domenica 23 agosto 2015

DECLINAZIONE DEI NOMI NELLA LINGUA PALEOSARDA (RICOSTRUITA)

Procediamo con la ricostruzione della lingua preromana della Sardegna a partire dai dati disponibili, dando origine a una conlang nuragica il più possibile realistica.     

Nella lingua paleosarda i sostantivi e gli aggettivi non presentano alcuna distinzione tra i generi. Il concetto a noi familiare dei nomi maschili che escono in -o e dei nomi femminili che escono in -a semplicemente non esiste. La struttura grammaticale è tipicamente agglutinante. La declinazione ha numerosi casi formati tramite suffissi molto diversi da quelli di una lingua indoeuropea. Cominciamo a trattarne alcuni. 

Un sostantivo può dare origine a derivati con funzione genitivale tramite il suffisso -ENE, con la variante -ENI, che corrisponde in tutto e per tutto al genitivo basco in -en. Il suffisso in questione attrae l'accento. Questi sono alcuni esempi:  

ARANA, ARANI = valle
ARANENE = della terra


DURE, LURI = terra
DURENE, LURENE = della terra


ISTI = palude
ISTENE = della palude 

KAR(R)A = roccia
KAR(R)ENE = della roccia

ORTU = valle
ORTENE = della valle

URA = acqua
URENE = dell'acqua

Queste formazioni non vanno confuse con i composti in cui -ENI, -ENE è derivato da GENI "cima", corrispondente al basco -gain: li si distingue perché la vocale finale della parola non viene elisa:

ORTU = valle
ORTUENI = cima della valle

SORO = terreno
SOROENI = cima del terreno
 

Il dativo dei sostantivi si forma tramite il suffisso -I, corrispondente al dativo basco in -i. Questa terminazione può aggiungersi direttamente al tema della parola oppure sostituire la vocale finale del nominativo con -EI, -AI. Tutte queste varianti attraggono l'accento. Esempi:

ARANAI, ARANEI = alla valle 

DUREI, DURAI, LUREI, LURAI = alla terra

ISTEI, ISTIAI = alla palude

KAR(R)AI = alla roccia

ORTUI, ORTEI, ORTAI = alla valle

UREI, URAI = all'acqua

I dativi in questione posseggono anche una funzione corrispondente a quella del suffisso basco -aga, molto usato per derivare toponimi. Così UREI, URAI potrà avere anche il significato di "luogo dell'acqua", "luogo acquoso".  

Il locativo si forma aggiungendo -(A)NA, con la variante -(I)NI o -NE, direttamente al tema della parola. Questa terminazione, che corrisponde al basco -n (es. Bilbon "in Bilbao"), se aggiunta a vocale non attrae l'accento. Esistono numerose anomalie dovute a processi di varia natura. Esempi:

ARANNA, ARAUNA (-NE) = nella valle

DÚRANA, LÚRINI = nella terra

ISTÍUNA, ÍSTINI = nella palude

KÁR(R)ANA = nella roccia

ÓRTANA, ÓRTINI = nella valle

ÚRANA = nell'acqua

Si forma un aggettivo con funzioni di genitivo attributivo tramite il suffisso -KO, analogo alla terminazione basca in -ko. Questo suffisso si aggiunge, quando è possibile, direttamente alla radice della parola senza vocale intermedia. Esempi:

ARANKO = della valle

DURKO, LURKO = di terra

ISTIRKO = di fango, palustre

NURKO = di pietra 

ÓRTIKO = della valle

URKO = d'acqua

Lo strumentale esce in -SSA e corrisponde al basco -z. Traduce anche il concetto di "insieme a"

DURISSA, DURUSSA = con la terra

NURASSA, NURISSA = con la pietra 

ORTUSSA = con la valle

URASSA = con l'acqua 

Con il suffisso -PE si esprime il concetto di "sotto" (basco behe, -pe).

DURPE, LURPE = sotto terra

KARROPE = sotto la roccia

NURPE, NURROPE = sotto la pietra

URPE = sotto l'acqua

I collettivi sono formati con i suffissi -ARA, -ORO, -ÉNNERO, -ÁNNARO, con diverse varianti. Questi suffissi non attraggono l'accento.

ÁLLARA = pascoli

ÁRDARA = pecore

MÁNDARA = cavalli 

ISTÉNNERO = paludi

I plurali sono formati aggiungendo -AKE alla radice dopo aver soppresso la vocale finale. È l'esatto equivalente del basco -ak, che deriva da un precedente *-age. Esistono per alcuni nomi anche le varianti -IKE e -AIKE.

Questi plurali si declinano esattamente come i singolari:

ARANAKE = valli

Genitivo:

ARANAKENE = delle valli

Dativo:

ARANAKEI = alle valli

Se un nome morfologicamente plurale è usato al singolare, il suo plurale si formerà aggiungendo i suffisso collettivo -ARA-ORO e varianti.  

NURAKE = castello
NURÁKARA = castelli

I pronomi dimostrativi seguono il sostantivo, dando origine a forme complesse. 

Per dire "questo" si suffigge -KARA alla radice, per quanto possibile senza vocale.

ARÁN-KARA = questa valle
D
ÚR-KARA, LÚR-KARA = questa terra
N
ÚR-KARA = questa pietra
ORT
Ú-KARA = questa valle
ÚR-KARA = quest'acqua

I suffissi della declinazione si aggiungono al pronome, non alla radice del sostantivo.

Genitivo:

ARAN-KARENE = di questa valle
DUR-KARENE, LUR-KARENE = di questa terra
NUR-KARENE = di questa pietra
ORTU-KARENE = di questa valle
UR-KARENE = di quest'acqua

Dativo:

ARAN-KAREI, -AI = a questa valle
DUR-KAREI, LUR-KAREI, -AI = a questa terra
NUR-KAREI, -AI = a questa pietra
ORTU-KAREI, -AI = a questa valle
UR-KAREI, -AI = a quest'acqua

I plurali sono in -KARAIKE

ARAN-KARAIKE = queste valli
DUR-KARAIKE, LUR-KARAIKE = queste terre
NUR-KARAIKE = queste pietre
ORTU-KARAKE = queste valli
UR-KARAIKE = queste acque
 

Il corrispondente in basco di queste formazioni pronominali in -KARA, pl. -KARAIKE, è il famoso articolo determinativo in -a (pl. -ak, antico -aak) che non ha sempre avuto la forma odierna. Deriva infatti dall'agglutinazione di un pronome har "quello" (pl. haiek). Così lurra "la terra" < *luR-(h)ar. Se si considera la protoforma basca, si comprende bene l'origine e la natura della forma paleosarda. 

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