lunedì 20 maggio 2019


DOPO DIO 

Autore: Peter Sloterdijk 
Anno: 2018
Lingua originale: Tedesco 
Titolo originale: Nach Gott: Glaubens- und Unglaubens-
     versuche
Editore: Raffaello Cortina Editore
Tipologia: Monografia
Soggetti: Religione, secolo XXI, filosofia, uomo, rapporti con
      Dio
Traduttore: Silvia Rodeschini
Curatore: Gianluca Bonaiuti
Collana: Scienza e idee
Codice EAN: 9788832850475
Pagine: 324 pagg. (Brossura)

Sinossi (da Raffaellocortina.it): 
Nella trilogia Sfere, Peter Sloterdijk evidenzia l’interesse della teologia speculativa per quella che viene ritenuta la smisurata grandezza di Dio, al quale è assegnato il ruolo di protezione assicurativa per l’anima. Questa funzione, celata in ogni religione monoteistica, costituisce l’orizzonte di significato in cui prendono posto gli esseri umani e il mondo.
Alla fine del XIX secolo, la “morte di Dio” priva la fede di forza, di oggetto e di salvezza. Nel suo nuovo libro, Sloterdijk si chiede quali siano state le ripercussioni di questa svolta sulla contemporaneità: una filosofia senza effetti reali? un cambio di mentalità? una diversa capacità di diagnosticare gli accadimenti? Che cosa ne è dell’essere umano, se l’Uno che dà senso alla sua vita non è più Dio ma il mondo stesso? La ricerca si inquadra in una logica di continuità con il lavoro di Sloterdijk sull’età contemporanea come periodo segnato da una complessità e da una complicazione crescenti. Per questa sua natura, essa coinvolge la teologia e la filosofia, la politica imperialistica dell’Occidente, gli influssi degli sviluppi culturali, l’impatto dei progressi scientifici e tecnologici. 



L'autore:   
"Peter Sloterdijk, uno dei più influenti pensatori contemporanei, insegna Filosofia ed Estetica presso la Staatliche Hochschule für Gestaltung Karlsruhe, di cui è attualmente Rettore." 
Così è presentato il filosofo, sempre sul sito di Raffaello Cortina Editore. Aggiungerei che ha il volto di un robusto amante della buona tavola e delle libagioni copiose, con qualche esigua traccia di incipiente sofferenza per l'entropia accumulata nel corso degli incessanti bagordi - cosa che mi accomuna a lui in tutto e per tutto, mi tocca ammetere. :) 


Indice dell'opera  

1. Il crepuscolo degli dei.
"Dopo tutti i mondi degli dei c'è un crepuscolo degli dei"
2. È possibile dire di sì al mondo? A proposito della trasformazione dell'atmosfera fondamentale nella religiosità del Moderno, con particolare riferimento a Martin Lutero.
(Acutizzazione eccentrica – E videro che non era buono – L'origine della Riforma dallo spirito della disperazione temperata - Entropia protestante)
3. La vera dottrina errante: gnosi. Sulla religione mondiale dell'assenza di mondo.
(Dove si trova Nag Hammâdi – Come il mondo reale è infine divenuto un errore – Breve storia del tempo vero e proprio – Gnosi come psicologia negativa – Umanesimo demiurgico. A proposito della gnosi dell'arte moderna)
4. Più vicino di me stesso. Scuola teologica preparatoria alla teoria dell'interno comune.
5. Il bastardo di Dio.
6. Miglioramento umano. Parole chiave filosofiche sul problema della differenza antropologica.
7. Epoche dell'animazione. Proposte per una filosofia della storia della nevrosi.
8. Latenza. A proposito del nascondimento.
(Emersione della cripta - Operare massimamente invasivo - Inscatolamento come creazione della latenza - Impatto e dispiegamento - Calcolo integrale intuitivo)
9. L'imperativo mistico. Note sulla variazione di forma del religioso nella modernità. 
(Le Confessioni estatiche di Martin Buber come sintomo epocale - La religione nell'epoca dell'esperimento - L'arena del mondo e lo spazio privo di marcature)
10. Imperativo assoluto e imperativo categorico.
11. Novità a proposito della volontà di credere. Note sulla desecolarizzazione.
12. Chance nel mostruoso. Note sulla variazione della forma del religioso nel mondo moderno sulla base di alcuni temi ripresi da William James.  

Recensione: 
Decisamente prolisso. Indigeribile. Una pingue e copiosa frittura di carne di coccodrillo al confronto è un pasto leggero. Mentre leggevo il contorto testo sloterdijkiano mi sentivo regredire allo stadio di ominide. Giungendo alle ultime battute dopo giorni di estenuazione, ero ormai diventato un Australopithecus afarensis, incapace persino di rammentare l'inizio di una frase contorta prima ancora di essere giunto al suo termine. Potremmo dire che Dopo Dio è uno strumento dell'Involuzione della Specie, dato che il suo linguaggio è tanto complesso da avere un impatto devastante sul lettore, facendolo regredire fino alle scimmie subumane, mettendolo davanto a tutta la sua inadeguatezza verbale. Ma ha davvero senso tessere frasi lunghe quanto due pagine, con una decina di livelli di subordinazione e centinaia di coordinate? Sarebbe bello capire da che pusher si rifornisce il gioviale tedescone. 

Un errore interpretativo 

Sul sito www.ibs.it si legge la seguente sconcertante descrizione: 

Nel suo nuovo libro, Peter Sloterdijk, per la prima volta, trae tutte le conclusioni dalla frase “Dio è morto”

«Il filosofo considera irrilevante la fede perché guarda al luteranesimo tedesco. La vitalità di altre Chiese evangeliche nei Paesi poveri dimostra tuttavia che il richiamo religioso resta potente.»
– La Lettura 


Caro Letturista, il richiamo delle Chiese Evangeliche nel Terzo, Quarto e Quinto Mondo resta potente non perché siano teologicamente vitali, bensì per un'altra ragione che si impone di prepotenza: i loro ministri istigano uomini che sono spaventosi energumeni e falli deambulanti a lasciare lo sperma in ogni vagina che trovano sulla loro strada, ingravidando ogni ventre fecondo. Così laddove queste Chiese si impongono, non è raro imbattersi in bruti che hanno più di cento nipoti. Di fronte a orrori simili si può solo sentire la mancanza di Zardoz! Sì, Zardoz, la Testa di Pietra che cala dal cielo a predicare il totale genocidio dell'umanità! Me lo ricordo bene quel bellissimo film del lontano 1974. Crederò che in Africa e in America Latina riverberino parole divinamente ispirate solo quando si alzerà un Profeta e urlerà alle genti: "Lo sperma è il Male!" 

La Gnosi, la dottrina errante  

Sloterdijk è ovviamente accusato dai cattolici-belva di essere un elemento neognostico - anche se a quanto pare non ha capito molto dello Gnosticismo, dato che non fa riferimento alcuno alla sua natura eminentemente anticosmica. Menziona però un fatto singolare che merita di essere approfondito: oltre ai sistemi gnostici dualisti (i più comuni), ne esistevano anche di monisti e addirittura di triadici. A parer mio, uno Gnosticismo monista non è Gnosticismo, sic et simpliciter - nonostante l'opinione dei moderni - a meno che non sia malteista. Per quanto riguarda i sistemi triadici, a quanto pare è assai difficile trovare informazioni. Quello che trovo inaccettabile è il continuo piagnisteo di coloro che identificano la modernità con lo Gnosticismo! Veniamo dunque ai cattolici che si danno la zappa sui piedi, accusando il filosofo tedesco di non fare alcuna menzione proprio di quei manoscritti di Qumran che dimostrano la falsità del Cristianesimo Niceno, che provano al di là di ogni dubbio la sua natura derivata e non divina. Intanto lo Gnosticismo resta valido nelle sue basi dottrinali ed è in grado di resistere - perché descrive la malvagità di un mondo oggettivamente malvagio - mentre se si continuerà a grattare la rogna di Qumran emergerà alla fin fine la desolante realtà storica, che il Cristianesimo mainstream è un'invenzione del subdolo Flavio Giuseppe, fabbricata a tavolino basandosi su materiale della setta degli Esseni. Un'invenzione fabbricata per finalità abiette, per giunta. 

Contraddizioni definitorie 

Il mondo contemporaneo, la cui natura intrinseca è materialista, è accusato di essere "gnostico". L'assurdità di una simile accusa è di uno stridore spaventoso. Lo Gnostico afferma che il mondo è il Nulla e che lo Spirito è imprigionato nella materia. Non ci potrebbe essere credo più antimaterialista. Da dove nasce dunque un equivoco tanto marchiano? Nasce dalla "Santa Ignoranza", da una profonda avversione nei confronti della Conoscenza. La piaga della "Santa Ignoranza" rende cieco chi ne è vittima: proprio per questo è di immenso profitto per chi detiene il potere. Vediamo un po' di analizzare un caso di inganno clamoroso, una bestemmia contro lo Spirito fatta passare per "religiosità". Non fu forse don Luigi Giussani ad affermare che nella carne dell'essere umano è presente la Verità? "La verità nasce dalla carne", è infatti il titolo di un suo scritto. L'uomo, secondo questa dottrina perniciosa, sarebbe dunque immagine di Dio proprio negli aspetti più desolanti e mortificanti, come la produzione di escrementi e la putrescenza dei cadaveri! Adesso mi pongo la domanda fatidica. Chi è il materialista?   

Il bastardo di Dio (sic)

Ebbene sì, come titolo di un capitolo è davvero forte! Il bastardo di Dio: la cesura di Gesù. Mi si perdoni se desta scandalo nei possibili lettori del mio portale, ma questa locuzione, che senza dubbio ferirà milioni di persone, è stampata tal quale sul testo in analisi. Non me la sono inventata io. Sloterdijk ha recuperato l'idea, che accomuna gli autori del Talmud ad Adolf Hitler e agli esoteristi della Thule Gesellschaft: Gesù Cristo non fu figlio di Dio, bensì di un legionario che militava nell'Esercito Imperiale. Hitler e gli adepti della Società di Thule aggiungevano un dettaglio non di poco conto alla narrazione talmudica: questo legionario era di origine germanica e si chiamava Panthera. La fonte ultima è un'opera del filosofo neoplatonico Celso (II secolo d.C.), il Discorso veritiero. Secondo queste bizzarre dottrine, che in Italia ricevono per ovvie ragioni ben poca pubblicità, Maria sarebbe stata una sorta di escort e neppure tanto di lusso, in buona sostanza una prostituta autoctona adibita al soddisfacimento del militari di Roma. Per questo motivo, sempre seguendo Sloterdijk, il Rabbinato e l'Uomo di Braunau am Inn, Gesù non sopportava alcun discorso, nemmeno larvato, che potesse alludere alla sua vera e ingloriosa origine. Così batteva i piedi e sfuriava, faceva le bizze, dicendo di essere Figlio di Dio, per allontanare da sé la vergogna di uno sperma alloctono. Sloterdijk si spinge anche oltre: menziona le problematiche genealogie di Gesù contenute nei Vangeli di Luca e di Matteo, con cui gli autori pensavano di ricondurre il Salvatore alla Casa di David. Con molta arguzia, il filosofo tedesco fa notare un paio di cose a dir poco drammatiche. Innanzitutto dette genealogie riportano alla Casa di David non Maria, che fisicamente avrebbe dovuto dare alla luce il Bambin Gesù, bensì Giuseppe, che stando alle Scritture non avrebbe dovuto dare al concepimento divino alcun contributo spermatico! Si noterà che la tradizione popolare italiana reputa Giuseppe degno di irrisione e di scherno, eleggendolo patrono dei cornuti e addirittura dei segaioli: a tanto giunge l'immane bestialità del volgo belluino!

Ecco, secondo le dottrine dei Farisei, odiatissimi da Gesù, contava soltanto la paternità legale. Per questo contava attribuire la paternità legale di Gesù a Giuseppe e ricondurre quest'uomo alla Casa di David. Però tutti i complottisti mi dicono che si appartiene al Popolo Eletto da parte di madre. Una singolare contraddizione, non trovate? Come la risolviamo? 

Questi sono i brani evangelici che riportano l'ascendenza di Gesù:

Genealogia in Matteo, 1,1-17

1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4 Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5 Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8 Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13 Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15 Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. 17 In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. 

Genealogia in Luca, 3,23-38

23 Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent'anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24 figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25 figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26 figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27 figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28 figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29 figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30 figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31 figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32 figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33 figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34 figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35 figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36 figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37 figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38 figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

Sloterdijk, con ghigno beffardo e mefistofelico, fa notare che Luca apporta un'innovazione davvero mirabile rispetto a Matteo: prolunga retroattivamente la genealogia di Gesù facendola arrivare fino al Primo Uomo, Adamo. Ma a cosa serve, commenta il filosofo, arrivare fino al Padre Adamo con un lunghissimo convoglio di vetture, se poi questo convoglio deraglia proprio nei pressi della stazione d'arrivo?  

Le Scritture devono essere Catare, ossia Pure

La soluzione ai problemi sollevati da Sloterdijk è molto semplice: le genealogie di Gesù sono apocrife. I Vangeli Canonici sono pieni zeppi di contaminazioni e si può definire Cristiano soltanto chi sostiene la necessità dell'epurazione dei testi da tutto ciò che è spurio e diabolico. Chi potrebbe mai pensare che Cristo avesse un corpo di carne in grado di ingurgitare e di defecare, di emettere seme e altre brutture? Nessuno dotato di senno potrebbe farlo. Non esistono gli escrementi divini! Così non è possibile che Cristo avesse una carne ereditata da donne perverse come l'incestuosa Tamar, la prostituta Racab, l'idolatra e infanticida Rut! E da queste meretrici sarebbe nata infine la Vergine? Tutto ciò è assurdo e deve essere rigettato. Un dovere: proseguire nel cammino che intrapresero Marcione e il Pop Bogomil, anche a costo di ridurre i Vangeli a poche pagine! Poche pagine di Verità, immuni da storture e da contaminazioni mondane, incapaci di trarre in inganno le genti!

Alcune note linguistiche 

Mi dispiace dirlo, ma Sloterdijk non ne capisce molto di linguistica. Non è un buon filologo. Sono rimasto a dir poco allibito quando ho letto queste sue parole:  

Il termine chiave dell'Illuminismo era quello stato di maggiorità [Mündigkeit], formulato da Kant, il quale veniva definito come la capacità di servirsi del proprio intelletto senza la direzione di altri - in particolare, in questioni di carattere religioso.
   Ora, lo stato di maggiorità è un concetto che un lettore di testi storici con un training psicoanalitico non può accogliere senza qualche remora. Tradurlo semplicemente in termini di autonomina o autodeterminazione sarebbe un'ingenuità ingiustificata, anche se i filosofi di professione più avversi alla psicologia accetterebbero di buon grado questa traduzione. Lo stato di maggiorità
[Mündigkeit] indica un fantasma dell'oralità [Mündlichkeit]1 che si prolunga nella sfera politica, e questo stato di cose è percepito dal terzo orecchio. Alla base dell'ideale dello stato di maggiorità c'è l'idea che un soggetto abbia preso possesso delle proprie competenze orali, ovvero del linguaggio, in misura tale da poter prendere la parla per sé - e, addirittura, per l'intera umanità nella propria persona. Nell'idea di uno stato di maggiorità si articola una programma educativo che estende una storia della formazione della bocca dal primo giorno fino alla volontà ultima, dall'urlo al discorso parlamentare. Perciò, i destini orali dell'uomo risultano collegati all'andamento del mondo di epoca moderna.  


Il curatore dell'edizione italiana, Bonaiuti, rincara la dose con la sua contorta nota al testo sloterdijkiano: 

1. È impossibile rendere in italiano questa assonanza, la parola tedesca Mündigkeit - che indica una condizione di maturità e autonomia - sembra contenere, infatti, la parola Mund, letteralmente "bocca", che si trova anche in altri termini giuridici, come Vormundschaft, tutela, Vormundschaftsgericht, ufficio tutorio. Esso deriva da Munt, un termine giuridico che nel medio-alto tedesco e nell'alto-tedesco antico indicava la protezione, da parte del responsabile di una casa, nei confronti di coloro che la abitavano (vedi "Mündigkeit" in Herkunftswörterbuch, Duden, Frankfurt am Main 2013).
Nei dizionari etimologici non è chiaro il suo apparentamento all'oralità, ma certamente nel tedesco moderno, a partire da Lutero, sono frequenti le associazioni tra
Mund e M
ündigkeit (vedi la voce "Mündigkeit" in J. Grimm, W. Grimm, Deutsches Wörterbuch, Hirzel, Leipzig 1971, vol. 12, coll. 2688). il termine Mündigkeit verrà qui reso con "maggiorità" e l'aggettivo mündig con l'italiano "maturo". Mündlichkeit viene invece tradotto con "oralità" e verrà distinto da Oralität e dai termini connessi, con l'indicazione del tedesco tra parentesi-
[NdC] 


Ebbene, tutto è molto semplice. In antico alto tedesco esistevano due diverse parole dal suono molto simile: mund "bocca" e munt "mano; protezione". In longobardo suonavano in modo identico: la parola mund "protezione" è stata latinizzata in mundium e ricorre in composti come aamund "libero, senza tutela" e selpmundia "padrona di se stessa". La parola per dire "bocca" e quella per "protezione" non risalgono però alla stessa radice protogermanica, nonostante la sostanziale omofonia. Si nota che mund "protezione" viene dalla stessa radice indoeuropea del latino manus "mano", mentre mund "bocca" viene dalla stessa radice indoeuropea del latino mentus "mento". Quindi tutte le verbose acrobazie di Sloterdijk e di Bonaiuti sono fatica sprecata che allontana dalla Verità. In buona sostanza, avrei gradito di più una tazza di kopi luwak, il buon caffè di Gianni Coprofago!

mercoledì 15 maggio 2019

I FIERI LAKOTA, GUERRIERI DELLO SPIRITO CHE COMBATTONO UNA STRENUA BATTAGLIA CONTRO IL TUMORE NEW AGE 

Questo documento risale al 1993: per l'esattezza l'originale dichiarazione fu approvata all'unanimità nel Giugno 10, 1993 al Lakota Summit V, una riunione internazionale delle nazioni Lakota, Dakota e Nakota degli Stati Uniti e del Canada. Una copia è stata postata sul sito dell'American Indian Cultural Support e su The People's Path. Non mi risulta che la dichiarazione sia mai stato pubblicato integralmente in lingua italiana (finora ho trovato solo alcuni estratti), così provvedo con una traduzione che purtroppo è ben lungi dall'essere perfetta anche a causa della forma un po' convoluta usata nell'originale. Il carattere ripetitivo e stereotipo di certe locuzioni è chiaramente inteso come modo per esprimere una grande enfasi; a tratti sembra che gli autori abbiano pensato nella loro lingua ancestrale e in seguito tradotto, anche se l'uso di molti termini tipici della società urbana farebbe pensare il contrario. Ecco il testo, che riporto sperando di avere il beneplacito dei popoli Lakota, Dakota e Nakota:

Dichiarazione di Guerra contro gli sfruttatori della Spiritualità Lakota. 

Mentre noi siamo i convocatori di una serie di forum completi sull'abuso e sullo sfruttamento della spiritualità Lakota; e 

Mentre noi rappresentiamo i capi tradizionali riconosciuti, Anziani tradizionali, e gli avvocati delle radici del popolo Lakota; e 

Mentre per troppo tempo abbiamo sofferto l'indescrivibile indegnità di avere le nostre più preziose cerimonie Lakota e pratiche spirituali dissacrate, derise e abusate da "aspiranti" non-Indiani, venditori ambulanti, settari, approfittatori, sedicenti "sciamani New Age e loro seguaci; e 

Mentre con orrore ed oltraggio vediamo che questa sciagurata espropriazione delle nostre sacre tradizioni Lakota ha raggiunto proporzioni epidemice nelle aree urbane del paese; e Mentre il nostro prezioso Sacro Calumet è stato dissacrato attraverso la vendita di pipe di terracotta in mercati delle pulci, conciliaboli e negozietti "New Age"; e 

Mentre si sono formate corporazioni pseudo-religiose per lucrare sulll'ammissione a false "cerimonie di purificazione" e programmi di "ricerca della visione"; e 

Mentre "danze del sole" sacrileghe per non-Indiani sono state condotte da ciarlatani e da capi settari che promuovono abominevoli e oscene imitazione dei nostri sacri riti Lakota della Danza del Sole; e 

Mentre non-Indiani si sono organizzati in "tribù" posticce, assegnandosi falsi "nomi Indiani" per vacilitare l'espropriazione, il mercimonio e la commercializzazione delle nostre tradizioni Lakota; e 

Mentre discipline accademiche sono saltate fuori nei college e nelle università istituzionalizzando l'imitazione sacrilega delle nostre pratiche da parte di studenti e istruttori sotto forma di programmi di educazione in "sciamanismo"; e 

Mentre ciarlatani non-Indiani e "aspiranti" stanno vendendo libri che promuovono la sistematica colonizzazione della nostra spiritualità Lakota; e 

Mentre l'industria della televisione e dei film continua a saturare i media di intrattenimento con rappresentazioni volgari, sensazionaliste e grossolanamente distorte della spiritualità e della cultura Lakota che rafforzano l'immagine stereotipa degli Indiani e che affliggono in modo grave l'autostima dei nostri bambini; e 

Mentre individui e gruppi coinvolti nel "Movimento New Age", nel "Movimento degli Uomini", nei culti del "Neopaganesimo" e in sedute di "sciamanismo", tutti hanno sfruttato le tradizioni del nostro popolo Lakota imitando le nostre pratiche cerimoniali e mescolando tali rituali posticci con pratiche occulte non Indiane in un pericoloso e offensivo miscuglio pseudo-religioso; e 

Mentre l'assurdo atteggiamento pubblico di questa accozzaglia scandalosa di ciarlatani pseudo-Indiani, "aspiranti", speculatori, settari e "sciamani New Age" comprende un ostacolo momentaneo nella lotta del tradizionale popolo Lakota per un'adeguata istruzione pubblica dei legittimi bisogni politici, legali e spirituali del vero popolo Lakota; e 

Mentre questa spogliazione esponenziale delle nostre tradizioni spirituali Lakota richiede che noi agiamo immediatamente per difendere la nostra preziosa spiritualità Lakota da un'ulteriore contaminazione, dissacrazione ed abuso;

Giungiamo quindi alle seguenti risoluzioni:

1. Noi ora e innanzi dichiaramo guerra contro tutte le persone che persistano nello sfruttamento, nell'abuso e nella mistificazione delle sacre tradizioni e le nostre pratiche spirituali Lakota, Dakota e Nakota.

2. Facciamo appello ai nostri fratelli e alle nostre sorelle Lakota, Dakota e Nakota delle riserve e delle comunità tradizionali negli Stati Uniti e nel Canada affinché si oppongano a viva voce e attivamente a questa allarmante e sistematica distruzione delle nostre sacre tradizioni.

3. Esortiamo il nostro popolo a coordinarsi con i proprii membri che vivono in aree urbane, per identificare circostanze in cui le nostre sacre tradizioni sono state abusate, e quindi resistere a questo abuso, utilizzando qualsiasi tattica sia necessaria e sufficiente - ad esempio dimostrazioni, boicottaggi, conferenze stampa e atti di intervento diretto.

4. Esortiamo specialmente tutta la nostra gente Lakota, Dakota e Nakota ad agire per prevenire ogni contributo che permetta l'abuso delle nostre sacre cerimonie e pratiche spirituali da parte di estranei; perché, come noi ben sappiamo, ci sono alcuni in mezzo al nostro stesso popolo che prostituiscono le nostre vie spirituali per il loro egoistico guadagno, senza alcun riguardo per il benessere spirituale del popolo come insieme.

5. Asseriamo un atteggiamento di tolleranza zero per ogni "sciamano dell'uomo bianco" che sorga tra le nostre comunità ad "autorizzare" l'esproprio delle nostre pratiche cerimoniali da parte di non-Indiani; tutti questi "uomini medicina di plastica" sono nemici delle genti Lakota, Nakota e Dakota.

6. Esortiamo la gente della tradizione, i capi tribù e i consigli di governo di tutte le nazioni Indiane ad unirsi a noi nell'invocare una fine immediata di questo rampante sfruttamento delle nostre rispettive sacre tradizioni di Indiani d'America, rilasciando dichiarazioni per denunciare tali abusi; perché non sono solo i popoli Lakota, Dakota e Nakota le cui pratiche sono sistematicamente violate da non-Indiani.

7. Esortiamo tutti i nostri fratelli Indiani e le nostre sorelle ad agire in modo deciso e ardito nella nostra presente campagna per porre fine alla distruzione delle nostre sacre tradizioni, tenendo a mente il nostro sommo dovere come popoli Indiani: preservare la purezza delle nostre preziose tradizioni per le nostre generazioni future, cosicché i nostri figli e i figli dei nostri figli sopravviveranno e prospereranno nella sacra maniera intesa per ciascuno dei nostri rispettivi popoli dal nostro Creatore. 

Wilmer Stampede Mesteth; (Oglala Lakota); Leader Spirituale Tradizionale e Istruttore Culturale Lakota; Oglala Lakota College, Pine Ridge, South Dakota 

Darrell Standing Elk; (Sicangu Lakota); Presidente, Centro per lo Spirito, San Fancisco, California, & Pine Ridge, South Dakota 

Phyllis Swift Hawk; (Kul Wicasa Lakota); Tiospaye Wounspe Waokiye; Wanblee, South Dakota

Non mi astengo dal narrare anche i particolari più scabrosi della vicenda: sono convinto che non si debba nasconder nulla pur di mettere a nudo la miseria delle genti del mondo. Mi sono giunte storie di donne tedesche fascinose e dalle splendide chiome bionde mandate tra le genti del ceppo Lakota per sedurre gli uomini più in vista. La scelta non è stata casuale: gli organizzatori di questo piano indecoroso hanno messo gran cura nei dettagli, prevedendo quale tipologia femminile avrebbe destato maggior effetto. Infatti queste inviate hanno portato un enorme scompiglio in diverse comunità Lakota, distruggendo la volontà di molti uomini tramite pratiche fellatorie e spermatofaghe, scatenando la gelosia folle delle donne delle tribù. L'arma del sesso spesso colpisce proprio nel punto più debole di una cultura già troppo provata da una storia di persecuzioni e di violenza. Sembra una vicenda surreale, ma è purtroppo l'amara verità.  

Mi piacciono questi Lakota: non sono buonisti e respingono con orrore ogni tentativo di corromprere la loro cultura. Facendo ciò sono consapevoli che l'albero malvagio deve essere abbattuto, perché non darà mai buoni frutti. 

Ho letto che nel 2007 alcuni Lakota, bollati dal diabolico Governo degli Stati Uniti come "estremisti", hanno stracciato gli accordi firmati con il Presidente Ulysses Grant, rivendicando uno Stato indipendente. Auguro loro ogni buona fortuna.

domenica 12 maggio 2019


LE ILLUSIONI COGNITIVE DELLA NEW AGE

Quello che dovrebbe subito saltare agli occhi quando si analizza una teoria nata in ambito New Age è l'attribuzione di concetti moderni come "energia" a popoli antichi. Ma cosa intendevano gli antichi per "energia"

Per prima cosa dobbiamo notare che per ogni forma di New Age tutti i popoli antichi sono culturalmente indistinguibili: lo stesso linguaggio attribuito ai sacerdoti dei Maya viene anche attribuito ai Druidi dei Celti. Quando viene presentato un edificio teologico e religioso, questo ha sempre le stesse caratteristiche e la stessa forma, indipendentemente dall'epoca e dal continente. Come è ovvio, questa forma si articola intorno ai dogmi New Age descritti ad esempio nella Profezia di Celestino di James Redfield (1993): panteismo, olismo, energismo, mistica della Nuova Era.  

Il problema è che per capire una cultura è necessario studiarne la lingua, perché una lingua non è solo un mucchietto di parole incollate insieme da una grammatichetta insegnata dalla maestrina a scuola a forza di regoline, regolette e regolucce. Una lingua è un modo di vedere l'universo, è un'interfaccia. Questo i Newagers non lo sanno, tanto che ciò che attribuiscono a Maya, Egizi e Celti è concepito e applicato in inglese o in spagnolo. 

Tempo fa mi capitò di vedere alla televisione un buffone che sosteneva di essere un sacerdote dei Maya, e quando parlava  - naturalmente in spagnolo - se ne usciva con un tedioso ibrido tra Redfield e Castaneda. Geneticamente non aveva neanche un'unghia di Maya, esibendo l'aspetto di un pingue americano con una barba brizzolata. Parlava di energia, di fine del mondo nel 2012, di rigenerazione spirituale, di integrità morale, di inizio di un nuovo ciclo. Subito ho posto agli amici una domanda retorica: "In che modo in lingua Maya si esprimerà il concetto di integrità morale?" 

Ho diverse grammatiche di idiomi Maya, di cui una in formato cartaceo (l'autore è Tozzer, ed è relativa al ceppo Yucateco). Una cosa è certa: quelle lingue sono ricchissime e molto complesse, ma non adatte ad esprimere concetti astratti a noi familiari. Faccio alcuni esempi relativi alla lingua degli Aztechi, il Nahuatl, che conosco meglio e che è ancora parlato in forma di dialetti moderni da più di un milione di persone. Pur essendo di un ceppo distante da quello Maya, può far capire ciò che intendo. Nella lingua classica non esiste alcuna parola per dire "perversione". Per esprimere il concetto di "perversione" si usa la metafora del coniglio: "sei diventato perverso" si traduce con una frase il cui significato letterale è "sei diventato un coniglio". Non esiste un verbo per dire "traviare": si deve dire "mostrare a qualcuno il pulque, il fungo, lo stramonio". Così "avere il cuore azzurro" significa "essere libero"; "essere giallo" significa "essere coraggioso"; per dire che una cosa è preziosa si deve dire che è "cuore e sangue". Tutto questo è molto controintuitivo, e richiede l'apprendimento di una semiotica complicatissima: la conoscenza letterale della lingua è insufficiente. A volte non si azzeccherebbe neanche per caso: si noti ad esempio come il giallo nelle culture europee sia simbolo di viltà dove in Nahuatl indica il coraggio. Carlos Castaneda, che afferma di essere stato tra gli Indios e di aver appreso gli insegnamenti dei cosiddetti curanderos, è al corrente di tutte queste cose? Ne dubito fortemente. 

Per quanto la cosa possa stupire, i popoli antichi ignorano l'uso di un vocabolo corrispondente ad "energia" per come la intendono i Newagers. Per i Celti NERTON* indicava la forza, intesa come vigore fisico. Era quanto di più vicino si potesse trovare alla parola in questione. Non c'erano Druidi in grado di captare supposte confluenze energetiche e di costruire in quei luoghi cerchi megalitici, non solo perché non avevano il concetto di "energia", ma anche perché i Celti non erano costruttori di megaliti. Quei monumenti misteriosi sono opera di un popolo più antico e non indoeuropeo, anche se l'immaginario collettivo non ne vuol prendere atto. 

*Ricostruito dalle lingue celtiche insulari e documentato in numerosi antroponimi gallici incorporati in iscrizioni latine: Nertocomarus, Nertacus, Nertonius, Nertomarus, Nertomarius, Nertus, Nertovalus, etc.  

La New Age è un'opera di mistificazione storica e culturale, volta a nascondere la verità dei fatti e la conoscenza dei popoli e a sostituirvi una mitologia del tutto priva di fondamento. Qualcuno ha addirittura avuto la pretesa di affermare che la New Age avrebbe una natura gnostica, ma nulla è più lontano dal vero. Non esiste una sola proposizione all'interno del suo edificio ideologico passibile di essere identificata come imparentata con lo Gnosticismo. Il fatto che elementi della Chiesa di Roma tendano ad identificare Gnosi e Gnosticismo con il panteismo New Age è indice della loro superficialità. Nessun seguace di una religione o di una filosofia di tipo gnostico può avere motivo di simpatizzare per la New Age, che rappresenta per sua stessa natura una forza antignostica. 

In sintesi, la parola che meglio rappresenta l'essenza del movimento New Age e di tutte le sue filiazioni è Menzogna. Una menzogna che rosicchia il passato. 

venerdì 10 maggio 2019


DUE SOVRANI ILLUMINATI:
ATTILA E ALBOINO 


 Lezioni di tolleranza 

Si parla tanto di dialogo in questi giorni di polemiche, ma è evidente che pochi intendono il senso di questo termine di origine greca. La sua etimologia ci dovrebbe illuminare: deriva infatti da dià 'attraverso' e da logos 'parola, discorso'. Il dialogo implica uno scambio reale di punti di vista, e soprattutto la possibilità di modificare le proprie idee. Ma quando si rappresenta una religione monoteista, ogni dialogo con chi ha idee diverse è chiaramente impossibile. Può infatti un cattolico ammettere di sbagliare su un principio portante della sua fede? E' evidente che non è possibile. Quindi l'uso della parola 'dialogo' è solo un inganno. 

Allo stesso modo, parole come 'tolleranza' e 'libertà' sono usate dai porporati ogni qual volta la loro voce invadente viene rifiutata dalle genti, ma essi hanno agito nei secoli proprio contro qualsiasi pur larvata forma di libertà di espressione. Hanno forse tollerato Albigesi e Valdesi? Hanno forse tollerato gli epigoni degli antichi pagani morenti? La risposta è sotto gli occhi di tutti: NO! Ogni visione dell'universo differente dalla loro la hanno perseguitata in modo aberrante, abominevole. E nessuno può cavarsela invocando i cosiddetti 'sbagli' della Chiesa. Questi non sono sbagli, ma frutti dei princìpi portanti, cardinali della dottrina cattolica e naturali conseguenze delle sue assunzioni di base. 

Per i cattolici è intollerabile e nefasto vivere in un paese in cui tutti hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni e a vivere secondo i propri costumi. Infatti, credendo di rappresentare la Verità, sono altresì convinti che la Verità non possa in alcun modo convivere con l'Errore. Uno Stato che permette ai sudditi di godere di una certa libertà, è quindi per i seguaci della dottrina romana uno stato compromesso con il Demonio. Lo Stato che essi invocano ogni giorno è teocratico, ovvero una struttura che fa della religione cattolica il suo centro e la sua ragion d'essere. Ma è automatico, e questo luttuosamente i liberali non lo vogliono capire, che un simile Stato sia intollerante. Una volta che una nazione ammette Dio come suo centro, un'organizzazione poliziesca si farà in modo automatico garante di ciò, e i princìpi saranno tradotti in atto.

I cattolici ritengono le loro leggi non già come una delle tante possibili, ma come 'Legge Naturale' e si sentono pertanto in obbligo di imporle a tutti. In uno Stato Laico, nessuno obbligherà mai un cattolico a rinunciare al matrimonio o ad intrattenere rapporti omosessuali, nessuno gli impedirà mai di praticare il suo culto. Eppure in un simile Stato, il cattolico si troverà in estremo disagio, perché anche soltanto la presenza di un oppositore alla luce del sole gli darà fastidio, sia esso eretico, pagano, ebreo o ateo.

Attila (Piccolo Padre), discendente di Balamir, Re degli Unni, era un condottiero glorioso, che mise assieme un impero immenso. Noto per la sua ferocia, si diceva che dove passava non cresceva più l'erba. Era nato in una cultura di tipo turco-mongolo che esaltava la guerra e il massacro dei nemici. Eppure dal punto di vista religioso Attila era incredibilmente tollerante, come tipico della tradizione del suo popolo. Permise sempre qualsiasi culto nei suoi domini, come i suoi predecessori avevano sempre fatto, vietando invece che ci fossero disordini e tumulti a causa delle diverse opinioni sulla divinità. Egli adorava il Cielo, Tengri, e la sua religione era sciamanica, ma non discriminava nessuno e non imponeva nulla a nessuno. I suoi funzionari potevano essere sciamanisti, pagani, cristiani di qualsiasi tipo o manichei. La fede era ritenuta un fatto strettamente personale e la sua nazione incarnava la più elevata e migliore idea di Stato Laico.

Alboino (Amico degli Elfi), Re dei Longobardi, era pagano e venerava il Dio Wotan, il cui culto era stato ereditato dai suoi antenati giunti dalla remota Scandinavia. Egli era pragmatico e sostanzialmente riconosceva la stessa validità a ogni tradizione religiosa, perché ogni popolo per lui aveva diritto sacrosanto ad avere la propria. Così non vedeva perché i Longobardi, un tempo chiamati Vinnili, dovessero rinunciare ai loro Dei per piegarsi davanti al Dio dei Romani. Ma allo stesso modo non pensava giusto che i Romani si inchinassero davanti a Wotan, perché non era il loro culto avito. Per quanto molti si ostinino a ritenere Alboino un "sadico minchione", egli era sorprendentemente moderno, e non avrebbe sfigurato in compagnia di Voltaire e di Rousseau. Certo, era anche un uomo violento e crudele, che decapitò il Re dei Gepidi Cunimondo e obbligò sua figlia Rosmunda a bere dal suo teschio. Le sue azioni, che per la morale dei Germani erano encomiabili e gloriose, non avevano tuttavia un movente religioso. Egli non torse mai un solo capello a un cristiano a motivo della sua fede, si adoperò in tutti i modi perché tra cristiani Niceni e cristiani Ariani regnasse la concordia, e permise persino che i suoi sudditi pregassero per la sua conversione e per la salvezza della sua anima.

Eppure i cattolici hanno sempre disprezzato tali sovrani illuminati e saggi, esaltando invece personalità come Costantino e Teodosio. Il primo si macchiò di crimini mostruosi contro i suoi stessi consanguinei e pose le basi degli orrori che sarebbero seguiti. Il secondo, ostaggio dell'integralista Ambrogio, decretò che tutti i sudditi dell'Impero dovessero seguire il Cristianesimo Niceno, pena la morte, con solo una tolleranza di forma verso gli Ebrei. Nessuno se lo dimentichi: per i papisti la parola 'libertà' significa vivere in un paese in cui esiste una sola religione possibile: quella del Papa. 

Il Volto Oscuro della Storia, 21 gennaio 2008

Ne sono passati di anni da quando ho scritto questo contributo su un blog ormai defunto! Nel frattempo sono successe molte cose: è giunto il tempo della Chiesa dei Due Papi - o di nessun Papa, se si preferisce - e la stessa teologia cattolica è defunta. Quello che all'epoca pareva più terribile del dragone Fafnir, è ora ridotto a un miserabile lombrico! 

mercoledì 8 maggio 2019

ETIMOLOGIA DI GRIMPEDIUM

Molti navigatori sono giunti in questo portale digitando una ben strana e bislacca chiave di ricerca: GRIMPEDIUM. Che vorrà mai dire? Ebbene, non si tratta di un cumulo di lettere assemblate per puro caso. La keyword dall'aspetto latineggiante è nata da un errore concettualmente molto semplice, come mi accingo a dimostrare. Essendo però un errore tutto sommato redditizio in termini di visite (non di pecunio!), mi limiterò a svelarne gli arcani senza correggerlo nell'articolo in cui tuttora compare, sperando anzi che possa continuare ad attrarre altri curiosi dai meandri del Web. Devo ringraziare il Fratello Pietro Ferrari per la fortuita introduzione di questo stravagante vocabolo nel presente portale, dal momento che in un suo meritorio articolo sul famigerato serial killer Ted Bundy, NASCERE MALVAGI, nelle fonti bibliografiche è riportato il seguente riferimento:

J.W. Ocker, The New England Grimpedium. A Guide to Macabre and Ghastly Sites in the Northeast U.S., New York, Countryman Press, 2010. 

Si vede subito che il fatidico GRIMPEDIUM è un refuso, ossia un banale errore. Sta per GRIMPENDIUM: è stata omessa per fallace digitazione una consonante nasale -N-, cosa che può capitare a chiunque mentre si cimenta con la tastiera. Va da sé che il problema sta all'origine ultima di questa anomalia, dato che GRIMPENDIUM è una parola macedonia derivante dalla fusione di GRIM "truce" (con paralleli in longobardo e in norreno) e di COMPENDIUM "compendio" (termine eminentemente latino). A tutti gli effetti si tratta di un *GRIM-COMPENDIUM, ossia di un Compendio delle Atrocità. Mi domando che avrebbe pensato l'Erulo Odoacre se un folletto gli avesse insufflato nelle orecchie un simile vocabolo! Così abbiamo senza volerlo evocato una parola che prima non esisteva e che ha di per sé ben poca giustificazione, essendo di una fragilità logica molto spinta. La pronuncia sarà /gɹɪm'pi:dɪǝm/ anziché /gɹɪm'pendɪǝm/ come dovrebbe essere. Che altro dire? Anche questa è antropologia! Ecco, qualcosa si sta spargendo nella Rete tramite contagio memetico, acquisendo forma e sostanza di giorno in giorno!

sabato 4 maggio 2019


EUTAMNESIA 

Anno: 2000
Lingua: Italiano
Regia: Patrick Rizzi
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia
Durata: 1,13 h
Soggetto: Patrick Rizzi
Sceneggiatura: Patrick Rizzi, Federico Salvi
Produttore: Patrick Rizzi
Produttore associato: Federico Salvi
Musiche: Patrick Rizzi
Fotografia: Patrick Rizzi
Segretaria edizione: Ilaria Tarello

Interpreti e personaggi: 
   Emanuele De Matteis: Ziggy
   Federico Salvi: Victor
   Antonio Matarazzo: Antonio
   Paola Mura: Pearl
   Simone Lavino Zona: Dietmar 


Sinossi (Patrick Rizzi, dal suo canale Youtube):

  Il film Eutamnesìa è concepito e realizzato tra il 1998 e 1999, nel mentre negli USA venivano realizzati CONTEMPORANEAMENTE "The Truman Show",  "Matrix" e "Dark City".
  Nel 2000 Eutamnesìa ha una piccola distribuzione in VHS in italia, grazie alla casa di produzione indipendente, all'epoca ancora esistente, chiamata "il Grido".
  Nel 2009, Duncan Jones, figlio di David Bowie, è regista per il film "Moon" su un' idea-creativa di base estremamente simile ad Eutamnesìa.
  Oltre all'idea di base, molti dettagli di sceneggiatura ben specifici e scelte di narrazione, sembrano ammiccare al film Eutamnesìa.
  Certo alcune varianti di Escamotage Narrativi lo rendono diverso, non identico nell'interezza, ad esempio: la trama, c'è poi una condensazione dei personaggi, poi scenografìe-ambientazioni e naturalmente scelte registiche-stilistiche.
  Premettendo in ultimo che Eutamnesìa è realizzato all'epoca con una scarsità di mezzi, produzione, competenze, risorse e persone... tale da renderlo molto "naif" nella sua dialettica e visione, l'ideatore e regista Patrick Rizzi vi augura comunque Buona Visione.



Trama:
Un pianeta senza nome. Irrimediabilmente deserto. Victor è il suo guardiano, incaricato dalla Compagnia di sorvegliare il decadente stabilimento minerario, abbandonato da molto tempo, ormai ridotto a una solitaria emorroide collocata proprio nel buco del culo dell'Universo. Un'illusione invereconda pervade il mite giovane: egli crede con tutto il suo cuore e con infinita ingenuità che il suo desolante incarico stia volgendo al termine. Non sa, il meschino, che i dirigenti inamovibili e parassitari della Compagnia hanno in serbo ben altro per lui. Lo sciagurato protagonista non si libererà mai dalla sua situazione afflittiva, come se gravasse su di lui tutta la rigidità della riforma pensionistica Monti-Fornero, mille volte più annichilente del macigno di Sisifo. Le sue giornate alienanti trascorrono tra gli edifici spettrali in una tremenda monotonia da cui non esiste via di fuga. I pochi diversivi sono soltanto fastidi paragonabili alla puntura di una zecca sul glande. Ad esempio l'occasionale visita di arroganti turisti russi col fegato cirrotizzato da ettolitri di vodka ingollata come se fosse acqua, oppure la comparsa improvvisa di un tecnico rintronato che si fa anni luce su un instabile trabiccolo soltanto per raggiungere un interruttore e premerlo ritualmente. Altro visitatore, raro ma ancor più molesto, è il fottuto manager della Compagnia che giunge sul pianeta deserto al solo scopo di sottoporre il povero Victor a estenuanti test attitudinali. Nuvole di fumo nel buio, appunti senza senso digitati sulla tastiera di un portatile, sguardo fisso sulla vittima, interminabili vaniloqui, ogni istante che provoca più sfinimento di un'intera giornata passata sotto il sole a zappare la terra. A questo punto cominciano a manifestarsi nel solitario custode sintomi di un grave malessere, che presto degenerano: si tratta dell'attivazione di uno spietato meccanismo di autolisi! Ecco come mai i ricordi di quest'uomo erano tanto sfocati e approssimativi. Tutto procede verso l'annichilente rivelazione finale. Ogni cosa è illusione. Victor non è altro che un clone e il pianeta desolato è il prodotto di un programma, non esiste nella realtà.  

Recensione: 
A me il film di Rizzi è piaciuto (a differenza di quello di Duncan Jones). Spezzo volentieri una lancia in suo favore. Potrebbe essere un film connettivista! Peccato che all'epoca in cui fu girato non esistesse nemmeno un vago sentore dell'esistenza stessa del Connettivismo. Questo è puro crepitio di Nullasenziente. Duro Abisso Nerosiderale, compatto come materia collassata di una stella a neutroni, un faro cosmico che irradia un rantolo di agonia ontologica destinato a riverberare oltre la Morte Termodinamica dell'Universo! Quando sarà realizzata la Profezia di Lovecraft e la Morte stessa sarà estinta, il rantolo del Superstite continuerà ad echeggiare tra le strutture atomiche della materia in sfacelo - i protoni e i neutroni che si sfaldano, mentre la stessa Freccia del Tempo si estingue.

Alcune note etimologiche 

Eutamnesia è una parola macedonia che deriva dalla fusione di Eutanasia e di Amnesia. Com'è ovvio, l'accento è sul suffisso come nelle parole di partenza: Eutamnesìa. L'operazione di ibridizzazione è come un filtraggio quantistico che fa perdere ogni traccia dell'etimologia delle parole d'origine, che è eminentemente ellenica. Le radici da cui derivano i vocaboli confusi si disperdono nel rumore di fondo dell'Oblio. Non amo le parole macedonia quando sono formate dalle logiche del mondo, ma questa stravagante creazione la perdono volentieri perché trasuda da tutti i pori la Morte dell'Essere!  

Altre recensioni e reazioni nel Web:

Riporto il link a un articolo di Silvio Sosio (aka S*) apparso su Fantascienza.com il 21 gennaio 2013 e intitolato Il caso Moon-Eutamnesia: quante somiglianze sospette.


Nell'articolo in questione si menziona la principale differenza tra Moon di Duncan Jones e il film di Rizzi: il rapporto tra il clone protagonista e le sue copie. Tuttavia si ammette che anche le somiglianze tra le due opere sono notevoli. Un'interessante osservazione di Sosio riguarda le abissali differenze tra i mezzi a disposizione del regista di Urbino (sommamente artigianali) e quelli del figlio di David Bowie, pur essendo il suo budget in ogni caso abbastanza striminzito.   

A quattro anni di distanza, il 23 gennaio 2017, The Gaunt ha ripreso punto per punto i concetti espressi da Sosio. Questo è il suo intervento, comprarso su Filmscoop.it

Eutamnesia deve essere prso (sic) per quello che é: un prodotto puramente amatoriale con una buona idea di base. Utilizzando le location di un complesso industriale abbandonato, visivamente alienante, si percepisce in maniera tangibile lo stato di abbandono e prostrazione del suo protagonista, custode di un nulla e di conseguenza condannato al nulla, visto e considerato che la memoria stessa è limitata solamente al vissuto di questo suo lavoro. I mezzi a disposizione tuttavia sono poverissimi e limiti piuttosto evidenti. Questo lavoro è tornato in auge, qualche anno fa per delle forti somiglianze al Moon di Duncan Jones. Somiglianze che oggettivamente ci sono, ma parlare di plagio personalmente lo ritengo un azzardo. 

Lo stesso regista di Eutamnesia ha illustrato in un video le prove della natura derivata del film del figlio di David Bowie, che ho riportato punto per punto nella recensione di Moon. Invito tutti a visionare il video, che reputo interessantissimo. 


Il teatrino del Disinformatico 

Un'altra cosa interessante è menzionata da Sosio e mi ha permesso di intravedere un mondo di livore la cui esistenza ignoravo. Si tratta del riferimento alla trattazione del caso Moon-Eutamnesia apparsa sul sito Il Disinformatico, rea di "tagliar corto senza un'accurata analisi facendosi beffe del regista italiano". In estrema sintesi, le cose sono andate così: Paolo Attivissimo alla testa dei suoi bellicosi Mirmidoni si è scagliato contro Rizzi e la sua opera, facendone strame. Non vorrei essere ritenuto un provocatore, ma mi è parso di assistere a un accanimento comprensibile soltanto se provocato da febbri politiche. Cose simili le ho viste fin troppo spesso nel Web. Il bello è che non sembra proprio che la pellicola sia stata vista da nessuno dei commentatori. Come? Avete massacrato un artista senza nemmeno aver visionato la sua opera? Tutto ciò è grottesco oltre ogni umano dire! Mi piacerebbe proprio che di questa faccenda si occupasse Crozza. Sia anatema su di voi!

La Fantascienza come religione:
è più indigesta di un chilo di sgombri!

Levo la mia mano vindice a fustigare il fanatismo di certi fantascientisti, che reputo ben peggiori degli Evangelici e dei Mormoni al colmo del loro furore mistico. Una cosa schifosa su tutte: il principio di autorità. Sei lo sperma del Duca Bianco? Bene, allora vali, tutto ciò che dici e che fai ha un senso e deve essere esaltato. Non puoi vantare alcun pedigree nobiliare? Allora sei ignobile, nel senso dell'aggettivo latino ignobilis, il cui significato originario è "privo di notoriertà". Se è così, significa che conti meno degli escrementi di un Dalit addetto allo spurgo dei pozzi neri a Calcutta! Ora, se mi è concesso, a tutto questo io mi ribello!  

Ancora sul test di Voight-Kampff 

Si è tanto insistito sulla pretesa somiglianza tra i test attitudinali a cui il manager della Compagnia sottopone Victor e il famigerato test di Voight-Kampff di dickiana memoria, il cui fine è quello di distinguere i replicanti dagli umani. Sorvoliamo sul fatto che per distinguere un replicante da un umano basterebbe una goccia di saliva. Sorvoliamo anche sull'offuscamento in cui si trovava Ridley Scott, che non lo ha compreso. Lo stesso Rizzi afferma, pressato dalle critiche dei Mirmidoni del Disinformatico, che il suo è un doveroso omaggio a Dick. Sono tuttavia convinto che le somiglianze siano soltanto marginali. Diversa è in ogni caso l'ontologia: Ziggy non deve affatto stabilire se Victor è un replicante, anche perché è perfettamente al corrente della sua vera natura di clone. Secondo me il regista avrebbe fatto meglio a evitare di giustificare le sue scelte. Non bisogna mai nutrire i troll e i cyberbulli, per nessun motivo. 

Un mondo simulato

Sicuramente possiamo includere Eutamnesia nel glorioso novero dei film ispirati dall'Olomanismo o Solipsismo radicale, opere che è nostra missione recensire una ad una. Ecco un punto in cui questo film si distacca in modo nettissimo da Moon: introduce il concetto di Realtà Simulata. Quelli del Disinformatico giudicano "hybris" l'accostamento dell'opera di Rizzi a Matrix, solo per fare un esempio. In altre parole, considerano tutto ciò "arroganza". Non si rendono conto del fatto che il loro atteggiamento dimostra il concetto di "dissonanza cognitiva"?  

Una domanda, a distanza di anni...

Forse il mio interrogativo sarà banale. Eppure rimane. Una cosa, molto semplice, che continuo a chiedermi senza sosta. Se è vero che plagio non ci fu, com'è che Duncan Jones non ha mai risposto alle domande di Rizzi? Com'è che non si è mai fatto vivo? Sdegno nobiliare? Certo, sono solo ipotesi. Sarebbe interessante saperne di più dai diretti interessati. 

martedì 30 aprile 2019


MOON

Titolo originale: Moon
Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 2009
Lingua originale: Inglese
Durata: 97 min
Rapporto: 2.35 : 1
Genere: Fantascienza, thriller, drammatico
Regia: Duncan Jones
Soggetto: Duncan Jones
Sceneggiatura: Nathan Parker
Produttore: Stuart Fenegan, Trudie Styler
Casa di produzione: Liberty Films UK, Lunar Industries,
     Xingu Films
Distribuzione (Italia): Sony Pictures
Fotografia: Gary Shaw
Montaggio: Nicolas Gaster
Effetti speciali: Cinesite, Visual Effects Company
Musiche: Clint Mansell
Scenografia: Tony Noble
Costumi: Jane Petrie
Interpreti e personaggi
    Sam Rockwell: Sam Bell
    Robin Chalk: Sam Bell (clone)
    Dominique McElligott: Tess Bell
    Kaya Scodelario: Eve Bell
    Matt Berry: Overmeyers
    Benedict Wong: Thompson
Doppiatori originali
    Kevin Spacey: GERTY
Doppiatori italiani
    Riccardo Rossi: Sam Bell
    Roberto Pedicini: GERTY
    Valentina Mari: Tess Bell
    Erica Necci: Eve Bell
Budget: 5 milioni di dollari USA
Box office: 9,8 milioni di dollari USA

Trama:
Nel solito futuro prossimo, le Industrie Lunari hanno permesso al genere umano di affrontare la crisi dei combustibili fossili costruendo sul lato nascosto dell'argenteo satellite la base Sarang per l'estrazione dell'elio-3. L'attività mineraria è automatizzata così bene che è necessario un solo essere umano per mandarla avanti. Le macchine per la raccolta dell'elio-3 funzionano a meraviglia e il prezioso combustibile viene poi lanciato sulla Terra. Al supervisore Sam Bell mancano poche settimane alla fine del suo contratto triennale. Finalmente potrà riabbracciare la sua famiglia: la sua amata moglie Tess e sua figlia Eve, la cui lontananza ha sempre avvertito in modo lancinante, dato che un permanente disturbo elettromagnetico rende molto difficili le comunicazioni. L'Idiozia Artificiale, pardon, l'Intelligenza Artificiale GERTY è la sola compagna di Sam Bell nel suo esilio selenico, programmata per fornirgli il necessario conforto e per lenire la sua abissale solitudine. Poco prima dell'agognato rientro sulla Terra, ecco che qualcosa va storto: l'uomo inizia a soffrire di allucinazioni accompagnate da intense emicranie. È il classico inizio di un incubo. Nel corso di una girandola di eventi inattesi quanto funesti, il nostro eroe scopre varie cose raggelanti. Primo, egli è un clone. Secondo, non c'è nessuna famiglia ad attenderlo sulla Terra, i suoi ricordi sono tutti impantati. Terzo, egli sarà presto ucciso dalla decadenza programmata del suo organismo ed è già pronto un suo successore - il cui corpo privo di sensi viene trovato in un estrattore danneggiato da un incidente. C'è di che perdere il sonno, direi! Eppure Sam, facendo sfoggio di una tempra d'acciaio, non si dà per vinto e combatte contro il suo stesso destino. Porta il suo clone nella base, gli presta cure mediche e gli fa prendere conoscenza. All'inizio i due sono disorientati, si chiedono se non sia tutto un'allucinazione e chi sia la copia di chi. Pian piano capiscono la raggelante verità. A un certo punto in una specie di una cripta vengono scoperti centinaia di corpi in stato di iberanzione, tutti identici al prototipo Sam Bell e pronti per essere risvegliati. I due Sam elaborano un contorto piano per ingannare la Compagnia. Risvegliano un terzo clone, che viene lasciato all'oscuro di tutto. Mentre il primo Sam si deteriora e si avvia a morte certa, il secondo viene sparato verso la Terra con la navetta dell'elio-3 e il terzo resta a dirigere la base. Uno degli estrattori è stato programmato per abbattere l'antenna che interferisce con le comunicazioni: subito si vengono a risapere dovunque le aberrazioni delle Industrie Lunari.     

Recensione:
Ennesima riproposizione del tema fondante di Logan's Run (Michael Anderson, 1976), solo in chiave più introspettiva - anche perché il protagonista quasi non interagisce per tutto il film con alcun altro essere umano, a parte i suoi cloni (l'Idiozia Artificiale non conta). Siamo di fronte a un artificio che moltiplica lo stesso personaggio senza aggiungere alcunché di nuovo. Il finale è un po' scemo. L'ennesimo clone di Sam Bell (si è perso il conto) si infila nella capsula per il trasporto dell'elio-3 e subito si esibisce in lazzi ridicoli, esplodendo in risa convulse e battendo i piedi per la gioia. L'audio di un notiziario in varie lingue ci fa sapere che in seguito alla comparsa del clone sulla Terra è scoppiato un immenso scandalo, che ha travolto in pieno le Industrie Lunari. I giornalisti hanno diffuso la notizia delle politiche decisamente non etiche della compagnia. La stessa colossale stronzata già vista nel finale di Capricorn One (Peter Hyams, 1977): il buono e giusto, fatta la sua comparsa tra i malvagi, li smaschera, fa emergere tutte le loro porcherie, fa crollare il loro edificio di iniquità come un castello di carte. Proprio in questo sta il ridicolo estremo. Volete che una potente organizzazione, come ad esempio una multinazionale o i Servizi Segreti, non abbia modo di dare a un killer l'incarico di sopprimere l'elemento scomodo prima che possa parlare? Credete che non possano fare pressione sui giornalisti per insabbiare tutto? Ma se il mondo dei mass media insabbia quotidianamente ogni genere di notizie, e con la massima facilità! Se poi, per un malaugurato caso, la notizia non potesse essere fermata, credete che sia un gran problema far passare chi l'ha rivelata per pazzo? Credere che mettere una porcata davanti agli occhi di tutti sia sufficiente a inchiodare chi l'ha commessa, è qualcosa di un'ingenuità davvero sconcertante. Non dovrebbe più essere permessa a un regista l'applicazione di questo insipiente trucco scenico! 


Ma sì, certo, qualcuno dirà che le ambientazioni sono suggestive, che ricordano quelle di Spazio 1999, di 2001: Odissea nello spazio e di Alien. Che banalità! Di grazia, cosa dovrebbe ricordare un film la cui narrazione si svolge sulla Luna? Alice nel paese delle meraviglie? Ci sarebbe poco altro da dire su questa squallida pellicola. Non dico che sia come una carriola di molluschi decomposti, ma di certo non è una boccata di ossigeno per la fantascienza agonizzante e per lo spettatore avvilito. Scorgo in essa ben pochi elementi di interesse filologico e antropologico. Non trovo nemmeno pippologie e filosofemi di cui discutere allo scopo precipuo di allungare la recensione. Posso soltanto focalizzare la mia attenzione su tre argomenti: le origini del regista, l'etimologia di Sarang e il singolare caso di un sospetto plagio. 

Il Seme del Duca Bianco 

Duncan Jones sta per Duncan Zowie Haywood Jones (1971-viv.), figlio di David Bowie (1947-2016) e di Angela "Angie" Bowie, nata Mary Angela Barnett (1948-viv.). Non va confuso con Duncan Jones, giocatore di rugby della Welsh Rugby Union International. Senza dubbio le parentele di Duncan Zowie sono più interessanti di Moon. Egli ha una sorellastra, Alexandra "Lexi" Jones (2000-viv.), figlia di David Bowie e della sua seconda moglie, Iman, nata Zara Mohamed Abdulmajid (1955-viv.). Un'altra sorellastra è Stacia Larranna Celeste Lipka (1980-viv.), nata dalla relazione di Angela Bowie con il musicista Andrew "Drew Blood" Lipka. Infine c'è una sorella adottiva, Zulekha Haywood (1978-viv.), nata da Iman e dal giocatore di basket Spencer Haywood. Vedete? Questi sono gli intrecci a cui dà luogo il materiale genetico di successo, oggi come nel Neolitico! A quanto pare però il genio non è una componente trasmissibile in modo diretto per mezzo degli spermatozzi. Non si può neanche affermare che basti una tazzina di sburra eccellente per far nascere come funghi copie di un prototipo altamente stimato dalle masse. 

Etimologia di Sarang 

La parola Sarang ha molti significati, a seconda della lingua. L'intenzione del regista era con ogni probabilità di attribuirle il significato di "amore" che ha nella lingua coreana. A quanto pare la multinazionale dei brutti-cattivi consiste in una partecipazione tra USA e Corea del Sud. Questa ipotesi troverebbe conferma nella frase in coreano pronunciata dall'annunciatore del video mostrato prima del ritorno della capsula sulla Terra: annyeonghikyeseyo, la cui usuale traduzione è "arrivederci" (goodbye).
La parola coreana sarang (사랑) "amore" è da alcuni trascritta in caratteri romani come salang. Ne deriva il verbo saranghada (사랑하다) "amare". L'etimologia ultima di sarang non è chiara. Secondo gli studiosi sarebbe da accostarsi a sareuda (사르다) "accendere il fuoco", oppure a saram (사람) "persona, essere umano", in ultima istanza da salda (살다) "vivere". Secondo me le difficoltà semantiche non sono affatto irrilevanti. Esiste poi un omofono sarang "sala", che è un chiaro prestito dall'inglese salon.  
In malese sarang significa "nido" o "covo" (es. di attività illegali, di pirati, etc.).
In tagalog sarang significa "splendore". Hanno lo stesso significato le parole kinang, kintab, ningning e kislap.
Nella lingua dei Pangutaran Sama (Filippine), sarang significa invece "abbastanza, a sufficienza". Tutto ciò è abbastanza singolare, dal momento che sia il tagalog che la lingua dei Pangutaran Sama appartengono al ceppo austronesiano proprio come il malese. 

In sanscrito la situazione è molto confusa. Abbiamo queste due parole, il cui suono è lievemente diverso e i cui significati, quanto mai molteplici, sono in parte sovrapposti:

śāraṅga (शारङ्ग)
  1) uccello Chātaka
  2) pavone
  3) ape
  4) cervo
  5) un elefante
sāraṅga (सरङ्ग)
  1) un quadrupede
  2) un uccello
  3) cervo maculato
  4) cervo (in generale)
  5) un leone
  6) elefante
  7) grande ape nera
  8) cuculo
  9) una grande gru
  10) fenicottero
  11) pavone
  12) ombrello
  13) una nuvola
  14) un indumento
  15) capelli
  16) una conchiglia bivalve
  17) nome di Śiva
  18) il Dio dell'Amore
  19) un loto
  20) canfora
  21) un arco
  22) sandalo
  23) un tipo di strumento musicale
  24) un ornamento
  25) oro
  26) la terra
  27) l'uccello Chātaka
  28) un fiore
  29) notte
  30) luce
  31) un devoto
  32) un particolare Rāga 


Mi sembra quasi superfluo precisare che i lemmi in questione non sono di origine indoeuropea: già dal loro aspetto fonetico è chiaro che si tratta di resti di un sostrato antichissimo. 

Il caso Eutamnesia

Propongo in questa sede qualcosa di ben stravagante. Il regista italiano Patrick Rizzi, di Urbino, nell'ormai lontano 1999 diresse un film di estremo interesse, che ebbe una limitata distribuzione in VHS l'anno successivo. Il suo titolo è Eutamnesia. Riporto in questa sede le parole dello stesso Rizzi, prese direttamente dal suo video in cui analizza le innegabili somiglianze tra la propria opera e quella di Duncan Jones. 


"La Trama dei due film è la stessa: un uomo delegato da una compagnia lavora solitario su un pianeta deserto. Qualcosa accade e la situazione evolve fuori controllo. In realtà egli è un clone e, in parte, la storia non si conclude molto bene. La sostanziale differenza tra le due storie è che: il protagonista di Moon scopre di essere un clone."
Punto I 

Moon: Inizio del film, inquadramento del contesto: sito di estrazione mineraria su un pianeta deserto (la luna), un solo uomo impiegato.
Eutamnesia: Inizio del film, inquadramento del contesto: sito di estrazione mineraria su un pianeta deserto (ignoto), un solo uomo impiegato. 
Punto II
Moon: Sam e il suo hobby.
Eutamnesia: Victor e il suo hobby. 
Punto III
Moon: Il pollice verde di Sam.
Eutamnesia: Il pollice verde di Victor.
Punto IV
Moon: Barba e forbici... senza altro aggiungere.
Eutamnesia: Barba e forbici... senza altro aggiungere.
Punto V
Moon: Risveglio di un clone.
Eutamnesia: Risveglio di un clone.
Punto VI
Moon: Test di capacità cognitiva.
Eutamnesia: Test di capacità cognitiva.
Punto VII
Moon: - Da quanto tempo sei qui? - Quasi una settimana.
Eutamnesia: - Lei è qui da una settimana? - Più o meno.
Punto VIII
Moon: Cercando qualcosa e... "cazzo!"
Eutamnesia: Cercando qualcosa e... "cazzo!"
Punto IX
Moon: Aggredito e scuse rifiutate.
Eutamnesia: Aggredito e scuse rifiutate.
Punto X
Moon: Il progetto "Clone", la spiegazione-rivelazione e... tantissimi cloni.
Eutamnesia: Il progetto "Clone", la spiegazione-rivelazione e... tantissimi cloni.
Punto XI
Moon: Sam distrugge le proprie cose, e ci si siede in mezzo.
Eutamnesia: Victor distrugge le proprie cose, e ci si siede in mezzo.
Punto XII
Moon: Si sta... "sciogliendo". 
Eutamnesia: Si sta... "sciogliendo".
Punto XIII
Moon: Buone intenzioni... cercando... realtà dei fatti constatata... e... disperazione.
Eutamnesia: Buone intenzioni... cercando... realtà dei fatti constatata... e... disperazione.
Punto XIV
Moon: Sam muore.
Eutamnesia: Victor muore.
Punto XV
Moon: Sam scompare e l'impiegato della compagnia lo cerca.
Eutamnesia: Victor scompare e l'impiegato della compagnia lo cerca.
Punto XVI
I film stanno finendo... le porte si chiudono. 


Le puerili e isteriche reazioni di numerosi commentatori fantascientisti parlano di "coincidenze" e di "forzature". Certo, come no. Loro i video non li guardano, dicono che non ce la fanno...

Curiosità ed amenità fecali

Il film di Duncan Jones si svolge nell'Anno del Signore 2035. Un mirabile caso di "accelerazionismo" fantascientifico. Il feticismo delle magnifiche sorti e progressive ha portato a questo grottesco e puerile teatrino di idiozie. Fu girato in 33 giorni, in pratica uno per ogni anno di vita del Salvatore. 

Si suppone che il regista abbia passato un periodo di ossessioni religiose, dal momento che ha pensato di battezzare le quattro macchine di raccolta del prezioso elio-3 con i nomi dei quattro Evangelisti: Matteo, Marco, Luca e Giovanni (Matthew, Mark, Luke, John). In occasione del Sundance Film Festival, lo sceneggiatore Nathan Parker disse, forse per tenere a bada qualche contestatore, che il regista stava solo cercando nomi plausibili e che non ha agito spinto da qualche simbolismo.

Quando Moon fu proiettato agli scienziati della NASA, un nerd occhialuto si alzò in sala e chiese perché l'azione si svolgesse sul lato nascosto della Luna e non su quello a noi visibile, dove l'elio-3 è più abbondante. Fu zittito con una risposta stupida quanto efficace: "Il film è stato ambientato sul lato nascosto per non disturbare la Natura".

Altre recensioni e reazioni nel Web: 

Sempre dal solito Filmtv.it, ecco le opinioni di alcuni lettori. 

Accidenti ha scritto: 

Film di fantascienza "seri" (o seriosi che dir si voglia) non se ne vedono poi molti di questi tempi” (Tex Murphy).  E questo commento coglie il punto nodale del film. È un film serio o un film che si finge tale? Io propendo per la seconda. All'inzio del film si è catturati da tematiche interessanti apparentemente nuove (fonti energetiche e spazio, fanta-horror o psico-thriller, inventando generi di per sé inesistenti)  ma che non vengono adeguatamente trattate nel continuo della pellicola e vengono, anzi, sostituite quasi subito da altre già trattate da film del genere. Rapporto uomo macchina (2001 Odissea nello Spazio); rapporto con lo specchio di noi stessi (Tarkovskij e remake); uomini/cloni/replicanti a scadenza (Una candela che arde col doppio dello splendore brucia in metà tempo). Nulla di nuovo insomma, neppure nella trattazione. Quando i due personaggi si accorgono di essere dei cloni l’evento apparentemente non li sconvolge più di tanto. Il profilo psicologico dell’unico personaggio è brutalmente approfondito, senza scenderne in profondità in maniera effettiva, ma fermandosi all’apparenza dell’approfondimento.

Leporello ha scritto:

Strana “configurazione di sistema”: pur trovandoci nel futuro, Skype ancora non arriva, tant’è vero che i poveri Sam(s) possono interloquire con la Terra solo con video messaggi registrati. D’altra parte, non so se per via del tanto sbandierato low-budget del film (ma sarà stata una scelta voluta o una scelta obbligata?) o per un preciso criterio stabilito dagli autori, la faccina minimalistica di primo Windows con cui si interfaccia Gertie o altri dettagli come il palmare relizzato in simil-Lego trattengono lo spettatore a metà strada tra quella che sembra voler essere la ricerca di un passato cinematografico e/o tecnologico di ampia memoria e largamente condiviso, e un futuro cui si approccia quasi con fastidio, come se fosse costretto suo malgrado, con un vago senso di nausea. A me l’operazione non è parsa troppo riuscita: mi è sembrato che quel glorioso passato delle Odisee2001 o dei Solaris venisse ripreso solo manieristicamente. L’uso dei modellini, la scenografia che ricorda quella dei telefilm  anni settanta, il computer di bordo lercio e bisunto di post-it (che neanche una consolle della Montedison…), mi hanno dato  una poco piacevole sensazione come di sabbie mobili,  di incapacità di muoversi tra QUEL passato e una proposta che si mostrasse moderna e alternativa al cinema dei grossi effetti speciali (che rifiuta sì, ma ai quali comunque tende, vedasi le scritte in simil-tridimensionale dei titoli di testa) e che pure rimane solo nelle intenzioni, senza manifestarsi.
 Insomma, quasi un pastrocchio, dove peraltro il ruolo di one-man-movie, ruolo sempre difficile e pericoloso per le responsabilità che richiede, non mi è parso sia stato affidato all’attore migliore sul mercato, e le tematiche psicologiche, i temi “alti” che affronta, sono sviluppati attraverso uno script anch’esso in crisi di originalità, indipendentemente dal fatto che voglia puntare in avanti o all’indietro.
Un film in folle, con poco carburante (per quanto lunare e biologico), sospeso tra un passato che non sa recuperare e un futuro che non vuole riconosce. 


Chribio1 ha scritto: 

Se dopo 20'  mi stavo gia' chiedendo :"Ma la trama qual'e' ?;sogni,presenze ,alieni ...",gia' mi aveva fatto un po' storcere il naso la presenza della solita musica classica da sottofondo (sempre a copiare qualcosa di gia' sentito tipo in "2001-Odissea","Solaris","Dark star"),quindi solo per queste cose non mi sembrava chissa che',anzi.
Poi,un'ambientazione Lunare in stile "Spazio 1999" (gia' ottima all'epoca),qua non mi ha molto convinto e di Spaziale-Fantascientifico nella pellicola ho visto soltanto la Base,Il robot (anche questo con deja-vu' alla "2001"),il modulo Lunare e basta.
Salverei solamente le 2 canzoni di sottofondo,quella di Chesney Hawkes "One & only" del 1991 e la mitica "Walking on sunshine" dei Katrina &the waves del 1985.
Per il resto,tensione zero,lentezza molta,macchinosita' evidente,insomma solita storiellina da sonnolenza continua:quindi,basta con questi Films che cercano di ricalcare le Orme del gia' assurdo "2001" con musica classica,lentezza,discorsi con Robot parlanti e scopiazzature varie,mica siamo tutti fessi.
Peccato perche' pensavo che fosse molto meglio,invece e' proprio da sonno completo.


Il punto dolente è sempre lo stesso, che non mi stancherò mai di urlare al mondo. La fantascienza è in decomposizione perché il presente, il nostro fottutissimo presente, se l'è lasciata alle spalle! Soltanto i fantascientisti non sembrano essersene accorti. A volte sembrano come necrofili rimbambiti dai lezzi di una tomba profanata.