In sardo gallurese esiste la parola zerru "maiale", con la variante zerricu. La cosa sorprende molto, dato che si trova una perfetta corrispondenza in basco: zerri "maiale", con la variante txerri e la forma diminutiva txerriko.
zerri "maiale"
pronuncia: /'s̻er:i/
(/s̻/ è una sibilante laminale sorda)
(/s̻/ è una sibilante laminale sorda)
varianti: txerri /'tʃer:i/, txarri /'tʃar:i/
(/tʃ/ è l'affricata postalveolare sorda, come ch- in spagnolo)
(/tʃ/ è l'affricata postalveolare sorda, come ch- in spagnolo)
derivati:
zerrama "scrofa con prole" (ama "madre")
zerri eme "scrofa" (eme "femmina")
zerrikeria "porcheria", "sozzura"
zerrikeria "porcheria", "sozzura"
zerrikume "maialino" (ume "cucciolo")
txerri-arbi "barbabietola" (arbi "rapa")
txerri gorri "maialino" (lett. "maiale rosso")
txerri-hanka "zampe di maiale" (hanka "zampa")
txerri-jan "pastone per i porci"; "cibo ripugnante"
(jan "mangiare")
txerriko "maialino" (-ko, suffisso diminutivo)
(jan "mangiare")
txerriko "maialino" (-ko, suffisso diminutivo)
polirematiche:
zerri-zerri eginda "ridotto a uno schifo"
(anche txerri-txerri eginda, txerri txerri egina)
(anche txerri-txerri eginda, txerri txerri egina)
Nel suo dizionario etimologico della lingua basca, l'accademico Larry Trask bloccava ogni indagine dei lemmi nativi, apponendo loro la frustrante sigla OUO (= of unknown origin "di origine sconosciuta"). Può sorgere il sospetto che zerri "maiale" sia un prestito giunto in basco in epoca remota, dato che esiste in tale augusta lingua anche un altro nome del porco: urde.
urde "maiale"
derivato antico: ordots "verro"
derivati:
urdabere "bestiame suino"
urdabere "bestiame suino"
urdai "carne di porco", "lardo"
urdaiazpiko "prosciutto" (traduce lo spagnolo jamón)
urdaki "lardo"
urdalde "branco di porci"
urdaki "lardo"
urdalde "branco di porci"
urdama "scrofa con prole"
urdandegi "porcile"
urdandegi "porcile"
urdanga "scrofa"
urde "sporco" (aggettivo)
urde-ahardi "scrofa"
urde-gantz "grasso di porco"
urdekeria "porcheria", "sozzura"
urde "sporco" (aggettivo)
urde-ahardi "scrofa"
urde-gantz "grasso di porco"
urdekeria "porcheria", "sozzura"
urdeki "carne di porco"
urdetu "insudiciare"; "insudiciarsi"
urdezain "porcaro"
urdezko "sudicio", "impuro"
basurde "cinghiale"
gizaurde "delfino" (lett. "uomo-maiale"),
variante izurde
itsas-urde "tipo di delfino" (lett. "maiale di mare"),
etc.
urdezain "porcaro"
urdezko "sudicio", "impuro"
basurde "cinghiale"
gizaurde "delfino" (lett. "uomo-maiale"),
variante izurde
itsas-urde "tipo di delfino" (lett. "maiale di mare"),
etc.
Vediamo che urde è più versatile del sinonimo zerri nella derivazione dei composti, cosa che depone a favore di una sua maggiore antichità.
I romanisti considerano il sardo gallurese zerru come un prestito dal basco. Non prendono neppure in considerazione l'ipotesi che si possa invece trattare di un resto del sostrato prelatino. Non si pongono nemmeno il problema di come una parola basca possa essere giunta in Sardegna in epoca medievale o successiva. Essendo il sardo gallurese molto affine al còrso, si può pensare che sia stato importato proprio dalla Corsica. Quindi i suoi elementi di sostrato saranno molto probabilmente dovuti al paleocòrso, la lingua prelatina degli antichi Còrsi - che doveva avere affinità genetiche con il paleosardo. Questi sono le protoforme ricostruibili:
Paleocòrso: *tserru, *tserrikko "maiale"
Protobasco (ortografia di Mitxelena): *tzeRi "maiale"
Senza dubbio, come molti sapranno, in spagnolo esiste una parola simile per indicare il porco: cerdo. I romanisti hanno fatto di tutto per ricondurla al latino, ipotizzando una derivazione assurda da sētula "setola" (diminutivo di sēta), nonostante le più ardue difficoltà fonetiche. Queste sono le protoforme ricostruibili:
Proto-iberico: *tserrito "maiale"
Proto-romanzo: *tsèrritu(m) "maiale
Trafila:
*tsèrritu(m) > *tsèrridu > *tsērdu > cerdo
Il femminile cerda "setola di porco" è un derivato secondario, con buona pace dei romanisti.
Il femminile cerda "setola di porco" è un derivato secondario, con buona pace dei romanisti.
Un possibile prestito indoeuropeo
in proto-vasconico
in proto-vasconico
Anche se non so tracciare bene i percorsi antichi della parola, sono dell'idea che si tratti di un remoto prestito da una lingua indoeuropea.
Queste sono due protoforme indoeuropee ricostruibili, tra loro strettamente correlate. Le riportiamo assieme agli esiti nelle lingue derivate:
1) Proto-indoeuropeo: g'hēr "porcospino"
Proto-ellenico: *khḗr "porcospino"
Greco antico: χήρ (khḗr) "porcospino"
Proto-italico: *hēr "porcospino"
Latino: ēr "porcospino" (genitivo ēris),
ēricius, hēricius "porcospino"
2) Proto-indoeuropeo: g'horjos "maiale"
2) Proto-indoeuropeo: g'horjos "maiale"
Proto-ellenico: *khorjos "maiale, porcello"
Greco antico: χοῖρος (khoĩros) "maiale, porcello"
Zaconico: χιουρί (çurí) "maiale"
Greco antico: χοῖρος (khoĩros) "maiale, porcello"
Zaconico: χιουρί (çurí) "maiale"
Proto-albanese: *darja "maiale"
Albanese: derr "maiale"
Nota:
Il nome della popolazione illirica dei Deuri è con ogni
probabilità un derivato di questa radice:
probabilità un derivato di questa radice:
Deur- < *Derw-, con metatesi.
Dal protoindoeuropeo, *g'horjos "maiale" è giunto in proto-kartvelico - anche se non è escludibile il percorso inverso:
Proto-kartvelico: *γori "maiale"
Georgiano: ɣori "maiale"
Laz: ğeci, ğeji "maiale" (-c-, -j- < -r-)
Mingrelio: ɣeǯi "maiale" (-ǯ- < -r-)
Ora della fine, si considerano del tutto ragionevole quanto riportato in questo dizionario etimologico per la voce zerri, anche se ritengo problematico parlare di "sostrato albanese".
La speranza è che emergano nuovi dati in grado di estendere di molto le nostre conoscenze su un passato tanto difficile.