venerdì 2 gennaio 2015

PROVE INTERNE DELLA PRONUNCIA RESTITUTA DEL LATINO: SOCER, SOCERUS E SOCRUS

Esistono in latino diverse forme derivate dall'indoeuropeo *swek'uro- (m.) "padre del marito", *swek'rū- (f.) "madre del marito":

1) socer, gen. soceri "suocero"
2) socerus, gen. soceri "suocero" 
3) socrus, gen. socrus "suocera; suocero"

Dall'accusativo soceru(m) della forma 1) o della forma 2) deriva regolarmente la parola italiana "suocero". La forma 3) era sia maschile che femminile e poteva quindi tradurre anche l'italiano "suocera". Nel latino volgare d'Italia si è conservata soprattutto la forma femminile. In diversi dialetti dell'Italia Meridionale e in Sardegna questo vocabolo è sopravvissuto e ha dato socra, cambiando la terminazione. Ad esempio in napoletano abbiamo salutam' a' socrat' "salutami tua suocera".

Vediamo che in altre lingue indoeuropee si trovano interessanti forme con la stessa origine. Ecco un breve sunto della situazione:

Lingue satem: hanno IE /k'/ assibilato o palatalizzato. Esempi:  

Sanscrito: śvaśura- "suocero", śvaśrū- "suocera"
Avestico: xvasura- "suocero"
Armeno: skesur- "suocero"
Russo: свёкор "padre del marito"
   (l'esito /k/ in questa parola è irregolare)
Lituano: šẽšuras "suocero della donna" 

Lingue centum (kentum): hanno IE /k'/ non assibilato e ridotto a suono puramente velare /k/. Esempi:

Greco: ἑκυρός "suocero", ἑκυρά "suocera"
Celtico: *swekrū, donde gallese chwegr "suocera",

   cornico hweger id.
Gotico: swaihra "suocero"; swaihro "suocera"
   (-ai- suona /ɛ/)
Anglosassone: swēor "suocero; cugino"; sweger

   "suocera"
Antico alto tedesco: swehur "suocero"; swigar
   "suocera"
; swāgur "cognato; genero"
Tedesco moderno: Schwäher "suocero";
   Schwiegermutter "suocera"
; Schwager "cognato;
   genero".

Ne possiamo trarre le seguenti conclusioni:

1) Il suono originale indoeuropeo /k'/ era una velare prepalatale (simile a chi nell'italiano chiedere);
2) Il suono prepalatale /k'/ ha dato una sibilante o un'affricata in un gruppo di lingue e una velare /k/ in un altro gruppo di lingue, tra cui l'antenato del latino;
3) La vocale -u- si è indebolita in -e- nel latino preclassico, e questo spiega le forme socer e socerus;
4) Questa -e- che non è primaria ha dato in epoca tarda palatalizzazione della precedente velare;
5) Questa palatalizzazione, secondaria, non ha nulla a che vedere con quella avvenuta nelle lingue denominate satem;
6) La forma socrus, con /kr/, è rimasta indenne da ogni palatalizzazione. 

Coloro che proiettano il suono palatale della pronuncia ecclesiastica del latino all'infinito nel tempo, non possono comprendere questi dati di fatto: pretendendo di spiegare cose complesse ricorrendo a farfugliamenti semplicistici, non spiegano proprio nulla.

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