Visualizzazione post con etichetta telepatia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta telepatia. Mostra tutti i post

domenica 4 giugno 2017


DALLA FITNESS AL DOMINIO DI BAAL 

Ci sono persone che sanno trasformare ogni incontro casuale in un rapporto sociale duraturo e aziende che riescono a trasformare ogni cliente in un partner fedele. Certe pagine Web rendono il navigatore schiavo della rete. Che cos'hanno in comune questi nodi della società, degli affari e del Web? Ognuno di loro ha un talento innato, che lo pone davanti a tutti gli altri. Benché sia impossibile trovare la chiave universale del successo, possiamo studiare il processo che separa i vinti dai vincitori: la competizione nei sistemi complessi.
In un ambiente competitivo ogni nodo ha una certa fitness. La fitness è la nostra attitudine a stringere più amicizie rispetto ai nostri vicini; è l'abilità di un'azienda di attirare e mantenere più clienti rispetto ad altre aziende; è la bravura di un attore che lo fa apprezzare e ricordare più di altri; è la capacità di una pagina Web di farci tornare quotidianamente sul suo contenuto anziché su quello di altri miliardi di pagine che si contendono la nostra attenzione. La fitness misura l'abilità competitiva di ogni nodo. Negli esseri umani può essere una questione genetica; per le aziende può dipendere dalla qualità del prodotto e della gestione, per gli attori dal talento, per i siti Web dal contenuto. In una rete possiamo assegnare una fitness a ogni nodo per indicare la sua capacità di competere per i link. Sul Web, per esempio, la fitness della mia pagina è 0,00001, mentre quella di Google è 0,2. Ciò che conta non è la reale grandezza di queste cifre, ma il loro rapporto, da cui si deduce il nostro potenziale d'attrazione nei confronti dei visitatori. Chiunque, infatti, si rende conto che Google è 20000 volte più utile del mio sito personale.
L'introduzione della fitness non elimina gli altri due meccanismi che governano l'evoluzione delle reti, la crescita e il collegamento preferenziale; modifica però il criterio in base al quale qualcosa viene considerata attraente in un ambiente competitivo. Nel modello a invarianza di scala abbiamo assunto che la capacità di attrazione di un nodo era determinata esclusivamente dal suo numero di link. In un ambiente competitivo anche la fitness ha un suo ruolo: i nodi con una fitness più elevata vengono linkati più frequentemente. Un modo semplice per far rientrare la fitness nel modello a invarianza di scala è assumere che il collegamento preferenziale sia guidato dal prodotto tra la fitness del nodo e il suo numero di link. Ogni nuovo nodo decide dove connettersi confrontando il prodotto tra fitness e connettività di ogni nodo disponibile, preferendo quello con un prodotto più alto e, quindi, con una più alta capacità di attrazione. Fra due nodi con lo stesso numero di link quello con una fitness più alta acquisirà nuovi link più velocemente dell'altro. Se due nodi hanno la stessa fitness, tuttavia, il favorito rimane comunque il più vecchio. Questo semplice modello a fitness, in grado di combinare la competizione e la crescita, fu il nostro primo tentativo di spiegare Google. Nato per distinguere velocemente i nodo l'uno dall'altro e dare un'opportunità ai nuovi arrivati, presto rivelò implicazioni più profonde, aprendo nuove prospettive su un'ampia famiglia di fenomeni che non era possibile scorgere in un universo ugualitario e privo di fitness.

Albert-László Barabási - Link, la nuova scienza delle reti
(Esilio a Mordor, 16/06/2007)

Se ci guardiamo intorno, possiamo capire facilmente che i concetti espressi dallo studioso ungherese non bastano più a spiegare la realtà delle cose. All'epoca in cui pubblicavo su Esilio a Mordor citazioni tratte da Link, la nuova scienza delle reti, i suoi enunciati descrivevano molto bene il complesso ecosistema del Web. La colpa principale dell'autore era l'ingenuità: egli credeva davvero che dal magma della Rete delle Reti si stesse autoaggregando un mondo migliore e che la competizione tra i siti fosse una cosa splendida, positiva, costruttiva. Dopo un periodo di tempo irrilevante dal punto di vista storico, vediamo che non c'è più fitness alcuna per i siti personali e per i blog. Ciò che era piccolo ora tende a zero: il mio sito personale non ha nessuna utilità. Ciò che era grande ora tende all'infinito: l'utilità dei Giganti è incommensurabile. Esistono soltanto pochissimi nuclei che sono quasar dell'informazione, come Google e Facebook, e per il resto una distesa infinita di relitti insignificanti. Facebook è il centro assoluto che oscura ogni altra sorgente di luce virtuale, con Zuckerberg che ha raggiunto capacità incredibili e sempre più inquietanti, prossime all'onniscienza, all'onnipotenza, all'onnipresenza. Egli concentra nelle sue mani un potere che nessuno sulla faccia del nostro pianeta ha mai avuto da che vi esiste il genere umano. Egli è il Sommo Dittatore, il Tiranno Assoluto. In questo presente desolante la gente è in preda alle febbri politiche e per questo crede di avere una visuale privilegiata sull'intero Universo: fissata con le proprie categorie obsolete, vede Hitler sotto ogni sasso e lo proietta dovunque, ma ignora che la propria vita è trasparente come il vetro. Dalle proprietà delle reti è nato un mostro che è Baal sulla Terra, è Moloch immanente. Egli arriva dove nessuno degli imperatori e dei despoti è mai giunto: all'interno del nostro cranio! 

domenica 16 aprile 2017


MINORITY REPORT

Titolo originale: Minority Report
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Anno: 2002
Durata: 146 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Rapporto: 2,40:1
Genere: Fantascienza, azione, thriller
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Tratto dall'omonimo racconto di Philip K.
    Dick
Sceneggiatura: Scott Frank, Jon Cohen
Produttore: Jan de Bont, Gerald R. Molen, Walter F.
    Parkes, Bonnie Curtis
Produttore esecutivo: Michael Doven, Gary
    Goldman, Ronald Shusett, Sergio Mimica-Gezzan
Casa di produzione: Twentieth Century Fox,
    DreamWorks SKG, Cruise/Wagner Productions,
    Blue Tulip Productions, Blue Tulip Productions,
    Amblin Entertainment
Distribuzione (Italia): Twentieth Century Fox
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Effetti speciali: Industrial Light & Magic
Musiche: John Williams
Scenografia: Anne Kuljian
Interpreti e personaggi:   
    Tom Cruise: John Anderton
    Colin Farrell: Danny Witwer
    Samantha Morton: Agatha
    Max von Sydow: Lamar Burgess
    Patrick Kilpatrick: Knott
    Lois Smith: Iris Hineman
    Peter Stormare: Solomon Eddie
    Tim Blake Nelson: Gideon
    Steve J. Harris: Jad
    Kathryn Morris: Lara Anderton
    Mike Binder: Leo F. Crow
    Neal McDonough: Fletcher
    Daniel London: Wally
Doppiatori italiani:
    Roberto Chevalier: John Anderton
    Fabio Boccanera: Danny Witner
    Gianni Musy: Lamar Burgess
    Nino Prester: Knott
    Claudio Fattoretto: Jad
    Pino Ammendola: Gideon
    Dario Penne: Solomon Eddie

Trama:

Siamo nell'anno 2054, nella città di Washington, che da 6 anni è un luogo molto tranquillo. L'omicidio pare essere ormai diventato un crimine estinto, e questo grazie a un sofisticato sistema chiamato Precrimine (in inglese Precrime, termine coniato da Philip K. Dick). Tre mutanti conosciuti come Precog, ossia Precognitivi, vedono nel futuro ramificato tutto ciò che sta per accadere e un computer scandisce le loro visioni, in modo tale che possano essere analizzate per scovare persone in procinto di commettere un delitto. Quando avviene l'identificazione del "pre-criminale" (il prefisso pre- si deve al fatto che non si è ancora sporcato le mani), parte una pattuglia volante che anche solo per un soffio lo riesce a fermare. Senza badare tanto al fatto che il precriminale è tecnicamente parlando innocente, perché non ha materialmente commesso alcun delitto (non ne ha avuto il tempo), viene attivata la sua pronta rimozione dalla società. Tutto sembra funzionare alla perfezione, tanto che la polizia predittiva sta per essere estesa sull'intero territorio nazionale. Il responsabile della Precrimine, il capitano John Anderton, macina un successo dopo l'altro, ma la sua vita privata è come un pozzo di tenebra. Suo figlio Sean è scomparso nel nulla da anni, poco prima dell'instaurazione del nuovo sistema di identificazione degli omicidi. Distrutto dal terribile trauma, Anderton è diventato un tossicomane. L'anziano presidente Lamar Burgess, in apparenza paterno e benigno, sa tutto e tiene il capitano sotto le sue ali protettrici. All'improvviso tuttavia qualcosa cambia. La vita di Anderton, già irta di difficoltà, diventa un incubo ad occhi aperti quando un responso dei Precog lo indica come autore di un futuro omicidio: la vittima designata è un certo Leo Crow, che sarà ucciso nell'arco di 36 ore. Questo Leo Crow è un perfetto sconosciuto per Anderton, che capisce di essere vittima di un ferale complotto o di un errore nel sistema precognitivo. Non gli resta che fuggire a gambe levate, alla ricerca dell'unica cosa che può salvarlo. Questa debole speranza è quello che in gergo è chiamato "rapporto di minoranza". Infatti i tre Precog non sempre hanno visioni coincidenti a proposito di uno stesso delitto. Quando due di loro concordano e il terzo fornisce per contro una visione diversa, ecco che questa è proprio il "rapporto di minoranza". A dare la caccia al capitano fuggiasco è il suo più fiero avversario, il giovane Witwer, un agente del Governo incaricato di trovare falle nella Precrimine. L'implacabile mastino governativo capirà che qualcosa non quadra, ma a questo punto si imbatterà in una sorpresa poco piacevole... Le sequenze procedono senza un attimo di respiro fino al colpo di scena finale.

Recensione:

Un ottimo film d'azione, anche se un po' angosciante per via di un Tom Cruise esagitato che scatta come una molla in preda a flussi incoercibili di adrenalina, secreti dai surreni tumefatti. Egli è come una lucertola saltellante su una superficie metallica arroventata, è puro principio di azione e reazione. Il suo cervello rettiliano è fatto di muscoli perennemente contratti e pieni zeppi di acido lattico. Alcune trovate gotiche sono splendide, basti citare il trapianto oculare e gli automi aracnoidi che scandiscono le retine di tutti i residenti di un condominio. Max von Sydow nel ruolo di Lamar Burgess è una spanna sopra gli altri. 

Rispetto al racconto di Dick, Rapporto di minoranza (The Minority Report), si rilevano tante e tali differenze che possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che si tratta di due opere completamente dissimili.

1) Racconto: Anderton è vecchio, prossimo all'età pensionabile.
   Film: Anterton è giovane, sulla quarantina e ancora nel pieno delle sue forze.
2) Racconto: I Precog sono deformi e gravemente ritardati, legati a sedie con bande metalliche (il racconto va contro la moderna dittatura del buonismo ed è ancora pubblicato come fossile editoriale a causa della fama dell'autore).
   Film: I Precog non hanno un solo segno di deformità, riposano in una confortevole piscina e hanno un tecnico che li vezzeggia e si occupa di ogni loro bisogno.
3) Racconto: Ed Witwer è un poliziotto che deve affiancare Anderton per prenderne il posto in futuro.
   Film: Danny Witwer è un agente governativo, estraneo alla struttura della Precrimine.
4) Racconto: I Precog sono ciechi e pronunciano oracoli. Un computer raccoglie le loro parole.
   Film: I Precog non sono ciechi e hanno immagini mentali. Un computer raccoglie queste loro immagini, che poi Anderton e i suoi colleghi scansionano.
5) Racconto: Dal computer che raccoglie gli oracoli dei precog escono schede perforate.
   Film: Dal computer che raccoglie le immagini dei precog escono bocce di legno incise.
6) Racconto: Anderton non mostra traccia di condotte pericolose.
   Film: Anderton è tossicomane.
7) Racconto: La moglie di Anderton si chiama Lisa ed è una poliziotta della Precrimine, sua ex segretaria.
   Film: L'ex moglie di Anderton si chiama Lara ed è estranea alla Polizia.
8) Racconto: Anderton e Lisa non hanno figli.
   Film: Anderton e Lara hanno avuto un figlio, Sean, che è stato rapito e ucciso.
9) Racconto: I pre-omicidi vengono internati in campi di prigionia simili a quelli in uso durante l'ultimo conflitto mondiale.
   Film: I pre-omicidi vengono "confinati", ossia messi in animazione sospesa in bare metalliche. Un trattamento di una crudeltà inimmaginabile e del tutto sproporzionato per persone che fino a prova contraria non hanno commesso alcun crimine.
10) Racconto: I principali avversari della Precrimine sono i militari dell'Esercito, che hanno perduto il loro potere.
    Film: L'Esercito non compare e il nemico della Precrimine è il Governo.
11) Racconto: La vittima predestinata di Anderton si chiama Leopold Kaplan ed è un militare.
    Film: La vittima predestinata di Anterton si chiama Leo Crow, che è stato pagato per fingersi il rapitore di bambini responsabile della morte di Sean.
12) Racconto: Anderton non ha superiori diretti.
    Film: Compare la figura dell'anziano Lamar Burgess, diretto superiore di Anderton.
13) Racconto: Non vi è alcun caso cruciale che coinvolga una donna annegata.
    Film: Il caso di Ann Lively, morta annegata, minaccia la Precrimine.
14) Racconto: La Precrimine è operativa in tutte le nazioni del Blocco Occidentale.
    Film: La Precrimine è operativa solo nella capitale Washington D.C. e sarà estesa a tutti gli States con un referendum. 
15) Racconto: Si dimostra che i responsi dei Precog non possono applicarsi al capo della Precrimine, perché è l'unica persona che li conosce in anticipo e può così agire diversamente (indeterminazione dei futuri multipli).
    Film: Si afferma che il libero arbitrio, messo in atto col suicidio di Lamar Burgess, può invalidare il futuro previsto dai Precog (scelta di uno dei possibili futuri multipli).
16) Racconto: La Precrimine sopravvive alla crisi.
    Film: La Precrimine non sopravvive alla crisi.

Precog disumanizzati!

Quando si legge il racconto di Dick si fa una scoperta sorprendente. I Precog sono trattati peggio delle bestie e sono vittime di feroce disprezzo. Sono chiamati "idioti", "deformi" e addirittura "scimmie". Proprio così: la stanza dove sono tenuti prigionieri è detta in modo quasi ufficiale "Sezione Scimmie". Avvinti in tenaci bande metalliche, questi infelici mutanti defecano attraverso un foro nel loro seggio, senza igiene alcuna, senza alcuna cura per piaghe, decubiti, infezioni. C'è da rimanere allibiti di fronte alle descrizioni dickiane, caratterizzate da empatia zero e da crudeli venature di sarcasmo verso le misere creature. Il messaggio è nella sostanza questo: il mutante è merda umana, o meglio umanoide. Il mutante serve, ma se la sua utilità venisse meno, il suo destino sarebbe un forno inceneritore. Se un racconto simile fosse pubblicato oggi, l'autore si attirerebbe reazioni furiose da parte di masse di umanitari buonisti, sarebbe denunciato e potrebbe anche finire in carcere. Questi sono sviluppi che il geniale scrittore non ha saputo prevedere.

Una singolare genealogia

Gli X-Men, famosi personaggi dei fumetti della Marvel poi trasposti in film, derivano direttamente dall'opera di Philip K. Dick. In altre parole, Stan Lee e Jack Kirby non hanno usato farina del loro sacco quando hanno dato origine ai supereroi in questione, nel 1963. Per rendersene conto basterà ad esempio leggere con attenzione il racconto The Golden Man (aka Next, aka Non saremo noi), pubblicato già nel 1954. Che dire poi del racconto A World of Talents (aka Il mondo dei mutanti)? Anch'esso è stato pubblicato nel 1954. Vi sono trattati tutti i temi tipici dei fumetti della Marvel compaiono delineati alla perfezione, inclusa la cosiddetta "scuola per giovani dotati", tanto che possiamo affermare che tra i mutanti dickiani e gli X-Men esiste un rapporto di causazione diretta. La Marvel sarebbe quindi tenuta a risarcire gli eredi di Dick per i diritti d'autore non pagati, ma questo ci porta fuori dal nostro discorso. Se si può a buon diritto accusare la Marvel di patetico buonismo e di ossessione per la "diversità", per la sua fonte di ispirazione questo addebito risulta di certo infondato. Infatti per Dick il mutante è malvagio, è un agente patogeno che minaccia l'umanità, così la sua eradicazione viene presentata come un diritto sacrosanto. Quando il mutante è incapace di nuocere e presenta qualche caratteristica che può tornare utile, il suo destino non sarà l'eliminazione fisica, ma la schiavitù perenne in condizioni che farebbero rabbrividire i condannati ad metalla dell'antica Roma. Questo per dire che il mondo anglosassone non ha nulla da invidiare al III Reich.

Retrofuturo o archeofuturo

Nel racconto Rapporto di minoranza vediamo i videofoni, che presuppongono uno sviluppo della telefonia in grado di trasmettere immagini video parallelamente al segnale audio. Uno sviluppo che ai tempi di Dick sembrava del tutto naturale. Le cose tuttavia non sono andate esattamente così. La tecnologia dei videotelefoni è al giorno d'oggi possibile, ma nessuno la trova desiderabile: anche si è in grado di filmare e di inviare video tramite telefonini di vario genere, non è stato sviluppato un canale per la trasmissione automatica delle immagini in modo contemporaneo alle conversazioni. Il motivo è tutto sommato semplice. Il videofono di concezione dickiana potrebbe creare svariate situazioni imbarazzanti che nessuno vorrebbe mai, specie se è un aggeggio infernale che si accende da sé e che non può essere disattivato. Forse nella società americana degli anni '50 non si riusciva a immaginare una moglie sorpresa da una videochiamata del marito mentre uno stallone la stantuffa da dietro. Notevole è poi l'irrealtà dei computer, che ai tempi in cui Dick scrisse il racconto erano immaginati come giganteschi armadi a muro pieni zeppi di schede perforate il cui output era uno scontrino. Un problema da me rilevato più volte, a quanto pare invano: or della fine queste incoerenze non interessano a nessuno.

La teoria del futuro ramificato

Tema caro a Dick, presente anche in Next, è quello del futuro ramificato. In altre parole, la teoria del tempo su cui fondava i propri scritti era tensionale ed eternista (ammetteva l'esistenza di passato, presente e futuro). Si tratta di una forma di ontologia denominata A-eternismo. Pur non arrivando agli eccessi del B-eternismo, che nega l'esistenza stessa del flusso temporale per affermare la coesistenza di passato, presente e futuro, Dick ha introdotto in diverse sue opere bizzarrie interessanti e meritevoli di attenzione, come ad esempio la possibilità di "dragare" il tempo, riportando nel presente oggetti dal passato e dal futuro. Pur essendo le "draghe temporali" di natura antifisica in un universo causale come il nostro, si deve convenire che sono un artifizio letterario non di poco conto. Tornando al film Rapporto di Minoranza, tutta l'angoscia esistenziale è incentrata sulla possibilità di sfuggire a un futuro deterministico. Anderton è imprigionato in un Inferno in cui arde fino all'ultimo, fino a quando il suicidio del vecchio Lamar Burgess dimostra la molteplicità dei corsi temporali e la concreta possibilità di operare una scelta tra le diverse alternative possibili. Questo implica l'esistenza se non del libero arbitrio, almeno di un arbitrio che, seppur condizionato, può fare la differenza e permettere la fuga dal determinismo. Nel racconto invece si afferma una sorta di indeterminazione. La teoria del futuro ramificato si applica in un modo del tutto dissimile a quanto abbiamo visto nel film, portando a una sorta di Principio di Indeterminazione temporale: se una persona può conoscere in anticipo un oracolo, lo invalida per necessità nel preciso istante in cui ne viene a conoscenza. L'idea è che la persona che conosce il futuro può agire in modo tale da alterarlo. Spielberg non riesce ad accettare questa visione dickiana fino in fondo. Lo vediamo dall'angoscia delle scene in cui sembra che Anderton possa evitare l'uccisione di Leo Crow, ma infine la porta comunque a compimento, quasi spinto da una forza sovrannaturale. Lamar Burgess riuscirà a spezzare l'incantesimo, ma soltanto a prezzo di una lotta titanica contro se stesso e la natura delle cose.  

Contenuti profetici del film
(e in misura minore del racconto)

Il mondo descritto nel film interpretato da Tom Cruise è oggi meno lontano di quello che potrebbe sembrare. Molte tecnologie come il riconoscimento ottico esistono già. Sono state progettate auto senza pilota e tecnologie multi-touch che permettono di comandare un computer con semplici gesti delle mani. Se tuttavia si legge il racconto, si nota che non vi sono affatto descritte innovazioni tanto mirabolanti. Qualcosa di molto simile alla Precrimine già esiste, anche se è di una natura abbastanza dissimile sia da quanto narrato nel racconto che dai contenuti del film. Infatti è possibile prevedere in anticipo i delitti, ma non grazie alle visioni o alle farneticazioni di mutanti: tutto ciò è il frutto di appositi algoritmi predittivi che analizzano i contenuti postati dagli utenti sui social network incrociandoli con i dati degli archivi criminali. A quanto pare alcuni distretti di polizia degli USA hanno già adottato questi programmi. Riporto un interessante articolo sull'argomento, che risale al settembre del 2016: 


Un aspetto dell'universo dickiano che si sta immanentizzando ai nostri giorni è la piaga della pubblicità invasiva, veicolata da una tecnologia aberrante che penetra nelle profondità dell'essere. Pop corn e cereali occhiuti in scatole capaci di parlare, pubblicità ad personam rivolta al viandante da cartelloni pubblicitari animati, quotidiani che cambiano come li si guarda, proponendoci le notizie che vorremmo leggere: tutto questo non sarà ancora reale, ma senza dubbio qualcosa di inquietante lo possiamo notare quando scopriamo banner pubblicitari che possono esserci proposti soltanto da un congegno telepatico - dimostrando che da qualche parte c'è qualcuno che sa come defechiamo. 

Un vulnus gravissimo 

Sia il racconto che il film contengono un punto dolente che è più debole di un aneurisma in procinto di cedere in un soggetto gravemente iperteso. Se tutta la Precrimine si basa su tre mutanti che non sono certo immortali, i cui doni sembrano essere unici e non riproducibili, come si spera di poter far durare nel tempo il sistema? 

sabato 25 febbraio 2017

HACKER CEREBRALI!



HACKER E ONDE CEREBRALI, L'ULTIMA FRONTIERA SARA' LA NOSTRA MENTE   

Le nostre convinzioni più profonde e le nostre idee più segrete non sono inviolabili come pensavamo: secondo una ricercatrice dell'università di Washington possono anzi esserci estratte contro la nostra volontà in modo relativamente semplice
di ALESSANDRO CREA
(
continua a leggere)

Il contenuto dell'articolo di Repubblica è passato sotto silenzio, confuso nell'incessante flusso di fake news. Eppure è sconvolgente e non fa che confermare quanto vado sostenendo da anni: la captazione telepatica esiste.  

Nessun pensiero prodotto dai nostri cervelli è al sicuro: è già possibile eseguire il monitoraggio delle onde cerebrali e arrivare a trarne informazioni su idee politiche, religiose, morali e filosofiche. È possibile ad esempio stabilire se una persona ha pregiudizi razziali, svelarne le perversioni sessuali, scandagliare le sue condizioni di salute. Questa messe di informazioni può essere raccolta, trasmessa a centri di elaborazione, archiviata e tradotta in informazioni fruibili, a disposizione dei poteri del mondo e del mercato. A tutto può essere attribuito un valore, tutto può essere monetizzato.  

Hai gravi problemi metabolici? Ingurgiti alcolici fino ad intossicarti? Rischi un ictus o un infarto ogni giorno che passa eppure procedi con la tua vita insalubre? Un tumore ti sta crescendo dentro? Una malattia degenerativa sta cominciando a privarti del senno? Sei un feticista dei piedi femminili? Sei pervaso dal desiderio di lambire il boccone del prete a ogni donna che ti attizza, avendone spaventose erezioni? Ti piacciono i transex? Ebbene, tutto questo qualcuno lo conosce come lo conosci tu stesso. Sei ancora fortunato se a riguardarti sono amenità come quelle menzionate: l'istituzione della Precrimine non è lontana.  

Ormai è di pubblico dominio il fatto che siamo seguiti in ogni nostro movimento da un esercito di spie invisibili. Tuttavia le genti non immaginano nemmeno lontanamente la vera realtà dei fatti. In genere si crede che ad essere tracciati siano soltanto i nostri acquisti tramite bancomat o carta di credito, le nostre telefonate e le nostre navigazioni nel Web. Se fosse così, vivremmo in un mondo idilliaco e tutto sommato abbastanza sicuro. Il pericolo incombente è ben più drammatico, anche se nessuno vuole pensarci: corriamo il rischio di essere trasformati in zombie, del tutto svuotati di ogni nostro contenuto cognitivo e destinati a vagare ridotti a vani simulacri, in balìa di predatori spaventosi. 

A chi mi accusasse di essere un complottista, opporrò soltanto pochi argomenti. Quotidiani che non sono immondezzai bufalari, per quanto non immuni da articoli inconsistenti, danno da anni la notizia di inquietanti esperimenti telepatici che dovrebbero togliere il sonno a tutti. È ormai possibile, così ci dicono, captare i pensieri delle persone e costruire ammennicoli in grado di telecomandare con la mente computer e altri strumenti: sono i cosiddetti elmetti telepatici. Non si tratta di pseudoscienza. Ecco alcuni articoli interessanti: 





Non mi sembra di fare un gran volo pindarico quando sostengo che queste tecnologie siano già perfettamente operative e usate segretamente da Zuckerberg, da Elon Musk e da altri plenipotenziari satanici attivi sul nostro pianeta. Per non parlare dei Poteri Oscuri che si agitano nel Darkweb. Direte che è fantascienza, come se l'uso di questa parola fosse in grado di esorcizzare ogni timore, di rintuzzare ogni inquietudine. Questa non è semplicemente fantascienza. È la fantascienza che è diventata realtà. Ha smesso di essere letteratura pornografica schernita eppure in grado di destare inspiegabili pruriti. Si è trasformata nel contesto in cui viviamo. Siamo immersi in un incubo cyberpunk.    

Il principio è molto semplice. Tu fornisci i mezzi tecnologici per fare qualcosa, per quanto schifosa sia, e qualcuno li userà. Ineluttabilmente. Come al giorno segue la notte. L'uso di questi mezzi non sarà necessariamente etico o rispettoso delle persone. Qui non si parla semplicemente di privacy, bensì della possibilità di rubare la vita a ignare vittime e di annientarla. Tutto questo con buona pace di coloro che si ostinano a idolatrare il futuro e a pensare che dalla cosiddetta Singolarità Tecnologica potranno scaturire soltanto meraviglie. Le cose non stanno così: la Fisica ci insegna che viviamo in un sistema termodinamico altamente entropico in cui le cose possono soltanto peggiorare.

domenica 16 novembre 2014


LA CAPTAZIONE TELEPATICA:
UN RIASSUNTO

1) Esiste un meccanismo che permette di identificare una persona che naviga qualunque sia il pc utilizzato, e di attribuire banner pertinenti;

2) Esiste un meccanismo che permette di identificare una persona su qualunque pc stia operando, etichettando le sue attività su file offline, e di attribuire banner pertinenti, anche su pc diversi da quello su cui ha compiuto una data azione; 

3) Esiste un meccanismo che permette di identificare una persona che parla tramite un cellulare non connesso in rete, etichettando la sua attività ogni volta che si rimette al pc, e di attribuire banner pertinenti quando si connette; 

4) Esiste un meccanismo che permette di identificare una persona che parla con altre persone, senza essere online, che vi siano o meno cellulari accesi, e di attribuire banner pertinenti quando si connette; 

5) Esiste un meccanismo che permette di identificare una persona che ha un dato pensiero, senza essere online o su cellulare, e senza che lo esprima ad alta voce, e di attribuire banner pertinenti quando si connette;

6) Esiste un meccanismo, anche se approssimativo e non sempre funzionante in modo corretto, che permette di identificare progetti, velleità e calcoli formulati dalla mente di una persona, anche in modo non verbale, di etichettare somiglianze e simboli (ad esempio di convertire il pensiero "questa somiglia alla Hunziker" nella parola "Hunziker"), e di attribuire banner pertinenti quando si connette;

7) Esiste un meccanismo che permette di identificare dati presenti nell'ambiente dove una persona opera, come ad esempio disegni, marchi, simboli, e di attribuire banner pertinenti quando la persona si connette, tendendo a riprodurre gli stessi elementi.