martedì 26 febbraio 2019

PERCHÉ LA LINGUA ENOCHIANA È NOSTRATICA?

Se approfondiamo le nostre indagini sul lessico della lingua enochiana, ci imbattiamo in qualcosa di decisamente sorprendente. Siamo infatti riusciti ad individuare un certo numero di radici che appartengono al nostratico, la protolingua preistorica alla cui ricostruzione hanno lavorato intensamente diversi studiosi, tra i quali Allan R.  Bomhard. In realtà sono convinto che la linguistica nostratica, per come è definita, abbia non poche criticità, da me analizzate in un precedente articolo intitolato PERCHÉ IL NOSTRATICO NON FUNZIONA? Resta di certo molto spazio per il miglioramento nella ricostruzione di una protolingua tanto remota, tuttavia proprio quanto ho scoperto potrebbe dare un contributo a ulteriori studi. I lavori di Bomhard sul nostratico e su molti altri argomenti sono disponibili nella sua pagina sul sito Academia.edu:


Riporto a questo punto una lista di vocaboli enochiani che sono riuscito a confrontare con radici nostratiche tratte dall'opera di Bomhard. Sono convinto che riuscirò ad ampliarla notevolmente col tempo e con l'impegno. 

AMMA "maledire, maledetto"
  Traduzione inglese: curse, cursed
Radice proto-nostratica: *waŋ- (~ *wəŋ-)
  Significato: ‘colpire, pugnalare, ferire, tagliare’
  Sostantivo derivato: *waŋ-a ‘taglio, sfregio, lesione; danno; pugnale, coltello’
Note: 

La consonante proto-nostratica -ŋ- corrisponde regolarmente all'enochiano -M-.

AVAVAGO "tuono"
Traduzione inglese: thunder(s) 
Radice proto-nostratica: *ɢad-ɢad-
  Significato: ‘emettere un forte suono o rumore’
 Sostantivo derivato: *ɢad-ɢad-a ‘forte rumore, rombo di tuono, forte rombo, forte rumore’
Note:
In alcune lingue afro-asiatiche (Geez, Amharico, Tigrinya) l'esito di questa radice è gwad-gwad-, con una consonante labiovelare. In Enochiano deve essere accaduto qualcosa di simile, con successiva riduzione della labiovelare sonora a -V-.
L'elemento -GO è un suffisso aggiunto all'antica radice.

BLANS "dare riparo"
   Traduzione inglese: harbour(ed)
BRANSG "custodire, proteggere"
  Traduzione inglese: guard
Radice proto-nostratica:  *phal- (~ *phǝl-)
  Significato: ‘coprire, nascondere, occultare’
  Sostantivo derivato: *phal-a ‘copertura’
Note:
Da 'nascondere' la radice è passata a 'custodire, proteggere'. Uno slittamento del tutto naturale. Gli sviluppi fonetici sono dovuti al gruppo consonantico che si è venuto a creare in epoca antica.


CONST "tuono"
  Traduzione inglese: thunder
Radice proto-nostratica: *k’um- (~ *k’om-):
  Significato: ‘sospirare, piangere, lamentarsi, gemere’
 Sostantivo derivato: *k’um-a ‘sospiro, lamento, gemito, ruggito, brontolio’
  Slittamenti semantici: ruggito, brontolio > tuono
Note:
L'elemento -ST è un suffisso aggiunto all'antica radice.


CORAXO "tuono"
  Traduzione inglese: thunder(s) 
Radice proto-nostratica: *k’wary- (~ *k’wəry-)
  Significato:  ‘tuonare, rombare’;
 Sostantivo derivato: *k’wary-a ‘pioggia, tempesta, tempo tempestoso, temporale’
Note:
L'elemento -XO è un suffisso aggiunto all'antica radice.

DOSIG "notte"
  Traduzione inglese: night
Radice proto-nostratica: *duw- (~ *dow-)
  Significato: ‘soffiare, volare in giro, disperdersi; essere spazzato via, essere sparso, essere disperso’;
  Sostantivo derivato: *duw-a ‘cosa soffiata, spruzzata, sparsa, sparpagliata: fumo, vapore; pioggia, doccia, pioviggine, gocce di pioggia; polvere’
  Slittamenti semantici: > caligine > oscurità 
  Protoforma indoeuropea:
         *dhew-, *dhow-, *dhu-; *dhwes-, *dhwos-, *dhus-
       Latino: fuscus "scuro";
       Gallico: donno- "bruno, marrone" < *dwos-no-
       Inglese: dusk "crepuscolo"
Note:
Una radice di estrema importanza.  


GOSAA "estraneo"
  Traduzione inglese: stranger
Radice proto-nostratica: *gus- (~ *gos-)
  Significato: ‘andare fuori; far uscire; uscire, scacciare, cacciare via’;
  Sostantivo derivato: *gus-a ‘straniero, estraneo’
  Protoforma indoeuropea:
        *ghosti-
(Bomhard *ghosthi-
     Latino: hostis "straniero; nemico"
     Norreno: gestr "ospite"
Note:
Una radice di estrema importanza.


GRAN "anziano"
   Variante
(Golden Dawn): VRAN
   Traduzione inglese: elder, elders
Radice proto-nostratica: *giry- (~ *gery-)
  Significato: ‘essere vecchio, divenire vecchio’
  Sostantivo derivato: *giry-a ‘vecchiaia; persona anziana’
  Forma aggettivale: ‘vecchio’
Note:
Se la forma usata dalla Golden Dawn è genuina, dobbiamo ricostruire un antico prefisso U-. Dalla protoforma *U-GRAN- si sarebbe così arrivati a *GWRAN-. La forma nostratica ricostruita non ammette una consonante labiovelare.


HAMI "creatura"
  Variante: HAM
  Traduzione inglese: creature, creatures
HOMIN "età"
  Variante: HOMIL
  Traduzione inglese: age

Radice proto-nostratica: *ħay- (~ *ħəy-)
  Significato: ‘vivere, essere vivo’
  Sostantivo derivato: *ħay-a ‘vita, età’
Forma estesa: *ħay-V-w-
  Significato: ‘vivere, essere vivo’
  Sostantivo derivato: *ħay-w-a ‘vita, età’
  Protoforma indoeuropea:
         *aiw- (Bomhard *ħheyw-)
    Latino: aevus, aevum "durata della vita"
    Gotico: aiws "secolo"
Note:
Una radice di estrema importanza.


LUSD "piede"
  Varianti: LUSDA, LASDI
  Traduzione inglese: foot, feet
Radice proto-nostratica: *lakh- (~ *lǝkh-):
  Significato: *lakh- ‘andare a piedi, viaggiare a piedi’;
  Sostantivo derivato: *lakh-a ‘gamba, piedi’
Note:
Evidentemente è un antico composto, il cui secondo membro, ridotto a un semplice gruppo di consonanti, non mi è al momento chiaro.

MANIN "mente, intelletto"
  Traduzione inglese: mind

MONONS "cuore" 
  Traduzione inglese: heart

Radice proto-nostratica: *man- (~ *mən-)
  Significato: ‘contare, calcolare’
  Slittamenti semantici: calcolare > ‘considerare, pensare’ > ‘raccontare’ > ‘dire, parlare’
  Sostantivo derivato: *man-a ‘conto, calcolo’
  Protoforma indoeuropea:
          *men- / *mon- / *mṇ-

       Latino: mēns "mente"
Note:
Una radice di estrema importanza, che sarebbe già di per sé sufficiente a far capire l'appartenenza della lingua enochiana alla macrofamiglia nostratica. In effetti è stato il punto di partenza di questo mio studio.


MICAOLZ "forte"
  Varianti: MICALZ, MICALZO 
  Traduzione inglese: powerful, mighty
MICALP "più forte"
   Traduzione inglese: mightier
Radice proto-nostratica: *mag- (~ *məg-):
  Significato: ‘avere grande influenza, importanza o potere;
    essere eminente, esaltato, stimato, glorioso, illustre’ 
  Sostantivo derivato: *mag-a ‘forza, potere, splendore,
    magnificenza, gloria, grandezza, onore nobiliare,
    distinzione, eccellenza’
  Forma aggettivale: ‘forte, potente, eminente, esaltato, molto
    stimato, glorioso, illustre’
  Protoforma indoeuropea:
        *mag'-, *meg'- (Bomhard *mak'-)

    Latino: magnus "grande"
    Greco: μέγας "grande"
    Norreno: mikill "grande"
Note:
Una radice di estrema importanza.


MIR "tormento"
  Traduzione inglese: torment(s)
Radice proto-nostratica:
*mir- (~ *mer-)
  Significato: ‘pugnalare, perforare, ferire, causare dolore’;
  Sostantivo derivato: *mir-a ‘ferita, sofferenza’ 


NOAN "essere; divenire"
   Varianti: NOALN, NOASMI, NOAS, NOAR
   Traduzione inglese: be, become
Radice proto-nostratica: *wan-
(~ *wən-)
  Significato: ‘stare; rimanere’
  Sostantivo derivato: *wan-a ‘riparo, dimora’
Note:
Il significato originario doveva essere quello di "essere", poi deve avere acquisito quello di "divenire".


NOBLOH "palmo di mano"
  Traduzione inglese: palm(s) (of hand)
Radice proto-nostratica: *many- (~ *məny-)
   Significato: ‘tenere’
   Sostantivo derivato: *many-a ‘mano, zampa’
Radice proto-nostratica (II membro): *phal- (~ *phǝl-):
  Significato: ‘spargere, estendere’;
  Sostativo derivato: *phal-a ‘ciò che è ampio, piatto, vasto, aperto, esteso; spazio aperto, superficie aperta

  Forma aggettivale:
‘ampio, piatto, vasto, largo, aperto’
  Slittamenti sempantici: > palmo della mano
Note:
Il primo membro del composto doveva essere *MNYA-, la cui riduzione a NO- ci appare del tutto naturale.


NOR "figlio"
 
Variante: NOROMI
 
Traduzione inglese: son
Radice proto-nostratica: *nyaʕ-r-a
  Significato: ‘giovane uomo, ragazzo; gioventù’:
  Forma verbale d'origine: *nyaʕ-V-r-
 Significato: ‘apparire, sorgere, germogliare, venire in esistenza; crescere, maturare’;
  Sostantivo derivato: *nyaʕ-r-a ‘germoglio, piantina’


OLANI "due volte"
  Traduzione inglese: two times, twice
Radice proto-nostratica:
*hal- (~ *həl-)
  Significato: ‘altrimenti’;
  Sostantivo derivato: *hal-a ‘altro lato’;
  Forma aggettivale: ‘altro’
Note:
Un interessante arcaismo.


OLPIRT "luce"
  Traduzione inglese: light
Radice proto-nostratica:
*hal- (~ *həl-)
  Significato: ‘to light up, to beam forth, to shine, to brighten up, to radiate’;
  Sostantivo derivato: *hal-a ‘chiarezza, splendore, radiosità, purezza’;
  Forma aggettivale: ‘chiaro, puro, splendente, brillante, radioso’
Radice proto-nostratica (II membro):
   Vedi PRGE(L) "fuoco"


OM "sapere, capire" 
  Traduzione inglese: know, understand

  Derivati: OMA, OMP "comprensione",
OMAX "conoscere",
  
IXOMAXIP "conosciuto"
Radice proto-nostratica: *ʕeŋ-
  Significato: ‘pensare, considerare’
 Sostantivo derivato: *ʕeŋ-a ‘pensiero, idea, nozione, concetto, intenzione, decisione’
Note:
La consonante proto-nostratica -
ŋ- corrisponde regolarmente all'enochiano -M-. Vedi anche AMMA "maledire; maledetto" per l'evoluzione di questo suono. 

OUCHO, UNCHI "confondere"
  Traduzione inglese: confound
Radice proto-nostratica: *makh- (~ *məkh-)
  Significato: ‘ingannare, imbrogliare, truffare; essere
  ingannato, turbato, confuso, perplesso’;
  Sostantivo derivato: *makh-a ‘inganno, raggiro, confusione’
Note:
Le bizzarre alternanze sono perfettamente razionali e puntano a una forma protoenochiama *OMKHO.

PALA "due" (separati)
  Traduzione inglese: two (separated), pair
POLA "due" (uniti)
  Traduzione inglese:
two (together), pair
Radice proto-nostratica:
*phal- (~ *phǝl-)
  Significato: ‘fendere, spaccare’
  Sostantivo derivato: *phal-a ‘fenditura, spaccatura’ 
  Slittamenti semantici: > dividere in due > metà 
Note:
In proto-uralico abbiamo *pälä "metà; lato". La stessa radice è stata ricostruita da Ruhlen-Merritt come *pale "due" a partire da materiale delle lingue amerindiane.  


PANPIR "versare"
  Traduzione inglese: pour (down)
Radice proto-nostratica:
*ban- (~ *bǝn-)
  Significato: ‘versare, spruzzare, gocciolare’;
 Sostantivo derivato: *ban-a ‘goccia (d'acqua, pioggia, rugiada, etc.)’
Radice proto-nostratica (II membro): *phir-
  Significato: ‘muoversi velocemente, affrettarsi, essere molto agitato; svolazzare, volare, fuggire’
  Sostantivo derivato: *phir-a ‘volo; fuga’
Note:
Un antico composto.


PARADIAL "dimora"
  Traduzione inglese:
PRAF, PRAGMA "abitare"

  Traduzione inglese:
Radice proto-nostratica:
*phar-a, *phur-a
  Significato: ‘casa’
  Lingue afroasiatiche:
    Egiziano antico: pr /pa:rə/ "casa"
    Copto: -pōr (solo in žemenpōr "tetto", lett. "cima della
      casa")
  Lingue anatoliche:
    Hittita: pi-ir "casa", gen. par-na-aš, loc. pa-ar-ni
    Luvio: parna- "casa"
Note:
Una radice di estrema importanza. 


PASBS "figlia"
  Traduzione inglese: daughter(s) 

Radice proto-nostratica: *phasy-a
 Significato: ‘sperma, seme; genitali maschili, pene; discendente, prole’ 
Note:
Lo slittamento semantico è razionale: prole > figlia


PIR "santo"
  Traduzione inglese: holy
Radice proto-nostratica: *phir- (~ *pher-):
  Significato: ‘tremare, scuotere; aver paura, temere’;
  Sostantivo derivato: *phir-a ‘tremore; paura’
Note:
L'etimologia è razionale, dato che ciò che è santo ispira paura.


PLOSI "molti"
  Traduzione inglese: many, as many 
Radice proto-nostratica:
*phal- (~ *phǝl-)
  Significato: ‘riempire’;
  Sostantivo derivato: *phal-a ‘pienezza’;
  Forma aggettivale: ‘molto, molti’
  Protoforma indoeuropea:
    Latino: plūs "più", plūres "molti"; plēnus "pieno", etc.
    Gotico: filu "molto", filusna "moltitudine"; fulls "pieno"
Note:
Una radice molto produttiva e di estrema importanza.

PRGE(L) "fuoco"
  Traduzione inglese: fire
Radice proto-nostratica:
*phaħ- (~ *phǝħ-)
  Significato: ‘scaldare, bruciare’
  Sostantivo derivato: *phaħ-a ‘fuoco, fiamma, scintilla’
Forma estesa: *phaħ-V-w-
  Significato: ‘scaldare, bruciare’;
  Sostantivo derivato: *phaħ-w-a ‘fuoco, fiamma, scintilla’
  Protoforma indoeuropea:
       *peHwer-
(Bomhard *phéħhur-, *pheħhwor-)  
    Greco: πῦρ "fuoco"
Note:
Una radice molto produttiva e di estrema importanza.


RSAM "ammirazione"
  Traduzione inglese: admiration
FARZM "innalzare"
  Traduzione inglese: lift up, raise
Radice proto-nostratica: *ʕar- (~ *ʕər-)
  Significato: sollevare
  Verbo derivato: *ʕar-V-g- ‘arrampicarsi, montare; salire, ascendere; innalzare, sollevare’;
  Sostantivo derivato: *ʕar-g-a ‘arrampicata, salita’
Radice proto-nostratica (II membro): *dag- (~ *dǝg-):
 Significato: ‘mettere, porre, collocare; essere collocato, essere stabile, essere stabilito fermamente’;
  Sostantivo derivato: *dag-a ‘posto’
  Protoforma indoeuropea: 

      *dheg'h-om-, *dhg'h-om- "terra, suolo"
Note:
Il significato del composto doveva essere in origine "ciò che è posto in alto", donde "ammirazione". Il verbo corrispondente presenta un prefisso causativo fossile *FA-. Il secondo membro di queste parole, -SAM, -ZM, mostra i chiari segni di un'antica assibilazione. 


SAANIR "parte"
  Traduzione inglese: part(s) 
Radice proto-nostratica: *šiħ- (~ *šeħ-)
  Significato: ‘separare in parti (eguali), dividere’
 Sostantivo derivato: *šiħ-a ‘parte, porzione, separazione, divisione, sezione’ 


TOL "tutto, tutti"
   Variante: TON
   Traduzione inglese: all
Radice proto-nostratica: *k’ath- (~ *k’ǝth-):
  Significato: ‘aggiungere, unire, portare, venire, raccogliere, mescolare assieme’
 Sostantivo derivato: *k’ath-a ‘miscela, mistura, conglomerazione, raccolta’
Note:
La forma proto-enochiana ricostruibile è *KTONL-, evidentemente da un più antico *K'TH-AN-L-.


ZIEN "mano"
ZOL "mano"
  Traduzione inglese: hand, hands
Radice proto-nostratica: *gasy- (~ *gəsy-):
  Significato: ‘toccare, sentire (col tatto), maneggiare’;
  Sostantivo derivato: *gasy-a ‘mano’
Note:
Chiaramente la radice della parola enochiana deve essere Z-, data la variabilità della sillaba seguente. Questa Z- verrà da un precedente *GZ-, a sua volta da un più antico *GSY-.


ZLIDA "acqua; irrigare"
  Traduzione inglese: water
ZIN "le acque"
   Traduzione inglese: waters
Radice proto-nostratica: *ʒil- (~ *ʒel-), *ǯil- (~ *ǯel-)
  Significato: ‘fluire, scorrere’
  Sostantivo derivato: *ʒil-a, *ǯil-a ‘stillicidio, goccia, goccia di pioggia’
  Forma aggettivale: ‘fluente, gocciolante, che asperge’
Note:
La foma ZIN non compare come isolata nel dizionario di Laycock: si trova però nel composto PILZIN "Firmamento delle Acque". Crowley la realizzava come ZODINU nel suo stravagante e grottesco sistema di pronuncia cabalistica. Più che all'acqua da bere, allude alle profondità siderali, le Acque Cosmiche. La forma ZLIDA è riportata unicamente come verbo da Laycock, ma è documentata anche come sostantivo in un certo numero di formule. Per amore della ricerca scientifica riporto alcuni esempi trovati nel Web. Una temibile necromante usa la locuzione ZLIDA OD CNILA "Acqua e Sangue", ma al genitivo. Nel Rituale dei Non Nati troviamo MIRC ORSCOR OD DE A ZLIDA "sulla Terra Arida e nell'Acqua". Un uso aggettivale si trova pure: ZIN MADRIAAX DRINSI ZLIDA MABZA C IAA OD IAIADIX "nelle Acque Cosmiche porta le Vesti acquose della Purezza e della Giustizia".


Pronomi e altri elementi grammaticali:

CASARM "a chi, cui, in cui, di cui" 
  Varianti: CASARMG, CASARMI, CASARMA, CASARMAN 
  Traduzione inglese: whom, to whom, in whom, of whom
Pronome proto-nostratico relativo: *kwhi- (~ *kwhe-)
   Significato: che, il quale
Pronome proto-nostratico interrogativo: *kwha- (~ *kwhǝ-)
   Significato: chi? che cosa?
Note:
Come in molte lingue derivate, sono avvenute agglutinazioni non sempre di chiara origine. 


ILS "tu"
  Varianti: ILSI, IL
  Traduzione inglese: thou, thee
Pronome proto-nostratico: *si- (~ *se-)
  Significato: tu 
Note:
La forma proto-enochiana ricostruibile è *IS-L-, dove -L- deve essere stato un suffisso rafforzativo.


NONCA "voi"
  Varianti e forme flesse: NONCI, NONCP, NONCF
  Traduzione inglese: you (pl.)
Pronome proto-nostratico: *ni (~ *ne); *na (~ *nə)
  Significato: voi
Note:
Chiaramente una forma reduplicata.


OL "io"
   Traduzione inglese: I, me
Pronome proto-nostratico:
*na- (~ *nə-)
  Significato: io
Note: La forma proto-enochiana ricostruibile è *ON-L-, dove -L- deve essere stato un suffisso rafforzativo.


OMP "noi"
  Variante: OM
  Traduzione inglese: we, us
Pronome proto-nostratico: *na- (
~ *nə-)
   Significato: noi
Note: La forma proto-enochiana ricostruibile è *ON-W-, dove -W- deve essere stato un suffisso plurale.


OI "questo"
  Traduzione inglese: this
Pronome proto-nostratico: *ʔi- (~ *ʔe-)
   Significato: questo


TIA "suo, di lui"
   Traduzione inglese: his
TOX "suo, di lui"
   Traduzione inglese: of him, his
TLB "suo, di lei"
   Varianti: TILB, TIOBL
   Traduzione inglese: her, of her
Pronome proto-nostratico: *tha- (~ *thǝ-)
  Significato: questo
Note: Il passaggio da pronomi dimostrativi a pronomi personali di terza persona è del tutto naturale e ben attestato in molte lingue.


UNAL "questi, quelli, queste, quelle"
  Traduzione inglese: these, those
Pronome proto-nostratico: *na (~ *nə), *ni (~ *ne)
   Significato: questo, quello


Z "essi, esse"
  Traduzione inglese: they
Pronome proto-nostratico: *si- (~ *se-)
   Significato: egli, ella; essi, esse
Note:
La pronuncia crowleyana ZOD è a quanto pare molto diffusa, anche tra chi usa una pronuncia più tradizionale. Laycock tuttavia trascrive foneticamente questo vocabolo come , con la e del francese fée. Questa è la forma genuina ed etimologica: l'uso del Perdurabo è invece fuorviante.


Tentativi di spiegazione

Domanda cruciale: "E tutto questo cosa diamine significa?"
John Dee ed Edward Kelley non potevano certo conoscere il lavoro di Allan Bomhard. All'epoca in cui operarono, non era nemmeno conosciuta l'origine comune delle lingue indoeuropee: i sapienti portavano avanti un gran numero di teorie pseudoscientifiche a dir poco imbarazzanti. Esempi sono l'idioma triforme ipotizzato da Dante come forma di latino volgare da cui sarebbero venute le lingue romanze, o la forzata assimilazione delle lingue slave alle lingue germaniche, a dispetto delle evidenti divergenze lessicali e fonetiche. Non che gli Antichi brillassero. Che dire della stupidissima dottrina che riduceva il latino a un dialetto greco eolico?


Formulo due possibili soluzioni al problema. 
1) L'Enochiano non è affatto una lingua glossolalica. Non è stato fabbricato da Dee e da Kelley: è una lingua naturale antichissima, più remota delle fonti stesse del sanscrito e del greco. Il fatto che si possa spiegare almeno una parte importante del suo lessico con le ricostruzioni del proto-nostratico prova la sua appartenenza alla più genuina preistoria. Dunque la Lingua degli Angeli potrebbe essere giunta a Dee e a Kelley tramite antichi codici gnostici dell'epoca dell'Impero romano, copiati e tramandati in gran segreto nel corso del Medioevo.
2) Il proto-nostratico è talmente bacato e insidioso che si può prendere a martellate qualsiasi glossolalia o lingua costruita (conlang) concepita da mente umana, adattandola alle sue radici ricostruite e provare in questo modo qualsiasi cosa. Si possono persino trovare nel Caos leggi fonetiche regolari e un'elaborata patafisica per spiegare ogni eccezione. Ma tutto ciò ha davvero un senso? Qualcuno direbbe: "Qui nimis probat nihil probat"


Se devo essere franco, sono sempre più propenso a sostenere per l'ipotesi 1), ben consapevole di essere stato finora uno scettico. Di fronte a perle come GOSAA "estraneo", non mi è possibile dubitare oltre. Nessun mago elisabettiano avrebbe potuto costruire nulla di simile. Per quanto riguarda Piero Angela col tutto il suo CICAP, della sua opinione m'importa ben poco. Allo stesso modo non mi preoccupano i seguaci delle dottrine neopositivistiche. Un pierangelista mi reca fastidio e mi dice che la natura nostratica dell'Enochiano è una bufala? La mia risposta sarà sempre pronta: come si diceva a Milano, el pö andà a ciapà di ratt.

venerdì 22 febbraio 2019

LA LINGUA ENOCHIANA E I SUOI MISTERI

Cosa vergognosa anche solo a dirsi, ancora nel 2019 non esiste una pagina della Wikipedia in italiano dedicata a un argomento della massima importanza: la lingua enochiana

Mi rendo conto che in Italia pochi hanno ne hanno sentito parlare, così cercherò di provvedere alla carenza. Questa è una mia traduzione di brani significativi della voce "Enochian" nella Wikipedia in inglese, che riporto a pubblica e sacrosanta edificazione:

"L'Enochiano è una lingua occulta o angelica attestata nei diari privati di John Dee e del suo collega Edward Kelley nell'Inghilterra del tardo XVI secolo. Kelley era un medium che lavorava con Dee nelle sue investigazioni magiche. Questi uomini affermarono che la lingua era stata loro rivelata dagli Angeli Enochiani. La lingua è parte integrante della pratica della Magia Enochiana. La sintassi e la grammatica della lingua enochiana sono molto simili a quelle della lingua inglese." 

E ancora:

"La lingua trovata nei diari di Dee e di Kelley comprende un limitato corpus di testi, di cui solo alcuni con traduzione in inglese. Molti linguisti, in particolare Donald Laycock, hanno studiato l'Enochiano e argomentano contro qualsiasi caratteristica straordinaria della lingua."

Detto questo,  si riporta qualche nozione sull'origine della denominazione dell'Enochiano:

"I diari di Dee non descrivono la lingua come "enochiana", preferendo etichette come "Angelico", "Lingua Celestiale", "Lingua degli Angeli", "Prima Lingua del Dio-Cristo", "Lingua Sacra" o "Adamitico", perché secondo gli Angeli di Dee fu usata da Adamo nel Paradiso Terrestre per dare il nome a tutte le cose. Il termine "Enochiano" viene dall'affermazione di Dee secondo cui il patriarca biblico Enoch fu l'ultimo uomo (prima dello stesso Dee e di Kelley) a conoscere quella lingua."

Non è possibile esaurire in poche righe la trattazione di questo interessantissimo idioma. Così mi sforzerò di andare con ordine, riservandomi di pubblicare numerosi altri post con approfondimenti di ogni genere, inclusi trattati etimologici e testi magici analizzati parola per parola. Intanto riporto un lessico in cui prevalgono i concetti di base - omettendo voci esoteriche difficilmente comprensibili.  Che questo sia il primo vocabolarietto Enochiano-Italiano pubblicato nel Web? Invito gli eventuali lettori a fare qualche ricerca per verificarlo.

AALA "collocare"
ABRAMG "preparare"
ADNA "obbedienza"
ADOIAN "faccia, volto"
ADRPAN
"gettar giù, abbattere"
AFFA
"vuoto"
ALDON "riunire"
AMMA
"maledire; maledetto"
ANGELARD "pensiero"
AOIVEAE "stella"
AR "vagliare"
ASCHA "Dio"
AUDCAL "oro; mercurio alchemico"
AVABH "giacinto"
AVAVAGO "tuono"
BAB "potere; capacità, possibilità"
BABAGEN, BABAGE "meridione, sud"
BABALON "malvagio"
BABALOND "prostituta"
BAHAL "urlare"
BALIE
"sale"
BALT "giustizia"
BAMS "dimenticare"
BASGIM "giorno"
BAZM "mezzogiorno"
BIA "voce"
BOGPA "regnare"
BRANSG "custodire, proteggere"
BRIN "avere"
BUSDIR "gloria"
BUTMON
"bocca"
CACACOM "fiorire"
CALZ "firmamento"
CAMLIAX "parlare"
CANSE "potente"
CAPIMAO "tempo, periodo, stagione"
CAOSG
, CAOSGA "terra"
CARBAF "affondare"
CARMA "uscire, venir fuori"
CNILA "sangue"
COLLAL "manica"
COMO "finestra"
COMSELH "cerchio"
CONISBRA "le opere dell'uomo"
CONST "tuono"
CORAXO "tuono"
CORDZIZ "uomo, essere razionale" (Homo sapiens) 
COR, CORMF "numero"
CORMP "numerato, contato"
DAX "lombi"
DAZIS "testa"
DIU "angolo"
DLUGA "dare"
DOALIM "peccare"
DOOAIN, DOOAIP "nome"

DOSIG "notte"
DRILPA "grande"
EMNA "qui"
EOPHAN "lamento"
EORS "cento"
ERM "arca"
ESIASCH "fratello"
ETHAMZ "coprire"
ETHARZI "pace"
FAAIP "voce"
FABOAN "veleno"
FAFEN "seguace"; "intenzionato a"
FAONTS "abitare"
FARZM "innalzato"
FIFALZ "estirpare"
FIFIS "eseguire"
GAH "spirito"
GNAY "egli fa"
GOHED "eterno"
GOHO "egli dice"
GOHOLOR "sollevare, innalzare"
GONO "fede"
GOSAA "estraneo"
GRAA "luna"
GROSB "pungiglione"
HAMI "creatura"
HOATH "adoratore"
HOLQ "misurare"
HOMIN, HOMIL "età"
HOMTOH "trionfare"
HOXMARCH "paura"
HUBAR, HUBAIO "lanterna"
IAD "Dio"
IALPRG, IALPRT "fiamma"
ISRO "promessa"
IZIZOP, ZIZOP "vaso, contenitore"
LAS "ricco"
LAVA "pregare"

LEVITHMONG
"bestia dei campi"
LILONON
"ramo"
LIMLAL "tesoro"
LOAGAETH "discorso di Dio"
LOHOLO "splendere"
LONCHO "cadere"
LONDOH "regno"
LONSA "potere"
LORSLQ "fiore"
LUCAL "settentrione, nord"
LUCIFTIAN "splendore"
LUSD "piede"
MADRID "iniquità"
MADRIIAX, MADRIAX "Cielo"
MANIN "mente, intelletto"
MATB "mille"
MATORB "echeggiante"
MIAM, NUAM "continuazione"
MICALP "più potente"
MICALZ, MICALZO, MICAOLZ "potente"
MIR "tormento"
MIRC "su, sopra"
MOLAP "uomo"
MOM "muschio"
MOMAO "corona"
MOMAR "incoronare; incoronato"
MONONS "cuore"
MOSPLEH "corno"
MOZ "gioia"
MOZOD "Gioia di Dio"
NANBA "spina"
NAPTA "spada"
NAZ "pilastro"
NETAAB "governo"
NIBM "stagione"
NIDALI "rumore"
NIIS "venire; venir via; venire avanti"
NOBLOH "palmo di mano"
NOQOD, NOCO "servo"
NOR, NOROMI "figlio"
NORZ "sei (6)"
NOTHOA "in mezzo"
OBZA "metà"
ODO "aprire"
OHIO "calamità"
OL, EOL "fare"
OLANI "due volte"
OLLOG, OLLOR "uomo"
OLN "fatto" (ingl. made)
OLPIRT "luce"
OM "capire, sapere"
OMA, OMP "comprensione" 
OMAX "conoscere"
OOANOAN "occhio"
OOGE "camera"
ORRI "pietra"
ORS "tenebra"
ORSBA "ubriaco, ebbro"
ORSCA "costruzioni"
ORSCOR "secchezza"
OSF "discordia"
OUCHO, UNCHI "confondere"
OVOARS "centro"
OVOF "magnificare; essere magnificato"
OXEX "vomitare"
PAEB "quercia"
PAID "sempre"
PALA "due" (separati)
PANPIR "versare"
PAOMBD "membro"
PAPNOR "memoria, ricordo"
PARACH "uguale"
PARADIAL "dimora"
PARADIZ "vergine"
PARM "correre"
PASBS "figlia"
PATRALX "roccia" 
PILD "continuamente"
PIR "santo"
PIRIPSON, PERIPSOL "Cielo"
PLAPLI "partecipante"
PLOSI "molti"
POAMAL "palazzo"
POILP "dividere"
POLA "due" (uniti)
PRAF "abitare"
PRAP, PIAP "bilancia"
PRGEL, PRGE "fuoco"

PUIM
"falce"
QAAL
, QADAH "creatore"
QUANIS, QANIS "oliva"

QUASB "distruggere"
RAAS "oriente, est"
RIOR "vedova"
ROR "sole"
ROXTAN "vino"
RSAM "ammirazione"
SAANIR "parte"
SAGA "uno, intero, tutto"
SALBROX "zolfo"
SALD "meraviglia"
SALMAN "casa"
SAMVELG "giusto"
SIATRIS "scorpione"
SOBOL "occidente, ovest"
SOLPETH "ascoltare; origliare"
SONF "regnare"
TABA "governare"
TALHO "tazza"
TATAN "assenzio"
TELOCH "morte"
TIANTA "letto, giaciglio"
TIBIBP "dolore"
TLIOB "separare"
TOATAR "origliare; ascoltare"
TOL "tutto, tutti"
TRANAN "midollo"
TROF "costruzione"
TURBS "bellezza"
ULS "fine"
UMADEA "torre"
UNALAB "gonna"

UNIG
"richiedere"
UPAAH
"ala, ali"
URAN "vedere"
URBS "abbellire"

VABZIR
"aquila"
VAOAN "verità"
VAUN, VAUL "lavorare"
VEP "fiamma"
VIRQ "nido" (anche "cavità sessuale")
VONPH, VONPHO, UNPH "ira"
VOVIM, VOVIN "dragone"
YOR, YORB "ruggire"
ZAMRAN "apparire, mostrare se stesso"
ZIEN "mano"
ZIMZ "vesti"
ZIRN "meraviglia"

ZLIDA
"acqua; irrigare"
ZOL "mano"
ZONG, OZONGON "vento"
ZONRENSG "consegnare"


Questi sono alcuni pronomi: 

OL "io"
PAMBT "fino a me, verso di me"
ILS "tu"
TIA "suo, di lui"
TOX "suo, di lui"
PI "ella"
TILB, TLB, TIOBL "suo, di lei"
OMP, OM "noi"
GE "nostro"
NONCA "voi; a voi"
NONCF, NONCP "a voi"
AMIRAN "voi stessi"
VOMSARG "verso ognuno di voi"
Z "essi, esse"
PAR "essi, esse"
OI "questo"
UNAL "questi, quelli, queste, quelle"
CASARM "a chi, cui"
SOBA, SOBRA "di cui"
SOBAM "di cui; cui, a cui"
DS "che, il quale"
AG "nessuno"


Queste sono alcune particelle e altri elementi fondamentali:

AR "così che"
CRIP, CRP "ma"
GE "non"
LARAG "né"
LU "né"
NOIB "sì"
NOMIG "anche se"
OD
"e"
OQ, Q "ma"


Sono disponibili nelle vastità della Rete molti dizionari Enochiano-Inglese, ma ho potuto constatare che talvolta contengono inconsistenze e traduzioni errate, dovute a cattive analisi di singole frasi. Solo per fare un esempio, la frase PANPIR MALPIRGI CAOSG PILD significa "versa il fuoco (della vita) continuamente sulla terra". In essa PANPIR è il verbo "versare", PILD è l'avverbio temporale "continuamente", CAOSG è il locativo non marcato "sulla terra". Ebbene, qualcuno ha estratto malamente false traduzioni e riporta PANPIR come "vita", PILD come "sulla terra" e CAOSG come "continuamente". Al momento non mi è dato sapere se queste false traduzioni siano intenzionali, volte a sviare l'inesperto e a seminare errori nelle menti degli ingenui. Esiste comunque modo di identificare questi ostacoli e di neutralizzarli, usando la Logica. Intanto fornisco il link all'opera del citato Donald Laycock, The Complete Enochian Dictionary, che fornisce traduzioni corrette:


La lingua enochiana è dotata di una scrittura propria, di natura alfabetica. Le forme riportate in caratteri romani sono semplici traslitterazioni. Queste sono - nel loro ordine tradizionale - le lettere enochiane, con indicati tra parentesi i rispettivi nomi, che spesso hanno un'apparenza enigmatica:

E   (Graph) 

A   (Un)  

F   (Or)

D   (Gal)

G / J   (Ged)

C / K   (Veh) 

B   (Pa)

N   (Drux, Drun) 

Q   (Ger)  

P   (Mals)  

L   (Ur)

H (Na)

Y   (Ġon) 

I   (Gon) 

M   (Tal) 

T   (Gisg) 

S   (Fam)

U / V   (Van)

Z   (Ceph)

R   (Don) 

O   (Med)

X   (Pal)

L'opinione corrente tra i detrattori della lingua enochiana è che le lettere del suo alfabeto sarebbero semplici alterazioni di quelle dell'alfabeto latino o addirittura il risultato di una rotazione. In pochi casi si notano somiglianze che sono innegabili, ma a parte questo non sembra esserci molto in comune. Se Dee e Kelley fossero qui, nel nostro contesto e con le attuali conoscenze disponibili, di certo riterrebbero la scrittura enochiana il prototipo del primo alfabeto, quello fenicio - non il derivato di una mistificazione grossolana.

La pronuncia 

Per quanto riguarda la pronuncia dei vocaboli, ci si attiene alla regola "consonanti come in inglese e vocali come in italiano", facendo però le debite precisazioni:

1) La consonante C ha una doppia pronuncia: davanti alle vocali E e I è una sibilante S; davanti alle vocali A, O, U è in genere un'occlusiva velare K. Esistono però diverse eccezioni, inoltre tra due consonanti spesso è pure sibilante. Così NONCF "a voi" è pronunciato /nonsəf/
2) La consonante G ha una doppia pronuncia: davanti alle vocali E e I ha un suono palatale, come in latino ecclesiastico e in italiano; davanti alle vocali A, O, U è un'occlusiva velare. In fine parola è costantemente palatale. Così DOSIG "notte" è pronunciato /dosidʒ/.
3) All'inizio o all'interno di una parola, CH si pronuncia come kh nella parola inglese inkhorn. Così CHIIS "essi sono" è pronunciato /khi:s/. Quando è finale di parola, è pronunciato in genere come una semplice K. Così TELOCH "morte" è pronunciato /telok/. Ho tuttavia le prove del fatto che la migliore pronuncia di CH finale è il suono duro ed aspirato del tedesco Koch, e che bisogna pronunciare /teloχ/. Infatti esiste la variante TELOAH, che mostra la presenza di un'aspirazione, con un dittongo dovuto a un fenomeno analogo a quello del pattach furtivum dell'ebraico.
4) SH si pronuncia come in inglese, con un suono palatale.
5) TH ha il suono fricativo sordo dell'inglese thank.
6) In genere, la H finale non si pronuncia ed eventualmente prolunga la vocale precendente. Così NOBLOH "palme della mano" si pronuncia /noblo:/.
7) Se necessario si intercala una vocale indistinta (Schwa) per rendere pronunciabili i gruppi consonantici. Così ILS "tu" si pronuncia /iləs/ e OMP "noi; comprensione" si pronuncia /oməp/
8) La rotica R è trillata, come in spagnolo e in italiano. Non è mai un "flap" come in inglese. Analogamente, le consonanti T e D suonano come in italiano e non hanno mai il suono retroflesso che hanno sempre più marcatamente in inglese.
9) La sibilante Z è sonora come nell'inglese maze e nell'italiano rosa.
10) X suona sempre come nell'inglese fox. Più che di un gruppo consonantico vero e proprio, si tratta di una consonante velare che continua la sua articolazione come sibilante.


Trovo ripugnante, grottesca ed esecrabile la pronuncia inventata da Aleister Crowley, che pecca di cabalismo compulsivo e trasforma la Sacra Lingua in qualcosa di stranissimo, persino simile per fonetica all'antico giapponese, con soltanto sillabe aperte. Tra le altre cose, il Perdurabo, che era un avidissimo leccatore di sfinteri anali, non era altrettanto esperto in filologia. Tra i suoi eccessi che avrebbero fatto rabbrividire Eliogabalo, arrivò a pronunciare ogni Z enochiana come una sillaba ZOD. Gli si fa però merito di non aver osato rompere la consonante X introducendo una vocale inesistente tra l'attacco velare e la finale sibilante!

Etimologie e confronti interni 

Poche questioni sono così controverse come quella della natura e dell'origine della lingua enochiana. Se l'Enochiano è una lingua inventata da John Dee, come è possibile che faccia largo uso di prefissi e suffissi sclerotizzati e che dimostri una storia complessa? Non ci credete? Guardate questi esempi: 

1) IAD "Dio" presenta alcune notevoli forme fossili: MAD "il tuo Dio", PIAD "Dio" (lett. "il suo Dio") e OIAD "Dio" (lett. "questo Dio", da OI "questo"). IADNAH "conoscenza, Gnosis" è chiaramente un derivato di questa stessa radice, alla lettera "Cosa Divina". 
2)
LONDOH "regno" è una antico composto formato dalla stessa radice di LONSA, LONSHI "potere" e da *ADOHI "regno": *LON-ADOHI, donde la forma attestata LOADOHI. Esiste anche una variante ONDOH, che prova l'antica natura sorda della liquida. Abbiamo poi anche un altro sinonimo: SONF "regnare". Vediamo come da un antico *I-LON-F- si è avuto *LYON-F- con metatesi e dunque per palatalizzazione della liquida si è arrivati a SONF. Quando Laycock afferma che LONDOH deriva dal nome di Londra, gli sfuggono tutti questi particolari. Come li spiegherebbe?
3) MADRID "iniquità" deriva dalla stessa radice di MADRIIAX "Cielo", a sua volta formato da IAD "Dio", con un prefisso M-. La semantica è questa: MADRID in origine significava "contro il Cielo", con un suffisso fossile -ID, donde "iniquità". Laycock ci dice che MADRID sarebbe soltanto il nome della capitale spagnola, odiata da Elisabetta I, dai suoi maghi e dai suoi cortigiani tutti, per ovvie ragioni religiose e politiche. 

4) ORSCOR "secchezza" è formato dalla stessa radice di ORRI "pietra".
5) PARADIAL "dimora" ha la stessa radice di PRAF "abitare" e del suo sinonimo PRAGMA "abitare". La mia idea è che da questo PARADIAL derivi PARADIZ "vergine", alla lettera "collegiale". Questo implicherebbe alcune riflessioni antropologiche: le ragazze prima del menarca avrebbero avuto la loro residenza in una casa comune, il che spiega bene l'etimologia. L'idea di collegare il nome enochiano della vergine con il Paradiso è forzata e non spiega nulla. 
6) La radice di PRGEL "fuoco" compare in alcuni composti formati tramite prefissi, come MALPRG, MALPIRGI "fuoco" e IALPRG, IALPRT "fiamma". L'esatta natura di questi prefissi non è facile a definirsi. Possiamo dedurre che IALPRG sia da un precedente *IALP-PRG, perché esiste anche IALPON "bruciare". 
7) RSAM "ammirazione" deriva da una radice che significa "alto" e dalla stessa, con un antico prefisso causativo *FA- deriva FARZM "innalzato, sollevato". Si noterà la sonorizzazione della sibilante.
8) NETAAB "governo", "che governa" e TABA "governare" sono derivati dalla stessa radice. Non è chiaro il significato della vocale lunga nella prima forma, che ha anche una variante NETAAIB. Esiste GNETAAB "il tuo governo", ma è chiaro che ha un pronome prefisso G-. Come se non bastasse, abbiamo anche CABA, sinonimo di TABA. Sono tracce fossili di una condizione precedente della lingua, decisamente più complessa di quanto possiamo immaginare.
9) URBS "abbellire" e TURBS "bellezza" hanno la stessa identica radice, ma nel sostantivo astratto è presente un prefisso sclerotizzato.


Si potrebbe andare avati ancora a lungo. Nessuno di questi mezzi di formazione delle parole è produttivo, così non si capisce bene come Dee e Kelley possano aver prodotto con la pura fantasia materiale linguistico che reca traccia di una storia fossilizzata. Una storia che ha ben poco a che fare con gli Angeli. Se tutto ciò fosse confermato, implicherebbe la creazione e l'uso inveterato dell'Enochiano da parte di esseri umani in carne ed ossa, dotati di una bocca per mangiare e di un ano per defecare. 

Confronti esterni 

Cosa anche abbastanza scontata, Laycock et alteri scorgono nell'Enochiano influenze ebraiche: a detta loro il Sommo Mago della corte di Elisabetta I intendeva plasmare la lingua enochiana sul modello della lingua di Israele, intesa come strumento primo della Creazione nell'opinione corrente dei suoi tempi. A parte qualche assonanza fortuita (es. enochiano IADNAH "conoscenza" - ebraico yādaʿ "conoscere"; L, EL, ELO, LO "uno; primo" - ebraico 'Ēl, 'Ĕlōah, 'Ĕlōhīm "Dio"), va detto che in generale non si scorgono somiglianze di alcun genere. La cosa è abbastanza sorprendente, dato che Dee riteneva la lingua dell'Antico Testamento una forma degradata e semplificata della Lingua Angelica. Anche sul piano della morfologia non c'è consonanza tra la struttura della sacra Lingua Enochiana e quella della Lingua dell'Antico Testamento. Non esiste una consonanza dimostrabile nemmeno con la struttura e con il lessico della lingua inglese, antica o moderna, checché se ne dica (in genere si citano assonanze come BABALOND "prostituta" - Babylon "Babilonia"; LEVITHMONG "bestia dei campi" - Leviathan "Leviatano" + mongrel "ibrido", NAZARTH "Pilastri della Gioia" - Nazareth - cose tutte da dimostrarsi). Non si fa comunque quasi mai ricorso a materiale anglosassone genuino: spesso e volentieri si tratta ancora di parole semitiche riciclate e/o metanalizzate. 

Una grammatica problematica 

In Enochiano la grammatica mostra segni di grande usura, compatibilmente con un'origine remota. Non esiste distinzione tra forme singolari e plurali. Non esiste distinzione di genere tra parole maschili e femminili. Questo contrasta nettamente con la morfologia della lingua biblica, con plurali maschili in -īm (stato costrutto ) e femminili in -ōth. Non esiste modo di distinguere dall'aspetto il genere delle parole, in contrasto con l'ebraico, che distingue le parole femminili tramite le desinenze (stato costrutto -ath), -eth, -īth, -ūth. A dire il vero l'Enochiano contrasta anche con la morfologia della lingua inglese, ridotta all'osso ma sempre così attenta a specificare il plurale con l'onnipresente sigmatismo, -s o -es a seconda dei casi. Vero è che esiste qualche anomalia nella favella degli Anglosassoni (es. children "bambini", brethren "confratelli", geese "oche", mice "topi", dice "dadi", sheep "pecore", fish "pesci", etc.), ma nulla di simile si ritrova nella Lingua di Enoch. Occorre stare attenti alle apparenze. Se si cita LUSD "piede" opposto a LASDI "piedi", si commette un errore tendenzioso. Non esiste infatti un suffisso pluralizzatore *-I, dato che le traduzioni corrette sono LUSD "piede, piedi" e LASDI "piede, piedi" (si trova anche LUSDA, LUSDI, etc.). Così sia ha oltre a NOR "figlio, figli" anche NOROMI "figlio, figli": non bisogna citare NOR "figlio" opposto a NOROMI "figli" o si è tendenziosi. Non esiste un pluralizzatore *-OMI per questa radice. Evidentemente si tratta di casi di usura fonetica, in cui forme brevi e consunte si sono prodotte da forme antiche più lunghe. La declinazione dei sostantivi è residuale, ci sono forme flesse in casi obliqui, ma non è facile codificarle. Il complemento di possesso si esprime con lo stato costrutto, come in ebraico: 

NOR-MOLAP "i Figli degli Uomini" 
NAZAVABH "pilastri di giacinto"


La coniugazione dei verbi esiste soltanto per pochi verbi ed è in larga misura suppletiva; pure si incontrano resti di suffissi sclerotizzati. Queste sono le forme del verbo NOAN "essere; divenire" (varianti NOALN, NOAR, NOAS, NOASMI): 

ZIR "io sono"
ZIRDO "io sono"
GEH "tu sei"
I "è"
CHIIS, CHIS, CHISO "essi sono"
AS "fu"
ZIROP "fu"
ZIROM "furono"
TRIAN "sarà"
BOLP "che tu sia, sii tu"
CHRISTEOS "che sia là"
IPAM "non è"
IPAMIS "non può essere"


In ZIRDO "io sono", il suffisso -DO è un antico pronome fossilizzato, verosimilmente una variante di OL "io". La protoforma potrebbe essere *ZIR-LO.

Lacune nel vocabolario  

Purtroppo esistono gravi limitazioni nel parlare questa lingua arcana. Oltre a esserci molte parole attestate e di cui si ignora il significato, il patrimonio di vocaboli con traduzione non comprende moltissimi concetti basilari. Ad esempio ci rendiamo conto del problema se pensiamo al fatto che non conosciamo i nomi dei colori. Sfogliando il dizionario "completo" di Laycock nella sezione Inglese-Angelico, vediamo che non si tratta di lacune, bensì di autentiche voragini! Ecco un elenco brevissimo di parole di cui non si conosce la traduzione in Enochiano:

ano = ???
bere = ???
bianco = ???
cane = ???
dolce = ???
giallo = ???
lucertola = ???
mangiare = ???
miele = ???
ombelico = ???
nero = ???
rosso = ???
serpente = ???
sperma = ???
sterco = ???
uovo = ???


E non mi si dica che sono fissato con l'ano e con le feci! Un essere che parla articolando vocali, che pensa, che conosce l'acqua, la terra e il fuoco, deve per forza di cose aver dimestichezza anche con questo Cosmo governato dall'entropia - e possedere i vocaboli necessari! Sappiamo che esistono molti testi non tradotti. C'è sempre la speranza di poter ampliare non poco le nostre conoscenze.  

I nomi delle lettere 

Quello che stupisce è la mancanza di corrispondenza tra il nome delle lettere e il loro suono. La mia ipotesi è che questi nomi risalgano a protoforme più coerenti, per quanto molto complesse. 

OR < *FORTH-
    
(nella Golden Dawn è usata la variante ORTH)
DRUN, DRUX < *NRUNGS- 
UR < *ŁR- 
FAM < *SFAM-
DON < *RDON-


Si notino i segni di antiche rotazioni consonantiche: 

PA < *BBA-
CEPH /kef/ < *ZGHEPP- 
GER < *GYER- < *QUER-


All'epoca delle protoforme, il nome di ogni lettera concordava col suono da essa rappresentato, come in genere avviene negli alfabeti a cui siamo abituati. L'usura fonetica dei nomi delle lettere ha quindi portato alle incongruenze descritte. 

Variazioni interne e proto-enochiano 

In parole povere, per comprendere meglio i misteri dell'Enochiano è necessario ricostruire il proto-Enochiano. Si notano alcune bizzarrie, alcuni squilibri, se così possiamo dire. Per esempio, accade che la consonante F non è mai seguita dalle vocali O e U / V, a quanto ho potuto appurare. L'unica possibilità di avere un suono /f/ seguito da /o/ è in parole con la sillaba -PHO-, che però deriva dalla lenizione di un precedente *-PO- (e Dee già l'aveva intuito, come risulta dalle sue note). Questo significa che il suono /f/ originale è sparito fin da epoca remota se seguito da una vocale posteriore. Mi si dica come potevano i maghi elisabettiani sognarsi tutto questo, quando sarebbe stato ben più facile creare una lingua dalla fonetica lineare! Dalle numerose varianti si possono dedurre cose molto interessanti. Siccome MIAM "continuazione" ha la variante NUAM, mi sento di ricostruire una protoforma *NWEAM- a partire da questi dati. Potrei riempire interi volumi con note di questo genere. 

Enochiano e glossolalia  

Laycock ha analizzato alcuni testi di Kelley, giungendo alla conclusione che hanno caratteristiche tipiche delle produzioni glossolaliche. Lo studioso è portato a crederlo per via dell'uso massiccio di forme allitteranti con una struttura fissa. Questo è un esempio:

VOH GESME AX PAH LOSQUAN NOF AFMA OL VAMMA UN SAMSES OH SET, QUAMSA OL DANDA DOT FANTA ON ANMA OL...  

Trovo frustrante comprendere soltanto che Kelley parlasse in prima persona, usando di continuo il pronome OL "io": il resto mi è impenetrabile. A colpire Laycock è l'occorrenza di monosillabi contenenti la vocale /o/ alternati a bisillabi in cui ricorre prevalentemente la vocale /a/ in presenza di consonanti nasali. Eppure sono convinto che non si tratti in ogni caso di una glossolalia tipica. Nei testi di parlanti glossolalici finora analizzati emerge una strana peculiarità, che non riscontro in alcun modo nell'Enochiano: la ripugnanza per le consonanti finali di parola e per i gruppi di consonanti. Si hanno strutture fonetice ben più semplici, come emerge ad esempio dal lavoro di Samarin. Occorre studiare ancora molto.  

Realtà perturbata!

L'Imperatore Carlo V, che inviò contro il Papato i Lanzichenecchi di Frundsberg, eroici fanti germanici, affermava di parlare boemo col Diavolo. Quella non è la lingua più adatta. Si direbbe che per parlare col Diavolo sia necessario utilizzare l'Enochiano: ha tutta l'aria di essere proprio la Lingua di quello che so essere il Creatore di questo Universo maligno. Eppure qualcosa sembra non quadrare. Non credo che il Creatore Malvagio abbia mai messo a parte il genere umano della propria lingua, posto che gli serva davvero averne una. Inoltre c'è un dettaglio di non scarsa importanza, che andrà interpretato e spiegato. Questo posso constatare dalla mia personale esperienza: la lingua enochiana porta male. Se si impreca usandola, subito si crea disarmonia, anche da piccole cose nascono fomiti di fastidio e di danno. Se si insiste con questo costume, ecco che cominciano a capitare cose brutte tutt'intorno. Mi è comunque difficile rinunciare a questa mia abitudine. Uso l'Enochiano come una lingua di mercenari, marinai, pirati e sodomizzatori. Una volta ho imprecato su un treno a causa della calca insopportabile, menzionando la Morte-Dragone, TELOCHVOVIM, ed ecco che un adolescente si è messo a vomitare all'istante. Se urlo a una persona le parole "UPAAH TELOCH MIRC ILS!", ossia "Le Ali della Morte siano su di te!", quella persona ne avrà un grave danno. A dire il vero capita spesso quando qualcuno mi insulta o mi arreca fastidio. Tanto per far capire la violenza insita nella lingua, ecco un'ingiuria molto volgare: "VIRQ A BUTMON LEVITHMONG!" Si traduce così: "Che la tua bocca sia una cavità sessuale per un caprone!" Decisamente poco angelico.

mercoledì 20 febbraio 2019


L'UOMO LASER

Titolo originale: Laserblast
Anno: 1978
Paese: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Durata: 80 min
Genere: Fantascienza
Regia: Michael Rae
Produttore: Charles Band
Sceneggiatura: Frank Ray Perilli, Franne Schacht
Fotografia: Terry Bowen
Musiche: Richard Band, Joel Goldsmith
Curato da: Jodie Copelan
Compagnia di produzione: Irwin Yablans Company
Distribuito da: Irwin Yablans Company
Interpreti e personaggi
    Kim Milford: Billy Duncan
    Cheryl Smith: Kathy Farley
    Gianni Russo: Tony Craig
    Roddy McDowell: Dottor Mellon
    Keenan Wynn: Colonnello Farley
    Dennis Burkley: Deputato Pete Ungar 
    Barry Cutler: Deputato Jesse Jeep
    Mike Bobenko: Chuck Boran
    Eddie Deezen: Froggy
    Ron Masak: Sceriffo
    Rick Walters: Mike London
    Joanna Lipari: Franny Walton
    Wendy Wernli: Carolyn Spicer
    Steve Neill: Alieno umanoide

Trama:
Un'astronave aliena è guidata da alcuni giganteschi lucertoloni bipedi e microcefali, la cui coda è poco più che un moncherino. Questi esseri dalla pelle floscia, che ricordano un po' delle tartarughe senza guscio, parlottano in una strana lingua cinguettante: "Quippa, quippa! Weppa, weppa!"; a volte le loro vocalizzazioni hanno una sonorità quasi umana, tanto che sembra di udire parole come "whosgoing", "aswee", "itchmo", "bimbo". In uno sperduto recesso del deserto della California, essi hanno uno scontro armato con un umanoide ostile e riescono a disintegrarlo, quindi ripartono verso le profondità siderali. A un certo punto si rendono conto di aver dimenticato nel deserto una specie di cannone laser, appartenuto all'umanoide da loro ucciso. Un'arma che a quanto pare deve essere molto costoso produrre. Già si stavano allontanando verso lo spazio esterno, quando il loro capo, stizzito, li contatta al teleschermo e ordina di invertire la rotta verso la Terra: essendo avidissimo e più avaro di Shylock, non può permettere che una risorsa tanto preziosa sia abbandonata su un pianeta come il nostro, tanto simile a un deretano merdoso dell'Universo. A questo punto l'arma laser è stata trovata da Billy Duncan, un giovanotto biondo coi capelli a caschetto, che la prende con sé, assieme a una misteriosa collana metallica fatta di un materiale alieno. Presto il ragazzo impara a sparare e provoca grandi incendi. Capisce che quello strumento di morte gli può permettere di vendicarsi dei torti subìti da una compagnia di energumeni che molestavano le ragazze, così dà fuoco alle loro auto, oltre che di sfogare la sua rabbia contro una società ingiusta. Ogni volta che qualcuna gli nega un pompino, tutto va a fuoco, la notte arde di sinistri bagliori. Tutto sembra procedere a meraviglia. "Presto sarò il padrone del mondo", pensa, "e nessuna potrà dirmi di no. Tutte dovranno piegarsi alle mie voglie e lapparmi!" Qualcosa però va storto, come spesso accade in questo Cosmo governato dall'entropia. Cominciano i guai. Oltre a non ottenere quanto desiderato, il povero Billy Duncan subisce trasformazioni inquietanti. L'amuleto extraterrestre dà segnali di vita propria e sprofonda lentamente nella carne del torace del ragazzo, fino ad esserne incorporato. L'arma si salda al braccio e i lineamenti facciali mostrano segni preoccupanti di mutamento: il volto si distorce, cambiano gli occhi, iniettati di sangue, la cui pupilla diventa verticale come quella di una vipera. I denti diventano affilati. In altre parole, lo sprovveduto biondiccio si trasforma in un feroce Rettiliano! La sua furia porta devastazione ovunque. Col micidiale laser incendia tutto e tutti senza motivo. Alla fine la nave dei lucertoloni microcefali cinguettanti fa la sua irruzione dal cielo. Gli extraterrestri non perdono tempo: fulminano il protagonista, riprendendosi l'arma tanto costosa. Non c'è più nulla da fare. Una ragazza bionda, la bella Kathy, arriva e piange sul corpo dell'amico estinto. Tardive e vane lacrime di coccodrillo: i pompini avrebbe dovuto farglieli quando era in vita!



Recensione:  
Tutto sommato è un film di una pochezza disarmante. Certo, può essere divertente e leggero, utile giusto per rilassarsi sul divano con gli amici, mentre i postumi di una massacrante settimana lavorativa fanno sprofondare in uno stato simile al coma. Anche perché le sole scene interessanti sono quelle in cui compaiono i lucertoloni cinguettanti, che stupiscono con la loro tecnologia pupazzesca. Trovo invece soporifere le scene con i poliziotti pieni zeppi di erba e mezzi ubriachi. C'è poi la vita mondana dei ragazzi californiani, che si svolge attorno alla piscina e in costume da bagno: è qualcosa che sederebbe un mandrillo in calore. Solo al pensiero sento che le palpebre mi si chiudono e che Morfeo mi reclama. Per fortuna ogni tanto sono stato risvagliato dal mio stato comatoso da esplosioni improvvise seguite da spaventose vampate di fuoco, in cui le automobili dei bulli si consumavano. La satira a sprazzi possiede la pellicola, come una forza occulta. Così lo psicopatico Billy Duncan, che somiglia un po' a Luke Skywalker (e a Nino D'Angelo!), a un certo punto colpisce ripetutamente un cartellone pubblicitario di Guerre Stellari servendosi del suo prodigioso cannone alieno. Un cartellone stranamente spoglio, solo la scritta "Star Wars" su sfondo giallognolo, credo per una stupidissima questione di diritti d'autore. Eppure sono convinto che il nostro Uomo-Laser non sarà dimenticato tanto facilmente. Proprio perché mostra una bassissima densità ontologica, ha maggiori probabilità di sopravvivere all'usura del tempo. Già me lo vedo riapparire dalle spelonche dell'Oblio tra qualche decennio, facendo capolino come un minuscolo geco da un angusto anfratto, quando ormai la Noosfera umana si starà avviando al collasso di fronte al Cavallo Pallido e alle Orde di Thanatos. 

Altre recensioni e reazioni nel Web

Sul sito Comingsoon.it è riportato un commento non certo eulogistico: 


"Uno dei film di fantascienza più ridicoli e noiosi degli ultimi anni. Gli effetti speciali danno l'impressione di un modesto teatro di marionette e il ritmo è lento fino all'esasperazione. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv) Scarsamente originale, sceneggiato con povertà di idee e con troppe ripetizioni degli effetti più banali, interpretato dilettantisticamente, il dramma tocca più volte il ridicolo proprio nelle parti fantascientifiche che avrebbero dovuto sfruttare il pezzo forte." 

Oltremodo divertente la recensione di Marchiño, comparsa su Filmbrutti.it


Definito "lungometraggio noiosissimo", il film viene consigliato "agli amanti delle tartarughe". Questo estratto è sublime: 

"Memorabile è la scena in cui i due lucertoloidi ricevono istruzioni dal loro capo direttamente sullo schermo della loro astronave: il groviglio di gesti scattosi e gli pseudo-ululati dei tre conferiscono alla conversazione una dimensione quasi lisergica (ed oltremodo esilarante)." 

Lui li sente come ululati, io come un grottesco cinguettio. Ne sono sicuro: un giorno verrà un esorciccio a dichiarare che i versi di quegli alieni, se ascoltati al contrario, coincidono col nome di Satana! 

Notevole è anche la recensione di Haranban, pubblicata nel suo blog di Blogspot, Quello che gli altri non vedono:


La sua analisi è rigorosa, tanto che contiene persino un dettagliato fact checking, articolato in più punti esposti con la massima razionalità. Al termine di questa serrata disamina, il film di Rae, già definito "abominio", viene etichettato come "una VERA MERDA, dunque, dimenticabile e che non vale la pena di essere guardata"

Controcorrente e nettamente positivo è invece il giudizio formulato sul sito Mymovies.it da Fabian T.:


"L’uomo laser” (Laserblast) è il B-Movie di uno sconosciuto Michael Rae ambientato in una regione desertica della California che diviene lo scenario di una stravagante storia di fantascienza. Uscito da qualche mese in DVD per la prima volta, almeno in Italia, ostenta senza mezzi termini la sua sobria produzione “underground”, procedendo in una narrazione tanto poco usuale quanto libera e scanzonata, seppur lineare nel suo evolversi. La storia del ritrovamento di un'arma aliena che, finendo in mano a un semplice ragazzo come tanti, può trasformare se stessi in un orrendo mostro assassino è infatti l'idea semplice ma efficace che funge da colonna portante per tutta la durata del film." 

E ancora:

"Sebbene già da subito si intuisca la povertà di mezzi con cui purtroppo il regista ha dovuto (o voluto) realizzare il film, "L'uomo laser" brilla in realtà di una propria intrinseca qualità, ossia il soggetto interessante, anzitutto, rappresentato con ambientazioni e situazioni indubbiamente suggestive: la metafora è chiara e il finale non può che essere prevedibile nella sua inevitabilità. Il film possiede anche altre caratteristiche non sempre ravvisabili in produzioni simili che godono di un budget maggiore: affascinanti effetti speciali (compresa la "stop motion" per gli alieni), attori sconosciuti ma spontanei (a eccezione del noto Roddy McDowell che interpreta il Dott. Mellon), musiche dignitose, scenari desolanti, arma ed effetti laser molto ben realizzati." 

Questa è la sorprendente conclusione:

"Rimane pertanto un lodevole esempio di fantascienza artigianale che, nonostante gli anni, sa raccontarsi con un certo fascino e mistero." 

Quando leggo questo genere di cose rimango sempre allibito, ho come l'impressione di aver visto un altro film!