mercoledì 5 febbraio 2014

ALCUNE NOTE SULLE CONSONANTI ASPIRATE DELLA LINGUA LONGOBARDA

In un forum in cui si parla della gorgia toscana è riportato quanto segue: 

"Logicamente non basta la sola presenza di aspirate nella lingua etrusca per spiegare la cosiddetta spirantizzazione toscana (Nissen-1883 ), ma servono anche, in una lingua e nell'altra, gli stessi usi di dette aspirate (2) e non è facile documentare per iscritto un fenomeno che riguarda soltanto la pronuncia e che non coinvolgendo il valore delle consonanti, non risulta nella scrittura dell'italiano; ciononostante oltre al Polito esistono altre prove di gorgia perfino negli scrittori latini (3), ma non essendo sufficientemente chiare per chi ha preconcetti, devo citare le versioni toscane del 700 del nome longobardo Daghibertus, che in Toscana, con l'ormai nota fonetica(4) etrusca (B,D,G>P,T,C), diventa Tachiperto, Tahiperto (C aspirata) e Taipert (completo dileguo)(5)."

La trasformazione da Daghibert a Tachipert, Tahipert e Taipert è evidentemente tipica di dialetti della lingua longobarda e non dell'etrusco. In altre parole, l'evoluzione del longobardo non solo è indipendente da quella del latino volgare, ma a maggior ragione anche da quella dell'etrusco, che all'epoca non era più parlato da secoli: riguarda invece la Seconda Rotazione Consonantica dell'Alto Tedesco, che in longobardo assume caratteristiche peculiari. Si potrebbe addirittura ipotizzare che la rotazione in questione sia iniziata tra i Longobardi - ove gli esempi più antichi sono attestati - per poi diffondersi tra i Bavari e gli Alemanni. Forme di questo genere non sono tipiche della sola Toscana, ma si trovano in tutto il territorio popolato da Longobardi, anche in Lombardia, a Benevento e in Puglia - a riprova che non siamo di fronte all'influenza di una fantomatica pronuncia etrusca del latino volgare. 

Si deve considerare che nel caso di Daghibert il cambiamento non poi così simile a quanto avviene in toscano, dato che l'aspirazione coinvolge addirittura quella che era in origine una consonante sonora, in un processo che a quanto pare non ha riscontri neanche nell'area dei dialetti alto-tedeschi. Il passaggio è stato da /g/ a /k/ e infine questa /k/ è diventata una fricativa uvulare, indebolendosi poi fino a scomparire. 

Si noti poi che in nessun vernacolo toscano avviene un cambiamento in grado di coinvolgere le occlusive sonore /b/, /d/, /g/ trasformandole nelle sorde /p/, /t/, /k/. La gorgia toscana non è una rotazione consonantica, perché si limita a produrre nuovi allofoni a partire da determinati fonemi.  

Mostrare l'antroponimo longobardo non equivale affatto a dimostrare l'origine etrusca della gorgia: non si sta parlando di nulla che abbia a che fare con i vernacoli toscani, ma di cambiamenti complessi occorsi in una lingua del tutto diversa. Quando l'autore dell'intervento nel forum afferma che "servono anche, in una lingua e nell'altra, gli stessi usi di dette aspirate", contraddice le proprie premesse, perché quanto riporta è un uso delle aspirate in ogni caso diverso da quello che si riscontra in toscano. Di fronte a tutto questo possiamo pensare che i problemi siano dovuti all'insufficiente approfondimento del materiale noto, alla scarsa dimestichezza con il metodo scientifico, quando non addirittura al distorcere i dati di fatto pur di sostenere la propria visione delle cose. 

Sarebbe anche ora di fare approfondite indagini sui resti lessicali delle lingue preromane anziché cercare improbabili assonanze nei sistemi fonetici: inutile inseguire chimere e tentare a viva forza di assimilare il moderno all'antico anche dove risulta di diversa natura

3 commenti:

zilc ha detto...

 Ti ho risposto su forumarcheologia.it
http://www.forumarcheologia.it/antica-roma/spirantizzazione-gorgia-toscana-gorgia-etrusca-t256.html
Ti aspetto
zilc

zilc ha detto...

 Ti aspetto sul forum
zilc

Antares666 ha detto...

Ti ringrazio, ma a quanto pare ci sono problemi nella registrazione.