IL PANTOCRATORE DIGITALE
Nel World Wide Web non esistono particelle subatomiche e le reti non hanno "livelli di energia", non nell'accezione fisica del termine. Perché parlare allora di condensazione di Bose-Einstein? Questa fu la domanda che posi a Bianconi un sabato pomeriggio del 2000, quando feci un salto all'università per prelevare alcune carte. Mentre lasciavo l'ufficio Ginestra mi comunicò con una certa eccitazione che aveva trovato qualcosa d'interessante.
"Non ho tempo ora, - dovetti risponderle, con mio figlio di quattro anni che mi aspettava in automobile, - ci vediamo lunedì". Condensazione di Bose-Einstein? Quando mai si era sentito parlare di un condensato al di fuori della meccanica quantistica? Bianconi doveva occuparsi del modello a fitness, governato dalle normali leggi della fisica classica: cosa c'entrava la meccanica quantistica con il Web e le reti sociali? Questi erano i pensieri che attraversavano la mia mente nelle due ore di viaggio dalla Notre Dame University a Chicago. Ma il lunedì successivo mi aspettava una sorpresa.
Usando una semplice trasformazione matematica, Bianconi aveva sostituito la fitness con l'energia, assegnando nel modello a fitness un livello di energia a ogni nodo.
Improvvisamente i calcoli assunsero un significato nuovo. Cominciarono a somigliare a quelli in cui si era imbattuto Einstein ottant'anni prima scoprendo il condensato. Forse era una coincidenza, forse non significava nulla, ma fra il modello a fitness e un gas di Bose esisteva in effetti una precisa corrispondenza matematica. A ogni nodo della rete corrispondeva un livello di energia nel gas di Bose; più era alta la fitness del nodo, più il corrispondente livello di energia era basso. I link della rete diventavano le particelle di gas: ognuna assegnata a un determinato livello di energia. Aggiungere un nuovo nodo alla rete è come aggiungere un nuovo livello di energia al gas di Bose; e aggiungere un nuovo link è come introdurre una nuova particella di Bose nel gas.
Nell'ambito di questa corrispondenza formale le reti complesse sono descritte come un immenso gas quantistico, dove i link si comportano allo stesso modo delle particelle subatomiche.
Questa corrispondenza fra le reti e un gas di Bose era qualcosa di decisamente inatteso.
Dopotutto, un gas di Bose è una creatura che appartiene esclusivamente alla meccanica quantistica. È regolato dalle speciali leggi della fisica subatomica, che ammettono una serie di fenomeni controintuitivi senza equivalenti nel mondo macroscopico. Queste leggi sono molto diverse da quelle che governano le reti incontrate nel corso di questo libro.
I nodi e i link di Internet, per esempio, sono oggetti macroscopici: router e cavi che possiamo toccare, nonché recidere se vogliamo. Nessuno potrebbe credere seriamente che siano governati dalla meccanica quantistica. Eppure per decenni abbiamo considerato le reti come oggetti geometrici appartenenti al rigoroso regno della matematica. La scoperta che le reti del mondo reale sono sistemi dinamici in rapida evoluzione ha coinvolto nello studio delle reti complesse anche i fisici. Forse stiamo per assistere a un ennesimo rivolgimento culturale. In effetti la scoperta di Bianconi indicava che le regole di comportamento di una rete sono identiche a quelle di un gas di Bose. Alcune proprietà delle reti complesse gettano un ponte di collegamento fra il micro e il macrocosmo, con conseguenze tanto affascinanti quanto l'esistenza del collegamento stesso.
La conseguenza più importante di questa scoperta è che alcune reti possono effettivamente subire una condensazione di Bose-Einstein. Anche chi non ha una grande confidenza con la meccanica quantistica può facilmente intuirne le implicazioni: semplicemente, è possibile che in alcune reti chi vince conquisti tutto. Così come nel condensato di Bose-Einstein le particelle si raggruppano al livello di energia più basso lasciando deserti tutti gli altri livelli, in certe reti il nodo con la fitness più alta può accaparrarsi tutti i link senza lasciare nulla algli altri. Chi vince piglia tutto.
"Non ho tempo ora, - dovetti risponderle, con mio figlio di quattro anni che mi aspettava in automobile, - ci vediamo lunedì". Condensazione di Bose-Einstein? Quando mai si era sentito parlare di un condensato al di fuori della meccanica quantistica? Bianconi doveva occuparsi del modello a fitness, governato dalle normali leggi della fisica classica: cosa c'entrava la meccanica quantistica con il Web e le reti sociali? Questi erano i pensieri che attraversavano la mia mente nelle due ore di viaggio dalla Notre Dame University a Chicago. Ma il lunedì successivo mi aspettava una sorpresa.
Usando una semplice trasformazione matematica, Bianconi aveva sostituito la fitness con l'energia, assegnando nel modello a fitness un livello di energia a ogni nodo.
Improvvisamente i calcoli assunsero un significato nuovo. Cominciarono a somigliare a quelli in cui si era imbattuto Einstein ottant'anni prima scoprendo il condensato. Forse era una coincidenza, forse non significava nulla, ma fra il modello a fitness e un gas di Bose esisteva in effetti una precisa corrispondenza matematica. A ogni nodo della rete corrispondeva un livello di energia nel gas di Bose; più era alta la fitness del nodo, più il corrispondente livello di energia era basso. I link della rete diventavano le particelle di gas: ognuna assegnata a un determinato livello di energia. Aggiungere un nuovo nodo alla rete è come aggiungere un nuovo livello di energia al gas di Bose; e aggiungere un nuovo link è come introdurre una nuova particella di Bose nel gas.
Nell'ambito di questa corrispondenza formale le reti complesse sono descritte come un immenso gas quantistico, dove i link si comportano allo stesso modo delle particelle subatomiche.
Questa corrispondenza fra le reti e un gas di Bose era qualcosa di decisamente inatteso.
Dopotutto, un gas di Bose è una creatura che appartiene esclusivamente alla meccanica quantistica. È regolato dalle speciali leggi della fisica subatomica, che ammettono una serie di fenomeni controintuitivi senza equivalenti nel mondo macroscopico. Queste leggi sono molto diverse da quelle che governano le reti incontrate nel corso di questo libro.
I nodi e i link di Internet, per esempio, sono oggetti macroscopici: router e cavi che possiamo toccare, nonché recidere se vogliamo. Nessuno potrebbe credere seriamente che siano governati dalla meccanica quantistica. Eppure per decenni abbiamo considerato le reti come oggetti geometrici appartenenti al rigoroso regno della matematica. La scoperta che le reti del mondo reale sono sistemi dinamici in rapida evoluzione ha coinvolto nello studio delle reti complesse anche i fisici. Forse stiamo per assistere a un ennesimo rivolgimento culturale. In effetti la scoperta di Bianconi indicava che le regole di comportamento di una rete sono identiche a quelle di un gas di Bose. Alcune proprietà delle reti complesse gettano un ponte di collegamento fra il micro e il macrocosmo, con conseguenze tanto affascinanti quanto l'esistenza del collegamento stesso.
La conseguenza più importante di questa scoperta è che alcune reti possono effettivamente subire una condensazione di Bose-Einstein. Anche chi non ha una grande confidenza con la meccanica quantistica può facilmente intuirne le implicazioni: semplicemente, è possibile che in alcune reti chi vince conquisti tutto. Così come nel condensato di Bose-Einstein le particelle si raggruppano al livello di energia più basso lasciando deserti tutti gli altri livelli, in certe reti il nodo con la fitness più alta può accaparrarsi tutti i link senza lasciare nulla algli altri. Chi vince piglia tutto.
Albert-László Barabási - Link, la nuova scienza delle reti
(Esilio a Mordor, 25/06/2007)
(Esilio a Mordor, 25/06/2007)
Di certo Barabási non comprendeva del tutto dove avrebbero portato gli spaventosi processi in corso, dominati dalle forze immani e funeste che stavano cominciando a plasmare il Web. Quando scriveva era il 2004, l'anno in cui divenni un blogger. Ci volle ancora un po' prima che mi accorgessi dell'esistenza del suo libro e mi immergessi nella sua lettura, traendone grande giovamento. Nel frattempo qualcosa di terribile andava formandosi e diffondendosi, senza che nessuno se ne rendesse conto, fornendo la dimostrazione delle teorie fondate sulla bizzarra associazione tra la fisica quantistica e le proprietà delle reti. Ebbene, Zuckerberg è il prodotto tangibile di una drammatica condensazione di Bose-Einstein! È una singolarità ineliminabile, l'equivalente informatico di un buco nero supermassiccio nel nucleo di una galassia! Scandaglia ogni mente, al punto che la vita di ogni essere umano è per lui un film da acquisire, catalogare e stoccare in archivio, in attesa di farne l'uso che più ritiene opportuno. Quando parlo di queste cose, sono in molti a tremare e a reagire con grande stizza. Ci sono donne che sono prese da crisi isteriche quando sono messe di fronte al fatto che i loro pruriti anali non sono un mistero per Montagna di Zucchero. Eppure le cose stanno così. Nemmeno i politici si salvano dalla volontà di questo giovane Baal sulla Terra. Possiamo citare per esempio il caso di Netanyahu, che strepitava e minacciava a destra e a manca, faceva fuoco e fiamme. Sembrava che stesse per lanciare i missili, avviando la combustione del Medio Oriente, riducendo le nazioni confinanti a inabitabili distese di radionuclidi crepitanti. Non è durata a lungo. Ecco che il Grande Zuckerborg ha inchiodato Bibi, minacciando di rendere noto certo materiale compromettente che lo ritraeva nell'atto di leccare il boccone del prete ad alcune pingui fallofore. Ecco la Nuova Intelligenza scaturita dai nodi e dai link di Internet!
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