Titolo originale: Laserblast
Anno: 1978
Paese: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Durata: 80 min
Genere: Fantascienza
Genere: Fantascienza
Regia: Michael Rae
Produttore: Charles Band
Sceneggiatura: Frank Ray Perilli, Franne Schacht
Fotografia: Terry Bowen
Musiche: Richard Band, Joel Goldsmith
Curato da: Jodie Copelan
Compagnia di produzione: Irwin Yablans Company
Distribuito da: Irwin Yablans Company
Interpreti e personaggi
Kim Milford: Billy Duncan
Cheryl Smith: Kathy Farley
Gianni Russo: Tony Craig
Roddy McDowell: Dottor Mellon
Keenan Wynn: Colonnello Farley
Dennis Burkley: Deputato Pete Ungar
Barry Cutler: Deputato Jesse Jeep
Mike Bobenko: Chuck Boran
Eddie Deezen: Froggy
Ron Masak: Sceriffo
Rick Walters: Mike London
Joanna Lipari: Franny Walton
Wendy Wernli: Carolyn Spicer
Steve Neill: Alieno umanoide
Barry Cutler: Deputato Jesse Jeep
Mike Bobenko: Chuck Boran
Eddie Deezen: Froggy
Ron Masak: Sceriffo
Rick Walters: Mike London
Joanna Lipari: Franny Walton
Wendy Wernli: Carolyn Spicer
Steve Neill: Alieno umanoide
Trama:
Un'astronave aliena è guidata da alcuni giganteschi lucertoloni bipedi e microcefali, la cui coda è poco più che un moncherino. Questi esseri dalla pelle floscia, che ricordano un po' delle tartarughe senza guscio, parlottano in una strana lingua cinguettante: "Quippa, quippa! Weppa, weppa!"; a volte le loro vocalizzazioni hanno una sonorità quasi umana, tanto che sembra di udire parole come "whosgoing", "aswee", "itchmo", "bimbo". In uno sperduto recesso del deserto della California, essi hanno uno scontro armato con un umanoide ostile e riescono a disintegrarlo, quindi ripartono verso le profondità siderali. A un certo punto si rendono conto di aver dimenticato nel deserto una specie di cannone laser, appartenuto all'umanoide da loro ucciso. Un'arma che a quanto pare deve essere molto costoso produrre. Già si stavano allontanando verso lo spazio esterno, quando il loro capo, stizzito, li contatta al teleschermo e ordina di invertire la rotta verso la Terra: essendo avidissimo e più avaro di Shylock, non può permettere che una risorsa tanto preziosa sia abbandonata su un pianeta come il nostro, tanto simile a un deretano merdoso dell'Universo. A questo punto l'arma laser è stata trovata da Billy Duncan, un giovanotto biondo coi capelli a caschetto, che la prende con sé, assieme a una misteriosa collana metallica fatta di un materiale alieno. Presto il ragazzo impara a sparare e provoca grandi incendi. Capisce che quello strumento di morte gli può permettere di vendicarsi dei torti subìti da una compagnia di energumeni che molestavano le ragazze, così dà fuoco alle loro auto, oltre che di sfogare la sua rabbia contro una società ingiusta. Ogni volta che qualcuna gli nega un pompino, tutto va a fuoco, la notte arde di sinistri bagliori. Tutto sembra procedere a meraviglia. "Presto sarò il padrone del mondo", pensa, "e nessuna potrà dirmi di no. Tutte dovranno piegarsi alle mie voglie e lapparmi!" Qualcosa però va storto, come spesso accade in questo Cosmo governato dall'entropia. Cominciano i guai. Oltre a non ottenere quanto desiderato, il povero Billy Duncan subisce trasformazioni inquietanti. L'amuleto extraterrestre dà segnali di vita propria e sprofonda lentamente nella carne del torace del ragazzo, fino ad esserne incorporato. L'arma si salda al braccio e i lineamenti facciali mostrano segni preoccupanti di mutamento: il volto si distorce, cambiano gli occhi, iniettati di sangue, la cui pupilla diventa verticale come quella di una vipera. I denti diventano affilati. In altre parole, lo sprovveduto biondiccio si trasforma in un feroce Rettiliano! La sua furia porta devastazione ovunque. Col micidiale laser incendia tutto e tutti senza motivo. Alla fine la nave dei lucertoloni microcefali cinguettanti fa la sua irruzione dal cielo. Gli extraterrestri non perdono tempo: fulminano il protagonista, riprendendosi l'arma tanto costosa. Non c'è più nulla da fare. Una ragazza bionda, la bella Kathy, arriva e piange sul corpo dell'amico estinto. Tardive e vane lacrime di coccodrillo: i pompini avrebbe dovuto farglieli quando era in vita!
Un'astronave aliena è guidata da alcuni giganteschi lucertoloni bipedi e microcefali, la cui coda è poco più che un moncherino. Questi esseri dalla pelle floscia, che ricordano un po' delle tartarughe senza guscio, parlottano in una strana lingua cinguettante: "Quippa, quippa! Weppa, weppa!"; a volte le loro vocalizzazioni hanno una sonorità quasi umana, tanto che sembra di udire parole come "whosgoing", "aswee", "itchmo", "bimbo". In uno sperduto recesso del deserto della California, essi hanno uno scontro armato con un umanoide ostile e riescono a disintegrarlo, quindi ripartono verso le profondità siderali. A un certo punto si rendono conto di aver dimenticato nel deserto una specie di cannone laser, appartenuto all'umanoide da loro ucciso. Un'arma che a quanto pare deve essere molto costoso produrre. Già si stavano allontanando verso lo spazio esterno, quando il loro capo, stizzito, li contatta al teleschermo e ordina di invertire la rotta verso la Terra: essendo avidissimo e più avaro di Shylock, non può permettere che una risorsa tanto preziosa sia abbandonata su un pianeta come il nostro, tanto simile a un deretano merdoso dell'Universo. A questo punto l'arma laser è stata trovata da Billy Duncan, un giovanotto biondo coi capelli a caschetto, che la prende con sé, assieme a una misteriosa collana metallica fatta di un materiale alieno. Presto il ragazzo impara a sparare e provoca grandi incendi. Capisce che quello strumento di morte gli può permettere di vendicarsi dei torti subìti da una compagnia di energumeni che molestavano le ragazze, così dà fuoco alle loro auto, oltre che di sfogare la sua rabbia contro una società ingiusta. Ogni volta che qualcuna gli nega un pompino, tutto va a fuoco, la notte arde di sinistri bagliori. Tutto sembra procedere a meraviglia. "Presto sarò il padrone del mondo", pensa, "e nessuna potrà dirmi di no. Tutte dovranno piegarsi alle mie voglie e lapparmi!" Qualcosa però va storto, come spesso accade in questo Cosmo governato dall'entropia. Cominciano i guai. Oltre a non ottenere quanto desiderato, il povero Billy Duncan subisce trasformazioni inquietanti. L'amuleto extraterrestre dà segnali di vita propria e sprofonda lentamente nella carne del torace del ragazzo, fino ad esserne incorporato. L'arma si salda al braccio e i lineamenti facciali mostrano segni preoccupanti di mutamento: il volto si distorce, cambiano gli occhi, iniettati di sangue, la cui pupilla diventa verticale come quella di una vipera. I denti diventano affilati. In altre parole, lo sprovveduto biondiccio si trasforma in un feroce Rettiliano! La sua furia porta devastazione ovunque. Col micidiale laser incendia tutto e tutti senza motivo. Alla fine la nave dei lucertoloni microcefali cinguettanti fa la sua irruzione dal cielo. Gli extraterrestri non perdono tempo: fulminano il protagonista, riprendendosi l'arma tanto costosa. Non c'è più nulla da fare. Una ragazza bionda, la bella Kathy, arriva e piange sul corpo dell'amico estinto. Tardive e vane lacrime di coccodrillo: i pompini avrebbe dovuto farglieli quando era in vita!
Recensione:
Tutto sommato è un film di una pochezza disarmante. Certo, può essere divertente e leggero, utile giusto per rilassarsi sul divano con gli amici, mentre i postumi di una massacrante settimana lavorativa fanno sprofondare in uno stato simile al coma. Anche perché le sole scene interessanti sono quelle in cui compaiono i lucertoloni cinguettanti, che stupiscono con la loro tecnologia pupazzesca. Trovo invece soporifere le scene con i poliziotti pieni zeppi di erba e mezzi ubriachi. C'è poi la vita mondana dei ragazzi californiani, che si svolge attorno alla piscina e in costume da bagno: è qualcosa che sederebbe un mandrillo in calore. Solo al pensiero sento che le palpebre mi si chiudono e che Morfeo mi reclama. Per fortuna ogni tanto sono stato risvagliato dal mio stato comatoso da esplosioni improvvise seguite da spaventose vampate di fuoco, in cui le automobili dei bulli si consumavano. La satira a sprazzi possiede la pellicola, come una forza occulta. Così lo psicopatico Billy Duncan, che somiglia un po' a Luke Skywalker (e a Nino D'Angelo!), a un certo punto colpisce ripetutamente un cartellone pubblicitario di Guerre Stellari servendosi del suo prodigioso cannone alieno. Un cartellone stranamente spoglio, solo la scritta "Star Wars" su sfondo giallognolo, credo per una stupidissima questione di diritti d'autore. Eppure sono convinto che il nostro Uomo-Laser non sarà dimenticato tanto facilmente. Proprio perché mostra una bassissima densità ontologica, ha maggiori probabilità di sopravvivere all'usura del tempo. Già me lo vedo riapparire dalle spelonche dell'Oblio tra qualche decennio, facendo capolino come un minuscolo geco da un angusto anfratto, quando ormai la Noosfera umana si starà avviando al collasso di fronte al Cavallo Pallido e alle Orde di Thanatos.
Sul sito Comingsoon.it è riportato un commento non certo eulogistico:
"Uno dei film di fantascienza più ridicoli e noiosi degli ultimi anni. Gli effetti speciali danno l'impressione di un modesto teatro di marionette e il ritmo è lento fino all'esasperazione. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv) Scarsamente originale, sceneggiato con povertà di idee e con troppe ripetizioni degli effetti più banali, interpretato dilettantisticamente, il dramma tocca più volte il ridicolo proprio nelle parti fantascientifiche che avrebbero dovuto sfruttare il pezzo forte."
Oltremodo divertente la recensione di Marchiño, comparsa su Filmbrutti.it:
Definito "lungometraggio noiosissimo", il film viene consigliato "agli amanti delle tartarughe". Questo estratto è sublime:
"Memorabile è la scena in cui i due lucertoloidi ricevono istruzioni dal loro capo direttamente sullo schermo della loro astronave: il groviglio di gesti scattosi e gli pseudo-ululati dei tre conferiscono alla conversazione una dimensione quasi lisergica (ed oltremodo esilarante)."
Lui li sente come ululati, io come un grottesco cinguettio. Ne sono sicuro: un giorno verrà un esorciccio a dichiarare che i versi di quegli alieni, se ascoltati al contrario, coincidono col nome di Satana!
Notevole è anche la recensione di Haranban, pubblicata nel suo blog di Blogspot, Quello che gli altri non vedono:
La sua analisi è rigorosa, tanto che contiene persino un dettagliato fact checking, articolato in più punti esposti con la massima razionalità. Al termine di questa serrata disamina, il film di Rae, già definito "abominio", viene etichettato come "una VERA MERDA, dunque, dimenticabile e che non vale la pena di essere guardata".
Controcorrente e nettamente positivo è invece il giudizio formulato sul sito Mymovies.it da Fabian T.:
"L’uomo laser” (Laserblast) è il B-Movie di uno sconosciuto Michael Rae ambientato in una regione desertica della California che diviene lo scenario di una stravagante storia di fantascienza. Uscito da qualche mese in DVD per la prima volta, almeno in Italia, ostenta senza mezzi termini la sua sobria produzione “underground”, procedendo in una narrazione tanto poco usuale quanto libera e scanzonata, seppur lineare nel suo evolversi. La storia del ritrovamento di un'arma aliena che, finendo in mano a un semplice ragazzo come tanti, può trasformare se stessi in un orrendo mostro assassino è infatti l'idea semplice ma efficace che funge da colonna portante per tutta la durata del film."
E ancora:
"Sebbene già da subito si intuisca la povertà di mezzi con cui purtroppo il regista ha dovuto (o voluto) realizzare il film, "L'uomo laser" brilla in realtà di una propria intrinseca qualità, ossia il soggetto interessante, anzitutto, rappresentato con ambientazioni e situazioni indubbiamente suggestive: la metafora è chiara e il finale non può che essere prevedibile nella sua inevitabilità. Il film possiede anche altre caratteristiche non sempre ravvisabili in produzioni simili che godono di un budget maggiore: affascinanti effetti speciali (compresa la "stop motion" per gli alieni), attori sconosciuti ma spontanei (a eccezione del noto Roddy McDowell che interpreta il Dott. Mellon), musiche dignitose, scenari desolanti, arma ed effetti laser molto ben realizzati."
Questa è la sorprendente conclusione:
"Rimane pertanto un lodevole esempio di fantascienza artigianale che, nonostante gli anni, sa raccontarsi con un certo fascino e mistero."
Quando leggo questo genere di cose rimango sempre allibito, ho come l'impressione di aver visto un altro film!
Tutto sommato è un film di una pochezza disarmante. Certo, può essere divertente e leggero, utile giusto per rilassarsi sul divano con gli amici, mentre i postumi di una massacrante settimana lavorativa fanno sprofondare in uno stato simile al coma. Anche perché le sole scene interessanti sono quelle in cui compaiono i lucertoloni cinguettanti, che stupiscono con la loro tecnologia pupazzesca. Trovo invece soporifere le scene con i poliziotti pieni zeppi di erba e mezzi ubriachi. C'è poi la vita mondana dei ragazzi californiani, che si svolge attorno alla piscina e in costume da bagno: è qualcosa che sederebbe un mandrillo in calore. Solo al pensiero sento che le palpebre mi si chiudono e che Morfeo mi reclama. Per fortuna ogni tanto sono stato risvagliato dal mio stato comatoso da esplosioni improvvise seguite da spaventose vampate di fuoco, in cui le automobili dei bulli si consumavano. La satira a sprazzi possiede la pellicola, come una forza occulta. Così lo psicopatico Billy Duncan, che somiglia un po' a Luke Skywalker (e a Nino D'Angelo!), a un certo punto colpisce ripetutamente un cartellone pubblicitario di Guerre Stellari servendosi del suo prodigioso cannone alieno. Un cartellone stranamente spoglio, solo la scritta "Star Wars" su sfondo giallognolo, credo per una stupidissima questione di diritti d'autore. Eppure sono convinto che il nostro Uomo-Laser non sarà dimenticato tanto facilmente. Proprio perché mostra una bassissima densità ontologica, ha maggiori probabilità di sopravvivere all'usura del tempo. Già me lo vedo riapparire dalle spelonche dell'Oblio tra qualche decennio, facendo capolino come un minuscolo geco da un angusto anfratto, quando ormai la Noosfera umana si starà avviando al collasso di fronte al Cavallo Pallido e alle Orde di Thanatos.
Altre recensioni e reazioni nel Web
Sul sito Comingsoon.it è riportato un commento non certo eulogistico:
"Uno dei film di fantascienza più ridicoli e noiosi degli ultimi anni. Gli effetti speciali danno l'impressione di un modesto teatro di marionette e il ritmo è lento fino all'esasperazione. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv) Scarsamente originale, sceneggiato con povertà di idee e con troppe ripetizioni degli effetti più banali, interpretato dilettantisticamente, il dramma tocca più volte il ridicolo proprio nelle parti fantascientifiche che avrebbero dovuto sfruttare il pezzo forte."
Oltremodo divertente la recensione di Marchiño, comparsa su Filmbrutti.it:
Definito "lungometraggio noiosissimo", il film viene consigliato "agli amanti delle tartarughe". Questo estratto è sublime:
"Memorabile è la scena in cui i due lucertoloidi ricevono istruzioni dal loro capo direttamente sullo schermo della loro astronave: il groviglio di gesti scattosi e gli pseudo-ululati dei tre conferiscono alla conversazione una dimensione quasi lisergica (ed oltremodo esilarante)."
Lui li sente come ululati, io come un grottesco cinguettio. Ne sono sicuro: un giorno verrà un esorciccio a dichiarare che i versi di quegli alieni, se ascoltati al contrario, coincidono col nome di Satana!
Notevole è anche la recensione di Haranban, pubblicata nel suo blog di Blogspot, Quello che gli altri non vedono:
La sua analisi è rigorosa, tanto che contiene persino un dettagliato fact checking, articolato in più punti esposti con la massima razionalità. Al termine di questa serrata disamina, il film di Rae, già definito "abominio", viene etichettato come "una VERA MERDA, dunque, dimenticabile e che non vale la pena di essere guardata".
Controcorrente e nettamente positivo è invece il giudizio formulato sul sito Mymovies.it da Fabian T.:
"L’uomo laser” (Laserblast) è il B-Movie di uno sconosciuto Michael Rae ambientato in una regione desertica della California che diviene lo scenario di una stravagante storia di fantascienza. Uscito da qualche mese in DVD per la prima volta, almeno in Italia, ostenta senza mezzi termini la sua sobria produzione “underground”, procedendo in una narrazione tanto poco usuale quanto libera e scanzonata, seppur lineare nel suo evolversi. La storia del ritrovamento di un'arma aliena che, finendo in mano a un semplice ragazzo come tanti, può trasformare se stessi in un orrendo mostro assassino è infatti l'idea semplice ma efficace che funge da colonna portante per tutta la durata del film."
E ancora:
"Sebbene già da subito si intuisca la povertà di mezzi con cui purtroppo il regista ha dovuto (o voluto) realizzare il film, "L'uomo laser" brilla in realtà di una propria intrinseca qualità, ossia il soggetto interessante, anzitutto, rappresentato con ambientazioni e situazioni indubbiamente suggestive: la metafora è chiara e il finale non può che essere prevedibile nella sua inevitabilità. Il film possiede anche altre caratteristiche non sempre ravvisabili in produzioni simili che godono di un budget maggiore: affascinanti effetti speciali (compresa la "stop motion" per gli alieni), attori sconosciuti ma spontanei (a eccezione del noto Roddy McDowell che interpreta il Dott. Mellon), musiche dignitose, scenari desolanti, arma ed effetti laser molto ben realizzati."
Questa è la sorprendente conclusione:
"Rimane pertanto un lodevole esempio di fantascienza artigianale che, nonostante gli anni, sa raccontarsi con un certo fascino e mistero."
Quando leggo questo genere di cose rimango sempre allibito, ho come l'impressione di aver visto un altro film!