lunedì 18 gennaio 2021

IL MAGO DI OZ: ORIGINI, PRONUNCIA ED ETIMOLOGIA

 
Il romanzo Il meraviglioso mago di Oz (The Wonderful Wizard of Oz) è opera di Lyman Frank Baum (1856 - 1919) ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1900 da George M. Hill Company. Il suo successo è stato immenso e ha dato origine a una lunga serie di sequel. Ecco un elenco di queste opere, che sono finite tutte nell'Oblio e nel Nulla: 
 
1) The Marvelous Land of Oz (1904), pubblicato in italiano come Il meraviglioso paese di Oz e Oz paese incantato;
2) Ozma of Oz (1907), pubblicato in italiano come Ozma, regina di Oz e Ozma di Oz;
3) Dorothy and the Wizard in Oz (1908), pubblicato in italiano come Il ritorno del mago di Oz;
4) The Road to Oz (1909), pubblicato in italiano come La strada per Oz;
5) Emerald City of Oz (1910), pubblicato in italiano come La città di smeraldo di Oz
6) The Patchwork Girl of Oz (1913), pubblicato in italiano come La ragazza di pezza di Oz;
7) Tok of Oz (1914), pubblicato in italiano come Tic toc di Oz;
8) The Scarecrow of Oz (1915), pubblicato in italiano come Lo spaventapasseri di Oz;
9) Rinkitink in Oz (1916), pubblicato in italiano come Rinkitink a Oz;
10) The Lost Princess of Oz (1917), pubblicato in italiano come La principessa perduta di Oz;
11) Tin Woodman of Oz (1918), pubblicato in italiano come Il boscaiolo di latta di Oz;
12) The Magic of Oz (1919), pubblicato in italiano come La magia di Oz;
13) Glinda of Oz (1920), pubblicato in italiano come Glinda di Oz.

Tutti conoscono il personaggio chiamato Mago di Oz, più che altro per via degli adattamenti cinematografici del primo romanzo. Se non c'è alcun particolare merito a sapere chi è questo facitore di miracoli, pochi si sono chiesti da dove derivi l'enigmatico toponimo Oz. Esistono a questo riguardo numerose ipotesi cervellotiche tra loro in contraddizione e in genere inconsistenti come un mucchietto di feci canine deposto su una via. Alcune poi sono leggendarie e appartengono al regno della memetica, quindi sono di per sé prive di qualsiasi valore. Comunque sia, le passo in rassegna in questa sede: 
 
1) Il toponimo fantastico Oz sarebbe stato scelto per la sua somiglianza a Boz, pseudonimo impiegato dallo scrittore Charles Dickens, il cui lavoro era ammirato da Baum. Lo pseudonimo Boz deriva chiaramente da Boaz, nome di una delle due colonne del Tempio massonico.

2) Il toponimo fantastico Oz sarebbe stato scelto per la sua assonanza con Ozymandias, titolo di una famosissima poesia di Percy Bysshe Shelley. Questo nome, come già spiegato in altra sede, è una grecizzazione di uno dei tanti epiteti del Faraone Ramesse il Grande, oggi più noto come Ramses II. Per maggiori dettagli rimando a questo post: 
 

3) La Terra di Oz (Land of Oz) descritta da Baum sarebbe stata chiamata così perché nella Bibbia è menzionata la Terra di Uz, nel Libro di Giobbe.
Gli anglosassoni d'America credono che ciò possa dimostrare che Baum pronunciasse Oz più o meno come il biblico Uz. Questo tuttavia è un grave errore. Si noterà che Oz è stato fatto rimare con il verbo inglese was "fu" in una canzone apparsa nella bozza di una drammatizzazione inedita del libro di Baum, risalente all'anno 1901. In ebraico la Terra di Uz è chiamata אֶרֶץ־עוּץ Erets-ʿŪts. Dobbiamo notare che Uz è scritto עוּץ, deve essere pronunciato /ˁu:ts/, dove la consonante finale non è affatto come quella del verbo was, bensì come il gruppo -ts finale nel plurale cats (e come -zz- nell'italiano cazzo). Una trascrizione di Uz in grado di suggerire a un anglosassone una pronuncia accettabile sarebbe Oots. In latino si hanno gli adattamenti Os, Ox e Ausitis.
In Israele, nel XX secolo, quando The Wizard of Oz fu tradotto in ebraico, il traduttore dei sottotitoli del film scelse di usare Erets-ʿŪts (ossia "Terra di Uz") per rendere l'originale Land of Oz. In aggiunta a ciò, l'adattamento musicale di Avraham Shlonsky della fiaba dei Fratelli Grimm, Rumpelstiltskin, oltre a chiamare il personaggio principale Uz-li-Guz-li, aggiunge esplicitamente che la storia si svolge nella Terra di Uz. Quindi per i lettore israeliani Erets-ʿŪts ha assunto un nuovo strato di significati privi di connessione con il testo biblico.

4) Il nome Oz sarebbe stato ispirato da un altro concetto biblico, quelle esposto in un passaggio del Libro della Rivelazione (1, 8): "
Io sono l'Alfa e l'Omega, disse il Signore Dio, "che è, che fu e che sarà, l'Onnipotente." 
Secondo questi imbecilli d'America, dato che il corrispondente di Alfa-Omega nell'alfabeto latino è A-Z, ne sarebbe derivato direttamente Oz, come tentativo di pronunciare come sillaba la sequenza di lettere A-Z, benché non sia logico pronunciare A (in inglese /eɪ/) come O (in inglese /oʊ/, /əʊ/). Si ricorda che Oz rima con il verbo inglese was "fu", per testimonianza dello stesso autore, cosa che invalida questa grossolana ipotesi religiosa.

5) Il nome Oz sarebbe derivato dal fatto che Baum avrebbe amato "le storie che facevano esclamare al lettore
‘Ohs’ e ‘Ahs’ per la meraviglia" (originale: "liked stories that caused the reader to exclaim with ‘Ohs’ and ‘Ahs’ of wonder"). Da questi supposti versi inarticolati, che non è facile attestare altrove, sarebbe venuto il nome.

6) Secondo Martin Gardner, il nome Oz sarebbe derivato da un'abbreviazione criptica dello Stato federale di nascita dello stesso Baum. Secondo questa grottesca idea, essendo NY le iniziali di New York, N sarebbe diventata O per il salto di una lettera, e allo stesso modo Y sarebbe diventata Z. Così NY "New York" avrebbe dato origine a OZ. Secondo una simile procedura criptica, ma eseguita al contrario il nome del computer HAL 9000 nel film 2001: Odissea nello spazio (Stanley Kubrick, ), sarebbe derivato da IBM. Questa sarebbe la chiave: I => H; B => A; M => L. Trovo che tutto ciò sia abbastanza ridicolo.

7) Negli anni '60 del XX secolo, The Wonderful Wizard of Oz è stato interpretato come una parabola populista, dove Oz sarebbe semplicemente l'abbreviazione standard per ounce "oncia" (unità di misura di peso), in accordo col simbolismo aureo della strada lastricata di mattoni gialli e del simbolismo argenteo delle pantofole di Dorothy. L'argomentazione è di una fragilità logica molto spinta.

8) Il nome Oz sarebbe un'abbreviazione vernacolare di Australia /ɔːˈstɹeɪlɪə/, scritta con una varietà di ortografie Ossie, Ozzie, Aussie, Aus e anche Oz. La pronuncia australiana di queste abbreviazioni è /ˈɔzi/, sempre con la sibilante sonora. L'Australia è un grande continente prevalentemente desertico, con oasi verdi ricoperte da una rigogliosa vegetazione tropicale, subtropicale e subalpina. Le abbreviazioni del nome dell'Australia, Ozzie, Aussie e simili, sono attestate per la prima volta nel 1902, ma dovettero esistere già da tempo, ben prima della loro comparsa su carta stampata.   

9) Una leggenda piuttosto diffusa circa l'origine del nome Oz è che l'autore l'abbia tratto dalle lettere che comparivano sul dorso di due raccoglitori: A-N, O-Z. Esiste anche una variante di
questa narrazione, che ha l'aria di essere stata inventata di sana pianta. Ramona Baxter Bowden, nipote dell'autore, gli avrebbe chiesto in un'occasione quale fosse l'origine del singolare toponimo fantastico. Lo zio le avrebbe indicato tre raccoglitori nel suo casellario, contrassegnati dalle lettere A-G, H-N e O-Z. Questa stupida storia è attestata per la prima volta nel 1903, ma la moglie di Baum l'ha sempre rigettata come apocrifa.   

10) Il nome Oz sarebbe derivato da un'abbreviazione del toponimo Ozark Plateau, altopiano di rocce magmatiche situato negli Stati del Missouri, Arkansas, Oklahoma e Kansas, tra i fiumi Arkansas e Missouri. L'ipotesi è stata formulata per via del fatto che numerose storie di Baum sono ambientate in regioni impervie ed inospitali degli Stati Uniti. Proprio in tali vallate sopravvisse più a lungo il lupo terribile (Canis dirus), detto anche metalupo. Gli accademici credono che Ozark derivi in ultima analisi dal francese Aux Arcs "Verso gli Archi", oppure da un improbabile Aux Arkansas, che dovrebbe significare "Verso l'Arkansas", anche se non mi è chiaro il motivo della preposizione articolata al plurale.

11) Il nome Oz sarebbe derivato dall'irlandese Óg "Giovane", ben noto per via del toponimo mitico Tír na nÓg "Terra dei Giovani" (variante Tír na hÓige "Terra della Giovinezza"). Se non è possibile affermare un legame diretto tra la mitologia di Oz e la terra incantata del folklore irlandese, sono state ritenute degne di attenzione alcune vaghe somiglianze fonetiche, come quella tra la divinità celtica Ogma e la Principessa Ozma. Per me sono stronzate degne di essere derise: la divinità Ogma era di sesso maschile, con pelle rugosa e un immenso cazzone, mentre la Principessa Ozma è chiaramente di sesso femminile, con una  fica pelosa e spanata tra le gambe. Semmai la Principessa Ozma è più simile alla Sheela na Gig!  

L'opinione di una vedova
 
Secondo l'associazione chiamata Club Internazionale del Mago di Oz, Maud Baum, vedova dell’autore, affermò in una lettera a Jack Snow che il nome Oz fu inventato di sana pianta. Ecco, sono sufficienti poche parole di una donna matura per annientare interi castelli di fantasie!  

Il problema della pronuncia di Oz 

In italiano si segue nella maggior parte dei casi il deprecabile principio della pronuncia ortografica. In altre parole, si pronunciano i vocaboli sconosciuti come si scrivono, secondo l'ortografia italica. Quindi Oz è pronunciato /ɔts/, con la consonante z che si trova nella parola razzismo: un'affricata postalveolare sorda. Proprio come il giapponese kamikaze (alla lettera "vento divino") ha dato origine ai kamikazzi sulla bocca di Luca Giurato, quello del Mudo li Merlino! Così ha detto con la sua pronuncia distorta: "Ci sono cinquantapila kamikazzi." Questo problema esiste anche in tedesco, dato che la lettera z trascrive una consonante affricata postalveolare sorda /ts/ anche in quella lingua. La pronuncia di Oz in tedesco è identica a quella che ha in italiano. La pronuncia originale di Oz dovrebbe invece essere /ɔz/, con la consonante s che si trova nella parola rosa: un fricativa sibilante sonora. Va però detto che abbiamo serie difficoltà a capire cosa avesse davvero in mente Lyman Frank Baum, che pur essendo un genuino discendente di rampolli della Germania, pronunciava il suo cognome /bɔ:m/ anziché /baʊm/. Secondo gli Israeliani, sostenitori della tesi dell'identità tra il Paese di Oz e la Terra di Uz, Baum avrebbe dovuto usare una consonante affricata postalveolare sorda, come in italiano. Bisogna tenere conto di questa opinione autorevole.
 
Semantica di Oz
 
Fortunatamente conosciamo la traduzione del nome Oz: nel libro Dorothy and the Wizard in Oz, the name is translated as "grande e buono". Saremmo a questo punto tentati di trarre da tutti questi elementi una desolante conclusione: ovviamente si tratta di un'invenzione arbitraria, senza alcun fondamento in qualsiasi lingua parlata dal genere umano, nel passato, nel presente o nel futuro. Ma è davvero così?
 
 
Leone di Lernia, il Mago di Auz!
 
Ecco finalmente la spiegazione definitiva. L'ispirazione è venuta a Baum dalla prodigiosa apparizione di un crononauta: Leone di Lernia che ha viaggiato indietro nel tempo! Lo scrittore americano si è trovato davanti a sé all'improvviso la figura del cantautore pugliese, con gli occhi strabuzzati, che ha urlato un suono arduo quanto incomprensibile: "ÀUZ!!!"

venerdì 15 gennaio 2021


LA MORTE DI SIDDHARTHA GAUTAMA BUDDHA 
 
Sentii parlare della sorprendente morte di Siddhārtha Gautama, più noto come Buddha, in una circostanza abbastanza curiosa, in un sito nichilista ormai sparito dalla Rete:  CounterOrder.com. Se si cerca di accedere all'url, compare una scritta desolante: "The domain counterorder.com is for sale". Fortunatamente esiste un backup su Oocities.org
 
 
Bizzarramente nell'url del backup compare un glorioso nome germanico, che sarebbe stato inteso in tutta la Germania e tra i Longobardi: Liudegast "Ospite delle Genti". È il nome che nel Nibelungenslied è dato al Re di Danimarca. Credo che sia anche il nick dell'artefice del salvataggio. Esiste una sezione del sito che riporta interessanti notizie biografiche di alcuni nichilisti celebri.
 
 
Essi sono i seguenti: 

Re Salomone
Buddha 
Gorgia 
Niccolò Machiavelli 
Mikhail Bakunin 
Friedrich Nietsche 
Sergei Nechayev 
Vera Figner 
Marcel Duchamp 
Andy Warhol 
La banda Baader-Meinhof 
I Sex Pistols 

Questa è la traduzione in italiano del testo relativo a Buddha:

Buddha Siddhartha nacque in Nepal. Alla fine, esaurito e annoiato dallo stile di vita edonistico come figlio privilegiato di un sovrano della casta guerriera dell'India, Buddha si rivolse all'introspezione e inventò il percorso verso l'illuminazione, attraverso l'amore, la serenità e specialmente la serenità amorevole. 

Rendendosi conto che la sofferenza è il denominatore comune dell'umanità, la meditazione e la pace interiore sono l'antidoto logico all'eterno conflitto esterno. Portando questo alla sua estrema conclusione, nullificando finalmente l'esistenza corporea, la sofferenza viene rimossa e non resta altro che l'illuminazione nello stato finale del Nirvana. Questo è l'obiettivo dei Buddhisti, il desiderio ultimo è raggiungere il Nulla. Una sorta di nichilismo si trasformò in religione, meno spirituale che logica, cosa che fu un virulento affronto al sistema dominante Indù.

Buddha parlava in Pali ma non scrisse mai nulla. Usando la lingua comune invece del Sanscrito elitario, molti non riuscivano a capire che egli includeva la persona media nei suoi sermoni, una nuova idea democratica che conquistò i convertiti that won converts della maggioranza ignorata. Dopotutto chiunque può essere sul cammino dell'illuminazione.

Buddha ha avuto alcune idee sorprendenti, considerato non soltanto il periodo storico, ma anche la longevità storica che attribuisco al notevole concetto di religione come metodologia: "il sentiero" anziché "la fede". E ancora oggi monumenti a sua somiglianza, grandi e ancora più grandi, ricoprono l'intera metà orientale del continente asiatico. E per inciso, le sculture e le immagini del Buddha intendono ritrarre la beatitudine attribuita allo stato di Nirvana - scherzosamente simile a uno sballo sonnifero da droghe o all'oppiaceo originale del Nulla.

Buddha morì a Kusinagara, in Nepal, dopo aver mangiato prosciutto contaminato; se fosse sopravvissuto, sono sicuro che il nono sentiero sarebbe stato "evita i piatti di carne di porco poco cotta". 
 
Questa narrazione pone alcuni problemi, come per esempio quello della dieta. Ebbene, Buddha non era affatto vegetariano. Condannava l'uccisione di animali ma non il consumo delle loro carni, a patto che il macellaio fosse di un'altra religione. Questo semplice dato di fatto non è stato accettato da alcune congreghe di monaci, che hanno anche cercato di nascondere la verità sulla morte di Gautama, dipingendolo come vegetariano. 
 
La fonte più attendibile sul delicato argomento è il Mahāparinibbāṇa Sutta, che è il Sutta 16 del Digha Nikāya, testo scritturale appartenente al Sutta Pitaka della tradizione Theravāda, la più antica del Buddhismo e la più vicina agli insegnamenti originali. Questa è la narrazione. Il ricco fabbro Cunda Kammāraputta ospitò Buddha e gli servì una speciale prelibatezza a base di carne di porco, oltre ad altri piatti, tra i quali del riso cotto nel latte. L'Illuminato ordinò che ai suoi monaci fossero dati soltanto i piatti a base di riso, mentre la carne di porco doveva essere servita soltanto a lui. Il nome di questa preparazione non vegetariana era sūkaramaddava. Mentre Buddha stava mangiando, si sentì molto male, avvertendo un fortissimo dolore addominale e defecando diarrea mista a sangue. Ordinò quindi che ogni avanzo di carne di porco fosse sepolto in una buca. Chiese poi al suo prediletto discepolo Ānanda di portargli dell'acqua. Questi non voleva portargliene, affermando che l'acqua del vicino ruscello era stata contaminata e resa torbida dal passaggio di carri. Buddha insistette per avere comunque quell'acqua. A questo punto fu trasportato in barella nella città di Kuśināgara, dove spirò prima che un medico potesse aiutarlo.   
  
In sanscrito la parola sūkaramaddava indica il prosciutto (da sūkara "porco, cinghiale" e maddava "cosa tenera"). Punto. Sono stati fatti grotteschi tentativi di reinterpretazione! Per evitare lo scandalo, negli ambienti di tradizione Mahāyāna ("Grande Veicolo") si è diffusa una falsa etimologia di sūkaramaddava, tradotto con "cosa tenera dei porci", osssia "cosa tenera gradita ai porci". I porci, sia domestici che selvatici, sono ghiottissimi di funghi. Queste manipolazioni semantiche sono infatti fondate sull'identificazione del cibo fatale con una specie di timballo di funghi. L'amico C., appassionato di Buddhismo, ha scritto: "La possibilità che sia morto per il consumo di funghi contenuti in quel misterioso piatto è riportato come possibile e probabile da alcune fonti". A parte il fatto che l'etimologia da me esposta non lascia adito a dubbi, a parer mio è estremamente improbabile che una preparazione a base di porco possa essere interpretata come una preparazione a base di funghi. Questo ho ribattuto all'amico: "Se il Papa venisse da te a cena, gli daresti un piatto preparato con funghi raccolti a caso? Funghi di cui ignori gli effetti?" E ancora: "Trovo difficile credere che un devoto possa mostrare una simile incuria verso l'oggetto della sua venerazione. Tra i funghi ci sono molti inebrianti, allucinogeni, psicotropi. Gautama evitava con cura ogni sostanza inebriante. Nessun devoto avrebbe rischiato di propinargliene una per ignoranza o per sbaglio." 
 
Ricordo una pubblicità che veniva trasmessa molto tempo fa, ancora nel XX secolo. Uno strano individuo, conciato come un adepto della setta degli Hare Krishna, lodava il "prosciutto alla tibetana". Questo nonostante il fatto che gli Hare Krishna sono notoriamente vegetariani (rifiutano sia la carne che le uova, ma non il latte, che definiscono "nettareo"). In realtà il "prosciutto alla tibetana" esiste. Consiste in un maialino, morto di morte naturale, che viene sepolto nel letame dopo che i mosconi azzurri l'hanno riempito di covata. Riesumato dalla sua tomba fecale, dopo un paio di settimane, il corpo del maialino viene divorato anche crudo. Anche senza arrivare a simili eccessi, forse il piatto preferito di Gautama era meno invitante di quanto potremmo pensare. Esistono persino raffigurazioni pittoriche dell'accaduto: in un dipinto si vede il fabbro Cunda Kumāraputta intento a preparare personalmente il porco per il piacere dell'Illuminato. Cosa interessante, si può notare la tetra figura di Māra, il Demone della Morte, che guida le azioni del cuoco.
 
 
Il dottor Mettanando Bhikkhu è l'autore di un testo estremamente interessante, in cui analizza con estrema cura  la causa della morte di Gautama, identificandola infine con l'infarto mesenterico. 

 
"L'ischemia mesenterica acuta è l'interruzione del flusso sanguigno intestinale causata da un'embolia, una trombosi o una condizione di basso flusso. Causa la liberazione di mediatori, infiammazione e infine infarto. Il dolore addominale è sproporzionato rispetto ai reperti obiettivi."
Fonte: Parswa Ansari, MD, Hofstra Northwell-Lenox Hill Hospital, New York 
 
Le conclusioni dell'autore lasciano comunque perplessi, perché quanto riportato nel Mahāparinibbāa Sutta è oscuro e contraddittorio. 
 
1) Buddha avverte che qualcosa non va nel cibo mentre lo sta mangiando;
2) Buddha dispone che gli avanzi siano seppelliti; 
3) Buddha, mentre sta per morire, afferma che Cunda non deve essere biasimato e che non è stata la carne di porco da lui offerta ad essere causa di morte. 

Quanto affermato nei punti 1) e 2) contraddice le conclusioni del punto 3). 
Forse Gautama intendeva, per misericordia, evitare che Cunda fosse oggetto di odio e di rappresaglie. Per ottenere questo scopo, avrebbe però mentito. Agendo così, l'Illuminato sarebbe venuto meno agli stessi precetti da lui insegnati alle genti. 

Il dottor Mettanando Bhikkhu afferma che non fu la qualità del cibo a uccidere Gautama, bensì la quantità. L'eccesso di cibo avrebbe causato la patologia intestinale, rivelatasi presto fatale. Questa conclusione non è affatto innocua: implica che l'Illuminato fosse goloso, ingordo, incline a ingerire più cibo del necessario. Se era goloso, come è inevitabile credere alla luce di quanto riportato, allora non poteva aver raggiunto il Nirvāa, stato che implica la cessazione di ogni concupiscenza. Le conseguenze di ciò sono devastanti e potenzialmente in grado di distruggere l'intero edificio dottrinale.  
 
Un altro notevole studio  (Chen, 2005), individua la causa della morte di Buddha in una colite necrotizzante causata dal batterio Clostridium perfringens, ma la sostanza delle cose non cambia. 
 
 
L'Illuminato, a cui è attribuita una conoscenza profondissima di tutte le cose, avrebbe dovuto capire che il cibo era infetto prima ancora di portarlo alla bocca.
 
Il karma di Buddha 
 
Le dottrine di Gautama portano a infinite altre aporie. Secondo quanto affermato dall'Illuminato, la liberazione dalla ruota delle rinascite può avvenire soltanto quando sono stati consumati tutti i semi del karma maturati nelle vite precedenti e in quella stante. Perché ciò avvenga è necessario conseguire un karma che non sia né oscuro (ossia funesto) né luminoso (ossia fausto). Quando questo avviene, si raggiunge il Nirvāa, il cui nome indica l'Estinzione, ossia uno stato particolare in cui non esiste concupiscenza. 
Il punto che sembra essere sfuggito a tutti è il seguente: essendo morto a causa di violentissimi attacchi di diarrea, Gautama aveva ancora dei semi del karma da consumare. Questo contraddice quanto si dice sul suo raggiungimento dell'Illuminazione. 
Vivere è dolore. Chi nasce, vive, muore, rinasce, sperimenta dolore in ogni fase del suo passaggio. La malattia fa parte di questo dolore. Il karma funesto è la causa della malattia. Essere colpiti da diarrea sanguinolenta e da atroci coliche addominali fino a morire è senza dubbio una malattia, è senza dubbio dolore, e la causa di ciò deve essere quindi il karma funesto. Ne consegue che Gautama era un uomo come tutti gli altri e non un Buddha
Un uomo che si contorce e smerda sangue, scaricandosi con estrema pena, desidera sommamente una cosa sola: che l'intestino smetta di essere squassato, che le coliche cessino. Quindi non può trovarsi in condizione di Nirvāa, per il semplice fatto che patisce e desidera qualcosa. 
 
Morte del sé personale e Illuminazione 
 
Emerge un'altra singolare contraddizione. Come è risaputo, Buddha afferma che l'attaccamento alle cose genera sofferenza e porta alla rinascita. Le stesse conseguenze porta anche l'attaccamento al sé personale (ātman). Secondo le dottrine buddhiste, non esiste infatti alcun sé personale immortale. Non vi è alcun protagonista immutabile che possa osservare le cose del mondo esterno, costituendo un riferimento duraturo. Il sé personale è un composto in cui è insita la morte: è destinato a dissolversi con la fine delle funzioni vitali del corpo. A questo insegnamento è dato il nome di anātman, ossia "non-sé". 
 
Come può la dottrina buddhista del karma essere compatibile con quella dell'anātman
Se il sé personale si dissolve con la morte, tutto è perduto. Come ha fatto Gautama a ricordare le sue precedenti esistenze quando ha avuto l'Illuminazione? 
Se l'ātman si dissolve con la morte, perché dicono che Gautama abbia ricordato le sue esistenze precedenti? Come avrebbe potuto? 
Se l'ātman si dissolve con la morte, perché dicono che Gautama sapesse prevedere quante esistenze terrene rimanessero a ciascuno dei suoi discepoli? Dall'anātman proviene l'impossibilità pratica di conoscere alcunché del passato o del futuro di un essere. 

Il concetto di rinascita secondo gli insegnamenti di Gautama è molto diverso da quello che popolarmente si crede. La rinascita è paragonata allo spegnimento della fiammella di una candela e all'accensione della fiammella di un'altra candela. Nessuno direbbe che la fiammella spenta della prima candela sia trasmigrata nella fiammella accesa della seconda candela. Non siamo di fronte alla migrazione fisica di un principio vitale.  
 
Come può un principio, pur deterministico come quello del karma, agire su inconsapevoli fiammelle ontologiche, quando il sé personale responsabile delle azioni si estingue con la morte? De facto, a ogni nuova vita si avrebbe un essere diverso, su cui però agirebbero le conseguenze di esseri ormai estinti, corrispondenti alle vite precedenti. Come è possibile stabilire un nesso tra un essere vivente e quelle che era in una sua esistenza passata? Non si può. Le conseguenze della rigorosa applicazione delle dottrine di Buddha portano in modo ineluttabile alla negazione dell'Essere.  

Conclusioni
 
Gautama era davvero un autentico nichilista. Credeva unicamente nel Nulla e perseguiva l'Estinzione di tutti i viventi come unica forma di Salvezza. Tutte le narrazioni sui miracoli, sull'ascesi, sulla santità, sul ricordo di esistenze passate, altro non sono che baggianate inventate da monaci ignoranti, avidi e superstiziosi. Se si tolgono queste futili incrostazioni morali, si ottiene il ritratto di un Profeta del Non-Essere. L'ho compreso di colpo in modo cristallino. Un universo entropico è incompatibile con la dottrina buddhista del karma.

martedì 12 gennaio 2021


IL CRISTO DI BOURGES
 
Nelle sue cronache dell'anno 591, il Vescovo Gregorio di Tours ha riportato un fatto singolare e sommamente degno di nota. Erano brutti tempi per le Gallie, divorate dalla peste bubbonica e da un'ininterrotta serie di carestie e di torbidi. Un abitante della città di Bourges (l'antica capitale del popolo celtico dei Bituriges), si perse in una foresta mentre andava a far legna e fu assalito all'improvviso da immensi sciami di vespe. Intossicato dal veleno di centinaia di insetti, egli cadde in uno stato confusionale ed estatico. Si deve notare come un episodio di questo genere è riportato secoli dopo anche per il Protocataro Leotardo di Vertus, di cui abbiamo già diffusamente parlato in relazione alla comparsa dei primi predicatori Bogomili attestati in Occidente. Va detto che in ogni caso aggressioni di inaudita violenza da parte di sciami di vespe dovevano essere molto comuni nell'antica società agricola. Mentre Leotardo ruppe un nido di vespe terranee (Vespula germanica) durante l'aratura di un campo, è più probabile che il biturige sia stato assalito da colonie di calabroni (Vespa crabro), imenotteri particolarmente temuti e aggressivi. Nonostante le rassicurazioni di alcuni animalisti, questi insetti possono uccidere un uomo e persino un grosso animale, tanto che in toscano sono chiamati "ammazzacavalli". L'uomo di Bourges rimase traumatizzato a tal punto che sopravvisse in uno stato di shock senza recuperare il senno per due anni interi, camminando e nutrendosi quasi per automatismo come un morto vivente privo di volontà. Alla fine, dopo un simile orrido vagabondare, raggiunse la regione di Arles (l'antica Arelate). Si vestiva di pelli di animali, come un selvaggio, e passava tutto il suo tempo immerso in preghiera. Alla fine di questo periodo di ascesi, egli si rivelò alle genti dichiarando di aver ricevuto dal Cielo i doni soprannaturali della guarigione e della profezia. Continuò a lungo a percorrere foreste e zone impervie, attraverso la catena montuosa delle Cevenne e la regione che appartenne al popolo dei Gabali, l'attuale Gevaudan. Dovunque egli andasse, affermava di essere Cristo reincarnato. Torme di diseredati e di afflitti lo interrogavano sul proprio futuro: a molti diceva che sarebbero caduti in preda a gravi malattie, altri che sarebbero stati divorati da terribili afflizioni, soltanto a pochi prevedeva buona fortuna. Incontrò una donna che egli disse essere propria sorella, riconoscendovi la Madre di Dio. La chiamò Maria e le consacrava le terre in cui si recava.

Il cronista Gregorio aveva una spiegazione naturale per ridurre alla ragione questi fatti portentosi: il Cristo di Bourges doveva essere nient'altro che un folle posseduto dai Demoni, che gli conferivano il potere di profetare e di risanare gli ammalati. A causa di queste doti, il Messia dei boschi riuscì a raccogliere intorno a sé un gran numero di accoliti che lo adoravano e lo seguivano dovunque. Già a quell'epoca la Chiesa di Roma era sommamente corrotta, concubinaria, simoniaca e rapace. Si tenga presente che non stiamo parlando del XI secolo, eppure lo scenario sembra incredibilmente simile a quello che vide la formazione dei primi predicatori itineranti in lotta contro lo strapotere del Papato. Stiamo trattando del tardo VI secolo. In quei selvosi distretti dovevano sopravvivere popolazioni di lingua gallica e superficialmente cristianizzate, memori del movimento dei Bagaudi, i ribelli celtici che come antichi Robin Hood assaltavano le proprietà dei ricchi per dare ai poveri le ricchezze razziate. Non stiamo parlando del villaggio di Asterix, come qualcuno con ironia potrebbe essere portato a pensare. Un documento conosciuto come Glossario di Vienne e l'esplicita testimonianza di Gregorio di Tours ci dimostrano che una forma di neogallico era ancora parlata nel VI secolo, sotto il Regno dei Franchi. 

Come un capo dei Bagaudi, il Cristo di Bourges guidava l'assalto delle chiese e dei monasteri, spogliando preti, monaci e possidenti di oro, denaro e vestiario. Molti chierici furono massacrati dagli insorti, ma non va taciuto che altri si spogliavano volontariamente delle loro vesti e delle loro cariche per seguire il Messia silvestre. Inorridito e terrorizzato da questi eventi portentosi, il Vescovo di Le Puy, un certo Aurelio, inviò un ambasciatore ai dissidenti religiosi simulando una richiesta di trattative. Questo legato era però un sicario, esperto nell'omicidio, ed aveva ricevuto dall'ecclesiastico un compito ben preciso: uccidere quello che le masse ritenevano il novello Cristo. Così accadde, che a tradimento il vile assassino finse di genuflettersi davanti all'uomo e lo trafisse con una spada che teneva nascosta, sventrandolo. Il caos si scatenò e i partigiani del movimento messianico furono debellati. La donna chiamata Maria fu torturata e costretta ad ammettere che il Cristo di Bourges era un necromante in grado di soggiogare le anime semplici servendosi delle arti magiche. Sotto il supplizio, rivelò anche i trucchi e gli stratagemmi di cui l'uomo si serviva per irretire la gente, ma molti di coloro che lo avevano seguito continuarono a professare che egli era Cristo. Il movimento non si estinse e mise radici in molte parti della Gallia. Lo stesso Gregorio di Tours testimonia di aver personalmente conosciuto alcuni di questi insorti, che come i Mormoni secoli dopo si facevano chiamare i Santi degli Ultimi Giorni - a dimostrazione che si era trattato di una rivolta importante e non di semplici tafferugli. L'autore cattolico riconosceva la pericolosità di questi ribelli, in quanto insinuavano la speranza di riscossa in gente miserabile e vessata da una vita di penuria e di soprusi. Per quanto sia evidente a tutti che l'uomo di Bourges era uno Pseudo-Cristo ed era completamente privo di spessore dottrinale, la sua figura merita di essere ricordata per la sete di giustizia e per la strenua opposizione al potere della Chiesa Romana.

domenica 10 gennaio 2021


LA STORIA DI LEOTARDO PROTOCATARO
 

Leotardo era un umile contadino nativo del villaggio rurale di Vertus, nella Diocesi di Châlons-sur-Marne, nella regione della Champagne. Si narra che un giorno dell'Anno del Signore 1004, arando un campo, ruppe un nido di vespe terranee che lo aggredirono iniettandogli in corpo una gran quantità di veleno. A seguito di questa intossicazione, Leotardo giacque febbricitante e fece uno strano sogno denso di premonizioni. Al suo risveglio era cambiato. Per prima cosa iniziò a prendere la moglie a pugni e a calci, cacciandola di casa e chiamandola prostituta. Quindi si recò in chiesa e spezzò pubblicamente il crocefisso, definendolo un odioso idolo. All'inizio i suoi compaesani ritennero che fosse impazzito per il dolore, e che l'aggressione degli insetti gli avesse obnubilato il senno. Presto però si resero conto che le sue parole avevano una grandezza che mancava ai sermoni dei preti. Iniziò così la sua predicazione, che gli assicurò un certo seguito di gente di bassa estrazione sociale. Cominciò a sostenere che l'Antico Testamento è malvagio, che ogni forma di rapporto sessuale è un'abominazione da evitare e che il matrimonio è un peccato mortale.

Il vescovo di Châlons, Gebuino, non dormiva sonni tranquilli, e vedeva la posizione della Chiesa di Roma minacciata dalle potenzialità rivoluzionarie del nuovo movimento. Soprattutto ad inquietarlo era il fatto che sempre più persone si infiammavano dalle prediche di Leotardo contro la corruzione del clero, e si rifiutavano di pagare le decime. All'epoca non c'era stato ancora un significativo emergere di idee eterodosse nell'Occidente cristiano. La strategia del vescovo fu così priva della sistematica ferocia che presto sarebbe stata adottata in tutto l'Occidente: si limitò a convocare il predicatore e a interrogarlo senza alcuna coercizione fisica. Ebbe luogo il confronto dell'eretico con i Dottori. Con la sua erudizione, non fu difficile al porporato mettere a nudo forti incoerenze nelle idee rudimentali del povero contadino privo di istruizione. Nel contraddittorio pubblico furono usate le armi di una satira spietata, deridendo Leotardo, che fu prontamente abbandonato dai suoi seguaci. Tale fu la vergogna, che il contadino si vide il mondo crollare addosso e decise di suicidarsi: si gettò in un pozzo profondo e per la caduta morì.


Gli accademici, rigidi nelle loro posizioni, spesso non arrivano a dedurre importanti conclusioni a partire da precisi indizi. Classificano questo episodio come isolato, e si limitano a supporre che nei distretti della Francia settentrionale ebbe luogo una timida influenza del Bogomilismo, la religione dualista all'epoca molto diffusa in Bulgaria. Non si arrischiano oltre: non sanno né vogliono precisare la natura di questa influenza e attraverso quali  percorsi si infiltrò nella Champagne. I Perfetti Bogomili, chiamati anche Theotokoi, avevano un ulteriore epiteto che caratterizzava la loro vita: Fundaiti, ossia Portatori di Bisaccia. Già sul finire del X secolo essi percorrevano le contrade dell'Occidente portando il Verbo del Dualismo Anticosmico. Durante i loro viaggi si assimilavano agli usi locali, imparavano la lingua locale alla perfezione e trasmettevano idee di persona in persona. Pian piano queste idee venivano accolte e germogliavano. Quando un fundaita invecchiava nel corso delle sue eroiche peregrinazioni, trasmetteva la sua missione a giovani adepti, che a loro volta la passavano alle nuove generazioni, fino a far fiorire l'Europa di santi i cui nomi sono stati spesso dimenticati, ma il cui fulgore permise il successivo sviluppo delle Chiese Catare.


Errano molti studiosi sottovalutando la figura dello sfortunato Leotardo: si vede in modo chiaro come in lui fossero già presenti tutti i tratti distintivi di un Catarismo in fase di definizione. L'accaduto dovette lasciare una traccia profonda tra le genti della regione. I Fundaiti che vennero a conoscenza del suicidio nel pozzo impararono dai propri errori, e da allora si prodigarono di propagandare una vasta erudizione biblica e teologica, in modo da permettere ai credenti di rispondere a tono agli argomenti dei chierici della Chiesa di Roma. Se Leotardo fece il passo più lungo della gamba, coloro che gli succedettero non poterono essere confusi dai sofismi, e gettarono nel panico più di un vescovo dimostrando di saperne di più di ogni universitario. Nel giro di pochi decenni la Champagne era piena di nuclei eterodossi di persone che negavano l'Incarnazione, ma seguivano nudi il Cristo nudo con adamantina coerenza. Uomini e donne abbandonavano le famiglie e vivevano in comune senza avere rapporti fisici, astenendosi dal consumo di carne e di ogni alimento nato dal coito, rinunciando ai sacramenti dei preti e all'idolatria, e praticando il Battesimo di Spirito tramite l'imposizione delle mani.


Nella dissoluzione di una vecchia società, una nuova borghesia stava sorgendo, e a causa di questi moti fu sempre più evidente lo sradicamento di intere masse contadine afflitte da interminabili carestie. La penuria alimentare del volgo si contrapponeva agli scandalosi, sfrontati lussi dei prelati. Il marasma contribuì alla creazione di intricate reti di contatti apostolici, consolidando il passaggio delle dottrine da una regione all'altra a seguito di lunghi viaggi. Territori immensi divennero terra di missione. Le idee anticosmiche trovarono terreno fertile: iniziarono a diffondersi tra i neonati ceti borghesi, tra i cavalieri erranti e persino tra i nobili. Una situazione per molti versi affine a quella attuale, con la Rete che permette alle idee di crescere...

venerdì 8 gennaio 2021

LE MALEDIZIONI DELLA LEGGE

Terribile è la natura di Geova, il Peggiore tra i Demoni. Tra gli umani sono esistiti ed esistono molti demoni dotati di una crudeltà inimmaginabile, e di questo fanno testimonianza le memorie storiche così come l'attualità. Eppure neppure il più efferato tra i carnefici potrebbe mai essere paragonato anche lontanamente al Cosmocratore. Pensare che questo Geova possa essere l'origine di tutti i beni, come fanno gli pseudocristiani, è una palese assurdità. L'inconsistenza delle Chiese che si ispirano al Simbolo Niceno è manifesta in mille occasioni non appena si apre il Pentateuco. Come possono i teologi cattolici, protestanti ed ortodossi avere l'ardire di definire "Dio" l'essere che ha dato la legge agli Antichi? Se non sanno cosa questo essere comandò, allora sono ignoranti. Se invece lo sanno e nonostante ciò si ostinano ad affermare che è buono, allora sono malvagi. Il Creatore Malvagio elargisce i suoi doni a chi servendolo gli assicura la progenie per continuare l'atroce abisso di disperazione che è il mondo. Invece se uno si ribella al suo tirannico volere, allora egli minaccia terribili rappresaglie - e se non sempre le mette immediatamente in atto è a causa del suo carattere incostante e bugiardo. Per rendersi conto di tutto questo basta leggere il seguente brano:

Deuteronomio 28

15 Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni: 

16 sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.
 
17 Maledette saranno la tua cesta e la tua madia.
 
18 Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.

19 Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci. 

20 Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvagie per avermi abbandonato. 

21 Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso. 

22 Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito.

23 Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro.

24 Il Signore darà come pioggia al tuo paese sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te finché tu sia distrutto.

25 Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro; diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra.

26 Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà.

27 Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire.

28 Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia,

29 così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà.

30 Ti fidanzerai con una donna, un altro la praticherà; costruirai una casa, ma non vi abiterai; pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i primi frutti.

31 Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai; il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a te; il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà.

32 I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano.

33 Un popolo, che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno;

34 diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.

35 Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con una ulcera maligna, della quale non potrai guarire; ti colpirà dalla pianta dei piedi alla sommità del capo.

36 Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i padri tuoi avete conosciuto; là servirai dei stranieri, dei di legno e di pietra;

37 diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.

38 Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la locusta la divorerà.

39 Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà.

40 Avrai oliveti in tutto il tuo territorio, ma non ti ungerai di olio, perché le tue olive cadranno immature.

41 Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in prigionia.

42 Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo saranno preda di un esercito d'insetti.

43 Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso.

44 Egli presterà a te e tu non presterai a lui; egli sarà in testa e tu in coda.

45 Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato.

46 Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio.

47 Poiché non avrai servito il Signore tuo Dio con gioia e di buon cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa,

48 servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa; essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché ti abbiano distrutto. 

49 Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità della terra, una nazione che si slancia a volo come aquila: una nazione della quale non capirai la lingua,

50 una nazione dall'aspetto feroce, che non avrà riguardo al vecchio né avrà compassione del fanciullo;

51 che mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento, di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue pecore, finché ti avrà fatto perire.

52 Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutto il tuo paese cadano le mura alte e forti, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti assedierà in tutte le tue città, in tutto il paese che il Signore tuo Dio ti avrà dato.

53 Durante l'assedio e l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.

54 L'uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di malocchio il suo fratello e la sua stessa sposa e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono,

55 per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli delle quali si ciberà; perché non gli sarà rimasto più nulla durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.

56 La donna più raffinata e delicata tra di voi, che per delicatezza e raffinatezza non si sarebbe provata a posare in terra la pianta del piede, guarderà di malocchio il proprio marito, il figlio e la figlia

57 e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che deve ancora partorire, mancando di tutto durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città. 

58 Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore tuo Dio, 

59 allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate.

60 Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te.

61 Anche ogni altra malattia e ogni flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto. 

62 Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio.

63 Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi; sarete strappati dal suolo, che vai a prendere in possesso.

64 Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità fino all'altra; là servirai altri dei, che né tu, né i tuoi padri avete conosciuti, dei di legno e di pietra.

65 Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi; là il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e angoscia di anima.

66 La tua vita ti sarà dinanzi come sospesa a un filo; temerai notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita.

67 Alla mattina dirai: Se fosse sera! e alla sera dirai: Se fosse mattina!, a causa del timore che ti agiterà il cuore e delle cose che i tuoi occhi vedranno.

68 Il Signore ti farà tornare in Egitto, per mezzo di navi, per una via della quale ti ho detto: Non dovrete più rivederla! e là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà».

69 Queste sono le parole dell'alleanza che il Signore ordinò a Mosè di stabilire con gli Israeliti nel paese di Moab, oltre l'alleanza che aveva stabilito con loro sull'Oreb.

GLI ORRORI DELLA LEGGE

Leggere il Pentateuco è salutare: tiene ben desti e non permette di cadere vittime dei manipolatori. La Chiesa di Roma non esisterebbe da secoli se la gente avesse avuto saputo difendere il suo diritto di accedere ai testi della Bibbia senza la mediazione del clero. Nessun inganno sarebbe attecchito. Quando si rinuncia al diritto di leggere i libri, ecco che presto o tardi si stabilirà un potere che impedirà di farlo, pena anche la morte. Marcione, che il Pentateuco lo aveva letto e compreso, è diventato uno dei massimi promotori della Verità. E così innumerevoli Buoni Uomini, che hanno visto in quei testi l'opera del Principio Maligno. Non solo hanno coraggiosamente denunciato gli orrori brulicanti nell'Antico Testamento, ma li hanno riconosciuti uno per uno nella Chiesa di Roma. Hanno anche notato l'incostanza di quel Creatore: come nell'antichità Geova perseguitava e consacrava allo sterminio gli adoratori di idoli, così finì col farsi massimo promotore dell'idolatria, dato che nelle chiese la gente adora tuttora vani simulacri e pezzi di legno.
 
Levitico 26

1 Non vi farete idoli, né vi erigerete immagini scolpite o stele, né permetterete che nel vostro paese vi sia pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono il Signore vostro Dio.

2 Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io sono il Signore.

3 Se seguirete le mie leggi, se osserverete i miei comandi e li metterete in pratica,

4 io vi darò le piogge alla loro stagione, la terra darà prodotti e gli alberi della campagna daranno frutti. 

5 La trebbiatura durerà per voi fino alla vendemmia e la vendemmia durerà fino alla semina; avrete cibo a sazietà e abiterete tranquilli il vostro paese.

6 Io stabilirò la pace nel paese; nessuno vi incuterà terrore; vi coricherete e farò sparire dal paese le bestie nocive e la spada non passerà per il vostro paese.

7 Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi colpiti di spada.

8 Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada.

9 Io mi volgerò a voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò e confermerò la mia alleanza con voi.

10 Voi mangerete del vecchio raccolto, serbato a lungo, e dovrete metter via il raccolto vecchio per far posto al nuovo.

11 Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e io non vi respingerò.

12 Camminerò in mezzo a voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio popolo.

13 Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatto uscire dal paese d'Egitto; ho spezzato il vostro giogo e vi ho fatto camminare a testa alta.

14 Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi comandi,

15 se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia alleanza,

16 ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi consumeranno la vita. Seminerete invano il vostro seme: se lo mangeranno i vostri nemici.

17 Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici; quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che alcuno vi insegua.

18 Se nemmeno dopo questo mi ascolterete, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.

19 Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame.

20 Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra non darà prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti.

21 Se vi opporrete a me e non mi ascolterete, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati.

22 Manderò contro di voi le bestie selvatiche, che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade diventeranno deserte.

23 Se nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch'io mi opporrò a voi

24 e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati.

25 Manderò contro di voi la spada, vindice della mia alleanza; voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico.

26 Quando io avrò spezzato le riserve del pane, dieci donne faranno cuocere il vostro pane in uno stesso forno, ve lo riporteranno a peso e mangerete, ma non vi sazierete.

27 Se, nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi opporrete a me,

28 anch'io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.

29 Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie.

30 Devasterò le vostre alture di culto, distruggerò i vostri altari per l'incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e io vi avrò in abominio.

31 Ridurrò le vostre città a deserti, devasterò i vostri santuari e non aspirerò più il profumo dei vostri incensi.

32 Devasterò io stesso il vostro paese e i vostri nemici, che vi prenderanno dimora, ne saranno stupefatti.

33 Quanto a voi, vi disperderò fra le nazioni e vi inseguirò con la spada sguainata; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte.

34 Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; allora la terra si riposerà e si compenserà dei suoi sabati.

35 Finché rimarrà desolata, avrà il riposo che non le fu concesso da voi con i sabati, quando l'abitavate.

36 A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore costernazione, nel paese dei loro nemici: il fruscìo di una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge di fronte alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua.

37 Precipiteranno uno sopra l'altro come di fronte alla spada, senza che alcuno li insegua. Non potrete resistere dinanzi ai vostri nemici.

38 Perirete fra le nazioni: il paese dei vostri nemici vi divorerà.

39 Quelli che tra di voi saranno superstiti nei paesi dei loro nemici, si consumeranno a causa delle proprie iniquità; anche a causa delle iniquità dei loro padri periranno.

40 Dovranno confessare la loro iniquità e l'iniquità dei loro padri: per essere stati infedeli nei miei riguardi ed essersi opposti a me;

41 peccati per i quali anche io mi sono opposto a loro e li ho deportati nel paese dei loro nemici. Allora il loro cuore non circonciso si umilierà e allora sconteranno la loro colpa.

42 Io mi ricorderò della mia alleanza con Giacobbe, dell'alleanza con Isacco e dell'alleanza con Abramo e mi ricorderò del paese.

43 Quando dunque il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà deserto, senza di loro, essi sconteranno la loro colpa, per avere disprezzato le mie prescrizioni ed essersi stancati delle mie leggi.

44 Nonostante tutto questo, quando saranno nel paese dei loro nemici, io non li rigetterò e non mi stancherò di essi fino al punto d'annientarli del tutto e di rompere la mia alleanza con loro; poiché io sono il Signore loro Dio;

45 ma per loro amore mi ricorderò dell'alleanza con i loro antenati, che ho fatto uscire dal paese d'Egitto davanti alle nazioni, per essere il loro Dio. Io sono il Signore.

46 Questi sono gli statuti, le prescrizioni e le leggi che il Signore stabilì fra sé e gli Israeliti, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè.