "ipsissima verba Dei" ne giustifica l'aberrazione, mentre chi ne afferma il valore tradizionale e metaforico lo rende di fatto inutile. È sufficiente capirne l'origine diabolica e smettere di ritenerlo di un qualche valore morale.

ARGOMENTI CATARI CHE PROVANO
L'IDENTITÀ DEL DIO DELL'ANTICO TESTAMENTO
CON IL PRINCIPIO MALIGNO 
 
(testo latino)


Primo igitur objicitur illud, Geneseos tertio : Ecce Adam quasi unus ex nobis factus est. Hoc dicit Deus de Adam postquam peccavit, et constat quod dicit verum aut falsum : si verum, ergo Adam factus erat similis ei qui loquebatur et eis cum quibus loquebatur. Sed Adam post peccatum factus erat peccator; ergo malus : si dixit falsum, ergo est mendax, ergo sic dicendo peccavit, et sic fuit malus.

Item ad idem. Deus ille dicit, Geneseos primo : Videte neforte sumat de ligno vitae etc. Deus autem novi testamenti dicit, Apocalipsis primo : Vincenti dabo edere de ligno vitae. Ille prohibet, iste promittit, ergo contrarii sunt ad invicem.


Item ad idem, Geneseos primo : Tenebrae erant superfacie abyssi, dixitque Deus : Fiat lux. Ergo Deus veteri testamenti incepit a tenebris et finivit in lucem ; ergo est tenebrosus ; ergo est malus, qui prius fecit tenebras quam lucem.


Item ad idem, Geneseos tertio : Inimicitias ponam inter te et mulierem, et inter semen tuum et semen mulieris. Ecce Deus veteris testamenti seminator est discordiae et inimicitiae. Deus autem novi testamenti dator est pacis et solutor inimicitiarum, sicut legitur Coloss. primo : Quoniam in ipso placuit omnem plenitudinem deitatis habitare, et per ipsum reconciliari omnia in ipsum, sive quae in coelis, sive quae in terris sunt. Ecce ille seminat inimicitias, iste vult omnia reconciliare et pacificare in se ; Ergo sunt contrarii sibi.


Item, Geneseos tertio : Maledicta terra in opere tuo. Ecce Deus veteri testamenti maledicit terram quam Deus novi testamenti benedicit, psalmo :  Benedixisti domine terram tuam : Ergo sunt contrarii.


Item, Genesi : Omnis anima quae circumcisa non fuerit peribit de populo suo. Apostolus autem e contra prohibet Galatis : si circumcidimini Christo nihil vobis prodest : Ergo iste contrarius illi.


Item ad idem, Exodi undecimo : Postulet unusquisque a vicino suo et unaquaeque a vicina sua vasa aurea et argentea. Ecce Deus veteris testamenti praecipit rapinam. Deus autem novi testamenti non rapinam arbitratus est, ut dicit Apostolus : Ergo sunt contrarii.


Item ad idem, Matthaei quinto : Dictum est antiquis : Diliges proximum tuum et odio habebis inimicum tuum. Sed constat quod hoc dictum est a Deo veteris testamenti. Deus autem novi testamenti dicit : Diligite inimicos vestros. Igitur contrariantur sibi invicem.


Item ad idem, Matthaei quinto : Dictum est antiquis : Oculum pro oculo etc. Ego autem dico vobis non resistere malo, sed si quis percusserit etc. Ecce ille Deus vindictam, iste veniam imperat : Ergo sunt contrarii.


Item ad idem, Exodi vicesimo primo dicit Deus veteris testamenti : Si occiderit quispiam proximum suum dabit animam pro anima. Deus autem novi testamenti dicit apud Lucam : Non veni animas perdere sed salvare.


Item, Joannis primo : Deum nemo vidit unquam, et ad Timotheum : Quem nullus hominum vidit. At e contra Deus veteris testamenti dicit, Deuteron. tertio : Si quis fuerit inter vos propheta etc. ; et paulo post : At non talis est servus meus Moyses etc. ; et infra :
Ore ad os loquitur ei et palam non per aenigmata et figuras Deum vidit.

Item ad idem, Levitici vicesimo sexto : Persequimini inimicos vestros ; At e contra, Matthaei quinto : Beati qui persecutionem patiuntur ; et iterum : Cum vos persecuti fuerint in unam civitatem, fugite in aliam. Ille praecipit persequi inimicos, iste fugere : Ergo, etc.


Item, Deus veteris testamenti praecipit sibi immolari animalia, et in illis delectatur sacrifices ; Deus autem novi testamenti, secundum aliam translationem dicit in Psalmo : hostiam et oblationem noluisti, corpus autem aptasti mihi ; holocaustomata pro peccato tibi non placuerunt. Ille Deus talia praecipit, iste respuit : Ergo, etc.


Item ad idem, Deuteron. decimo tertio : Si surrexerit de medio tuo prophetes etc. et ita interficietur ; et iterum: si tibi voluerit persuadere frater tuus etc.; et infra : non parcet ei oculus tuus ut miserearis et occultes eum, sed statim interficies. Deus autem novi testamenti e contra dicit : Estote misericordes etc. Hic praecipit misereri, ille non miserere : Ergo etc.


Deus veteris testamenti dicit : Crescite et multiplicamini, Geneseos octavo. Deus autem novi testamenti dicit, Lucae decimo octavo : Vae praegnantibus et nutrientibus in diebus illis ; et in eodem vicesimo : Beatae steriles qua non genuerunt. Item, Matthaei quinto : Qui viderit mulierem ad concupiscendam eam etc. Ecce ille praecipit coitum, iste prohibet omnem coitum, tam uxoris quam mulieris alterius : Igitur sunt sibi contrarii.


Item, Matthaei vicesimo, Lucae vicesimo secundo: Scitis quoniam principes gentium dominantur eorum, et qui majores sunt, etc. et non ita erit inter vos sicut inter gentes. Ecce iste reprobat principatus et dominationes, ille probat.


Item, Deuteronomii decimoquinto multis gentibus concedit hic usuram; Deus autem novi testamenti prohibet in Lucae sexto: Date mutuum nihil inde sperantes : Ergo sunt contrarii.


Tentavit Deus veteris testamenti Abraham, Deus novi testamenti neminem tentat ; Jac. primo : Ipse intentator malorum est : Ergo sunt contrarii.


Item ad idem, Deus veteris testamenti dicit: Veniam ad te in caligine nubis; Deus autem novi testamenti habitat lucem inaccessibilem ut legitur Hebreor. primo ; Ergo sunt contrarii.


Item ad idem, Matthaei quinto: Dictum est antiquis: non perjurabis, reddes autem Deo juramenta tua ; ego autem dico vobis non jurare omnino; quod ille concedit iste prohibet ; Ergo etc.


Item, Exodi vicesimo primo : Maledictus omnis qui pendet in ligno ; Sed Paulus dicit Galat. quarto : Christus nos redemit de maledictione legis, factus pro nobis maledictum ; Ergo Deus veteris testamenti, quem dicis patrem Christi, maledixit Christum, sed constat quod pater non maledicit filium, ergo ille non est pater ejus, imo est malus et contrarius cui maledicit.


Item ad idem, Deus veteris testamenti promittit terram ut ibi ; Dabo vobis terram fluentem lac et mel. Ecce deliciae terrenae. Deus autem novi testamenti promittit regnum coelorum, requiem aeternam, delicias coelestes ut ibi : Invenietis requiem animabus vestris. Ergo ipsi sunt diversi et contrarii.


Item ad idem, Deus novi testamenti dicit Matthaei sexto : Jugum meum suave est et onus meum leve. Deus autem veteris testamenti imponit jugum importabile, Deuteronomii vicesimo octavo, ubi maledixit illos qui non servaverunt ilia quae praeceperat, de quo jugo dicit Petrus : cur vos imponere tentatis nobis jugum quod nec vos nec patres vestri portare potuistis? Ergo sunt contrarii; ille enim malus et iste bonus.


Item ad idem, Exodi quarto : si dixerint mei, quod est nomen ejus qui misit me etc. respondit Dominus : sic dices ad eos : qui est misit me ad vos. Ecce Deus veteris testamenti translator est, qui non vult nomen ejus manifestare ; sed dicit qui est etc. Ita enim asinus et bos est qui est. Deus autem novi testamenti nomen suum manifestat per angelum suum, Lucae secundo, et vocabis nomen ejus Jesum.


Deus veteri testamenti dicit Geneseos sexto: Poenitet me fecisse hominem. Ecce qualis Deus quem poenitet de opere suo ; ergo mutatur. Praeterea poenitentia est de peccato, ergo si poenitet peccavit ; Ergo malus fuit.


Item ad idem, Exodi tricesimo secundo : Postquam filii Israel adoraverunt vitulum, dicit Deus ille Moysi : Dimitte me, ut irascatur furor meus contra eos, et infra : Placatusque est Deus ne faceret malum quod locutus fuerat adversus populum suum. Ecce quod mutatus est Deus veteris testamenti ; Deus autem novi testamenti non immutatur, juxta illud Jacobi primo : Omne datum est etc. ; et infra ; Apud quem non est immutatio etc.


Item ad idem, Exodi vicesimo, Deus veteris testamenti dicit : Non moechaberis, et idem Deus dicit Numerorum duodecimo : Ecce ego suscitabo super te malum de domo tuo, et tollam uxorem tuam et dabo proximo tuo, id est, filio tuo. Ecce non solum moechationis quam ibi prohibuit, sed etiam incestus est procurator ; ille Deus ergo malus et mutabilis.


Item ad idem, Exodi vicesimo primo : non facies tibi sculptile nec aliquam similitudinem, et infra, vicesimo quinto : Facies duo cherubim aurea. Ecce quanta mutabilitas, facies et non facies.


Qualis est Deus ille qui tot millia hominum submersit in diluvio etc. ; habetur Geneseos sexto ; et in mare rubro, Exodi decimo quinto ; et in deserto, et in multis aliis locis. Si dicis quod non est crudelitas punire malos etc. quaero, si erat omnipotens et omnisciens, sciebat omnes peccaturos et futures malos, et propter hoc damnandos, quare ergo fecierat eos ? Nonne crudelis est qui homines ad hoc facit ut perdat ?


Item ad idem, Exodi tricesimo secundo: Hoc dicit Dominus; et infra: Ponat vir gladium super femur suum ; et infra : Et ocdderunt in ilia die viginti tria millia. Ecce qualis Deus quos habet clericos et ministros siquidem totius crudelitatis. Deus autem novi testamenti ministros pietatis ; unde Joannes in canonica : Qui diligit Deum diligit et fratrem suum. Iste praecipit fratrem diligi, ille occidi.


Item ad idem, Numeror. tricesimo quarto ; Deus veteris testamenti dixit filiis Israel de gentibus illis qui erant in terra Cham : Si nolueritis occidere eos, erunt clavi in oculis nostris et lanceae in lateribus. Ecce crudelis Deus qui non vult injurias dimitti. Deus autem novi testamenti dicit Matthaei sexto. Si non dimiseritis hominibus, nec pater vester coelestis dimittet vobis peccata vestra.


Item ad idem, Geneseos decimo nono, ubi Deus veteris testamenti justum simul et impium occidit, sicut patet in submersione Sodomae et Gomorrhae, ubi parvulos et adultos simul extinxit.


Item ad idem, Judicum vicesimo legitur quod cumfilii Israel vellent pugnare contra filios Benjamin proper scelus quod commiserant in uxorem cujusdam fratris sui, consuluerunt Dominum si pugnandum esset contra eos, et quis esset dux belli, et expressit illis Judas, et quod pugnandum esset ; unde sub hac fiducia inierunt bellum et occiderunt ex eis in primo conflictu viginti duo millia, in secundo octodecim millia, in tertio pauciores. Ecce quam crudelis et deceptor Deus, qui sic eos decepit ut perirent.


Item, Exodi quinto dicit Deus veteris testamenti : Indurabo cor Pharaonis et non dimittet populum ; ecce crudelis Deus qui indurat ut occidat.


Item, mendax Deus qui dicit non dimittet, et postea dimisit.


Item ad idem, Numerorum decimo quinto : Deus ille lapidare praecepit quemdam colligendum ligna in Sabbato, consultus super hoc a Moysi et Aaron.  Deus autem novi testamenti excusat discipulos fricantes spicas Sabbato; Ecce quam contrarii iste et ille ! 


In Genesi promisit Deus ille se daturum terram Chanaan Abrahae, nec tamen dedit, ergo fuit mendax. ... Quod autem objiciunt de illis qui egressi sunt de Aegypto quibus et promisit per Moysen terram illam, et sunt in deserto.


Ad idem, Exodi tricesimo secundo : Domine ostende mihi faciem tuam et unus respondit: Ego ostendam tibi omne bonum, et postea ostendit ei omnia posteriora, id est, turpitudinem. Ecce qualis Deus !


Ad idem, Geneseos undecimo de Gigantibus qui aedificabant turrim, dixit ille Deus: non desistent a cogitationibus mis dome eas opere compleverint ; et tamen sequitur ibidem : Et cessaverunt aedificare. Ecce quam mendax Deus !


Ad idem, Geneseos XXXII. dicit angelus Dei ad Jacob : Nequaquam vocaberis ultra Jacob, sed Israel erit nomen tuum. Et postea dicit in Exodo : Ego sum Deus Abraham, Isaac, et Jacob; et ita sibi contradicit; mendax igitur est ille Deus.


Dicit ille Deus: Quis decipiet nobis Achab? . . . Ego ero spiritus mendax in ore omnium prophetarum . . , Egredere et fac, decipies enim et praevalebis... Dedit Deus spiritum mendacii in ore omnium prophetarum. Ecce qualis Deus: si esset Deus veritatis constat quod non diceret : quis decipiet etc. 
 
Origini del testo

Questo prezioso frammento di letteratura teologica catara è stato ritrovato nell'archivio dell'Inquisizione di Carcassonne (Doat, XXXVI), e riportato da H.C. Lea, studioso ostile alla Fede dei Buoni Uomini, nella sua monumentale opera in tre volumi A History of Inquisition - non prevedendo di certo che sarebbe tornato utile agli eredi del movimento. È necessario contribuire alla massima diffusione di queste potenti argomentazioni, di cui saranno presto pubblicate anche traduzioni in varie lingue.

domenica 3 gennaio 2021


LO STRANO CASO DEL LIBRAIO DI CARTAGINE 
 
In un'opera di Agostino di Ippona, le Ritrattazioni (ossia Revisioni), Libro Secondo, si legge una notizia molto interessante. Quando mi imbattei per la prima volta in questa menzione leggendo l'opera di Jean Duvernoy, non mancai di stupirmene. Da allora mi sentii meno solo, certo che la Verità è e sarà sempre capace di manifestarsi in forme del tutto inattese anche nei contesti più orrendi. Riporto il brano: 
 
LVIII (LXXXV) - Contro un avversario della Legge e dei Profeti, due libri 
 
58. Nel frattempo avvenne che in una piazza di Cartagine posta in riva al mare si tenesse una pubblica lettura con larghissima affluenza di un pubblico molto attento e interessato. Ad interessare l'uditorio era il libro di un eretico, o seguace di Marcione o comunque annoverabile fra coloro il cui errore consiste nel ritenere che non sia stato Dio a creare il mondo e secondo i quali il Dio della Legge trasmessa per tramite di Mosè e dei Profeti che si rifanno a quella Legge non sarebbe il vero Dio, bensì un demone fra i più malvagi (141). Alcuni fratelli di intensa fede cristiana riuscirono a porvi sopra le mani e me lo inviarono senza indugio perché lo confutassi, rivolgendomi un pressante invito perché non dilazionassi la mia risposta. Ho articolato la mia confutazione in due libri ai quali ho premesso come titolo: Contro un avversario della Legge e dei Profeti. Il codice che mi era stato inviato non recava infatti il nome dell'autore. Quest'opera incomincia così: Col libro che mi avete inviato, o amatissimi fratelli.
 
Ecco anche l'incipit dell'opera a cui si fa riferimento, intitolato per l'appunto "Contro l'avversario della Legge e dei Profeti": 
 
Fratelli carissimi, per rispondere in modo breve, per quanto posso, al libro di non so quale eretico, che mi avete inviato, ho indicato in primo luogo quale errore venga in esso trattato. Secondo quanto avete scritto, il testo veniva letto sulla piazza del porto alla turba che accorreva con pericolosa curiosità e ascoltava con piacere. In verità i Manichei non sono gli unici che condannano la Legge e i Profeti, ci sono anche i Marcioniti e alcuni altri le cui sette non sono molto conosciute dal popolo cristiano. Questo individuo, il nome del quale da questo libro non sono riuscito a trovare, rigetta Dio come creatore del mondo, mentre i Manichei non accettano il libro della Genesi e lo bestemmiano, senza dubbio professano però che Dio ha creato il mondo buono, sebbene da una natura differente dalla propria e plasmando la materia. Per quanto, dunque, io non sia riuscito a scoprire di che setta sia questo individuo blasfemo, la Scrittura divina che egli attacca con le sue malevole discussioni deve esser difesa contro la sua lingua. Inoltre, poiché vuol apparire in ogni modo cristiano, giacché adduce alcune testimonianze del Vangelo e dell'Apostolo, dev'esser confutato ricorrendo anche alle Scritture che fanno parte del Nuovo Testamento, affinché si veda in modo ancora migliore che egli, nell'attaccare il Vecchio Testamento, delira più con sconsideratezza che con furbizia.”
 
Essendo il mondo in cui siamo costretti a vivere proprio la creazione del peggiore di tutti i Demoni, il più maligno in assoluto, ecco che le farneticazioni di Agostino d'Ippona ci sono arrivate integralmente, mentre l'opera pregevole venduta dal Libraio di Cartagine è andata perduta. Solo un'ombra sopravvive nelle testimonianze citate. Di certo doveva essere un capolavoro di logica e di precisione, contenente un tale tagliente insieme di Verità da avere il potere di dissipare l'ignoranza degli apologeti cattolici come il sole ha il potere di sciogliere la neve e la brina. La sparizione del volume è di per sé una prova dell'appartenenza delle nazioni al Creatore Malvagio: non si dà caso in cui la Verità attecchisca stabilmente tra le genti. Perché inoltre i cattolici avrebbero dovuto preoccuparsi del testo se non fossero stati essi stessi sommamente insicuri della propria fede falsa e contraddittoria? La pressante richiesta di confutazione fatta al loro campione Agostino prova la loro inquietudine. E se questo senso di turbamento è stato sempre soffocato dalla forza imperiale e dalla brutalità della Chiesa Romana, ecco che in questi tempi calamitosi io squarcio la foschia per far baluginare di nuovo la Verità affermata a Cartagine. Duole constatare che tanto tempo sia passato dalla fragile confutazione fatta da Agostino senza che si sia prodotta una risposta adeguata. Resta il fatto che alcune informazioni tramandate dall'Ipponense sono preziose per uno studio più approfondito. Egli parla di alcune sette non Manichee né Marcionite, e dichiara che sono poco conosciute nel mondo cristiano. A cosa allude esattamente? Forse non lo sapremo mai. Con ottimi argomenti, Duvernoy dubita che l'autore avesse a che fare con il Manicheismo e con il Marcionismo, ma va detto anche che non suggerisce alcuna soluzione alternativa. In effetti i Marcioniti avevano come solo testo sacro una versione abbreviata del Vangelo di Luca e non utilizzavano altri scritti del Nuovo Testamento. Il concetto di creazione esposto non si collega al Manicheismo e nemmeno allo Gnosticismo. Si noti che non si usa il termine Demiurgo né si parla di Eoni e articolate Ipostasi. Agostino aggiunge anche che l'autore del testo si definiva cristiano, e questo è molto interessante. Il modo di argomentare descritto è molto simile a quello dei Catari del Medioevo, che come mostrato ampiamente utilizzavano sia brani dell'Antico che del Nuovo Testamento per dar vita a confutazioni tanto efficaci che la maligna Chiesa di Roma non poté in alcun modo ribattere se non con il potere del ferro e del fuoco. In particolare la teologia del Libro di Cartagine è simile nel suo nucleo a quella dei Catari Assoluti. Un'altra cosa che notiamo leggendo Agostino è che la popolazione che ascoltava con piacere il libro era la maggioranza, mentre i cattolici che ne furono scandalizzati erano evidentemente un pugno di persone. Detto questo, stupisce non poco che un simile episodio, a parer mio tanto strano e significativo, sia stato così trascurato.

venerdì 1 gennaio 2021

LA CREZIONE DEL TEHOM E DEL TOHU-VA-BOHU

Questo è riportato nel Libro della Genesi (1, 1:4): 
 
"Creazione del cielo e della terra. - In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo gorno." 
 
Il termine "abisso" è la traduzione del vocabolo ebraico TEHOM, che è corradicale dell'accadico TIAMAT. Ora, nel passo biblico si omette di precisare che il Tehom, anteriore alla creazione del cielo e della terra, fu creato da Dio. Quindi secondo questa narrazione il Dio dell'Antico Testamento avrebbe tratto qualcosa da una realtà preesistente chiamata Abisso, a cui gli studiosi rabbinici attribuiscono il nome di TOHU VA-BOHU, indicante una condizione di disordine. Uno stato precosmico, anteriore all'instaurarsi delle stesse leggi di Natura. Se le cose stanno così, allora tale Dio è minore dell'Abisso detto Tehom e della condizione di Caos, perché nessuno può essere chiamato Principio Primo se ha bisogno di una precedente sostanza - comunque sia definita - per effettuare la propria Creazione. 
 
Dunque i teologi niceni che ammettono l'origine di tutte le cose in questo Dio, dovrebbero rispondere a una pressante domanda:  
 
"Chi ha creato l'Abisso? Chi ha creato il Caos?" 
 
E ancora: 
 
"Chi ha creato la tenebra da cui questo Dio avrebbe tratto la Luce?" 
 
Se infatti un simile Dio disse "Sia la luce!", significa che egli è minore della Tenebra, da cui avrebbe compiuto una simile opera. Può la Vera Luce essersi originata dalla Tenebra? No. Deve essere quindi evidente a tutti che l'intera impalcatura dell'Antico Testamento è fallace. Questo si deduce dalle parole del Libro chiamato Genesi, che il Dio di cui si parla in tali scritti non è affatto il Vero Dio, ma è il Malvagio Creatore che ha bisogno della Tenebra per plasmare il Nulla.

martedì 1 dicembre 2020


ALL'ONOREVOLE PIACCIONO LE DONNE
 
Titolo originale: Nonostante le apparenze... e purché la
      nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne  
Lingua originale: Italiano 
Altre lingue: Siciliano, mafiese
Paese di produzione: Italia, Francia
Anno: 1972
Durata: 109 min (versione integrale) 
     101 min (versione censurata)
Genere: commedia, erotico, grottesco
Regia: Lucio Fulci
Soggetto: Lucio Fulci, Sandro Continenza
Sceneggiatura: Lucio Fulci, Sandro Continenza, Ottavio 
    Jemma
Produttore: Edmondo Amati
Casa di produzione: New Film Production, Productions 
     Jacques Roitfeld
Distribuzione in italiano: Fida Distribuzione
Fotografia: Sergio D'Offizi
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Eugenio Ascani
Musiche: Fred Bongusto
Costumi: Luciana Marinucci
Trucco: Giannetto De Rossi
Interpreti e personaggi:
    Lando Buzzanca: Onorevole Giacinto Puppis
    Lionel Stander: Cardinale Maravidi
    Laura Antonelli: Suor Delicata*
    Renzo Palmer: Padre Lucion
    Corrado Gaipa: Don Gesualdo Pafundi
    Agostina Belli: Suor Brunhilde
    Anita Strindberg: Moglie dell'ambasciatore francese
    Feodor Chaliapin Jr.: Senatore Torsello
    Francis Blanche: Padre Schirer
    José Quaglio: Pietro Fornari
    Arturo Dominici: Sua eccellenza
    Eva Czemerys: Donna del sogno
    Armando Bandini: Bartolino, segretario di Maravidi
    Aldo Puglisi: Carmelino, autista e cameriere di Puppis
    Christian Aligny: Segretario di Puppis
    Claudio Nicastro: Baddoni, capitano di polizia
    Guglielmo Spoletini: Antonio Gazza
    Luigi Zerbinati: Il generale
    Quinto Parmeggiani: Capitano Leonardi
    Pupo De Luca: Poliziotto alle intercettazioni
    Giuseppe Fortis : Giornalista televisivo
    *Sister Hildegarde nella versione in inglese.
Doppiatori italiani:
    Corrado Gaipa: Cardinale Maravidi
    Melina Martello: Suor Delicata
    Elio Zamuto: Don Gesualdo Pafundi
    Solvejg D'Assunta: Suor Brunhilde
    Alberto Lionello: Senatore Torsello
    Oreste Lionello: Padre Schirer e Carmelino l'autista
    Renato Cortesi: Segretario di Puppis
    Manlio Busoni: Pietro Fornari
    Renato Turi: Baddoni, capitano di polizia
    Luigi Casellato: Il generale
    Roberto Bertea: Poliziotto all'intercettazioni
    Luigi Carrai : Giornalista televisivo
    Renzo Montagnani : Giornalista al montaggio
Location: Bagnaia (Roma), Santo Speco di Subiaco; alcune 
    chiese sconsacrate dell'Umbria 
Titolo originale del soggetto: Nel supremo interesse della 
    Nazione
Titolo di lavorazione: L'onorevole piace alle donne  
Titoli in altre lingue: 
    Inglese: The Eroticist
    Tedesco: Der lange Schwarze mit dem Silberblick
    Francese: Obsédé malgré lui
    Spagnolo (Spagna): A su excelencia le gustan las mujeres
    Spagnolo (Argentina): Al senador le gustan las mujeres
    Portoghese (Brasile): O Deputado Erótico  
    Finlandese: Senaattori eksyy erotiikkaan
    Lituano: Senatoriui patinka moterys
    Polacco: Lubieznik
    Greco: O entimotatos... agapa tis gynaikes! 
Box office: circa 1,4 miliardi di lire italiane 

Trama: 
A Palazzo Montecitorio si stanno svolgendo le elezioni del Presidente della Repubblica. I candidati favoriti sono il senatore Torsello e Giacinto Puppis, Presidente dei Consiglio. Accade un fatto increscioso. Puppis è inviato ad accogliere la Presidentessa della Repubblica dell'Uria, una bella milf mora, e durante la cerimonia, in preda a un raptus erotico, le mette una mano sulle natiche e le palpa avidamente. L'accaduto viene ripreso e il filmato finisce nelle mani di Padre Lucion, un lascivo fratacchione domenicano, amicissimo di Puppis. Per prima cosa Padre Lucion avvisa l'onorevole, dicendogli che qualcuno sta cercando di ricattarlo. Gli mostra le inequivocabili sequenze per fargli capire il pericolo. Sulle prime Puppis, che non ricorda di aver toccato le chiappe della Presidentessa dell'Uria, cerca di liquidare la pellicola come un fotomontaggio. A un certo punto, vedendo le immagini, si rende conto di essere stato proprio lui a compiere quell'atto di libidine. Ammette che un vulcano di sessualità sfrenata si è messo ad eruttare in lui dopo una gioventù da seminarista, vissuta nella repressione di ogni impulso. Il problema è che questa incandescente colata lavica sessuale rischia di guastare ogni suo rapporto con l'altro sesso. Padre Lucion gli consiglia allora di recarsi da un altro fratacchione domenicano, Padre Schirer, che è anche psichiatra. Poco dopo Puppis annuncia pubblicamente di andare in convento per un ritiro spirituale. Quando giunge al convento di Padre Schirer, il politico si trova in stato di alterazione alcolica e subito porta scompiglio. Durante un sonno convulso e cavernoso prima insidia il fratacchione, scambiandolo per una chubby, poi si scatena sulle suore, rompendo imeni e iniettando litri di sperma. Nell'Urbe le autorità sospettano l'onorevole, pensando che la sua assenza nasconda un complotto. Una telefonata con Padre Lucion viene intercettata dalla polizia ed equivocata: gli agenti credono che sia in atto un golpe. L'esercito e i servizi segreti vengono informati e indagano. Al vertice della piramide informativa si trovano i mafiosi e il potentissimo Cardinale Maravidi, uomo senza scrupoli che si libera degli oppositori "canonizzandoli", cioè trasformandoli in statue di cera. Puppis ritorna a Roma, affermando di essere guarito. Quando Padre Schirer scopre che le suore sono state rotte, cerca di raggiungere il libidinoso politico. Si reca alla sua villa, dove lo trova in mutande e si accorge che il Cardinale Maravidi bussa furiosamente alla porta. Preso dal terrore, il fratacchione ha un malore e viene portato nel cesso e messo nel vano della doccia. Ha un infarto e muore nel più laido dei modi, smerdandosi, mentre il porporato entra e si aggira nella casa, tuonando. Puppis, che non si accorge del decesso, va al Quirinale per la cerimonia della Festa della Repubblica. Qui seduce la moglie dell'ambasciatore francese, una splendida milf bionda: la porta dietro una siepe, la penetra e fa sgorgare in lei fiotti di liquido seminale, ingravidandola. Nel frattempo l'autista del deputato erotico trova il cadavere del fratacchione vicino alla tazza e viene rapito dai mafiosi. Puppis rientra a casa, dove è raggiunto da Suor Delicata, del convento del defunto Padre Schirer, l'unica ad essere rimasta vergine. La suora vuole essere frustata per espiare il suo desiderio. Il politico, vedendo giungere i mafiosi, la prende per mano e fugge con lei passando da una finestra. La coppia si rifugia in un albergo, abbandonandosi alla foga erotica. Dopo lunghe e selvagge copule, irrompe nella stanza il Cardinale Maravidi, che fa rapire la suora per "canonizzarla". Puppis cerca con ogni mezzo di opporsi all'ecclesiastico, annunciandogli il proprio ritiro dalla politica. Il porporato non si lascia intimidire e ricatta l'onorevole, mostrandogli una serie di "santi canonizzati", tra cui Carmelino e Padre Lucion. Invaso dal terrore, Puppis cede e acconsente a continuare la sua carriera. Il senatore Torsello ha un incidente aereo e muoro, così nulla ferma l'ascesa di Puppis, che viene eletto Presidente della Repubblica. In un bar la televisione trasmette il primo discorso ufficiale del Presidente. I gerente gira su un altro canale, dove il concorrente di un quiz ride in modo convulso. Nessun sembra essere consapevole di vivere una terribile pagina della storia del Paese.       

 
Recensione: 
Senz'altro questa è un'opera non banale, che merita un'analisi approfondita. Contiene un intero universo occulto, che faccio emergere con questo mio contributo. Purtroppo ben pochi sembrano avere capito i contenuti e la portata di questo singolare gioiello del cinema italiano degli anni '70. I giudizi della critica sono quasi tutti ingenerosi e scontati. Ad esempio Tullio Kezich ha scritto questo: "Ingiudicabile come prodotto artistico, All'onorevole piacciono le donne è un fenomeno interessante sotto il profilo sociologico". Fanno eccezione Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore, che hanno dato un giudizio eulogistico: 
 
"Etichettato in modo sbrigativo, il film è in realtà uno spaccato tagliente, un apologo crudele e spietato dei pochi splendori e delle tante miserie italiane: dal popolo alla chiesa, dalle forze dell'ordine alla classe politica. L'occhio cinico di Fulci, come suo costume, non risparmia niente e nessuno." 
 
Eppure non si tratta soltanto di satira politica, religiosa e sociale. Esiste anche un livello più profondo in questa pellicola, qualcosa di cui la critica finora non si è mai accorta. Fulci fa una consapevole e anacronistica propaganda contro quella che i teologi della Chiesa Cattolica hanno etichettato come "Eresia Catara". Sembra incredibile, ma analizzando punto per punto la trama lo si può dimostrare in modo scientifico. La cosa lascia interdetti. Non si riesce assolutamente a capire il motivo di tutto ciò. A chi intendeva rivolgersi il regista? Non è dato sapere. Qualcuno potrà pensare che la responsabilità sia anche degli sceneggiatori Continenza e Jemma. Mi sentirei di escluderlo. Anche se l'idea del film venne a Jemma, queste bizzarrie si devono certamente all'estro di Fulci. L'embrione del progetto infatti era molto diverso dal prodotto finito. Secondo lo stesso Fulci, alla sceneggiatura avrebbe collaborato anche Luciano Cirri, giornalista di destra. Questa informazione è però contraddetta da Jemma, che riduce il ruolo di Cirri a qualche suggerimento richiesto dal regista. Tutto molto confuso. In ogni caso, anche se il mio sentire non è certo quello di Fulci, ritengo che la sua trattazione di certi temi sia di qualche utilità.      
 
 
Un domenicano dissoluto  
 
Padre Lucion rappresenta l'Ordine dei Domenicani ed esprime senza mezzi termini una teologia fondata sull'esaltazione della corporeità, concepita come un consapevole strumento di lotta antiereticale. Come se si fosse in pieno XIII secolo. Egli ha il preciso compito di distogliere Puppis dalla negazione della carne e dei suoi bisogni, a cui è stato educato col massimo rigore, e di allontanarlo dalle opinioni dei Patarini (rappresentate dal Cardinale Maravidi). Il fratacchione compare nei sogni dell'Onorevole Puppis, incarnando addirittura il Serpente dell'Eden. Nella grottesca raffigurazione onirica, il rettile è avvolto con le spire intorno al tronco di un improbabile albero tropicale, e ha proprio la testa di Padre Lucion. Il suo ghigno è tremendo. Il mito che Fulci mette in scena non è tratto dalla narrazione di Genesi, ma da quella della Cena Segreta (Interrogatio Iohannis), in cui il Serpente viene formato dalla bava dell'Artefice Malvagio che ha intrappolato le anime nel corpo di Adamo e di Eva. Il Serpente-Domenicano istiga Puppis a mangiare il Frutto Proibito, che ha la forma delle chiappe femminili, e ad abbandonarsi alla libidine più sfrenata... Che altro dire? Ci riesce egregiamente!  


Le idee catare di uno strano cardinale 
 
Il Cardinale Maravidi è il padre spirituale dell'Onorevole Puppis, colui che lo ha cresciuto in uno stato di segregazione e di disprezzo nei confronti del genere femminile. Nel suo nichilismo, egli è anche il Puparo di Cosa Nostra, setta che appare come un puro e semplice fantoccio nelle sue mani. Si capisce subito che questo ecclesiastico in qualche modo rappresenta qualcosa di totalmente estraneo alla Chiesa Romana. Fulci ha fatto di lui il rappresentante della Fede dei Patarini, mostrata in modo a dir poco sinistro. Il porporato, siciliano doc, mostra un'avversione viscerale verso il sesso in ogni sua forma, cosa che non ci si aspetta da un figlio della Trinacria. Arriva persino a redarguire il boss mafioso per una battuta sul "màsculu sicilianu", la cui menzione lo infastidisce enormemente. Quando mai si è vista una cosa simile? In Sicilia esiste un'etichetta che impone ad ogni uomo di mostrarsi fremente per la "fimmina". Il porporato non solo ha fatto di tutto per crescere Puppis come asessuale, insegnandogli che il sesso è opera del Demonio, ma è arrivato persino ad attribuirgli come cameriere e autista quello che in siciliano è chiamato "aricchiuni" o "arrusu". Quando il Cardinale Maravidi fa sopprimere il domenicano Padre Lucion, lo "canonizza" trasformandolo proprio in una statua di cera di Domenico di Guzman. Ecco le sue parole, mentre mostra a Puppis il macabro feticcio: "Forse preferisci questo santo. Questo qui, vedi, è Santo Domenico di Guzman. Fu il grande fondatore dell'Ordine dei Domanicani. Grandissimo avversario dell'Eresia fu." Si capisce che è sarcasmo, di un ferocia subliminale e a dir poco inquietante. Non soltanto: l'irruzione del Cardinale Maravidi nel luogo del convegno d'amore tra Puppis e Suor Delicata si traduce in una sfuriata tremenda. Il fatto che l'onerevole chiami la sua amante "Satanuccia" provoca nel porporato un travaso di bile. Tutto ciò non è liquidabile come pura e semplice "sessuofobia cattolica". Il Cardinale Maravidi insegna attivamente ad odiare le donne (questa è l'accusa rivoltagli dal figlio spirituale Giacintuzzu), per via del loro potere sessuale e procreativo. La scena mi ha fatto venire in mente il mito narrato nella Cena Segreta, in cui Lucibello seduce gli Spiriti mostrando loro una donna bellissima e dà origine alla Caduta. Si converrà che non si inventano riferimenti simili così a caso, senza un preciso motivo. Quello che l'ecclesiastico non sa è che il proprio segretario, Bartolino, ha i cassetti pieni zeppi di riviste pornografiche e che conserva le mutandine di una francesina, amante occasionale di Puppis. Le annusa con avidità, inalando l'odore dello sticchiu.     


Il Potere di Garibaldi

Vediamo che il boss mafioso don Gesualdo Pafundi ha come emblema del potere un bizzarro bastone il cui pomolo ha le sembianze della testa di Garibaldi. Tempo fa La Repubblica diffuse i testi di un rituale 'ndranghetista, in cui gli affiliati giuravano in nome di Garibaldi, Mazzini e Lamarmora. Ovviamente il giornalista era esterrefatto e non comprendeva il ricorrere i nomi di queste personalità, che qualcuno ingenuamente considera all'origine della libertà dei cittadini in uno stato di democrazia. Eppure non sembrano esserci dubbi: da questi elementi si capisce che gli stessi Garibaldi, Mazzini e Lamarmora sono stati anche i fondatori delle associazioni mafiose, coloro che hanno fornito la sostanza esoterica ai precedenti sodalizi criminali, traendola dai misteri massonici. Forse si può capire qualcosa di più considerando la leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, il mito fondativo di cui tra gli altri ha parlato anche Roberto Saviano: sarebbe una codifica in chiave simbolica di un importante evento del Risorgimento occulto, destinato però a restare inconoscibile e a sfuggire all'analisi degli storici. Fulci doveva sapere bene tutte queste cose e voleva in qualche modo comunicarle allo spettatore, o non avrebbe nemmeno mostrato il bastone con l'effigie di Garibaldi. È come se il regista dicesse: "Guardate che la storia che insegnano a scuola è soltanto la punta dell'iceberg in un mare oscuro, lutulento e impenetrabile"
 
Il gergo mafiese 
 
Nel corso di una riunione Don Gesualdo parla ai suoi uomini in un linguaggio quasi impenetrabile, che ha come base il siciliano. Il regista ha fatto ricorso ai sottotitoli per assicurarne la comprensione al pubblico. Si tratta del mafiese. Alcuni suoi termini sono ormai noti a tutti ed entrati nell'uso comune: basti pensare a cupola "commissione suprema", lupara bianca "omicidio con sparizione di cadavere", quaquaraquà "persona insignificante", etc. Il mafiese si è sviluppato a partire dal baccàgghiu, il gergo della vecchia mafia rurale. Le origini del baccàgghiu sono complesse. Vi si trovano alcuni interessanti anglismi: biffa "membro virile", dall'inglese beef "carne bovina"; alluccari "esaminare qualcosa", dall'inglese to look "guardare"; bisinissi "affare", dall'inglese business. Sono presenti anche arabismi (es. bàitu "furto domestico", dall'arabo bayt "casa"), grecismi (es. antrinu "capo mafioso", la cui radice compare anche in Calabria come 'ndrina "cosca malavitosa") e persino lombardismi. La stessa radice di baccàgghiu si ritrova in una parola del gergo della mala milanese: bacaià "dire". 

 
Etimologia del cognome Puppis 
 
Il cognome dell'Onorevole è chiaramente un nomen omen. In latino puppis significa "parte posteriore della nave" e in senso lato anche "posteriore di una persona, chiappe". In latino volgare la parola è diventata *puppa, cambiando declinazione, ed è passata a indicare il seno della donna, donde l'italiano poppa. Sicuramente Fulci era un fine filologo e non ha tirato a caso: aveva in mente il significato originale! In origine il personaggio doveva chiamarsi in modo più anodino Santo Schinnasi. All'inizio della produzione, il soggetto del film era abbastanza castigato: solo in seguito ha acquisito un carattere nettamente erotico. A questo punto sono entrate in scena le chiappe! Il cognome Puppis esiste realmente e si trova principalmente in Friuli e in Veneto, con poche attestazioni sporadiche in Lombardia. A quanto risulta dal sito Gens Labo (www.gens.info), non si trova invece in Sicilia né in altre regioni del Mezzogiorno. 
 
Etimologia del cognome Maravidi 
 
Il cognome del cardinale "canonizzatore" è di origine spagnola. Deriva dal nome di una moneta che a lungo ebbe corso nella penisola iberica: il maravedí. Il nome di questa moneta è di origine araba e deriva da quello della dinastia degli Almoravidi. In basco si è avuta un'interessante contrazione: si ha infatti marai "maravedí". A quanto risulta dal sito Gens Labo (www.gens.info), il cognome Maravidi sarebbe inesistente in Italia. Non ho trovato traccia nemmeno di possibili varianti come Maravedi, Maravedino, etc. Potrebbe esistere realmente e non essere documentato dal sito in questione (a volte accade), oppure essere esistito un tempo essendo però ora estinto. Alcuni siti Web riportano erroneamente il cognome del porporato come Maravigli
 
Produzione e cast 
 
Quando fu scelto per il ruolo di Puppis, Lando Buzzanca si trovava all'apogeo nel cielo della commedia sexy all'italiana, che mostrava un profluvio di corpi nudi a un'italica gioventù duramente oppressa dal regime della Democrazia Cristiana, che ancora diffondeva il mito della vagina dentata e della cecità causata dalla masturbazione. L'attore siciliano ebbe sempre buoni rapporti con Fulci. Impressionante era la sua somiglianza con l'allora Presidente del Consiglio Emilio Colombo (previo opportuno trucco), fatto che a detta del regista era un puro e semplice caso.  
 
Laura Antonelli, di cui ho sempre apprezzato la bellezza e la morbosità, non ebbe facili rapporti con Fulci. Per qualche sua bizzarra determinazione, l'attrice rifiutava di girare qualsiasi scena di nudo. Per questa ragione i due litigarono in modo furioso, non rivolgendosi la parola durante le riprese.   
 
A interpretare il Cardinale Maravidi avrebbe dovuto essere Vittorio Gassman, che rifiutò (a parer mio non sarebbe comunque stato adatto). Fu così che subentrò Lionel Stander, nato nel Bronx nel 1908 e figlio di immigrati russi di origine ebraica. La sua mimica e la sua espressività gli hanno permesso di impersonare in modo magistrale il sinistro porporato.

Censura 
 
Questa pellicola fu subito nell'occhio del ciclone. Fulci e Amati, recatisi alla Terza Commissione di censura, scoprirono che nella sala di proiezione non c'era anima viva. La pellicola era stata proiettata in gran segreto al Viminale davanti ai vertici della dirigenza democristiana. Gli alti papaveri della DC furono presi dal terrore e capirono la natura portentosa di quanto videro: le sequenze erano un segno che annunciava la loro fine e quella del loro mondo. Respinto dalla censura, il film fu sequestrato per oscenità. Quando fu riesaminato, furono imposti molti tagli, per un totale di 800 metri.      
 
Come lo stesso Fulci ricorda, ad essere espunte non sono state le sequenze erotiche, bensì quelle in cui erano attaccate e satirizzate le istituzioni politiche e religiose. In particolare, mancherebbero all'appello cinque sequenze: 
 
1) Il commissario Nardone e il generale Leopardi che si trovano nello stesso luogo per arrestare il cineoperatore ricattatore, giungendo però troppo tardi perché è già stato rapito dai mafiosi per essere soppresso;
2) I poliziotti che arrestano per errore i carabinieri, giunti sullo stesso luogo per lo stesso motivo, originando una serie di situazioni oltremodo grottesche; 
3) Il capo della Polizia che, parlando con un generale dei Carabinieri, afferna di aver fatto trasferire nella desolata Filicudi i responsabili dell'incidente summenzionato;
4) Il cineoperatore interrogato dai mafiosi nella fabbrica di statue di cera;
5)  Il commissario Nardone che interroga in modo brutale l'autista di Puppis, l'effeminato Carmelino, arrivando a minacciarlo di defenestrazione, per poi stracciare e cestinare i verbali quando questi gli rivela i rapporti tra il cardinale Maravidi e il boss mafioso don Gesualdo; i poliziotti testimoni della scena sono cacciati via in malo modo assieme all'autista torchiato.

Secondo il parere di Antonella Fulci, figlia del regista, sarebbero state epurate anche alcune sequenze in cui comparivano veri uomini politici dell'epoca, ripresi nel corso della parata della Festa della Repubblica.  
 
 
Altre recensioni e reazioni nel Web

Il sito Il Davinotti etichetta il film fulciano come "scadente e ripetitivo". Questo per l'incapacità di guardare sotto la superficiale patina delle apparenze. 
 

Riporto in questa sede alcuni interventi. 
 
Deepred89 ha scritto:

"Film curioso, ma piuttosto mediocre. Non mancano alcune idee geniali e punte di cinismo piuttosto insolite, ma il ritmo è decisamente discontinuo e la storia è a tratti confusa (forse anche a causa degli interventi della censura dell'epoca); inoltre manca l'equilibrio tra comicità pecoreccia e commedia politicamente scorretta. Ottimo il cast: memorabile Buzzanca (ottimamente truccato da Giannetto De Rossi) nel ruolo dell'onorevole Puppis, bravissimo Stander nei panni del cardinale. Buone le musiche di Fred Bongusto." 

Puppigallo (il cui nick sembra derivare da Puppis) non ha apprezzato e ha scritto:

"Super boiata, che ha però un merito: anticipa ciò a cui stiamo assistendo proprio ora, ovvero a una passerella di politici repressi, che vanno a trans, a mignotte, a "massaggiatrici". Qui invece, il buon Buzzanca, sempre in parte, ha la fissa dei sederi e la sua mano morta non perdona. Anche i religiosi, nessuno escluso, non ne escono certo bene, perdonando agli altri, ma soprattutto a se stessi, qualunque peccato (la segretaria statuizzata). Da salvare c'è però ben poco, a parte l'interpretazione di Buzzanca (esce dall'ascensore con ancora la mano in posizione di tocco) e qualche macchietta.
MEMORABILE: Un'idea per eliminare un politico scomodo: "Ripeschiamo quello scandalo delle sovvenzioni ai bambini spastici seviziati"."
 

Il Gobbo, mitico, ha scritto:

"Film capitale, che rivisto ora in una finalmente bella copia dvd non ha perduto un'oncia della sua carica a momenti addirittura eversiva per l'esplicitezza delle accuse. Ma c'è Buzzanca, ci sono i culi, c'è il pecoreccio, e quindi nessuno capì (tranne i maggiorenti democristiani che ebbero una non del tutto lecita anteprima e fecero sforbiciare). I blandi coprolalici in cerca di patenti di martire avrebbero da imparare sulla satira. Buzzanca enorme e Fulci grandissimo, che inventa incubi felliniani e palpate con atmosfere thrilling."