domenica 18 aprile 2021

ETIMOLOGIA DI ALLUMEUSE

La parola francese allumeuse indica una donna che stuzzica l'uomo, destando il suo desiderio per poi concedere poco o nulla. In Francia donne di questo genere non sono affatto amate. Ricordo di aver letto che negli annunci erotici pubblicati nei giornali francesi e inviati soprattutto da camionisti, era comunissimo questo avvertimento: "Allumeuses e perditempo astenersi"
 
Quale è l'etimologia di questa strana parola? Si capisce subito che allumeuse è un derivato del verbo allumer "accendere", simile allo spagnolo alumbrar "illuminare". Alla lettera l'allumeuse è una accenditrice, perché suscita la bramosia sessuale. Il suffisso -euse è agentivo: è la forma femminile del suffisso -eur, a cui in italiano corrisponde -ore, -atore
 
allumer 
Verbo transitivo (riflessivo s'allumer
 
1) accendere
   allumer la lumière "accendere la luce"
   allumer le feu "accendere il fuoco"
   allumer un appareil électrique "accendere un apparecchio 
       elettrico"
2) (senso figurato) "eccitare, accendere, far divampare"
   allumer la haine de la population "eccitare l'odio della 
      popolazione" 

Etimologia: dal latino tardo *allūmināre, per il classico illūmināre "far luce, rischiarare", a sua volta da lūmen (gen. lūminis) "luce; lume, lampada".
 
Quando ero giovane e mi sono imbattuto per la prima nella menzione del vocabolo allumeuse, ho creduto che derivasse dalla parola allume. In fondo la cosa mi sembrava del tutto logica: l'allumeuse era per me quella che metteva l'allume sul cazzo. Questo è impossibile, dato che in francese l'allume è chiamato alun e non si spiegherebbe la liquida doppia -ll-. In italiano la liquida doppia è spuria e dovuta con ogni probabilità ad analogia. L'origine dell'italiano allume, del francese alun e dello spagnolo alumbre è dal latino alūmen (gen. alūminis) "allume", il cui significato più antico doveva essere "sale amarognolo". Bizzarramente esiste nell'augusta lingua di Roma un sostantivo di derivazione aggettivale, alūminōsa, che però significa "miniera di allume". Com'è ovvio non ha nulla a che vedere con allumeuse, si tratta di una somiglianza fortuita.  
 
Il siciliano l'allumeuse è chiamata profumiera. Il motivo di questa denominazione è semplice: la profumiera sparge l'odore della sua fica, che fa impazzire uno spasimante; quando è sicura di aver avuto successo nella seduzione, all'improvviso si nega. 
 
Ci sono diversi tipi di profumiere. Alcune si limitano a stuzzicare con civetterie e poi fanno le ritrose. Tutto sommato sono abbastanza innocue. Altre tirano scemo un uomo per mesi, scroccandogli cene e regali, per poi concedergli al massimo un leggero bacio alla francese, di quelli con la punta della lingua in bocca. Poi dicono: "Mi spiace, non sei il mio tipo". Ci sono donne che durante una cena lavorano sotto il tavolo accarezzando con i piedi nudi un uomo seduto di fronte a loro, ma si ritraggono quando sentono che il membro virile si è inturgidito. Le più devastanti sono quelle che permettono di arrivare all'intimità, facendo credere allo spasimante di essere in Paradiso: prima glielo prendono in bocca e lo succhiano un po', ma quasi subito smettono e si allontanano. 
 
Ricordo molto bene più di una allumeuse del tipo più funesto in diverse opere dell'universo di celluloide.
 
Giochi di potere (Phillip Noice, 1992). 
Una bellissima fulva è a letto con un capo dell'IRA. A un certo punto si mette a leccargli il membro eretto, dandogli alcuni delicati tocchi di lingua. L'uomo, robusto e barbuto, sta gemendo di piacere. Lui la prega di continuare, è come impazzito e non vuole fare a meno di quel piacere, che evidentemente non aveva mai sperimentato prima. Lei smette subito, risale con la lingua fino al torace dell'amante, poi si alza dal letto e si dirige verso un comodino, in cerca della borsetta. Il terrorista, pieno di angoscia, le chiede se lei voglia fargli indossare un condom e le ricorda che la Chiesa  Romana lo vieta. Di rimando lei estrae una pistola, ribatte che la Chiesa Romana vieta anche di uccidere, quindi lo fredda aprendogli un terzo occhio nel cranio e farcendogli di piombo il cervello. 
 
Sesso e volentieri (Dino Risi, 1982). 
La splendida Laura Antonelli entra in un cinema e raggiunge un energumeno dalla fisionomia brutaloide, quindi si mostra disponibile. Lui parte in quarta, spinto da mille civetterie. La bacia in bocca e sulle poppe, poi estrae l'uccello. Lei si china, lo prende in bocca e comincia a ciucciarlo. Il gorilla cerca di coprire la testa dell'insperata amante col proprio cappello, in un gesto goffo, credendo di poter nascondere il rapporto orale alle altre persone presenti nella sala. Quasi subito lo sperma comincia a premere, lei smette e cerca di ritrarsi. A questo punto fa irruzione il furioso Johnny Durelli, pardon, Dorelli, che spinge via la donna e aggredisce il vecio. "Vada avanti da solo, adesso, se ce la fa! Cafone!", gli urla dopo una breve colluttazione. Si scopre che Durelli non è uno stalker. La Antonelli è in realtà sua moglie: la coppia aveva escogitato questi giochetti per ravvivare un rapporto ormai logoro.

giovedì 15 aprile 2021

UN INGANNO SEMANTICO: ANTROPOFAGO E CANNIBALE NON SONO PERFETTI SINONIMI

Ogni lingua del genere umano è piena di trabocchetti e ha punti deboli che non sono sempre chiari ai suoi parlanti. Per pura serendipità mi è capitato di imbattermi in uno di questi nodi problematici.  
 
Ero un moccioso e mi trovavo in Piemonte, nella casa dei miei Padri. Fui molto turbato quando vidi mio zio E. (R.I.P.) macinare un po' di ossa di pollo servendosi di un macinino da caffè, per poi dare da mangiare ai polli il ripugnante impasto ottenuto. Ricordo la sua sofferenza, la sua mente ormai non era più tanto lucida. Trovava simili divertimenti per passare il tempo. Quando macinava le ossa, subito i polli accorrevano schiamazzando e si disputavano quanto veniva loro gettato, abbandonandosi al cannibalismo! Mangiavano le ossa tritate dei loro stessi simili! La cosa mi fece venire i brividi. Non riuscivo a comprendere come potessero non rendersi conto dell'origine del materiale organico che ricevevano dalle mani di mio zio E., eppure non si vede un solo motivo per cui avrebbero dovuto discernere la natura di quel cibo basandosi soltanto sulle proprietà organolettiche. Siamo poi sicuri che gli esseri umani, messi in quelle stesse condizioni degradate di vita, sarebbero capaci di comprendere la natura cannibalica di un pasto?     

Questo ricordo disturbante mi porta a qualche riflessione di natura linguistica. A puro scopo di Conoscenza riporto  in questa sede alcune semplici definizioni, reperite nel Dizionario Treccani
 

cannìbale s. m. e f. [dallo spagn. caníbal (o caríbal), dal nome dei Caribi delle Piccole Antille, i cui abitanti dopo la scoperta dell’America acquistarono in Europa fama di antropofagi]. – 1. Antropofago, divoratore di carne umana. 2. In similitudini e usi fig., persona crudele, feroce, inumana: si è comportato come un c.; è un c., una cannibale; anche come agg.: è una donna cannibale.


antropòfago agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. anthropophăgus, gr. ἀνϑρωποϕάγος, comp. di ἄνϑρωπος «uomo» e -ϕάγος «-fago»] (pl. m. -gi, pop. -ghi). – Che, o chi, si ciba di carne umana: le tribù a., o gli a., di alcune regioni africane; istinti antropofagi.

Sul Dizionario Italiano Hoepli è contenuta una definizione più estesa della parola "cannibale", come si può facilmente vedere:


cannibale
[can-nì-ba-le]
A s.m. e f. (pl. -li)
1 Antropofago
‖ estens. Animale che mangia carne di individui che appartengono alla sua stessa specie
2 fig. Persona feroce, crudele
‖ Mangiatore insaziabile


B agg.
Antropofago: razze cannibali

 
Questo è riportato su Wikipedia in italiano: 
 

"Il cannibalismo è la predazione intraspecifica, ovvero la pratica del mangiare organismi appartenenti alla propria specie. In zoologia si verifica quando individui di una specie animale aggrediscono e divorano altri membri della stessa specie a causa, generalmente, di condizioni ambientali sfavorevoli anche se, in alcune specie, è normale consuetudine. Relativamente alla specie umana, in antropologia si parla di antropofagia (dal greco ἄνθρωπος, "uomo" e φαγω "mangio"), sinonimo quindi di cannibalismo umano, che è una pratica ancora diffusa presso alcune società." 
 
E ancora: 
 
"In zoologia il cannibalismo si verifica quando individui di una specie animale si cibano di membri della stessa specie a causa, generalmente, di condizioni ambientali sfavorevoli come la sovrappopolazione o la cattività oppure, come accade in molte specie, può essere una normale consuetudine per limitare la densità di popolazione e quindi aumentare le probabilità di sopravvivenza per i sopravvissuti che hanno così a disposizione maggiori quantità di cibo; questo si verifica ad esempio tra gli insetti, come nel caso delle termiti o delle formiche, e nei pesci, come nel caso dei guppy, che divorano la prole in eccesso, o anche nei vertebrati, in particolar modo nel caso di leoni, iene e macachi."
 
Proprio l'uso della parola "cannibale", applicato a qualsiasi specie animale diversa da Homo sapiens, si rivela determinante. Possiamo quindi giungere alle seguenti conclusioni:
 
Un leone antropofago, come quelli di Tsavo, è un leone mangiatore di uomini.
Un leone cannibale è invece un leone che mangia la carne di altri leoni. 
Sono due cose diverse!

Ne  deduciamo che i vocaboli "antropofago" e "cannibale" sono perfetti sinonimi unicamente quando sono applicati alla specie umana
 
Possibile che finora nessuno si sia mai accorto di questo bizzarro inganno semantico? Nemmeno i parrucconi dell'Accademia della Crusca hanno evidenziato la criticità, a quanto pare!

domenica 11 aprile 2021

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'APPENDIX PROBI

È conosciuta col nome di Appendix Probi una lista di 227 parole latine, copiata da un antigrafo nel VII o nell'VIII secolo nello Scriptorium dell'Abbazia di San Colombano a Bobbio. Il nome, puramente convenzionale, è dovuto al fatto che il documento è stato trovato sugli ultimi fogli di una copia dell'Instituta artium, il cui autore è tradizionalmente considerato il grammatico Marco Valerio Probo (20/30 d.C. - 104 d.C.). Detto anche Probo il Beritio, operò durante il principato di Nerone. In realtà, è più plausibile che si tratti di un altro Probo, vissuto all'epoca di Diocleziano. Con ogni probabilità l'Appendix Probi fu composta a Roma nella prima metà del IV secolo. A giudicare dalla lingua, forse l'epoca neroniana sarebbe stata troppo precoce come contesto. Le correzioni riportate nel testo fanno luce sui cambiamenti fonologici e grammaticali che il latino volgare stava subendo nelle prime fasi del suo sviluppo nel romanzo.
 
Riporto l'intera lista delle 227 correzioni operate dal grammatico Probo, per come ci è pervenuta (alcune voci sono purtroppo mutile e talvolta non restaurabili).
 
porphireticum marmor non purpureticum marmur
tolonium non toloneum
speculum non speclum
masculus non masclus
vetulus non veclus
vitulus non viclus
vernaculus non vernaclus
articulus non articlus
baculus non vaclus
angulus non anglus
iugulus non iuglus
calcostegis non calcosteis
septizonium non septidonium
vacua non vaqua
vacui non vaqui
cultellum non cuntellum
Marsias non Marsuas
cannelam nun canianus
Hercules non Herculens
columna non colomna
pecten non pectinis
aquaeductus non aquiductus
cithara non citera
crista non crysta
formica non furmica
musivum non mus[e]um
exequiae non execiae
gyrus non girus
avus non aus
miles non milex
sobrius non suber
figulus non figel
masculus non mascel
lanius non laneo
iuvencus non iuvenclus
barbarus non barbar
equs non ecus
coqus non cocus
coquens non cocens
coqui non coci
acre non acrum
pauper mulier non paupera muli[er]
carcer non car[car]
bravium non brabium
pancarpus non parcarpus
Theophilus non Izophilus
monofagia non monofagium
Byzacenus non Bizacinus
Capse[n]sis non Capressis
catulus non catellus
[catulus non ca[te]llus]
doleus non dolium
calida non calda
frigida non fricda
vinea non vinia
tristis non tristus
tersus non tertus
umbilicus non imbilicus
turma non torma
caelebs non celeps
ostium non osteum
Flavus non Flaus
cavea non cavia
senatus non sinatus
brattea non brattia
cochlea non coclia
cochleare non cocliarium
palearium non paliarium
primipilaris non primipilarius
alveus non albeus
glomus non glovus
lancea non lancia
favilla non failla
orbis non orbs
formosus non formunsus
ansa non asa
flagellum non fragellum
calatus non galatus
digitus non dicitus
solea non solia
calceus non calcius
iecur non iocur
auris non oricla
camera non cammara
pegma non peuma
cloaca non cluaca
festuca non fis[tuca]
ales non [alis]
facies non fa[ces]
cautes non c[autis]
plebes non plevis
vates non vatis
tabes non tavis
suppellex non superlex
apes non apis 
nubes non nubs
suboles non subolis
vulpes non vulpis
palumbes non palumbus
lues non luis
deses non desis
reses non resis
vepres non vepris
fames non famis
clades non cladis
Syrtes non Syrtis
aedes non aedis
sedes non sedis
proles non prolis
draco non dracco
oculus non oclus
aqua non acqua
alium non aleum
lilium non lileum
glis non [gl]iris
delirus non delerus
tinea non ti[nia]
exter non extraneus
clamis non clamus
vir non vyr
virgo non vyrgo
virga non vyrga
occasio non occansio
caligo non calligo
terebra non telebra
effeminatus non imfimenatus
botruus non butro
grus non gruis
anser non ansar 
tabula non tabla
puella non poella
balteus non baltius
fax non facla
vico capitis Africae non vico caput Africae
vico tabuli proconsolis non vico tabulu proconsulis
vico castrorum non vico castrae
vico strobili non vico trobili
teter non tetrus 
aper non aprus
amycdala non amiddula
faseolus non fassiolus
stabulum non stablum
triclinium non triclinu
dimidius non demidius
turma non torma  
pusillus non pisinnus
meretrix non menetris
aries non ariex
pe[rsica] non pessica
dys[entericus non disinte]ricus
opobalsamum non ababalsamum
mensa non mesa
raucus non ra[u]cus
auctor nun autor
auctoritas non autoritas
ip[se] non ip[sus]
linteum non lintium
a[ ] non [ ]a
terraemotus non terrimotium
noxius non noxeus
coruscus non scoriscus
tonitru non tonotru
passer non passar
anser non ansar
hirundo non herundo
obstetrix non ops[etris]
capitulum non capiclum
noverca non novarca
nurus non nura
socrus non socra
neptis non nepticla
anus non anucla
tondeo non detundo
rivus non rius
imago non [...]
pavor non paor
coluber non colober
adipes non alipes
sibilus non sifilus
frustum non frustrum
plebs non pleps
garrulus non garulus
parentalia non parantalia
caelebs non celeps 
poples non poplex
locuples non locuplex
robigo non rubigo
plasta non blasta
bipennis non bipinnis
hermeneumata non erminomata
tymum non tumum
strofa non stropa
bitumen non butumen
mergus non mergulus
myrta non murta
zizipu[s] non zizup[u]s
iunipirus non [iu]niperus *
tolerabilis non toleravilis
basilica non bassilica
tribula non tribla
viridis non virdis
constabilitus non constab[i]litus
Sirena non Serena
musium vel musivum non museum
labsus non lapsus
orilegium non orolegium
hostiae non ostiae
Februarius non Febrarius
clatri non cracli
allec non allex
rabidus non rabiosus
tintinaculum non tintinabulum
Adon non Adonius
grundio non grunnio
vapulo non baplo
necne non necnec
passim non passi
numquit non nimquit
numquam non numqua
nobiscum non noscum
vobiscum non voscum
nescioubi non nesciocobe
pridem non pride
olim non oli
adhuc non aduc
idem non ide
amfora non ampora
 
*Una lettura più lausibile è [zi]niperus.

Aggiungo una serie di osservazioni scritte di getto: 
 
1) Notiamo subito che alcune voci sono ripetute più di una volta nel glossario: è possibile che Probo avesse memoria corta. Così i lemmi anser, caelebs e turma sono trattati due volte, essendo identiche anche le rispettive forme "scorrette" ansar, celeps e torma.
2) Uno dei gravi limiti di questo elenco, oltre all'incompletezza e alle ripetizioni, è l'assenza di ordine alfabetico. Questa caratteristica era la norma e si ravvisa anche nei glossari. Pur avendo un grande ingegno, gli Antichi avevano mezzi molto limitati rispetto ai nostri. Non avevano file word, tanto per capirci. 
4) Si rileva almeno un ipercorrettismo: la forma lapsus è perfettamente corretta e non è plausibile volerla sostituire con labsus, che è frutto di livellamento analogico. 
5) Lo stesso Probo non doveva avere in ogni occasione una padronanza perfetta dell'ortografia classica, dato che riporta teter non tetrus: la grafia più corretta è infatti taeter, col dittongo, pur essendo usato anche teter. Il significato del vocabolo è "brutto, orrendo, orribile, ripugnante, tremendo".
6) Non è da considerarsi ipercorretta la voce apes. Infatti questo apes è il plurale di apis e significa "api": Probo corregge il plurale apis graficamente identico al singolare: /'api:s/ anziché il classico /'ape:s/.

Questi sono i fenomeni rilevati dal grammatico: 

1) Sincope 
     articulus non articlus
     calida non calda 
     masculus non masclus
     oculus non oclus
     speculum non speclum
     vetulus non veclus 
     viridis non virdis 
     vitulus non viclus 
2) Sviluppo di un'approssimante /j/ da vocali anteriori in iato 
     alium non aleum 
     cavea non cavia 
     lancea non lancia 
     lilium non lileum 
     ostium non osteum
     vinea non vinia
3) Cambiamento di /u/ breve in /o/ 
      coluber non colober
      columna non colomna 
      turma non torma
4) Riduzione di /au/ pretonico a /o:/ 
     auris non oricla 
5) Perdita di /m/ finale 
     idem non ide 
     olim non oli
     nunquam non nunqua
     passim non passi 
     pridem non pride 
6) Perdita di /h/ 
     adhuc non aduc 
     hostiae non ostiae
7) Riduzione di /-ns-/ a /-s-/ 
     ansa non asa 
     formosus non formunsus
     Hercules non Herculens 
     mensa non mesa 
     occasio non occansio
8) Perdita di /β/ intervocalica davanti a vocale posteriore 
     avus non aus 
     Flavus non Flaus 
     pavor non paor
     rivus non rius
9) Confusione tra /b/ e /β/ 
     alveus non albeus 
     baculus non vaclus  
     bravium non brabium 
     plebes non plevis 
     vapulo non baplo 
10) Confusione tra consonanti semplici e geminate 
     aqua non acqua 
     basilica non bassilica 
     camera non cammara 
     draco non dracco 
     garrulus non garulus
11) Eliminazione di nomi imparisillabi 
     glis non gliris 
     grus non gruis
     pecten non pectinis
12) Adattamento di aggettivi della III declinazione nella I declinazione 
    acre non acrum 
    pauper mulier non paupera mulier  
    tristis non tristus 
13) Adattamento dei nomi femminili della IV declinazione nella I declinazione 
    nurus non nura 
    socrus non socra
14) Adattamento di nomi femminili della III e IV declinazione nella I declinazione tramite un suffisso diminutivo 
    anus non anucla 
    auris non oricla 
    fax non facla
    neptis non nepticla
15) Adattamento di plurali neutri nella I declinazione 
   vico castrorum non vico castrae
16) Supposta eliminazione dell'ablativo 
    nobiscum non noscum 
    vobiscum non voscum
17) Alterazione del nominativo in -es (III declinazione) in -is 
    cautes non cautis 
    fames non famis  
    sedes non sedis
    tabes non tabis 
    vates non vatis 
    vulpes non vulpis 
18) Riduzione delle uscite -es e -is a -s 
    nubes non nubs 
    orbis non orbs 
19) Influenza del sostrato italico: assenza dell'uscita maschile in -us 
    barbarus non barbar 
    figulus non figel
    masculus
non mascel  
20) Influensa del sostrato italico: -f- per -b
    sibilus non sifilus 
21) Influensa del sostrato italico: -nn- per -nd- 
    grundio non grunnio
20) Metatesi, assimilazione e dissimilazione (anche in grecismi) 
   coquens non cocens 
   coqui non coci 
   pegma non peuma 
   persica non pessica

Alcune forme condannate da Probo sono continuate nelle lingue romanze. Questi casi sono particolarmente interessanti:

acqua : it. acqua  
cocens : it. cocente 
nura : it. nuora 
oricla : it. orecchia 
rabiosus : it. rabbioso 
virdis : it. verde  
etc.
 
Le forme noscum per nobiscum "con noi" e voscum per vobiscum "con voi" sono all'origine dell'italiano antico nosco e vosco. Sono quindi sopravvissute nel latino volgare. 
In genere si parla in questo caso di "perdita dell'ablativo", interpretando le forme noscum e voscum come costruite a partire dall'accusativo nōs e vōs anziché dall'ablativo nōbis e vōbis. La realtà potrebbe essere diversa. Ho una spiegazione alternativa e a mio avviso utile. 
Queste sono le forme del latino classico, con l'accento sulla seconda sillaba: 
 
nobiscum /no:'biskum/ 
vobiscum /wo:'biskum/ 
 
Nel latino volgare si erano sviluppate forme con l'accento sulla prima sillaba: 
 
nobiscum /'no:biskum/
vobiscum /'βo:biskum/ *
 
* L'approssimante /w/ si era ormai trasformata in una fricativa /β/

Il passo successivo è stata la sincope: 

*nobscum /'no:psku(m)/
*vobscum /'βo:psku(m)/ 

Quindi il gruppo consonantico -bsc- si è semplificato facilmente in -sc-
 
noscum /'no:sku(m)/
voscum /'βo:sku(m)/ 

Questo è quanto.
 
Presenza di voci italiche

Una cosa che mi sembra sia passata del tutto inosservata è la presenza di alcune forme eminentemente sannitiche, ossia osche: 
 
barbar /'barbar/ "barbaro"
figel /'figel/ "vasaio"
mascel /'ma:skel/ "maschio"
menetris /'menetri:ss/ "meretrice"
opsetris /'opsetri:ss/ "ostetrica, levatrice" 
 
Altre forme italiche sono state da me scoperte in numerosi glossari. Purtroppo tutto ciò non riscuote l'interesse dei romanisti, che tendono a considerarle irrilevanti e a passarle sotto silenzio. Grandgent si limita a notare la stranezza di alcune di queste forme (barbar, figel, mascel): avendo un'approfondita conoscenza soltanto del latino, non è si è arrischiato a identificarle come sannitiche. 
 
Una Appendix Probi moderna  
 
Compilo una lista sul modello dell'Appendix Probi, adattata alla lingua italiana e ai nostri tempi, includendovi svariate parole o frasi erronee udite con le mie orecchie o viste coi miei occhi nel Web. Alcune di queste voci sono il prodotto di guitti, altre di adolescenti riscimmiati, altre ancora sono usate da parlanti che per una ragione o per l'altra non sono riusciti ad acquisire una sufficiente competenza linguistica. Ovviamene la mia è una provocazione. 

aberrante non abberrante
aberrazione non abberrazione 
abietto non abbietto
abominevole non abbominevole 
bisnonno non binonno 
bisnonno non sbinonno 
bugia non buggia
bugiardo non buggiardo 
schizofrenico non schizzofrenico
psicopatico non psicopazzo
cistifellea non cistifeglia
cataratta non catarrata 
bitume non botume 
oberato di lavoro non obeso di lavoro 
dono dell'ubiquità non dono dell'ambiguità 
dono dell'ubiquità non dono dell'obliquità 
fronte corrugata non fronte corrusca 
breve e conciso non breve e circonciso 
breve e conciso non breve e coinciso 
lapsus non lapis 
salsiccia non salciccia 
semaforo non semafero 
tecnico non tennico 
aeroporto non aereoporto 
aeroporto non areoporto 
aereo non aerio 
gorilla non gurilla 
bocchino non bucchino 
polizia non pulizia 
poliziotto non puliziotto 
proprio non propio 
proprietà non propietà  
afrodisiaco non afroasiatico 
purtroppo non pultroppo 
evacuare non evaquare 
pozzetto non puzzetto
accesso di rabbia non eccesso di rabbia 
accesso di rabbia non ascesso di rabbia 
chitarra non ghitarra  
cabina non gabina 
cerebrale non celebrale 
cerebroleso non cebroleso 
aura non aurea  
referendum non preferendum  
chiedere lumi non chiedere numi  
megalopoli non megapoli 
otorinolaringoiatra non otorinolangoiatra 
otorinolaringoiatra non orinolangoiata
pediatra non pediata 
pediatra non piedatra  
pediatra non piedata
Settimio Severo non Sèttimo Sèvero 
appendice non appèndice
appendicite non appèndice 
romanzo di appendice non romanzo di appendicite  
a volte non avvolte 
azione non azzione 
stabilimento non stablimento 
laboratorio non labratorio 
per esempio non presempio 
desse non dasse 
stesse non stasse  
fosse non fudesse 
Corso Buenos Aires non Corso Buones Aires
Corso Buenos Aires non Corso Bovinos Aires
donne incinte non donne incinta
arbitro non albitro 
collutorio non colluttorio 
colluttazione non collutazione 
accelerare non accellerare 
celerino non cellerino 
entusiasta non entusiasto 
gli ho insegnato non gli ho imparato 
a meno che non almeno che 
penso che sia non penso che è
pensavo che fosse non pensavo che era 
porto il cane a pisciare non piscio il cane 
eccezione non eccezzione 
eccezionale non eccezzionale 
colesterolo alto non polistirolo alto
pugno nello sterno non pugno nello sterco 
ictus non iptus  
ictus non itus 
ferita lacerocontusa non ferita laceroconfusa 
Alessandro Magno non Alessandro Mangio 
vadano non vadino
vengano non venghino 
non sta non nonne sta
non sta non nonno sta 
herpes non irpef 
body building non bidi bolding 
checkup generale non ketchup generale 
va bene non vabbane 
cinema non cimena  
gratis non a gratis  
vagina non vaggina  
a posto non apposto  
espansione non espanzione 
spermatozoo non spermatozzo 
raggi ultravioletti non raggi ultraviolenti 
fa tremare le vene e i polsi non fa tremare le vene ai polli 
eruzione vulcanica non erezione vulcanica 
capro espiatorio non capo espiatorio 
impronte digitali non impronte vegetali  
capsula non caspula 
capsula non casupola 
omosessuale non omosensuale 
omosessuale non uomo sessuale 
omosessuali non uomini sessuali 
consensuale non consessuale 
Regime del Terrore non Regime del Terrone 
Muro di Berlino non Mudo li Merlino 
aeronautica non aeronatica 
Pippo Baudo non Pippo Baldo 
Pippo Baudo non Pippo Bodo
medico della mutua non medico della muta 
kamikaze non kamikazzi 
peti non pitti
screzio non screzzio 
ex non ècchisi 
somatizzare non sodomizzare 
paziente che somatizza non paziente che sodomizza
sintomi di somatizzazione non sintomi di sodomizzazione
sadomaso non sodomaso 
conati di vomito non cognati di vomito 
spezzare una lancia non spezzare un'arancia 
stralciare non stracciare 
Testimoni di Geova non Testimoni di Genova 
fare le veci non fare le feci 
dozzina non dodicina 
sexy non sessi 
fastidio non fastiglio 
sembrare non semprare
impiegato non impiagato 
consideriamo non consderiamo
scorreggia non renza 
operatore idempotente non operatore impotente 
numeri complessi non numeri compressi
cremare non cromare 
illibato non lippato 
allibito non illibato
Proci non Froci 
flatulenza non flautolenza 
profilati a freddo non profilattici a freddo 
angina pectoris non angina pecto 
angina pectoris non vagina pectoris
giardini pensili non giardini prensili 
distanza focale non disatanza ficale 
è d'uopo non è d'uovo 
disabilitato non debilitato 
revocato non rievocato 
sprizzare odio non spruzzare odio 
cogliere in flagrante non cogliere in fragrante 
cotone idrofilo non cotone idrofobo 
equazione di Laplace non equazione di Lapalisse 
prurito non prudito 
urologo non ulogo 
ipofisi non liposi 
veterinario non vetrinaio 
dolori reumatici non dolori aromatici 
reumatologo non rematologo
vita sedentaria non vita sanitaria  
ipermetrope non ipermetrico 
clisma opaco non prisma opaco 
eczema non azema  
tracheite non trachite 
eco Doppler non eco topless
camera iperbarica non camera ipervarica 
biopsia non biocsìa
herpes non erpex 
nausea non nausa 
alluce valgo non alluce valvo 
diverticoli intestinali non ventricoli intestinali 
colite non culite 
tachicardia non tacchicardia  
emorragia non emorrogia  
betabloccanti non metabloccanti 
sulfamidici non sulfamedici 
antidolorifico non antidolorifero 
antidolorifico non dolorifero 
menarca non monarca 
osteoporosi non ostoporosi
osteoporosi non ossoporosi 
osteoporosi non osporosi 
tunnel carpale non tunnel calpale 
sideremia non sederemia  
flebite non febbrite
medico generico non medico genetico
inversione a U non immersione a U
crimine perpetrato non crimine perpetuato 
vongole veraci non vongole voraci 
porta blindata non porta brindata 
fare a meno non fare almeno
dalla notte dei tempi non dalla notte dei templi 
autorità preposta non autorità proposta
è una silfide non è una sifilide 
baratro non bàlatro 
ramanzina non romanzina 
schiena non stiena 
disturbare non sturbare 
remunerativo non renumerativo 
deontologia non dentologia  
deontologico non dentologico 
farinacei non farinaggi 
liposuzione non luposuzione 
analfabeta non alfabeta 
lapsus non raptus 
carta d'identità non carta d'indennità 
le premetto non le prometto 
berciare non bertucciare
è un'indecenza non è una decenza 
spiccicare non spiaccicare 
pedigree non pelodigrillo 
beneplacito non bene placido 
prosieguo non proseguo 
infestato non impestato 
voce stentata non voce stentorea 
guerre intestine non guerre intestinali  
prolifico non profilico 
test sierologico non test seriologico 
calende greche non candele greche 
difendere a spada tratta non difendere a spatatrac  
spada di Damocle non spada di Adamo
busillis non busillibus 
militi scaglionati non militi scoglionati 
delatore non relatore 
disinfettare non disinfestare 
celibe non celebre 
sguardo torbido non sguardo torrido 
acceleratore non accelleratore 
ombelico non ombellico

Poche di queste forme bizzarre le uso per pura satira, come ad esempio spermatozzo. Quando ero alle elementari, anziché visita a domicilio dicevo e scrivevo visita ad omicidio: non riuscendo a capire cosa significasse domicilio (nessuno mi spiegava nulla), lo riducevo all'omicidio. Una volta avevo scritto questa frase sorprendente: "La popolazione del Messico è costituita prevalentemente da feticci"! Non mancavano stravaganze fonologiche: avevo appreso da un compagno di classe a dire e a scrivere trible anziché terribile. Era un genio linguistico, che aveva riformato molte parole a partire da considerazioni paretimologiche. A esempio diceva fumoliggine anziché fuliggine e sderetanato anziché sderenato. Oggi è un famoso motociclista.  
Alcuni degli errori elencati, molto comuni quando ero giovane, oggi sono praticamente scomparsi (es. impronte vegetali, carta d'indennità, etc.); altri sono invece rigogliosi.
Non ho incluso nella lista le forme puramente ortografiche usate nel linguaggio dei Millennials: 

ce n'è non c'è n'è
a Milano non ha Milano 
a scuola non ha scuola
che bello non ke bello
non è non nn è
l'ho lasciata non lo lasciata 
ce la faremo non c'è la faremo 

A prima vista potremmo dire che dai tempi di Probo non ci siano stati grossi cambiamenti. Tutto sommato si vedono operare fenomeni abbastanza simili. Si rilevano anche gli effetti del sostrato preitaliano delle lingue locali un tempo parlate in varie regioni (es. semafero, cortello, pitti, puzzetto, etc.). Ci sono però alcune differenze sostanziali. Probo aveva percepito che qualcosa stava cambiando nella lingua e aveva documentato alcune tendenze significative. Attualmente uno dei problemi principali sembra essere la confusione tra parole foneticamente simili (paronimia o malapropismo). La causa di questa deriva è l'incapacità di attingere all'etimologia di molti vocaboli. Non so se ne emerga un quadro coerente.  
L'Appendix Probi ci permette di capire il passato e il percorso che ha portato alla formazione del presente, dandoci testimonianza di cose di estremo interesse. Il presente invece è pura entropia e non abbiamo la possibilità di scorgere con chiarezza gli sviluppi che ne scaturiranno. Forse la versione moderna dell'Appendix Probi sarebbe utile a immaginari archeologi extraterrestri futuribili, se non fosse destinata a disperdersi nella Blogosfera!