domenica 16 ottobre 2016

ALCUNE CONSIDERAZIONI SU ALDOUS HUXLEY E SUL MONDO NUOVO

Secondo una radicata tradizione, Aldous Leonard Huxley avrebbe pubblicato nel 1932 il suo famoso romanzo Il Mondo Nuovo (Brave New World) con l'intento di mettere in guardia il genere umano da un futuro spaventoso e incombente. Questa è la vulgata corrente che ha permesso ai moderni di esaltare tale opera. Orbene, ogni vulgata corrente mi desta i conati di vomito per la sua retorica falsità. Non mi sarà difficile abbatterla servendomi del potere della Logica e di poche informazioni cruciali. Che il mondo descritto nel libro sia distopico è fuor di dubbio. Il punto è che Huxley non sarebbe stato d'accordo con questo mio giudizio: egli riteneva sinceramente che il parto della sua fantasia appartenesse al reame del Re Utopo e che fosse una cosa desiderabile.

Una singolare forma di Nazionalsocialismo
fordiano
 

Veniamo all'ispirazione originaria dell'opera di Huxley. Qual era il cardine del Mondo Nuovo? Il motto "Comunità, Identità, Stabilità" unito al produttivismo fordiano fondato sulla catena di montaggio. Non è un caso che vigesse un nuovo calendario, che computava gli anni dell'Era di Ford. I Governatori sfoggiavano il grottesco titolo di Sua Forderia (His fordship nell'originale inglese). L'autore si auspicava non soltanto una radicalizzazione delle differenze tra classi sociali e una loro completa separazione, ma addirittura la loro trasformazione in razze, o meglio in specie diverse. Ciascuna di queste specie è stata designata con una diversa lettera dell'alfabeto greco: abbiamo gli Alfa, i Beta, i Gamma, i Delta, a loro volta suddivisi in sottospecie. Il mondo ideale era per Huxley quello in cui gli operai fossero di una specie geneticamente distinta da quella degli uomini liberi e da quella degli oligarchi, al punto che tra queste diverse specie non potesse sussistere alcuno scambio di materiale genetico.

Il sistema politico descritto da Huxley potrebbe essere chiamato Nazionalsocialismo fordiano. Chiaramente non era il Nazionalsocialismo tedesco. Adolf Hitler, una volta affermato il concetto di razza ariana già noto all'Ariosofia o Gnosticismo Iperboreo, fu sempre consapevole della possibilità di accoppiamenti tra ariani e non ariani: non viveva nel mondo dei Puffi. Sapeva benissimo che tali copule avrebbero portato al concepimento di figli, e gran parte della sua opera era un tentativo di impedire questa eventualità, ritenuta sommamente luttuosa. Aldous Huxley andava ben oltre. Nella sua Utopia, l'ideale a cui bisognava tendere era un'umanità in cui individui appartenenti a diverse classi sociali non sarebbero stati interfecondi. Sognava quindi di forzare la Natura stessa - anche se il concetto di DNA gli era sconosciuto - affinché l'umanità si differenziasse in un balzo evolutivo che avrebbe fatto impallidire i gerarchi nazisti e i teorici del Razzismo Scientifico. Cosa si penserebbe di Josef Mengele se avesse potuto manipolare il genoma per far sì che un ebreo potesse concepire solo con altri ebrei? La cosa farebbe venire i brividi a milioni di persone. E se dicessi che così facendo Mengele sarebbe diventato Huxley, cosa rispondereste?

Genocidio dei nativi e aberrazioni sessuali

Tra i dettagli più spaventosi della costruzione futuribile di Huxley se ne possono citare a parer mio due:

1) L'esaltazione della pedofilia;  
2) Il sistematico annientamento di ogni popolo non fordiano, ossia di ogni identità legata a una cultura tradizionale. 

Si capisce questo, dato che Huxley riteneva auspicabile la realizzazione del Mondo Nuovo, ne esaltava di conseguenza ogni dettaglio, anche il più sordido e il più abominevole. Nella distopia huxleyana l'infanzia cresceva sotto stimolazione erotica costante. Ogni bambino e ogni bambina subivano, fin da quando erano in grado di camminare, un'opera pervasiva di pornificazione. Ogni gesto veniva erotizzato, erano organizzati incontri con toccamenti reciproci. Anche se l'autore non si azzarda a descrivere scene di rapporti pedofili tra adulti e bambini, si capisce benissimo che nella Societas Fordiana gli adulti erano incitati ad approfittare dell'imperante promiscuità per ottenere soddisfazioni sessuali tramite toccamenti e altro. Non  credete a quanto sostengo? Ecco una prima citazione: 

«Deliziosa piccola creatura!» disse il Direttore, seguendola con gli occhi. Poi volgendosi agli studenti: «Ciò che sto per dirvi ora» avvertì «potrà sembrarvi incredibile. Ma quando non si ha l'abitudine alla storia, la maggior parte dei fatti del passato sembrano incredibili.»
Rivelò la stupefacente verità. Per un lungo periodo prima dell'epoca del Nostro Ford, e anche per qualche generazione posteriore, i giochi erotici tra fanciulli erano stati considerati anormali (ci fu uno scoppio di risa); non soltanto anormali, ma perfino immorali ('no!'); ed erano stati di conseguenza rigorosamente repressi.
Un'espressione di incredulità stupita apparve sui volti degli ascoltatori. Come! Non era permesso ai poveri bambini di divertirsi? Non potevano capacitarsene.

E ancora:

«Via, bambina!» gridò il Direttore adirato. «Via, bambina! Non vedete che Sua Forderia è occupato? Andate a fare i vostri giochetti erotici in un altro posto.» «Poveri piccoli!» disse il Governatore.

Che dire poi di questa? 

«Guardate che gruppetto grazioso!» disse, indicando colla mano. In un piccolo spiazzo erboso fra due alti cespugli di erica mediterranea, due bambini, un ragazzetto di sette anni circa e una bambina che poteva forse avere un anno di più, stavano giocando, con molta gravità e con tutta l'attenzione concentrata di scienziati intenti ad un lavoro di scoperta, a un rudimentale gioco sessuale.
«Graziosissimo, graziosissimo!» ripeté il Direttore in tono sentimentale.

Nessuno poteva resistere a queste aberrazioni, tale era il condizionamento imposto fin dalla più tenera età. La gente ignorava tutto sul proprio passato, sapeva soltanto che in epoca antica il genere umano viveva in uno stato definito "barbarico". Di tutti i popoli che avevano rifiutato il Mondo Nuovo, sopravvivevano soltanto pochi individui detti Selvaggi, che vivevano in una comunità isolata nel Nuovo Messico. Erano gli unici superstiti del mondo precedente ed erano stati preservati dall'annientamento soltanto per ragioni di studio e per essere esposti alla curiosità morbosa dei turisti.  

Un individuo che esalta tutto questo sarà anche definito "santo laico", "filantropo", "progressista" o "utopista" dai moderni; se dipendesse da me, tale malfattore andrebbe stritolato tra le macine di un mulino o tra enormi ingranaggi di acciaio. 

Buonismo e influenze New Age

Nel Mondo Nuovo la felicità è obbligatoria. Ogni critica nei confronti di altre persone o della società è severamente vietata. Una pozione chiamata con vocabolo sanscrito soma (in caratteri devanāgarī सोम) è usata allo scopo di allontanare ogni pensiero definito "negativo". Questo dimostra come il pensiero New Age che tanto nuoce ai nostri tempi, già esistesse negli anni '30 dello scorso secolo in forma ben organizzata. Così pure esisteva la pestilenziale political correctness che opprime duramente i moderni con il pretesto buonista di tutelare le minoranze, risultando in una dura oppressione imposta a tutti. Esiste anzi la possibilità concreta che i parassiti universitari californiani che hanno introdotto questo male spirituale dei nostri tempi si siano ispirati proprio ad Aldous Huxley e alla sua opera! Aver esaltato e propagato questi orrori è un ulteriore e gravissimo capo di imputazione contro lo scrittore britannico, che dovrebbe essere sottoposto a damnatio memoriae

Un'onomastica singolare e contraddittoria

Essendo la procreazione artificiale ed esterna all'utero, nel Mondo Nuovo descritto da Huxley non ha più alcun senso parlare di famiglia e di discendenza. Termini come "padre" e "madre" sono considerati insulti. L'antica procreazione è definita "vivipara". Non esiste più un cognome che possa identificare l'origine di una persona, che è quindi libera di scegliersi il nominativo che più le aggrada. Si noterà una strana predilezione per nomi di rivoluzionari comunisti. La protagonista Lenina Crowne porta un nome chiaramente formato su Lenin; lo psicologo Bernard Marx non ha bisogno di commenti; una bambina dice di chiamarsi Polly Trotsky. Si potrebbe scorgere una strana incongruenza tra il culto religioso di Henry Ford e la contemporanea esaltazione di figure legate al Partito Comunista. O forse è proprio la riduzione dell'individuo a un atomo senza valore che accomuna Comunismo e Fordismo? Strano anche il nominativo del Governatore Residente per l'Europa Occidentale, Mustapha Mond (Mustafà nell'edizone italiana), che combina un nome arabo (مصطفى significa "Il Prescelto") con un cognome tedesco (Mond significa "luna"), quasi una macabra profezia della Germania snaturata che abbiamo tutti sotto gli occhi.

Lo strano caso della lettera di Huxley a Orwell

Nel 1949, George Orwell ricevette una lettera dal suo insegnante di francese delle superiori, che era proprio Aldous Huxley. Tutta questa lettera è una pantomima. A quanto ho potuto appurare, Huxley rimproverava ad Orwell l'aver descritto una tirannia che negava l'istinto sessuale e si adoperava per sopprimerne ogni manifestazione. All'autore di Brave New World sembrava impossibile l'esistenza di un'oligarchia il cui simbolo fosse uno stivale che calpesta la faccia dell'Uomo, così teorizzava che sarebbe prima o poi subentrata una diversa concezione della natura umana, caratterizzata dalla fruizione della sessualità e dall'esaltazione del piacere. Seguendo questo link si può leggere il testo della patetica lettera di Huxley: 


Segnalo un post dell'amico Lukha Kremo Baroncinij sul confronto tra i due autori e le rispettive creazioni, che propone riflessioni interessanti - anche se non condivido la conclusione: 


Le perplessità di Adorno

Ha espresso lievi dubbi sull'opera di Huxley il filosofo tedesco di origine ebraica Theodor Wiesengrund Adorno, quello che riteneva "barbarie" poetare dopo Auschwitz:

«Huxley si schiera con coloro che all'era industriale rimproverano non tanto la disumanità quanto la decadenza di costumi. L'umanità viene posta dinanzi alla scelta tra la ricaduta in una mitologia che a Huxley stesso pare discutibile e un progresso verso una compatta illibertà della coscienza. Non resta nessun spazio per un concetto dell'uomo che non si esaurisca né nella coercizione del sistema collettivistico né nella contingenza del singolo. La costruzione di pensiero che denuncia lo Stato universale totalitario mentre esalta retrospettivamente l'individualismo che vi portò, è totalitaria essa stessa».  

A dire il vero, mi pare che l'autore de Il Mondo Nuovo non disapprovasse affatto la decadenza dei costumi, ma anzi la esaltasse con ogni mezzo, rendendo la pedofilia pervasiva e imperante. È sotto gli occhi di tutti: pedofilia à gogo in intere pagine del libro. Si nota in tutto il testo quella che si può definire orrenda compiacenza al Male. Se devo essere franco, non mi pare neppure che Brave New World esalti in qualunque misura l'individualismo. Coloro che reputano l'individualismo come fondamento del mondo fordiano propagandano un mito memetico senza alcuna rispondenza con la realtà. Forse è stato proprio Adorno a formare per primo questo meme, che ha trovato la propria strada. Dove diavolo sarebbe mai questo individualismo nel tessuto del Mondo Nuovo? Nella costruzione huxleyana, che è senza dubbio totalitaria, l'individuo è un atomo all'interno di una struttura produttiva che annienta ogni idea personale, in cui vige l'obbligo di copulare ad ogni costo: il piacere è utilizzato come narcotico. Questa è una citazione significativa: 

«Ora - questo è il progresso - i vecchi lavorano, i vecchi hanno rapporti sessuali, i vecchi non hanno un momento, un attimo da sottrarre al piacere, non un momento per sedere e pensare; o se per qualche disgraziata evenienza un crepaccio s'apre nella solida sostanza delle loro distrazioni, c'è sempre il "soma", il delizioso "soma", mezzo grammo per un riposo di mezza giornata, un grammo per una giornata di vacanza, due grammi per un'escursione nel fantasmagorico Oriente, tre per una oscura eternità nella luna; donde si ritorna per trovarsi dall'altra parte del crepaccio, sicuri sul terreno solido giornaliero e della distrazione correndo da cinema odoroso a cinema odoroso, da ragazza a ragazza pneumatica, dal campo di golf elettromagnetico a...»

Sorge il dubbio, a mio avviso legittimo, che Adorno non abbia letto il libro di Huxley, accontentandosi di un sunto fuorviante. Secondo alcuni autori, tra cui anche l'ottimo Kremo Baroncinij, è proprio l'uso del piacere come sedativo a segnare la differenza tra dittature come il Nazionalsocialismo, fondate sulla paura, e la distopia di Huxley. Non si tiene però conto di una cosa: nell'anno 632 dell'Era di Ford non c'erano più nemici da perseguitare e da uccidere. Con la fine di ogni opposizione interna ed esterna, a seguito della Guerra dei Nove Anni, ogni uso della paura come strumento di governo era semplicemente diventato superfluo, obsoleto.

Ritorno al Mondo Nuovo 

Negli anni della Beat Generation, un ventennio dopo la pubblicazione di Brave New World, Huxley fu attratto da una conventicola di fellatrici e di drogati dediti ai trip con l'LSD che lo indussero a rinnegare il nucleo del suo pensiero. Fu così che l'autore per sopravvivere nel nuovo contesto e ottenere favori sessuali da frivole donzelle, pensò di alterare in modo sostanziale l'interpretazione del Mondo Nuovo. Ormai il cervello dell'autore era completamente spappolato dalle continue e morbose suzioni a cui erano sottoposti i suoi genitali: ad ogni orgasmo un coacervo di materia grigia gli veniva drenato dal cranio e finiva spruzzato nelle bocche delle sue amanti. Alla fine la sua mente, distrutta dagli allucinogeni e dai pompini, è collassata assieme ai suoi ultimi residui di senso della realtà. Non potendo sopportare il peso della sua opera del 1932 e delle responsabilità morali che questa comportava, nel 1958 Huxley sentì il bisogno di pubblicare un patetico e illeggibile Ritorno al Mondo Nuovo (Brave New World Revisited). Non si tratta in realtà di un nuovo romanzo, ma di una raccolta di saggi per spiegare il proprio pensiero politico e sociale, definendo "terribile" ciò che negli anni '30 riteneva auspicabile. Saggi estremamente pesanti e innervati dall'ipocrisia. Che il delirante britannico sia stato idealizzato dai lotofagi che lo avevano indotto a fulminarsi il cervello, è certo una cosa che fa pensare.

La lingua Zuñi

Un merito davvero notevole a parer mio il malfattore Aldous Huxley l'ha seppur involontariamente avuto. Ha attratto l'attenzione sulla lingua degli Zuñi, riportando due frasi pronunciate dal "selvaggio" protagonista del romanzo. Le frasi in questione sono le seguenti:

Ai yaa tákwa! 

Háni! Sons éso tse-ná.

Orbene, va precisato che non è facile procurarsi informazioni dettagliate su questa lingua, tuttavia da ciò che si può conoscere non sembra che queste esclamazioni abbiano un senso compiuto in genuino Zuñi. Anche la trascrizone usata da Huxley potrebbe essere fuorviante.

Secondo alcuni internauti, che non sono esattamente esperti di questa lingua amerindiana, "sons éso tse-ná" significherebbe "egli ha sputato per terra". Tuttavia si capisce subito che questa è un'assurdità dedotta dallo stesso testo, in cui si riporta la sequenza «"Sons éso tse-ná" And he spat on the ground». Non si trova una risposta chiara al problema, in ogni caso Huxley non conosceva affatto quella lingua. 

A quanto ho potuto apprendere nel corso delle mie indagini, il pronome di prima persona plurale è son "noi" (alcuni danno hon), mentre e-so significa "sì, davvero"; la sequenza son-s e-so è genuina e può essere glossata in inglese come "Yea, let us, verily!" Non sono riuscito a reperire la parola háni tal quale. Potrebbe essere hanni "fratello" (di donna); "sorella" (di donna). Forse l'autore ha preso la parola da un dizionario succinto, senza ulteriori considerazioni, trascrivendola in modo grossolano, pensando che fosse una semplice traduzione di brother e ignorando che si usa soltanto in riferimento a una donna. Infatti "fratello minore di uomo" è suwe, "fratello maggiore di uomo" è baba, mentre "sorella di uomo" è ikina. L'uso di questa parola potrebbe essere un insulto nella Societas Fordiana, proprio come "padre" e "madre", in quanto riferito all'antica procreazione "vivipara". Non sono stato in grado di trovare una credibile identificazione di tse-ná; un internauta glossa queste sillabe come "Be it so!", cosa che potrebbe anche essere implausibile (al momento non ha riscontro). Non sembra avere miglior fortuna tsenna "freddo". Sono piuttosto scettico sul fatto che nell'idiomatica degli Zuñi "freddo" si usi per "ostile": forse si tratta di un calco? 

La lingua Zuñi è isolata, non ha alcun parente noto nell'intero novero delle lingue amerindiane. Credo proprio che non sia peregrino pensare che possa discendere direttamente dalla lingua che parlarono i cannibali Anasazi. Va ricordato che Anasazi non è il nome vero (endoetnico) di tale popolo, ma un epiteto attribuito loro dai Navaho (Navajo). I Navaho sono un popolo di etnia Athapaska giunto dal lontano Canada, una realtà intrusiva nella terra dei Pueblos. Nella lingua Zuñi si trovano alcuni interessanti prestiti dal Nahuatl, che talvolta sono condivisi dal Keres e dal Navaho (Diné). Così bitsu:di "maiale" deriva dal Nahuatl pitzotl /'pitsu:tɬ/, che è giunto anche nel Navaho come pitsooti. Non mancano poi i prestiti dallo spagnolo, spesso quasi irriconoscibili, come ad esempio kyane:lu "pecora" < sp. carnero.

Fornisco i link a due succinti vocabolari, a un brevissimo frasario e ad alcune traduzioni di passi biblici in questa lingua:





sabato 15 ottobre 2016

LO SPAVENTOSO EQUIVOCO DELL'ENERGIA

Da tempo molte convulsionarie isteriche ci massacrano gli zebedei ripetendo all'infinito la seguente baggianata New Age:

"Tutto è energia, inclusi i nostri pensieri, la nostra intenzione e le nostre emozioni. La nostra mente può davvero modificare la materia e la realtà."

Mi accingo a dimostrare con argomenti solidissimi che non esiste falsità maggiore in tutto l'Universo. Tutto nasce da una catena di equivoci causati dall'ignoranza.

PUNTO DI PARTENZA

Questa è la famosa equazione di Einstein:

E = mc2

E è un'osservabile fisica chiamata "energia";
m è un'osservabile fisica chiamata "massa";
c è la velocità della luce nel vuoto, che è costante fisica e vale circa 3*108 m/s (metri al secondo).

Riporto alcuni concetti basilari che tutti possono intendere e approfondire con l'ausilio di siti Web o di materiale cartaceo:

     1) Concetto di forza come vettore  
Una forza è una grandezza fisica vettoriale che si manifesta nell'interazione di due o più corpi, sia a livello macroscopico, sia a livello delle particelle elementari. La sua caratteristica è quella di indurre una variazione dello stato di quiete o di moto dei corpi stessi; in presenza di più forze, è la risultante della loro composizione vettoriale a determinare la variazione del moto. La forza è descritta classicamente dalla seconda legge di Newton come derivata temporale della quantità di moto di un corpo rispetto al tempo. 
    2) Concetto di campo di forze 
In fisica, un campo di forze è un campo vettoriale che descrive la presenza di una forza in ogni punto dello spazio. Si tratta di una funzione che associa ad ogni posizione un vettore che ha l'intensità e la direzione della forza.

    3) Concetto di energia 
L'energia è la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema fisico di compiere lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto.
    4) Concetto di lavoro  
In fisica, il lavoro è l'energia scambiata tra due sistemi attraverso l'azione di una forza o una risultante di forze quando l'oggetto subisce uno spostamento e la forza ha una componente non nulla nella direzione dello spostamento.  (Fonte: Wikipedia)

PRIMO ERRORE

Le carampane New Age hanno interpretato la parola scientifica "energia" (dal greco ἐνέργεια "attività, potenza in atto") come traduzione del sanscrito śakti "forza, potenza" (scritto शक्ति in caratteri devanāgarī, volgarizzato in shakti), termine usato nell'Induismo per indicare la potenza di una divinità, ossia il suo potere di dare origine al mondo fenomenico. L'antico vocabolo indiano viene in genere inteso come "capacità creativa immanente"

Si tratta di un gravissimo abuso, da cui deriva una serie di altri errori marchiani.

SECONDO ERRORE

A questo punto le suddette carampane hanno dedotto dall'equazione di Einstein la proposizione "tutto è energia", interpretandola come "tutto è shakti indifferenziata e ogni cosa nell'Universo è equivalente"

Questa è una falsità grossolana meritevole d'irrisione e di scherno. Nell'Universo esistono campi di forze di differente natura, ad esempio campi gravitazionali e campi elettromagnetici. Non è assolutamente vero che E è una quantità universale che rende gli enti intercambiabili.

Con buona pace dei guru e delle loro fan, l'energia è un concetto matematico astratto. Non esiste nessuna sostanza che può essere definita come "energia pura". Per meglio studiare la realtà fisica, è necessario operare una classificazione delle varie forme di energia.

  • Energia cinetica:
    L'energia cinetica è l'energia che possiede un corpo per il movimento che ha o che acquista: equivale al lavoro necessario per portare un corpo da una velocità nulla a una velocità nota. Quando un corpo di massa m varia la sua velocità, con questa varia anche la sua energia cinetica. Il lavoro equivale a questa variazione di energia cinetica. L'energia cinetica quindi è associata alla massa e alla velocità di un corpo in movimento. L'energia cinetica che possiede un corpo di massa m nel suo moto di caduta è uguale al lavoro compiuto per fermarsi.

  • Energia potenziale:
    L'energia potenziale di un oggetto è l'energia che esso possiede a causa della sua posizione o del suo orientamento rispetto ad un campo di forze. Nel caso si tratti di un sistema, l'energia potenziale può dipendere dalla disposizione degli elementi che lo compongono. Si può vedere l'energia potenziale anche come la capacità di un oggetto (o sistema) di trasformare la propria energia in un'altra forma di energia, come ad esempio l'energia cinetica.

  • Energia elettromagnetica:
    In fisica, l'energia del campo elettromagnetico è l'energia immagazzinata in una data regione di spazio dal campo elettromagnetico, ed è costituita dalla somma delle energie associate al campo elettrico ed al campo magnetico. Nelle onde elettromagnetiche queste due quantità sono sempre uguali ed è conveniente parlare di flusso di energia trasportata dall'onda nell'unità di tempo attraverso una superficie, attraverso l'uso del vettore di Poynting. (È associata alla luce, alle microonde, alle onde radio, ai raggi X, etc…)

  • Energia termica (calore):
    L'energia termica è la forma di energia posseduta da qualsiasi corpo che abbia una temperatura superiore allo zero assoluto. Macroscopicamente l'energia termica è una grandezza estensiva e la quantità posseduta di tale energia da un corpo è proporzionale alla temperatura.

  • Energia nucleare:
    Con energia nucleare (detta anche energia atomica), si intendono tutti quei fenomeni in cui si ha produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici: tali trasformazioni sono dette "reazioni nucleari".

  • Energia chimica:
    L'energia chimica è un'energia che varia a causa della formazione o rottura di legami chimici di qualsiasi tipo negli elementi chimici coinvolti nelle reazioni chimiche. Siccome la forza dei legami chimici è associata alla distanza tra le specie chimiche (infatti legami chimici più forti tengono più vicine le specie chimiche coinvolte nel legame), l'energia chimica dipende dalla posizione reciproca delle particelle che costituiscono una sostanza.
    (Fonte: Wikipedia)

Non è chiaro? Bene, farò qualche esempio più concreto.

Si prenda un televisore programmato per decodificare le onde elettromagnetiche trasmesse da una data emittente e trasformarle in suoni e in immagini. Non riuscirà affatto a decodificare il segnale elettromagnetico emesso da un forno a microonde. A maggior ragione non capterà il Respiro della Terra. :)

Le onde elettromagnetiche emesse da un apparecchio radio non interferiranno con la forza peso e non ti impediranno di precipitare da un burrone. Non ci riusciranno nemmeno le vibrazioni meccaniche del trapano del dentista.

Non avvengono reazioni di fissione nucleare nel tuo cervello.

Un tostapane in funzione non può essere utilizzato come decifratore automatico di codici bellici e non può ricevere segnali da civiltà extraterrestri. Non può nemmeno emettere vibrazioni acustiche in modo tale da formare segnali Morse e da comporre versi dell'Odissea.

Il cacao mescolato al latte caldo non è in grado di produrre fluorescenza né fosforescenza. 

Non starò qui a elencare infiniti esempi elementari che possano essere raccolti dai cervellini di coloro che credono alle colossali stronzate New Age: mi limiterò a dire che è solo nella loro fantamatematica puffesca che esiste una soluzione unica in grado di soddisfare tutte le equazioni dell'Universo.

TERZO ERRORE

L'errore del darwinismo spirituale consiste nell'applicare abusivamente in ambito metafisico la teoria dell'Evoluzione enunciata da Charles Darwin. Le isteriche Acquariane credono nell'evoluzione dello spirito dei viventi, che procederebbe da forme più semplici (meno consapevoli) verso forme più complesse (più consapevoli). Sono convinte che una volta affermato che ogni cosa nell'Universo è shakti indifferenziata, la volontà umana di un essere evoluto a sufficienza abbia il potere di modificare ogni cosa a proprio piacimento.  

Questa affermazione è contraddetta dalla realtà stessa dei fatti. Se una persona beve un cicchetto di acido cianidrico, muore. Senza possibilità di errore e per quanto grande sia la sua consapevolezza. Se una persona si punta a una tempia una rivoltella carica e fa fuoco, il cranio le eplode e lei muore. Nulla potrà la sua volontà per evitarlo. Questo indipendentemente da ciò in cui crede. 

CONCLUSIONE 

Le settarie New Age si sono inventate una fantomatica "energia" a partire dalla quantità osservabile E, hanno dichiarato che ogni cosa da lei composta è equivalente, quindi hanno affermato che ogni cosa può essere controllata dalla mente umana. A ogni passo della loro catena di deduzioni c'è la fallacia logica chiamata non sequitur.  

Questo panteismo energetico è un fenomeno che trova particolare rigoglio presso il gentil sesso. Le credenze scaturite da tale fucina abominevole sono tuttavia seguite anche da non pochi maschi. Come mai? Perché ci sono tanti esseri con un cromosoma Y che blaterano senza sosta che "tutto è energia, quindi i pensieri cambiano il mondo"? Semplice: numerosi fallocefali si sono messi a sostenere queste aberrazioni nella speranza di ottenere i pompini.

mercoledì 12 ottobre 2016

IL MISTERO DELLA SCOMPARSA DEGLI AFROAMERICANI ARGENTINI


Molti anni fa mi capitò di imbattermi in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera cartaceo, in cui si parlava di un fatto ben strano: la presenza di una forte componente afroamericana in Argentina. A Buenos Aires alla fine dell'XVIII secolo e all'inizio del XIX, quasi metà della popolazione era composta da schiavi importati dall'Africa. Ora, è chiaro a tutti che l'Argentina è una delle nazioni più bianche dell'intero Sudamerica. Non è certo famosa per avere una popolazione nera rilevante. Anzi, nell'immaginario collettivo, per le strade di Buenos Aires non cammina nemmeno una persona di colore. L'articolista raccoglieva questo dato di fatto e lanciava una domanda interessante e provocatoria, che suonava così: "Dove sono finiti gli afroamericani argentini?" Non si azzardava a fornire la risposta, che tuttavia si stagliava chiarissima nella mia mente ancor prima di aver finito la lettura del testo. Semplice: sono stati trucidati. C'è stato un genocidio che ha rimosso dalla sera alla mattina migliaia di persone. Tutto questo è stato dimenticato, semplicemente cancellato: per qualche ragione non interessa ai buonisti.  

Questo è quanto riportato su Wikipedia alla voce Afro-latinoamericano a proposito della scomparsa dell'elemento afroamericano in Argentina (12/10/2016): 


"Tradizionalmente è stato sostenuto che la popolazione nera in Argentina è diminuita fino ad essere insignificante all'inizio del XX secolo. Comunque, il censimento avvenuto in due quartieri dell'Argentina nel 2006 riguardo alla popolazione con antenati africani ha portato alla luce che il 5% della popolazione sa di avere antenati africani, e un altro 20% dice che è possibile, ma non ne ha la certezza. Dato che l'immigrazione europea in Argentina rappresentava la metà della crescita nel 1960, alcuni ricercatori sostengono che, piuttosto che di diminuzione, si dovrebbe parlare di "invisibilità" della popolazione afro-argentina e delle sue radici culturali. Altri ricercatori hanno asserito che ci fu un deliberato genocidio ai danni degli afro-argentini, che fu apertamente descritto da molti euro-argentini come Domingo Faustino Sarmiento e fu messo in atto probabilmente usando una politica repressiva durante le epidemie e le guerre."

Quando entrano in ballo fattori politici e razziali, Wikipedia diventa un ricettacolo di pappina incoerente che va vagliata con grande cura, con la stessa abilità degli scrutatori di feci del Faraone nell'Antico Egitto. In realtà agli inizi del nostro secolo di persone afroamericane nel Paese dell'Argento ne sono state rilevate ben poche. Il Censimento Nazionale del 2010 dà una popolazione afroamericana di 149.493 persone, soltanto lo 0,4% dell'intera popolazione argentina. Questi comprendono anche circa 10.000 discendenti di pescatori e marinai migrati da Capo Verde nei primi decenni del XX secolo. L'immigrazione europea in Argentina di per sé non spiega nulla. Avrebbe certo fatto diminuire la preponderanza dell'elemento africano ma non lo avrebbe fatto sparire. C'erano intere province del Nordovest in cui la popolazione di colore costituiva circa la metà del totale. Un censimento del 1778 dà queste percentuali: 

Santiago del Estero: 54%
Catamarca: 52%
Salta: 46%
Cordoba: 44%

Tucumán: 42%

Mendoza: 24%

La Rioja: 20%
San Juan: 16%
Jujuy: 13%

Fornisco il link a un documento molto interessante sulla situazione nella provincia di Tucumán: 


Nel 1810 a Buenos Aires un censimento fornisce la seguente composizione etnica della popolazione cittadina:

22.793 bianchi
9.615 neri e mulatti
150 indigeni

È un dato di fatto incontrovertibile: di tutti questi individui di origine africana, un tempo numerosissimi, non resta quasi traccia. Semplicemente sono stati annientati. Inutile edulcorare i fatti e inutile girare sempre intorno alla stessa colonna. Wikipedia parla della descrizione del genocidio da parte di alcuni autori, facendo credere che si tratti di coraggiose denunce dell'accaduto. A sentire chi ha scritto il testo wikipediano, Domingo Faustino Sarmiento sarebbe stato uno di questi denunciatori di un crimine spaventoso. Ebbene, le cose stanno diversamente. Tutti gli indizi convergono proprio sul presidente Domingo Faustino Sarmiento, un adepto della setta massonica che evidentemente ha dato l'ordine di sterminio e che deve essere considerato responsabile del genocidio.

Si noterà che il tanto temuto Ku Klux Klan non è riuscito a cambiare la composizione etnica degli Stati del Sud, che rimane ancora oggi simile a quella dell'Argentina dell'epoca anteriore alla presidenza di Sarmiento. Nessun Grande Mago del Klan ha mai potuto fare quello che ha fatto un politicante che amava definirsi umanitario. Ancora oggi, con tutta l'ipersensibilità che c'è sul razzismo, anche in Europa migliaia di persone si cagano in mano soltanto a vedere la sigla KKK. Eppure, ripeto, in Alabama e nel Mississippi i neri sono ancora tutti là. Hanno subito tremende vessazioni e molti linciaggi, questo nessuno lo nega, ma non sono scomparsi. Non è avvenuto alcun genocidio per mano del Klan e questo è lampante: se ci fosse stato, l'elemento afroamericano sarebbe scomparso da tempo dagli Stati in cui in cui era massimo il potere dell'Invisibile Impero. Invece in Argentina, nazione arretrata con mezzi rudimentali, il genocidio c'è stato eccome: hanno preso i neri e li hanno ammazzati tutti con un'efficacia simile a quella dei giannizzeri Turchi. Secondo la mia ricostruzione dei fatti, solo a Buenos Aires in quasi 10.000 sono stati sterminati in una notte. Evidentemente Sarmiento era un lupo vestito da agnello, aveva un animo genocidario e ha finto di avere idee sociali per affascinare le belle signore e ottenere da loro i pompini, come tanto spesso accade. Dato che all'epoca esistevano grandi resistenze da parte delle donne a compiere atti orali e siccome l'igiene dei genitali era ben misera, occorreva più impegno per riuscire ad eiaculare in una bocca femminile. Sempre diffidare di filantropi e di simile canaglia: tra loro si troveranno i più neri furfanti.


Prove della natura genocidaria del pensiero
massonico di Sarmiento

Non soltanto Domingo Sarmiento sterminò fin quasi all'ultimo gli afroamericani dell'Argentina, ma aveva in progetto anche di sterminare le popolazioni indigene dell'Argentina e del Cile, in particolare i Mapuche, nei cui confronti nutriva un odio assoluto e implacabile. Non basta. Intendeva anniantare anche i Gauchos, ritenuti barbari e indegni di esistere: affermava che il loro sangue è concime e che non può essere risparmiato. Il motivo di tanto disprezzo, presente anche in altri autori, era fondato sulla condanna di alcune usanze di quelle genti, come ad esempio la sodomia violenta. Nei suoi deliri, Sarmiento sognava addirittura di muovere guerra al Paraguay, di devastarlo e di sterminare la sua popolazione, discendente quasi per intero dagli Indios Guaranì. Tutte queste opere sanguinarie, le chiamava con linguaggio tipicamente massonico "progresso glorioso". Il Ku Klux Klan, che pure è un output della Massoneria, è in confronto a Sarmiento come un gallinaccio spennacchiato in confronto a un giaguaro. Pure il gallinaccio desta orrore dovunque mentre il giaguaro è ritenuto un "santo laico".

Si noterà che Sarmiento è descritto su Wikipedia come un riformista che aveva fede assoluta nell'istituzione scolastica e nella cultura. La sua massima preferita era: "Hombres, Pueblo, Nación, Estado, todo: todo está en los humildes bancos de la escuela", ossia "Uomini, Popolo, Nazione, Stato, tutto: tutto sta negli umili banchi della scuola". Riporterò ora alcuni pensieri di questo riformista esaltatore del progresso, tradotti in italiano: 

"Riusciremo a sterminare gli Indios? Per i selvaggi dell'America provo un'invincibile ripugnanza senza potervi porre rimedio. Queste canaglie non sono altro che indios ripugnanti che farei appendere se si riapparissero. Lautaro e Caupolicán sono indios pidocchiosi, perché così sono tutti loro. Incapaci di progresso, il loro sterminio è provvidenziale e utile, sublime e grande. Li si deve sterminare senza nemmeno perdonare il più piccolo, che ha già l'odio istintivo per l'uomo civilizzato".  

"Le elezioni del 1857 sono state le più libere e le più ordinate che si sono presentate in America". "Per vincerle, la nostra base operativa è consistita nell'audacia e nel terrore, che impiegati abilmente hanno dato questo risultato (delle elezioni del 29 marzo). I gauchos che hanno mostrato resistenza a votare per i nostri candidati sono stati messi alla gogna o deportati alle frontiere con gli Indios, e le loro capanne sono state bruciate. Bande di soldadi armati si aggiravano per le strade accoltellando e perseguitando gli oppositori. Tale fu il terrore che seminavano tra tutta questa gente, che il giorno 29 abbiamo trionfato senza opposizione. La paura è un'infermità endemica di questo popolo. Questa è la leva con cui sempre si governerà sui locali, che sono stolti, fatui e sciocchi".

“Odio la barbarie popolare… La plebaglia e il popolo gaucho ci sono ostili… Avendo un chiripá non avrà cittadini, - sono forse le masse l'unica fonte di potere e di legittimità? Il poncho, il chiripá e la capanna sono di origine selvaggia e  formano una divisione tra la città colta e il volgo, facendo sì che i cristiani si degradino… Voi avrete la gloria di stabilire in tutta la Repubblica il potere della classe colta annichilendo l'insurrezione delle masse”.

“Nelle province vivono animali bipedi di condizione tanto perversa che non so cosa si possa ottenere trattandoli meglio”.

“Dubitiamo che esista il Paraguay. Discendenti di razze guaraní, ossia indios selvaggi e schiavi che agiscono per istinto in mancanza di ragione. In loro si perpetua la barbarie primitiva e coloniale. Sono cani ignoranti dei quali ne sono già morti centocinquantamila. La loro avanzata, guidata da discendenti degenerati di spagnoli, porterà all'arresto di ogni progresso e al ritorno alla barbarie… Il frenetico, idiota, brutale e feroce ubriacone Solano López è accompagnato da migliaia di animali che gli obbediscono e muoiono di paura. È provvidenziale che un tiranno abbia fatto morire tutta questa gente guaraní. Era necessario purgare la terra di tutta questa escrescenza umana, razza perduta del cui contagio ci si deve liberare”.

“Non cercare di risparmiare il sangue dei gauchos. Esso è un concime che è necessario rendere utile al Paese. Il sangue di questa feccia creola, incivile, barbara e rozza, è l'unica cosa che hanno di umano”.

"La schiavitù negli Stati Uniti è oggi una domanda senza soluzione possibile; sono quattro milioni di negri, e tra vent'anni saranno otto. Riscattati? Chi paga i mille milioni di pesos che valgono? Liberti? Che se ne fanno di questa razza negra odiata dalla razza bianca?... Gli stati liberi sono superiori in numero e in ricchezza rispetto agli stati di schiavi... Però dove andranno quattro milioni di liberti? Ho qui un nodo gordiano che la spada non può recidere e che riempie di ombre lugubri l'avvenire dell'Unione Americana, così chiaro e radioso senza di esso. Non possono avanzare né retrocedere, e mentre la razza negra pullula tanto, si sviluppa, si civilizza e cresce. Una guerra tra razze per un secolo, guerra di sterminio, oppure una nazione negra arretrata e vile, a fianco di un'altra bianca, la più poderosa e colta della Terra!" 

L'ultima citazione è illuminante. Il cold case è risolto. Sarmiento ha scelto di recidere il nodo gordiano. Ogni ulteriore commento mi pare superfluo.

lunedì 10 ottobre 2016


RICOMINCIO DA CAPO
(IL GIORNO DELLA MARMOTTA)  

Titolo originale: Groundhog Day
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1993
Lingua: Inglese
Durata: 101 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Genere: Commedia, fantastico, sentimentale
Regia: Harold Ramis
Soggetto: Danny Rubin
Sceneggiatura: Danny Rubin, Harold Ramis
Casa di produzione: Columbia Pictures
Fotografia: John Bailey
Montaggio: Pembroke J. Herring
Effetti speciali: Jeff Frink, Rick Lazzarini
Musiche: George Fenton
Scenografia: David Nichols
Interpreti e personaggi: 
    Bill Murray : Phil Connors
    Andy McDowell : Rita
    Chris Elliott : Larry
    Stephen Tobolowsky : Ned Ryerson
    Brian Doyle-Murray : Buster Green
    Marita Geraghty : Nancy Taylor
    Angela Paton : Sig.ra Lancaster
    Rick Ducommun : Gus
    Rick Overton : Ralph
    Robin Duke : Doris
    Carol Bivins : Presentatrice
    Willy Garson : Kenny
    Harold Ramins : Neurologo
    Michael Shannon : Fred
    Hyden Walch : Debby
    Peggy Roeder : Insegnante di piano
    David Pasquesi : Psichiatra
    Eric Saiet : Figlio di Buster
Doppiatori italiani: 
    Michele Gammino: Phil Connors
    Isabella Pasanisi: Rita
    Simone Mori: Larry
    Francesco Pannofino: Ned Ryerson
Premi: 
    British Comedy Awards 1993
    Saturn Award for Best Actress (Film)
         (Andie MacDowell nel ruolo Rita)

Trama:

Phil Connors, un metereologo dal carattere bisbetico che lavora per Pittsburgh TV, riceve l'incarico di fare un servizio nella cittadina di Punxsutawney, in Pennsylvania, in occasione della tradizionale festività chiamata Giorno della Marmotta (Groundhog Day). Il reporter vomita bile e non vede l'ora di abbandonare il borgo per rientrare alla sua metropoli, quando una tempesta di neve lo costringe a tornare indietro. È l'inizio di qualcosa di surreale quanto terribile: il flusso stesso del tempo si inceppa, causando il risveglio del protagonista alle 6:00 in punto del mattino al suono di una canzoncina che si spande dalla radio. Il ritornello, che suona "agacciùbe" (I got you babe, di Sonny & Cher), ricorre da allora in modo esasperante, vanificando ogni cambiamento. Qualsiasi cosa Phil Connors faccia, lo attende il reset con sveglia alle 6:00 e "agacciùbe" nelle orecchie. Da quelle fatidiche note, gli eventi della giornata si ripetono sempre uguali come in un Eterno Ritorno. All'inizio l'intrattabile meteorologo approfitta dell'occasione per abbandonarsi ad ogni sorta di sfrenatezza e di stravaganza. Presto però cade vittima di una profonda disperazione. Tenterà di tutto per poter rompere l'incantesimo, anche il suicidio nei più svariati modi, senza mai poter riuscire nel suo intento. Il loop temporale si dissolverà soltanto quando il protagonista, arrivato a provare amore per il prossimo e a comprendere la necessità di migliorare se stesso, sarà baciato della bella Rita.

Recensione:

Gli sceneggiatori del film, Harold Ramis e Danny Rubin, hanno affermato di aver tratto l'idea del film dal libro di Friedrich Nietzsche La Gaia Scienza, in cui è descritta l'atrocissima vicenda di un uomo costretto a vivere sempre nello stesso giorno. Questo è il testo: 

IL PESO PIÙ GRANDE

"Che accadrebbe, se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni cosa indicibilmente piccola e grande della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta – e tu con essa, granello di polvere!”. Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: «Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina»? Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda per qualsiasi cosa: «Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?» graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?"
(Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, Libro IV, n. 341). 

All'origine di questa folgorante intuizione sta sicuramente il torbido rapporto del filosofo con la bellissima Lou Andreas-Salomé, che non mancava di ricompensare con indifferenza e crudeltà i servigi ricevuti - come del resto è tipico del gentil sesso. Questo è uno dei più grandi misteri della natura umana: tanto più un uomo adora una donna, tanto più viene da lei disprezzato. Così è stata decretata l'estinzione dei Filosofi e dei Poeti, mentre i bruti pullulano e continuano a propagare il loro seme. Qualcuno si chiederà: "Cosa c'entra il loop temporale con le sofferenze dell'amore?" C'entra eccome: un simile orrore può essere concepito soltanto nella fucina di notti insonni di tormento. 

Il problema del loop temporale

Dai tempi di Nietzsche il concetto di circuito temporale chiuso (loop) si è diffuso alquanto ed è diventato una vera e propria ossessione per le genti degli States, che spesso e volentieri lo introducono nelle loro opere d'ingegno. Lo stesso Philip K. Dick scrisse un angosciante racconto fantascientifico intitolato "A little something for us Tempunauts", in cui viaggiatori nel tempo americani sono mandati pochi giorni nel futuro, e nel loro viaggio di rientro restano intrappolati in un cicruito chiuso, condannati a rivivere per sempre la stessa sequenza di eventi. In numerosissimi altri lavori fantascientifici e non compare lo stesso assunto fondante. Resta il fatto, innegabile, che l'applicazone del loop temporale per essere interessante non può mai essere perfetta. In altre parole, nella letteratura e nel cinema il tempo ritorna sì dalla fine di una giornata al suo inizio come se fosse applicata la modalità autoreverse, ma la vittima della trappola infernale conserva memoria di aver già vissuto altre volte ogni evento. Questo è fisicamente impossibile, e lo sarebbe anche se il loop temporale rientrasse nel campo delle possibilità. Il concetto di irreversibilità del tempo fatica molto ad essere compreso in America, come se non fossero ben compresi neppure i concetti di causa, di effetto e di nesso causale.

Harold Ramis e la natura del tempo

In realtà il regista di Groundhog Day non è partito da complesse disquisizioni fisiche e filosofiche sulla natura del tempo. Il suo concetto è molto più semplice, e lontano anche dal testo di Nietzsche da cui ha tratto ispirazione. L'idea portante è di natura essenzialmente religiosa: secondo il comune sentire americano il Signore del Tempo e della Creazione è Dio, che può fare ciò che vuole con tutto ciò che ha creato. Anche far rivivere per decenni o per secoli lo stesso giorno a una pecorella smarrita per permettere la sua salvazione. Anche qui in Italia tra i fedeli della Chiesa Romana, o tra i Protestanti di Germania, esistono le stesse credenze. Vero, ma in America sono vissute fin nel midollo e sentite proprie, non sono semplici proposizioni vuote apprese al catechismo per pura formalità. Il Tempo è visto come un contenitore che Dio può cambiare a suo piacimento. Il contenuto, cioè la vittima di questa singolare trovata divina, conserverà quindi intatta la memoria di tutte le giornate vissute nella ripetizione, altrimenti ogni finalità edificante sarebbe vana. A riprova di tutto ciò sta il finale sdolcinato del film, in cui il protagonista migliora se stesso, seduce la bella Rita e riesce a fuggire a un amaro destino. Ovviamente per uno scienziato la connessione tra lo scorrere anomalo del tempo e il cambiamento dei sentimenti del protagonista resta qualcosa di incomprensibile. 

Etimologia di Punxsutawney

Il nome Punxsutawney /pʌnksʌ'tɔ:nɪ/ proviene dalla lingua algonchina dei Delaware (Lenape) e significa "Città delle Zanzare". Il toponimo originale suonava Punk'sutènai /punkəsu'tenai/, composto da púnk's, púnkwes /'punk(w)əs/ "zanzara" (lett. "creatura della polvere") e da utènai /u'tenai/ "città, luogo di riunione". Per ulteriori informazioni, vedi Mahr, 1959 : 369; Zeisberger, 1887; Heckewelder, 1834 : 364. È davvero imponente la quantità di toponimi proveniente da lingue degli Algonchini e incorporati nell'attuale toponomastica americana. Solo se si conosce la lingua originale questi nomi sono trasparenti e hanno un significato compiuto. Gli attuali abitanti anglofoni non sono in grado di attribuire alcun significato a queste complesse concatenazioni di sillabe: con l'adozione dei toponimi in contesto anglofono si è avuto un processo di fossilizzazione che ha portato alla loro sclerosi.

Origini del Giorno della Marmotta

La strana festività ha le sue radici nella Candelora, adattata dai coloni al nuovo contesto con l'adozione di un elemento indigeno. Si celebra il 2 febbraio e consiste nell'osservare il comportamento di un esemplare di marmotta americana (Marmota monax) quando si risveglia, proprio all'ingresso del suo rifugio. In altre parole, è una forma di auspicio pagano. Se a causa del cielo nuvolo l'animale non vede la sua ombra, si prevede che l'inverno sarà molto breve e che presto tornerà il bel tempo. Se a causa del cielo sereno l'animale si spaventa nel vedere la sua ombra e fa ritorno alla sua tana, si prevede invece un periodo di altre sei settimane di freddo. A quanto si tramanda, la festività ebbe origine proprio a Punxsutawney e fu celebrata per la prima volta nel 1887. 

Alcune curiosità

Il film non fu girato a Punxsutawney, ma a Woodstock nell'Illinois. Questo perché la cittadina della Pennsylvania, oltre a essere lontana dalle strade statali e quindi di difficile accesso per la troupe, non aveva un centro che fosse adatto alle riprese. La sua posizione remota avrebbe fatto levitare i costi della produzione per via dei connessi problemi logistici. 

Il sindaco di Punxsutawney, offesissimo per la decisione di girare il film in Illinois, non ha permesso che nelle riprese comparisse il vero Phil, la marmotta usata per il Groundhog Day. Tuttavia ha inviato alcuni suoi rappresentanti per assicurarsi che la cerimonia fosse rappresentata in maniera corretta.

Il Phil di Punxsutawney fu interpretato da diversi esemplari di una famiglia di marmotte allevata appositamente. Questi pingui roditori non avevano nessuna simpatia per Bill Murray, credo per ragioni olfattive. Accadde così che l'attore fu morsicato due volte durante le riprese del film e dovette essere sottoposto a vaccinazione antirabbica. 

A partire dal 1992, anno in cui avvennero le riprese del film, la cittadina di Woodstock nell'Illinois cominciò a celebrare il festival del Groundhog Day, dando così vita a una nuova tradizione locale.

Nel corso del film, Rita schiaffeggia Phil Connors una decina di volte. Sembra proprio che Andy McDowell abbia interpretato queste scene senza dover simulare il suo sdegno, spinta da un'imcompatibilità olfattiva molto simile a quella che affliggeva le marmotte.

All'inizio il regista pensò di attribuire il ruolo di Phil Connors a Tom Hanks, che fu tuttavia scartato per ragioni speciose e difficilmente comprensibili. Nel Web si legge che Tom Hanks sarebbe stato troppo "carino". Non si comprende bene tutto ciò, forse significa che Hanks emanava un grato odore, mentre si cercava per il ruolo di Connors qualcuno con feromoni più pungenti.

Un accanitissimo fan del film, certo Wolf Gnards, ha calcolato il periodo complessivo che Phil Connors ha vissuto nel loop temporale, affermando che il Groundhog Day ha continuato a ricorrere ininterrottamente per ben 8 anni, 8 mesi e 16 giorni. La stima concorda con quella fornita in modo più grossolano da Harold Ramis nel commento al DVD, che si attesta su 10 anni. Tuttavia in seguito lo stesso regista avrebbe dichiarato a un reporter che la condanna al loop sarebbe stata molto più lunga, durando 30 o 40 anni. Nei primi copioni del film, si parla invece di 10.000 anni e la maledizione era attribuita a un rito Voodoo compiuto tramite la rottura di un orologio da una ex di Connors, che era stata da lui umiliata. Ramis, che a quanto pare aderiva a una forma di Buddhismo (da operetta, a quanto pare), aveva parlato del periodo di 10.000 anni necessario a un essere per evolvere e giungere al suo successivo livello spirituale. Direi che non si tratta di farina del sacco del Principe Gautama, ma di crusca dei malfattori New Age.

venerdì 7 ottobre 2016


LE PARTICELLE ELEMENTARI

Titolo originale: Elementarteilchen
AKA: Atomised; The Elementary Particles
Paese di produzione: Germania
Lingua originale: Tedesco
Anno: 2006
Durata: 113 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Genere: Drammatico
Regia: Oskar Roehler
Produttori: Oliver Berben, Bernd Eichinger
Soggetto: Michel Houellebecq (Les Particules
   élémentaires)
Sceneggiatura: Oskar Roehler
Fotografia: Carl-Friedrich Koschnick
Montaggio: Peter R. Adam
Musiche: Martin Todsharow
Scenografia: Ingrid Henn
Distribuzione: Momentum Pictures
Interpreti e personaggi:
    Moritz Bleibtreu: Bruno Klement
    Christian Ulmen: Michael Djerzinski
    Martina Gedeck: Christiane
    Franka Potente: Annabelle
    Nina Hoss: Jane
    Uwe Ochsenknecht: padre di Bruno
Premi:
    Festival di Berlino 2006: miglior attore (Moritz
       Bleibtreu)

Trama:
Il film è incentrato sulla sessualità disturbata di due fratellastri molto diversi tra loro: Michael Djerzinski e Bruno Klement. Figli di una donna lasciva e un po' disinvolta infatuata della subcultura hippie, sono stati abbandonati alla nascita. Michael è diventato uno studente dotato e si è dato alla carriera universitaria, crescendo ossessionato dall'abiogenesi e cercando il modo per abolire la sessualità umana. Bruno è cresciuto con la nonna, che un giorno è morta per via delle ustioni provocate da una pentola di brodo bollente che le si è rovesciata sulla testa. Così al bambino è toccato finire in un terribile collegio pullulante di bulli scatenati che lo costringevano a prendere in bocca lo spazzolone del cesso tutto sporco di feci.

Un giorno Michael e Bruno si ritrovano. Michael è diventato un ricercatore brillante. Tornato dall'Irlanda, dove lavorava, incontra un'amica dell'adolescenza, che non ha mai avuto il coraggio di avvicinare. Saputo che lui non si è mai giaciuto con una donna, lei finisce col sedurlo e col guidarlo nella penetrazione, portandolo a eiacularle nella vagina. Bruno è in tutto e per tutto un fallito che ha da poco lasciato la moglie dopo una fellatio andata male. Lei non lo aveva mai fatto ed è stata spinta a provarci per cercare di salvare il matrimonio, ma ha usato i denti, procurando al marito un serio fastidio. Così lui l'ha fatta smettere e dall'episodio è scaturito il divorzio. Bruno, già annichilito perché un editore gli aveva rifiutato uno scritto contenente frasi molto aggressive contro i Mandingo, definiti "organi genitali deambulanti", si consola ingurgitando fiumi di alcol. Facendo una gran fatica a procurarsi una partner, finisce in un camping frequentato da moltissime adepte della New Age, convinto di riuscire a rimorchiarne qualcuna. Finalmente trova ciò che cerca: si immerge in una vasca di acqua calda in cui una bella mora ha appena finito di copulare con uno sconosciuto. Si mette al posto del ganzo appena andato via e infila il suo salsicciotto nella vulva ancora calda dello sperma da poco deposto. Comincia ad ancheggiare fino ad aggiungere anche il suo contributo seminale. Ne nasce una storia ardente. Quando i due sono convinti di aver trovato la felicità, questa sfuggirà loro di mano senza rimedio. La vita per Bruno si trasformerà in un incubo ad occhi aperti. 

Recensione: 
 Pur trattandosi a mio avviso di un prodotto valido, la cui visione è senz'altro raccomandata, rimangono alcune perplessità. Mi domando spesso se ci sia un film, anche uno solo, che traspone in sequenze un libro senza apportarvi alcuna modifica. Sarebbe inutile cercare: non se ne troverà neppure uno. Se la vicenda narrata nel libro di Houellebecq si svolge in Francia, quella del film è ambientata in Germania. Come conseguenza di questa scelta, cambia qualcosa nell'onomastica. Il signor Bruno Clément /kle'mã/ si ritrova trasformato in Bruno Klement /'kle:mənt/ (in neotedesco è /'kli:mənt/). Anche se la diversa ambientazione può sembrare un dettaglio marginale, in realtà cambia la natura stessa della storia. Non è tuttavia questo il punto più importante.

Appiattimento bidimensionale 

Il film sembra una mera proiezione bidimensionale del romanzo di Houellebecq. Mi pare talmente riduttivo rispetto alla fonte da cui è stato tratto che potrebbe essere visto come un'impalcatura scheletrica in confronto a un edificio compiuto con tutta la complessità delle genti che lo abitano. È come un disegno paragonato alla realtà a tre dimensioni che ritrae. Tutto ciò che riguarda i due fratellastri è a malapena accennato, il che rende abbastanza difficile comprenderne a fondo la personalità. Solo per fare un esempio, tutto il catastrofico vissuto di Bruno, vessato in modo atroce dai bulli durante l'infanzia in collegio, si riduce a una singola scena - mentre nel romanzo si fanno profonde digressioni sul concetto di "animale alpha" e sulla crudeltà nelle società primitive. Allo stesso modo la micropenia che tanto condiziona la vita dello sventurato erotomane non viene nemmeno menzionata. Houellebecq ci descrive la genealogia di Michel e di Bruno, partendo da Martin Ceccaldi che sposò Géneviève July, generando Janine Ceccaldi. Questa non soltanto perse la verginità a 13 anni (fatto che l'autore si premura di definire anomalo per quei tempi), ma eccelse negli studi riuscendo a conseguire grandi risultati. Si sposò in prime nozze con Serge Clément, il cui aspetto era quello di una scimmia dotata di telefono portatile, generando Bruno. In seconde nozze sposò poi Marc Djerzinski, figlio di un minatore originario del bacino carbonifero di Katowice, in Polonia. Tutti questi dettagli, non trasponibili nel film, sono stati completamente espunti. Mentre Houellebecq fornisce un gran numero di informazioni che permettono di comprendere quanto sta accadendo, in tutto il suo squallore, Roehler presenta ogni cosa come se fosse un meteorite caduto dal cielo e non suscettibile di analisi. Alcuni eventi sono presentati in un ordine diverso rispetto al romanzo. Ad esempio il funerale della madre dei due fratellastri, che nel libro è il Capolinea, nel film precede temporalmente la sciagura che ha macinato Bruno. Come può tutto questo non tradursi in una struttura narrativa del tutto diversa?   

Houellebecq e la Fantascienza 

Il libro Le particelle elementari - che lo si voglia o no - è un'opera fantascientifica. Sì, ne sono consapevole: questa mia affermazione mi attirerà le ire funeste di numerosi fantascientisti. Strepiteranno tutti i fanatici che comprano soltanto libri con un robot o un'astronave sulla copertina. I commessi delle librerie avranno le convulsioni: per loro dire che Houellebecq va nello scaffale della SF è empietà e bestemmia. Eppure quanto affermo è la pura e semplice verità. Houellebecq descrive come Michel Djerzinski è diventato l'uomo che ha sconfitto la Morte. Lo ha fatto in concreto, ponendo le basi per l'immortalità dei corpi. Non soltanto egli è uno scienziato geniale: è anche un filosofo molto profondo. Il libro di Houellebecq gronda filosofemi complessi ed è pieno zeppo di dialoghi sui massimi sistemi. Orbene, il film Le particelle elementari di tutto questo non conserva nemmeno una sillaba. Michael Djerzinski vi è sì descritto come un ricercatore di grandissimo talento, ma nulla di più. Non si ha proprio niente di fantascientifico nelle sequenze dell'opera di Roehler. Siamo a mio avviso di fronte a uno dei pochi casi, se non l'unico, di film drammatico non fantascientifico tratto da un libro di Science Fiction

Erotismo e sesso compulsivo

Senza dubbio il sesso rappresenta la massima ossessione di Michel Houellebecq, che la trasfonde a piene mani nelle sue opere. Questa continua descrizione dell'ipersessualità non è tuttavia una pura e semplice esaltazione degli atti materiali. Quando si leggono i passaggi erotici di un libro dell'autore francese non si è indotti in stato di eccitazione, quanto di depressione: si viene permeati da un profondissimo senso di sfacelo e di morte ontologica. Roehler riesce a rendere bene questo sentire annichilente. Quando Christiane si presenta a Bruno in abbigliamento sexy e i due escono per andare in un locale di scambisti, si avvertono i lezzi dello stato terminale in cui l'intero genere umano versa. Siamo di fronte a una società putrefatta, simile a una grande carogna brulicante di cagnotti, dalle cui membra trasuda un fetidissimo percolato caustico. Bruno è convinto di aver trovato il Paradiso in quel ricettacolo di contatti tra corpi, ma la Nemesi è in agguato. Mentre uno sconosciuto energumeno sta cavalcando Christiane, avviene la catastrofe. La spina dorsale della donna, già provata dall'artrosi, cede e si spezza, lasciandola sul pavimento, inerme e paralizzata. La miseria morale di Bruno si manifesta con il suo indugio, restando egli troppo tempo senza farsi vivo, le dita paralizzate ad ogni tentativo di telefonare alla sua amata. Lei viene stritolata dalla nitida consapevolezza del Nulla Assoluto che è l'esistenza, così si suicida arrampicandosi sul davanzale del balcone e precipitando nel vuoto. Il sesso descritto da Houellebecq è parte di una complessa metafora dell'insostenibilità della condizione umana, e il regista tedesco nulla toglie alla sua potenza. Il senso di vuoto e di desolazione che si prova è totale. 

La spagnola

Mettendosi nei panni del povero Bruno, Houellebecq esprime alcune riflessioni sulla pratica detta "spagnola" o "sega spagnola" (branlette espagnole in francese, in inglese titjob), che come ognuno saprà, consiste nel mettere il fallo eretto tra i seni di una donna, che col loro moto ritmico finiscono col provocare l'eiaculazione. A quanto nel romanzo si dice, è difficile ottenerla dalle prostitute, così Bruno passa anni senza sperimentarla. Ecco le querule lamentazioni a questo proposito: 

"Dopotutto, si diceva speranzosamente, la squaw di ieri, per esempio, è passabilmente scopabile. Seno grosso un po’ moscio, ideale per una bella spagnola; erano tre anni che non si faceva fare una spagnola. Eppure le spagnole gli piacevano un sacco; solo che in genere le puttane non ne fanno. Forse non amano ricevere lo sperma in faccia? Forse la spagnola richiede più tempo e investimento personale rispetto a una sega semplice? È che la prestazione risultava atipica: in genere la spagnola non si pagava, ergo non era prevista, ergo era difficile da ottenere. Per loro era qualcosa di intimo, qualcosa che facevano col loro uomo. Soltanto col loro uomo, purtroppo. Più di una volta, Bruno, in cerca di una bella sega alla spagnola, aveva dovuto accontentarsi di una sega semplice, o tutt’al più di un bocchino. Ben riusciti, peraltro; tuttavia, in fatto di spagnole l’offerta era strutturalmente insufficiente, ecco come la pensava Bruno." 

Del tutto diversa la situazione in Germania, dove molte ragazze prosperose concedono con gioia tale pratica. Così ecco che Bruno Klement, trasposizione germanofona di Bruno Clément, durante il funerale di sua nonna, si apparta con una bionda formosa e le mette il fallo tra i seni esuberanti. Lei muove quella sua bellezza fino a fare eiaculare il suo amante occasionale, che ansima come una scimmia in calore. Non solo è una delle poche occorrenze di questa pratica erotica in un film non pornografico, ma è un'altra sostanziale differenza tra l'opera di Houellebecq e quella di Roehler. 

L'incesto tra figlio e madre

Come nel libro, Bruno prova attrazione sessuale per la sua disinibita madre, osservandola mentre dorme con le gambe un po' aperte. Houellebecq accenna alla cosa. "Io sono tua madre", puntualizza la donna al giovane figlio erotomane. "In genere, a quel punto, Bruno si chiedeva con angoscia se magari quel mattino non si fosse svegliata mentre lui tuffava lo sguardo nella sua vulva. Eppure la puntualizzazione fatta dalla madre non aveva niente di sorprendente; l’incesto è considerato tabù già tra i mandrilli e le oche." Non ci sono risparmiate dense pornografie sulle scellerate attività di Janine Ceccaldi, che iniziò il tredicenne figlio del new ager Di Meola alle attività sessuali. Roehler raccoglie queste suggestioni e accentua la morbosità dello sguardo che Bruno riserva al cunnus della madre. Non solo, ci mostra Bruno che si allontana dalla tentazione e va ad appartarsi, masturbandosi furiosamente pensando al vaso procreativo che lo ha messo al mondo.

Un implacabile atto di accusa

Sono in perfetto accordo con Michel Houellebecq e con Oskar Roehler nell'accusare la subcultura hippie e le conventicole New Age di aver portato la società occidentale alla rovina. Tuttavia a differenza dello scrittore francese e del regista tedesco, non esito a utilizzare un linguaggio violento e streicheriano. Lo stramaledetto paradigma New Age è cancrena e metastasi esiziale, chi lo ha propalato è un bacillo della lebbra, è il treponema pallido che ha causato la tabe al genere umano. 

lunedì 3 ottobre 2016

LE LINGUE NON SI IMPARANO CON LA CABALA

In Italia l'inglese non si parla. La scuola, istituzione diabolica fondata sulla setta massonica, impone agli alunni dogmi cabalistici ed ermetici: parte dall'insano presupposto che la lingua scritta preceda quella parlata. Così non insegna affatto a parlare: insegna a scrivere. Poi, con una serie di regoline, regolette, regolucce e regolacce, converte la parola scritta in un simulacro di parola parlata, spesso con pronunce difettose, ortografiche, completamente fuorvianti. A questo punto con un altro mucchietto di regoline, regolette, regolucce e regolacce, si prendono questi fantasmi di parole e li si appiccica insieme, facendo agire la grammatichina, un mostro che somiglia a schemi di battaglia navale e che irrigidisce le menti. Tempo medio perché il processo di traduzione scolastica agisca nel cervello dello studente e produca il suo sgraziato output: un minuto primo. È evidente che su queste basi non è possibile imparare alcuna lingua. Per parlare una lingua è necessario PENSARE in essa, non partire da forme scritte. L'unico metodo possibile di apprendimento è quello che permette a tutti i bambini di imparare a parlare: essere esposti alla conversazione. Prima si impara a parlare, POI a scrivere, solo quando si è completamente padroni della lingua! Tuttavia pensare che si possa ottenere qualche risultato degno di nota rimane una mera utopia, perché il concetto di base - per quanto semplice - non viene capito.

venerdì 30 settembre 2016

 

ROBOTFETISHISM

Autori: Guido Galles, Vinicio Motta
Anno: 2016

Generi: Cyberpunk estremo, Fantascienza
     sadiana, Scat Science Fiction 
Pubblicazione: VERDE
    (mensile elettrocartaceo, autoprodotto e
    gratuito di protolettere, interpunzioni
    grafiche e belle speranze, fondato a Roma
    nell’aprile 2012 da Pierluca D’Antuono)
Illustrazioni: DeadTamag0tchi e Sergio Caruso
   (autore dell'immagine riportata nel post)
Link:
    Prima parte
https://verderivista.wordpress.com/2016/09/09/
robotfetishism/

    Seconda parte
https://verderivista.wordpress.com/2016/09/16/
robotfetishism-2/

GLI AUTORI:  

Vinicio Motta è nato il 31 ottobre del 1984. Ha pubblicato racconti, saggi e poesie, curato rubriche di vario tipo e antologie di racconti con Delos Books, Libro Aperto Edizioni, Bietti, Edizioni Diversa Sintonia, Kipple Officina Libraria e con la fanzine NeXT. 

Guido Galles è nato nel 1977. Ha conseguito la laurea in Matematica. Dopo anni di precariato si è trovato davanti a due alternative: proporsi come volontario per una spedizione in Antartide o partecipare a un bando per l’assegnazione di un posto da esumatore. Ha scelto quest’ultima e da allora lavora in un grande cimitero metropolitano, dove è addetto alla ricomposizione dei corpi inconsunti negli ossari e alla cremazione dei resti di estumulazione. Appassionato di arte macabra e di fantascienza, sostiene la necessità di una nuova Science Fiction, rivoluzionaria, robusta, turpe e sadiana.

IL CONTENITORE: 

GATTINI™ è il contenitore degli orrori indifferenziati di Verde. Ogni venerdì, su Verde Rivista e su Facebook


RECENSIONE: 

In assoluto uno dei pochi testi di Fantascienza il cui protagonista non sia classificabile come uomo o come donna, essendo la sua sessualità ermafrodita. Un'innovazione non da poco. Sembra che l'ottimo Vinicio Motta fosse incerto sul sesso del protagonista, così chiese a Guido Galles se fosse meglio un uomo o una donna. Nacque quindi in un istante, come per folgorazione, l'idea di un personaggio che assommasse in sé le caratteristiche genitali e genetiche di entrambi i sessi. Un campo che meriterebbe di essere esplorato meglio.

Wikipedia cita in tutto soltanto quindici titoli di fiction in cui si parla di persone intersessuali (uno in realtà è una serie di romanzi e racconti, un altro consiste in un romanzo e in un sequel). Ecco l'elenco: 

    1) The Queen's Tiara - Carl Jonas Love Almquist
    2) The World Wreckers - Marion Zimmer Bradley
    3) The Vorkosigan Saga - Lois McMaster Bujold
    4) Middlesex - Jeffrey Eugenides
    5) The Ilario series - Mary Gentle
    6) None of the Above - I. W. Gregorio
    7) All You Zombies - Robert A. Heinlein
    8) The Hermaphrodite - Julia Ward Howe
    9) Raptor - Gary Jennings
    10) Pantomime - Laura Lam
    11) The Left Hand of Darkness - Ursula K. Le Guin
    12) 2313 - Kim Stanley Robinson
    13) Golden Boy - Abigail Tarttelin
    14) Annabel - Kathleen Winter
    15) Intersexion - P.D. Workman

Solo pochi di questi testi possono essere definiti fantascientifici: Il ribelle di Thendara di Marion Zimmer Bradley, il Ciclo dei Vor di Lois McMaster Bujold (20 opere, ma solo in alcune compare un intersessuale, Bel Thorne), La mano sinistra delle Tenebre di Ursula Le Guin, il paradossale Tutti voi zombie di Heinlein e 2313 di Kim Stanley Robinson. Soltanto in alcuni casi è il protagonista ad essere ermafrodita - è bene farlo notare. 

La lista fornita da Wikipedia non è esaustiva: si trova ad esempio l'enigmatica razza ermafrodita dei Ledom in Venere Più X (Venus Plus X) di Theodore Sturgeon. Non ho ancora letto questo romanzo, che trovo oltremodo interessante, anche se dalle recensioni sembra che al centro della narrazione stia l'ossessione per la cosiddetta "paura del diverso", che tanto rende patetiche anche le idee migliori, frenando l'immaginazione in quest'epoca degenerata. 

In Robotfetishism non si trova traccia alcuna della colossale stronzata postmoderna nota come "paura del diverso". Si viene proiettati in un mondo futuribile che è l'assoluta negazione del concetto stesso di Utopia, dove i personaggi vagano in uno stato crepuscolare come zombie sotto l'oscuro cielo dell'Apocalisse. Le parole con cui è stata definita quest'opera nel contenitore GATTINI fanno gongolare: "L’essenza stessa della dissoluzione dell’umano", "Raccapricciante disgusto". Tutto questo è sublime. Il mio auspicio è che questo albero possa crescere fino a diventare imponente come l'Yggdrasill! 

Un grande ringraziamento alla benemerita Direzione di Verde per la pubblicazione di un simile gioiello di aberrazioni, che irradia tenebra assoluta nell'Abisso del Nulla e annienta ogni illusione!

Riporto due estratti. Il primo brano è la presentazione di un personaggio robotico:    

Prendi me per esempio. Sono un androide della vecchia scuola, ma pur sempre un efficiente rappresentante dell’ingegneria robotica. Nei momenti di maggiore incertezza computazionale, quando il rischio di un crash supera la soglia di sicurezza, entro in modalità stand-by, lasciando che siano i miei circuiti a parlare, soprattutto i meno sfruttati, secondo uno schema caotico altamente rigenerante. La catarsi è nella diffusione dell’incertezza, nella massimizzazione del difetto. I miei circuiti neanche si sognano di creare nuovi livelli di coscienza, addirittura posti oltre la stessa fisicità. Posso offrirti una dose di logoslime? Un omaggio della casa, per averci onorato con il tuo portafoglio.
Greg Centauro, magnaccia in pelle

Il secondo brano è parte di una Catabasi nell'Orrore:  

Vedo le immagini di Lizzie e Black Kitten che mi legano a una sottile croce di Sant’Andrea, uno strumento di tortura mobile che può essere girato a piacimento tramite un argano. Mi vedo come dall’esterno, come se la mia anima fosse appollaiata sul soffitto del locale e guardasse giù il corpo tormentato.
Vedo le mie ossa spezzate una ad una e fatte schizzare fuori dalla pelle. Vedo aghi che penetrano nei miei organi vitali facendo sgorgare chiara linfa dai buchi. Tramite le macchine del dolore, mi vengono inflitte spaventose ferite. Le mie aguzzine mi orinano e defecano addosso, seguite da una moltitudine di uomini, donne ed ermafroditi del locale. Il mio volto è una maschera di sterco. So che sto per morire e che la mia agonia filmata diventerà uno snuff.
A questo punto la croce a cui sono avvinto gira. Un meccanismo robotico comincia a penetrarmi. A differenza del robot che ha posseduto Firelady, questo non ha un fallo di simil-carne coltivata, ma un intrusore puramente metallico e privo di sensori. È un semplice sottile strumento di impalazione che mi entra dentro facendosi strada tra gli intestini.