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sabato 16 ottobre 2021

LE VERE CAUSE DELLA SCOMPARSA DELLA DECLINAZIONE LATINA

Nel pestilenziale ed afflittivo social network Quora, ci sono utenti che si domandano con insistenza come mai la lingua italiana non abbia le declinazioni, pur derivando dal latino. 


Joseph G. Mitterer ha dato questa risposta: 

"Ci sono varie spiegazioni. Generalmente si può dire che in tutte le lingue indoeuropee c'è la tendenza di "semplificare" la morfologia nominale. Sono pochissime le lingue che hanno conservato tutti gli otto casi del proto-indoeuropeo. Il processo di cui parliamo non è, dunque, un fenomeno propriamente romanzo o italiano, ma era già cominciato nel latino (in latino ne sono un documento le molte funzioni dell'ablativo e i resti ancora presenti del locativo) e si osserva anche oggi in altre lingue, come ad esempio nel tedesco il cui genitivo è in via d'estinzione."
 
E ancora: 
 
"Se però parliamo delle ragioni, un motivo fondamentale era lo sviluppo fonologico del latino. Nel latino classico le forme rosa, rosam, rosā erano pronunciate in modo diverso. Poi però le quantità vocaliche sono scomparse, appunto come la -m finale, cosicché le parole succitate si sono tutte frammischiate in un'unica forma rosa. Per ristabilire le informazioni grammaticali che erano andate perse così si è serviti di preposizioni e di una sintassi più regolata."

Una volta identificato in modo sicuro il processo di confusione delle terminazioni, si dovrebbe insistere sulle sue cause fisiche e sulla sua immensa portata. Invece Mitterer enuncia una teoria a mio avviso bizzarra, che inverte il nesso causa-effetto. Non riesco bene a comprendere se il motivo di questa interpretazione dei fatti sia di natura ideologica oppure se debba la sua formazione a un semplice fraintendimento. Così prosegue: 
 
"Tipicamente le spiegazioni finiscono qui. Conviene però aggiungere che ci sono anche altri motivi per questo sviluppo e che, forse, i mutamenti fonologici non erano la ragione ma (forse!) una conseguenza di altri sviluppi. Infatti, come ho detto inizialmente, c'è una tendenza di "semplificazione" nelle lingue indoeuropee. Questa "semplificazione" non si manifesta soltanto nella morfologia nominale, bensì in tanti altri campi della lingua. Per essere più precisi, il fenomeno di cui stiamo parlando non è veramente una "semplificazione", ma una tendenza verso strutture analitiche, cioè una tendenza di dividere parole nelle sue singole funzioni. Ecco cosa avviene se invece di dire uscire si dice andare fuori, se invece di scripsi si dice ho scritto, se invece di altior diciamo più alto ecc. Le ragioni di questo sviluppi hanno, probabilmente, a che fare con la psicologia dei parlanti e con la tendenza di voler fare trasparenti le funzioni degli elementi linguistici, e anche di esprimere tali funzioni con concetti nozionali, "concreti", invece di usare soltanto morfemi grammaticali ormai completamente opachi."

Queste sono le conclusioni a cui giunge: 
 
"Credo che questo aspetto sia ancora sottovalutato nella linguistica, e soprattutto lo sono le possibili conseguenze, come appunto la perdita di distinzioni fonematiche dovuta ai suddetti processi (e non viceversa)."
 
Sono convinto, pace Mitterer, della natura puramente fisica del fenomeno. I suoni emessi da gole umane giungono deboli alle orecchie di chi li ascolta. In particolare, giunge debole la parte finale di ogni pacchetto sonoro trasmesso al cervello dai nervi acustici. Per questo motivo, le code delle parole diventano naturalmente deboli col passar del tempo, finendo per scomparire completamente. Il processo è attestato già nella lingua dei Sumeri, in cui le consonanti finali diventavano mute e nuove consonanti finali si producevano dall'indebolimento di vocali - un po' come è successo in francese: 
 
bid "ano" è diventato bi
dili "singolo, unico" è diventato dil;
dug "parlare", "discorso" è diventato du;
gig "malattia" è diventato gi;
gud "bue", "toro" è diventato gu;
gun "terra", "regione" è diventato gu;
ḫada "secco", "bianco" è diventato ḫad;
itud "luna", "mese" è diventato itu e poi it;
lul "mentitore", "menzogna" è diventato lu;
nad "letto, giaciglio" è diventato na;
pab, pap "padre", "fratello" è diventato pa
siki "capelli" è diventato sig;
taka "toccare" è diventato tak, tag e poi ta
tila "vita" è diventato til e poi ti;
tumu "portare" è diventato tum;
tumu "vento", "punto cardinale" è diventato tum e poi tu;
 
Queste evoluzioni della pronuncia sono documentate dalla scrittura di quel popolo glorioso, senza possibilità di dubbio, nel corso dei secoli. Un simile processo ha dato origine a un gran numero di ambiguità e di equivoci: solo per fare un esempio, a un certo punto lul "mentitore", "menzogna" si pronunciava lu, proprio come lu "uomo". Sono convinto che ciò abbia posto le basi per il declino del sumerico come lingua parlata; come lingua scritta (rituale e scientifica) si è conservato molto più a lungo grazie all'ingegno degli scribi. 

I parlanti non si rendono conto di questo processo ineluttabile di degradazione dei fonemi, non lo comprendono perché credono eterno l'istante. Proiettano il presente all'infinito nel passato e nel futuro. Nella loro stoltezza presentacea, credono che le cose siano immutabili. Una simile usura fonetica delle code delle parole porta alla perdita delle capacità di contrasto tra forme diverse, che finiscono così col collassare. Cosa accade se dalla capacità di distinguere alcuni suoni finali di parola dipende la grammatica stessa della lingua? Semplice: accade che vengono a collassare declinazioni e coniugazioni. I paradigmi perdono la loro efficacia, alimentando una grande confusione. Per ovviare a questo problema, la lingua giocoforza si riorganizza, tenta di costruire nuovi schemi che siano funzionanti, in grado di permettere la comprensione tra i parlanti. Quando un paradigma grammaticale si indebolisce e muore, un altro sorge per rimpiazzarlo. 
 
Pestilenziali utenti di Facebook  

Su Facebook, in un gruppo sulle lingue locali e minoritarie dell'Italia, è esploso un flame a causa di M., una professoressa del liceo la cui cultura era autoreferenziale. Costei aveva appreso l'ABC del mondo e credeva fermamente che al di fuori di queste nozioncine non potesse esistere alcunché. Non considerava le declinazioni del latino una realtà di una lingua che secoli fa viveva ed era soggetta ai mutamenti: per lei erano invece schemi ieratici ed assoluti, incisi sulle tavole di pietra di una cabala in cui la lingua scritta doveva per decreto divino precedere quella parlata. Non capiva come i Romani avrebbero potuto esprimere la differenza tra il soggetto e il complemento oggetto se le desinenze della declinazione non avessero avuto proprio la pronuncia insegnata a scuola, che impone di distinguere -um da -u. Solo per fare un esempio, ignorava che già sussisteva nella lingua classica l'impossibilità di operare la distinzione tra il soggetto e il complemento oggetto in parole di genere neutro! Non capiva che i suoi paradigmi a un certo punto sono andati a farsi fottere, o l'italiano avrebbe le parole con fortissime -m finali! Forse non sapeva neppure che le lingue romanze derivano dal latino volgare. Possibile che ci sia ancora chi crede che in latino si pronunciassero delle -m finali possenti come muggiti di bovini?! Il concetto espresso da M. era questo: se qualcosa non rientra nel programma scolastico delle superiori, significa che non esiste. Filologia romanza? Un libro chiuso. Epigrafia latina? Un libro chiuso. Grammatici antichi? Un libro chiuso. Se si dovesse ragionare così con la fisica, Rovelli sarebbe considerato un perditempo. Non mi stancherò mai di stigmatizzare le mostruosità prodotte dal sistema scolastico italiano. Potrei parlare delle iscrizioni di Pompei, delle occorrenze di parole senza -m attestate già in epoca antica, di Augusto che diceva "da mi aqua calda". Piaccia o no, le cose stanno così. Il defunto professor C. si era spinto al punto da affermare che la -m finale i Romani non la pronunciavano. Bisognerebbe comprendere bene di quale epoca stiamo parlando. In ogni caso, sembra proprio che sia stato un suono assai debole fin dal principio e che si sia perso presto. Non sono mancati tentativi di restaurazione dotta. Dioscoride trascriveva la -m finale, avendola con ogni probabilità sentita pronunciare pienamente da qualcuno, ma doveva trattarsi della lingua aulica, molto artificiosa e distante da quella del volgo. A che servirebbe andare avanti? Facebook è una colossale perdita di tempo.

La lingua d'oc e la lingua d'oïl 
 
Uno schema ridotto, derivato dalla II declinazione del latino, ha continuato a vivere per secoli nelle lingue romanze parlate nel territorio un tempo conosciuto come Gallia Transalpina. Eccolo: 
 
Singolare
Nominativo: -s < *-us 
Obliquo (accusativo): - < *-u(m)
 
Plurale
Nominativo: - < *-ī
Obliquo (accusativo): -s < *-ōs 
 
Riporto un esempio dalla lingua d'oc (antico provenzale).  
Questa è la declinazione di cavals "cavallo", che deriva direttamente dal latino caballus "cavallo da fatica", "cavallo da tiro" (che nella lingua volgare ha sostituito equus "cavallo").
 
Singolare 
Nominativo: lo cavals 
   < ille caballus 
Obliquo: lo caval 
   < illu(m) caballu(m)
 
Plurale  
Nominativo: li caval 
   < illī caballī 
Obliquo: los cavals 
  < illōs caballōs 

Riporto un esempio dalla lingua d'oïl (antico francese). La pronuncia non è quella del francese moderno: le sibilanti finali -s si pronunciavano. Questa è la declinazione di veisins "vicino", che deriva direttamente dal latino vīcīnus (aggettivo sostantivato). 
 
Singolare  
Nominativo: li veisins 
   < ille vīcīnus
Obliquo: le veisin 
   < illu(m) vīcīnu(m)  

Plurale
Nominativo: li veisin 
   < illī vīcīnī 
Obliquo: les veisins
   < illōs vīcīnōs

Come potete vedere, in Francia, Provenza e Linguadoca esisteva ancora in pieno Medioevo uno schema di declinazione ben funzionante, per quanto ridotto rispetto a quello del latino classico. In francese, discendente della lingua d'oïl, la declinazione ha cominciato a non funzionare più quando le sibilanti finali -s si sono indebolite e sono cadute, a partire dalla metà del XIV secolo. Nella lingua moderna, nella maggior parte dei casi è prevalsa la forma obliqua, anche se ci sono numerose eccezioni. 
 
Il caso della Dacia 
 
Il latino volgare della Dacia, ossia l'antenato del rumeno, aveva indebolito le consonanti finali di parola, fino a perdere non soltanto -m, ma anche -s, com'è avvenuto in Italia. Nonostante ciò, l'agglutinazione dell'articolo derivato da un pronome dimostrativo, ha permesso alla declinazione di conservarsi. 
 
Per analogia con il dativo singolare cūi del pronome relativo, si sono formati i dativi *ūnūi e *illūi, da cui in rumeno si sono avuti unui (articolo indeterminativo) "a un", "di un" e il suffisso -lui (articolo determinativo) "al", "del". I genitivi plurali maschili/neutri ūnōrum e illōrum hanno dato origine a unor (articolo inteterminativo) "ad alcuni", "di alcuni" e al suffisso -lor (articolo determinativo) "ai", "dei". In altre parole, si può dire che si è costruita una nuova declinazione dalla destrutturazione di quella antica. 

Singolare
om < homō 

Nominativo/accusativo: 
   indeterminato: un om "un uomo" 
   determinato: omul "l'uomo"
     < homō ille

Genitivo/dativo
  indeterminato: unui om "di un uomo"/"a un uomo"
  determinato: omului "dell'uomo"

Vocativo: omule "o uomo"

Plurale 
oameni < hominēs

Nominativo/accusativo 
  indeterminato: nişte oameni "alcuni uomini"
  determinato: oamenii "gli uomini"
     < hominēs illī

Genitivo/dativo
  indeterminato: unor oameni "di alcuni uomini"/"ad alcuni
       uomini"
  determinato: oamenilor "degli uomini" 
    < hominum illōrum 

Vocativo: oamenilor "o uomini" 
 
Come si può vedere, si è conservato qualcosa dell'antico paradigma latino, ma è altrettanto vero che molto è stato rifatto.

La decadenza del genitivo in tedesco 

Nel tedesco odierno il genitivo è in forte decadenza, essendo sempre più spesso sostituito dalla preposizione von con il dativo. Eppure, ancora nella prima metà del XX secolo, il genitivo era in uso abbastanza rigoglioso. Ecco alcune testimonianze di questo declino, che pare inarrestabile.


"Il caso genitivo è il quarto, ultimo e meno utilizzato caso tedesco. È quasi completamente sostituito dal caso dativo nel parlato e nella scrittura di tutti i giorni." 
 
"Quindi, quello che devi sapere è che non devi imparare il caso genitivo: puoi gestire benissimo le situazioni quotidiane anche senza di esso."
 
"Il caso genitivo in tedesco è uno strano fenomeno al giorno d'oggi. Attualmente è in fase di cancellazione dalla lingua... ma nel frattempo a volte viene ancora utilizzato." 
 
"Il suo strano status di moribondo significa che il genitivo è usato raramente nel tedesco comune e quotidiano; ma è ancora appeso con le unghie nel mondo accademico e in altri registri formali." 

"A meno che tu non sia a un certo punto nei tuoi studi sul tedesco, in cui non riesci a pensare a un’altra benedetta cosa su cui lavorare oltre al caso genitivo, in realtà per ora consiglierei di continuare a ignorarlo."

"A seconda dei tuoi studi o del tuo lavoro, potresti non aver mai bisogno di usare effettivamente il genitivo stesso (a parte forse alcune frasi facili da memorizzare)."

"Ma se scegli di imparare il caso genitivo, probabilmente capirai meglio le notizie, i documenti legali e la letteratura... e c'è qualcosa (di utile) in questo!"

Questo è un caso molto singolare in cui si è sviluppato un processo di autolisi grammaticale non necessaria, avente come risultato la distruzione della lingua e dell'identità. Il genitivo funzionava benissimo, non c'era alcun indebolimento fonetico delle terminazioni caratteristiche. A mio avviso le motivazioni del disastro sono innanzitutto politiche e ideologiche: tutto ciò è stato innescato dall'autorazzismo!

Latino e lituano: un rapido confronto
 
L'usura delle code delle parole non colpisce tutte le lingue con la stessa velocità. Per questo il lituano ha conservato molto bene la declinazione ereditata dall'indoeuropeo, mentre il latino volgare l'ha consumata fino alla scomparsa completa. Riportiamo alcuni esempi significativi per illustrare meglio il concetto. 
Questa è la declinazione del sostantivo výras "uomo" in lituano, derivato dalla stessa radice indoeuropea che ha dato il latino vir "uomo": 
 
Singolare 
 
nominativo: výras
genitivo: výro 
dativo: výrui 
accusativo: výrą 
strumentale: výru 
locativo: výre 
vocativo: výre 

Plurale 

nominativo: výrai 
genitivo: výrų 
dativo: výrams
accusativo: výrus
strumentale: výrais
locativo: výruose
vocativo: výrai 

Questa è la declinazione del corrispondente vocabolo nel latino classico: 

Singolare 

nominativo: vir
genitivo: virī
dativo: virō
accusativo: virum 
vocativo: vir
ablativo: virō

Plurale

nominativo: virī
genitivo: virōrum, virum
dativo: virīs 
accusativo: virōs 
vocativo: virī
ablativo: virīs 
 
Senza entrare troppo nei dettagli, si riescono ancora oggi a individuare le forme simili, derivate da un identico prototipo indoeuropeo (IE).  
 
Dat. sing. virō = Dat. sing. výrui 
   < IE: -ōi
 
Acc. sing. virum = Acc. sing. výrą 
   < IE: -om
 
Voc. sing. vir = Voc. sing. výre 
  < IE: -e
Nota: 
In latino la terminazione -e è scomparsa nei nomi in -r della II declinazione, ma è presente in quelli che conservano -us al nominativo. 

Abl. sing. virō = Strum. sing. výru 
   < IE: -ōd 
 
Nom./voc. pl. virī =  Nom./voc. pl. výrai 
   < IE: -oi  

Gen. pl. virum = Gen. pl. výrų 
  < IE: -ōm
Note: questo genitivo latino continua la forma più antica, poi sostituita da virōrum < *wirōzōm

Acc. pl. virōs = Acc. pl. výrus
   < IE: -ons 

Dat./abl. pl. virīs = Strum. pl. výrais
   < IE: -ois 
 
Come spiegare queste discrepanze? Le genti baltiche sono rimaste in una condizione di grande isolamento dal mondo esterno in cambiamento tumultuoso. Giusto per fare un esempio, hanno adottato il Cristianesimo molto tardi, soltanto verso la fine del XIV secolo. Non ne sono ancora del tutto sicuro, ma credo che i sistemi grammaticali più complessi abbiano la tendenza a trovarsi tra i popoli più isolati. La questione merita di certo ulteriori approfondimenti. Sarò lieto di trattare molti altri casi di semplificazione, scomparsa e ristrutturazione della declinazione in numerose lingue di cui ho qualche rudimento.  

domenica 28 marzo 2021

 
IL SONNO NERO DEL DOTTOR SATANA 
 
Titolo originale: The Black Sleep 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 82 min
Dati tecnici: B/N
Genere: Orrore, fantascienza
Regia: Reginald Le Borg
Soggetto: Gerald Drayson Adams (storia)
Sceneggiatura: John C. Higgins  
Produttore: Howard W. Koch 
Produttore esecutivo: Aubrey Schenck
Fotografia: Gordon Avil
Montaggio: John F. Schreyer
Musiche: Les Baxter 
Interpreti e personaggi:
    Basil Rathbone: Sir Joel Cadman
    Akim Tamiroff: Odo, lo zingaro
    Herbert Rudley: Dottor Gordon Ramsey
    Lon Chaney Jr.: Mungo
    John Carradine: Borg, l'uomo che si crede Boemondo
    Bela Lugosi: Casimiro (Casimir) 
    Patricia Blair: Laura Munroe
    Phyllis Stanley: Daphnae
    Tor Johnson: Curry
    Sally Yarnell: Mostro femmina
    George Sawaya: Marinaio
    Claire Carleton: Carmoda Daily
    Peter Gordon: Sergente Steele
    John Sheffield: Detective Redford
    Clive Morgan: Agente Blevins
    Louanna Gardner: Angelina Cadman
    Aubrey Schenck: Aiutante coroner della prigione
Doppiatori italiani:
    Emilio Cigoli: Sir Joel Cadman
    Luigi Pavese: Odo, lo zingaro
    Gualtiero De Angelis: Dottor Gordon Ramsey
    Renato Turi: Borg, l'uomo che si crede Boemondo
    Rita Savagnone: Laura Munroe
    Wanda Tettoni: Daphnae
    Renata Marini: Carmoda Daily
    Manlio Busoni: Sergente Steele 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Die Schreckenskammer des Dr. Thosti 
    Francese: Les monstres se révoltent 
    Spagnolo (Spagna): El sueño negro
    Spagnolo (Messico): Sueño negro 
    Portoghese: A Torre dos Monstros 
    Rumeno: Somnul negru 
    Russo: Черное бездействие 
    Greco: Η κατάρα της Ανατολής 
    Greco (traslitterato): I katara tis Anatolis 
    Turco: Kâbuslar Şatosu
    Arabo: النوم الأسود

Trama: 
Inghilterra vittoriana, Anno del Signore 1872. Il giovane dottor Gordon Angus Ramsey è in cella per un omicidio che non ha commesso. La notte prima dell'impiccagione riceve l'inattesa visita dell'anziano dottor Sir Joel Cadman, che è un chirurgo eminente. La conversazione è sorprendente. Il luminare offre al prigioniero un'opportunità insperata per sfuggire al suo destino: gli somministra una pozione che simula la morte provocando un coma profondo. Così il condannato viene dichiarato morto e sfugge all'esecuzione. Recuperato il corpo, fatto passare per un cadavere, il dottor Cadman lo trasferisce in un antico maniero di sua proprietà con l'aiuto dello zingaro Odo, suo subdolo servitore. In quel tetro luogo si conducono esperimenti perigliosi di rianimazione, ben oltre il limite del sacrilegio. La pozione imitatrice della morte, chiamata Nind Andhera (ossia "Sonno Nero"), ha infatti un antidoto che può annullarne l'effetto - a patto che sia somministrata in tempo. Quando il dottor Ramsay viene rianimato nella castello del dottor Cadman, viene spaventato dalle urla di una giovane donna di nome Laurie, subito attaccata da un energumeno. L'unica persona che può controllare questo folle deforme, dileggiato col nomignolo "Mungo", è l'infermiera del dottor Cadman, Daphnae, che lo calma e lo porta via (immagino che sia stato sedato con stimolazioni lubriche degli organi genitali e dell'ano, ma tutto ciò è rigorosamente off camera!). Più tardi, il dottor Cadman e Daphnae visitano la camera da letto di Angelina. Costei è la moglie del luminare ed è in coma a causa di un tumore inoperabile al cervello. Questo è il punto cruciale. Il dottor Cadman giura che troverà un modo per operare Angelina, di cui è follemente innamorato, riuscendo così a salvarle la vita. Tuttavia, quando incontra il dottor Ramsay, il dottor Cadman gli dice che sta conducendo esperimenti sul cervello umano per aiutare a riportare in condizioni normali creature come Mungo e il suo servo muto Casimiro. Si scopre così che Mungo era in realtà il dottor Munroe, uno degli ex insegnanti del dottor Ramsay, che il dottor Cadman vorrebbe aiutare tramite la sua ricerca. Lo capite anche voi che tutto questo è la merda, vero? Bisogna però capire che all'epoca della narrazione c'erano conoscenze molto rudimentali sul sistema nervoso. In una sala operatoria nascosta nel maniero, il dottor Ramsay osserva l'esperimento del dottor Cadman sul cervello di un uomo, con Lucy e Daphnae che lo aiutano, pieni di angoscia. Il giovane medico è colto alla sprovvista quando vede fuoriuscire il fluido cefalorachidiano dalla materia cerebrale esposta del soggetto, prova che quel corpo è ancora vivo. Il dottor Cadman considera la potenziale lesione all'encefalo come un rischio necessario per il bene superiore dell'Umanità, evocato con una formula tipicamente massonica. La necessità impellente è testare diverse regioni del cervello per mapparne le funzioni. Quella notte Laurie dice al dottor Ramsay che pensa di potersi fidare di lui. Gli confida di essere la figlia del dottor Munroe. Lo stato attuale del suo povero padre, ridotto a una larva, è stato causato da un'improvvida operazione del mefistofelico dottor Cadman. Quando si confronta con il suo protetto, il dottor Cadman ammette di essere responsabile del funesto accaduto e gli dice che sta lavorando duramente per invertire le conseguenze indesiderate espiando i suoi errori - ma non menziona sua moglie Angelina e le sue terribili condizioni. Di ritorno a Londra, il felpato e sornione zingaro Odo ha somministrato il Nind Andhera a una donna che conosceva, una pingue fellatrice pubblica. Odo è un uomo molto simpatico, anche se più ossessivo e avido di una badante ucraina. Quando la polizia arriva a cercare la meretrice scomparsa, Odo afferma di non sapere dove si trova e si sbarazza dell'antidoto che potrebbe rianimarla. Così la donna è morta, per sempre. Al maniero del dottor Cadman, il dottor Ramsay e Laurie  trovano trovano in alcune celle di una prigione nascosta  alcune cavie degli esperimenti del dottor Cadman. Sono tutti individui pazzi e sfigurati. Il dottor Cadman, Daphnae, Mungo e Casimiro catturano il dottor Ramsay e Laurie ma lasciano cadere le chiavi mentre se ne vanno. Il dottor Cadman rivela le condizioni di Angelina al dottor Ramsay. Si aspettava di condurre un'operazione che richiedeva un secondo soggetto donna, ma quando scopre che Odo aveva lasciato morire la vittima designata, decide di usare Laurie al suo posto. Il dottor Cadman viene però interrotto dall'arrivo di investigatori della polizia alla ricerca dello zingaro Odo. Nel frattempo, Il dottor Ramsay cerca di far rivivere Laurie anestetizzata e riesce a drogare Mungo mentre Daphnae è fuori dalla stanza. L'infermiera stessa si confronta con le vittime del dottor Cadman, che sono fuggite dalla prigione con le chiavi abbandonate. Guidati da un predicatore fanatico di nome Borg, che crede di essere il crociato Boemondo di Taranto, gettano Daphnae nel camino. Lei fugge, urlando in fiamme. Il dottor Ramsay fa allora rivivere Laurie, ma Mungo si sveglia e la attacca. Viene fermato da Borg-Boemondo e dalle altre vittime, che poi si rivoltano contro il dottor Cadman proprio mentre entra nella stanza con la moglie in coma. Indietreggiando, lo scienziato pazzo cade sulla ringhiera delle scale e precipita verso la morte assieme ad Angelina. La polizia finalmente arriva con Odo e Casimiro. Il dottor Ramsay e Laurie partono all'alba del nuovo giorno. E questo schifo di affare è finito. Non se ne poteva più di un simile trambusto.
 
 
Recensione: 
Un bianco e nero intriso di un'oscurità densa come il petrolio. I contrasti tra luce fioca e tenebra fitta sono magici, trasmettono una grande angoscia. Il bianco e nero dovrebbe essere obbligatorio nella produzione di film horror. Non si vedono molte pellicole di una tale bellezza tecnica in questi tempi degenerati. Peccato che la narrazione sia molto più prosaica dell'ambientazione gotica, contenendo moltissime inconsistenze! Certo, non è il peggio della produzione di Le Borg. Almeno non si trovano i suoi terribili "effetti speciali", di cui ha fatto uso e abuso in Horla - diario segreto di un pazzo (1963). Una nota triste: Il sonno nero del dottor Satana è stato l'ultimo film interpretato da Bela Lugosi, nel ruolo inglorioso di un servitore muto. Si segnala un bravissimo Akim Tamiroff nei panni dello zingaro Odo. Questo attore, che era un armeno nato a Tbilisi (Georgia), è comparso in un numero impressionante di film. Notevole anche Jonh Carradine nei panni di Borg (curiosa l'assonanza col cognome d'arte del regista), che aveva in sé lo spirito visionario, guerriero ed esagitato di Boemondo di Taranto. La sua tempra è assolutamente eroica, dai suoi occhi si sprigiona una violenta luce di fanatismo. 
 
Alcuni commenti sui titoli in varie lingue 

  1) Italiano  
L'epiteto "dottor Satana" che compare nel titolo del film in italiano non ha corrispondenza alcuna nell'opera originale di Reginald Le Borg: è una delle solite "traduzioni" fantasiose così tipiche del mondo della Settima Arte. In ogni caso nel corso del film non si fa mai alcun riferimento al Principe delle Tenebre. Sono però riuscito a trovare le cause di questa scelta solo apparentemente incongrua (vedi nel seguito).
  2) Tedesco 
Il titolo Der Schreckenskammer des Dr. Thosti significa "La camera degli orrori del dottor Thosti". Non si sa bene per quale dannato motivo il dottor Cadman sia diventato il dottor Thosti nella versione in tedesco. Tra l'altro non è affatto chiara l'etimologia del cognome Thosti. Non si capisce il motivo di una scelta tanto stravagante e arbitraria. Sarò sempre grato a chi saprà darmi lumi.  
  3) Francese 
Il responsabile del titolo Les monstres se révoltent, ossia "I mostri si ribellano", meriterebbe di spararsi accidentalmente una revolverata in un piede. 
  4) Russo 
Il titolo Черное бездействие (Čórnoje bezdéjstvije) significa "Inazione nera". Non sarebbe stato possibile trovare qualcosa di tanto squallido e inefficace nemmeno per caso! Il termine russo bezdéjstvije è un calco dal francese ination, formato usando il prefisso negativo bez- e il sostantivo déjstvije "azione". Il neologismo è attestato per la prima volta nel 1778. Con buona pace di Dugin e di Putin.
  5) Rumeno 
Il titolo Somnul negru è una traduzione letterale dell'originale, assolutamente perfetta. Molto bene! Tutto ciò è lodevole! Non dobbiamo mai dimenticarci che il rumeno, lingua dell'eroico Vlad Tepes, è una bizzarra eredità dell'Impero Romano.
  6) Greco 
Il titolo Η κατάρα της Ανατολής (I katara tis Anatolis) significa "La maledizione dell'Est". La parola κατάρα "maledizione" deriva dal greco antico: κατά "contro", ἀρά "invocazione". La scelta è piuttosto fantasiosa, anche se tutto sommato di scarso effetto. Credo che la lingua greca abbia risorse in grado di produrre titoli ben migliori!  
  7) Turco 
Il titolo Kâbuslar Şatosu significa "Il castello degli incubi". Sembra più passabile del titolo greco, anche se comunque è piatto e insoddisfacente. La parola kâbus "incubo" deriva dall'arabo kābūs (َابُوس) "incubo", mentre şatosu è la forma possessiva di terza persona singolare di şato "castello", dal francese château
  8) Arabo 
Il titolo النوم الأسود (Al-Nawm al-aswad) si spiega facilmente: nawm (نَوْم) significa "sonno" e aswad (أَسْوَد) significa "nero". È una traduzione assolutamente letterale. La più riuscita di tutte! Sa di Necronomicon, come se fosse il frutto dell'ingegno di Abdul Alazred! 
 

Il vero Dottor Satana 
 
L'origine del titolo italiano del film di Le Borg è in realtà molto chiara. Il personaggio noto l'epiteto "Dottor Satana" è il serial killer francese Marcel André Henri Félix Petiot (1897 - 1946). Nacque ad Auxerre (dipartimento dell'Yonne), a soli 11 anni sparò in classe con la pistola del padre e propose a una compagna di fare sesso. Si divertiva a seviziare animali, straziandoli, ustionandoli e soffocandoli. Nell'adolescenza scassinò una cassetta postale, finendo accusato per furto e danneggiamento di proprietà dello Stato. Costretto a sottoporsi a una perizia psichiatrica, gli fu diagnosticata una malattia mentale. Dopo varie squallide vicissitudini si arruolò nell'esercito e combatté nella Grande Guerra, distinguendosi per la sua ferocia. Ferito e gassato in battaglia ad Aisne, mostrò sintomi di un grave esaurimento. Dopo un incessante andirivieni tra il carcere militare e il reparto psichiatrico, fu rimandato al fronte nel 1918. Nuovamente ferito in  battaglia, gli furono diagnosticati disturbi psichiatrici e finì riformato. In tre anni riuscì a laurearsi in medicina, grazie a un programma che favoriva l'accesso dei veterani agli studi. Aprì uno studio medico e iniziò a somministrare massicce quantità di oppio ai pazienti, rendendoli dipendenti. Narcotizzava le sue vittime e abusava di loro sessualmente. Quando la Francia fu invasa dalle armate del Terzo Reich, escogità un'attività molto lucrosa: offriva agli ebrei perseguitati passaporti falsi per espatriare, estorceva loro grosse somme di denaro e in cambio somministrava iniezioni di cianuro in endovena. Quando i famigliari di un morto venivano a piangerlo, li gassava con la stricnina, godendo delle loro convulsioni! I cadaveri li faceva sparire cremandoli in un forno che aveva nello scantinato. Scoperto per un caso fortuito, fu condannato a morte e giustiziato nel 1946. Furono accertate 27 vittime, i cui corpi smembrati e decapitati furono trovati nei sotterranei della sua abitazione, anche se il numero reale si potrebbe aggirare intorno alle 150 persone soppresse. Per paradosso tutto ciò fu fatto da un uomo che odiava la Germania e che militava nella Resistenza. Il caso ebbe un'enorme risonanza mediatica: si originò così l'uso di attribuire l'epiteto "Dottor Satana" al personaggio cinematografico tipo di un medico pazzo che compie atrocità di ogni genere su vittime narcotizzate. Jesús Franco diresse Il diabolico dottor Satana (Gritos en la noche, 1962): anche in questo caso la traduzione in italiano si è ispirata a Marcel Petiot per definire il protagonista, il dottor Orlof, che narcotizzava e rapiva donne belle e giovani per tentare di trapiantare la loro pelle sul volto della figlia Melissa, rimasta sfigurata in un incendio. 
      
 
Etimologia di Nind Andhera 

In Hindi la parola nind (नींद) significa "sonno" (glossa inglese: sleep). Nella stessa lingua la parola andherā (अँधेरा) significa "scuro" (glossa inglese: dark). Entrambi i vocabili hanno origine sanscrita: nind deriva dal sanscrito nidrā (निद्रा) "sonno", mentre andherā deriva dal sanscrito andhakāra (अन्धकार) "tenebra". Quindi il nome Nind Andhera è stato tradotto correttamente in inglese con "Black Sleep". Si nota che in Romaní si usa una parola molto diversa per designare la Creazione di Morfeo: suno significa "sonno; sogno". Ricoro ancora la vibrante declamazione di un poeta: amarí čhib, amaró suno "la nostra lingua, il nostro sogno". La parola suno deriva direttamente dal pracrito suvina "sogno", a sua volta dal sanscrito *supna (सुप्न) "sogno" - la cui radice indoeuropea è la stessa delle parole latine sopor, somnus e somnium. In alcuni dialetti l'accento è sulla seconda sillaba (sunó), mentre in altri a quanto pare è sulla prima. La traduzione letterale di Nind Andhera in Romaní è Kaló Suno.

Il nome Romaní del gatto

Lo zingaro Odo sostiene più volte che il suo nome nella sua lingua nativa significa "Gatto". Sembra che ci tenga molto a farlo sapere. L'informazione è affidabile? No, non lo è affatto. In lingua Romaní odo non significa "gatto". La parola per dire "gatto" è mačka. Così si hanno le seguenti frasi:
 
mačka del goli "il gatto miagola" 
mačka rovél "il gatto miagola" (lett. "piange") 
mačka pel thud "il gatto beve il latte" 
 
Da dove è giunta l'idea che gli Zingari chiamino odo il gatto? Si tratta di un'invenzione dell'autore del soggetto? Al momento non riesco a tracciare meglio questo pacchetto memetico, che dovrebbe far meditare su come la Settima Arte abbia il potere pervasivo di diffondere dati non fidedigni.  
 
Etimologia di Mungo 
 
Quando mi sono imbattuto nel nomignolo Mungo, ho pensato che fosse una semplice abbreviazione di mongoloid "mongoloide, affetto da trisomia 21". Ora credo che si tratti piuttosto di un portmanteau: Munroe + mongoloid => Mungo. Un'altra possibilità è che il nomignolo sia stato tratto dallo Shelta: in quella lingua segreta e misteriosa esiste infatti la parola mong "stupido" (glossa inglese: fool), non connessa con la ben nota anomalia genetica. Al giorno d'oggi l'uso di un simile epiteto sarebbe censurato e proibito dall'imperante tirannia del politically correct. Persino chiamare il personaggio "Down" sarebbe ritenuto irrispettoso e vietato. 
 
Curiosità 
 
Le mani che compiono l'intervento al cervello sono quelle di un vero neurochirurgo, che lavorava al Cedars of Lebanon Hospital di Los Angeles. È stato noleggiato perché l'operazione apparisse verosimile.  

In origine il ruolo dello zingaro Odo doveva essere assegnato a Peter Lorre (nato László Löwenstein), ma la sua richiesta di compenso fu giudicata troppo esosa. Così la parte fu data a Akim Tamiroff. Credo proprio che ciò sia stato un gran bene. 

Secondo quanto riferito, Bela Lugosi era molto scontento della sua mancanza di dialogo e ha assillato Reginald Le Borg perché gli concedesse alcune battute. Sebbene il regista alla fine abbia acconsentito a girare alcune scene di dialogo extra con l'attore, non sono mai state utilizzate. 

L'ineffabile Odo offre a una prostituta un bicchiere di vino di Madera drogato. Questo è probabilmente un riferimento sfacciato all'allora popolare canzone di Flanders & Swann, "Have Some Madeira, M'Dear", una ballata in stile edoardiano che parla di un vecchio libertino intento a stordire una giovane ragazza nella speranza di poter abusare di lei.
 
 
Altre recensioni e reazioni nel Web  
 
Riporto alcune brevi recensioni comparse sul sito Il Davinotti, che mi sembrano interessanti. 
 
 
Homesick ha scritto: 

"Gotico ordinario che alla debolezza del materiale narrativo – talora maneggiato con la grossolanità e il ridicolo involontario di un Ed Wood – replica convocando l’aristocrazia del vecchio cinema del terrore: il bestiale Chaney jr., il maggiordomo sordomuto Lugosi e il delirante crociato Carradine seggono con egual dignità accanto a Rathbone, imperturbabile mad doctor, e a Tamiroff, losco zingaro servile e linguacciuto. Avendo chiamato in causa Ed Wood non si può tralasciare il suo bombolone calvo Tor Johnson. Sufficiente." 

Giùan ha scritto: 
 
"Per parlarne verrebbe voglia di lasciar da parte ogni griglia di carattere filmico per ricorrere invece a un glossario cinematografico-lombrosiano, considerato il preoccupante materiale antropologico offerto dal cast: dall'incartapecorito Rathbone al catatonico Chaney jr passando per l'ormai belante occhio di Lugosi. È nondimeno però proprio la presenza di queste maschere di cera, mosse da Le Borg con accondiscendente apatia, a render simpaticamente bizzarra questa creatura Frankensteinian-Franjuiana. Straripante Tamiroff, che infonde linfa vitale." 
 
Fauno ha scritto: 
 
"Non solo horror, ma con qualche interessante risvolto giallo, specie per le persone scomparse o dichiarate morte. All'inizio va lento, ma il finale è corposo e in netta crescita. La pozione in grado di dare morte apparente verrà ripresa perfino nel Sandokan nostrano; mi ha colpito di più il vedere l'evoluzione dello studio dei compartimenti cerebrali come deputati a molte funzioni vitali. Da un lato è molto crudele la sperimentazione su condannati o su figli di nessuno, dall'altro intenerisce la disperazione per la morte quasi sicura della donna amata." 
 
Molti recensori lamentano la supposta incomprensibilità del titolo italiano evocante Satana: credo di aver presentato materiale sufficiente e convincente per rispondere ai loro dubbi.   

martedì 16 marzo 2021

 
 EYES WIDE SHUT 

Titolo originale: Eyes Wide Shut
Traduzione letterale: Occhi ben chiusi
Lingua originale: Inglese, romeno inverso
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno: 1999
Durata:
159 min
Rapporto: 1,37:1 (negativo)
        1,85:1 (cinema)
Genere: Drammatico, erotico, thriller
Sottogenere: Onirico, psicologico 
Regia: Stanley Kubrick
Soggetto: Doppio sogno, di Arthur Schnitzler (romanzo)
Sceneggiatura: Stanley Kubrick, Frederic Raphael
Produttore: Stanley Kubrick
Produttore esecutivo: Jan Harlan 
Coproduttore: Brian W. Cook
Fotografia: Larry Smith
Montaggio:
Nigel Galt
Musiche: Jocelyn Pook
Scenografia: Leslie Tomkins, Roy Walker 
Costumi: Marit Allen, Timothy Everest 
Trucco: Robert McCann, Kerry Warn 
Reparto fonico: Tony Bell, Michael Carter, Anthony Cleal, 
    Paul Conway, Nigel Galt, Graham V. Hartstone
Effetti speciali: Graham Povey, Charles Staffell, Roland 
     Hathaway, Dave Roddham 
Casting: Leon Vitali, Denise Chamian 
Direzione artistica: John Fenner, Kevin Phipps
Interpreti e personaggi  
    Tom Cruise: Dott. William "Bill" Harford
    Nicole Kidman: Alice Harford
    Sydney Pollack: Victor Ziegler
    Marie Richardson: Marion
    Rade Šerbedžija: Sig. Milich
    Todd Field: Nick Nightingale
    Vinessa Shaw: Domino
    Sky du Mont: Sandor Szavost
    Fay Masterson: Sally
    Leelee Sobieski: Figlia minorenne di Milich
    Thomas Gibson: Prof. Carl Thomas
    Madison Eginton: Helena Harford
    Jackie Sawiris: Roz
    Leslie Lowe: Illona Ziegler
    Michael Doven: Segretario di Ziegler
    Louise J. Taylor: Gayle
    Stewart Thorndike: Nuala
    Randall Paul: Harris
    Julienne Davis: Amanda "Mandy" Curran
    Lisa Leone: Lisa
    Kevin Connealy: Lou Nathanson
    Mariana Hewett: Rosa
    Togo Igawa: Uomo giapponese #1
    Eiji Kusuhara: Uomo giapponese #2
    Abigail Good: Donna misteriosa
    Alan Cumming: Portiere dell'albergo
    Leon Vitali: Ierofante rosso
    Peter Hans Benson: Violinista al ricevimento 
    Colin Angus: Uomo alla festa in maschera  
    Jeremy Davidson: Uomo alla festa in maschera
    James Demaria: Uomo alla festa in maschera  
    Tony DeSergio: Uomo alla festa in maschera 
    Peter Godwin: Uomo alla festa in maschera 
    Lee Henshaw: Uomo alla festa in maschera  
    Sam Heydon: Uomo alla festa in maschera 
    Taylor Murphy: Uomo alla festa in maschera
    Adam Pudney: Uomo alla festa in maschera
    Ben De Saumserez: Uomo alla festa in maschera
    Paul Spelling: Uomo alla festa in maschera 
    Matthew Thompson: Uomo alla festa in maschera 
    Dan Travers: Uomo alla festa in maschera 
    Russell Trigg: Uomo alla festa in maschera 
    Donna Ewin: Donna alla festa in maschera
    Janie Dickens: Donna alla festa in maschera 
    Karla Ashley: Donna alla festa in maschera
    Kate Charman: Donna alla festa in maschera 
    Laura Fallace: Donna alla festa in maschera 
    Vanessa Fenton: Donna alla festa in maschera 
    Georgina Finch: Donna alla festa in maschera 
    Joanna Heath: Donna alla festa in maschera 
    Ateeka Poole: Donna alla festa in maschera 
    Sharon Quinn: Donna alla festa in maschera 
    Emma Lou Sherratt: Donna alla festa in maschera 
    Kate Whalin: Donna alla festa in maschera 
    John N. Campbell: Ospite alla festa in maschera
    Emilio D'Alessandro: Edicolante 
    Dan Rollman: Bullo antisodomitico  
    Gavin Parry: Bullo antisodomitico 
    Chris Pare: Bullo antisodomitico 
    Adam Lias: Bulo antisodomitico 
    Christian Clarke: Bullo antisodomitico 
    Kyle Whitcombe: Bullo antisodomitico 
    Gary Goba: Ufficiale navale 
    Alex Hobbs: Ragazzo in ambulatorio 
    Katharina Kubrick: Madre del ragazzo in ambulatorio 
    Christiane Kubrick: Donna che siede dietro al dott. 
        Harford al Café Sonata
    Graham Skidmore: Artista sullo sfondo 
    Tres Hanley: Gestrice della caffetteria 
    Paul Desbois: Ballerino di sala 
    Shelsie Blake: Ballerina di hula 
    Treva Etienne: Ordinario dell'obitorio 
    Clark Hayes: Receptionist dell'ospedale 
    Phil Davies: Stalker 
    Carmela Marner: Cameriera da Gillespie's 
    Brian W. Cook: Maggiordomo alto 
    Sam Douglas: Taxista 
    Florian Windorfer: Gestore del Café Sonata
Doppiatori originali 
   Cate Blanchett: Donna misteriosa
Doppiatori italiani 
    Massimo Popolizio: Dott. William "Bill" Harford
    Gabriella Borri: Alice Harford 
    Marcello Tusco: Victor Ziegler
    Cristiana Lionello: Marion
    Mino Caprio: Nick Nightingale
    Claudia Balboni: Domino
    Massimo Foschi: Sandor Szavost
    Ilaria Stagni: Sally / Nuala 
    Rade Serbedzija: Sig. Milich*
    Valentina Mari: Figlia minorenne di Milich
    Jane Alexander : Gayle**
    Emanuela Moschin: Amanda "Mandy" Curran /
            Donna misteriosa
    Graziella Polesinanti: Rosa
    Nino Scardina: Uomo giapponese #1
    Francesco Vairano: Portiere dell'albergo
    Oreste Lionello: Ierofante rosso
    Silvio Anselmo: Violinista al ricevimento 
    Saverio Moriones: Prof. Carl Thomas 
    Nanni Baldini: Bullo antisodomitico 
    Christian Iansante: Bullo antisodomitico 
    * L'attore sarebbe anche il doppiatore.
     ** L'Enciclopedia del Doppiaggio riporta Franca D'Amato.
Traduzioni del titolo: 
   
Romagnolo: Òć sarâ spalancâ
    Tedesco: Augen weit geschlossen
   
Rumeno: Cu ochii larg închişi
    Francese: Les Yeux grand fermés
    Spagnolo: Ojos bien cerrados 

    Portoghese: De Olhos Bem Fechados  
    Basco (Euskera): Ongi Itxitako Begiak 
    Bretone: Daoulagad serr-bras  
    Russo: С широко закрытыми глазами
    Polacco: Oczy szeroko zamknięte
    Bulgaro: Широко затворени очи
    Serbo: Широм затворених очију
    Lituano: Plačiai užmerktos akys
    Greco (moderno): Μάτια Ερμητικά Κλειστά
    Ebraico (moderno): עיניים עצומות לרווחה
    Persiano: چشمان کاملاً بسته
    Turco: Gözleri Tamamen Kapalı
    Azero: Geniş bağlanmış gözlərlə
    Cinese mandarino: 大开眼戒
Tracce musicali: 
   1) Musica ricercata n.2 (György Ligeti)
   2) Valzer n.2 da Suite per orchestra di varietà (Dmitrij
          Šostakovič)
   3) Baby Did a Bad Bad Thing (Chris Isaak)
   4) Victor Silvester Orchestra – When I Fall in Love
          (Edward Heyman, Victor Young)
   5) Oscar Peterson Trio – I Got It Bad (and That Ain't Good)
          (Paul Francis Webster, Duke Ellington)
   6) Naval Officer (Jocelyn Pook)
   7) The Dream (Jocelyn Pook)
   8) Masked Ball (Jocelyn Pook)
   9) Rex tremendae dalla Messa di Requiem in Re minore K
         626 (Wolfgang Amadeus Mozart)
   10) Migrations (Jocelyn Pook)
   11) If I Had You (Roy Gerson)
   12) Peter Huges Orchestra – Strangers in the Night 
            (Charles Singleton, Eddie Snyder, Bert Kaempfert)
  13)  Blame It On My Youth (Brad Mehldau, Edward
           Heyman, Oscar Levant)
  14)  Nuages Gris (Franz Liszt)
  15)  Musica ricercata n.2 (ripresa) (György Ligeti) 
Budget: 65 milioni di dollari US
Box Office: 162,1 milioni di dollari US  

 
Trama:
Il dottor William "Bill" Harford è un medico di New York sposato con Alice, una donna bellissima e fulva. La coppia ha una figlia, Helena. Un'esistenza agiata e borghese che a prima vista sembra idilliaca. Nel periodo di Natale, Bill e Alice partecipano a una festa data da un ricco amico ashkenazita, Victor Ziegler, che di professione fa l'intrallazzatore. Qui il medico ritrova un compagno dell'università, Nick Nightingale, che dopo aver abbandonato gli studi ha intrapreso la carriera di pianista professionale. Nel corso della festa Alice viene abbordata da un patetico e maturo ungherese, mentre Bill subisce il corteggiamento di due ragazze piuttosto aggressive. A un certo punto Ziegler ha un grosso problema: una meretrice con cui ha appena avuto un rapporto carnale è in overdose a causa di una mistura di eroina e crack. Il dottore, chiamato con molta discrezione, riesce a salvarle la vita. La sera dopo, mentre sono a letto, Bill ed Alice fumano marijuana e iniziano a discutere sui loro episodi di seduzione irrealizzata. Lui, che è un coglione, dice di fidarsi ciecamente, perché a suo avviso le donne sarebbero per natura inclini alla fedeltà coniugale. Che follia! Lei si sente punta nel vivo e gli racconta che durante le ultime vacanze a Cape Cod, un ufficiale di marina la attizzava moltissimo - aggiungendo che gli si sarebbe senza dubbio concessa se non fosse partito all'improvviso. Così ardenti erano le fantasie della donna che aveva preso in considerazione di lasciare tutto, il marito, la figlia e la sua vita, per seguire quello sconosciuto. L'uomo è sconvolto, ma prima di poter realizzare cosa gli sta accadendo riceve una chiamata: deve recarsi d'urgenza nella casa dove è deceduto un suo paziente. Quando arriva, respinge le avance della figlia del defunto, Marion. Uscito nella notte, viene avvicinato da una prostituta di nome Domino e condotto nel suo appartamento. Quando già la sta baciando, riceve una chiamata dalla moglie, che gli chiede dove sia. Reso impotente dal fastidio, rinuncia a fare sesso con la donna. La paga comunque per l'incontro, anche se tra loro non c'è stato nulla. Raggiunge quindi Nick Nightingale nel locale dove suona il jazz. L'amico gli rivela di doversi recare in una villa per suonare con gli occhi bendati a una misteriosa festa, molto esclusiva e lussuosa, in cui gli invitati devono avere una maschera. Prima lancia il sasso, poi cerca di nascondere la mano. Bill lo incalza e lo costringe a rivelargli l'indirizzo e la parola d'ordine per accedere alla festa: Fidelio. Avute queste informazioni, si precipita alla ricerca del necessario corredo. Raggiunge un negozio gestito da uno slavo, il signor Milich, che gli apre nonostante l'ora tarda. Nel magazzino il signor Milich trova la giovane figlia seminuda alle prese con due attempati giapponesi: va su tutte le furie e minaccia di far intervenire la polizia. Comunque Bill riesce ad ottenere il costume e la maschera. Trovato un taxi, raggiunge il luogo della festa, una villa principesca illuminata da mille lampadari. La parola d'ordine funziona e il protagonista viene lasciato passare dai guardiani mascherati, il cui compito è impedire l'ingresso ai profani. Si ritrova così in una vasta sala con un loggione sovrastante, piena di uomini e donne in maschera.  Un rito esoterico si sta compiendo. A officiarlo è lo Ierofante, che indossa un lungo abito rosso. Ha un turibolo in una mano e un bastone nell'altra. Intorno a lui stanno diverse donne inginocchiate, coperte da un mantello nero. Lo Ierofante salmodia in una lingua arcana e compie un percorso circolare in senso antiorario, fermandosi a intervalli regolari a battere il bastone sul pavimento. Prima le donne si tolgono il mantello, esponendo la perfezione del loro corpo, poi si inginocchiano di nuovo in un cerchio più stretto. Ogni volta che il bastone viene battuto una di loro si alza, sceglie un uomo tra gli astanti e si dirige con lui in una sala dove avvengono atti sessuali mimati. Molti si limitano ad assistere dal loggione. La colonna sonora del rito è eseguita al pianoforte da Nick Nightingale, che suona bendato. A un certo punto una donna si avvicina a Bill, avendo riconosciuto in lui un intruso: lo prega con insistenza di allontanarsi finché è in tempo, perché è in grave pericolo. Presto infatti viene scoperto. Con una scusa, viene condotto al cospetto dello Ierofante e circondato da numerosi adepti. Gli viene chiesta la parola d'ordine e lui la ripete meccanicamente. Lo Ierofante gli dice che quella era la parola d'ordine per entrare e che ce n'è un'altra per partecipare. Il medico la ignora. A questo punto la donna misteriosa che lo aveva avvertito si offre volontaria per espiare al suo posto. Così viene lasciato andare. Al contempo è soggetto a intimidazione: se rivelerà quanto visto o se indagherà, le conseguenze saranno terribili per lui e per la sua famiglia. Rientrato a casa, Bill trova la moglie che ride nel sonno. La sveglia e lei in lacrime gli racconta di aver avuto un incubo in cui faceva sesso con decine di uomini. Lo schernisce, facendogli capire che è un cornuto, anche se tutto si è svolto soltanto nella sua testa. Il giorno dopo Bill riporta il costume al signor Milich e scopre che si è messo d'accordo coi giapponesi della sera, facendo prostituire la figlia minorenne. Si accorge della mancanza della maschera, che gli viene condonata. Poi si reca alla villa della festa in maschera, dove gli viene dato un biglietto con un secondo avvertimento. Da qui in poi tutto precipita. Andato a trovare Domino con un regalo, vi trova una sua collega che gli spiega l'accaduto. Domino se ne è andata dopo aver ricevuto una diagnosi di sieropositività. Nick Nightingale non è più nell'albergo dove alloggiava: a quanto pare è stato malmenato da due gorilla e costretto a prendere il primo volo per Seattle. Quando apprende dai giornali la notizia della morte di una certa Amanda Curran per overdose, il medico riconosce in lei la ragazza cui ha salvato la vita alla festa di Ziegler; corre in obitorio, vede il suo cadavere e capisce che era proprio la donna misteriosa che lo ha salvato, espiando al suo posto. Ne ha la certezza: è stata uccisa! A questo punto Ziegler lo convoca e gli spiega alcune cose su quanto ha visto alla festa in maschera, a cui lui stesso era presente. In sostanza gli rivela che era tutta una burla e che non c'è alcun nesso tra l'accaduto e la morte di Amanda Curran - le cui abitudini voluttuarie erano tutt'altro che prive di pericoli. Bill, esausto, torna a casa, vedendo che la moglie dorme, con la sua maschera sul cuscino accanto. Scoppia a piangere e le dice che deve confessarle gli inquietanti accadimenti degli ultimi giorni. L'indomani i due sono ai magazzini a comprare un regalo per la figlia. L'aggressiva Alice fa al povero marito un fumoso e oscurissimo discorso sul matrimonio, quindi gli dice che c'è una cosa che devono fare al più presto: scopare.  
 

Recensione:  
Questo è l'ultimo film diretto da Stanley Kubrick, che morì di infarto nel sonno soltanto quattro giorni prima di presentare la versione finale alla Warner Bros. La sua perfezione estetica è assoluta! In genere non amo le pellicole troppo lunghe, che trovo estenuanti, ma per questa faccio volentieri un'eccezione! Non ho mai provato tedio né fastidio nel visionarla, tanto è avvincente! Curata in ogni minimo dettaglio, merita l'Immortalità! Non capisco le reazioni isteriche di quegli spettatori, soprattutto di genere femminile, che dicono di provare fastidio quando ne vedono le sequenze. Forse reagiscono coì perché il loro rapporto di coppia vomita pus e materia fecaloide!   
 
Sequenze indimenticabili 
 
Oltre alla festa in maschera, credo che sia divino contemplare la Kidman seduta sul cesso mentre smerda! Il significato (e)scatologico di quell'atto è profondissimo! Peccato non aver potuto vedere quando si pulisce l'ano dalle scorie espulse! Tutto ci sfregia le baggianate dell'unione di coppia, tanto care ai moralisti! Peccato che non esisa ancora un cinema olfattivo capace di trasmettere gli odori e di far sentire ai nasi degli spettatori i mercaptani grassi della merda!   
 
Produzione 
 
Le riprese durarono dal 4 novembre 1996 al 3 febbraio 1998, per un totale di ben 15 mesi contro i 2 previsti. Il film segnò l'apogeo della coppia Cruise-Kidman, che si separò pochi anni dopo, nel 2001, con immenso scalpore del pubblico. Sembra evidente che proprio questa pellicola sia stata la causa della crisi del matrimonio durato 10 anni, che sembrava perfetto e indistruttibile. La produzione è stata caratterizzata da una grande segretezza e i due coniugi sono stati divisi dal regista. La Kidman e Cruise sono stati diretti separatamente ed era loro vietato condividere le osservazioni sulle scene che di volta in volta interpretavano. Furono costretti a posare, mai tra loro, in più di cinquanta posizioni erotiche. In pratica Cruise si è ritrovato le corna. Kubrick ha fatto girare sei giorni di scene di sesso alla Kidman con il modello Gary Goba per ottenere le sequenze in cui la signora Harford si lasciava sedurre dell'ufficiale di marina. Sequenze della durata finale di soltanto un minuto, che dovevano essere "quasi pornografiche". Anche se in realtà non è avvenuto alcun contatto intimo, l'accaduto è stato comunque devastante. Sembra che i coniugi fossero abbastanza inibiti e a disagio con l'eros, così furono seguiti da un consulente sessuale. Questa tortura psichica ebbe anche altre conseguenze: furono esacerbati dissidi religiosi che non poterono essere ricomposti. All'epoca entrambi i membri della coppia aderivano alla Chiesa di Scientology, ma in seguito al divorzio la Kidman è tornata alla Chiesa di Roma. Sarebbe forse troppo semplicistico attribuire la causa della distruzione del matrimonio all'azione corrosiva delle pressioni esercitate da Kubrick. Credo che sia un'ipotesi come un'altra, da vagliare con cura.  

 
Ricordi penosi 
 
Quando il film uscì ne sentii molto parlare, ma non ebbi occasione di vederlo. Ricordo bene che una mia ex collega, la romagnola M., soprannominata "la Ricciolona" per la sua splendida chioma crespa, rimase particolarmente colpita da questa pellicola di Kubrick, raccomandandomi di visionarla per poterne poi discutere. In seguito M. cambiò lavoro e non avemmo mai occasione di parlare dell'argomento. Mi aveva anticipato qualcosa del suo pensiero, senza però esprimersi in maniera troppo esplicita. Secondo lei, esisterebbe un'opposizione radicale tra la famiglia e tutto ciò che sta all'esterno. Mi è parso di capire che la sua idea di coppia si fondasse su un'attività sessuale monotona e dettata da una cosa stupida e ripugnante denominata "etica" (lui sopra, lei sotto con una camicia col buco con su scritto DEUS VULT, o qualcosa di simile). La sola idea la considerai schifosa e offensiva. Come vidi il film, scrissi un pamphlet al fulmicotone, degno di Cioran, solo che purtroppo andò perduto e non lo posso riportare in questa sede. In sostanza dicevo che la famiglia è merda e che la vera vita è là fuori, nei misteri orgiastici della notte. Gli Ierofanti erano i miei eroi e le Ierodule le mie eroine! E vaffanculo alla coppia! La sborra deve essere tutta a perdere, in sommo spregio all'Artefice, che è un cane e un boia! Questi in sintesi erano i contenuti del mio intervento smarrito. Col passare degli anni feci alcune riflessioni mortificanti e fui preso da un profondo disincanto. Perché i settari erano tanto interessati a che non si sapesse nulla delle loro attività? Semplice: perché tutti loro avevano famiglia. Avevano mogli e figlie che di certo non portavano alle feste in maschera (le donne partecipanti erano tutte prostitute noleggiate allo scopo). Quindi i misteri orgiastici descritti dalla pellicola di Kubrick altro non sono che l'ennesimo ipocrita sottoprodotto della stramaledetta istituzione familiare.  
 
 
Un ossimoro problematico

Il titolo del film alla lettera significa "occhi largamente chiusi", ossia "occhi sbarrati". È giudicato ossimorico per la presenza contemporanea di due parole, wide "larghi" e shut "chiusi", che dovrebbero escludersi a vicenda. L'inghippo sta nel fatto che la locuzione eyes wide shut è nata per inversione semantica della locuzione eyes wide open, ossia "occhi spalancati" (alla lettera "occhi aperti larghi"), che non presenta problemi di comprensibilità. All'inversione semantica corrisponde però una negazione parziale della forma di partenza: essendo shut "chiuso" il contrario di open "aperto", non si è provveduto a sostituire wide "largo" con il suo contrario, narrow "stretto". Un caso di simile incoerenza è la parola omofobia, che alla lettera significa "paura del proprio simile" e non "odio per gli omosessuali": è nata dall'inversione semantica della parola omofilia "amore per il proprio simile", che è invece abbastanza sensata, essendo stata usata per descrivere l'omosessualità. La negazione della forma di partenza si è limitata al suffisso (sostituzione di -filia con -fobia), lasciando immutato il primo membro del composto. Simili processi di errata inversione del senso sono la prova che i parlanti non comprendono più i meccanismi della propria lingua.
 
L'adattamento del romanzo di Schnitzler 
 
Il romanzo breve Doppio sogno (Traumnovelle), pubblicato per la prima volta nel 1926, in piena Repubblica di Weimar, è ambientato a Vienna al cambio di secolo, negli anni del crepuscolo dell'Impero Austroungarico. Un periodo magico e decadente, dove emergono tutte le contraddizioni generate dalle forze putrefattive che stanno consumando dell'immenso corpo Imperial-Reale. Se solo ci penso, mi sembra di sentire il profumo del mondo mitteleuropeo di quei tempi, simile al sentore di fiori che emana da una carcassa in lontananza. Di tutto questo non resta una vera traccia ontologica nell'adattamento, che trasferisce l'azione a New York e dà alla narrazione un nuovo significato, spesso incongruo e straniante. I protagonisti dell'opera di Schnitzler sono il medico Fridolin e sua moglie Albertine, una tipica coppia della borghesia suburbana viennese. Non esiste alcun riferimento esplicito al fatto che Fridolin sia ebreo, tuttavia è stato identificato come tale per via dell'episodio dell'aggressione subita da alcuni studenti appartenenti a un'associazione antisemita. Il cosceneggiatore del film, Frederic Raphael, nell'introduzione a un'edizione di Doppio sogno, ha scritto che "Fridolin non è dichiarato ebreo, ma i suoi sentimenti di codardia, per non aver sfidato il suo aggressore, fanno eco al disagio degli ebrei austriaci di fronte alla provocazione dei Gentili". Il film di Kubrick si svolge nel periodo natalizio, mentre la narrazione di Schnitzler si svolge nel periodo di Carnevale. La prima festa, quella a cui Fridolin partecipa assieme ad Albertine, è una festa in maschera. Questa caratteristica con è stata conservata nell'adattamento: la festa di Ziegler non è in maschera. Nella novella la festa occulta, la cui natura esoterica è tutt'altro che evidente, è scarsamente frequentata e la parola d'ordine per l'ingresso è "Danimarca"; ciò è significativo, dato che Albertine provò attrazione per il un militare proprio in Danimarca, durante una vacanza. Nel film la password è invece "Fidelio". Nelle prime bozze della sceneggiatura, la parola d'ordine era "Fidelio Rainbow". Per fortuna è stata semplificata: suonava malissimo! Il critico cinematografico Jonathan Rosenbaum ha notato che entrambe le password si riferiscono ad elementi del comportamento di un membro della coppia, sebbene in modi opposti (infedeltà - fedeltà). 

Origine del cognome Ziegler 

Si dice che Kubrick volesse eliminare ogni riferimento alla cultura ebraica dalla sua pellicola, nonosante le pressioni esercitate dal cosceneggiatore Frederic Raphael, ebreo e a quanto pare abbastanza permaloso sull'argomento, che voleva personaggi più fedeli all'originale. Ebbene, questa voce non è del tutto fondata, in quanto esiste un chiaro elemento ebraico ashkenazita nella narrazione: il personaggio chiamato Victor Ziegler, che non compare nella novella schnitzleriana. Il cognome indica senza possibilità di errore la sua origine dalla Tribù dei Numeri, detta così perché identifica le persone con due cifre: il numero dei figli e quello dei nipoti (fonte: Philip Roth). Sono molto dotati e intelligenti, ma per loro uno "zero-zero" come me vale meno degli stronzi di un pollo. Tornando a Victor Ziegler, il suo cognome ha un'etimologia chiarissima: significa "Fabbricatore di tegole". In Yiddish ziegel significa infatti "tegola" (tedesco Ziegel). Il suffisso -er è un tipico agentivo e in molti casi forma nomi di professioni. 

 
La difficile identificazione della setta 
 
Tutto è da prendersi con le pinze, anche perché Kubrick all'inizio aveva intenzione di mostrare la festa in maschera come una grottesca carnevalata clerical, con i partecipanti vestiti da fratacchioni e da suore - proprio come è descritta nel romanzo di Schnitzler. Non è quindi sicuro che il regista intendesse realmente trasmettere un messaggio esoterico, come moltissimi critici hanno affermato. Gli adepti travestiti da fratacchioni descritti da Schnitzler avevano sotto il saio vesti da cavalieri, di diversi colori. Proprio per questo il protagonsta infiltrato veniva subito riconosciuto: se ne restava da solo col saio, senza poter fare nulla di più. Lo scrittore austriaco non fa alcuna esplicita descrizione di atti sessuali, mimati o compiuti realmente - all'epoca non sarebbe stato facile parlare di questi argomenti come lo facciamo oggi. Assurde sono le attribuzioni di simili orge alla Libera Muratoria. L'idea del massoni che fanno sesso di gruppo con maschere è un luogo comune dei cospirazionisti che pullulano nel Web, ma non ha alcun fondamento. Anzi, direi che si tratta di una società segreta piuttosto puritana. Notiamo che nelle logge massoniche regolari sono ammessi soltanto uomini. Certamente non vengono noleggiate prostitute, che non potrebbero varcare la soglia di alcuna riunione. Anche le logge massoniche dette co-massoniche, non regolari, che ammettono donne, vige la separazione tra i sessi. Per quanto riguarda l'associazione al culto di Satana, anch'essa molto comune nel Web, occorre fare alcune precisazioni. Esistono associazioni sataniche, che hanno natura completamente diversa da quella della Massoneria, in cui avvengono orge e talvolta sono indossate maschere. Ad esempio la Chiesa di Satana fondata da Anton Szandor LaVey. Tuttavia si ravvisano differenze enormi rispetto a quanto visto nel film di Kubrick, in cui mancano completamente simboli come la Testa di Baphomet e il Pentacolo. Questi simboli sono di importanza fondamentale per la celebrazione dei riti in onore di Satana. Anche le invocazioni al Principe delle Tenebre sono centrali nei riti del Satanismo laveyano e non laveyano. Le maschere usate dai seguaci di LaVey sono zoomorfe e coprono l'intero capo. In sostanza, cosa c'è di realmente satanico nella cerimonia officiata dallo Ierofante Rosso? Nulla. Alla luce di queste considerazioni, che sono il frutto di una logica ferrea, non possiamo identificare in alcun modo la setta che Kubrick ha tanto bene descritto e rappresentato. Posto che essa realmente esista e che non sia soltanto un frutto dell'immaginazione di un oppiomane!
 
Una nota caustica. Gli affiliati alla Libera Muratoria sono quasi tutti sposati e con figli. Non sono elementi di opposizione all'ordine costituito. Semmai ne sono i pilastri! Gli affiliati alla Chiesa di Satana di LaVey sono quasi tutti sposati e con figli. Lo stesso Anton Szandor LaVey era sposato e con figli. Il suo successore, Peter H. Gilmore, è felicemente sposato. Non possiamo rimandare oltre il nostro giudizio. Tutti costoro sono emanazioni dell'istituzione familiare e non vogliono sovvertire nulla! Ora della fine, sarei considerato un escremento e un dannato da queste persone. E dovrei forse amarle? Di tutto ciò i complottisti non tengono ovviamente conto.     

 
Lo pseudo-Enochiano di Kubrick 

Questo è il testo della litania "satanica" intonata dallo Ierofante Rosso durante la cerimonia: 
 
Auov uad auon acnurop ias iicinecu ertac iulunmod asiz...
Aiutseca iulusacal iulutnafs ia irotacafenib is irotiulim irotanihcni.
Uezenmud iul rolibor roletacap aeratrei is aerasal aeratecrec aeriutnam aetatanas aecap ataiv alim urtnep magur en as iulunmod.
Auov uad auon acnurop ias iicinecu ertac iulunmod asiz...

 
La trascrizione fonetica in caratteri IPA è problematica, perché vengono omesse molte sillabe. Per comprendere bene l'esecuzione del canto è necessario segnare la posizione dell'accento principale e dell'accento secondario di ciascuna parola: le sillabe atone hanno spesso una pronuncia ridotta e in alcuni casi cadono completamente. Questo è il brano trascritto con gli accenti principali, che sono molto intensi:
 
Áuov uad auón acnúrop ias iicínecu ertác iulunmód asíz...
Aiutséca iulusácal iulutnafs iá irotacafénib is irótiulim irótanihcni.
Uézenmud iul rolibór roletácap aerátrei is aerásal aerátecrec aeriútnam etatanás aecáp atáiv alím úrtnep mágur en as iulunmód.
Áuov uad auón acnúrop ias iicínecu ertác iulunmód asíz...
 
 
Ecco la trascrizione IPA, per cui sono stati necessari moltissimi ascolti ripetuti del canto:  
 
/'ɔwad ə'wɔn ak'njurɔp jas i'tʃinetʃu er'tak lən'mɔd a'sidz... 
aju'tsetʃa julu'sakal ətnaf'sja iroka'fenib is i'rɔtjulim i'rɔtanikni 'wɛzenmud jul roli'bɔr role'takap ai'ratrei is ai'rasæl ai'ratekrek ai'rytnam etata'nas ai'kap a'taiv a'lim 'urtnep 'mɔgur ɛneslən'mɔd. 
'ɔwad ə'wɔn ak'njurɔp jas i'tʃinetʃu er'tak lən'mɔd a'sidz.../
 
Ci saremo aspettati un canto in lingua Enochiana, ma siamo stati subito delusi capendo che non lo è affatto. Questo salmo non è assolutamente Enochiano. Se invertiamo la pronuncia delle parole, otteniamo una sorpresa: 

Zisa Domnului catre ucenicii sai, porunca noua dau voua. Domnului sa ne rugam pentru mila, viata, pacea, sanatatea, mantuirea, cercetarea, lasarea si iertarea pacatelor robilor lui Dumnezeu. Inchinatori, miluitori si binefacatori ai sfantului lacasului acestuia. 

Ebbene, questo è... rumeno. Il significato, non è difficile capirlo, non è affatto satanico, bensì cristiano: l'incipit è tratto dal Vangelo di Giovanni (13, 34): 

E Dio disse ai suoi apprendisti: "io vi do un nuovo comandamento, di pregare il Signore per la misericordia, la vita, la pace, la salute, la salvezza, la ricerca, l'abbandono e il perdono dei peccati dei bambini di Dio. Coloro che pregano, hanno misericordia e si prendono buona cura di questo luogo santo."  
 
Anziché blaterare di baggianate massoniche e di orge dell'Antico Egitto, i cospirazionisti avrebbero potuto fare una breve e semplice ricerca in Google, trovando all'istante tutte le informazioni necessarie per capire l'origine della litania. Riporto i dati nel seguito. 
 
 
DELUGE 
 
Autrice: Jocelyn Pook  
Album: Deluge 
Anno: 1997 
Brani: 
   1) Requiem Aeternam 
   2) Indigo Dream 
   3) Oppenheimer 
   4) Thousand Year Dream
   5) Forever Without End 
   6) Blow the Wind / Pie Jesu 
   7) Migrations 
   8) Goya's Nightmare 
   9) Backwards Priests 
   10) Forever Without End (solo voices)
   11) La Blanche Traversée 
   12) Flood 
 
La canzone è proprio Backwards Priests (ossia "Preti al contrario"). 
 
Una volta che si è capito il principio fondante, si può comporre un breve glossarietto di questa lingua criptica, che è rumeno letto al contrario: 
 
asiz "chiamato"
Iulunmod "al Signore"
iicinecu "apprendisti"
uad "io do"
auon "nuova"
acnurop "comandamento"
auov "a voi" 
is "e" 
ataiv "la vita" 
aecap "la pace" 
aetatanas "la salute" 
aeriutnam "la salvezza" 
aeratecrec "la ricerca" 
aerasal "l'abbandono"
aeratrei "il perdono" 
iulutnafs "del santo"
Uezenmud "il Signore" 
 
Ogni lingua romanza, se letta al contrario, acquista una sonorità sinistra e un sapore "satanico". Anche l'italiano. Si potrebbe addirittura fondare una nuova scienza: la filologia romanza satanica, che si occupa delle forme inverse del latino e delle lingue neolatine! 

Alcune parole le possiamo tradurre agevolmente in Enochiano: 
 
asiz "chiamato" = IUMD 
acnurop "comandamento" = SIBSI 
aecap "pace" = ETHARZI 
ataiv "vita" = IABES 
auov "a voi" = NONCA, NONCF
is "e" = OD
iulutnafs "del santo" = DE PIR
uad "io do" = DLUGA 
Uezenmud "il Signore" = OIAD, PIAD   
 
Il gioco è semplicissimo. Possiamo servirci, cum grano salis, del traduttore di Google e dello Wiktionary nei casi dubbi, per ottenere qualsiasi parola di rumeno inverso. Ecco un dizionarietto rumeno inverso-Enochiano, espanso rispetto al precedente. 
 
acnats "roccia" = PATRALX
acsaec "coppa" = TALHO 
aets "stella" = VAN  
artaip "pietra" = ORRI 
arug "bocca" = BUTMON 
asaca "casa" = SALMAN 
ataegas "freccia" = MAL  
auov etraom "morte a voi" = TELOCH NONCA 
biuc "nido" = VIRQ
cirenutni "tenebra" = ORS  
cof "fuoco" = PRGE 
egnas "sangue" = CNILA  
eim "mille" = MATB
eiromem "memoria" = PAPNOR  
eirucub "gioia" = MOZ 
epa "acque" = ZIN
eraos "sole" = ROR  
erecalp "piacere" = QUASAR  
ereim "miele" = PANU 
esas "sei (6)" = NORZ 
etpaon "notte" = DOSIG  
etraom "morte" = TELOCH  
iif "figli" = NOROMI 
iitrom asac "Casa della Morte" = SALMAN TELOCH  
iitrom eripila "Ali della Morte" = UPAAH TELOCH
iov urtnep etraom "morte a voi" = TELOCH NONCA  
itnifs ertnid lunu "Uno dei Santi" = L DE PIR  
iuludai lucof "fuoco dell'Inferno" = DONASDOGAMA 
    TASTOS, DONASDOGAMASTOS 
lucard "Il Diavolo" = TELOCHVOVIM
luif  "figlio" = NOR  
niv "vino" = ROXTAN 
nroc "corno" = MOSPLEH 
pac "testa" = DAZIS 
pmit "tempo" = MOR  
roiretni "dentro" = NOTH 
rualab "drago" = VOVIN 
taeb "ubriaco" = ORSBA
ue "io" = OL 
urgen "nero" = DOR  
ut "tu" = ILS 
tnisba "assenzio (erba)" = TATAN 
tnus ue "io sono" = ZIR, ZIRDO, OALO 
 
Come si può ben vedere, non esiste la benché minima relazione tra le due lingue. Di più: se una persona conosce il rumeno ed è abile nel pronunciarne le parole all'inverso, ha la conoscenza di qualsiasi contenuto rituale. L'Enochiano invece è del tutto impenetrabile a chi non lo conosce. Usare una lingua inversa per un qualsiasi scopo, esoterico o meno, è una cosa estremamente ingenua. Nel romanzo breve di Schnitzler non si fa riferimento ad alcuna lingua particolare. Il canto descritto è una composizione sacra italiana, seguito poi da alcune musiche profane, dal ritmo ben diverso.
 

Censura e atti mimati 

Le forze funeste della censura si sono manifestate in più occasioni sulla pellicola di Kubrick, soprattutto negli Stati Uniti d'America. Nessuno sembra essersi mai accorto che esiste un'altra censura, effettuata proprio all'interno del rito esoterico: non si vede una sola vera scena di sesso orale. Ci sono due donne distese nella posizione denominata 69 ma indossano entrambe la maschera e si vede che il cunnilingus reciproco è finto. Così è finto il bacio alla francese dato da una ierodula al suo partner nell'atto di sceglierlo. Si ha un possibile parallelismo con le maschere rituali zoomorfe usate nella Chiesa di Satana di LaVey, anche se la cosa è ben lungi dall'essere certa. Forse l'Organista di San Francisco stimava poco la fellatio e altri atti oro-genitali - o almeno non ne approvava l'uso rituale - così in alcune occasioni i suoi adepti indossano ingombranti maschere. E altresì vero che lo stesso LaVey non indossava mai maschere, così come molte donne bellissime coinvolte nelle celebrazioni. Veniamo ora alle copule che Kubrick ci fa vedere dopo che si è compiuto il rito dello Ierofante Rosso e delle ierodule. Sono atti incredibilmente scattanti, meccanici, rapidi, come se ci fosse una molla nel fallo del penetratore. Pochi si sono accorti che non possono essere copule vere. Nessuno potrebbe mai reggere un ritmo simile. 
 
Furore antisodomitico 
 
Il protagonista sta camminando per le vie notturne immaginandosi la moglie sotto l'assedio erotico dell'ufficiale navale, quando viene aggredito da alcuni energumeni che senza motivo lo accusano di essere un sodomita passivo. Ecco le violentissime invettive: 
 
"Ehi ehi ehi ehi, secondo voi con chi gioca questo bambolino?"
"Con la squadra rosa, no?" 
"Buon Natale, mariolina!"
"Ehi, maschiaccia, i tuoi fratelli di culo stanno laggiù!"
"Chiappe di prima scelta!"
"Prendi questa torta di cioccolata merdosa, brutta checca!"
"Vieni con noi, frociona!" 
"Te lo faccio così!" 
"Vattene a San Francisco, è quella la tua città!"
 
Leggendo il romanzo breve di Schnitzler, non si trova ovviamente traccia di questi riferimenti a concreti rapporti sodomitici. Si dice che l'autore abbia narrato di un'aggressione antisemita, ma in realtà tutto è molto più soft di quanto ci aspetteremmo. Alcuni studenti universitari, goliardi di una "Corporazione degli Alemanni" riconoscibili dai berretti blu, avanzano contro Fridolin mentre passa di notte per un angiporto. Uno di loro gli assesta una gomitata. Il medico è tentato di sfidare a duello l'aggressore ma poi ragiona sulle possibili conseguenze in cui potrebbe incorrere (mutilazione, cecità, setticemia, etc.), quindi desiste. Non si legge alcun insulto antisemita: l'intero attacco è muto. Pensavo che gli aggressori inveissero con epiteti duri e sanguinosi, ingiurie tipo "Saujude!" o "Judensau!", ma quando ho letto la novella ho potuto constatare che nulla di tutto ciò era presente: queste cose sarebbero venute in seguito. Non si potrebbe nemmeno essere sicuri che l'aggressione descritta da Schnitzler sia stata di matrice antisemita. In fondo, ai bulli non servono pretesti per aggredire. Sappiano che il movente era l'antisemitismo perché all'epoca esistevano società segrete e confraternite ispirate al pangermanesimo, che reputavano la popolazione ebraica come un nemico da distruggere. Cos'è accaduto nell'adattamento? Kubrick ha ingigantito l'aggressione e l'ha rivolta contro l'omosessualità. Resta comunque qualcosa di stonato e insensato: i bulli non avrebbero avuto motivo di etichettare l'aitante medico come "checca", "frociona" e via discorrendo.  
 
 
Curiosità varie 
 
La parte del protagonista fu offerta a Harrison Ford, che però non accettò la proposta. Kubrick non riuscì davvero a rassegnarsi e lasciò una traccia indelebile del suo desiderio frustrato, dando al medico di New York il cognome Harford, ottenuto proprio dall'abbreviazione di Harrison Ford. In più occasioni ebbe a dire che il protagonista ideale doveva essere un "Harrisonfordish Goy", ossia un non ebreo simile a Harrison Ford!
 
La parola d'ordine Fidelio è il titolo della sola opera lirica di Ludwig van Beethoven. Fidelio (dal latino fidelis "fedele") è il nome della protagonista, una donna che si traveste da uomo per salvare il suo amante.  
 
La maschera indossata da Bill Harford durante il rito esoterico è modellata sui lineamenti dell'attore Ryan O'Neal. Il riferimento che Kubrick voleva comunicare è a un altro capolavoro della sua filmografia: Barry Lyndon (1975). Ryan O'Neal ha interpretato proprio il ruolo dell'inquieto irlandese Barry Lyndon, un esule le cui peripezie per l'Europa sono mitiche.  

Il cast include ben sette registi: Sydney Pollack, Todd Field, Thomas Gibson, Rade Serbedzija, Alan Cumming, Brian W. Cook e Tom Cruise. Credo che sia un fatto notevole, di quelli che non si sono verificati di frequente nella storia della Settima Arte!  

L'attore tedesco Sky du Mont (nato Cayetano Neven du Mont) interpreta l'ungherese Sandor Szavost e mi è molto familiare, dato che ha anche interpretato ben 14 episodi della serie televisiva L'ispettore Derrick, di cui sono un fan accanito. In tutti i casi i personaggi erano carogne. Notevole è anche la sua interpretazione nel film I ragazzi venuti dal Brasile (The boys from Brazil, 1978), diretto da Franklin J. Schaffner, quello con un immortale Gregory Peck nel ruolo del sulfureo Zio Pepi. Sky è un personaggio eccezionale, nato a Buenos Aires da una famiglia nobile fuggita dalla Germania di Hitler. Un altro ramo della stirpe dei Du Mont, attivo nell'editoria, fu invece una colonna portante del Nazionalsocialismo, di cui diffuse con ogni mezzo le dottrine. 

Siccome Kubrick non sembrava in cattive condizioni di salute durante la lavorazione del film, si diffuse la credenza che la sua morte inattesa avesse a che fare con le sequenze rituali in maschera. Una potente setta sarebbe rimasta urtata da quanto il cineasta stava per rivelare al mondo e avrebbe provveduto a farlo avvelenare, prima che la pellicola uscisse nelle sale. Questa immaginaria setta avrebbe avuto le capacità di uccidere un regista famoso, ma al contempo non avrebbe in alcun modo potuto fermare la propalazione del film. Mi sembra poco credibile. Una conventicola potente deterrebbe, proprio per definizione, notevoli mezzi per fare pressione sulle autorità: non sarebbe così difficile far sparire qualcosa di scomodo. 
 
Il film fu girato interamente in Inghilterra. Nicole Kidman e Tom Cruise abitarono così a lungo a Londra che i loro due figli acquisirono un marcato accento britannico.
 
 
Conclusioni 

Fustigo la stupidità di coloro che contrappongono la "sana scopata" della coppia alla "insana scopata" al di fuori della coppia. Non c'è alcuna differenza ontologica tra i due atti: si tratta del contatto tra i corpi e di un semplice sfregamento di un budellino, da cui esce un po' di muco pieno zeppo di microscopici girini aggressivi. Un liquame genetico che è lo stesso, sia che venga emesso dal marito nel corpo della moglie o di una prostituta qualunque. Nessuno sembra averlo ancora caputo: la moglie stessa è una prostituta, si tratta di mereticio legalizzato dai poteri del mondo! Possibile che non ci arrivino? Ogni marito è l'equivalente di un pappone! Non bisogna fare di questo schifo un mito, né ammantare l'atto carnale di aspettative prive di senso!