A volte la gente non vuole ascoltare la verità perché non vuole vedere le proprie illusioni distrutte. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche)
sabato 20 febbraio 2016
L'ARGOMENTO DELL'ALTERNANZA TRA VOCALE SEMPLICE E DITTONGO: UNA CONFUTAZIONE
venerdì 19 febbraio 2016
PROVE INTERNE DELLA PRONUNCIA RESTITUTA DEL LATINO: LO SCAMBIO TRA H E F INIZIALI
250. Esso probabilmente scomparve prima in posizione mediana: S., 266. Quintiliano raccomanda la grafia deprendere: S., 266. Gellio dice che ahenum, vehemens, incohare sono arcaici; Terenziano Scauro chiama scorretti reprehensus e vehemens, e tanto lui quanto Velio Longo dichiarano che in prendo non vi è h: S., 266. Probo afferma che traho è pronunciato trao: Lindsay, 57. Cfr. App. Pr. «adhuc non aduc». Nelle iscrizioni troviamo forme come aduc, comprendit, cortis, mi, nil, vemens: S., 267-268.
251. H iniziale fu senza dubbio fievolissimo e spesso muto durante la repubblica. Al tempo di Cicerone e nei primi tempi dell'impero s'ebbe un tentativo di rimetterlo in uso nella società colta, che condusse a frequenti abusi tra gli indotti, proprio come accade oggi nel volgo londinese: per le sedicenti eleganze chommoda, hinsidias, ecc., di «Arrio», vedi S., 264.
Quintiliano dice che gli antichi usarono poco l'h e dà per esempio «ædos ircosque»: S., 263. Gellio cita P. Nigidio Figulo per provare che «rusticus fit sermo si aspires perperam»; ma parla delle passate generazioni - cioè contemporanee a Cicerone - come quelle che usavano moltissimo l'h, in parole come sepulchrum, honera: S., 263-264. Pompeo nota che h talvolta fa posizione, come in terga fatigamus hasta (Aen. IX, 610), talvolta no, come in quisquis honos tumuli (Aen., IX, 610): Keil, V, 117. I grammatici si trovarono costretti a discutere minutamente la grafia delle parole con o senza h: S., 264-265.
H manca in alcune iscrizioni verso la fine della repubblica: arrespex (per haruspex), ecc., S., 264. In Roma si sono trovati: E[REDES], C. I. L., I, 819. A Pompei l'h è liberamente omesso; e dopo il terzo secolo esso è dovunue, poco più poco meno, usato senza far differenza tra vocaboli: abeo, abitat, anc, eres, ic, oc, omo, ora, ecc, haram, hegit, hossa, ecc., S., 265-266. Cfr. ospitium, ymnus, ecc., heremum, hiens, hostium, ecc., Bechtel, 77-78; ortus, ecc., hodio, ecc., R., 462-463.
252. Dopo che h ebbe cessato di suonare, venne fuori una pronuncia scolastica dell'h mediano come k, che è perdurata nella pronunzia italiana del latino e ha intaccato alcune parole in altre lingue: michi, nichil, Bechtel, 78; R., 455 Cfr. E. S. Sheldon, Harvard Studies and Notes in Philology and Literature, I (1982), 82-87.
Similar forms roughly classed by the grammarians as 'Old Latin' we may believe to have been dialectal, e. g. fordeum for hordeum, folus for hŏlus, fostis for hostis, fostia for hostia, &c., though some of them may be mere coinages to strengthen the argument for the spelling with h- (see Quint, i. 4. 14 ; Ter. Scaur. pp. II, 13 K.; Vel. Long. p. 81 K. ; Paul. Test. 59. 21 Th. &c.).
A Faliscan inscription has foied for hodie (Not. Scav. 1887, pp. 262, 307) : foied uino pipafo kra karefo 'hodie vinum bibam, eras carebo,' but a Sabine inscription has hiretum, apparently from the root ĝher- (?gher-) (Osc. heriiad, Gk. χαίρω, &c.), and Ter. Scaurus (13. 9 K.) quotes haba (Lat. faba, O. SI. bobu, I.-Eur. bh-) as Faliscan. (See von Planta, i. p. 442 ; Löwe, Prodr. p. 426 ; and on the interchange of f and h in Etruscan inscriptions, Pauli, Altitaliscke Forschungen, iii. p. 114). Lat. fel has been explained as a dialectal form for *hel (cf. Gk. χόλος) and fovea for *hovea (Gk. χειά) (cf. the gloss 'fuma' terra, C. G. L. v. 296. 50).
domenica 14 febbraio 2016
PROVE INTERNE DELLA PRONUNCIA RESTITUTA DEL LATINO: I PERFETTI RADDOPPIATI
2001, pp. 77-78.
*ce-căd-i > ce-cid-i
cano
*ce-căn-i > ce-cin-i
curro
*ce-curr-i > cu-curr-i
disco < *didcsco
*de-dic-i > di-dic-i
fallo
*fe-fall-i > fe-fell-i
*me-men-i >5 me-min-i
2 Cfr. Di Giovine 1996, p. 116; Marinetti-Prosdocimi
1994a, p. 296.
3 Cfr. Vineis 1997, p. 336.
4 Cfr. ivi, p. 336.
5 Si tratta di una forma derivata da *me-men-ai
(Gamkrelidze-Ivanov 1995, p. 261).
me-mord-i >1 mo-mord-i
pango
*pe-păg-i > pe-pig-i
parco
*pe-parc-i > pe-perc-i
pario
*pe-păr-i > pe-per-i
pello < *pelno2
*pe-pel-i >3 pe-pul-i
pendo
pe-pend-i
posco
*pe-posc-i > po-posc-i
pungo
*pe-pŭg-i > pu-pug-i
spondeo
*spe-pond-i > spo-pond-i
tendo
te-tend-i
tondeo
*te-tond-i > to-tond-i
tundo
*te-tŭdi > tu-tud-i
o. fefacid
u. fefure
o. fifikus
u. peperscust
u. pepurkurent
2 Cfr. Pokorny 1959, p. 801; Marinetti-Prosdocimi 1993,
pp. 258-259.
3 Si tratta di una forma derivata da *pe-pel-ai (Vineis
1997, p. 336).
4 Cfr. Buck 1904, p. 170.
/*kan-/ - /*ke-kan-/
/*kurs-/ - /*ke-kurs-/
/*didk-sk-/ - /*de-dek-/
/*fals-/ - /*fe-fals-/
/*mord-/ - /*me-mord-/
/*pang-/ - /*pe-pag-/
/*park-/ - /*pe-park-/
/*par-/ - /*pe-par-/
/*pel-n-/ - /*pe-pel-/
/*pend-/ - /*pe-pend-/
/*porsk-/ - /*pe-porsk-/
/*pung-/ - /*pe-pug-/
/*spond-/ - /*spe-(s)pond-/
/*tend-/ - /*te-tend-/
/*tond-/ - /*te-tond-/
/*tund-/ - /*te-tud-/
/*kan-/ - /**tʃe-tʃin-/
sabato 31 ottobre 2015
GALLETTI REALI E FANTOMATICI CECI
Sarmenti scurrae pugnam Messique Cicirri,
Musa, velim memores et quo patre natus uterque
contulerit litis.
che tu ci ricordassi in poche parole la guerra del buffone Sarmento
e di Messo Cicirro e da quale padre nati l'uno e l'altro
vennero alla zuffa."
Il brano di Orazio (satira 1,5) è questo:
"L’illustre stirpe di Messio sono gli Osci; vive ancora la Signora di Sarmento: i nati da questi due antenati vennero allo scontro. Per primo Sarmento: “Dico che sei simile ad un cavallo selvaggio.” Ridiamo e lo stesso Messio: “Va bene” e muove la testa: “o se la tua fronte non avesse il corno tagliato”, disse, “cosa faresti quando minacci così con le corna tagliate ?” Una ignobile cicatrice gli deturpava la fronte pelosa dalla parte sinistra della faccia. Dopo aver lanciato molti motti in faccia e sulla malattia campana chiedeva se ballasse la danza del pastore Ciclope: diceva che non aveva bisogno della maschera e dei tragici coturni. Cicirro all’indirizzo di questi motteggi diceva molte cose: chiedeva se aveva già donato al Lari la catena per grazia ricevuta; per il fatto che era scrivano, per nulla minore era su di lui il diritto della sua padrona; chiedeva infine perché qualche volta era fuggito lui, al quale sarebbe bastata una libbra di farro dato che era così piccolo e gracile. Insomma la cena si prolungava piacevolmente."»
Dialetto |
Voce |
Basilicata |
cic’r |
Calabria |
ciciaru |
Campania |
cìcero |
Liguria |
çeìxo
(sing.), çeìxi (pl.)* |
Piemonte |
cisi |
Puglia |
cìcere |
Sardegna |
cixiri
(pronuncia: cijiri), basolu pittudu o tundu |
Sicilia |
cìciru |
ceci |
aiolu pizzutu |
Sardegna |
siniscola |
ceci |
cic’r |
Puglia |
Bari |
ceci |
ciceri |
Calabria |
locride |
ceci |
ciceri |
Puglia |
Soleto
(Lecce) |
ceci |
ciciari |
Calabria |
Reggio
Calabria |
ceci |
ciciri |
Calabria |
Casabona |
ceci |
ciciri |
Calabria |
Delianova
|
ceci |
cìciri |
Puglia |
nardò |
ceci |
ciciri |
Puglia |
Salento
Sud |
Ceci
abrustoliti |
càlia |
Calabria |
Reggio
Calabria |
cecio |
cic’ |
Lazio |
Pastena
(FR) |
cecio |
ciciru |
Puglia |
Salento
Sud |
cecio o ceci |
ciciru o ciciri |
Sicilia |
Avola
SR |
2) Ne altera l'accento e la pronuncia, foggiando un falso per poterlo usare per i propri scopi;
3) Proietta questa parola all'indietro nei secoli:
4) Prende una parola attestata in Orazio e la identifica con la parola da lui fabbricata e illecitamente proiettata nel passato romano.
martedì 14 luglio 2015
LA PRETESA ASSONANZA TRA SOCIUS E SOSIA IN PLAUTO: UN PROBLEMA INESISTENTE
1) non Socia ma socium
Questo è il brano dell'Amphitrio:
italiano
MERCURIO: Dicevi di essere "Sosia", (servo) di Anfitrione.
SOSIA: Mi ero sbagliato: volevo dire di essere "socio" di Anfitrione.
Latino
MERC.: Amphitruonis te esse aiebas Sosiam.
SOS.: Peccaveram, nam Amphitruonis socium memet esse volui dicere"
NAM 'ÁMPHITRUONIS SÓCIUM' DUDUM ME ÉSSE VOLUI DICERE.
sabato 24 gennaio 2015
2) La radice ḫūd- "rapido, pronto a colpire" in ittita è un affioramento di un sostrato tirrenico: si tenga conto che le lingue anatoliche hanno un'imponente quantità di lessico la cui origine è ignota e non collegabile a un'origine indoeuropea.
/hu:d-/ "rapido, pronto a colpire" : Huθs