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giovedì 9 novembre 2017


V FOR VENDETTA
(fumetto)
 

Paese: Gran Bretagna
Lingua originale:
 Inglese
Testi: Alan Moore
Disegni: David Lloyd;
   Tony Weare
Coloristi: Steve Whitaker,
     Siobhan Dodds, David Lloyd
Letterista: Steve Craddock
Redattori editoriali: Karen Berger,
   Scott Nybakken
Editore: 
   Regno Unito: Quality Communications
   USA: DC Comics - Vertigo
   Francia: Delcourt
   Brasile: Abril Jovem, Panini Comics
Collana 1ª edizione: Warrior
1ª edizione: 1982 – 1985
 
1ª edizione italiana: 1991
Editore italiano:
Milano Libri
Collana 1ª ed. italiano:
 Corto Maltese nn. 91-96
Periodicità it.: mensile
Albi it.:
6 (completa)
Genere:
 Avventura, fantascienza, thriller
Sottogeneri: Fantapolitica, propaganda anarchica,
    distopia

Trama:

La serie si divide in tre parti.

Book 1: Europe After the Reign

La notte del 4 novembre 1997, una sedicenne disperata esce nella notte e adesca alcuni uomini, ignorando la loro appartenenda alle forze di polizia, il "Dito" del regime. Questi vogliono abusare di lei e ucciderla, quando ecco che interviene un anarchico mascherato da Guy Fawkes. Gli agenti del "Dito" vengono uccisi dall'uomo, che si presenta come V. Prima di portare Evey in salvo nel suo covo, V fa detonare da remoto il Palazzo del Parlamento. Evey racconta al suo salvatore la propria storia, da cui si apprende che nei tardi anni '80 c'è stata una guerra nucleare che ha permesso l'ascesa del partito fascista Norsefire. Nel frattempo Eric Finch, investigatore capo delle forze di polizia regolari, il "Naso" del regime, comincia a indagare sul misterioso anarchico. Finch svolge il suo lavoro comunicando spesso con il "Dito", comandato da Derek Almond, e con la "Testa", impersonata dal dittatore Adam Susan, che vive in stato di isolamento, interfacciandosi in modo ossessivo col supercomputer governativo Fate. Nel frattempo V traumatizza il propagandista Lewis Prothero cremando la sua collezione di bambole e uccide il vescovo pedofilo Anthony Lilliman costringendolo a ingurgitare un'ostia impregnata di cianuro. Quindi uccide anche Delia Surridge, medico legale ed amante di Finch. A questo punto l'investigatore scopre un legame tra le vittime, che avevano lavorato nel campo di concentramento di Larkhill: Delia ha lasciato un diario in cui è scritto che V è l'unico sopravvissuto tra i detenuti del campo e vittima di spaventosi esperimenti, riuscito a fuggire provocando un'esplosione. Quella stessa notte, V uccide anche Almond. Finch riporta queste scoperte al dittatore, che teme attacchi terroristici su più vasta scala.  

Book 2: This Vicious Cabaret

Quattro mesi dopo gli eventi sopra descritti, V fa irruzione nella Jordan Tower, sede del dipartimento di propaganda di Norsefire, la "Bocca" del regime. Dopo aver mandato in onda un discorso in cui incita alla rivolta, V mette in atto un piano di fuga che porta all'uccisione del capo della "Bocca", Roger Dascombe. Finch ha presto a che fare con il nuovo capo del "Dito", Peter Creedy, che lo provoca, spingendolo a colpirlo per poterlo sospendere dal servizio. Nel frattempo Evey ha una relazione con un uomo molto più vecchio di lei, Gordon. Senza saperlo, la coppia viene in contatto con Rose Almond, la vedova del defunto capo del "Dito", Derek. Donna dalla personalità masochista, Rose aveva iniziato una relazione con Dascombe, per poi trovarsi con l'amante trucidato e costretta a degradarsi in un cabaret. Quando Gordon viene ucciso dal gangster scozzese Ally Harper, Evey decide di vendicarsi. Così interrompe un incontro tra Harper e Greedy: il nuovo capo del "Dito" intende comperare l'appoggio della criminalità a un suo progettato colpo di stato. La ragazzina cerca di sparare a Harper, ma viene arrestata, rinchiusa in un'angusta cella, sottoposta a interrogatori e a torture. In un anfratto trova una lettera di Valerie Page, un'attrice incarcerata e condannata a morte perché lesbica. L'uomo che interroga e tortura Evey la obblica a scegliere tra la collaborazione e la morte. La giovane, ispirata da Valerie, sceglie la morte, ma a questo punto viene lasciata libera. Il suo carnefice non è altri che V, il cui intento era quello di far conoscere a Evey gli orrori che lo hanno plasmato. Le rivela inoltre che Valerie è realmente esistita, che era la prigioniera nella cella accanto alla sua, e che la sua lettera è vera. Evey perdona V, che nel frattempo è riuscito ad hackerare il supercomputer Fate, a cui Adam Susan è attaccatissimo. Inizia così per il dittatore la discesa nella follia. 

Book 3: The Land of Do-As-You-Please 

Il successivo 5 novembre 1998, V fa esplodere la Post Office Tower e Jordan Tower, uccidendo il capo dell'"Orecchio", Brian Etheridge. In una sola volta, annienta tre agenzie governative: "Occhio", "Orecchio" e "Bocca". Il popolo insorge, ma gli uomini di Creedy e i gangster di Harper soffocano la rivolta. V dice a Evey che la presente situazione caotica non è ancora l'anarchia da lui voluta, ossia la "Terra del Fai come Ti Piace" (Land of Do-As-You-Please): è soltanto la "Terra del Prendi ciò che Vuoi" (Land of Take-What-You-Want). A questo punto Finch si reca nel campo di Larkhill, ormai abbandonato e cadente. Assume l'LSD per avere un'esperienza allucinatoria che lo aiuti a calarsi nel ruolo di un prigioniero come V, per poter avere una comprensione empatica della sua esperienza. Mentre Finch è assente, il suo assistente Dominic Stone si accorge che Fate è stato corrotto e influenzato da V. Al suo ritorno a Londra, l'investigatore comprende all'istante che troverà V nella cadente Victoria Station, e subito vi si reca. L'anarchico coglie Finch di sorpresa e lo ferisce con un coltello. V afferma di non poter essere ucciso, perché le idee sono a prova di pallottola. Tuttavia durante lo scontro, Finch gli spara e gli infligge una grave ferita. Ritornato nel suo rifugio, muore tra le braccia di Evey, che decide di non togliergli la maschera, dato che V non è la semplice identità di una persona fisica, ma un simbolo immateriale. Così assume il suo ruolo ed eredita i suoi costumi. Gli eventi precipitano. Creedy spinge Adam Susan a mostrarsi in pubblico. Rose Almond, piena di livore per le umiliazioni che ha dovuto subire, gli spara nel cranio, uccidendolo. Finch emerge dalla stazione sotterranea, ancora alterato dalla droga, proclamando la morte di V. Ne segue un conflitto intestino in cui i superstiti capi del regime si uccidono tutti a vicenda. Evey si mostra in pubblico come V e annuncia che il giorno seguente farà esplodere Downing Street, l'antica sede del Primo Ministro, dicendo alle genti che devono scegliere se vivere per conto proprio o tornare in catene. Così avviene in una specie di deflagrante funerale vichingo, tramite un treno pieno di esplosivo, con dentro il corpo del defunto V deposto in una bara di vetro. La narrazione si chiude con un Finch annichilito che guarda impotente il caos divampante.       

Recensione: 

La visione del film V per Vendetta ha destato in me un grande interesse, spingendomi a visionare e a recensire anche la serie a fumetti da cui è stato tratto. Direi proprio che ne è valsa la pena: considero questa graphic novel un capolavoro. Subito mi sono saltate all'occhio le differenze con il film di McTeigue. Anche se ormai non dovrei più stupirmi di come il cinema in modo ineluttabile trasforma ciò che assimila e da cui trae nutrimento, questa riscrittura delle fonti non cesserà mai di destare il mio interesse, proprio perché la reputo una cosa incomprensibile e non sono in grado di trovare un modello in grado di spiegarne la natura più intima. Lasciano il tempo che trovano tutti i discorsi sulle necessità di destare una maggiore attenzione da parte del pubblico o di dar vita a un prodotto più vendibile. Vengono infatti riscritte anche cose di ben poco conto che non hanno impatto alcuno sulla natura dell'opera, come se una forza strana e un po' perversa le riorganizzasse secondo schemi oscuri.

Una storia editoriale travagliata

L'idea di V for Vendetta non è caduta all'improvviso dall'Iperuranio di Platone, fatta e finita. Dapprima consisteva in un abbozzo fumoso e informe, in cui pian piano si è rappreso un nucleo embrionale, dando quindi origine per fasi successive a un organismo riconoscibile. All'inizio, nel lontano 1975, l'eroe in lotta contro la tirannia doveva essere un transessuale vestito di bianco: una conturbante she-male di nome Doll, dotata di fattezze e di curve femminili ma con genitali maschili. Questa idea di un terrorista dalla sessualità ambigua era oggettivamente troppo per quei tempi, così fu rigettata. Anni più tardi, Moore fu invitato a creare una striscia a fumetti del genere dark mistery, così chiese al disegnatore Lloyd di trarre ispirazione dal personaggo di Dark Raven, un vendicatore notturno le cui avventure erano ambientate negli States negli anni '30. Dalla discussione nacquero successivi sviluppi: la storia fu trasportata nel Regno Unito dell'immediato futuro; il personaggio dapprima era un poliziotto che gradualmente diventava un oppositore del regime, quindi divenne un eroe anarchico. A Moore è attribuita l'idea della maschera di Guy Fawkes. All'inizio il nome doveva essere soltanto "Vendetta", che però fu rifiutato per via di pregiudizi: fu contestato che il termine era "troppo italiano". Così divenne "V for Vendetta", dove l'enfasi era su V anzichè sulla parola di origine italiana. Il primo episodio della serie comparve in bianco e nero nel 1082, sulla rivista britannica Warrior, una specie di antologica del fumetto di proprietà della Quality Communications (QC). Warrior chiuse i battenti nel 1985, prima che la serie fosse conclusa. Per fortuna il lavoro di Moore e di Lloyd fu portato a compimento e ristampato a colori nel 1988 dalla statunitense DC Comics. In seguito il tutto fu ripubblicato come in un solo volume dalla stessa casa editrice, come graphic novel.    



V è l'unico sopravvissuto agli esperimenti del campo di Larkhill, in cui a qualche dozzina di prigionieri sono state somministrate iniezioni di un preparato noto come Batch 5. Gli effetti delle iniezioni sul superstite sono stati notevoli, avendogli conferito capacità al confine col soprannaturale. Si tratta di un tema visto infinite volte nel mondo dei fumetti. Nel film non si fa menziona alcuna di questo Batch 5, ma subito è chiaro che la sua sigla contiene il numero 5 che ricorre in modo ossessivo nella vita del protagonista. Basti pensare al numero romano della sua cella - quel V che gli dà nome - oppure ai pentametri giambici con cui spesso si esprime, formati da parole inizianti per v. La maschera di Guy Fawkes non è l'unica che V indossa nella graphic novel: egli processa il propagandista del regime usando un travestimento singolare e del tutto dissimile da quello abituale, il solo visto nel film. Anche se l'idea di un transessuale mascherato è stata scartata sul nascere, mi rendo conto che nulla assicura che questa non sia la vera identità dell'anarchico mascherato. L'origine ultima del nome dell'eroe è da ricondursi senza dubbio a V., il primo romanzo dello scrittore statunitense Thomas Pynchon. 


Evey Hammond

La protagonista femminile è un personaggio problematico. Senza mezzi termini, è una minorenne che decide di prostituirsi, servendosi del sesso a pagamento per guadagnare qualche soldo e sfuggire alla fame. Nel film tratto dalla serie a fumetti questa caratteristica è stata totalmente rimossa, cosa che non sorprende più di tanto: non sembra infatti molto spendibile un'eroina che a 16 anni sceglie in modo consapevole di degradarsi avendo contatti con genitali di sconosciuti, seppur costretta da ragioni di mera sopravvivenza. Nel fumetto qusto aspetto si vede con la massima chiarezza e senza ipocrisia. Se la Evey cinematografica è un'adulta che si limita a sfidare il coprifuoco, la giovane e ingenua Evey del fumetto scambia un agente della polizia religiosa per un possibile cliente, facendogli proposte di sesso a pagamento. Quando ha tentato di vendere il proprio corpo non doveva essere vergine come Giovanna d'Arco: lo possiamo dedurre andando avanti nella lettura della storia: la si vedrà a letto, nuda e avvinghiata a un uomo maturo intento a spingere. A differenza di quanto avviene nel film, alla fine si vede chiaramente che Evey eredita la maschera e il ruolo di V.   


Adam Susan

Non è improbabile che questo personaggio affondi le sue origini nei ricordi dell'autore del fumetto. Un ragazzo solitario, introverso, che rifuggiva da ogni contatto con le coetanee, sicuramente bullizzato in modo pesante. Questa deve essere l'origine della scelta del ben strano cognome Susan, inteso come un nomignolo di scherno che alludeva alla sua pretesa effeminatezza: sappiamo bene che i branchi di bulli additano in automatico come "finocchio" chiunque sia schivo e non interessato al calcio. In realtà un antico cognome Susan è ben attestato con numerose varianti come Sussam, Sussams, Sussems, Sussans, Sussand, Sussands, Susaum, Sussaus, Susanna e via discorrendo. Si tratta di un soprannome che si è diffuso al tempo delle crociate, a partire dall'XI secolo: trasmesso per via patronimica o matronimica, si è infine sclerotizzato come cognome. Non sappiamo se Moore fosse a conoscenza di questi dettagli etimologici. Fatto sta che a un certo punto, cresciuto, il giovane Adam deve aver cercato la rivincita sui suoi persecutori divenendo un militante dell'Unione Britannica dei Fascisti (BUF) e piantando così il seme del futuro Fuoco Norreno. Certo, sono semplici speculazioni, corroborate tuttavia dalla descrizione del carattere del dittatore. Egli è un solipsista, convinto che il suo sé personale sia l'unico essere senziente dell'Universo, a parte il supercomputer Fate, con cui è abituato a discorrere e che identifica con Dio. Pur disprezzando e odiando le persone omosessuali, egli ritiene che anche l'intimità tra un uomo e una donna sia qualcosa di ripugnante quanto brutale. Per questo motivo, non ha mai avuto contatti carnali con l'altro sesso. Si converrà che l'Unione Britannica dei Fascisti non sia proprio l'ambiente ideale per un uomo tanto fragile e pieno di ombre. Eppure, in un qualche modo, egli è riuscito non soltanto a non finire stritolato, ma addirittura a imporsi. Se devo essere sincero, rimango perplesso da un atteggiamento che tende ad attribuire i mali del mondo a un uomo autistico e sofferente, incapace di avere qualsiasi rapporto con le donne. Vedete, il messaggio che passa è all'incirca questo: "Se un giorno un uomo prenderà il potere e porterà a compimento spaventosi genocidi, quello sarà per necessità un uomo che non scopa". Nel film non si fa il minimo cenno di tutto questo: la condizione di Adam Sutler, troppo vergognosa per il pubblico gaudente, deve essere tenuta nascosta.

 

Norsefire 

Il partito di Adam Susan corrisponde abbastanza bene al partito di Adam Sutler che vediamo nel film di McTeigue: la sua appartenenza ai regimi di natura fascista salta subito all'occhio. Ci sono però alcune precisazioni da fare. Nel fumetto non si fa alcuna menzione all'attentato terroristico alla scuola St. Mary e all'uso da parte del governo delle armi biologiche per ottenere il potere. Il partito Norsefire è andato al potere tramite regolari elezioni, poprio come fece la NSDAP di Aldolf Hitler in Germania. L'uso di un virus e la morte di quasi 100.000 persone, come la scoperta di queste cose ad opera del "Naso" Finch, sono innovazioni introdotte nel film di sana pianta. Le menzioni dell'Islam e della sua persecuzione compaiono nel film come critiche alla politica di George W. Bush. Il motto di Norsefire nel fumetto ha forti connotazioni religiose e rimanda ai Puritani: "Strength through Purity. Purity through Faith". Nel film tale motto è stato cambiato in "Strength through Unity. Unity through Faith": Resta sempre il riferimento religioso alla Fede, ma viene meno quello alla Purezza, sostituita da una più anodina Unità, di natura eminentemente politica.


Prothero 

Lo stranissimo cognome Prothero è pronunciato /'pɹɔðəɹoʊ/ e ha le sue radici nel Galles. Sono attestate varianti come Protheroe e Protherough. La forma originale gallese è Ap Rhydderch e significa Figlio del Rosso: il prefisso Ap è una riduzione di mab "figlio", parente del gaelico mac "figlio". Mentre nel film Lewis Prothero era soprannominato The Voice of London, nel fumetto è invece The Voice of Fate. Anche il suo destino è drasticamente diverso: V lo rapisce e lo sottopone a un giudizio teatrale in un luogo che ricostruisce il campo di concentramento di Larkhill. Prende tutte le bambole a cui il propagandista del regime è affezionatissimo e le getta in un forno crematorio, riducendole in cenere davanti ai suoi occhi. Prothero non riesce a reggere a un simile orrore: l'annientamento di tutto ciò che gli era caro lo fa sprofondare nella catatonia. Messo fuori combattimento per sempre, non riuscirà nemmeno a ritrovare la capacità di stare in piedi e di camminare, le sue parole ridotte a incomprensibili balbettamenti. Nel film The Voice of London incontra una nemesi meno dolorosa e più sbrigativa: V si limita a penetrare nella sua villa, dove lo sorprende nudo e lo uccide rapidamente. Un dettaglio del tutto insignificante viene riscritto nella traduzione in sequenze: i baffi del personaggio del fumetto vengono fatti scomparire dal regista McTeigue. 


Il pedofilo Lilliman

Corrotto e ripugnante, nel fumetto come nel film. Incarna la bieca natura del potere religioso, che dice di rappresentare Dio mentre in realtà rappresenta Satana. Nel fumetto, V uccide l'ecclesiastico servendosi di un'ostia al cianuro. Prima di arrivare a questo esito, egli inscena una pantomima religiosa: prima costringe il vescovo a inginocchiarsi, quindi lo intrattiene con discorsi sulla dottrina cattolica della Transustanziazione. Il vescovo Lilliman è anglicano, ma evidentemente appartiene alla cosiddetta Chiesa Alta (High Church), che dal punto di vista dottrinale è molto simile alla Chiesa di Roma, condividendo tra le altre cose i dogmi relativi all'Eucarestia. V chiede beffardamente al prelato se l'ostia diventa la carne del Salvatore quando entra nella bocca. Il pedofilo risponde di sì, e l'anarchico di rimando chiede se l'ostia, di qualsiasi cosa sia fatta, diverrà il Corpo di Cristo. Nuova risposta affermativa, a cui fanno seguito ingestione, avvelenamento e morte. Nel film il vescovo viene ucciso allo stesso modo, ma lo può capire soltanto chi abbia già letto il fumetto: si sente la voce di V comandare all'ecclesiastico di tirare fuori la lingua, ma è stato omesso ogni riferimento all'ostia e ai dogmi eucaristici cattolici. In ogni caso, sorge per necessità una domanda inquietante: V potrebbe essere un ex prete? 

   

Gordon 

Nel fumetto Gordon è un contrabbandiere: non somiglia affatto al personaggio di Gordon Deitrich visto nel film, il presentatore televisivo che nasconde una copia del Corano assieme a immagini omoerotiche e a materiale politico compromettente. Inoltre, il Gordon del fumetto non è affatto omosessuale. Evey si getta tra le sue braccia e fa sesso con lui. Non viene catturato in un raid della polizia, né viene giustiziato per essere stato trovato in possesso del Corano. Rimane invece ucciso in una rissa con i gangster scozzesi. Mi pare che sia uno dei punti in cui la graphic novel si discosta maggiormente dal film. Forse gli sceneggiatori, i fratelli Wachowski, non volevano mostrare Evey intenta alla copula con uno sconosciuto - cosa che a loro parere avrebbe potuto nuocere alla sua moralità e alla sua credibilità. Qualcosa del tipo "chi è politicamente impegnato non scopa" o "un rivoluzionario non scopa". Non so, sto cercando di indovinare. Quanto mostrato nel fumetto doveva essere traumatizzante. Tecnicamente parlando, secondo molti lettori, il sesso tra Gordon e la giovane Evey potrebbe essere etichettato come atto di pedofilia, anche se una ragazza a quell'età può portare in grembo un figlio: il solo fatto che sia minorenne è problematico. Per rimuovere il problema alla radice, non solo Evey è stata trasformata in un donna, ma allo stesso Gordon è stata data un'identità riscritta di sana pianta, con appetiti carnali molto lontani da quelli dell'originale cartaceo. Come già accaduto a Prothero, anche Gordon ha dovuto patire la cancellazione dei suoi baffi nella trasposizione cinematografica. 


Finch e Stone 

Se devo essere franco, trovo che il "Naso" Finch sia un personaggio noioso e insignificante, sia nel fumetto che nel film. Egli non prova un particolare attaccamento al Partito di cui è un servitore. La motivazione che lo spinge ad essere fedele alle istituzioni è la lealtà al suo Paese, concepito come idea astratta che non dipende dai potenti che lo governano. Proprio per questo egli contrasta V, perché teme sommamente l'anarchia che questi rappresenta e vuole instaurare. Pur di fermarlo, ricorre all'assunzione di un allucinogeno, cosa che non compare nel film. All'epoca in cui il fumetto fu creato, imperversavano idee stravaganti sulle proprietà dell'LSD, a cui erano attribuite proprietà incredibili come la chiaroveggenza. Non erano in pochi a pensare che tale acido rendesse il suo utente in grado di profetizzare o di giungere a conoscenza di eventi lontani, come la morte di una persona. Col personaggio di Stone, assistente di Finch, Moore reintroduce dalla finestra un'idea che era stata gettata dalla porta: quella del poliziotto critico nei confronti del regime che diventa sempre più un ribelle al sistema. Infatti nel finale, Evey - che ormai ha preso il ruolo di V - rapisce Stone e lo conduce nel nascondiglio sotterraneo allo scopo di indottrinarlo e di renderlo il futuro erede dell'identità del rivoluzionario mascherato. Un'idea che nel film è stata rimossa, come tante altre.

sabato 5 agosto 2017

NATURA ANTIFISICA DI TARZAN E DEI TARZANIDI


Il personaggio di Tarzan, creato da Edgar Rice Borroughs e protagonista di ben ventiquattro suoi romanzi, ha avuto un grandissimo successo e ha dato origine a tutta una serie di imitazioni e di derivati. Sono così tanti questi emuli e così simili all'originale che sono stati ribattezzati Tarzanidi, come se fossero idealmente discendenti dell'unico capostipite Tarzan, anche se ovviamente non c'è tra loro alcun nesso genetico. Questi Tarzanidi non comprendono soltanto figure maschili, ma anche un gran numero di eroine che divennero sogni proibiti per intere generazioni. Il nome di questi personaggi è stato coniato dal critico francese Francis Lacassin. Forse a causa della nazionalità del suo ideatore, non è mai riuscito ad attecchire nei paesi di lingua anglosassone. In inglese le Tarzanidi sono chiamate Jungle girls, mentre non sono riuscito a trovare un valido equivalente maschile del termine. 

Il mito di Tarzan e la folta schiera dei suoi epigoni costituiscono la dimostrazione lampante di un fatto a dir poco sorprendente: il completo scollamento tra la realtà fisica delle cose e l'immaginario collettivo. Le plebi acefale si lasciano ipnotizzare da vere e proprie assurdità che dovrebbero subito saltare agli occhi ed essere respinte. Infatti l'essenza stessa di Tarzan e dei Tarzanidi è contraria alle leggi stesse della fisica. Uomini e donne statuarie, i rappresentanti di questa stirpe fantastica sono almeno parzialmente anentropici. Non sono toccati dall'usura dei corpi e dalla produzione di sporcizia, non si ammalano e non decadono, non invecchiano, sono immuni a qualsiasi effetto deleterio dell'ambiente in cui vivono. Sono forse un popolo di semidei e di semidee? Possibile che nessuno finora abbia mai pensato a questa stranezza? A nessuno è saltata agli occhi?

Facciamo alcuni esempi concreti per far capire il concetto. Come sarebbe nella realtà una donna che vivesse nella foresta pluviale come una bestia dei campi? Laida, di aspetto abominevole, piena di sporcizia. La sua pelle sarebbe unta e cosparsa di abrasioni - in particolare quella dei piedi, che sarebbe spessa e dura come il cuoio, oltre che sudicia e nera come la pece. Solo le mosche la troverebbero attraente e farebbero a gara per deporvi la covata. Nulla di più assurdo e paradossale della figura longilinea di Sheena, la Regina della Giungla. Pulita e profumata, perfettamente pettinata come se fosse appena uscita da un salone di bellezza, nonostante vada scalza in un ambiente che farebbe rabbrividire chiunque, ha i piedi morbidi e bianchi, dalle unghie perfette, vellutati e pronti a concedere un sensualissimo footjob all'eroe di turno fino a farlo eiaculare tra le dita.

Tutto questo è il prodotto di un'esasperazione del darwinismo. Si trovava naturale pensare che il figlio un gentleman britannico, anche se abbandonato da bambino e cresciuto dalle scimmie, avrebbe sviluppato una personalità civile e avrebbe trovato modo di sbarbarsi, di depilarsi, di curare il proprio aspetto alla perfezione, di tagliarsi la chioma e di pettinarsela, di fare la manicure e la pedicure anche con gli strumenti più rudimentali - oltre che di pensare e di esprimersi come un perfetto europeo. Avrebbe appreso a parlare in una lingua del mondo civile, magari per scienza infusa. Come a dire: il neonato di un inglese abbandonato in mezzo agli scimpanzé diverrebbe in automatico un parlante della lingua inglese, perché tale capacità è genetica.

Questa assurdità della favella inglese innata, per quanto possa sembrare ingenua ai nostri giorni, è stata propagandata dal cinema e dai fumetti. Per contro, il Tarzan dei romanzi di Edgar Rice Burroughs parlava una lingua peculiare che non presenta alcuna somiglianza con nessun'altra. L'autore attribuiva questa lingua alle scimmie, a dispetto del fatto innegabile che non sono mai state trovati animali di questo genere in grado di articolare suoni umani. Lo stesso nome Tarzan significa "Pelle Bianca", dai vocaboli "scimmieschi" tar "bianco" e zan "pelle". In qualche modo l'autore aveva cercato di risolvere il problema del linguaggio che un bambino avrebbe sviluppato in assenza di genitori umani, facendogliene insegnare uno dai primati. L'idioma creato da Burroughs ha un aspetto tipicamente umano ed è chiamato Mangani, come i suoi locutori, una specie immaginaria di scimmie gigantesche con caratteri intermedi tra quelli degli scimpanzé e dei gorilla. 

È una vecchia questione. Gli esperimenti di deprivazione linguistica non sono stati infrequenti in passato. Il primo caso noto risale all'epoca del Faraone Psammetico I e avrebbe dato come risultato due bambini in grado di pronunciare la parole frigia bekos "pane" alla vista del sovrano - cosa che sembra piuttosto improbabile, anche se è narrata da Erodoto. In epoca a noi più vicina l'Imperatore Federico II, detto Stupor Mundi, crebbe un gruppo di bambini senza insegnare loro a parlare, sperando che iniziassero a parlare in ebraico. Salimbene de Adam ci dice che fu fatica vana, perché i bambini morirono tutti. Per quanto riguarda le fantasie su Tarzan e sui Tarzanidi, a porre su di esse la pietra tombale dovrebbero bastare i molti spaventosi resoconti sui bambini selvaggi cresciuti con le fiere in India ed altrove, nessuno dei quali fu mai in grado di apprendere un linguaggio umano.

mercoledì 2 agosto 2017


UN RAGAZZO E IL SUO CANE

Titolo originale: A Boy and His Dog
Aka:
 Un ragazzo, il suo cane, due inseparabili amici;
    Apocalypse 2024
Anno: 1975
Regia: L.Q. Jones
Genere: Fantascienza
Lingua: Inglese 
Durata: 91 min
Tratto da: A Boy and His Dog, di Harlan Ellison
Sceneggiatura: L.Q. Jones, Harlan Ellison, Wayne Cruseturner
Musica: Tim McIntire, Ray Manzarek,
    Jaime Mendoza-Nava
Produttore: L.Q. Jones, Alvy Moore
Fotografia: John Arthur Morrill
Montaggio: Scott Conrad
Interpreti e personaggi:
   Don Johnson: Vic
   Susan Benton: Quilla June Holmes
   Alvy Moore: Dottor Moore 
   Jason Robards: Lou Craddock
   Helen Winston: Mez Smith
   Michael Rupert: Gery
   Tim McIntire: Blood
   Hal Baylor: Michael
   Charles McGraw: Predicatore
   Ron Feinberg: Fellini
   Don Carter: Ken
   Michael Hershman: Richard
   L.Q. Jones: Attore di film porno
   Dickie Jones: Uomo con la pistola
   Maggie Smith: Vecchia sopravvissuta
Doppiatori originali:
   Charles McGraw: Blood

Trama: 
Siamo nell'Anno del Signore 2024, nel polveroso e arido scenario postatomico provocato dalla Quarta Guerra Mondiale. Ovviamente la popolazione è stata decimata, ci sarebbe da stupirsi del contrario. Uno dei superstiti è un ragazzo, Vic, al cui seguito zampetta un cagnolino arruffato di nome Blood, un botolo dotato di poteri telepatici e di intelligenza umana. Tramite queste capacità, il cane e il suo padrone sono in grado di comunicare. Vic e Blood vagano nelle solitudini cercando cibo e non solo: il botolo funge anche da lenone e procura al ragazzo compagnia femminile - cosa abbastanza scabrosa, data l'età del giovane, che dev'essere innaturalmente precoce. A un certo i due punto incontrano una ragazza di nome Quilla June Holmes, che vive nella città ctonia di Topeka. La ragazza farà cadere Vic in una trappola, facendolo separare dal cane telepatico. Le genti di Topeka non riescono a riprodursi, dato che gli uomini sono sterili e spesso anche affetti da impotenza. I pochi uomini fertili catturati vengono adibiti alla fecondazione a raffica delle donne.
Pensate, una città affamata di sperma fecondo! Dopo varie peripezie, Vic sceglierà di abbandonare la città delle donne assatanate e di fare ritorno dal suo cagnolino. I due si allontaneranno dai miseri resti del genere umano, perdendosi in un orizzonte senza vita. 

Recensione:
Proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il primo febbraio 2010, in lingua originale e in bianco e nero - per via di qualche problema tecnico non risolto. Definito "un misconosciuto film fantastico, tratto da una novella apocalittica di Harlan Ellison", lo descriverei piuttosto come una colossale pataccata. Un film tremendo, trash all'ennesima potenza! Se dovessi stilare una classifica delle peggiori boiate viste in vita mia, di certo sarebbe in una posizione abbastanza elevata. Tanto per rendere l'idea, è stata utilizzata una sola voce per il protagonista e il patetico cane telepatico, cosa che rende i dialoghi del tutto incomprensibili. A proiezione finita, nella mia mente pulsava la seguente sentenza: "Dire che fa schifo anche ai porci è ancor poco!". Nonostante gli stimoli concettuali descritti nella trama, non sono riuscito a evitare una pesante sonnolenza: la monotonia delle sequenze era assoluta. In genere i critici ritengono cosa della massima importanza ricordare che il protagonista del film, il giovanissimo Don Johnson, sarebbe poi diventato famoso per aver interpretato James "Sonny" Crockett in Miami Vice. In genere si crede che una recensione debba essere un cumulo di simili informazioni e di paccottiglia tecnica. Ebbene, io la penso diversamente. Così interesserà di certo a milioni di internauti sapere che dal racconto originale di Harlan Ellison è stata anche ricavata una graphic novel disegnata da Richard Corben. Ellison? Corben? E chi sono costoro? Chi li conosce? 

Un futuro contratto

Il film è ambientato nel 2024. Per una persona del 1975, lo scenario postatomico di A Boy and His Dog era proiettato circa cinquant'anni nel futuro. Ad accrescere il senso di angoscia, la locandina riportava la scritta "a future you'll probably live to see". Negli anni '70 dello scorso secolo si credeva che l'anno 2000 sarebbe stato uno spartiacque ontologico, passato il quale il mondo avrebbe avuto una nuova definizione, divenendo rapidamente irriconoscibile. Questo senso di futuro incombente è palpabile nel filone apocalittico del cinema, influenzato dal millenarismo. In genere il comodo escamotage che nell'immaginario collettivo avrebbe innescato questa trasformazione repentina era una guerra termonucleare. Questa pretesa di un'improvvisa riorganizzazione dell'esistente è decisamente ingenua. La realtà cambia per accumulo e integrazione di un gran numero di piccoli mutamenti irreversibili, come quelli indotti dal processo di cottura che rassoda un uovo liquido. Una catastrofe atomica di vaste proporzioni spezzerebbe la società umana e la annienterebbe, al punto che le previsioni fatte dai film postapocalittici ci sembrano incredibilmente rosee. Come spesso accade, questi creativi dello scorso secolo si sono dimostrati incapaci di proiettarsi in un futuro che noi stiamo per vivere come presente, né hanno potuto prevederne le criticità o comunque descriverlo in modo verosimile. La distanza tra le loro elucubrazioni e questo inizio del XXI secolo dimostra il fallimento stesso della Fantascienza, che da un lato è stata superata dalla realtà dei fatti, dall'altro si è dimostrata troppo precipitosa.     

Informazioni contraddittorie

Non posso nascondere che la sinossi trovata sul sito Mymovies.com contiene elementi contraddittori e difficilmente spiegabili. Questo è il link: 


Intanto il film è attribuito all'anno 1985 anziché al 1975 (dieci anni di differenza). Inoltre sono presenti dettagli truculenti che non ricordo affatto. Vic, stando a questa descrizione, ucciderebbe Quilla e la darebbe in pasto al botolo, cosa che non ricordo affatto di aver visto. Una simile scena cruenta avrebbe di certo attirato la mia attenzione! Riflettendo un attimo ho infine trovato la soluzione. Verosimilmente azioni sanguinarie come l'uccisione della ragazza e il suo smembramento non sono state mostrate in modo esplicito, e il tutto doveva essere fatto capire allo spettatore mostrando il grugno del barboncino sporco di sangue - a riprova del fatto che si era cibato di carne umana. Siccome il buon Andrea Jarok ha proiettato il film in bianco e nero, il sangue non lo si è visto proprio e un dettaglio molto importante è così passato inosservato. Ciò è confermato dalla Wikipedia in inglese, che nell'agosto 2017 riporta quanto segue: "This results, off-camera, in her being killed and her flesh cooked, so that they can eat and survive. Blood thanks Vic for the food, and they both comment on Quilla June, with Vic stating it was her fault to follow him, and Blood joking that she didn't have bad 'taste'." La solita mania americana dell'off-camera! Immagino che anche le elettroeiaculazioni menzionate nel web fossero off-camera. Mi ci è voluto un po' di tempo per rimettere in ordine le informazioni e farle collimare con i ricordi. A un certo punto sono giunto addirittura a credere che nel 1985 fosse stato fatto un remake del film del 1975, tuttavia Mymovies.com riporta Don Johnson come protagonista e non è quindi possibile che si tratti di due film diversi. Del resto, quanti film trash del genere tratti dal lavoro di Ellison potranno mai esistere? Si deduce che Mymovies.com non è un sito affidabile e che è pieno di bachi.

domenica 16 aprile 2017


MINORITY REPORT

Titolo originale: Minority Report
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Anno: 2002
Durata: 146 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Rapporto: 2,40:1
Genere: Fantascienza, azione, thriller
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Tratto dall'omonimo racconto di Philip K.
    Dick
Sceneggiatura: Scott Frank, Jon Cohen
Produttore: Jan de Bont, Gerald R. Molen, Walter F.
    Parkes, Bonnie Curtis
Produttore esecutivo: Michael Doven, Gary
    Goldman, Ronald Shusett, Sergio Mimica-Gezzan
Casa di produzione: Twentieth Century Fox,
    DreamWorks SKG, Cruise/Wagner Productions,
    Blue Tulip Productions, Blue Tulip Productions,
    Amblin Entertainment
Distribuzione (Italia): Twentieth Century Fox
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Effetti speciali: Industrial Light & Magic
Musiche: John Williams
Scenografia: Anne Kuljian
Interpreti e personaggi:   
    Tom Cruise: John Anderton
    Colin Farrell: Danny Witwer
    Samantha Morton: Agatha
    Max von Sydow: Lamar Burgess
    Patrick Kilpatrick: Knott
    Lois Smith: Iris Hineman
    Peter Stormare: Solomon Eddie
    Tim Blake Nelson: Gideon
    Steve J. Harris: Jad
    Kathryn Morris: Lara Anderton
    Mike Binder: Leo F. Crow
    Neal McDonough: Fletcher
    Daniel London: Wally
Doppiatori italiani:
    Roberto Chevalier: John Anderton
    Fabio Boccanera: Danny Witner
    Gianni Musy: Lamar Burgess
    Nino Prester: Knott
    Claudio Fattoretto: Jad
    Pino Ammendola: Gideon
    Dario Penne: Solomon Eddie

Trama:

Siamo nell'anno 2054, nella città di Washington, che da 6 anni è un luogo molto tranquillo. L'omicidio pare essere ormai diventato un crimine estinto, e questo grazie a un sofisticato sistema chiamato Precrimine (in inglese Precrime, termine coniato da Philip K. Dick). Tre mutanti conosciuti come Precog, ossia Precognitivi, vedono nel futuro ramificato tutto ciò che sta per accadere e un computer scandisce le loro visioni, in modo tale che possano essere analizzate per scovare persone in procinto di commettere un delitto. Quando avviene l'identificazione del "pre-criminale" (il prefisso pre- si deve al fatto che non si è ancora sporcato le mani), parte una pattuglia volante che anche solo per un soffio lo riesce a fermare. Senza badare tanto al fatto che il precriminale è tecnicamente parlando innocente, perché non ha materialmente commesso alcun delitto (non ne ha avuto il tempo), viene attivata la sua pronta rimozione dalla società. Tutto sembra funzionare alla perfezione, tanto che la polizia predittiva sta per essere estesa sull'intero territorio nazionale. Il responsabile della Precrimine, il capitano John Anderton, macina un successo dopo l'altro, ma la sua vita privata è come un pozzo di tenebra. Suo figlio Sean è scomparso nel nulla da anni, poco prima dell'instaurazione del nuovo sistema di identificazione degli omicidi. Distrutto dal terribile trauma, Anderton è diventato un tossicomane. L'anziano presidente Lamar Burgess, in apparenza paterno e benigno, sa tutto e tiene il capitano sotto le sue ali protettrici. All'improvviso tuttavia qualcosa cambia. La vita di Anderton, già irta di difficoltà, diventa un incubo ad occhi aperti quando un responso dei Precog lo indica come autore di un futuro omicidio: la vittima designata è un certo Leo Crow, che sarà ucciso nell'arco di 36 ore. Questo Leo Crow è un perfetto sconosciuto per Anderton, che capisce di essere vittima di un ferale complotto o di un errore nel sistema precognitivo. Non gli resta che fuggire a gambe levate, alla ricerca dell'unica cosa che può salvarlo. Questa debole speranza è quello che in gergo è chiamato "rapporto di minoranza". Infatti i tre Precog non sempre hanno visioni coincidenti a proposito di uno stesso delitto. Quando due di loro concordano e il terzo fornisce per contro una visione diversa, ecco che questa è proprio il "rapporto di minoranza". A dare la caccia al capitano fuggiasco è il suo più fiero avversario, il giovane Witwer, un agente del Governo incaricato di trovare falle nella Precrimine. L'implacabile mastino governativo capirà che qualcosa non quadra, ma a questo punto si imbatterà in una sorpresa poco piacevole... Le sequenze procedono senza un attimo di respiro fino al colpo di scena finale.

Recensione:

Un ottimo film d'azione, anche se un po' angosciante per via di un Tom Cruise esagitato che scatta come una molla in preda a flussi incoercibili di adrenalina, secreti dai surreni tumefatti. Egli è come una lucertola saltellante su una superficie metallica arroventata, è puro principio di azione e reazione. Il suo cervello rettiliano è fatto di muscoli perennemente contratti e pieni zeppi di acido lattico. Alcune trovate gotiche sono splendide, basti citare il trapianto oculare e gli automi aracnoidi che scandiscono le retine di tutti i residenti di un condominio. Max von Sydow nel ruolo di Lamar Burgess è una spanna sopra gli altri. 

Rispetto al racconto di Dick, Rapporto di minoranza (The Minority Report), si rilevano tante e tali differenze che possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che si tratta di due opere completamente dissimili.

1) Racconto: Anderton è vecchio, prossimo all'età pensionabile.
   Film: Anterton è giovane, sulla quarantina e ancora nel pieno delle sue forze.
2) Racconto: I Precog sono deformi e gravemente ritardati, legati a sedie con bande metalliche (il racconto va contro la moderna dittatura del buonismo ed è ancora pubblicato come fossile editoriale a causa della fama dell'autore).
   Film: I Precog non hanno un solo segno di deformità, riposano in una confortevole piscina e hanno un tecnico che li vezzeggia e si occupa di ogni loro bisogno.
3) Racconto: Ed Witwer è un poliziotto che deve affiancare Anderton per prenderne il posto in futuro.
   Film: Danny Witwer è un agente governativo, estraneo alla struttura della Precrimine.
4) Racconto: I Precog sono ciechi e pronunciano oracoli. Un computer raccoglie le loro parole.
   Film: I Precog non sono ciechi e hanno immagini mentali. Un computer raccoglie queste loro immagini, che poi Anderton e i suoi colleghi scansionano.
5) Racconto: Dal computer che raccoglie gli oracoli dei precog escono schede perforate.
   Film: Dal computer che raccoglie le immagini dei precog escono bocce di legno incise.
6) Racconto: Anderton non mostra traccia di condotte pericolose.
   Film: Anderton è tossicomane.
7) Racconto: La moglie di Anderton si chiama Lisa ed è una poliziotta della Precrimine, sua ex segretaria.
   Film: L'ex moglie di Anderton si chiama Lara ed è estranea alla Polizia.
8) Racconto: Anderton e Lisa non hanno figli.
   Film: Anderton e Lara hanno avuto un figlio, Sean, che è stato rapito e ucciso.
9) Racconto: I pre-omicidi vengono internati in campi di prigionia simili a quelli in uso durante l'ultimo conflitto mondiale.
   Film: I pre-omicidi vengono "confinati", ossia messi in animazione sospesa in bare metalliche. Un trattamento di una crudeltà inimmaginabile e del tutto sproporzionato per persone che fino a prova contraria non hanno commesso alcun crimine.
10) Racconto: I principali avversari della Precrimine sono i militari dell'Esercito, che hanno perduto il loro potere.
    Film: L'Esercito non compare e il nemico della Precrimine è il Governo.
11) Racconto: La vittima predestinata di Anderton si chiama Leopold Kaplan ed è un militare.
    Film: La vittima predestinata di Anterton si chiama Leo Crow, che è stato pagato per fingersi il rapitore di bambini responsabile della morte di Sean.
12) Racconto: Anderton non ha superiori diretti.
    Film: Compare la figura dell'anziano Lamar Burgess, diretto superiore di Anderton.
13) Racconto: Non vi è alcun caso cruciale che coinvolga una donna annegata.
    Film: Il caso di Ann Lively, morta annegata, minaccia la Precrimine.
14) Racconto: La Precrimine è operativa in tutte le nazioni del Blocco Occidentale.
    Film: La Precrimine è operativa solo nella capitale Washington D.C. e sarà estesa a tutti gli States con un referendum. 
15) Racconto: Si dimostra che i responsi dei Precog non possono applicarsi al capo della Precrimine, perché è l'unica persona che li conosce in anticipo e può così agire diversamente (indeterminazione dei futuri multipli).
    Film: Si afferma che il libero arbitrio, messo in atto col suicidio di Lamar Burgess, può invalidare il futuro previsto dai Precog (scelta di uno dei possibili futuri multipli).
16) Racconto: La Precrimine sopravvive alla crisi.
    Film: La Precrimine non sopravvive alla crisi.

Precog disumanizzati!

Quando si legge il racconto di Dick si fa una scoperta sorprendente. I Precog sono trattati peggio delle bestie e sono vittime di feroce disprezzo. Sono chiamati "idioti", "deformi" e addirittura "scimmie". Proprio così: la stanza dove sono tenuti prigionieri è detta in modo quasi ufficiale "Sezione Scimmie". Avvinti in tenaci bande metalliche, questi infelici mutanti defecano attraverso un foro nel loro seggio, senza igiene alcuna, senza alcuna cura per piaghe, decubiti, infezioni. C'è da rimanere allibiti di fronte alle descrizioni dickiane, caratterizzate da empatia zero e da crudeli venature di sarcasmo verso le misere creature. Il messaggio è nella sostanza questo: il mutante è merda umana, o meglio umanoide. Il mutante serve, ma se la sua utilità venisse meno, il suo destino sarebbe un forno inceneritore. Se un racconto simile fosse pubblicato oggi, l'autore si attirerebbe reazioni furiose da parte di masse di umanitari buonisti, sarebbe denunciato e potrebbe anche finire in carcere. Questi sono sviluppi che il geniale scrittore non ha saputo prevedere.

Una singolare genealogia

Gli X-Men, famosi personaggi dei fumetti della Marvel poi trasposti in film, derivano direttamente dall'opera di Philip K. Dick. In altre parole, Stan Lee e Jack Kirby non hanno usato farina del loro sacco quando hanno dato origine ai supereroi in questione, nel 1963. Per rendersene conto basterà ad esempio leggere con attenzione il racconto The Golden Man (aka Next, aka Non saremo noi), pubblicato già nel 1954. Che dire poi del racconto A World of Talents (aka Il mondo dei mutanti)? Anch'esso è stato pubblicato nel 1954. Vi sono trattati tutti i temi tipici dei fumetti della Marvel compaiono delineati alla perfezione, inclusa la cosiddetta "scuola per giovani dotati", tanto che possiamo affermare che tra i mutanti dickiani e gli X-Men esiste un rapporto di causazione diretta. La Marvel sarebbe quindi tenuta a risarcire gli eredi di Dick per i diritti d'autore non pagati, ma questo ci porta fuori dal nostro discorso. Se si può a buon diritto accusare la Marvel di patetico buonismo e di ossessione per la "diversità", per la sua fonte di ispirazione questo addebito risulta di certo infondato. Infatti per Dick il mutante è malvagio, è un agente patogeno che minaccia l'umanità, così la sua eradicazione viene presentata come un diritto sacrosanto. Quando il mutante è incapace di nuocere e presenta qualche caratteristica che può tornare utile, il suo destino non sarà l'eliminazione fisica, ma la schiavitù perenne in condizioni che farebbero rabbrividire i condannati ad metalla dell'antica Roma. Questo per dire che il mondo anglosassone non ha nulla da invidiare al III Reich.

Retrofuturo o archeofuturo

Nel racconto Rapporto di minoranza vediamo i videofoni, che presuppongono uno sviluppo della telefonia in grado di trasmettere immagini video parallelamente al segnale audio. Uno sviluppo che ai tempi di Dick sembrava del tutto naturale. Le cose tuttavia non sono andate esattamente così. La tecnologia dei videotelefoni è al giorno d'oggi possibile, ma nessuno la trova desiderabile: anche si è in grado di filmare e di inviare video tramite telefonini di vario genere, non è stato sviluppato un canale per la trasmissione automatica delle immagini in modo contemporaneo alle conversazioni. Il motivo è tutto sommato semplice. Il videofono di concezione dickiana potrebbe creare svariate situazioni imbarazzanti che nessuno vorrebbe mai, specie se è un aggeggio infernale che si accende da sé e che non può essere disattivato. Forse nella società americana degli anni '50 non si riusciva a immaginare una moglie sorpresa da una videochiamata del marito mentre uno stallone la stantuffa da dietro. Notevole è poi l'irrealtà dei computer, che ai tempi in cui Dick scrisse il racconto erano immaginati come giganteschi armadi a muro pieni zeppi di schede perforate il cui output era uno scontrino. Un problema da me rilevato più volte, a quanto pare invano: or della fine queste incoerenze non interessano a nessuno.

La teoria del futuro ramificato

Tema caro a Dick, presente anche in Next, è quello del futuro ramificato. In altre parole, la teoria del tempo su cui fondava i propri scritti era tensionale ed eternista (ammetteva l'esistenza di passato, presente e futuro). Si tratta di una forma di ontologia denominata A-eternismo. Pur non arrivando agli eccessi del B-eternismo, che nega l'esistenza stessa del flusso temporale per affermare la coesistenza di passato, presente e futuro, Dick ha introdotto in diverse sue opere bizzarrie interessanti e meritevoli di attenzione, come ad esempio la possibilità di "dragare" il tempo, riportando nel presente oggetti dal passato e dal futuro. Pur essendo le "draghe temporali" di natura antifisica in un universo causale come il nostro, si deve convenire che sono un artifizio letterario non di poco conto. Tornando al film Rapporto di Minoranza, tutta l'angoscia esistenziale è incentrata sulla possibilità di sfuggire a un futuro deterministico. Anderton è imprigionato in un Inferno in cui arde fino all'ultimo, fino a quando il suicidio del vecchio Lamar Burgess dimostra la molteplicità dei corsi temporali e la concreta possibilità di operare una scelta tra le diverse alternative possibili. Questo implica l'esistenza se non del libero arbitrio, almeno di un arbitrio che, seppur condizionato, può fare la differenza e permettere la fuga dal determinismo. Nel racconto invece si afferma una sorta di indeterminazione. La teoria del futuro ramificato si applica in un modo del tutto dissimile a quanto abbiamo visto nel film, portando a una sorta di Principio di Indeterminazione temporale: se una persona può conoscere in anticipo un oracolo, lo invalida per necessità nel preciso istante in cui ne viene a conoscenza. L'idea è che la persona che conosce il futuro può agire in modo tale da alterarlo. Spielberg non riesce ad accettare questa visione dickiana fino in fondo. Lo vediamo dall'angoscia delle scene in cui sembra che Anderton possa evitare l'uccisione di Leo Crow, ma infine la porta comunque a compimento, quasi spinto da una forza sovrannaturale. Lamar Burgess riuscirà a spezzare l'incantesimo, ma soltanto a prezzo di una lotta titanica contro se stesso e la natura delle cose.  

Contenuti profetici del film
(e in misura minore del racconto)

Il mondo descritto nel film interpretato da Tom Cruise è oggi meno lontano di quello che potrebbe sembrare. Molte tecnologie come il riconoscimento ottico esistono già. Sono state progettate auto senza pilota e tecnologie multi-touch che permettono di comandare un computer con semplici gesti delle mani. Se tuttavia si legge il racconto, si nota che non vi sono affatto descritte innovazioni tanto mirabolanti. Qualcosa di molto simile alla Precrimine già esiste, anche se è di una natura abbastanza dissimile sia da quanto narrato nel racconto che dai contenuti del film. Infatti è possibile prevedere in anticipo i delitti, ma non grazie alle visioni o alle farneticazioni di mutanti: tutto ciò è il frutto di appositi algoritmi predittivi che analizzano i contenuti postati dagli utenti sui social network incrociandoli con i dati degli archivi criminali. A quanto pare alcuni distretti di polizia degli USA hanno già adottato questi programmi. Riporto un interessante articolo sull'argomento, che risale al settembre del 2016: 


Un aspetto dell'universo dickiano che si sta immanentizzando ai nostri giorni è la piaga della pubblicità invasiva, veicolata da una tecnologia aberrante che penetra nelle profondità dell'essere. Pop corn e cereali occhiuti in scatole capaci di parlare, pubblicità ad personam rivolta al viandante da cartelloni pubblicitari animati, quotidiani che cambiano come li si guarda, proponendoci le notizie che vorremmo leggere: tutto questo non sarà ancora reale, ma senza dubbio qualcosa di inquietante lo possiamo notare quando scopriamo banner pubblicitari che possono esserci proposti soltanto da un congegno telepatico - dimostrando che da qualche parte c'è qualcuno che sa come defechiamo. 

Un vulnus gravissimo 

Sia il racconto che il film contengono un punto dolente che è più debole di un aneurisma in procinto di cedere in un soggetto gravemente iperteso. Se tutta la Precrimine si basa su tre mutanti che non sono certo immortali, i cui doni sembrano essere unici e non riproducibili, come si spera di poter far durare nel tempo il sistema? 

martedì 24 gennaio 2017


STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA

Titolo originale: Star Wars: The Force Awakens
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2015
Data di uscita: 14/12/2015 (Los Angeles);
   18/12/2015 (United States, Canada)
Durata: 136 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Rapporto: 2,35:1; 1,44:1 (sequenze IMAX)
Genere: Fantascienza, azione
Regia: J. J. Abrams
Soggetto: Michael Arndt
Sceneggiatura: Lawrence Kasdan, J. J. Abrams,
    Michael Arndt (prima bozza)
Produttore: Kathleen Kennedy, J. J. Abrams, Bryan
    Burk
Produttore esecutivo: Tommy Harper, Jason D.
    McGatlin
Casa di produzione: Lucasfilm (acquisita da The
    Walt Disney Company), Bad Robot Productions
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion
    Pictures
Fotografia: Daniel Mindel
Montaggio: Mary Jo Markey, Maryann Brandon
Effetti speciali: Chris Corbould, Roger Guyett
Musiche: John Williams
Scenografia: Rick Carter, Darren Gilfort
Costumi: Michael Kaplan
Trucco: Amy Byrne
Interpreti e personaggi   
    Harrison Ford: Han Solo
    Mark Hamill: Luke Skywalker
    Carrie Fisher: Leia Organa
    Adam Driver: Kylo Ren
    Daisy Ridley: Rey
    John Boyega: Finn
    Oscar Isaac: Poe Dameron
    Lupita Nyong'o: Maz Kanata
    Andy Serkis: Leader Supremo Snoke
    Domhnall Gleeson: Generale Hux
    Anthony Daniels: C-3PO
    Peter Mayhew: Chewbacca
    Max von Sydow: Lor San Tekka
Doppiatori italiani   
    Michele Gammino: Han Solo
    Ottavia Piccolo: Leia Organa
    David Chevalier: Kylo Ren
    Benedetta Degli Innocenti: Rey
    Luca Mannocci: Finn
    Gabriele Sabatini: Poe Dameron
    Chiara Gioncardi: Maz Kanata
    Massimo Corvo: Leader Supremo Snoke
    Simone D'Andrea: Generale Hux
    Mino Caprio: C-3PO
    Luciano De Ambrosis: Lor San Tekka
Budget lordo: 306 milioni di dollari
Budget netto: 245 milioni di dollari
Incassi: 2.068,2 miliardi di dollari

Trama:  
Un trentennio dopo la Battaglia di Endor, in cui la Seconda Morte Nera è stata annientata, è il tempo della Nuova Repubblica. Il governo provvisiorio guidato dal generale Leia Organa lotta contro il Primo Ordine, erede dell'Impero. In questo fosco scenario, accade un fatto portentoso e funesto: Luke Skywalker fa perdere le sue tracce. Al suo gesto non c'è spiegazione: sono davvero minime le probabilità che si sia lasciato sedurre da una mulatta con un paio di poppe gigantesce e un lato B spropositato. La Resistenza - che conserva il suo nome anche se a governare è la Nuova Repubblica - cerca di passare al pettine la galassia alla ricerca del Jedi scomparso. Il pilota della Resistenza Poe Dameron deve incontrarsi con Lor San Tekka su Jakku, un pianeta desertico posto proprio sul bordo estremo di quella che potrebbe chiamarsi la regione anale della Galassia. Questo Lor San Tekka avrebbe chissà come in suo possesso una mappa magica che spiegherebbe dove si trova Luke Skywalker, un evidente specchietto per allodole, alla cui esistenza tuttavia credono anche gli eredi degli Imperiali guidati da Kylo Ren. Il Sith giunge su Jakku, individua il villaggio in cui si trova il pilota e sferra un attacco. Poe Dameron nasconde in fretta e furia la mappa magica in un droide - cosa abbastanza scontata. Kylo Ren ordina il totale sterminio degli abitanti del villaggio, uccide Lor San Tekka e cattura Dameron. Un assaltatore si fa prendere da scrupoli di coscienza di fronte al genocidio in atto: evidentemente si aspettava che l'Impero fosse il villaggio dei Puffi. A quanto pare il soldato si chiama BB-8: dice di essere stato tolto alla famiglia prima di averne ricordi, ma più probabilmente sarà nato da una vasca di clonazione, per questo ha soltanto una sigla per nome. Fatto sta che nella sua fuga incontra una ragazza chiamata Rey, che conduce un'esistenza di estrema miseria in cui si guadagna da vivere rovistando tra i rottami scovati nel deserto e rivendendo a un ricettatore i reperti. Durante la fuga, ecco che i due salgono su una nave spaziale abbandonata che per incanto si rivela essere proprio il Millenium Falcon. Inizia una lunga serie di peripezie. Il Falcon viene catturato proprio da Han Solo e da Chewbacca, che fanno così la conoscenza dell'impavida Rey. Dopo aver affrontato un'invasione di crostacei giganti, finiscono tutti su un tenebroso pianeta chiamato Takodana, che è un Omphalos del Male. Tra mille turpitudini abita Maz Kanata, una laida tenutaria di bordello dedita alla pirateria. La sua fortezza, non diversamente da quella di Jabba the Hutt, è la somma di tutte le depravazioni umane e non umane. Numerose prostitute vi esercitano il meretricio e hanno contatti carnali con abominevoli mostri alieni, tanto che al confronto le orge di Berlusconi nella reggia di Hardcore sono liquidabili come scherzetti di educande. La maitresse Maz Kanata è sì una lussuriosa vecchiaccia che desterebbe il vomito nel più affamato tra i "morti di figa", ma è anche una fervente seguace della religione dei Cavalieri Jedi: crede nella Forza e custodisce la spada di Luke Skywalker in un segreto recesso. Del resto simili contraddizioni sono più la norma che una rarità. A questo punto il Primo Ordine sferra il suo attacco proprio su Takodana. Il corso degli eventi si fa convulso e procede con incredibile accelerazione. In una ripetizione dello scontro tra Obi-Wan Kenobi e Darth Vader, ecco Han Solo a faccia a faccia con Kylo Ren, il suo figlio deviato. Cerca di riportarlo al Lato Chiaro della Forza ma non ci riesce e finisce trafitto dalla spada laser del Sith. La mortale arma del Primo Ordine, una riedizione delle due precedenti Morti Nere, finisce distrutta: qualcuno ha definito questo prevedibile esito come il terzo madornale errore strategico nella breve esistenza dell'Impero alias Primo Ordine. Dopo aver compiuto la loro missione, Rey, Finn e lo Wookiee ritornano alla base su un pianeta sicuro, dove hano modo di riprendersi. L'estrema dimora di Luke Skywalker viene infine identificata: è un'isola su un pianeta le cui genti native, da lungo tempo estinte, dovevano somigliare agli antichi Sardi. Rey vi giunge sul Falcon in compagnia di Chewbacca, riesce a trovare il Jedi e a consegnargli la sua spada laser. 

Panoplia satyrica

Han Solo 
Sembra l'ombra di se stesso. Un tempo faceva il contrabbandiere per Jabba the Hutt ed era coinvolto in uno spaventoso giro di pornografia tra umani e specie aliene. Si sospetta che intrattenesse rapporti masturbatori con Chewbacca prima di riuscire a sedurre Leia Organa e di trasmetterle una gran quantità di morbi venerei (come se le scelleratezze da lei compiute alla corte di Jabba fossero irrilevanti). 

Generale Leia Organa 
Una Carrie Fisher molto invecchiata. Passato lo stadio della milf e della mature, la si potrebbe definire una grannie. Per spiegare questa comprensibile involuzione del suo aspetto, la Principessa alderaaniana viene descritta come "un po' più distrutta dalla guerra, con il cuore spezzato". Miglior spiegazione è una gonorrea permanente. A distruggere la vita dell'attrice è stata la droga e questo deve essere ricordato sempre - con buona pace dei decerebrati il cui motto è: "Se dici che la droga fa male sei fascista"

Kylo Ren 
Figura grottesca, una caricatura di Darth Vader è una chiara reminiscenza del Casco Nero di Balle Spaziali. Quasi un Sith nerd dall'improbabile elmo dotato di uno strano becco. Se fosse stato mostrato nell'atto di giocare con i pupazzetti la cosa non mi avrebbe stupito. Viene descritto come capo dei Cavalieri di Ren. Ebbene, dove sono gli altri Cavalieri di Ren? Il suo discorso agli Assaltatori mostra palesi reminiscenze della retorica del Nazionalsocialismo. Il teorema è sempre lo stesso e tipicamente americano: se una data cosa X è il Male, dato che il Nazismo è il Male, ne consegue che X deve per necessità essere identificato con il Nazismo - dove X può essere l'Impero, l'Islam o qualsiasi altra entità ad libitum.

Luke Skywalker
Ormai è visto nella Nuova Repubblica come una figura mitologica, simile a Re Artù o al Prete Gianni. Lo troviamo alla fine del film, logorato e un po' ingrassato, con qualche segno di ritenzione idrica, forse a causa di incipiente insufficienza renale. Ha uno sguardo perso nel vuoto, come se portasse su di sé il peso di milioni di anni. Si capisce a colpo d'occhio che è annientato dalla constatazione del fallimento dei suoi disperati tentativi di formare nuovi Jedi. Il motivo è semplice: i Padawan avevano in mente soltanto i pompini.

Rey
Non oso indagare sulle sue condizioni igieniche. Dubito molto che nella realtà una ragazza che conducesse una simile esistenza sarebbe fragrante come un fiore e dalla pelle liscia come quella di una escort. Le avventure di Rey sono da record. Sembra che non si fermi nemmeno un attimo da quando fugge dal pianeta desertico a quando giunge al cospetto di Luke Skywalker sul pianeta nuragico. Avrà avuto il tempo di farsi una doccia o di passarsi una salvietta detergente tra le gambe? Le sequenze sono serrate e danno l'impressione che tale salutare pausa non ci sia stata. Perché nel cinema non si pensa mai a queste cose? Tutto si svolge sempre come se il corpo umano fosse simile a una bambola senza odori - e quindi senza necessità di essere lavato. 

Snoke, il Leader del Primo Ordine
Non si capisce bene se Snoke sia davvero un gigante oppure un nanerottolo vanitoso grande quanto un puffo e ingigantito da una proiezione olografica. Nel primo caso, il pensiero va immediatamente all'immensa quantità di cibo necessario per sostenere un simile essere e di conseguenza agli stronzi giganteschi prodotti dalla sua defecazione, tanto massicci da necessitare un gran carro per essere rimossi.

Recensione:
Detto tra noi, fa un po' schifo. Non voglio togliere Cristo dalla croce a nessuno, ma proprio non sono riuscito a sopportare la proiezione di questa porcata della Walt Disney Company. Rimango basito al pensiero che i suoi incassi siano stati stratosferici e che abbiano persino superato quelli di ogni altro episodio di Star Wars.

L'Eterno Ritorno dell'Uguale 

Una ripetizione di una storia trita e ritrita, già vista nell'Episodio IV - Una Nuova Speranza. Quest'epoca priva di fuoco divino ha perso ogni capacità creativa e si limita a sfornare riedizioni, remake, sequel, prequel e spin-off a getto continuo.
Il canovaccio è questo, invariabile:

1) Un pianeta desertico; 
2) Un individuo giovane e ribelle, che vive nel deserto;
3) Un evento imprevisto che lo costringe a fuggire su altri mondi;
4) Un'eredità misteriosa; 
5) Un genitore oscuro.

Ecco tradotti tutti i punti nei due film in questione:

1) Jakku - Tatooine;
2) Rey - Luke Skywalker;
3) L'assalto degli imperiali su Jakku e su Tatooine; 
4) I poteri Jedi; la spada laser di Anakin Skywalker e quella di Luke Skywalker;  
5) Un Jedi sconosciuto - Anakin Skywalker. 

In uno dei prossimi film della serie si scoprirà che Kylo Ren e Rey sono fratello e sorella, proprio come Luke e Leia hanno entrambi per padre Darth Vader (ex Anakin Skywalker). Oppure sarà rivelato che Rey è la figlia di Kylo Ren, nonostante i due sembrino coetanei? Comunque la si metta, ormai a queste cose siamo abituati. 

Vediamo che l'archetipo di Darth Vader, Padre Oscuro di Luke, si ripete in Kylo Ren, Figlio Oscuro di Han Solo e di Leia. Mentre nel primo caso il Padre Oscuro si scontra prima con Obi-Wan Kenobi e poi col suo figlio biologico che cerca di volgerlo al Bene, nel secondo caso è il padre biologico che si scontra col suo Figlio Oscuro. Una sorta di simmetria che lascia nella sostanza immutata la natura degli eventi. La risoluzione di questo contrasto avviene in una struttura tecnologica complessa. La morte di Han Solo ricorda quella di Obi-Wan Kenobi.  

Il pestilenziale calderone di pus che è la corte di Jabba si ripresenta su Takodana. Il parallelismo è abbastanza spiccato, anche se la decrepita tartaruga Maz Kanata è una sostenitrice dei Jedi, mentre Jabba è diabolico nell'anima e nel corpo, del tutto irredimibile. Non possono esserci dubbi, si tratta sempre della stessa storia, di cui ci propineranno prodotti riciclati all'infinito cambiando soltanto i dettagli, dato che il Fuoco Divino sembra aver abbandonato il genere umano.  

Una lista di 40 errori

Sul Fuffington Post, sito buonista che aborro, abomino ed esecro, è comparso un ingegnoso elenco di 40 errori che rendono il film inguardabile. L'autore dell'articolo in questione è il giornalista e accademico Seth Abramson della University of New Hampshire, che afferma di aver amato il film pur avendo trovato non poche lacune ed insonsistenze nella sua futile trama. 


Devo ammettere che alcune delle considerazioni esposte sull'immonda testata mi sono state di grande utilità. Uno dei gravissimi errori elencati merita qualche commento in questa sede. Si tratta del trentaseiesimo della lista:

Perché tutti gli Stormtrooper sono umani (o umanoidi)? Se con l'avvento del Primo Ordine tutti i cloni allevati per essere Stromptroopers non sono più cloni di Jango Fett, perché non ci sono Stormtroppers di tutte le specie e di ogni razza (umana)? Perché non ci sono Stormtroopers volanti della stessa specie come, ad esempio, Watto (da "La minaccia fantasma")?

Semplice: perché l'Impero si fonda sullo specismo, l'equivalente galattico del razzismo. Sarebbe molto più difficile trovare Watto tra gli "Stormtroopers" di quanto non fosse trovare un ebreo tra le SS (dove c'erano però numerosi Mischlinge), anche soltanto per un banale fatto: un proboscidato volante non può occultare il proprio aspetto e passare per umano. Tuttavia mi rendo conto che qualcosa non quadra comunque: che dire di un umanoide bislacco come Snoke? Che sia uno gnomo ingrandito con la proiezione olografica o che sia un gigante sfornatore di immani torte fecali, resta la stessa domanda: come può un individuo di una specie tanto distante dal genere umano essere a capo di un regime ferocemente specista?

La recensione dell'Osservatore Romano

Pur detestando vivamente il Papato e tutto ciò che ne deriva, trovo condivisibile la recensione negativa comparsa sulle pagine dell'Osservatore Romano. L'articolo di Emilio Ranzato definisce il film "confuso e sfocato" e lo etichetta come un reboot scadente influenzato dal mondo dei videogames e pervaso dalla bidimensionalità del computer. Il Leader Snoke, pur non menzionato in modo esplicito per non fare spoiler, è giustamente additato come "goffo e pacchiano" ed è ritenuto "il più grave difetto del film". L'articolo è consultabile nel Web gratuitamente sul sito della testata pontificia, per trovarlo basta digitare in Google la semplice chiave di ricerca Star Wars confuso e sfocato, o qualche altra simile. Oltre all'articolo di Ranzato, si possono consultare le molte notizie di questa recensione pubblicate su un gran numero di quotidiani online. 

Un singolare episodio di censura


Una scena è stata tagliata dall'implacabile censura dei buonisti, che in nome dell'idolo ripugnante della political correctness hanno ritenuto inaccettabile la violenza di Chewbacca. Il video con la scena originale è stato pubblicato sulla pagina online della Stampa. Nel castello di Maz Kanata un orrendo e pingue alieno di nome Unkar aggredisce Rey, volendo abusare del suo corpo. Il sanguigno Wookiee interviene prontamente a difendere l'amica, afferra un braccio di Unkar e senza tante cerimonie glielo strappa. A quanto pare non si riesce proprio a far capire ai lotofagi della Walt Disney Company che non si può sopravvivere negli angiporti con il codice etico di Mickey Mouse. 

L'autorazzismo di George Lucas

Si riporta quanto ha dichiarato George Lucas, il celeberrimo padre di Star Wars a riguardo dell'Episodio VII, scagliandosi contro la Walt Disney: "Hanno voluto fare un film rétro. Non mi piace. Ho lavorato duramente per realizzare ogni film in modo completamente diverso, con diversi pianeti, diverse astronavi, per renderlo sempre nuovo". Quindi ha aggiunto: "Ho venduto i miei figli agli schiavisti bianchi". Di grazia, cosa intende il rubicondo regista per "schiavisti bianchi"? Perché non limitarsi a dire di aver venduto i suoi figli agli schiavisti? Secondo lui, che a quanto pare è caduto fulminato dalla political correctness mentre viaggiava verso Damasco, sarebbe necessario sempre specificare che gli schiavisti devono essere sempre e necessariamente bianchi. Come se l'aggiunta dell'aggettivo peggiorasse la caratterizzazione morale dello schiavismo. Forse George Lucas pensa di non essere bianco? Cosa crede dunque di essere? Un giamaicano pieno di ganja? Forse gli schiavisti arabi che hanno devastato l'Africa sono moralmente accettabili per il fatto di essere un po' "abbronzati"? Se sorgesse dalla terra a sud del Sahara un feroce schiavismo esercitato dai Mandingo contro le genti di origine europea, sarebbe dunque una cosa accettabile? La realtà è una sola: il padre di Star Wars è autorazzista.    

Star Wars e la pornografia

L'industria di Star Wars più in salute senza dubbio è quella che produce tonnellate di immagini pornografiche. Sapete che vi dico? Che c'è più verità in quell'ammasso di immagini inimmaginabili e pruriginose che in tutto il cosiddetto "Universo Espanso". Questo perché l'essenza di Star Wars è la stessa Sorgente della Corruzione. Un universo in sfacelo, tutto animato da perversioni di ogni genere. Già nel primo film del '77, il celeberrimo Episodio IV, vediamo prostitute in cerca di clienti nel bar di Mos Eisley sul pianeta bisolare Tatooine. Prostitute umane disposte a concedere la bocca e gli orifizi inferi non soltanto a maschi del genere umano, ma anche e soprattutto agli alieni. Vediamo a un certo punto persino un prostituto effeminatissimo che fuma una sigaretta allusiva con un lunghissimo bocchino. Credete che George Lucas e gli altri ideatori non pensassero proprio a queste cose quando hanno concepito le scene? Agli albori della Saga, Jabba the Hutt era descritto come un bipede dal sembiante simile a quello di un trichecone con le chiappe del culo proprio sotto gli occhi. Così appariva nei fumetti di Guerre Stellari che circolavano dopo l'uscita del primo film. Poi, a distanza di qualche anno, abbiamo appreso che Jabba è un gigantesco stronzo bavoso dotato di braccini atrofici e di una smisurata libidine. Nell'Episodio VI - Il ritorno dello Jedi si vede chiaramente che Jabba doveva essere considerato un pervertito dai suoi consanguinei, perché concupiva femmine umane. La sequenza in cui lecca la Principessa Leia difficilmente può essere interpretata come innocua. Infatti la fantasia si sfrena, proiettando un turbine di immagini allucinanti, com'è sempre stato nelle intenzioni degli Artefici. Se quanto affermo vi suona strano e incredibile, vi invito a fare in Google Immagini la seguente ricerca: Star Wars porn.