venerdì 10 maggio 2019


DUE SOVRANI ILLUMINATI:
ATTILA E ALBOINO 


 Lezioni di tolleranza 

Si parla tanto di dialogo in questi giorni di polemiche, ma è evidente che pochi intendono il senso di questo termine di origine greca. La sua etimologia ci dovrebbe illuminare: deriva infatti da dià 'attraverso' e da logos 'parola, discorso'. Il dialogo implica uno scambio reale di punti di vista, e soprattutto la possibilità di modificare le proprie idee. Ma quando si rappresenta una religione monoteista, ogni dialogo con chi ha idee diverse è chiaramente impossibile. Può infatti un cattolico ammettere di sbagliare su un principio portante della sua fede? E' evidente che non è possibile. Quindi l'uso della parola 'dialogo' è solo un inganno. 

Allo stesso modo, parole come 'tolleranza' e 'libertà' sono usate dai porporati ogni qual volta la loro voce invadente viene rifiutata dalle genti, ma essi hanno agito nei secoli proprio contro qualsiasi pur larvata forma di libertà di espressione. Hanno forse tollerato Albigesi e Valdesi? Hanno forse tollerato gli epigoni degli antichi pagani morenti? La risposta è sotto gli occhi di tutti: NO! Ogni visione dell'universo differente dalla loro la hanno perseguitata in modo aberrante, abominevole. E nessuno può cavarsela invocando i cosiddetti 'sbagli' della Chiesa. Questi non sono sbagli, ma frutti dei princìpi portanti, cardinali della dottrina cattolica e naturali conseguenze delle sue assunzioni di base. 

Per i cattolici è intollerabile e nefasto vivere in un paese in cui tutti hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni e a vivere secondo i propri costumi. Infatti, credendo di rappresentare la Verità, sono altresì convinti che la Verità non possa in alcun modo convivere con l'Errore. Uno Stato che permette ai sudditi di godere di una certa libertà, è quindi per i seguaci della dottrina romana uno stato compromesso con il Demonio. Lo Stato che essi invocano ogni giorno è teocratico, ovvero una struttura che fa della religione cattolica il suo centro e la sua ragion d'essere. Ma è automatico, e questo luttuosamente i liberali non lo vogliono capire, che un simile Stato sia intollerante. Una volta che una nazione ammette Dio come suo centro, un'organizzazione poliziesca si farà in modo automatico garante di ciò, e i princìpi saranno tradotti in atto.

I cattolici ritengono le loro leggi non già come una delle tante possibili, ma come 'Legge Naturale' e si sentono pertanto in obbligo di imporle a tutti. In uno Stato Laico, nessuno obbligherà mai un cattolico a rinunciare al matrimonio o ad intrattenere rapporti omosessuali, nessuno gli impedirà mai di praticare il suo culto. Eppure in un simile Stato, il cattolico si troverà in estremo disagio, perché anche soltanto la presenza di un oppositore alla luce del sole gli darà fastidio, sia esso eretico, pagano, ebreo o ateo.

Attila (Piccolo Padre), discendente di Balamir, Re degli Unni, era un condottiero glorioso, che mise assieme un impero immenso. Noto per la sua ferocia, si diceva che dove passava non cresceva più l'erba. Era nato in una cultura di tipo turco-mongolo che esaltava la guerra e il massacro dei nemici. Eppure dal punto di vista religioso Attila era incredibilmente tollerante, come tipico della tradizione del suo popolo. Permise sempre qualsiasi culto nei suoi domini, come i suoi predecessori avevano sempre fatto, vietando invece che ci fossero disordini e tumulti a causa delle diverse opinioni sulla divinità. Egli adorava il Cielo, Tengri, e la sua religione era sciamanica, ma non discriminava nessuno e non imponeva nulla a nessuno. I suoi funzionari potevano essere sciamanisti, pagani, cristiani di qualsiasi tipo o manichei. La fede era ritenuta un fatto strettamente personale e la sua nazione incarnava la più elevata e migliore idea di Stato Laico.

Alboino (Amico degli Elfi), Re dei Longobardi, era pagano e venerava il Dio Wotan, il cui culto era stato ereditato dai suoi antenati giunti dalla remota Scandinavia. Egli era pragmatico e sostanzialmente riconosceva la stessa validità a ogni tradizione religiosa, perché ogni popolo per lui aveva diritto sacrosanto ad avere la propria. Così non vedeva perché i Longobardi, un tempo chiamati Vinnili, dovessero rinunciare ai loro Dei per piegarsi davanti al Dio dei Romani. Ma allo stesso modo non pensava giusto che i Romani si inchinassero davanti a Wotan, perché non era il loro culto avito. Per quanto molti si ostinino a ritenere Alboino un "sadico minchione", egli era sorprendentemente moderno, e non avrebbe sfigurato in compagnia di Voltaire e di Rousseau. Certo, era anche un uomo violento e crudele, che decapitò il Re dei Gepidi Cunimondo e obbligò sua figlia Rosmunda a bere dal suo teschio. Le sue azioni, che per la morale dei Germani erano encomiabili e gloriose, non avevano tuttavia un movente religioso. Egli non torse mai un solo capello a un cristiano a motivo della sua fede, si adoperò in tutti i modi perché tra cristiani Niceni e cristiani Ariani regnasse la concordia, e permise persino che i suoi sudditi pregassero per la sua conversione e per la salvezza della sua anima.

Eppure i cattolici hanno sempre disprezzato tali sovrani illuminati e saggi, esaltando invece personalità come Costantino e Teodosio. Il primo si macchiò di crimini mostruosi contro i suoi stessi consanguinei e pose le basi degli orrori che sarebbero seguiti. Il secondo, ostaggio dell'integralista Ambrogio, decretò che tutti i sudditi dell'Impero dovessero seguire il Cristianesimo Niceno, pena la morte, con solo una tolleranza di forma verso gli Ebrei. Nessuno se lo dimentichi: per i papisti la parola 'libertà' significa vivere in un paese in cui esiste una sola religione possibile: quella del Papa. 

Il Volto Oscuro della Storia, 21 gennaio 2008

Ne sono passati di anni da quando ho scritto questo contributo su un blog ormai defunto! Nel frattempo sono successe molte cose: è giunto il tempo della Chiesa dei Due Papi - o di nessun Papa, se si preferisce - e la stessa teologia cattolica è defunta. Quello che all'epoca pareva più terribile del dragone Fafnir, è ora ridotto a un miserabile lombrico! 

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