Titolo originale: Slaughterhouse-Five
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1972
Durata: 104 min
Genere: Fantascienza, drammatico, tragicommedia
Sottogenere: Autobiografico, guerra
Regia: George Roy Hill
Soggetto: Kurt Vonnegut Jr. (dal romanzo Mattatoio n° 5 o
La Crociata dei Bambini)
Sceneggiatura: Stephen Geller
Fotografia: Miroslav Ondříček
Montaggio: Dede Allen
Musiche: Glenn Gould
Scenografia: Henry Bumstead, Alexander Golitzen, John
McCarthy Jr. e George C. Webb
Interpreti e personaggi
Michael Sacks: Billy Pilgrim
Ron Leibman: Paul Lazzaro
Eugene Roche: Edgar Derby
Sharon Gans: Valencia Merble Pilgrim
Valerie Perrine: Montana Wildhack
Holly Near: Barbara Pilgrim
Perry King: Robert Pilgrim
Friedrich von Ledebur: ufficiale tedesco
Ekkehardt Belle: giovane guardia tedesca
Sorrell Booke: Lionel Merble
Roberts Blossom: Wild Bob Cody
John Dehner: professor Rumfoord
Gary Waynesmith: Stanley
Richard Schaal: Howard W. Campbell Jr.
Gilmer McCormick: Lily Rumfoord
Stan Gottlied: vagabondo
Karl-Otto Alberty: guardia tedesca (Gruppo 2)
Henry Bumstead: Eliot Rosewater
Lucille Benson: madre di Billy Pilgrim
John Wood: ufficiale inglese
Premi
Festival di Cannes 1972: Premio della giuria
Saturn Award per il miglior film di fantascienza 1972
Trama:
Non esiste un vero filo conduttore, perché il protagonista, Billy Pilgrim, vive al di fuori del tempo. Per lui non ha un vero significato la successione degli eventi. Innanzitutto è un soldato americano poco più che adolescente, prigioniero a Dresda durante la seconda guerra mondiale. La sua dimora è chiamata Schlachthof Fünf, ossia Mattatoio 5, proprio perché ricavata da un edificio che era stato un macello. La sua vita in cattività è a dir poco grama: c'è un diabolico italoamericano, Paul Lazzaro, che gli dà il tormento, senza requie. Billy è però anche un uomo maturo, socio dell'azienda di famiglia, destinato ad imbarcarsi su un aereo pur sapendo che precipiterà, facendolo ritornare nella Dresda bombardata, attraverso un cunicolo nella realtà: a un certo punto si vedrà la sua faccia assiderata e paonazza, piena di frammenti di ghiaccio, sporgere dal suolo nevoso, la bocca tremula che borbotta qualche fonema indistinto, cercando di articolare proprio le parole "Schlachthof Fünf". Mentre queste cose accadono - posto che l'avverbio "mentre" abbia qualche significato in questo contesto - vediamo lo stesso Billy Pilgrim sequestrato sul pianeta alieno Tralfamadore, in una specie di cupola. Infatti la ricca atmosfera di quel mondo ameno è composta da acido cianidrico. Insieme a Billy c'è la discinta Montana Wildhack, una pornodiva californiana che per lavoro prende i falli in bocca e si fa cospargere di genetico. Ecco che i Tralfamadoriani, che sono guardoni e oltremodo morbosi, cercano di spingere la coppia a copulare e a concepire un figlio. Billy si sente in imbarazzo, vuole che sia spenta la luce. Ecco che il protagonista si ritrova anziano nelle vesti di un guru New Age, un predicatore pacifista che invita il genere umano a rinunciare ad ogni guerra. Mentre parla al pubblico nel corso di un convegno, sorge dalla massa un esagitato Paul Lazzaro, che lo abbatte a colpi di arma da fuoco. La morte è soltanto un'illusione per un uomo che vive come le genti di Tralfamadore, in uno stato estraneo ad ogni parvenza di flusso temporale. Infatti si ritrova a Dresda, ancora una volta giovanissimo, nell'atto di osservare le rovine della città devastata dallo spaventoso bombardamento genocidario del febbraio del '45.
Recensione:
A mio avviso il film di Roy Hill è una pizza colossale, anche se la critica ne dice mirabilia. La sua visione è particolarmente consigliata a chi ha problemi d'insonnia. Nonostante l'imperante esagitazione, ci si sente tanto disorientati dai continui cambiamenti di scena da provare presto apatia e torpore. Sono portato a credere che ciò sia dovuto soprattutto all'incapacità del regista: l'autore del romanzo mi sembra molto interessante. La pellicola è stata proiettata il 5 giugno 2006 al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro, a Milano. Purtroppo non ho potuto assistere alla proiezione. Sarebbe stato molto interessante partecipare al dibattito.
Pronunce distorte!
Catturati dai militari del Reich, i soldati anglosassoni balbettano in preda al terrore. Quando il paonazzo comandante tedesco cerca di insegnare a prigionieri il nome della loro nuova dimora, i risultati sono a dir poco deprimenti. Il militare teutonico tuona con voce stentorea un virile e ben scandito Schlachthof Fünf, ossia Mattatoio 5, e i figli della Terra dei Coraggiosi biascicano un ridicolo SHUTTO FEE, che in italiano trascriveremmo come SCIATTOFÌ. Persino la ripetizione delle singole componenti di Schlachthof risulta difettosa: Schlacht diventa SHAH e Hof diventa O! Che dire? La propaganda antitedesca si nutre anche di queste cose. :) In realtà è solo una piccola parte di qualcosa di molto più vasto. Lo sappiamo fin troppo bene. Per tradizione inveterata, gli anglosassoni sono in massima parte arroganti e privi di qualsiasi rispetto per tutte le lingue del genere umano diverse dalla loro.
Vonnegut e la distruzione di Dresda
Il romanzo vonnegutiano da cui il film in analisi è stato tratto, Mattatoio n°5, o La Crociata del Bambini (Slaughterhouse-Five; or, The Children's Crusade: A Duty-Dance With Death), è soltanto in parte fantascientifico. Contiene elementi autobiografici degni della massima nota. L'autore fu realmente prigioniero in Germania durante la guerra. Ci testimonia quanto è accaduto a Dresda, e questo dovrebbe bastare a mettere a tacere i negazionisti che vorrebbero ridurre i criminali bombardamenti a lanci di miccette. Accade questo, che i miliziani americani della peste politically correct hanno criticato Mattatoio n° 5 dando vita ad indecorose polemiche. Questo è l'impianto delle loro tesi invereconde: Kurt Vonnegut avrebbe preso la stima di oltre 130.000 morti causati dai bombardamenti di Dresda da un'opera del controverso David Irving, Apocalisse a Dresda (1963). Siccome David Irving è negazionista dell'Olocausto e vicino a ideologie neonaziste, ecco che lo stesso Vonnegut è stato colpito dal discredito. Ma, Diabole Domine, Vonnegut là a Dresda ci è stato davvero, sotto le bombe! La sua testimonianza varra ben di più delle baggianate di qualche democratico rincoglionito!
Definizioni incongrue
A quanto ho potuto appurare, il pianeta Tralfamadore è stato introdotto per la prima volta nell'opera di Vonnegut dieci anni prima della pubblicazione di Mattatoio n°5, per la precisione nel romanzo Le Sirene di Titano (The Sirens of Titan, 1959). Compare poi qualche anno dopo in un altro romanzo, Dio la benedica, signor Rosewater (God Bless You, Mr. Rosewater, 1965). Mattatoio n° 5 non è l'ultima opera dello scrittore di Indianapolis a fare menzione dei Tralfamadoriani. A distanza di anni, nel 1990, li vediamo in Hocus Pocus. Nel 1997 compaiono infine in Cronosisma (Timequake). Non sembrano esserci riferimenti a scritti più recenti. L'autore è defunto nel 2007: stando al metodo logico-deduttivo di Sherlock Holmes, molto difficilmente può aver scritto qualcosa dopo l'exitus. In realtà i Tralfamadoriani sono descritti in modo assai diverso nei vari testi in cui compaiono, tanto che non possiamo sostenere la natura coerente dell'ispirazione.
Riporto un brano altamente significativo tratto proprio da Le Sirene di Titano:
Non c'era nulla di offensivo in questo amore. Vale a dire, non era omosessuale. Non poteva esserlo, poiché Salo non aveva sesso.
Era una macchina, come tutti i tralfamadoriani.
Era tenuto insieme da biette, morse, dadi, bulloni e magneti.
La pelle color mandarino di Salo, che era così espressiva quando lui era turbato emotivamente, poteva essere messa o tolta come una giacca a vento terrestre.
Come vediamo, stando a questa descrizione i Tralfamadoriani sarebbero macchine. Una specie di robot senzienti. Invece in Dio la benedica, signor Rosewater, Tralfamadore è soltanto un pianeta della mente, un Gedanken inventato nel corso di una discussione filosofica. In netta contrapposizione a quanto visto ne Le Sirene di Titano, i Tralfamadoriani di Mattatoio n° 5 o La Crociata dei Bambini sono creature organiche, seppur peculiarissime. Ecco un estratto vonnegutiano che ce li descrive come simili a utensili per sgorgare i cessi:
Passò un altro mese senza incidenti, e poi Billy scrisse una lettera al 'News Leader' di Ilium, e il giornale gliela pubblicò. In essa descriveva gli esseri di Tralfamadore.
La lettera diceva che erano alti sessanta centimetri, erano verdi, e avevano una strana forma. Le loro ventose d'aspirazione erano a terra, e i loro gambi, estremamente flessibili, puntavano di solito verso il cielo. In cima a ogni gambo c'era una piccola mano con un occhio verde nel palmo. Questi esseri erano amichevoli, e erano in grado di vedere in quattro dimensioni. Sentivano pietà dei terrestri che avevano esclusivamente una capacità visiva tridimensionale.
I loro poteri hanno dell'incredibile: la loro definizione è in pratica un oggetto spaziotemporale, così esistono al contempo in ogni singolo istante dall'inizio alla fine dell'Universo. George Roy Hill nella sua trasposizione cinematografica ha mantenuto alcuni elementi, sopprimendone altri. Nessun riferimento alle occhiute ventose delle latrine. Alcuni affermano che i Tralfamadoriani di Hill sarebbero soltanto voci narranti, prive di corporeità, eppure in almeno una scena del film ho visto uno di questi alieni e aveva un corpo fisico: somigliava a una specie di sciatore gobbo e intabarrato in vesti sgargianti, con una maschera senza lineamenti sul volto.
In Hocus Pocus, i Tralfamadoriani sono i protagonisti di un racconto dello scrittore fallito Kilgore Trout, pubblicato a puntate su una rivista pornografica. Il titolo di questo racconto è evocativo: I Protocolli degli Savi di Tralfamadore. La natura di questi alieni è multidimensionale; essi hanno il controllo di ogni aspetto della vita del genere umano, un po' come i Rettiliani inventati da David Icke.
In Cronosisma vediamo forse l'immagine più suggestiva delle genti di Tralfamadore, descritti addirittura come elementi chimici antropomorfizzati! Questa è fantascienza che travalica i confini della psichedelia profonda.
Elementi di grammatica tralfamadoriana
Possediamo in sostanza soltanto due glosse dell'idioma degli alieni respiratori di acido cianidrico. Sappiamo, perché è lo stesso Vonnegut a dircelo, che il nome del pianeta Tralfamadore nella lingua degli sturalavandini animati e verdastri ha un duplice significato. Si traduce al contempo come "cinquecentoquarantuno" e come "tutti noi". Un caso abbastanza eclatante di polisemia. Vero è che queste traduzioni sono riportate ne Le Sirene di Titano, ma riteniamo ragionevole che valgano anche per i Tralfamadoriani di Mattatoio n°5, pur così dissimili. Da queste poche informazioni sfuggite a Vonnegut, possiamo tuttavia ricostruire qualcosa di interessante.
TRALFAMADORE = 541
Questi sono gli elementi estraibili dalla glossa e relativi al sistema numerale tralfamadoriano:
ore = 1
ma = 4
tra = 5
ad = 10
adore = 11
adma = 14
attra = 15
mad = 40
madore = 41
madma = 44
mattra = 45
trad = 50
tradore = 51
tradma = 54
trattra = 55
alfa = 100
alfaore = 101
alfama = 104
alfatra = 105
alfad = 110
aldadore = 111
alfadma = 114
alfattra = 115
alfamad = 140
alfamadore = 141
alfamadma = 144
alfamattra = 145
alfatrad = 150
alfatradore = 151
alfatradma = 154
alfatrattra = 155
malfa = 400
malfaore = 401
malfama = 404
malfatra = 405
malfad = 410
malfadore = 411
malfadma = 414
malfattra = 415
malfamad = 440
malfamadore = 441
malfamadma = 444
malfamattra = 445
malfatrad = 450
malfatradore = 451
malfatradma = 454
malfatrattra = 455
tralfa = 500
tralfaore = 501
tralfama = 504
tralfatra = 505
tralfad = 510
tralfadore = 511
tralfadma = 514
tralfattra = 515
tralfamad = 540
tralfamadore = 541
tralfamadma = 544
tralfamattra = 545
Abbiamo poi il prezioso pronome personale collettivo ed inclusivo:
TRALFAMADORE = TUTTI NOI
Questa è l'analisi:
tral = tutto, tutti
fa = io
fa-ma = noi (forma inclusiva)
d-ore = in uno, insieme
Si capisce subito che il prefisso d- è quindi una specie di locativo. La possibilità concreta è che la lingua di Tralfamadore sia nata negli abissi della mente di Vonnegut e che abbia un significato filosofico profondo, per quanto a noi inconoscibile. In tale idioma gli parlavano le Voci. Si avverte nei suoi scritti l'angoscia che lo pervadeva, l'onnipresente tentativo di immaginare che forma avessero davvero coloro che gli trasmettevano questi strani suoni.
Eternismo atensionale estremo
Nell'ontologia temporale di Kurt Vonnegut non sono necessari passaggi che connettono tra loro regioni distanti dello spaziotempo, come ad esempio le singolarità nude e i wormholes: siamo di fronte a un quadro immobile, con un numero immenso di dimensioni e troppo complesso per essere descritto. I Tralfamadoriani in realtà non si spostano, non sperimentano il succedersi di diverse configurazioni come fanno i comuni mortali. Percepiscono nello stesso identico istante eterno ogni cosa! Siamo di fronte alla più estrema forma di eternismo atensionale finora concepita da mente umana. Nemmeno Einstein era arrivato a tanto. Si pone dunque un problema molto grave. Come possono gli alieni di Tralfamadore rapportarsi agli esseri umani? Come possono interagire con qualcuno che vive in una dimensione a loro ignota? Nel romanzo non mancano spunti umoristici e satirici: l'Universo finisce per un errore in un test di volo compiuto da un pilota di Tralfamadore. Questo dettaglio è stato ignorato da Roy Hill, che forse lo riteneva imbarazzante.
Altre recensioni e reazioni nel Web
Riporto alcuni interventi critici che mi paiono utili. Questi sono tratti da Filmtv.it:
Un film a metà strada tra il sogno e l'incubo della prigionia in Germania durante il bombardamento di Dresda. Una delle cose più assurde che notai fu il personaggio di un nazista americano vestito come il generale Patton che incitava dei prigionieri di guerra angloamericani ad arruolarsi nelle SS. Roba da fantastoria. Più realistica la scena di un prigioniero fucilato perché sorpreso con un soprammobile trovato fra le macerie.
(Mr Rossi)
Diciamo che,"sotto suggerimento" mi sono accinto a vedere questo strano embrione di film semi fantascientifico-bellico e anche abbastanza sperimentale,anzi,molto sperimentale per certi versi.
Forse e' proprio questa eccessiva sperimentazione di mondi paralleli-onirici ,visionari,(dreamers) e ancora chi piu' ne ha piu' ne metta,rende la visione alquanto stranita e abbastanza incapace di far capire il senso della storia,gia' in se' insipida e poco attraente (nonostante riferimenti personali molto accattivanti tipo la storia della guerra,le parti semi-fantascientifiche e qualcosa di psicologico,anche se in forma ridotta rispetto a quello appena menzionato).
Purtroppo,tutto questo calderone di belle speranze e buoni propositi basati su un libro probabilmente di nicchia (ma forse neanche tanto...),personalmente mi e' sembrato grottesco e poco sublime nel doverlo ricordare:infatti si rimane con poco o nulla nel palmo della mano da dover rimembrare ai posteri,se non una visione di una pellicola difficile,anche abbastanza angosciante (forse anche per la voglia di capirdi qualcosa (!) e che alla lunga non soddisfa il palato degli spettatori di film di facile consumo (forse un po' come me) e convince molto di piu' a certi fruitori di Cinema piu' difficile o attratti da vette sublimi e pero' non facili da trovare.voto.5.
(Chribio1)
Film decisamente palloso, da alcuni additato come immenso capolavoro, da altri come immane cagata. Nel mezzo, io.
(alfatocoferolo)
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