In latino le decine da 20 a 90 forniscono prove dirette e molto interessanti del trattamento della consonante velare (dura) /g/ davanti a vocale anteriore /i/. Riporto i numerali in questione:
viginti
triginta
quadraginta
quinquaginta
sexaginta
septuaginta
octoginta
nonaginta
triginta
quadraginta
quinquaginta
sexaginta
septuaginta
octoginta
nonaginta
Questa è la pronuncia classica dei numerali elencati, che ha dovunque il suono duro /g/ (la gh di ghiro):
/wi:'ginti:/
/tri:'ginta:/
/kwadra:'ginta:/
/kwinkwa:'ginta:/
/seksa:'ginta:/
/septua:'ginta:/
/okto:'ginta:/
/no:na:'ginta:/
/tri:'ginta:/
/kwadra:'ginta:/
/kwinkwa:'ginta:/
/seksa:'ginta:/
/septua:'ginta:/
/okto:'ginta:/
/no:na:'ginta:/
Questa è una panoramica delle decine da 20 a 90 in quattro lingue romanze (italiano, antico provenzale, spagnolo e francese):
Italiano
venti
trenta
quaranta
cinquanta
sessanta
settanta
ottanta
novanta
trenta
quaranta
cinquanta
sessanta
settanta
ottanta
novanta
Occitano (antico provenzale)
vint
trenta
quaranta
cinquanta
seissanta
setanta
ochanta
nonanta
trenta
quaranta
cinquanta
seissanta
setanta
ochanta
nonanta
Spagnolo
veinte
treinta
cuarenta
cincuenta
sesenta
setenta
ochenta
noventa
treinta
cuarenta
cincuenta
sesenta
setenta
ochenta
noventa
Francese:
vingt
trente
quarante
cinquante
soixante
trente
quarante
cinquante
soixante
N.B. Le decine superiori si formano in altro modo: soixante-dix, quatre-vingt, quatre-vingt-dix.
Nella pronuncia ecclesiastica del latino, i numerali in questione suonano in questo modo, con l'affricata /dʒ/ (la g di giorno):
/vi'dʒinti/
/tri'dʒinta/
/kwadra'dʒinta/
/kwinkwa'dʒinta/
/seksa'dʒinta/
/septwa'dʒinta/
/okto'dʒinta/
/nona'dʒinta/
/tri'dʒinta/
/kwadra'dʒinta/
/kwinkwa'dʒinta/
/seksa'dʒinta/
/septwa'dʒinta/
/okto'dʒinta/
/nona'dʒinta/
Come si può ben vedere, gli esiti nelle lingue romanze sono del tutto incompatibili con la pronuncia ecclesiastica sopra riportata e puntano invece a una pronuncia del latino volgare tardo con una debole semiconsonante /j/:
/'βi:(j)inti/
/'tri:(j)inta/
/kwa'dra:(j)inta/
/kwin'kwa:(j)inta/
/se'ksa:(j)inta/
/sep'twa:(j)inta/
/ok'twa:(j)inta/
/no'na:(j)inta/
/'tri:(j)inta/
/kwa'dra:(j)inta/
/kwin'kwa:(j)inta/
/se'ksa:(j)inta/
/sep'twa:(j)inta/
/ok'twa:(j)inta/
/no'na:(j)inta/
Le forme per 80 e 90 nelle lingue romanze considerate sono chiaramente analogiche, a parte l'occitano nonanta, e non continuano direttamente quelle latine.
Si vede che nella terminazione -aginta l'accento è retratto e che la consonante /g/ non si è palatalizzata in /dʒ/, ma in /j/ (la i di iena), per poi addirittura sparire: si è così formato un dittongo -ai-. Si vede con la massima evidenza che mentre in Italia la terminazione -áinta risultante ha dato -anta, il dittongo -ai- si è invece monottongato in -e- in Spagna, dove si è avuto lo sviluppo -enta. Il processo di usura fonetica è stato abbastanza rapido: come riportato dal Grandgent, troviamo quarranta per quadraginta in un'iscrizione forse da datarsi al V secolo (Pirson, 97).
Per quanto riguarda viginti e triginta, la prima vocale -i-, lunga in latino classico, ha subito correptio ed ha attratto l'accento. In un'iscrizione ravennate del VI secolo in caratteri greci abbiamo βειεντι (Schuchardt, Vok. II, 461). I grammatici ancora in epoca abbastanza tarda cercarono di opporsi alle abitudini fonetiche della plebe nella pronuncia dei numerali: per esempio Consenzio segnala tríginta come una falsa pronuncia. La retrazione dell'accento sorse chiaramente quando i numerali erano usati prima del sostantivo a cui si riferivano: c'era la tendenza ad allontanare il più possibile l'accento secondario da quello principale, così quadragínta hómines divenne quadráginta hómines. In ogni caso non è un mistero che anomalie fonetiche si incontrano molto spesso nei numerali.
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