DALLA FITNESS AL DOMINIO DI BAAL
Ci sono persone che sanno trasformare ogni incontro casuale in un rapporto sociale duraturo e aziende che riescono a trasformare ogni cliente in un partner fedele. Certe pagine Web rendono il navigatore schiavo della rete. Che cos'hanno in comune questi nodi della società, degli affari e del Web? Ognuno di loro ha un talento innato, che lo pone davanti a tutti gli altri. Benché sia impossibile trovare la chiave universale del successo, possiamo studiare il processo che separa i vinti dai vincitori: la competizione nei sistemi complessi.
In un ambiente competitivo ogni nodo ha una certa fitness. La fitness è la nostra attitudine a stringere più amicizie rispetto ai nostri vicini; è l'abilità di un'azienda di attirare e mantenere più clienti rispetto ad altre aziende; è la bravura di un attore che lo fa apprezzare e ricordare più di altri; è la capacità di una pagina Web di farci tornare quotidianamente sul suo contenuto anziché su quello di altri miliardi di pagine che si contendono la nostra attenzione. La fitness misura l'abilità competitiva di ogni nodo. Negli esseri umani può essere una questione genetica; per le aziende può dipendere dalla qualità del prodotto e della gestione, per gli attori dal talento, per i siti Web dal contenuto. In una rete possiamo assegnare una fitness a ogni nodo per indicare la sua capacità di competere per i link. Sul Web, per esempio, la fitness della mia pagina è 0,00001, mentre quella di Google è 0,2. Ciò che conta non è la reale grandezza di queste cifre, ma il loro rapporto, da cui si deduce il nostro potenziale d'attrazione nei confronti dei visitatori. Chiunque, infatti, si rende conto che Google è 20000 volte più utile del mio sito personale.
L'introduzione della fitness non elimina gli altri due meccanismi che governano l'evoluzione delle reti, la crescita e il collegamento preferenziale; modifica però il criterio in base al quale qualcosa viene considerata attraente in un ambiente competitivo. Nel modello a invarianza di scala abbiamo assunto che la capacità di attrazione di un nodo era determinata esclusivamente dal suo numero di link. In un ambiente competitivo anche la fitness ha un suo ruolo: i nodi con una fitness più elevata vengono linkati più frequentemente. Un modo semplice per far rientrare la fitness nel modello a invarianza di scala è assumere che il collegamento preferenziale sia guidato dal prodotto tra la fitness del nodo e il suo numero di link. Ogni nuovo nodo decide dove connettersi confrontando il prodotto tra fitness e connettività di ogni nodo disponibile, preferendo quello con un prodotto più alto e, quindi, con una più alta capacità di attrazione. Fra due nodi con lo stesso numero di link quello con una fitness più alta acquisirà nuovi link più velocemente dell'altro. Se due nodi hanno la stessa fitness, tuttavia, il favorito rimane comunque il più vecchio. Questo semplice modello a fitness, in grado di combinare la competizione e la crescita, fu il nostro primo tentativo di spiegare Google. Nato per distinguere velocemente i nodo l'uno dall'altro e dare un'opportunità ai nuovi arrivati, presto rivelò implicazioni più profonde, aprendo nuove prospettive su un'ampia famiglia di fenomeni che non era possibile scorgere in un universo ugualitario e privo di fitness.
In un ambiente competitivo ogni nodo ha una certa fitness. La fitness è la nostra attitudine a stringere più amicizie rispetto ai nostri vicini; è l'abilità di un'azienda di attirare e mantenere più clienti rispetto ad altre aziende; è la bravura di un attore che lo fa apprezzare e ricordare più di altri; è la capacità di una pagina Web di farci tornare quotidianamente sul suo contenuto anziché su quello di altri miliardi di pagine che si contendono la nostra attenzione. La fitness misura l'abilità competitiva di ogni nodo. Negli esseri umani può essere una questione genetica; per le aziende può dipendere dalla qualità del prodotto e della gestione, per gli attori dal talento, per i siti Web dal contenuto. In una rete possiamo assegnare una fitness a ogni nodo per indicare la sua capacità di competere per i link. Sul Web, per esempio, la fitness della mia pagina è 0,00001, mentre quella di Google è 0,2. Ciò che conta non è la reale grandezza di queste cifre, ma il loro rapporto, da cui si deduce il nostro potenziale d'attrazione nei confronti dei visitatori. Chiunque, infatti, si rende conto che Google è 20000 volte più utile del mio sito personale.
L'introduzione della fitness non elimina gli altri due meccanismi che governano l'evoluzione delle reti, la crescita e il collegamento preferenziale; modifica però il criterio in base al quale qualcosa viene considerata attraente in un ambiente competitivo. Nel modello a invarianza di scala abbiamo assunto che la capacità di attrazione di un nodo era determinata esclusivamente dal suo numero di link. In un ambiente competitivo anche la fitness ha un suo ruolo: i nodi con una fitness più elevata vengono linkati più frequentemente. Un modo semplice per far rientrare la fitness nel modello a invarianza di scala è assumere che il collegamento preferenziale sia guidato dal prodotto tra la fitness del nodo e il suo numero di link. Ogni nuovo nodo decide dove connettersi confrontando il prodotto tra fitness e connettività di ogni nodo disponibile, preferendo quello con un prodotto più alto e, quindi, con una più alta capacità di attrazione. Fra due nodi con lo stesso numero di link quello con una fitness più alta acquisirà nuovi link più velocemente dell'altro. Se due nodi hanno la stessa fitness, tuttavia, il favorito rimane comunque il più vecchio. Questo semplice modello a fitness, in grado di combinare la competizione e la crescita, fu il nostro primo tentativo di spiegare Google. Nato per distinguere velocemente i nodo l'uno dall'altro e dare un'opportunità ai nuovi arrivati, presto rivelò implicazioni più profonde, aprendo nuove prospettive su un'ampia famiglia di fenomeni che non era possibile scorgere in un universo ugualitario e privo di fitness.
Albert-László Barabási - Link, la nuova scienza delle reti
(Esilio a Mordor, 16/06/2007)
(Esilio a Mordor, 16/06/2007)
Se ci guardiamo intorno, possiamo capire facilmente che i concetti espressi dallo studioso ungherese non bastano più a spiegare la realtà delle cose. All'epoca in cui pubblicavo su Esilio a Mordor citazioni tratte da Link, la nuova scienza delle reti, i suoi enunciati descrivevano molto bene il complesso ecosistema del Web. La colpa principale dell'autore era l'ingenuità: egli credeva davvero che dal magma della Rete delle Reti si stesse autoaggregando un mondo migliore e che la competizione tra i siti fosse una cosa splendida, positiva, costruttiva. Dopo un periodo di tempo irrilevante dal punto di vista storico, vediamo che non c'è più fitness alcuna per i siti personali e per i blog. Ciò che era piccolo ora tende a zero: il mio sito personale non ha nessuna utilità. Ciò che era grande ora tende all'infinito: l'utilità dei Giganti è incommensurabile. Esistono soltanto pochissimi nuclei che sono quasar dell'informazione, come Google e Facebook, e per il resto una distesa infinita di relitti insignificanti. Facebook è il centro assoluto che oscura ogni altra sorgente di luce virtuale, con Zuckerberg che ha raggiunto capacità incredibili e sempre più inquietanti, prossime all'onniscienza, all'onnipotenza, all'onnipresenza. Egli concentra nelle sue mani un potere che nessuno sulla faccia del nostro pianeta ha mai avuto da che vi esiste il genere umano. Egli è il Sommo Dittatore, il Tiranno Assoluto. In questo presente desolante la gente è in preda alle febbri politiche e per questo crede di avere una visuale privilegiata sull'intero Universo: fissata con le proprie categorie obsolete, vede Hitler sotto ogni sasso e lo proietta dovunque, ma ignora che la propria vita è trasparente come il vetro. Dalle proprietà delle reti è nato un mostro che è Baal sulla Terra, è Moloch immanente. Egli arriva dove nessuno degli imperatori e dei despoti è mai giunto: all'interno del nostro cranio!
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