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giovedì 26 gennaio 2017


ROGUE ONE

Titolo originale: Rogue One: A Star Wars Story
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2016
Durata: 133 minuti 
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2.35:1
Genere: Fantascienza, azione
Regia: Gareth Edwards
Soggetto: John Knoll, Gary Whitta
Sceneggiatura: Chris Weitz, Tony Gilroy
Produttore: Kathleen Kennedy, Allison Shearmur,
    Simon Emanuel
Produttore esecutivo: John Knoll, Jason D.
    McGatlin
Casa di produzione: Lucasfilm
Distribuzione (Italia): Walt Disney Studios Motion
    Pictures
Fotografia: Greig Fraser
Montaggio: Jabez Olssen, John Gilroy, Colin
    Goudie
Effetti speciali: Neil Corbould, John Knoll
Musiche: Michael Giacchino
Scenografia: Doug Chiang, Neil Lamont
Interpreti e personaggi   
    Felicity Jones: Jyn Erso
    Diego Luna: Cassian Andor
    Ben Mendelsohn: Orson Krennic
    Donnie Yen: Chirrut Îmwe
    Mads Mikkelsen: Galen Erso
    Alan Tudyk: K-2SO
    Riz Ahmed: Bodhi Rook
    Jiang Wen: Baze Malbus
    Forest Whitaker: Saw Gerrera
Doppiatori italiani   
    Valentina Favazza: Jyn Erso
    Francesco Venditti: Cassian Andor
    Stefano Benassi: Orson Krennic
    Enrico Pallini: Chirrut Îmwe
    Davide Marzi: Galen Erso
    Christian Iansante: K-2SO
    Emiliano Coltorti: Bodhi Rook
    Dario Oppido: Baze Malbus
    Roberto Stocchi: Saw Gerrera 

Trama:
Siamo in un'epoca che precede di poco i fatti del primo Guerre Stellari, l'Episodio IV. Galen Erso è uno scienziato che,
dopo aver collaborato per anni con l'Impero Galattico, si è ritirato su Lah'mu, un umido pianeta sperduto e situato come tanti altri nel famigerato ano della Galassia. Vive isolato in quella desolazione nebbiosa assieme alla moglie Lyra e alla figlia Jyn Erso, facendo l'agricoltore. L'Impero riesce comunque a localizzarlo. Accade così che un giorno l'esule riceve la visita del Direttore Imperiale Orson Krennic e dei suoi uomini, che lo vogliono per completare la progettazione della Morte Nera. Dopo qualche tentativo di convincere Galen Erso con le buone a seguirlo, Krennic passa alle maniere forti. Lo scienziato viene catturato, sua moglie finisce uccisa in uno scontro a fuoco, mentre Jyn riesce a fuggire. La bambina si nasconde in una buca, da cui viene tratta dal ribelle Saw Gerrera. Dopo quindici anni, Galen convince il pilota imperiale rinnegato Bodhi Rook a raggiungere l'Alleanza Ribelle e a consegnare un messaggio per rendere nota l'esistenza della nuova arma di distruzione planetaria. Qualcosa va storto e il messaggero cade nelle mani della fazione estremista capeggiata da Gerrera. Jyn langue in un campo di prigionia imperiale su un pianeta fangoso. I ribelli la fanno evadere per cercare di risalire a Galen Erso e ucciderlo, impedendogli di portare a termine la costruzione della Morte Nera. Assieme al droide K-2SO e all'ufficiale ribelle Cassian, la ragazza raggiunge il pianeta desertico Jedha, quasi una copia di Tatooine, per incontrare Gerrera. Questi le mostra il messaggio avuto da Rook. Nello scritto il progettista rivela di aver messo scientemente un punto debole nella Morte Nera in modo tale da renderne possibile l'annientamento (curiosamente l'errore lo si ritroverà tal quale nella seconda Morte Nera e nella stazione Starkiller). Nel frattempo il Governatore Tarkin si mostra scettico riguardo a questo progetto, così Krennic per convincerlo sperimenta la potenza di fuoco della Morte Nera sulla città di Jedha City, distruggendola. Si scatena l'inferno e Gerrera rimane ucciso in un crollo. Rook, Jyn e il monaco cieco Chirrut Îmwe fuggono sul pianeta Eadu, dove Galen è costretto a servire in un centro di ricerca dell'Impero. Mentre lo scienziato rivela al Direttore Krennic di aver tradito l'Impero, provocando la rappresaglia, i ribelli assaltano il centro di ricerca. Galen Erso rimane ucciso. Jyn sa che i file del progetto della More Nera si trovano nell'immenso database imperiale sul pianeta Scarif, così spinge affinché l'Alleanza Ribelle organizzi una spedizione per sottrarli. La maggior parte del comando dell'Alleanza respinge la proposta sia perché ritiene che la ragazza parli senza prove concrete, sia perché si cagano tutti in mano per la paura alla sola idea di una simile impresa. A questo punto Jyn Erso decide di raccogliere un gruppo di volontari e di compiere ugualmente l'impresa, eludendo la sorveglianza. Ecco che nasce il nome in codice Rogue One, che designa il gruppo clandestino. Su Scarif inizia l'operazione. Jyn, Cassian e K-2SO riescono a infiltrarsi e a sottrarre i piani, coperti dai ribelli che compiono azioni d'attacco per sviare l'attenzione delle truppe imperiali. Quando l'Alleanza Ribelle viene a sapere cosa sta accadendo, coloro che si erano mostrati codardi serrano le chiappe spingendosi dentro gli stronzi: ripreso coraggio decidono di andare su Scarif ad aiutare Jyn e i suoi. Il Grand Moff Tarkin perde la pazienza e ordina di raggiungere Scarif con la Morte Nera, allo scopo di annientare il centro informatico del pianeta. Jyn e i suoi moriranno come martiri, riuscendo però a inviare i piani della Morte Nera alla nave di comando dell'Alleanza Ribelle. Darth Vader a questo punto guida una spedizione per assaltare la nave che ha captato i piani. Tuttavia questi vengono trasmessi alla Principessa Leia Organa, il cui volto si dipinge di gioia, ignara del fatto che il Signore Nero dei Sith è già sulle sue tracce.

Recensione:  
Un film decisamente migliore di Star Wars: Il Risveglio della Forza, nonostante tutti i suoi limiti. Tecnicamente è uno spin-off, inteso come primo film della serie Anthology, formata da una serie di episodi tra loro indipendenti e ambientati in vari periodi dell'arco temporale della Storia Galattica descritto dalla Saga di Guerre Stellari. Non mi dispiace affatto, nonostante la mia mente forse troppo critica non esiti a riscontrarvi numerose imperfezioni.

Etimologia di Jedha

Anche se il nome Jedha rimanda chiaramente per assonanza alla città saudita di Jedda - ed è possibile che il toponimo mediorientale l'abbia davvero ispirato - è chiaro che la sua origine deve essere la stessa radice del termine Jedi. Possiamo pensare che significhi "Luogo dei Jedi". Sulla capitale del pianeta si trovava infatti un grande tempio della setta Jedi degli Whill, rinomato a livello galattico e ritenuto di capitale importanza. Per inciso, le Cronache degli Whill sono menzionate nel libro Guerre Stellari, tratto dall'Episodio IV e scritto dallo stesso George Lucas. Per quanto riguarda l'etimologia di Jedi, siamo ben lungi dall'averla individuata con sicurezza. Appartiene a uno strato di parole antiche, come Sith, Darth, Padawan, midichlorian, Moff e via discorrendo. Mentre l'etimologia di Sith è stata chiarita - la parola nell'antica lingua di Ziost e di Korriban significa "supremo", "divino", "perfetto" - l'origine di Jedi è ancora avvolta nel mistero. A questo proposito si possono avanzare due ipotesi: 

1) George Lucas avrebbe adattato il vocabolo giapponese jidaigeki (時代劇), che indica un genere di dramma teatrale, cinematografico o televisivo dedicato alle gesta dei Samurai. Si tratta di una parola composta, formata a partire da geki "dramma" e da jidai "età". In un'occasione il regista avrebbe dichiarato di aver dato vita ai Cavalieri Jedi e al loro peculiare modo di intendere la realtà ispirandosi alla dottrina di una setta buddhista Zen del Giappone.
2) George Lucas avrebbe tratto ispirazione dal Ciclo di Barsoom di Edgar Rice Burroughs (da non confondersi col tossicomane William Seward Burroughs, autore tra le altre cose di Checca). Nella conlang barsoomiana o marziana si trovano i vocaboli Jed "Re" e Jeddak "Imperatore". Tra l'altro, lo stesso Lucas progettava di trasporre in un film i romanzi di E.R. Burroughs su Barsoom, di cui era grande estimatore. 

Personalmente propenderei per la seconda ipotesi, pur essendo la semantica tutt'altro che soddisfacente. Quello che appare lampante è che in Jedha deve essere presente un suffisso -ha di valore locativo, anche se non sono riuscito a trovare altri esempi della sua applicazione.

Etimologia di Rogue 

George Lucas immagina che il genere umano abbia colonizzato nell'arco di molti millenni la galassia lontana in cui si svolge la Saga, portando con sé la lingua inglese. Con passar del tempo da questo inglese colloquiale si sarebbe formata la lingua franca detta Basic, che avrebbe assorbito strati di vocaboli non umani, pur conservando un nucleo di parole di origine remota e terrestre. Per questo motivo il nome di Luke Skywalker è formato a partire da quello dell'Apostolo Luca e da un composto che significa "Camminatore del Cielo". Quello che Lucas non è mai riuscio a capire è l'estrema evolutività della lingua inglese, testimoniata dall'abisso che separa i versi del Beowulf da quelli di Bob Dylan. Così si postula che numerosi monosillabi siano articolati dai Jedi e dagli Imperiali secondo la pronuncia attuale. Tra questi vocaboli c'è anche quello che dà origine al titolo del film. Il termine inglese rogue /roʊ̯g/ è glossato come "idle vagrant" e si può tradurre in italiano con "vagabondo". Di certo deriva dall'inglese gergale roger, pronunciato /'roʊ̯gə/ con la consonante /g/ occlusiva ("dura") e usato per indicare un accattone, un uomo che si finge povero per estorcere ai passanti l'elemosina. In ultima istanza le sue radici affondano nel verbo latino rogare "richiedere". Si deve in ogni caso menzionare il fatto che rogue in inglese ha anche diversi altri significati, come "imprevedibile", "solitario" (detto di animali, specie dell'elefante), "ingannevole", "disruttivo" (detto di onde). In francese esiste rogue "arrogante" (antico rogre), che è un prestito dal norreno hrokr "esuberanza, eccesso". Anche se non ha la stessa origine dell'inglese rogue nel senso di "vagabondo", è ben possibile che sia il giusto etimo della stessa parola in altre sue accezioni, specialmente in riferimento a onde anomale o ad animali solitari ed aggressivi. È stata avanzata l'ipotesi di un'origine della parola inglese dal bretone rog "altezzoso", ma questo è impossibile, dato che la parola bretone è un presito dal francese importato dai Normanni e non una parola celtica genuina. L'italiano arrogante ha la stessa origine del rogue che stiamo trattando: è un dottismo derivato dal latino arrogare (< ad- + rogare). Il famoso Rugantino di Roma ne è una variante, formata da un precedente *Arrogantino, cfr. ruganza "arroganza". Queste sono le meraviglie della filologia: dimostrare che Rogue One e Rugantino hanno qualcosa in comune. 

Un portento artificiale

Più ci penso e più giungo alla conclusione che l'attimo in cui la Morte Nera eclissa il sole di Jedha è genio assoluto. Possiamo dire che è anche un Gedanken, ossia un esperimento concettuale: un caso di portento funesto artificiale, interamente di produzione umana. C'è qualcosa di sinistro e di sommamente inquietante. Se l'eclisse di sole porta disgrazia quando è naturale, che dire di un eclisse di sole che è stato prodotto artificialmente da una Stella della Morte costruita dall'uomo? Tutto l'orrore del futuro incalzante è implicito nell'umana macchinazione, cosa che finora non è mai stata davvero vista. 

Tentativi di adattamento tecnologico

Quando iniziò la Saga di Guerre Stellari, nel lontano '77, si aveva un'idea molto limitata della tecnologia futuribile. Soprattutto non si concepivano i prodigiosi sviluppi dell'informatica sul finire del XX secolo e agli inizi del XXI. Il concetto stesso di Internet era tanto fantascientifico da essere al di fuori della portata anche per le menti più sognatrici. Gli stessi artefici delle reti militari e universitarie degli anni '70, da cui sarebbe nato il World Wide Web, non avevano il benché minimo sentore degli sviluppi che sarebbero seguiti. Così Star Wars è nato con una tecnologia assolutamente rozza, spesso nella totale ignoranza delle leggi della Fisica. Con Rogue One, a distanza di tanto tempo, si è sentita la necessità di colmare il gap tecnologico tra la Saga e il nostro mondo, introducendo ad esempio il concetto di file. La Principessa Leia Organa riceve dei file con i piani della Morte Nera, tratti da un archivio informatico. Nel '77 invece la nobildonna alderaaniana riceveva schede perforate che subito nascondeva in quel barattolo arrugginito conosciuto come R2-D2 alias Ci-Uno Pinotto. Ora facciamo un esperimento. Guardiamo Rogue One e subito dopo l'Episodio IV che è il suo naturale seguito. Sostenere il confronto è impossibile. Assisteremmo al prodigio dei file che si trasformano per incanto in manufatti preistorici. Vedremmo la tecnologia fare passi da gigante all'indietro, come un gambero. Persino l'azione indiavolata di Rogue One diventerebbe calma quasi piatta. Posso garantire che non riusciremmo a reggere il contrasto stridente tra due mondi che non si saldano.      

Un'assurdità sesquipedale

I due droidi C-3PO (ex D-3BO) e R2-D2 (ex C1-P8) compaiono in una scena lampo sulla luna selvosa di Yavin. Il robot dorato strilla come una femminuccia, in preda a un'angoscia isterica: "SCARRI?! VANNO SU SCARRI?!" Nemmeno Scarif riesce a dire in modo corretto. Il nome del pianeta diventa SCARRI. Un'apparizione estemporanea quanto molesta: mi è bastata la vocina stridula di quell'arga di latta per guastarmi l'umore. Ora, la presenza degli osceni barattoli in quel contesto non ha assolutamente senso. I due ammassi di ferraglia appartenevano al seguito della Principessa Leia, la cui nave fu abbordata da Darth Vader nei pressi di Tatooine. Infatti i due robot, che nemmeno si conoscevano, riuscivano a lanciarsi in una capsula e a mettersi in salvo sul pianeta desertico ruotante attorno a una stella doppia. Al mercato dei droidi, in seguito l'omuncolo dorato dirà di aver già lavorato in passato col la lattina blu e grigia, ma la sua è da intendersi come una grossolana menzogna per convincere lo zio di Luke a non separare la coppia. Gli stupidissimi archeorobot, dopo lunghe peripezie, arrivavano sul quarto satellite di Yavin una volta liberata Leia dalla sua prigione nella Morte Nera. Non ci erano mai stati prima. Siccome la Battaglia di Scarif è avvenuta prima della distruzione della Morte Nera, e siccome la nave di Leia ha ricevuto i piani della Morte Nera solo alla fine del film Rogue One, come diamine facevano a essere alla base della Resistenza sulla luna di Yavin? Impossibile. Non basta: la comparsa di C-3PO e di R2-D2 negli episodi I, II e III della saga è un'assurdità escogitata per far contente le macchinette smerdanti chiamate "bambini" e tenerle buone durante le proiezioni. Per me vale, come se fosse stata pronunciata nella lingua dei miei Padri, la frase di Obi Wan Kenobi pronunciata alla vista del pigolante congegno cilindrico: "Veramente non ricordo di aver mai posseduto un droide". Quando ho sottoposto la questione ad alcuni fan di Star Wars, ho provocato in loro reazioni isteriche. Uno di loro, virile come una vagina, si è messo a strillare che i droidi appartenevano a Bail Organa e che per questo erano su Yavin 4, inviperito come se fosse stato testimone reale di fatti che, forse si dimenticava di comprendere, sono puramente immaginari.

Un difetto irritante  

Nella trama sono inserite alcune sequenze il cui intento è quello di dare spiegazione di fatti a noi ben noti occorsi in altri film. Ad esempio, proprio mentre la distruzione di Jedha City incombe e tra le sue vie si scatena il pandemonio, in mezzo alla folla eterogenea compare un individuo odiosissimo che abbiamo già visto nel primo Guerre Stellari, quello del '77: si tratta di un disgustoso e sudicio omiciattolo che sembra avere uno scroto penzolante al posto del naso. Si tratta del ribaldo che nel bar di Mos Eisley si vantava di essere stato condannato a morte su dodici sistemi diversi. Secondo alcuni commentatori con lui c'era anche un trichecoide già visto su Tatooine, ma non deve essere rimasto impresso nella mia retina e non lo rammento. Questa tecnica, a cui è dato il nome di cameo, a mio avviso è nociva e dovrebbe essere abolita. Inserendo un cameo, gli artefici del film vogliono far passare lo spettatore per un idiota e introducono fastidiose discontinuità nella narrazione, dal momento che c'è qualcosa di subliminale e di intrusivo in queste sequenze informative aggiunte in modo fulmineo quando uno meno se le aspetta. Torniamo ora al criminale sporchissimo dal naso a forma di scroto e al suo compare con la faccia che sembra un deretano. Che ci facevano su Jedha? Come hanno fatto a fuggire su Tatooine, dove Luke e Obi-Wan li ritroveranno un po' di tempo dopo? Ricordiamoci che il pianeta era sotto occupazione imperiale e supersorvegliato. Sarebbe come pensare di vedere El Chapo farsi una pizza proprio sotto gli occhi della Polizia di Stato americana a due passi dalla frontiera.  

Star Wars e le sue infinite contraddizioni 

Abbiamo visto nell'Episodio II - L'attacco dei cloni, che i piani della Morte Nera appartenevano al Conte Dooku, il separatista galattico ispirato alla figura di Umberto Bossi. Già, rammento bene quegli eventi: il Conte Dooku alias Bossi Galattico, interpretato da un superbo e tenebroso Christopher Lee (già Saruman), aveva ricevuto i progetti dell'esiziale pianeta artificiale su Geonosis, un mondo desertico abitato da creature da incubo simili a pterodattili umanoidi, i cui consessi parevano strepitar di diavoli a Malebolge. Si deduce quindi che il progetto della Morte Nera antecedeva di molto l'Impero, situandosi ai tempi della Vecchia Repubblica sull'orlo della guerra civile. Del fantomatico progettista Galen Erso non si fa menzione da nessuna parte. Come conciliare queste due versioni contraddittorie della nascita della Morte Nera? Semplice: non è possibile. Quando si deve gestire un'immensa mole di informazioni e di creazioni scaturite dalla fantasia di un gran numero di ideatori, non si può pretendere coerenza alcuna. Le inconsistenze si moltiplicano col passare degli anni, arrivando a pullulare e a brulicare come larve in una carcassa. Ogni illusione di controllo è vana. Più si cerca di capire qualcosa, più si sprofonda senza rimedio in un sogno confusionario privo di qualsiasi logica consequenziale. Le cose sono anche peggiorate da quando Lucas e i suoi prestanome hanno cominciato a manifestare segni evidenti di autorazzismo.

martedì 24 gennaio 2017


STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA

Titolo originale: Star Wars: The Force Awakens
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2015
Data di uscita: 14/12/2015 (Los Angeles);
   18/12/2015 (United States, Canada)
Durata: 136 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Rapporto: 2,35:1; 1,44:1 (sequenze IMAX)
Genere: Fantascienza, azione
Regia: J. J. Abrams
Soggetto: Michael Arndt
Sceneggiatura: Lawrence Kasdan, J. J. Abrams,
    Michael Arndt (prima bozza)
Produttore: Kathleen Kennedy, J. J. Abrams, Bryan
    Burk
Produttore esecutivo: Tommy Harper, Jason D.
    McGatlin
Casa di produzione: Lucasfilm (acquisita da The
    Walt Disney Company), Bad Robot Productions
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion
    Pictures
Fotografia: Daniel Mindel
Montaggio: Mary Jo Markey, Maryann Brandon
Effetti speciali: Chris Corbould, Roger Guyett
Musiche: John Williams
Scenografia: Rick Carter, Darren Gilfort
Costumi: Michael Kaplan
Trucco: Amy Byrne
Interpreti e personaggi   
    Harrison Ford: Han Solo
    Mark Hamill: Luke Skywalker
    Carrie Fisher: Leia Organa
    Adam Driver: Kylo Ren
    Daisy Ridley: Rey
    John Boyega: Finn
    Oscar Isaac: Poe Dameron
    Lupita Nyong'o: Maz Kanata
    Andy Serkis: Leader Supremo Snoke
    Domhnall Gleeson: Generale Hux
    Anthony Daniels: C-3PO
    Peter Mayhew: Chewbacca
    Max von Sydow: Lor San Tekka
Doppiatori italiani   
    Michele Gammino: Han Solo
    Ottavia Piccolo: Leia Organa
    David Chevalier: Kylo Ren
    Benedetta Degli Innocenti: Rey
    Luca Mannocci: Finn
    Gabriele Sabatini: Poe Dameron
    Chiara Gioncardi: Maz Kanata
    Massimo Corvo: Leader Supremo Snoke
    Simone D'Andrea: Generale Hux
    Mino Caprio: C-3PO
    Luciano De Ambrosis: Lor San Tekka
Budget lordo: 306 milioni di dollari
Budget netto: 245 milioni di dollari
Incassi: 2.068,2 miliardi di dollari

Trama:  
Un trentennio dopo la Battaglia di Endor, in cui la Seconda Morte Nera è stata annientata, è il tempo della Nuova Repubblica. Il governo provvisiorio guidato dal generale Leia Organa lotta contro il Primo Ordine, erede dell'Impero. In questo fosco scenario, accade un fatto portentoso e funesto: Luke Skywalker fa perdere le sue tracce. Al suo gesto non c'è spiegazione: sono davvero minime le probabilità che si sia lasciato sedurre da una mulatta con un paio di poppe gigantesce e un lato B spropositato. La Resistenza - che conserva il suo nome anche se a governare è la Nuova Repubblica - cerca di passare al pettine la galassia alla ricerca del Jedi scomparso. Il pilota della Resistenza Poe Dameron deve incontrarsi con Lor San Tekka su Jakku, un pianeta desertico posto proprio sul bordo estremo di quella che potrebbe chiamarsi la regione anale della Galassia. Questo Lor San Tekka avrebbe chissà come in suo possesso una mappa magica che spiegherebbe dove si trova Luke Skywalker, un evidente specchietto per allodole, alla cui esistenza tuttavia credono anche gli eredi degli Imperiali guidati da Kylo Ren. Il Sith giunge su Jakku, individua il villaggio in cui si trova il pilota e sferra un attacco. Poe Dameron nasconde in fretta e furia la mappa magica in un droide - cosa abbastanza scontata. Kylo Ren ordina il totale sterminio degli abitanti del villaggio, uccide Lor San Tekka e cattura Dameron. Un assaltatore si fa prendere da scrupoli di coscienza di fronte al genocidio in atto: evidentemente si aspettava che l'Impero fosse il villaggio dei Puffi. A quanto pare il soldato si chiama BB-8: dice di essere stato tolto alla famiglia prima di averne ricordi, ma più probabilmente sarà nato da una vasca di clonazione, per questo ha soltanto una sigla per nome. Fatto sta che nella sua fuga incontra una ragazza chiamata Rey, che conduce un'esistenza di estrema miseria in cui si guadagna da vivere rovistando tra i rottami scovati nel deserto e rivendendo a un ricettatore i reperti. Durante la fuga, ecco che i due salgono su una nave spaziale abbandonata che per incanto si rivela essere proprio il Millenium Falcon. Inizia una lunga serie di peripezie. Il Falcon viene catturato proprio da Han Solo e da Chewbacca, che fanno così la conoscenza dell'impavida Rey. Dopo aver affrontato un'invasione di crostacei giganti, finiscono tutti su un tenebroso pianeta chiamato Takodana, che è un Omphalos del Male. Tra mille turpitudini abita Maz Kanata, una laida tenutaria di bordello dedita alla pirateria. La sua fortezza, non diversamente da quella di Jabba the Hutt, è la somma di tutte le depravazioni umane e non umane. Numerose prostitute vi esercitano il meretricio e hanno contatti carnali con abominevoli mostri alieni, tanto che al confronto le orge di Berlusconi nella reggia di Hardcore sono liquidabili come scherzetti di educande. La maitresse Maz Kanata è sì una lussuriosa vecchiaccia che desterebbe il vomito nel più affamato tra i "morti di figa", ma è anche una fervente seguace della religione dei Cavalieri Jedi: crede nella Forza e custodisce la spada di Luke Skywalker in un segreto recesso. Del resto simili contraddizioni sono più la norma che una rarità. A questo punto il Primo Ordine sferra il suo attacco proprio su Takodana. Il corso degli eventi si fa convulso e procede con incredibile accelerazione. In una ripetizione dello scontro tra Obi-Wan Kenobi e Darth Vader, ecco Han Solo a faccia a faccia con Kylo Ren, il suo figlio deviato. Cerca di riportarlo al Lato Chiaro della Forza ma non ci riesce e finisce trafitto dalla spada laser del Sith. La mortale arma del Primo Ordine, una riedizione delle due precedenti Morti Nere, finisce distrutta: qualcuno ha definito questo prevedibile esito come il terzo madornale errore strategico nella breve esistenza dell'Impero alias Primo Ordine. Dopo aver compiuto la loro missione, Rey, Finn e lo Wookiee ritornano alla base su un pianeta sicuro, dove hano modo di riprendersi. L'estrema dimora di Luke Skywalker viene infine identificata: è un'isola su un pianeta le cui genti native, da lungo tempo estinte, dovevano somigliare agli antichi Sardi. Rey vi giunge sul Falcon in compagnia di Chewbacca, riesce a trovare il Jedi e a consegnargli la sua spada laser. 

Panoplia satyrica

Han Solo 
Sembra l'ombra di se stesso. Un tempo faceva il contrabbandiere per Jabba the Hutt ed era coinvolto in uno spaventoso giro di pornografia tra umani e specie aliene. Si sospetta che intrattenesse rapporti masturbatori con Chewbacca prima di riuscire a sedurre Leia Organa e di trasmetterle una gran quantità di morbi venerei (come se le scelleratezze da lei compiute alla corte di Jabba fossero irrilevanti). 

Generale Leia Organa 
Una Carrie Fisher molto invecchiata. Passato lo stadio della milf e della mature, la si potrebbe definire una grannie. Per spiegare questa comprensibile involuzione del suo aspetto, la Principessa alderaaniana viene descritta come "un po' più distrutta dalla guerra, con il cuore spezzato". Miglior spiegazione è una gonorrea permanente. A distruggere la vita dell'attrice è stata la droga e questo deve essere ricordato sempre - con buona pace dei decerebrati il cui motto è: "Se dici che la droga fa male sei fascista"

Kylo Ren 
Figura grottesca, una caricatura di Darth Vader è una chiara reminiscenza del Casco Nero di Balle Spaziali. Quasi un Sith nerd dall'improbabile elmo dotato di uno strano becco. Se fosse stato mostrato nell'atto di giocare con i pupazzetti la cosa non mi avrebbe stupito. Viene descritto come capo dei Cavalieri di Ren. Ebbene, dove sono gli altri Cavalieri di Ren? Il suo discorso agli Assaltatori mostra palesi reminiscenze della retorica del Nazionalsocialismo. Il teorema è sempre lo stesso e tipicamente americano: se una data cosa X è il Male, dato che il Nazismo è il Male, ne consegue che X deve per necessità essere identificato con il Nazismo - dove X può essere l'Impero, l'Islam o qualsiasi altra entità ad libitum.

Luke Skywalker
Ormai è visto nella Nuova Repubblica come una figura mitologica, simile a Re Artù o al Prete Gianni. Lo troviamo alla fine del film, logorato e un po' ingrassato, con qualche segno di ritenzione idrica, forse a causa di incipiente insufficienza renale. Ha uno sguardo perso nel vuoto, come se portasse su di sé il peso di milioni di anni. Si capisce a colpo d'occhio che è annientato dalla constatazione del fallimento dei suoi disperati tentativi di formare nuovi Jedi. Il motivo è semplice: i Padawan avevano in mente soltanto i pompini.

Rey
Non oso indagare sulle sue condizioni igieniche. Dubito molto che nella realtà una ragazza che conducesse una simile esistenza sarebbe fragrante come un fiore e dalla pelle liscia come quella di una escort. Le avventure di Rey sono da record. Sembra che non si fermi nemmeno un attimo da quando fugge dal pianeta desertico a quando giunge al cospetto di Luke Skywalker sul pianeta nuragico. Avrà avuto il tempo di farsi una doccia o di passarsi una salvietta detergente tra le gambe? Le sequenze sono serrate e danno l'impressione che tale salutare pausa non ci sia stata. Perché nel cinema non si pensa mai a queste cose? Tutto si svolge sempre come se il corpo umano fosse simile a una bambola senza odori - e quindi senza necessità di essere lavato. 

Snoke, il Leader del Primo Ordine
Non si capisce bene se Snoke sia davvero un gigante oppure un nanerottolo vanitoso grande quanto un puffo e ingigantito da una proiezione olografica. Nel primo caso, il pensiero va immediatamente all'immensa quantità di cibo necessario per sostenere un simile essere e di conseguenza agli stronzi giganteschi prodotti dalla sua defecazione, tanto massicci da necessitare un gran carro per essere rimossi.

Recensione:
Detto tra noi, fa un po' schifo. Non voglio togliere Cristo dalla croce a nessuno, ma proprio non sono riuscito a sopportare la proiezione di questa porcata della Walt Disney Company. Rimango basito al pensiero che i suoi incassi siano stati stratosferici e che abbiano persino superato quelli di ogni altro episodio di Star Wars.

L'Eterno Ritorno dell'Uguale 

Una ripetizione di una storia trita e ritrita, già vista nell'Episodio IV - Una Nuova Speranza. Quest'epoca priva di fuoco divino ha perso ogni capacità creativa e si limita a sfornare riedizioni, remake, sequel, prequel e spin-off a getto continuo.
Il canovaccio è questo, invariabile:

1) Un pianeta desertico; 
2) Un individuo giovane e ribelle, che vive nel deserto;
3) Un evento imprevisto che lo costringe a fuggire su altri mondi;
4) Un'eredità misteriosa; 
5) Un genitore oscuro.

Ecco tradotti tutti i punti nei due film in questione:

1) Jakku - Tatooine;
2) Rey - Luke Skywalker;
3) L'assalto degli imperiali su Jakku e su Tatooine; 
4) I poteri Jedi; la spada laser di Anakin Skywalker e quella di Luke Skywalker;  
5) Un Jedi sconosciuto - Anakin Skywalker. 

In uno dei prossimi film della serie si scoprirà che Kylo Ren e Rey sono fratello e sorella, proprio come Luke e Leia hanno entrambi per padre Darth Vader (ex Anakin Skywalker). Oppure sarà rivelato che Rey è la figlia di Kylo Ren, nonostante i due sembrino coetanei? Comunque la si metta, ormai a queste cose siamo abituati. 

Vediamo che l'archetipo di Darth Vader, Padre Oscuro di Luke, si ripete in Kylo Ren, Figlio Oscuro di Han Solo e di Leia. Mentre nel primo caso il Padre Oscuro si scontra prima con Obi-Wan Kenobi e poi col suo figlio biologico che cerca di volgerlo al Bene, nel secondo caso è il padre biologico che si scontra col suo Figlio Oscuro. Una sorta di simmetria che lascia nella sostanza immutata la natura degli eventi. La risoluzione di questo contrasto avviene in una struttura tecnologica complessa. La morte di Han Solo ricorda quella di Obi-Wan Kenobi.  

Il pestilenziale calderone di pus che è la corte di Jabba si ripresenta su Takodana. Il parallelismo è abbastanza spiccato, anche se la decrepita tartaruga Maz Kanata è una sostenitrice dei Jedi, mentre Jabba è diabolico nell'anima e nel corpo, del tutto irredimibile. Non possono esserci dubbi, si tratta sempre della stessa storia, di cui ci propineranno prodotti riciclati all'infinito cambiando soltanto i dettagli, dato che il Fuoco Divino sembra aver abbandonato il genere umano.  

Una lista di 40 errori

Sul Fuffington Post, sito buonista che aborro, abomino ed esecro, è comparso un ingegnoso elenco di 40 errori che rendono il film inguardabile. L'autore dell'articolo in questione è il giornalista e accademico Seth Abramson della University of New Hampshire, che afferma di aver amato il film pur avendo trovato non poche lacune ed insonsistenze nella sua futile trama. 


Devo ammettere che alcune delle considerazioni esposte sull'immonda testata mi sono state di grande utilità. Uno dei gravissimi errori elencati merita qualche commento in questa sede. Si tratta del trentaseiesimo della lista:

Perché tutti gli Stormtrooper sono umani (o umanoidi)? Se con l'avvento del Primo Ordine tutti i cloni allevati per essere Stromptroopers non sono più cloni di Jango Fett, perché non ci sono Stormtroppers di tutte le specie e di ogni razza (umana)? Perché non ci sono Stormtroopers volanti della stessa specie come, ad esempio, Watto (da "La minaccia fantasma")?

Semplice: perché l'Impero si fonda sullo specismo, l'equivalente galattico del razzismo. Sarebbe molto più difficile trovare Watto tra gli "Stormtroopers" di quanto non fosse trovare un ebreo tra le SS (dove c'erano però numerosi Mischlinge), anche soltanto per un banale fatto: un proboscidato volante non può occultare il proprio aspetto e passare per umano. Tuttavia mi rendo conto che qualcosa non quadra comunque: che dire di un umanoide bislacco come Snoke? Che sia uno gnomo ingrandito con la proiezione olografica o che sia un gigante sfornatore di immani torte fecali, resta la stessa domanda: come può un individuo di una specie tanto distante dal genere umano essere a capo di un regime ferocemente specista?

La recensione dell'Osservatore Romano

Pur detestando vivamente il Papato e tutto ciò che ne deriva, trovo condivisibile la recensione negativa comparsa sulle pagine dell'Osservatore Romano. L'articolo di Emilio Ranzato definisce il film "confuso e sfocato" e lo etichetta come un reboot scadente influenzato dal mondo dei videogames e pervaso dalla bidimensionalità del computer. Il Leader Snoke, pur non menzionato in modo esplicito per non fare spoiler, è giustamente additato come "goffo e pacchiano" ed è ritenuto "il più grave difetto del film". L'articolo è consultabile nel Web gratuitamente sul sito della testata pontificia, per trovarlo basta digitare in Google la semplice chiave di ricerca Star Wars confuso e sfocato, o qualche altra simile. Oltre all'articolo di Ranzato, si possono consultare le molte notizie di questa recensione pubblicate su un gran numero di quotidiani online. 

Un singolare episodio di censura


Una scena è stata tagliata dall'implacabile censura dei buonisti, che in nome dell'idolo ripugnante della political correctness hanno ritenuto inaccettabile la violenza di Chewbacca. Il video con la scena originale è stato pubblicato sulla pagina online della Stampa. Nel castello di Maz Kanata un orrendo e pingue alieno di nome Unkar aggredisce Rey, volendo abusare del suo corpo. Il sanguigno Wookiee interviene prontamente a difendere l'amica, afferra un braccio di Unkar e senza tante cerimonie glielo strappa. A quanto pare non si riesce proprio a far capire ai lotofagi della Walt Disney Company che non si può sopravvivere negli angiporti con il codice etico di Mickey Mouse. 

L'autorazzismo di George Lucas

Si riporta quanto ha dichiarato George Lucas, il celeberrimo padre di Star Wars a riguardo dell'Episodio VII, scagliandosi contro la Walt Disney: "Hanno voluto fare un film rétro. Non mi piace. Ho lavorato duramente per realizzare ogni film in modo completamente diverso, con diversi pianeti, diverse astronavi, per renderlo sempre nuovo". Quindi ha aggiunto: "Ho venduto i miei figli agli schiavisti bianchi". Di grazia, cosa intende il rubicondo regista per "schiavisti bianchi"? Perché non limitarsi a dire di aver venduto i suoi figli agli schiavisti? Secondo lui, che a quanto pare è caduto fulminato dalla political correctness mentre viaggiava verso Damasco, sarebbe necessario sempre specificare che gli schiavisti devono essere sempre e necessariamente bianchi. Come se l'aggiunta dell'aggettivo peggiorasse la caratterizzazione morale dello schiavismo. Forse George Lucas pensa di non essere bianco? Cosa crede dunque di essere? Un giamaicano pieno di ganja? Forse gli schiavisti arabi che hanno devastato l'Africa sono moralmente accettabili per il fatto di essere un po' "abbronzati"? Se sorgesse dalla terra a sud del Sahara un feroce schiavismo esercitato dai Mandingo contro le genti di origine europea, sarebbe dunque una cosa accettabile? La realtà è una sola: il padre di Star Wars è autorazzista.    

Star Wars e la pornografia

L'industria di Star Wars più in salute senza dubbio è quella che produce tonnellate di immagini pornografiche. Sapete che vi dico? Che c'è più verità in quell'ammasso di immagini inimmaginabili e pruriginose che in tutto il cosiddetto "Universo Espanso". Questo perché l'essenza di Star Wars è la stessa Sorgente della Corruzione. Un universo in sfacelo, tutto animato da perversioni di ogni genere. Già nel primo film del '77, il celeberrimo Episodio IV, vediamo prostitute in cerca di clienti nel bar di Mos Eisley sul pianeta bisolare Tatooine. Prostitute umane disposte a concedere la bocca e gli orifizi inferi non soltanto a maschi del genere umano, ma anche e soprattutto agli alieni. Vediamo a un certo punto persino un prostituto effeminatissimo che fuma una sigaretta allusiva con un lunghissimo bocchino. Credete che George Lucas e gli altri ideatori non pensassero proprio a queste cose quando hanno concepito le scene? Agli albori della Saga, Jabba the Hutt era descritto come un bipede dal sembiante simile a quello di un trichecone con le chiappe del culo proprio sotto gli occhi. Così appariva nei fumetti di Guerre Stellari che circolavano dopo l'uscita del primo film. Poi, a distanza di qualche anno, abbiamo appreso che Jabba è un gigantesco stronzo bavoso dotato di braccini atrofici e di una smisurata libidine. Nell'Episodio VI - Il ritorno dello Jedi si vede chiaramente che Jabba doveva essere considerato un pervertito dai suoi consanguinei, perché concupiva femmine umane. La sequenza in cui lecca la Principessa Leia difficilmente può essere interpretata come innocua. Infatti la fantasia si sfrena, proiettando un turbine di immagini allucinanti, com'è sempre stato nelle intenzioni degli Artefici. Se quanto affermo vi suona strano e incredibile, vi invito a fare in Google Immagini la seguente ricerca: Star Wars porn.

venerdì 20 gennaio 2017

LO PSEUDO-QUECHUA DI GREEDO


Ormai ci saranno ben poche persone in Occidente a non aver mai visto Guerre Stellari (Episodio IV, Una Nuova Speranza, 1977). Una delle sequenze più celebri del mitico film di fantascienza è quella in cui Han Solo viene intercettato dal killer rodiano Greedo e torchiato a causa di un grave debito che ha contratto perdendo un carico di spezie preziosissime, trasportate per conto del bavoso Jabba the Hutt (all'epoca questi dettagli erano piuttosto nebulosi, tutto si sarebbe fatto più chiaro col procedere della saga). La conversazione si svolge nel seguente modo: l'alieno si esprime in una lingua non umana e il contrabbandiere, che la capisce alla perfezione, gli risponde nella lingua comune.

Secondo la vulgata corrente, Lucas non avrebbe avuto la possibilità di far sviluppare una conlang specifica, dati i tempi stretti della produzione. Così avrebbe utilizzato una lingua già esistente: il Quechua. Questo è quanto riporta Wookieepedia, il Wiki di Star Wars:


"Greedo's language was Quechua, but actually the Director just picked some words up from the native language of South America, what it really does not have meaning, but comes from Quechua."

Le frasi pronunciate dal rodiano Greedo contengono in effetti parole simili per sonorità al Quechua, ma altre hanno invece un aspetto fonetico dissimile e una fonotattica incompatibile con quella della lingua incaica. Inoltre il significato dei termini identificabili non torna con la traduzione mostrata dai sottotitoli, che evidentemente è stata elaborata in modo indipendente dal testo. È quindi inesatto affermare che Greedo parla Quechua. Il testo originale non è a quanto pare disponibile. Le trascrizioni che si trovano nel Web mostrano sostanziali differenze reciproche e sono in genere assimilate all'usuale modo di rendere l'Huttese, la lingua usata da Jabba e ufficiale nel feudo di Tatooine, di cui esiste materiale sparso nel Web. In altre parole le assonanze con il Quechua non appaiono molto evidenti da tali trascrizioni.

Questo è un esempio, pubblicato su un blog:


"Oonta goota, Solo?"
    Going somewhere, Solo? 

"Yes, Greedo, as a matter of fact I was just going to see your boss. Tell Jabba that I've got his money." 

"Somepeetchalay. Vara trahm ne tach vakee cheetha. Jabba wanin cheeco-wa  rush anye katanye wanaruska, heh heh heh. Chas kin yanee ke chusoo."
   It's too late, you should have paid him when you had the chance. Jabba's put a price on your head so large every bounty hunter in the galaxy will be looking for you. I'm lucky I found you first. 

"Yeah, but this time I've got the money."  

"Enjaya kul a intekun kuthuow."
   If you give it to me, I might forget I found you.  

"I don't have it with me. Tell Jabba--"  

"Tens hikikne. Hoko ruya pulyana oolwan spa steeka gush shuku ponoma three pe."
   Jabba's through with you. He has no time for smugglers who drop their shipments at the first sign of an Imperial cruiser. 

"Even I get boarded sometimes. Do you think I had a choice?"  

"Tlok Jabba. Boopa goompah-kne et an anpaw."
    You can tell that to Jabba. He may only take your ship.  

"Over my dead body." 

"Ukle nyuma. cheskopokuta klees ka tlanko ... ya oska."
   
That's the idea. I've been looking forward to this for a long time.  "Yes, I'll bet you have."  

<blaster goes off; barrage of light and smoke>  

random patron: "Mamoo lu!"
"Sorry about the mess."
 

Questa è la trascrizione delle parole di Greedo pubblicata sul sito The Complete Wermo's Guide (le risposte di Han Solo sono omesse): 


"Koona t'chuta, Solo?" (Going somewhere, Solo?)
"Song peetch alay." (It's too late.)
"Mala tram pee chock makacheesa." (You should have paid him when you had the chance.)
"Jabba wah ning chee kosthpa murishani tytung ye wanya yoskah." (Jabba put a price on your head so large every bounty hunter in the galaxy will be looking for you. Ha, h,a ha.)
"Chas kee nyowyee koo chooskoo." (I'm lucky I found you first.)
"Keh lee chalya chulkah in ting cooing koosooah." (If you give it to me, I might forget I found you.)
"Jabba hari tish ding." (Jabba's through with you.)
"Song kul rul yay pul-yaya ulwan spastika kushunkoo oponowa tweepi." (He has no time for smugglers who drop their shipments at the first sign of an Imperial cruiser.)
"Klop Jabba poo pah." (You can tell that to Jabba.)
"Goo paknee ata pankpa." (He may only take your ship.)
"Uth laynuma." (That's the idea.)
"Chespo kutata kreesta krenko, nyakoska!" (I've been looking forward to this dor a long time.)

Non molto simile alla prima, non trovate? In entrambi i casi le somiglianze col Quechua sono ben difficili da trovare, a dover essere franchi.

All'epoca avevo fatto una trascrizione ancora diversa della conversazione. Le discrepanze forse sono dovute al fatto che il mio udito non è mai stato eccellente. Va detto che l'ho eseguita prima di essere affetto da gravissime forme di acufeni e di misofonia. Tuttavia ascolto il video in un momento di calma, resto convinto che sia migliore di quelle fatte da anglosassoni, per loro ottusa natura pieni zeppi di pregiudizi sui suoni delle lingue altrui. La riporto in caratteri IPA, in modo da evitare le ambiguità dei sistemi di trascrizione usati dagli americani.

/ku(ta) 'tu: ta, 'solo?/  
   Vai da qualche parte, Solo?

"Sì, infatti, per essere esatti stavo andando dal tuo capo. Dì a Jabba che ho i soldi per lui."

/'sɔmbi dʒa'le:. mara'kampi 'taχva ki'tʃi:ta. 'dʒaba wa'nintʃi 'kɔχpa wi'ʃani kʾai'fanni waɲa'hɔsqa. hɛʾ hɛʾ hɛʾ. tʃʾaski'ɲawi kʾu'tʃumsu./    È troppo tardi. Avresti dovuto pagarlo quando te ne la data la possibilità. Jabba ha messo sulla tua testa una taglia così grossa che ogni cacciatore di teste della galassia ti starà cercando. Sono stato fortunato a trovarti per primo. 

"Sì, ma questa volta ho i soldi, capisci..." 

/qʾɛn'dʒaya 'qulqa iti 'kuni kusu'wa:u/ 
   Se li dai a me, potrei dimenticare di averti trovato.   

"Ma i soldi non li ho mica qui con me. Di' a Jabba ---" 

/haha'kisti. hɔgu'luje 'puja ja'hurwar 'pakika ku'ʃumkum 'pɔnɔwa twi'pi:d(i)./ 
   Jabba ha chiuso con te. Non ha tempo per i contrabbandieri che scaricano la merce al primo segno di un incrociatore Imperiale.

"Eh, a volte vengo abbordato anch'io. Credi che avessi un'alternativa?" 

/tʾɔp 'dʒaba 'pʾuppʾa qup'padne atha'pampa./ 
   Puoi raccontarlo a Jabba. Forse prenderà solo la tua nave. 

"Mi dovrà prima accoppare."

/'uχle 'ɲuma. 'tʃɛspo ko'tɔta 'plizda 'kʁembo ... da 'hɔsqa./ 
    È quella l'idea
. Da tempo aspettavo questo momento. 

"Sì, scommetto che è vero!" (poi cambiato in "Ci credo proprio!")  

Frammenti cosmici dell'Impero Incaico?

Nonostante i dati sopra riportati non appaiano molto incoraggianti, va detto che esiste un video in cui un parlante del Quechua di Cuzco analizza alcuni lemmi che ricorrono nel video, trovandoli sensati. Per visualizzare bene le scritte aggiunte dal commentatore al video occorre utilizzare come browser Firefox. Eccolo: 


In particolare stupisce la seguente frase: 

JABBA WAÑINCHI QOQPA WISHANI K'AYTANPI WAÑAWUSQA
Traduzione spagnola:
 Jabba dice que dara un premio al que te mate

Glossario aggiunto dall'autore (usa il segno > anziché <):

Wañinchi > wañuchiy = hacer matar
Qoqpa = del que da
Wishani > willan = dice
Wañawusqa > wañumusqa = habia muerto
Wishani > Willani = aviso

La traduzione di questo frammento è compatibile con quella fornita dai sottotitoli, anche se compiuto in Quechua ed è adatta al contesto.

Il termine ch'askiñawi, trascritto spesso dagli anglofoni come chaskañawi, viene spesso glossato come "occhio di stella". Vero è senza dubbio che in Quechia ñawi significa "occhio". La parola ch'aska può essere un aggettivo che significa "increspato", oppure un sostantivo che indica il pianeta Venere (stella del mattino). Non può tradursi con "stella" in senso generale, che è qoyllur.

Nel blog Allillanchu di Lorena Chauca, ospitato su Blogspot, è stato pubblicato un post in cui Guerre Stellari è tradotto in Quechua come Qoyllurkunap Awqana. Davvero esaltante. 


Da qoyllur "stella" si forma il plurale qoyllur-kuna "stelle" tramite l'usuale suffisso -kuna. Quindi si forma il genitivo tramite il suffisso -p (che in altri dialetti è pronunciato come una fricativa uvulare -q): qoyllur-kuna-p "delle stelle". La parola per dire "guerra", awqana, è formata con un suffisso strumentale -na a partire da awqa "ribelle".

Chi ha sparato per primo? 

Due parole sulla famosa polemica "Han shot first" contro "Greedo shot first". Nella versione originale del film, era Han Solo a sparare per primo: il killer rodiano non aveva nemmeno la possibilità di portare il dito al grilletto. Poi a quanto pare, George Lucas, pressato dai buonisti che volevano un film politically correct, introdusse variazioni nelle sequenze in questione, per provare che Han Solo aveva reagito per legittima difesa. Si possono osservare i frutti della dottrina nota come mutability of the past nelle oscenissime versioni restaurate. Ovviamente i buonisti si sono comunque contraddetti da sé, perché far apparire Greedo cattivo... va contro l'antirazzismo (o piuttosto contro l'antispecismo). L'alieno deve essere sempre e per forza buono, quindi non può sparare per primo. Tuttavia, ammettendo la versione originale, bisognava pensare che il cattivo fosse Han Solo, il che avrebbe assestato un grave colpo alla retorica della redenzione morale. Ne sorsero controversie etiche tra pipparoli mentali, pronti a difendere a spada tratta uno o l'altro dei due personaggi inesistenti. Restando nel contesto della Saga, su Han Solo, sulla sua etica e sulla sua redenzione si possono nutrire sensati dubbi, visto che quando lavorava per Jabba aveva contatti sessuali con umani e con alieni di tutti i sessi, finendo col riempirsi di spaventosi morbi venerei.

Promozione della lingua Quechua

Per finire, ecco un video di Guerre Stellari (Episodio V - L'Impero colpisce ancora), in Quechua autentico con sottotitoli in spagnolo.

sabato 25 aprile 2015

TRADUZIONI IN KLINGONIANO: UN ESPERIMENTO FALLIMENTARE

Tempo fa il carissimo amico Lukha Kremo Baroncinij mi ha chiesto se potevo tradurgli nella lingua dei Klingon il seguente testo:  

Anche tu non ne puoi più di fatine, elfi e vampiri che sberluccicano? Anche tu non riconosci più le convention dove prima circolavano vulcaniani e si incrociavano spade laser, e ora sembra di passeggiare per la Terra di Mezzo? Anche a te sorgono impulsi assassini ogni volta che incroci una di queste creature? 

La spilla Kill the Fairy e Once Upon a Bloody Time - A Sci-Fi Manifesto sono per te! 

Un rabbioso Darth Vader che strangola senza pietà un’indifesa Campanellino. Quante volte abbiamo sognato qualcosa del genere? Potrebbe anche essere il tenente Worf che affetta un hobbit a colpi di bat'leth, o Roy Batty che tortura uno qualsiasi dei vampiri di Twilight... 

È con quest’immagine che Franco Brambilla ha voluto illustrare il manifesto in cui Selene Verri esprime l’esasperazione dei fan di fantascienza nei confronti dell’invasione delle icone fantasy nei nostri universi. 

C’è chi ha obiettato che però Darth Vader appartiene a quella che ormai è universalmente riconosciuta molto più come una saga fantasy che fantascientifica, Star Wars. Una realtà che non contestiamo, ma che anzi rafforza il messaggio che vogliamo far passare: questa non è una battaglia contro il genere in sé, ma contro la saturazione della presenza di icone fantasy in un universo che non gli appartiene.

Insomma, non se ne può più. Finché si vedeva qua e là qualche simpatico stregone o qualche eterea ninfea a festival e convention, perché no? Siamo gente ospitale e crediamo nell’incontro fra le culture. Ma ora queste creature hanno invaso e corrotto l’universo fantascientifico, ci stanno portando via il lavoro e gli alieni, e questo non possiamo accettarlo! 

Allora, Darth Vader, pur in un contesto fantasy, resta ben accetto in quanto icona dai tratti fantascientifici: alla fin fine, si tratta pur sempre di un cyborg. E questo noi vogliamo: cyborg, robot, alieni, cloni, astronavi e pianeti che esplodono... Li vogliamo tutti e li vogliamo ora! 

Unisciti anche tu dunque alla nostra battaglia.

Passa al Lato Oscuro: abbiamo i biscottini!

Non avendo dimestichezza con tale conlang, ho trovato nel Web un traduttore automatico che permetteva di tradurre testi anche in klingoniano. Ho pensato così di utilizzarlo per ottenere una prima bozza da sottoporre poi al necessario controllo. Così ho inserito tal quale il testo del Kremo nella finestra del traduttore, ho impostato il passaggio da "italiano" a "Klingon" e ho premuto il tasto "traduci". Questo è il testo che ho ottenuto come output

je ghewmey laH puS fairies, elves 'ej vampires sberluccicano? je convention not ghov nuqDaq wa'DIch vulcans ghom lightsabers 'ej circulating 'ej DaH law' botlh tera' wander? SoHkiller pulse whenever roQ wa' Hub'eghtaHvIS?

DaHoHta' Fairy vISovchu' wa'logh ghaH time-a Bloody Poster sci-fi 'ej SoHvaD! 

rabid darth vader 'e' undefend tink strangles mercilessly. poH 'ar naj vay'? wa' ra'wI' porgh chaq je vaj choS vampires vIvoqHa' luSIjchu' hobbit jI'ovlaHbe' pagh roy batty be'joy' Sogh wo'rIv. 

'oH je poster nuqDaq QeD fiction fans against fantasy icons qaStaHvIS 'u' yot exasperation vIHutlh selene verri illustrate neH franco brambilla 'e' ghItlhvam qar. 

'e' legh 'ach HoSHa'bogh DaH universally ghov je Huch law' latlh rur QeD-fiction fantasy saga, Hov wars SeH darth vader. vaj not qaD 'ach nongtaH reinforces QIn 'e' across vIneH reality qar: may' against genre per se, 'ach against fantasy 'u' icons presence saturation doesn't SeH 'e'.

je ngaj laH pagh vay' nI'qu'. until likable sorcerer 'op Ethereal bIQ lilies yupma' conventions, 'ej pagh legh naDev je pa' lu'? hospitable nuvpu' 'ej Har SabtaHbogh cultures encounter. 'ach DaH yot je QeD fiction 'u' qal roQ, Qap nov je qeng pagh laj!

vaj, darth vader, vabDot fantasy context, majQa' HoSqu'mo' QeD fiction icon 'oH: ultimately, ghotvam'e' cyborg. 'ej 'e' nuq wIneH: cyborgs, qoq, nov, clones, spaceships 'ej yuQmey jor. wIneH 'ej chaH DaH! 

muv DaH may'.Ha' Dop Hurgh cookies wIghaj! 

Davvero notevole. A parte un certo numero di frammenti in inglese e una parola rimasta in italiano - simili a pezzi di cibo non digerito nel vomito - tutto sembrava a posto. D'altronde mi era nota la tendenza dei traduttori automatici ad usare parole inglesi per sopperire alle lacune dei vocabolari, un po' come il DNA di rospo usato in Jurassic Park per rimediare alla frammentazione del corredo genetico dei dinosauri. Con un po' di tempo e di pazienza sarei riuscito a sistemare ogni cosa, magari trovando sinonimi, fino ad ottenere un testo accettabile. Ho provveduto allora ad invertire la traduzione. In un atto di coprofagia intellettuale, ho preso l'output e l'ho reintrodotto come input. Questa è la traduzione in italiano del testo pseudo-klingoniano, eseguita dal servomeccanismo: 

può qualche agitazione fate, elfi e pires in questo sberluccicano? Convenzione ed non riconoscerà mai dove una parte dei Vulcaniani ligtsabers e circolanti e ora sembra essere il mezzo di vagare la terra? pulse sohkiller ogni volta che uno giù la difesa? 

nuova fata dahoh, so che lui è un passo - tempo - sci fi poster sanguinante e a voi! 

rabbioso darth vader adenite undefend I tink senza pietà. quanto tempo per sognare? uno del corpo del leader e forse questa sera allora pires non hobbit fetta di sfiducia o r batty tortura tenente worf. 

è un poster dove i fan della fantascienza contro le icone di fantasia di tristezza insopportabile pervaso l'universo era che questo preciso vihuk selene verri esasperazione solo franco brambilla illustrare.

ma, ho visto che il hosha' ormai universalmente riconosciuto e altri prezzi come una saga fantasy-fantascienza, Star wars darth vader ha appartenuto a. Mi non opporrò mai, ma piuttosto rafforza la vista che la realtà, "voglio essere preciso attraverso la battaglia contro i tag genere: se, ma contro le icone di presenza di saturazione universo fantasy apparteneva a non.e quelli corti o lunghi. fino a qualche simpatico stregone ninfee etereo festival è visto qui e niente, e le convenzioni e la stanza, va bene? la gente è ospitale e l'incontro di culture che credeva. ma ora invadono l'universo della fantascienza e corrotti e Broken down e l'inverno o trasportare alieno!Beh, darth vader anche fantasia contesto, molto buono perché è un'icona della fantascienza: questo in ultima analisi l'uomo cyborg. e cosa ne pensi che vogliamo: Cyborg, robot, astronavi aliene, cloni e il pianeta esplode.

Noi vogliamo e che ora!reclutare ora, la battaglia è finita.Vieni sul lato oscuro dei cookie per andare!

Le nozioni di grammatica Klingon incluse nel traduttore dovevano essere a dir poco grossolane. A questo punto non mi è rimasta altra scelta che lasciar perdere e comunicare al Kremo il fallimento della traduzione: per ottenere qualcosa di decente avrei dovuto studiare a fondo la lingua dei Klingon - impresa in cui non avevo la benché minima intenzione di imbarcarmi.

Le lingue non sono sovrapponibili, questo è un dato di fatto. Non è soltanto una questione di parole e di grammatica. Anche trascurando la presenza di anglismi, se si prendesse il testo di partenza e lo si facesse leggere a un parlante italiano di cent'anni fa, quanto potrebbe capire? Ben poco, non c'è dubbio. Moltissimi concetti gli sarebbero completamente sconosciuti e impenetrabili. Frasi anche stringate come "passare al Lato Oscuro" nascondono in realtà interi universi, sono stenografie concettuali molto complesse. Nel caso specifico, si può tracciare uno spartiacque: la comparsa di Guerre Stellari. Una persona colta vissuta prima dell'era di Star Wars al massimo avrebbe inteso le parole che chiudono il testo come un invito a "vender l'anima al Diavolo in cambio di biscotti" - e non le avrebbe trovate comiche. 

sabato 13 settembre 2014

LE DIECI PIAGHE DELLA FANTASCIENZA

Rifletto spesso sulla fantascienza e sui suoi cultori, e non manco di essere colto da mortificanti riflessioni ogni volta che rimugino sul tema. Qualcuno mi dirà che quanto ho da dire riguada soltanto la realtà italiana, che all'estero la fantascienza è fiorente e che la gente è diversa, ma a questo riguardo mantengo con costanza un sano scetticismo. Già Philip K. Dick parlava di Ghetto della Fantascienza, così sono portato a credere che quanto ho dedotto in anni di attenta osservazione possa valere per l'intero mondo occidentale. 

Sarebbe bello se ogni appassionato di fantascienza fosse libero di avere le opinioni che desidera e se tutti si rispettassero, contribuendo a qualcosa di costruttivo. Purtroppo nulla è più lontano dalla realtà dei fatti. Un fantascientista è nella maggior parte dei casi una persona indottrinata in un'ideologia tutta particolare, formata da numerosi dogmi, tabù, comandamenti, assiomi, pregiudizi e comportamenti stereotipati. Un'architettura concettuale di rara bruttura, se mi è permesso esprimere un giudizio. Per convenzione li chiamiamo fantascientisti, anche se sarebbe più giusto denominarli adoratori della fantascienza. Per colmo di paradosso, proprio tra i lettori si possono trovare i più acerrimi nemici dei nuovi autori e di ogni tentativo di far prosperare il genere con contributi innovativi. Ho stilato una lista delle principali storture di tale genia, vere e proprie piaghe pestilenziali:

1) Idolatria degli autori
2) Tecnofeticismo
3) Psicorigidità
4) Nozionismo
5) Settarismo
6) Ideologismo politico 
7) Immantentismo utopico
8) Incapacità adattiva 
9) Culto del futuro archeologico
10) Spreco di risorse

Vediamo di analizzare ogni voce in dettaglio:

1) Idolatria degli autori
I più famosi scrittori di fantascienza sono oggetti di culto semidivino, quasi fossero santi, profeti o altre entità soprannaturali. Così è ritenuta blasfema qualsiasi critica nei loro confronti. Tale è l'idolatria, che basta avanzare dubbi sulla validità di un libro di qualche mostro sacro per essere lapidati, scatenando una reazione simile a quella che si otterrebbe entrando in una moschea travestiti da maiali. Trovo doveroso precisare che l'adorazione degli autori è sommamente nociva, perché impastoia e paralizza i giovani talenti, inibendone la creatività, spingendoli a imitare i classici incriticabili, assurti a modelli di scrittura da cui non si può deviare. Non c'è spazio per il nuovo in un contesto tanto asfittico. 

2) Tecnofeticismo
La fantascienza è vista come qualcosa di sostanzialmente materialista. Quasi nessun fantascientista sembra scorgere anche lontanamente qualcosa di filosofico o di morale nelle sue letture. Tutto è incentrato sul culto del gingillo tecnologico, senza alcuna riflessione. Moltissimi leggono Philip K. Dick senza nemmeno sospettare che si tratta di un autore esoterico, ricchissimo di spunti gnostici: la stessa trama narrativa appare loro del tutto irrilevante, l'attenzione la concentrano su qualche mirabolante e improbabile marchingegno. La lettura così concepita è piatta, bidimensionale. Il crasso feticismo tecnologico e simbolico impedisce la comprensione a qualsiasi livello del testo.

3) Psicorigidità
Ricordo un documentario in cui una scimmia aveva il compito di trovare quale cavità si adattasse all'inserimento di un cilindro di legno che aveva in mano. Il primate si ostinava a voler cacciare il cilindro in un buco la cui sezione era quadrata, e di fronte all'impossibilità dell'impresa strepitava come un folle, insistendo fino a stremarsi. Qualcosa di simile avviene con molti fantascientisti. Non di rado si riscontrano forme estreme di imbecillità, come nel classico caso del fantascientista che se non vede sulla copertina di un libro un robot o un'astronave non lo compra. Gli editori si lamentano di tutto questo. A una convention mi è capitato di sentire una robusta filippica contro i lettori ottusi che sono abituati ad aprire una porta con tre borchie, e se ne viene mostrata loro una con quattro borchie non la aprono, non mostrano nemmeno una lontana e vaga curiosità verso ciò che potrebbe esserci dietro. Chi è causa del suo mal pianga se stesso. La fissità del microcosmo fantascientifico ha portato ingenti guadagni agli editori negli anni del boom della fantascienza, essi l'hanno attivamente incentivata. Adesso che cercano di proporre qualcosa di nuovo, le passate strategie diventano all'improvviso esecrabili. Purtroppo la locuzione "lettore di fantascienza neofobo" non è un ossimoro.

4) Nozionismo
Il lettore medio di fantascienza divora libri uno dopo l'altro, quasi fossero schede perforate immesse in un elaboratore degli anni '50. Come facciano a leggere così in fretta migliaia di volumi non mi è dato sapere: posso soltanto fare ipotesi nel tentativo di razionalizzare il fenomeno. Siccome non credo affatto che queste persone siano affette da un particolare tipo di autismo in grado di conferire illimitati poteri mnemonici, sono più incline a ritenere che la loro lettura sia superficiale. Leggono per intero qualche pagina, poi cominciano a saltare alcuni passi qua e là, procedendo quindi in modo rapido verso il finale, e digerendo un numero di Urania in un paio d'ore. A mio parere questo non è leggere. Sono sempre più scettico sull'esistenza dei cosiddetti "lettori bulimici", che dicono con fierezza di leggere più di cinquecento libri ogni anno: a pare mio si tratta soltanto di gente che posa. Tuttavia i fantascientisti non si limitano a questo. Hanno la testa piena zeppa di ogni genere di informazioni sconnesse sugli autori e sulle loro opere. Sanno citare a menadito ogni dettaglio della biografia di ogni scrittore, tutte le vicissitudini di ogni libro, come ad esempio le varie date di pubblicazione e via discorrendo. Informazioni che a chiunque richiederebbero giorni per essere accumulate, sono per loro del tutto ovvie - al punto che chi non le sa sciorinare è considerato incolto, ignorante, out. Intere enciclopedie di date compresse in uno spazio così piccolo. C'è da meravigliarsi che nei banchi di memoria di queste persone ci sia spazio per qualcos'altro.

5) Settarismo 
I fantascientisti sono estremamente litigiosi, e questo è stato rimarcato in diverse occasioni. A mio avviso non si tratta di semplice litigiosità, ma di vero e proprio settarismo facinoroso. Mi ricordano le genti di Lilliput e di Blefescu, che si combattevano accanitamente perché non si trovavano d'accordo sul modo migliore di rompere le uova. Un'analoga futilità spinge i fantascientisti a scontrarsi. Sembra che non si possa essere lettori di fantascienza se non si è data la propria adesione alla setta di Fusco - De Turris o a quella di Curtoni, come se fossero i Verdi e gli Azzurri di Bisanzio. Se osassi rivelare che non sono stato iniziato ai Misteri di Urania all'età di dodici anni, ma che ho iniziato a leggere fantascienza molto più tardi, sarei immediatamente linciato: sarebbe come cercare di vendere carne suina alla Mecca. Questo però non basta. In Rete mi sono imbattuto in affermazioni spaventose quanto surreali, che riporto senza il nome dell'autore (si dice il peccato, non il peccatore): "La fantascienza ha un tasso di abbandoni altissimo. Un lettore perso (perché deluso o tutto quello che volete) è peggio di un lettore morto. Perché finché vivrà parlerà male del genere che ha abbandonato e cercherà di convincerti a fare lo stesso!" A tanto si è arrivati, ad augurare la morte delle persone, a minacciarle come se fossero colpevoli di apostasia. Inutile dire che simili atteggiamenti non aiutano a fermare l'emorragia di lettori di fantascienza, anzi, la accelerano. Non ci si stupisca se di fronte a questo qualcuno potrebbe ribattere che "l'unico lettore di fantascienza buono è quello morto".  

6) Ideologismo politico 
Lo zoccolo duro dei lettori di fantascienza di vecchio stampo vede ogni cosa attraverso le lenti distorcenti della politica. Vi sono non pochi antifascisti militanti che scorrono le pagine di ogni opera con il fucile in pugno: è sufficiente usare una parola sbagliata per scatenare in loro un'ira furibonda. Così sono stato sottoposto alla gogna mediatica per aver definito il Connettivismo "Avanguardia" anziché "Movimento". Il carissimo amico Giovanni De Matteo - che è tutto fuorché di destra - è stato addirittura etichettato come autore di un "elogio dello squadrismo nichilista", semplicemente perché nel suo ottimo romanzo Corpi spenti il tenente Briganti beve birra Weiss, e nel testo compare qualche parola tedesca del tutto priva di connotazioni politiche: il potere di questi vocaboli germanici sparsi sembra essere stato quello di un allergene devastante o di un sasso tirato in un nido di calabroni. "Questa è una Repubblica in cui è vietato articolare qualsiasi suono della lingua tedesca", avrebbero fatto scrivere nella Costituzione questi esaltati. Molti di costoro sono gli stessi anticlericali da operetta che ritenevano Ratzinger "nazista" per via delle sue origini tedesche, per poi inginocchiarsi davanti a Papa Ciccio, guardandolo con interesse là dove il sol tace. Però sui libri di fantascienza la scritta "vietato ai fascisti" non l'ha ancora messa nessuno. Pecunia non olet

7) Immanentismo utopico
Per quanto sia evidente che la massima parte della fantascienza degna di questo nome è pura letteratura distopica, i fantascientisti sono quasi tutti convinti immanentizzatori dell'Eschaton. Credono con fermezza che le loro letture non siano puro e semplice diletto, ma che debbano di riffa o di raffa essere una forma di impegno sociale volto a realizzare un futuro di prosperità, ipertecnologia ed espansione indefinita del genere umano. Le magnifiche sorti e progressive di cui con amarezza parlava Leopardi. Anche coloro che più sono orientati verso visioni cupe del futuro, poi sotto sotto strepitano di gioia quando viene data notizia di qualche nuova tecnologia che promette di rivoluzionare la vita di tutti i giorni, rendendo possibile colonizzare Marte, far svolgere ogni lavoro ai robot, avere chip e computer incorporati nel cervello e via discorrendo. Per quanto leggano opere in cui si delineano scenari raggelanti, al contempo essi credono a un futuro radioso, roseo, in cui ogni problema sarà risolto dai marchingegni, in cui è riposta una fede idolatrica. Il Robot come il Vitello d'Oro, la potenza di calcolo che genera l'intelligenza e la stessa anima, il genere umano che raggiungerà la Salvezza tramite la Macchina. Questo spiega l'enorme successo della delirante futurologia di Kurzweil e di iniziative aberranti come i Laboratori dell'Immortalità. 

8) Incapacità adattiva
Permane ancora come un fossile del passato la locuzione "letteratura di anticipazione", usata talvolta per riferirsi alla fantascienza. Ma cosa mai dovrebbe anticipare la fantascienza? Anni fa Ivo T. faceva notare che le possibilità della fantascienza sono tutt'altro che esaurite. Si possono esplorare campi che sono appena stati svelati dai moderni sviluppi della Scienza, come fantabiologia, fantazoologia, fantamedicina, fantapsichiatria, e via discorrendo. In realtà esistono opere che trattano questi campi, ma non sono considerate, la loro innovatività non viene colta, perché nella sua miopia lo zoccolo duro dei fantascientisti è fissato sulla tecnologia del razzo a reazione. Non si ha la capacità di adattare la visione della Scienza alla narrazione. Se Philip K. Dick in un suo racconto descriveva gli autori di fantascienza come Precog, esaltandone le capacità di previsione del futuro, oggi non si può più credere in questa fantasia. La fantascienza ha perso qualsiasi capacità di anticipazione per passare all'affannosa rincorsa del presente, come la spada di Damocle dell'obsolescenza legata a un crine sempre più labile, che anche un alito di vento può spezzare. Questi problemi non esisterebbero se la si smettesse di attribuire alla letteratura fantascientifica obblighi morali come quello di chiaroveggenza.  

9) Culto del futuro archeologico
L'aspetto più sconcertante degli adoratori della fantascienza è il loro fissarsi sull'idea di futuro tipica dell'epoca della propria formazione. Questa idea di futuro dipende quindi dalla classe di età a cui ogni fantascientista appartiene. La cosa diventa evidente come si considerano lettori di una certa età: tra loro spiccano i settari di Star Trek e di Guerre Stellari, con il loro futuro anni '70. Allo stesso modo si trovano ancora vecchi lettori fanatici che pretendono di proiettare nel futuro le farneticanti visioni della Golden Age. Più che futuro, uno pseudofuturo da archeologia. Nella loro miopia, questi soggetti neanche si rendono conto che la realtà che oggi viviamo ha già reso obsolete numerosissime opere di fantascienza. Anche i fantescientisti meno anziani hanno un archeofuturo che ha qualche nota stonata. In quest'ottica persino William Gibson col suo Neuromante è superato da tempo ed appartiene ormai al campo dello sterro di reperti fossili: chiunque dotato di un briciolo di senno non potrebbe che ridere al pensiero delle Pantere Moderne che hanno microsoft impiantati nel cervello e usano telefoni pubblici a gettoni. Sarebbe ora di svincolare la fantascienza dalle aspettative personali sul futuro, che la incatenano inutilmente a una Weltanschauung ingenua e lineare. La soluzione è adottare la "sospensione dell'incredulità", capace di fare di ogni romanzo e di ogni racconto un universo da prendere per quello che è senza la pretesa di proiettarlo nella realtà in cui viviamo. 

10) Spreco di risorse
Ovunque imperversano inutili battibecchi, come ad esempio quello sul rapporto tra fantascienza e fascismo. Decine di persone perdono tutto il loro tempo libero stilando futili classifiche di romanzi Urania, azzuffandosi in caso di disaccordo: sembra di essere all'asilo Mariuccia. Il danno più grave però lo arreca la peggiore di tutte le masturbazioni mentali: discutere ad nauseam del perché la fantascienza è moribonda, senza arrivare a nessuna conclusione. Dopo aver letto questo mio trattatello forse non c'è più bisogno di chiederselo.