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domenica 26 aprile 2020

ALCUNE NOTE SULL'ETIMOLOGIA DI DORK 'IDIOTA, SFIGATO'

Com'è risaputo, i secchioni hanno ricevuto epiteti come nerd e geek. Ebbene, c'è di peggio. Nell'inglese americano si trova un peggiorativo, dork, traducibile come "idiota" o "sfigato". Molti etimologi pensano che dork sia semplicemente un'alterazione eufemistica del più famoso dick "cazzo", dovuta alla puerile volontà di rimuovere tutto ciò che è ritenuto volgare o sconveniente, usando la magia del cambiamento di un suono. Sarebbe come se in italiano la parola pene potesse perdere ogni connotato traumatizzante diventando fene. Penso che tutto sommato sia una spiegazione abbastanza stupida e inconsistente. In ogni caso, è attestata in America una voce gergale dirk "cazzo".

Per quanto riguarda le dinamiche diffusive, gli studiosi americani suppongono che la parola dork sia emersa nel Midwest, dove le alterazioni di parole ritenute traumatizzanti e sporche sono molto comuni. Forse è stata proprio questa supposta origine nei puritani stati della cosiddettta Cintura Biblica (Bible Belt) a suggerire una sua origine eufemistica. La prima attestazione nota con l'inequivocabile significato di "pene" è nel romanzo Valhalla di Jere Peacock, pubblicato nel 1961, anche vi compare con l'ortografia fancesizzante dorque. Questa è la citazione esatta: "You satisfy many women with that dorque?" (con buona pace delle regoline e delle regolette sulle frasi interrogative). Pochi anni dopo, nel 1964, la parola compare con l'ortografia dork e con inequivocabile significato fallico in un articolo pubblicato su American Speech. Il serial killer Charles Schmid, detto "The Pied Piper of Tucson", dichiarò quanto segue in un'intervista a Life Magazine: "I didn't have any clothes and I had short hair and looked like a dork. Girls wouldn't go out with me.", ossia "Non avevo alcun vestito, avevo i capelli corti e sembravo un cazzone. Le ragazze non volevano uscire con me." Il non poter godere dei favori femminili a causa di un supposto aspetto fallocefalico sono stati addotti da questo soggetto proprio come la causa prima dei suoi impulsi omicidi. Gratta un serial killer: troverai una vittima perseguitata dai bulli, un poveretto disprezzato da tutti e schifato dalle ragazze! Quante aberrazioni sarebbero cancellate dal mondo se si colasse su ogni scuola un sarcofago di cemento come quello di Chernobyl! Torniamo alla scienza etimologica. Nonostante le inequivocabili attestazioni sopra riportate, va detto che il significato prevalente della parola dork nella cultura popolare era quello di "individuo bizzarro" o più in generale di "sfigato". 
 
La vera etimologia di dork è da ricercarsi nelle lingue scandinave. In norvegese (Landsmål), dorg significa "massa, mucchio", ma anche "persona stupida e lenta, tonto". Non è difficile postulare un passaggio diretto dal norvegese all'inglese d'America. Dalla Norvegia sono giunti nella Terra dei Coraggiosi moltissimi immigrati. Quando ho visitato Bergen, ho appreso che gli americani di origine norvegese sono paragonabili in consistenza numerica all'intera popolazione del paese scandinavo. Ho anche saputo che una conseguenza interessante di questo flusso migratorio è stata l'introduzione di numerosi focolai di lebbra: a Bergen ancora verso la metà del XIX secolo, tre-quattro persone su cento avevano la lebbra, e percentuali simili si ritrovavano anche nell'arcipelago delle Lofoten. Non è poi così assurdo pensare che un termine dialettale norvegese abbia trovato negli States un terreno favorevole per diffondersi. 

A causa di un post comparso nel 2018 su un blog americano ormai non rintracciabile (sarà sprofondato nel Nulla), si è diffusa una voce surreale quanto infondata. Il termine dork apparterrebbe al gergo dei balenieri e signficherebbe precisamente "pene di balena". Qualcuno addirittura diffondeva la voce che la parola comparisse nel celeberrimo romanzo Moby Dick di Herman Melville (1851). Nulla di più infondato. Non esiste nessun vocabolo tecnico dork per indicare il fallo gigantesco dei maestosi cetacei, né tantomeno Melville ha fatto uso di tale dubbia risorsa espressiva! L'accaduto dovrebbe insegnare qualcosa sulla diffusione e sulla pericolosità dei pacchetti memetici, che spargono ovunque informazioni degeneri quanto incontrollate. 

Molti accademici americani accreditano una derivazione di dork "pene" dallo Scots dirk "tipo di pugnale", di origine incerta e documentato anche nelle varianti ortografiche dork (1602) e durk (XVIII secolo). La grafia dirk è stata fissata dal Johnson's Dictionary of the English Language nel 1755. Chi pensa a una possibile origine gaelica rimarrà deluso. In gaelico l'arma in questione è invece chiamata biodag. Vero è che esiste anche duirc (XVIII secolo), ma è stato accertato che si tratta di un prestito dallo Scots. C'è chi pensa a una derivazione di dirk "pugnale" dal nome proprio scandinavo Dirk, preso a prestito dal tedesco Dietrich "Teodorico", usato per indicare alcuni attrezzi come i grimaldelli - ma mai armi. Altri pensano invece a un prestito dal tedesco Dolch "pugnale" (attestato nel XV secolo come dollich, dolch, tolch e di origine sconosciuta), adattato in Scandinavia come dolk, anche se la fonetica non è affatto soddisfacente. Direi che è una pista da lasciar perdere. 
  
A partire da dork si è formato l'aggettivo dorky "sfigato, stupido, inetto", da cui è derivato l'astratto dorkiness "stupidità, inettitudine". Mentre i Nerds e i Geeks sono riusciti a riscattarsi dalla loro condizione di intoccabili colpiti dall'interdizione come i Dalit dell'India, a cui erano stati costretti dalla malefica genia degli stramaledetti bulli, i poveri Dorks non sono riusciti a migliorare il loro fato: cazzoni erano e cazzoni restano.

lunedì 8 luglio 2019


THE CELL - LA CELLULA 

Titolo originale: The Cell
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Anno: 2000
Durata: 107 min
Rapporto: 2.35:1
Genere: Orrore, fantascienza, thriller
Regia: Tarsem Singh
Soggetto: Mark Protosevich
Sceneggiatura: Mark Protosevich
Produzione: Julio Caro, Eric McLeod
Fotografia: Paul Laufer
Montaggio: Robert Duffy, Paul Rubell
Effetti speciali: John S. Baker, Tony Centonze
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Tom Foden
Location: Namibia; California
Interpreti e personaggi
    Jennifer Lopez: Catherine Deane
    Vince Vaughn: Agente FBI Peter Novak
    Vincent D'Onofrio: Carl Rudolph Stargher
    Jake Thomas: Carl Stargher (da giovane)
    Jake Weber: Agente FBI Gordon Ramsey
    Dylan Baker: Henry West
    Marianne Jean-Baptiste: Dottoressa Miriam Kent
    Patrick Bauchau: Lucien Baines
    Gerry Becker: Dottor Barry Cooperman
    Tara Subkoff: Julia Hickson
    Catherine Sutherland: Anne Marie Vicksey
    Musetta Vander: Ella Baines
    Colton James: Edward Baines
    Dean Norris: Cole
    Gareth Williams: Padre di Carl Stargher
    Pruitt Taylor Vince: Dottor Reid
    James Gammon: Teddy Lee
    Kim Chizevsky-Nicholls: Vittima di Stargher 
Doppiatori italiani
    Laura Boccanera: Catherine Deane
    Tony Sansone: Agente FBI Peter Novak
    Tonino Accolla: Carl Rudolph Stargher
Budget: 33 milioni di dollari US
Box office: 104 milioni di dollari US
Riconoscimenti:
   1) Blockbuster Entertainment Awards 2001: Favorite Actress - Science Fiction Jennifer Lopez
      2) MTV Movie Award 2001: Best Dressed Jennifer Lopez World Stunt Awards - Taurus Award: Best High Work Jill Brown

Trama: 
Quando gli agenti federali l'hanno trovato, il cadavere della ragazza emanava intensi lezzi di candeggina, che hanno fatto storcere il naso a tutti. Un investigatore a momenti sveniva. No, ragazzi. Quella non era candeggina. Era sburra. Ebbene, quell'ammasso di lubrico materiale genetico, pullulante di spermatozzi ormai in decomposizione, era stato scaricato sulla donna morta dal maniaco necrofilo Carl Rudolph Stargher. Questo carnefice, di un sadismo infinito, faceva affogare lentamente le sue vittime in una cella di plexiglas, immettendo in quell'ambiente stagno un flusso costante d'acqua proveniente da una specie di doccia. Così godeva ad osservare la disperazione e l'agonia, il lento soffocamento della malcapitata di turno. In questo modo si procurava erezioni durissime e si preparava alla seconda fase del suo abominevole teatrino: la consumazione dell'atto sessuale, che consisteva in uno strusciamento ossessivo dei genitali sulle membra della morta. Lo psicopatico aveva la pelle della schiena perforata da ganci possenti, collegati a funi. Nel momento più opportuno azionava con un telecomando un paranco che lo elevava fin sul soffitto, appeso all'apparato di contenzione. A questo punto raggiungeva l'orgasmo. Senza nemmeno toccarsi il membro virile, più teso di un argano di balestra, si metteva ad eiettare fiumi di liquido seminale nel vuoto, getti di materia vilissima che finivano sul corpo freddo oggetto dell'insana bramosia necrofila. Come fermare un simile flagello? Nessun investigatore è al corrente del luogo in cui il maniaco tiene prigioniera l'ultima donna da lui rapita, si sa soltanto che potrebbe essere ancora viva. Andato in coma nel corso di un'irruzione degli agenti, per non aver potuto assumere in tempo un farmaco salvavita, il mostro soffocatore non è più stato in grado di pronunciare una sola sillaba. Anche volendo, non potrebbe rivelare nemmeno un insignificante dettaglio dei crimini di cui si è macchiato. A questo punto solo una persona su tutto il pianeta può sperare di risolvere questo rompicapo e di salvare la vittima ancora segregata in un luogo ignoto, già minacciata dal lento stillicidio di una doccia nella gabbia sigillata. Questa eroina è la dottoressa Catherine Deane, una procace psicologa - intrepretata dalla famosa Jennifer Lopez, quella che è spesso accusata dai santi uomini Evangelici e Mormoni di provocar loro erezioni, causando la dannazione eterna di miliardi di anime non nate scaturite dall'uretra congestionata in seguito a palliti turgide. La Deane è specializzata nell'usare una macchina che le permette di entrare nella mente di persone inerti nel corso di uno stato di attività cerebrale simile al sonno REM. Servendosi di questa mirabile tecnologia, ha a lungo cercato di far breccia in un fanciullo autistico in coma allo scopo di comunicare con lui e di risvegliarlo. Nella sua opera non ha avuto molto successo, a dire il vero, ma l'FBI non ha altra scelta: sarà proprio lei a occuparsi del caso, a cercare di penetrare nella mente distorta dello psicopatico, con risultati imprevedibili...  


Recensione:  
Il film è stato proiettato al mitico Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 06/12/2010. Purtroppo non mi è stato possibile assistere allo spettacolo. Adesso, a distanza di anni, apprezzo pienamente questo capolavoro, generato dal genio dell'India. Tarsem Dhandwar Singh è infatti un regista indiano nato a Jalandhar nel 1961. Appartiene alla comunità religiosa Sikh, come è possibile capire già dal nome Singh "Leone", dato a tutti i maschi che hanno ricevuto il battesimo chiamato Amrit (le femmine invece si chiamano tutte Kaur "Principessa"). Maestro indiscusso dell'ideazione di video musicali e di sketch pubblicitari, il nostro Tarsem dà proprio in The Cell il meglio delle sue facoltà innate. Possiamo considerare la pellicola come un immenso crogiolo ribollente, in cui gli ingredienti più disparati si mescolano fino a dare corpo a una miscela esplosiva: antropologia, criminologia, religione, onirismo, psicologia e molto altro.  

Le origini di un sadico necrofilo   

Mi spiace dirlo ma non posso farne a meno. So che gli amici tradizionalisti e i fusariani si adireranno, ma tanto la realtà non cambia. Lo psicopatico Carl Rudolph Stargher è un prodotto della cosiddetta "famiglia tradizionale" nell'ambito di una setta evangelica estremista, di quelle che in Amerdica sono pane quotidiano. La dottoressa Catherine Deane compie catabasi oniriche nella parte più intima dell'essere del serial killer necrofilo, riuscendo a ricostruirne l'intero processo di formazione. Quando era un bambino innocente, è stato sottoposto da un padre brutale ad abusi spaventosi, che hanno causato lo stravolgimento della sua personalità, plasmandola in forme a dir poco demoniache. Le spiegazioni alternative sono due: 1) il bambino ha subìto una vera e propria trasmutazione ontologica, trasformandosi in un demone; 2) lo spirito del bambino è stato espulso dal corpo, che è diventato la dimora di un demone o di una legione di demoni. In entrambi i casi, la causa scatenante è da identificarsi nelle opere maligne del padre. L'energumeno ha cercato di affogare il suo pargoletto mentre veniva battezzato, poi al ritorno a casa gli ha assestato un pugno in faccia rompendogli la mandibola. Ogni volta che disobbediva agli ordini, lo massacrava di botte e gli ustionava i testicoli col ferro da stiro arroventato. Dopo anni di abusi fisici e morali, di orrende torture e di indottrinamento, è cresciuto giorno dopo giorno il mostro, fino a rivelarsi in tutto il suo fulgore nero, come una funesta falena che sfarfalla dal bozzolo. Certo, il padre ha sempre terrorizzato a morte il bruco con il ricatto dell'Inferno, ignorando l'esistenza stessa della metamorfosi; come risultato ha ottenuto una cosa soltanto, ha creato l'Inferno.


Un inatteso colpo di genio

Per la dottoressa Catherine Deane la discesa nelle abissali caverne oniriche dei suoi pazienti è qualcosa di incredibilmente snervante e frustrante. La tecnologia non mantiene le sue promesse e non le consente di trovare il bandolo della matassa in quei labirinti tenebrosi. Il bambino autistico la ostacola, oppone resistenza ad ogni sua mossa. Lei vorrebbe fargli attraversare un fiume, ma non si vede nemmeno una goccia d'acqua: ovunque si estendono soltanto sabbie rossicce. Ogni dialogo in quel deserto è vano. Il moccioso, serrato come un riccio, contorce il volto in un odioso grugno. "L'orco quel che vuole fa, e l'orco quando vuole trovar mi sa", sibila. Chi sia quest'orco non si capisce. Un prodotto dell'immaginazione? Una paranoia che ha preso corpo? Un pedosauro? L'informazione non è recuperabile, per quanto grande sia lo sforzo della terapeuta. Allo stesso modo il maniaco Carl Rudolph Stargher si erge come una fortezza inespugnabile davanti a lei. Quando impersona l'innocenza perduta, appare come un fragile bambino seviziato dal padre diabolico. Poi subisce una metamorfosi e appare in tutto il fulgore del Potere del Male. Vestito con bellissimi abiti imperiali, egli è colui che dispensa il tormento, colui che uccide per provare voluttà. Un Caligola Elettrico! Un Barone Vladimir Harkonnen dalla forma fisica smagliante! All'improvviso giunge alla ricercatrice la grande intuizione, come un lampo: prendendosi ogni responsabilità, non perde tempo e senza alcuna autorizzazione burocratica decide di invertire la macchina onirica. Anziché essere lei a insinuarsi nella mente del predatore, sarà lui a entrare nella sua. Il rischio è immenso, eppure l'idea si rivela subito giusta. Il principio è molto semplice: ognuno è signore e padrone del proprio microcosmo, dove chi entra è soltanto un ospite, un estraneo senza alcun potere. Quando Stargher fa il suo ingresso nella mente della dottoressa Deane, non è più un imperatore dalle vesti sfarzose. È inerme e si regge a stento in piedi. La padrona di casa ha un aspetto conturbante, a metà strada tra una guerriera ninja e la Vergine Maria - ma vestita di rosso anziché di azzurro. Accoglie nel proprio regno quell'estraneo minuscolo, tremebondo, esitante, che fino a poco prima era fonte di terrore - e risolve tutto all'istante a suon di sganassoni.

Fonti di ispirazione   

La cultura eclettica del regista Sikh lo ha di certo portato a visionare e ad analizzare con accuratezza Dreamscape - Fuga nell'incubo (Joseph Ruben, 1984), che è un importante capostipite di pellicole oniriche, la cui origine può essere individuata nel romanzo di Roger Zelazny He Who Shapes (aka The Dream Master, 1966) - pur avendo una trama in larga misura indipendente.  

A un certo punto la dottoressa Deane guarda alla televisione un film di animazione: è Il pianeta selvaggio, di René Laloux (1973), disegnato da Roland Topor! Senza dubbio uno dei miei preferiti. Si riconoscono subito le figure spettrali dei Draag, giganti dalla pelle azzurrognola, intenti a giocare con i piccolissimi e miserabili Oms - gli antenati della specie umana.

Quando l'agente dell'FBI Peter Novak entra nella mente del mostro nel tentativo di liberare Catherine Deane, si ritrova in un paesaggio desolato e arido in cui tre donne a bocca spalancata rivolgono il loro sguardo verso il Cielo del Nulla. Questa scena è ispirata a un dipinto del pittore norvegese Odd Nerdrum (Dawn, 1990). Le splendide opere di Nerdrum consistono in immagini infernali in cui prevalgono necrofilia, cannibalismo, coprofilia e coprofagia, sullo sfondo di un mondo annientato. Immagini che comunicano un'angoscia insopprimibile. 

Un ambiente infero dai massicci muri petrigni e pieno di scale, che la dottoressa Deane attraversa inseguendo Stargher bambino, è ispirato al dipinto intitolato Schacht dell'artista surrealista svizzero Hans Ruedi Giger, il creatore di Alien. 

Un altro artista a cui Singh fa riferimento è l'inglese Damien Steven Hirst. Un cavallo viene tagliato in sottili segmenti da una serie di lame cadute dal soffitto, formando una struttura che rimanda all'installazione hirstiana denominata Some Comfort Gained for the Acceptance of the Inherent Lies in Everything (1996). Per realizzare la scena, il regista si rivolse a una clinica veterinaria a Parigi, che conservava sezioni di animali. Questa è purissima Arte Metafisica!  

Prima di accarezzare le donne uccise col proprio glande tumefatto e di coprirle di sperma, il maniaco le sottopone a un rituale che ha l'intento di "purificarle": le dissangua, come se fossero bestie sottoposte a macellazione halal. Per questo il cadavere rinvenuto dagli agenti è così pallido. Il dissanguamento rituale è ovviamente una reminiscenza biblica, che affonda le sue radici nel Pentateuco: il Popolo Eletto ha ereditato leggi che vietano l'assimilazione del sangue e dichiarano impuro ogni contatto con tale fluido vitale - con l'eccezione degli omicidi considerati "leciti". La fonte d'ispirazione della scena del rinvenimento del corpo cosparso di sburra in sfacelo è la celeberrima serie televisiva Twin Peaks. Chi non ricorda Laura Palmer, adolescente sessualmente attiva e dedita a riti satanici, senza vita e chiusa in un sacco di plastica trasparente?

Non manca l'autoreferenzialità. In una sequenza si vede il carnefice seduto accanto a una vasca da bagno piena di sangue in cui è immerso il corpo della sua prima vittima. Tutto ciò rimanda al video del brano Losing My Religion dei R.E.M., dall'albun Out of Time (1991). Ebbene, quel video è opera dello stesso regista indiano. Diverse canzoni del gruppo rock statunitense si sono ben impresse nella mia memoria, anche a causa della pronuncia alterata delle parole (ad esempio consider this giungeva e giunge tuttora alle mie orecchie come consideradàs).

Questa trattazione non esaurisce l'argomento. Tarsem Singh ha tratto ispirazione anche dai video girati da Floria Sigismondi per Marilyn Manson, oltre a Closer di Mark Romanek, a The Perfect Drug dei Nine Inch Nails e a Bedtime Story di Madonna.

Curiosità

Vincent D'Onofrio ammise che sua moglie si rifiutò di dormire con lui per due settimane dopo aver visto la sua performance nel film, come se fosse uno psicopatico genuino e un serial killer. Tra l'altro, l'attore fu sottoposto a svariate umiliazioni: dovette indossare una parrucca e una tuta di plastica aderente per simulare la pelle con i ganci inseriti. Si noterà che rituali in cui l'iniziato viene appeso in modo simile (non ricorrendo a finzioni), erano già diffusi a suo tempo tra gli eroici Sioux e sono tuttora fiorenti in alcune comunità dedite al BDSM. 

L'innato e ipocrita puritanesimo imperante in America ha fatto sì che nella distribuzione domestica fosse tagliata proprio la scena più importante, quella della masturbazione necrofila e dello scaricamento del liquame genetico sui resti mortali femminili, esangui e più pallidi del gesso. Così diventa incomprensibile l'odore pungente di candeggina avvertito dagli agenti dell'FBI al rinvenimento della carcassa! Poi i padri di famiglia amerdicani possono impunemente continuare a seviziare i loro figli e per le autorità morali è tutto OK.   

Quando Carl Stargher sbudella Peter Novak con un brutto arnese, il povero investigatore doveva ricordare a Catherine Deane l'aborto a cui si era sottoposta quando era al college. Questo doveva essere l'episodio centrale della sua esistenza tormentata, la causa prima del senso di colpa che l'accompagnava perennemente. All'ultimo fu deciso un cambiamento nei dialoghi, perché risultò che questa scena avrebbe reso la dottoressa una protagonista piuttosto antipatica al pubblico. Non dimentichiamoci che gli States sono un paese biblico pullulante di adoratori dei feti: un aborto anche soltanto immaginario non sarebbe mai stato perdonato e la stessa Jennifer Lopez, già nel mirino dei fondamentalisti per la storia delle palliti turgide, ne avrebbe avuto un danno d'immagine.

The Cell 2 

Come sempre accade di questi tempi, è stato fatto un sequel: The Cell 2 - La soglia del terrore (Tim Iacofano, 2009), interpretato da Tessie Santiago, Chris Bruno e Frank Whaley (per me sono perfetti sconosciuti, forse perché sono troppo vecchio). Non l'ho visionato, quindi non saprei giudicarlo. Se devo essere franco, nutro una grande diffidenza verso questi prodotti realizzati raschiando il fondo della pentola per raccattare quattro soldi in più. Leggendo la trama e i riassunti nel Web, comprendo che forse qualche elemento originale potrebbe anche esserci. Mi riservo comunque di pubblicare una recensione appena sarà possibile. 

Altre recensioni 

Roger Ebert, critico cinematografico statunitense deceduto nel 2013, ha detto mirabilia del film e del suo artefice: 

"Tarsem, il regista, è un virtuoso visivo che, senza sforzo, fa il giocoliere con la trama. È splendido il modo in cui miscela così tanti stili, generi in un film così originale."

Morando Morandini, critico cinematografico italiano deceduto nel 2015, era tutto fuorché entusiasta dell'opera del Sikh. Così ha scritto: 

"È, come tentativo di thriller visionario, un bluff che, tolti pochi momenti ingegnosi, ha lo spessore narrativo di un videogioco e il valore grafico della copertina di un CD heavy metal." 

Che dire? Nel frattempo Morandini si è spento, mortuus est, etc., così come è tramontata la tecnologia dei CD. Sic transit gloria mundi!  

Lietta Tornabuoni, giornalista e critica cinematografica italiana deceduta nel 2011, ha scritto quanto segue: 

"Sono interessanti sia il tentativo di materializzare in immagini una mente malvagia e mostruosa, sia il fallimento del tentativo: un eccesso di artificio troppo lambiccato toglie forza all'impresa."

Marco Balbi, attore e doppiatore italiano tuttora vivente, è partito in quarta nella sua recensione apparsa su Ciak nel 2000:

"Se c'era bisogno di una conferma «cinematografica» del suo straordinario talento visivo, Tarsem, pluripremiato e geniale autore di videoclip e spot pubblicitari, l'ha data: il suo film è un fasto di immagini traboccanti colori e invenzioni visive, un'opera barocca che fin dai primi fotogrammi delizia l'occhio dello spettatore."

Poi però esprime un certo scetticismo: a suo avviso il problema principale della pellicola "è proprio la sceneggiatura, una storia inverosimile e prevedibile, una scimmiottatura de Il silenzio degli innocenti.

Il campionario dei giudizi è forse un po' scarno, ma a mio avviso si può considerare significativo.

mercoledì 8 maggio 2019

ETIMOLOGIA DI GRIMPEDIUM

Molti navigatori sono giunti in questo portale digitando una ben strana e bislacca chiave di ricerca: GRIMPEDIUM. Che vorrà mai dire? Ebbene, non si tratta di un cumulo di lettere assemblate per puro caso. La keyword dall'aspetto latineggiante è nata da un errore concettualmente molto semplice, come mi accingo a dimostrare. Essendo però un errore tutto sommato redditizio in termini di visite (non di pecunio!), mi limiterò a svelarne gli arcani senza correggerlo nell'articolo in cui tuttora compare, sperando anzi che possa continuare ad attrarre altri curiosi dai meandri del Web. Devo ringraziare il Fratello Pietro Ferrari per la fortuita introduzione di questo stravagante vocabolo nel presente portale, dal momento che in un suo meritorio articolo sul famigerato serial killer Ted Bundy, NASCERE MALVAGI, nelle fonti bibliografiche è riportato il seguente riferimento:

J.W. Ocker, The New England Grimpedium. A Guide to Macabre and Ghastly Sites in the Northeast U.S., New York, Countryman Press, 2010. 

Si vede subito che il fatidico GRIMPEDIUM è un refuso, ossia un banale errore. Sta per GRIMPENDIUM: è stata omessa per fallace digitazione una consonante nasale -N-, cosa che può capitare a chiunque mentre si cimenta con la tastiera. Va da sé che il problema sta all'origine ultima di questa anomalia, dato che GRIMPENDIUM è una parola macedonia derivante dalla fusione di GRIM "truce" (con paralleli in longobardo e in norreno) e di COMPENDIUM "compendio" (termine eminentemente latino). A tutti gli effetti si tratta di un *GRIM-COMPENDIUM, ossia di un Compendio delle Atrocità. Mi domando che avrebbe pensato l'Erulo Odoacre se un folletto gli avesse insufflato nelle orecchie un simile vocabolo! Così abbiamo senza volerlo evocato una parola che prima non esisteva e che ha di per sé ben poca giustificazione, essendo di una fragilità logica molto spinta. La pronuncia sarà /gɹɪm'pi:dɪǝm/ anziché /gɹɪm'pendɪǝm/ come dovrebbe essere. Che altro dire? Anche questa è antropologia! Ecco, qualcosa si sta spargendo nella Rete tramite contagio memetico, acquisendo forma e sostanza di giorno in giorno!

domenica 14 aprile 2019


LA ZONA MORTA

Titolo originale: The Dead Zone
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1983
Durata: 103 min
Rapporto: 1.85 : 1
Genere: Thriller, fantascienza, orrore
Regia: David Cronenberg
Soggetto: dall'omonimo romanzo di Stephen King
Sceneggiatura: Jeffrey Boam
Produttore: Debra Hill
Produttore esecutivo: Dino De Laurentiis
Casa di produzione: Dino De Laurentiis Company, Lorimar
     Film Entertainment
Distribuzione in italiano: CDE Compagnia Distribuzione
   Europea (in seguito diventata Compagnia Distribuzione
   Internazionale)
Fotografia: Mark Irwin
Montaggio: Ronald Sanders
Effetti speciali: John Belyeu, Michael Lennick
Musiche: Michael Kamen
Tracce musicali:
    1. Opening Titles
    2. Coma
    3. Hospital Visit
    4. 1st Vision - 2nd Sight
    5. Lost Love
    6. Drowning Vision - Trough the Ice
    7. School Days
    8. In the Snow - Hope
    9. Alone
    10. Political Death
    11. Rally: Meet Your Local Candidate
    12. Realisation - Destiny
    13. Death of a Visionary
    14. Civic Duty & Sacrifice
    15. Dead Zone
    16. Coda to a Coma - The Balcony
Scenografia: Carol Spier, Barbara Dunphy, Tom Coulter
Costumi: Olga Dimitrov
Trucco: Shonagh Jabour
Sfondi: Myles Roth
Didascalia: A man awakens from a coma to discover he has a
     psichic ability
Interpreti e personaggi
    Christopher Walken: Johnny Smith
    Brooke Adams: Sarah Bracknell
    Tom Skerritt: sceriffo Bannerman
    Herbert Lom: dottor Sam Weizak
    Anthony Zerbe: Roger Stuart
    Colleen Dewhurst: Henrietta Dodd
    Martin Sheen: Greg Stillson
    Jackie Burroughs: Vera Smith
    Sean Sullivan: Herb Smith
    William B. Davis: autista dell'ambulanza
    Nicholas Campbell: il deputato Frank Dodd
    Simon Craig: Chris Stuart
    Géza Kovács: Sonny
Doppiatori italiani  

    Claudio De Davide: Johnny Smith
    Antonella Rinaldi: Sarah Bracknell
    Giorgio Bandiera: sceriffo Bannerman
    Carlo Alighiero: dottor Sam Weizak
    Sergio Rossi: Roger Stuart
    Elio Zamuto: Greg Stillson
    Francesca Palopoli: Vera Smith
    Mario Milita: Herb Smith
    Teo Bellia: Frank Dodd
Budget: 7,1 milioni di dollari*
    *10 milioni secondo AFI Catalogue of Featured Films.
Box office (mondiale): 16,3 milioni di dollari**
   **20,8 milioni secondo Box Office Mojo


Trama: 

Nella sperduta città di Castle Rock (Maine, US), il giovane insegnante John Smith è innamorato della sua collega Sarah Bracknell, anche se non ha con lei alcun contatto carnale. Forse la causa di questa ritrosia è da ricercarsi in oscuri retaggi religiosi di famiglia o in un'ombrosa complessità psichica che rasenta l'autismo. Fatto sta che una sera, dopo aver avuto un terribile attacco di emicrania, l'uomo rifiuta cortesemente la proposta della donna, che cercava di trattenerlo da lei per la notte. Il maltempo è terribile, ma Smith non si lascia convincere e si avventura nel diluvio. Sulla via del ritorno a casa ha un incidente automobilistico che lo manda in coma. Rimane immerso in un'oscurità di piombo per molto tempo, quindi all'improvviso si sveglia, contro ogni aspettativa del dottor Sam Weizak e del personale che lo ha in cura. Apprende subito che da quando è rimasto vittima della collisione stradale sono passati cinque anni. La sua amata, che di certo non voleva farsi venire la muffa sulla vulva, ha trovato un altro uomo, privo di ansie e di paranoie mistiche, capace di penetrarla e di donarle il suo sperma. Così lei ha sposato quell'energumeno, avendone prole, come usano fare coloro che il Genio della Specie non ha vomitato dalla propria bocca. Johnny scopre di aver acquisito un inesplicabile potere psichico, quello di conoscere col solo contatto fisico aspetti privati della vita delle persone che gli stanno intorno e di predire il futuro. Così, toccando le mani di un'infermiera, ha la visione di sua figlia intrappolata in una casa che brucia: grazie a questa premonizione la disgrazia viene evitata. La sua illuminazione gli permette di sapere che la madre del dottor Weizak, creduta morta nel corso della seconda guerra mondiale, in realtà è ancora viva. La fama dei doni di John Smith si diffonde grandemente, così lo sceriffo George Bannerman, chiede aiuto per scoprire l'identità di un serial killer che sta funestando Castle Rock con una serie di efferati delitti. All'inizio il sensitivo rifiuta la collaborazione, volendo essere lasciato solo. Un giorno però gli accade di ricevere la visita della sua amata Sarah. I due questa volta consumano un rapporto sessuale, anche se lei è tutta tremebonda all'idea che la cosa gli possa sfuggire di mano e decide di troncare la relazione adulterina appena avvenuta l'emissione degli spermatozzi dal fallo eretto. A questo punto il povero Johnny, comprensibilmente frustrato dall'irrigidimento della donna che gli si è appena concessa, cambia idea sulla collaborazione con lo sceriffo e decide di aiutarlo a scoprire l'assassino. Il mostro, che uccide ragazze, viene scoperto quando Johnny analizza il teatro dell'ultimo delitto: si tratta di un deputato dello stesso sceriffo, Frank Dodd. Quando la polizia fa irruzione nella casa dell'assassino seriale, questi si fulmina sparandosi una revolverata nel cranio. Tuttavia la sua terribile madre, un'oscena fattucchiera isterica responsabile della mostruosità del figlio, reagisce sparando a Johnny, prima di essere abbattuta dallo sceriffo Bannerman. Reso invalido dal proiettile sparatogli dalla megera, che gli ha leso il midollo spinale, Johnny è malapena capace di camminare. Grandi sono la sua amarezza e la sua disillusione sulla natura umana. Egli cerca così di isolarsi ancora di più dal consorzio umano. Un giorno un uomo molto benestante, certo Roger Stuart, lo cerca e gli propone di fare l'insegnante privato di suo figlio Chris, un bambino difficile. Quando Johnny si reca nella villa palladiana del suo mecenate, diventa subito amico dell'infante affidato alle sue cure. A questo punto accade qualcosa di molto importante: viene sconvolto dalla visione di Chris e di altri due bambini che cadono nelle acque gelato di un lago durante una gara di pattinaggio sul ghiaccio, troppo sottile per sopportare il loro peso, finendo tutti affogati. A causa dell'insistenza del sensitivo, il figlio di Stuart si astiene dal partecipare alla competizione e così si salva. Gli altri due bambini, ignari di tutto, cadono nel lago a causa del cedimento del ghiaccio e affogano, proprio come previsto dalla visione. Per questo motivo John Smith si convince che il futuro non sia qualcosa di ineluttabile, ossia che esista la possibilità concreta di cambiarlo. In altre parole, il dono della preveggenza che egli ha acquisito non è assoluto: esiste una "zona morta" nel suo cervello, forse a causa dei danni derivanti dall'incidente: è come un punto cieco, qualcosa che impedisce di prevedere determinati eventi. A una corsa organizzata da Greg Stillson, candidato indipendente al Senato, a cui Stuart e la moglie sono presenti come volontari, accade un altro evento cruciale. Una nuova visione sconvolge Johnny. Questa volta si tratta di qualcosa di più traumatico: è la certezza che Stillson, una volta diventato Presidente degli USA, scatenerà un conflitto nucleare globale che annienterà il genere umano. Anziché considerare una simile opera per quello che è, ossia un atto di somma filantropia in grado di dare ad Homo sapiens la Pace Eterna al prezzo di una breve agonia, il veggente è convinto di avere il dovere morale di evitare tutto questo. Il DNA gli dà la certezza che una penosa sopravvivenza nell'Inferno che è la Storia sia in ogni caso preferibile alla cessazione della vita biologica. Così si attiva per impedire con ogni mezzo l'elezione di Stillson, tendendogli un agguato in un teatro uccidendolo. Gli eventi precipitano: Johnny non riesce a mandare a segno il colpo, ma il candidato al Senato, vistosi in trappola, prende in ostaggio un bambino, svelando a tutti la propria natura funesta. Questo basterà a impedirgli di arrivare alla presidenza degli States e alla fatidica valigetta. Johnny però finirà colpito da una guardia della sicurezza e spirerà tra le braccia di Sarah, felice di aver assicurato ai dannati di questo mondo la prosecuzione della loro folle corsa, che essi reputano il Sommo Bene. Quando lei gli confessa che lo ama, lui esala il suo ultimo respiro, come un impiccato rilascia il seme da cui nasce la mandragora. 


Recensione: 

Un thriller ontologico, che porta a meditare sulla natura del tempo e sulle terribili conseguenze di ogni nostra vana speculazione sull'Esistenza. Non a caso gli adepti della setta di Mithra raffiguravano il Tempo come un essere dalla testa di leone, avvolto da un grosso serpente e identificato con Ahriman, il Dio del Male dell'antica religione di Zoroastro. Chronos era il nome che gli antichi Elleni davano al Tempo: non è forse un caso la somiglianza del suo nome a quello del Titano Crono, la divinità ctonia che divorava i suoi stessi figli. Gli umani cercano di negarne l'esistenza, di ritenerlo una mera illusione, ma senza il Tempo non sarebbe possibile definire l'Esistenza stessa come concetto. In cosa consiste infatti l'Esistenza? In una serie ordinata di eventi. Non è poi una cosa così banale come sembrerebbe a prima vista. C'è da impazzire. Plotino credeva che il Tempo fosse una sostanza priva di correlazione con gli eventi, in grado di sussistere anche in un Universo di enti assolutamente immobili o addirittura del tutto vuoto, senza alcun ente. Einstein negava tutto ciò e poneva le basi per l'annientamento del Tempo Assoluto di Newton, quella comoda evoluzione del Tempo Assoluto dei neoplatonici a cui pure si deve il progresso materiale dell'Occidente tanto esaltato dalla setta massonica. Spero che i lettori possano comprendere le mie ragioni e perdonare la prolissità di questa recensione. Del resto, non mi sono mai andate a genio le recensioni "tecniche" con frasi del tipo "Cronenberg, uscita dalla fatica del suo ultimo film (titolo, data di uscita, blà blà blà), etc.", "l'attore X, che ha dato il meglio di sé nel film Y, qui recita al di sotto delle sue possibilità", "le inquadrature fatte con una tecnica innovativa, blà blà blà" - senza che la sostanza dei problemi sia nemmeno sfiorata di striscio. Così mi addentro in una galassia di pensieri che sono come frammenti esplosi di un cosmo in sfacelo!     


Ontologia temporale e Cristianesimo 

Pur essendo gli Stati Uniti d'America un paese a maggioranza protestante, la Chiesa Romana non ha mai cessato di avervi una grande influenza non soltanto politica e morale, ma anche teologica. Così possiamo dire che Stephen King, nato a Portland, nel Maine, e cresciuto nella dottrina della Chiesa Metodista, mostra chiare influenze della filosofia scolastica nel suo modo di concepire la natura del tempo. Procediamo con ordine. Secondo gli insegnamenti cattolici esiste il Libero Arbitrio, ossia la capacità dell'essere umano di scegliere tra il Bene e il Male. Quindi il futuro in questa visione dell'universo non è predeterminato: esiste un corso possibile a seconda delle scelte di ogni singolo essere umano. In altre parole, se vogliamo usare termini tecnici, l'ontologia temporale cattolica è una forma di A-eternismo o eternismo tensionale, e più precisamente un'ontologia eternista con futuri ramificati. Così i ragionamenti dei cattolici più grossolani sono di questo tenore: "Dio è adirato, ma se i peccatori pregano la Madonna, lei lo convince a desistere dai suoi intenti di castigo". Quindi esistono due possibilità: un futuro che si realizza se i peccatori non si pentono e uno che si realizza se si pentono. Entrambi sussistono, stando a questi credenti mariolatri, come possibilità nella mente di Dio, anche se alla fine può inverarsi nel presente una sola di queste possibilità. E non è forse quello che vediamo all'opera nel film di Cronenberg e nel romanzo di King? Lutero pensava ben diversamente: il suo Cristianesimo seguiva una logica più rigorosa. Secondo il teologo tedesco, il futuro è predeterminato da Dio. Esiste cioè la predestinazione. Non vi è alcun Libero Arbitrio: a regnare è invece il Servo Arbitrio. Quindi il futuro è chiuso, ossia fissato ab aeterno, assolutamente immodificabile. Dio ha indurito il cuore del Faraone. A complicare il problema c'è poi un altro fatto di non poco conto: la teologia cattolica, come quella protestante, sostiene che Dio è al di fuori del flusso temporale. Per Dio esiste soltanto il presente, quindi ogni singolo dettaglio di ciò che per le creature è il passato o il futuro, sta innanzi al Creatore come una pietra in un paesaggio immobile. L'Eternità, dimensione in cui sussiste Dio, non è comparabile al tempo, ci ricorda Agostino d'Ippona: Egli non crea le cose nella Storia, perché prima dell'Inizio il Tempo stesso non esisteva. Il Tempo stesso è una creatura. Se questo appare tutto sommato compatibile con la visione di Lutero, si trova in grande contraddizione con l'eternismo tensionale con futuro ramificato sostenuto dalla teologia cattolica. Ricordo che all'università il professore di meccanica razionale commentava volentieri problemi di questo genere, così un giorno se ne uscì con una perla di grande acume: "Non è molto chiaro come l'essere umano possa essere libero stante l'onniscienza di Dio". Le acrobazie compiute dai teologi della Chiesa Romana sono paradossali quanto vane. Ricordo l'argomento (stupidissimo) dei due treni che si scontrano: "Se sto sulla cima di un monte", affermava un prete, "e vedo una ferrovia con due treni che procedono l'uno verso l'altro, prevedo che avverrà lo scontro, ma non lo predestino". Secondo l'ecclesiastico la prescienza divina non sarebbe stata equivalente alla predestinazione. Questo perché nel suo esempio l'uomo sulla cima del monte non è il Creatore. Se si trattasse del Creatore, a lui si dovrebbe l'esistenza della ferrovia, dei due treni e degli errori che hanno spinto i macchinisti a muoversi verso la collisione. Quindi al Creatore sarebbe da attribuire la causa dell'incidente: non si può definire Dio "causa prima di tutte le cose" per poi dire che se ne sta comodamente fuori dagli eventi. 

Visioni come fotogrammi

A complicare ulteriormente il problema sta l'ateismo di Cronenberg. Al regista canadese, che prende l'architettura dell'ontologia temporale kinghiana senza apportarvi alcuna modifica, non sembra interessare davvero quale possa essere la fonte delle premonizioni di Johnny Smith. Cronenberg non appartiene al complesso mondo del Cristianesimo, essendo un ashkenazita: non ne condivide le finalità, anche se ne assorbe ugualmente i presupposti dal popolare scrittore di horror, elaborandoli per poi fornire come output la pellicola in analisi. La domanda me la pongo da anni, senza mai poter trovare pace o l'ombra di una risposta sensata. Se non dovesse valere il presentismo, se il passato e il futuro dovessero avere la stessa dignità ontologica del presente transeunte, quale sarebbe l'origine dei fotogrammi di questo film chiamato "Esistenza"? Il concetto stesso di profezia violerebbe il principio di causa-effetto: dal futuro dovrebbe giungere un'influenza partita da un fotogramma e capace di raggiungerci nel qui ed ora. Se però col nostro agire rendessimo impossibile la realizzazione di quello stesso fotogramma, esse sarebbe al contempo causa prima del nostro agire e inesistenza! Sostanza e Nulla Assoluto! Come spiegarlo? C'è da diventarci pazzi, il nostro cervello non è sufficiente ad elaborare i dati! Stupisce che si possa anche solo pensare a queste architetture folli senza essere sfiorati dall'idea che un Artefice - intelligente quanto beffardo e maligno - sia colui che crea i fotogrammi che descrivono ogni futuro possibile. Una cosa è certa: non è possibile inoltrarsi nel labirinto dell'Ontologia Temporale con una visione materialista - anche se va detto che ci si perde in ogni caso.   

Curiosità varie 

L'origine ultima del film di Cronenberg e del romanzo di King è presto detta: consiste nel caso di Peter Hurkos (1911 - 1988), un olandese di Dordrecht che a quanto pare manifestò poteri paranormali appena risvegliatosi dal coma, in cui era sprofondato in seguito a un trauma cranico causato da una caduta dalle scale all'età di 30 anni. In seguito fu negli States e collaborò con le autorità nel caso della Famiglia di Manson e in quello dello Strangolatore di Boston, un serial killer reponsabile dell'assassinio di 13 donne. In realtà sembra che Hurkos fosse semplicemente un mentalista e che usasse la tecnica della "lettura a freddo" (cold reading) per cogliere informazioni sulla vita privata delle persone.

Cronenberg non era affatto soddisfatto del nome John Smith, troppo banale per risultare credibile. "Non chiamerei mai qualcuno Johnny Smith", sbottò il regista in un'occasione. Così pensò di chiamare in un altro modo il protagonista interpretato da Christopher Walken, ma fu distratto da questioni più importanti, la cosa gli passò di mente e il cambiamento non fu apportato. Tra l'altro nel romanzo di Stephen King si fa menzione esplicita di come John Smith dia l'impressione di essere un nome finto. 

Per la parte di Johnny Smith, Stephen King aveva scelto come attore Bill Murray (proprio lui, quello col faccione ghignante, quello che rese famosissimo ovunque il Giorno della Marmotta). Evidentemente l'influenza dello scrittore di horror sulle decisioni del regista canadese era assai piccola. Del resto, a mio avviso King non ci avrebbe azzeccato. Anzi, forse avrebbe fatto meglio a dedicare la sua vita alla grigliatura di hamburger nelle feste paesane.

Diverse scene sono state girate e completate, ma non sono mai state viste dal pubblico; si pensa che siano scartate ancor prima dell'uscita del film. Tra queste scene rimosse c'è un prologo che mostra John Smith da bambino (interpretato da Stephen Flynn), mentre ha un trauma cranico in seguito a una brutta caduta nel corso una partita di hockey su ghiaccio. In tale scena il padre di Johnny bambino è interpretato da Sean Sullivan. In una scena alternativa della visione di Camp David, lo stesso John appare come spettatore inerte. Alcune foto tratte da questa scena sono poi comparse su Cinefantastique, nel numero di dicembre 1983. Non ho informazioni su come sia avvenuta questa fuga di materiale riservato. 

Michael Kamen rischiò il linciaggio durante la composizione della colonna sonora: si trovava in un appartamento nella livida città di Londra, dove continuava a lavorare al piano sperando di trarne qualcosa di convincente. Diversi vicini, esasperati dalle note, giudicate "tenebrose", gli intimarono di smetterla, accusandolo di provocare gli incubi. 

Il gazebo famoso per essere stato il teatro dell'ultimo omicidio compiuto dal serial killer Frank Dodd ebbe uno strano fato: fu donato alla città di Niagara-on-the-Lake (Ontario, Canada), dove il film è stato girato, essendo considerato dalle masse un luogo fausto dove sono scattate le foto nuziali di moltissime coppie di sposi. 

La madre del protagonista è stata interpretata da Jackie Burroughs, che aveva in realtà soltanto quattro anni in più di Christopher Walken.

Trovo singolare un anagramma del cognome di un doppiatore italiano, Teo Bellia, che ha dato la sua voce allo psicopatico Frank Dodd: con il semplice spostamento di una consonante ne esce Belial

Citazioni

Riporto è un dialogo decisamente surreale, a proposito dell'idea di eliminare un punto di discontinuità nel tessuto della Storia, nella vana speranza che questo possa trasformare un pianeta dannato nel mondo dei Puffi.

Johnny Smith: What about my question?
Dr. Sam Weizak:
Huh? Huh? Oh, you mean the one about Hitler?
Johnny Smith:
What would you do?
Dr. Sam Weizak: I don't like this, John. What are you getting at?
Johnny Smith: What would you do? Would you kill him?
Dr. Sam Weizak: All right. All right. I'll give you an answer. I'm a man of medicine. I'm expected to save lives and ease suffering. I love people. Therefore, I would have no choice but to kill the son of a bitch.
Johnny Smith: You'd never get away alive.
Dr. Sam Weizak:
It doesn't matter. I would kill him.
[lifting drink]
Dr. Sam Weizak: Nasdrovia. Skol. 
 
Ed ecco la citazione definitiva, assoluta, divina, che vorrei fare mia con tutte le mie forze, che vorrei poter pronunciare proprio un istante prima di morire: 
 
"The missiles are flying! Halleluyah! Halleluyah!"  

Che altro dire? Morirei felice, ridendo come un Pazzo di Dio!

Altre recensioni e reazioni nel Web: 

Estraggo dal vasto universo della rete alcune citazioni che reputo interessanti.


Cronenberg costruisce un clima cupo, da guerra fredda, con l’uso delle musiche incalzanti di Michael Kamen e con un montaggio serrato che fa assomigliare le visioni di Johnny Smith a flashes accecanti e dolorosi. Inoltre inserisce una idea sovversiva e moralmente ambigua sulla lucida follia di un uomo che da killer psicotico si trasforma in salvatore dell’umanità. Specchio fedele degli anni ’80 reaganiani, La zona morta si arricchisce di un finale cristologico in cui sono i famigerati mass media a regalare al protagonista un riscatto dalla tristezza di una vita incompresa e senza amore, trasformando le sofferenze della sua carne e le follie della sua mente in una paradossale remissione dei peccati del mondo.
(Fabio Fulfaro, 2018)


Il dono paranormale fa sorgere in Johnny un duplice senso di colpa: uno, di ordine fisico (il non essere intervenuto per impedire omicidi cui ha “assistito”); un altro, di ordine metafisico (lo sfidare dio e il destino). La veggenza uccide? Uno sguardo nell’“altro/oltre” è uno sguardo contro il destino e contro se stessi? L’uomo, che in un eccesso di “ybris” (sic) maledice Dio, vive la propria diversità come una malattia mortale e, quasi consapevole della diabolicità implicita nel suo agire come rivale più che come “mano” di Dio, si sente un “alter/anti-Cristo”.
(Manuel Billi, 1999)



Ora, La zona morta è il primo film di Cronenberg ad aver eliminato tale “incongruenza” dell'orrido, il primo cioè ad affidarsi completamente ai modi del racconto escludendo l'identificazione fra climax (di una singola sequenza così come dell'intera opera) e visione della mostruosità. Cronenberg vi inietta la sua usuale dose di senso del ritmo e, perché no?, di turbamento e disagio, ma facendo leva unicamente sulla sensazione e non sul sensazionalismo. Non ci sono teste che esplodono né strane aberrazioni del corpo nel loro farsi, in La zona morta, ma solo esplosioni e aberra- zioni interiori che squassando lo spirito giungono fino al corpo. 
(Redazione Cineforum.it)

mercoledì 14 novembre 2018


NAVE DA PREDA

Autore: Cyril M. Kornbluth
Anno: 1958
Titolo originale: Shark Ship

Aka:
Nave squalo, La Nave-Squalo, La virtù
     sterminatrice  

L
ingua:
Inglese
Tipologia narrativa: Racconto lungo / romanzo breve 
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, fantascienza sociale,
     fantareligione, fantascienza post-apocalittica 
1a edizione it.: 1964

2a edizione it.:
1967
3a edizione it.: 1984
4a edizione it.: 1987
Editori (it.):
     Arnoldo Mondadori Editore (1964, 1984, 1987),
     Giacomo Feltrinelli Editore (1967)
Edizioni italiane (antologie): 
   1964:
Dimensioni vietate, Urania 334
   1967:
Fantasesso, Il brivido e l'avventura 25
   1984:
Catastrofi! Oscar 1767
   1987: Oltre la luna, Urania 1056

Traduttori:

    Cesare Scaglia (1964, 1967),
    Giuseppe Lippi (1984),
    Delio Zinoni (1987)

Dettagli dell'antologia Catastrofi!: 

   Titolo originale: Catastrophes! 

   Curatore: Isaac Asimov 

   Sezione: Distruzione della civiltà

Catalogo Vegetti:
 


Nota: Nel catalogo il titolo del racconto è riportato con il trattino (hyphen)Shark-Ship. Eppure non sembrano trovarsi riscontri di questa variante nel mondo anglosassone.

Trama:

Un futuro cupissimo. Gli abitanti dell'AMEN (Area Metropolitana del Nord Est), un opprimente megalopoli, avevano da tempo abbandonato il loro brulicante formicaio umano per vivere su una flotta di navi di acciaio, vincolati da un solenne giuramento a non avvicinarsi mai alla terraferma. L'unico sostentamento per questo popolo di navigatori è il pesce catturato nelle acque degli oceani. La flotta è formata da più convogli, ognuno agli ordini di un commodoro, ma ogni nave è autosufficiente e il suo capitano ha il potere assoluto. La disciplina è rigidissima: anche un'insignificante macchia di ruggine può compromettere la sopravvivenza e quando il pescato è scarso gli ultrasessantenni sono obbligati all'eutanasia. Le peregrinazioni della flotta duravano ormai da circa tre secoli, quando la nave del comandante Salter perde la rete. L'unica possibilità di salvezza è raggiungere la costa, sperando di riuscire a trovare acqua e cibo. Quello che i marinai vedono è spaventoso. Le antiche nazioni sono crollate, ci sono state morie catastrofiche su tutto il pianeta e sono sopravvissuti alcuni sparuti gruppuscoli di adepti di una setta sanguinaria di sadici cannibali che adorano il loro fondatore, un profeta chiamato Merdeka, il Prescelto, soprannominato anche Il Completo Straniero e l'Arci-Forestiero. Morto a causa di un aneurisma, il suo spirito aveva continuato ad aleggiare sui continenti, dando origine a spaventosi olocausti! 

Recensione:

Angosciante quanto geniale e profetico parto dell'ingegno di Cyril M. Kornbluth (1923-1958), l'uomo dai denti verdi che si innamorò perdutamente di una maliarda appartenente a un'importante famiglia mafiosa e diede inizio alla diffusione delle dottrine anarcocapitaliste, che ancora oggi affliggono il genere umano. Pregevole la trattazione di un tema che ancor oggi è visto come un tabù dalle istituzioni come dalle masse decerebrate: la sovrappopolazione con annesse conseguenze funeste. 

La storia del fanatico religioso all'origine del crollo della civiltà su cui si fonda il racconto è di una tristezza assoluta. Bambino esposto nell'immondizia - ci spiega Kornbluth - Merdeka aveva avuto un inizio più difficile di altri. Cresciuto in strada, tra i gangster, i lenoni e le prostitute, ha presto manifestato tratti di grave psicopatia, associati però a un immenso carisma che lo portava a lanciarsi in una violenta predicazione. Come la popolarità di Merdeka cresceva, si delineavano in lui tratti di estrema ferocia e di puritanesimo radicale: egli era la reazione stessa della Natura alla sovrappopolazione che soffocava il pianeta. La sua lotta contro la pornografia era senza quartiere. Preso dall'ira, diceva che i giornali pornografici "tu li bruci e quelli si moltiplicano come vermi in un secchio della spazzatura". Se l'eiaculazione era un delitto, il sadismo più efferato era incoraggiato, tanto che gli adepti iniziarono a massacrarsi a vicenda, persino in seno alla stessa famiglia. "La famiglia che prega assieme, si ammazza assieme" divenne un motto. In una vivida descrizione, ecco un bambino usare la fiamma ossidrica per farsi strada nella camera blindata dei suoi genitori, strangolando il padre nel sonno con un filo di acciaio e colpendo la madre al cranio con un pomolo massiccio: prima di morire la madre la aveva freddato a pistolettate nel cranio. Eppure Merdeka in indonesiano significa "libertà"! Il Prescelto, quando gli chiedevano che razza di nome fosse il suo, "rispondeva che lui non era un inglese bugiardo o un irlandese dalla voce assordante o un francese pervertito o un ebreo spilorcio o un russo barbaro o un tedesco dal grugno di rospo o uno scandinavo con la testa di segatura". Il buonismo politically correct gli era del tutto sconosciuto, e per lui una ragazza nuda era il Male personificato. Sarebbe bello se Valentina Nappi leggesse il racconto.

Un condominio dell'Apocalisse

A un certo punto il comandante Salter e i suoi uomini si imbattono in iscrizoni su targhe d'ottone, apposte all'entrata di un massiccio edificio formato da cubi di cemento, ormai in rovina. Eccone il testo:

APPARTAMENTI HERBERT J. BROWNELL JR. 

Nota a tutti gli inquilini

Un appartamento del Progetto è un Privilegio e non un Diritto. L'Ispezione Quotidiana è un Punto Fondamentale del Progetto. La Presenza almeno una volta alla settimana in una Chiesa o in una Sinagoga di vostra Scelta è Richiesta a tutte le Famiglie che vogliono mantenere la Buona Condotta; su Richiesta, la Famiglia dovrà fornire Prova della sua Presenza. Il possesso di Alcool e di Tabacco verrà considerata Prova Inoppugnabile di Indesiderabilità. Eccessivo uso d'Acqua, Eccessivo uso d'Energia e Spreco di Cibo saranno considerati come capi sufficienti a una completa Revisione della Desiderabilità. L'uso di una lingua diversa dall'Americano da parte di persone di età superiore ai Sei Anni sarà considerato Prova Inoppugnabile di Inassimilabilità, sebbene questo punto non vieti di usare lingue diverse dall'Americano a scopo liturgico.

Sotto c'era una targa più piccola, sempre in ottone:

Nulla di quanto detto potrà essere usato per sorvolare su Pratiche di Depravazione mascherate da Religione di qualsiasi tipo, e tutti gli Inquilini sono avvertiti che ogni tentativo di coprire Pratiche di Depravazione risulterà nell'immediata Espulsione e Denuncia. 

L'autore specifica che qualcuno vi aveva disegnato sopra un immenso cazzo, definito "volgare dettaglio anatomico". Come se il cazzo lo avessero soltanto gli uomini del volgo.

Il Costruttore di Ponti

Il finale interlocutorio, una raffinatezza stilistica poco apprezzata al giorno d'oggi, è stato evitato per un soffio: la narrazione si conclude con una nota etimologica sul significato della parola Pontifex, tradotta alla lettera come "Costruttore di Ponti", seguita dal sospiro di sollievo del cappellano della nave di Salter, felice di constatare che qualcuno ancora pregasse. A dover esser franco, sospiro di sollievo al pensiero che l'autore immaginasse che qualcuno tra gli epigoni di un'umanità terminale ancora rammentasse qualche nozione dell'augusta lingua di Roma!

Capacità profetiche e fallimenti

Come spesso accade, un'opera di fantascienza presenta elementi profetici. In questo caso, senza dubbio ha anticipato i tempi la capacità dell'autore di prevedere  qualche avvisaglia della spaventosa crisi ambientale causata dagli eccessi procreativi della popolazone planetaria. Suppongo che Kornbluth sia stato molto ottimistico a plasmare con la sua immaginazione una soluzione efficace come quella proposta da Merdeka il Prescelto, che ora della fine porrebbe fine a non pochi problemi. Molto più nociva è la cecità dell'IPCC con le sue baggianate sull'ossimoro chiamato "sviluppo sostenibile". Quel branco di moralisti ipocriti quanto pingui si dimostra incapace di comprendere e di ammettere che la causa dell'aumento delle emissioni climalteranti con conseguenti scovolgimenti climatici è una sola: la sovrappopolazione. Visto che non si vuole accettare questa verità innegabile e che non si vogliono controllare le nascite, si manifesteranno spaventosi genocidi e olocausti, di proporzioni mai viste. Una volta Charles Manson, uomo mitissimo, disse che per salvare l'Amazzonia bisognerebbe massacrare un miliardo di persone. Non basterebbe: i procreatori sopravvissuti colmerebbero i buchi demografici in men che non si dica. La speranza è che si insinuerà un virus capace di fare ciò che alla ragione appare impossibile. Quello che Kornbluth non è riuscito a prevedere è la rovina degli oceani, che è già in atto ai nostri giorni e che porterà presto all'anossia globale delle acque marine, con conseguenze catastrofiche. La flotta dei discendenti dell'AMEN non garantirebbe alcuna possibilità di sostentamento a nessuno in un mondo i cui oceani sono privi di vita e pieni di continenti fatti di plastiche galleggianti compattate.   

Biblioteca Galattica

Questa è la pagina della Biblioteca Galattica dedicata al racconto lungo di Kornbluth, ai confini col romanzo breve, con annessa valutazione:

mercoledì 29 agosto 2018


FRANKENHOOKER

Titolo originale: Frankenhooker
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1990
Durata: 85 min
Genere: Commedia, orrore, fantascienza  
   Sottogenere: Black comedy, necrofilia 
Regia: Frank Henenlotter
Sceneggiatura: Robert "Bob" Martin, Frank
   Henenlotter
Produttore: James Glickenhaus
Formato: 1,66:1 - Dolby - 35 mm
Fotografia: Robert M. Baldwin
Montaggio: Kevin Tent
Effetti speciali: Matt Vogel
Musiche: Joe Renzetti
Trucco: Dan Frye
Interpreti e personaggi   
    James Lorinz: Jeffrey Franken
    Patty Mullen: Elizabeth Shelley
    Louise Lasser: La madre di Jeffrey
    Helmar Augustus Cooper: Detective Anderson
    Joanne Ritchie: Mrs. Shelley
    Joseph Gonzalez: Zorro il Pappone
    Carissia Channing: Dolores
    Heather Hunter: Chartreuse
    Charlotte Helmkamp: Honey
    Lia Chang: Crystal
    Kimberly Tayloro: Amber
    Susan Napoli: Anise
    Ari M. Roussimoff: Cliente di Zorro
    John Zacharie: Presentatore meteo grottesco
Budget: 2,5 milioni di dollari USA
Titoli alternativi/traduzioni:
   Spagna: Frankenputa - Vicios diabólicos 
   Russia: Франкеншлюха (Frankenšljuka) 


Trama:

Jeffrey Franken è un medico che per hobby fa lo scienziato pazzo e nei ritagli di tempo coltiva allegramente in vitro un cervello rosso dotato di un grande occhio centrale come Polifemo. La sua vita è tutto sommato abbastanza felice: ama la sua prosperosa fidanzata Elizabeth Shelley e conta di sposarla presto. Purtroppo durante una festa di compleanno accade qualcosa di spaventoso. L'appariscente Elizabeth sta mostrando il regalo al futuro suocero. Si tratta di una grossa falcatrice, uno di quegli aggeggi infernali che tanto piacciono agli americani. Non appena la ragazza aziona la macchina, questa avanza e la fa a pezzi, facendo piovere sugli invitati sangue e pezzi di carne. Jeffrey è annichilito e si chiude in se stesso. Ha raccolto i resti della sua amata e li conserva in una grande vasca piena di un fluido rosa. In particolare nutre una vera e propria adorazione per la testa mozzata. Di notte la toglie dal liquido conservante, la bacia sulle labbra e le parla, poi la porta a tavola assieme ad altre membra tranciate e le fa bere del vino. Ovviamente il nettare passa attraverso l'esofago reciso e si spande sulla tovaglia. Quando l'uomo si mette a mangiare, vicino a lui c'è un piede della ragazza in bella mostra. La scena è un capolavoro della necrofilia fantascientifica moderna. A un certo punto a Jeffrey viene un'idea folgorante. Pensa di costruire un corpo femminile perfetto su cui innestare la testa di Elizabeth, assemblandolo a partire dalle membra di diverse prostitute, che naturalmente devono sacrificare la propria vita per fornire la materia prima. Animato da questo mostruoso proposito, l'emulo del dottor Victor Frankenstein si immerge negli angiporti della vicina città alla ricerca di quanto gli occorre per riportare in vita la sua defunta Venere. Le cose non andranno precisamente secondo i suoi piani...

Recensione:

Film di un trash assoluto, cosa non sorprendente per un regista come Frankenlotter - ehm, pardon - Henenlotter, già autore dell'inguardabile Brain Damage (1988), di cui avremo modo di occuparci in un'altra occasione. Non possiamo aspettarci una perfetta aderenza alle leggi fisiche che governano l'Universo, così vediamo il giovane Jeffrey Franken rilassarsi infilandosi ripetutamente un trapano nel cranio senza che dal foro d'entrata esca una sola goccia di sangue. Cosa pericolosa, vista la natura emulativa dell'Homo americanus, senza dubbio tra le più stupide varietà di primati glabri comparsi su questo pianeta infernale. Il punto è che non esiste nemmeno la ricerca di una vaghissima verosimiglianza nella narrazione, tanto che è tutto un susseguirsi di situazioni che definire assurde è ancora poco, più grottesche che comiche. Quando le prostitute attirate dal giovane scienziato pazzo trovano un grande sacchetto pieno di cristalli di un crack speciale, subito cominciano a sgranocchiare e a fumare la droga, finendo col surriscaldarsi in modo insostenibile e con l'esplodere come se fossero pupazzetti di cartapesta. I loro corpi scoppiano come petardi giganti e dalle ferite non esce il sangue. Le loro membra semplicemente piovono per tutta la stanza in cui si è svolta l'orgia di droga, quasi per una strana magia pirotecnica. In totale spregio di ogni principio della biologia, Jeffrey attacca insieme le membra scelte delle sue vittime usando la colla e pretendendo che la cosa possa funzionare, come se i corpi umani fossero giocattoli di plastica, senza vasi sanguigni e terminazioni nervose. Gli effetti speciali sono volutamente grossolani, specialmente quando si vedono i fulmini in cielo e le scariche elettriche negli apparecchi. La creatura con la testa di Elizabeth, che dovrebbe essere la ragazza rediviva, è orrenda e contrae il volto in smorfie insopportabili. Stupisce che possa andarsene in giro impunemente e che riesca persino a sedurre un anziano impiegato. Il cliente adescato finirà col pagare con la vita la sua condizione di abbrutimento, folgorato dall'inaspettata amante cadaverica. Guardando le sequenze ho compreso che esiste nella trama un presupposto di una fragilità logica molto spinta. Dove sono le forze dell'ordine? Possibile che si possa andare in giro per una città, scatenare casini spaventosi, far esplodere puttane, occultare cadaveri, far scaturire fulmini e quant'altro, senza che nessun poliziotto muova nemmeno un dito per vedere cosa succede?


Reazioni nel Web e recensioni altrui 

Al giorno d'oggi Frankenhooker sembra aver evitato lo sprofondamento nell'Oblio soltanto in America, mentre in Italia è sostanzialmente sconosciuto. Ho reperito poche recensioni in italiano tramite Google. Di queste, soltanto due hanno una certa lunghezza e contengono qualche spunto interessante. La prima è di Francesco Ceccamea ed è comparsa sul sito Nocturno.it. Ecco l'indirizzo url: 


La seconda è di Paolo Chemnitz ed è comparsa sul blog Cinema Estremo. Questo è l'indirizzo url:


Sul sito Mymovies.it si trova un'utile informazione: l'accoglienza del film di Henenlotter è stata tiepida persino in America e non si è ancora verificato quel mirabile processo che trasforma persino autentiche merdate in oggetti di adorazione, chiamati per questo motivo "cult movies" o anche semplicemente "cult". Una domanda: siamo poi sicuri che questa trasformazione in feticcio un giorno coinvolgerà proprio Frankenhooker?

Influenza del film sullo slang

Con mia grande sorpresa, ho scoperto che esiste la voce frankenhooker nello slang urbano americano. Il sito Urbandictionary.com la glossa così: 

"A female that looks as if she was constructed from parts that came from different bodies. Common features are (an)unnormally long or large arms, legs, torso, or neck. This ofcourse has to be in contrast to the female's body."


Mi pare ovvio che il vocabolo gergale sia entrato nell'uso proprio a causa del film di Henenlotter. Trovo molto difficile credere che si tratti di una creazione indipendente.

L'etimologia del termine hooker "prostituta" è apparentemente semplice. Si tratta di un derivato di hook "uncino" con un suffisso agentivo -er, quasi "che trascina <gli uomini> con un unicino", ossia "che adesca i passanti". La parola è un tipico americanismo. Come spesso accade, sconosciuti popolani ignoranti hanno creato nel corso dei decenni false etimologie, ad esempio associando la denominazione della prostituta al generale "Fighting Joe" Hooker, che guidò l'Armata del Potomac all'epoca della Guerra Civile. 


In Italia nell'epoca pre-internet si ignorava l'esistenza della parola hooker. La sua conoscenza si è diffusa a causa dei siti pornografici e di una discutibile iniziativa di Annie Lobert, un'ex pornodiva che ha fondato l'organizzazione internazionale Hookers for Jesus, alla lettera "Puttane per Gesù". Nulla da ridire: capisco perfettamente che in pieno regime di idiocrazia si possa concepire una stringa concettuale come "Hookers for Jesus" senza nemmno sospettare qualche doppio senso, cosa che per un cristiano dovrebbe essere blasfema.


Un'interessante profezia

Un anno dopo l'uscita del film si è scoperto che un altro Jeffrey, questa volta realmente esistente, aveva la macabra costumanza di conservare parti del corpo delle sue vittime, che tuttavia erano uomini e ragazzi. Il suo cognome non era Franken: era Dahmer. Il serial killer in questione era un sodomizzatore violento, sadico, antropofago e necrofilo, tanto efferato da essere soprannominato Mostro di Milwaukee (Milwaukee Monster) e Cannibale di Milwaukee (Milwaukee Cannibal). Dal 1978 al 1991 commise 17 omicidi. Fu condannato a 16 ergastoli. Nel 1994 fu massacrato a sprangate da un altro detenuto, Christopher Scarver. Che vite atroci e dannate!   


Un finale annichilente

Il protagonista viene decapitato dal pappone Zorro, che intende vendicarsi della perdita delle sue ragazze. Contro ogni aspettativa, ecco che Elizabeth riesce ad assemblargli un nuovo corpo e a resuscitarlo. C'è soltanto un piccolo problema: dal momento che la rianimazione sembra funzionare soltanto su tessuti di persone di sesso femminile, la testa di Jeffrey è stata innnestata su un corpo tumefatto ottenuto cucendo assieme ed incollando le membra delle prostitute defunte. Con sommo orrore e raccapriccio, l'uomo si ritrova così sprovvisto di fallo, con una vagina tra le gambe! Non è improbabile che questa trovata sia stata ispirata a Henenlotter da un fatto realmente accaduto, per quanto non attinente alla chirurgia e alla rianimazione dei cadaveri. A quanto riporta il Ceccamea, la protofemminista Mary Wollstonecraft, madre di Mary Shelley, era rimasta sommamente infastidita quando aveva appreso quello che Jean-Jacques Rousseau pensava della donna, da lui definita "creatura destinata al piacere e alla seduzione". Tutto il film sembra echeggiare queste parole dell'autore ginevrino: in più di un'occasione Jeffrey Franken dichiara il suo intento di innestare la testa di Elizabeth su un corpo perfetto, in modo tale da poterlo usare un oggetto per il proprio godimento sessuale. Proprio per questo Elizabeth avrà la sua vendetta, trasformando l'amato Jeffrey in una creatura non virile, mossa da un collage impazzito di genomi di prostitute. 


L'uomo con la figa 

Esiste davvero un uomo privo di genitali maschili e dotato di vagina. Si chiama Buck Angel ed è conosciuto per l'appunto come Uomo con la Figa o Uomo con la Vagina. Quando mi è giunta voce di questa bizzarria non ci volevo credere, ma poi sono riuscito a trovare un documento che non lascia adito a dubbi. Si tratta di un filmato in cui Buck Angel fa sesso con Valentina Nappi. Si trova in molti luoghi del Web, come ad esempio in questa pagina pornografica:   

https://www.realeporno.com/leggendario-
uomo-con-una-figa-buck-angel-si-scopa-
con-valentina-nappi-4827/

Non aggiungo il collegamento ipertestuale, dato che tali siti sono spesso poco puliti e possono trasmettere infezioni e cookies. Vediamo quest'individuo bizzarro mettere le mani sulla testa della Nappi e spingersela tra le gambe per farsi leccare. La Nappi appare molto docile e remissiva. A quanto pare all'Uomo con la Vagina piace più ricevere il cunnilingus che praticarlo. Non sembra amare il rimming: non solo evita di leccare il buchino posteriore della pornodiva campana, ma non le fa nemmeno lambire il proprio. Per quanto mi riguarda ho trovato il filmato abbastanza deludente.

Da qualche ricerca ho presto appreso che in realtà Buck Angel è nato donna ed ha acquisito caratteri maschili con trattamenti, conservando però intatta la sua natura genitale. Come spiega lui stesso, si considera un uomo. Tecnicamente parlando, è un FtM, ossia un female to male transex, una donna transessuale diventata uomo. La Scienza però ha un'altra opinione. Avendo Buck due cromosomi X, la definizione che si attribuisce è in netto contrasto con le leggi della biologia, così si deve ritenere che egli sia di sesso femminile. Ovviamente tutti i fautori della retorica dell'orientamento sessuale insorgeranno, ma nemmeno loro sono in grado di possedere una bacchetta magica in grado di trasformare un cromosoma Y in un cromosoma X. In un'intervista apparsa sul sito Gay.tv, l'Uomo con la Figa ci parla della sua esperienza:


A dispetto delle apparenze, il caso di Buck Angel è molto diverso da quello di Jeffrey Franken. Lo scienziato pazzo della pellicola di Henenlotter finisce col diventare una creatura chimerica, né uomo né donna, epppure sia uomo che donna. Il suo corpo, fatto di membra femminili e di una testa maschile, contiene due cromosomi X nella maggior parte delle sue cellule, ma ha un cromosoma X e un cromosoma Y in tutte le cellule della sua testa.