mercoledì 31 agosto 2016

ALCUNE NOTE SU STAND BY ME DI BEN E. KING E SUL SUO 'ADATTAMENTO' ITALIANO


Le parole di Stand by Me (1961), scritte da Ben E. King, Jerry Leiber e Mike Stoller, mi ispirano una serie di riflessioni. Questo è il testo: 

Stand by Me
(Ben E. King)

When the night has come
And the land is dark
And the moon is the only light we'll see
No I won't be afraid
Oh, I won't be afraid
Just as long as you stand, stand by me

So darling, darling
Stand by me, oh stand by me
Oh stand, stand by me
Stand by me

If the sky that we look upon
Should tumble and fall
Or the mountain should crumble to the sea
I won't cry, I won't cry
No, I won't shed a tear
Just as long as you stand, stand by me

And darling, darling
Stand by me, oh stand by me
Oh stand now, stand by me
Stand by me

So darling, darling
Stand by me, oh stand by me
Oh stand now, stand by me, stand by me
Whenever you're in trouble won't you stand by me
Oh stand by me, won't you stand now, oh, stand
Stand by me

La canzone di Ben E. King è palesemente rivolta a Dio. Si tratta di una chiara metafora della morte, che è vista come il calare delle tenebre alla fine di una giornata. Il moribondo si ritrova solo tra le montagne, in una valle solitaria e impervia, lontano dalle luci delle città. Non c'è più il sole a fare da guida. Sembra quasi di ravvisare un sentimento antico e tipico dei fierissimi Celti, la cui sola paura era che il cielo cadesse sulle loro teste. Infatti la volta celeste sembra tremare, le stelle sono scosse dalle loro sedi e minacciano il viandante. Un riferimento anche all'Apocalisse e a Satana che in forma di dragone smuove gli astri facendone precipitare una terza parte sulla Terra (Ap. 12, 3-4). Un'allegoria che non può avere corrispondenza nella realtà fisica dei cieli e delle stelle, che sono soli lontani e non innocue scintille incastonate nell'Empireo, ma che conserva immutata la sua potenza maestosa. Le montagne collassano, l'intero universo perde senso per chi si accinge a trapassare. Mentre la realtà quotidiana viene smantellata fin dalle fondamenta, Dio è la sola presenza amica. Sembra che l'autore del testo abbia provato sulla propria pelle un'esperienza di pre-morte (NDE), che sia stato vicinissimo a spirare e che una volta ritornato dai confini dell'esistenza terrena abbia sentito fin nel midollo il ricordo di quegli istanti. 

Si capisce che l'origine ultima del testo è Salmi 23, 4: 

Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte,
non temerei alcun male, perché tu sei con me;
il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.  

Alcuni affermano che la canzone di Ben E. King è un adattamento alla musica del suo tempo di un brano soul degli Staple Singers, risalente al 1955. Sono tuttavia convinto che non sia un banale remake. In realtà gli Staple Singers a loro volta si sono ispirati alla canzone Stand by Me di Charles Albert Tindley (1905), che è stata poi ripresa tra gli altri anche da Bob Dylan. Riporto il testo in questione per un rapido confronto:

Stand by Me
(Charles Albert Tindley song)

When the storms of life are raging
Stand by me (Stand by me)
When the storms of life are raging
Stand by me (Stand by me)
When the world is tossing me
Like a ship upon the sea
Thou who rulest wind and water
Stand by me (Stand by me)

In the midst of tribulation
Stand by me (Stand by me)
In the midst of tribulation
Stand by me (Stand by me)
When the hosts of hell assail
And my strength begins to fail
Thou who never lost a battle
Stand by me (Stand by me)

In the midst of faults and failures
Stand by me (Stand by me)
In the midst of faults and failures
Stand by me (Stand by me)
When I do the best I can
And my friends misunderstand
Thou who knowest all about me
Stand by me (Stand by me)

In the midst of persecution
Stand by me (Stand by me)
In the midst of persecution
Stand by me (Stand by me)
When my foes in battle array
Undertake to stop my way
Thou who saved Paul and Silas
Stand by me (Stand by me)

When I'm growing old and feeble
Stand by me (Stand by me)
When I'm growing old and feeble
Stand by me (Stand by me)
When my life becomes a burden
And I'm nearing chilly Jordan
O Thou Lily of the Valley
Stand by me (Stand by me)

Mentre Stand by Me di Ben E. King, membro della Chiesa Battista, è una canzone spirituale che affonda le sue radici nella sensibilità protestante, il suo "adattamento" italiano cantato da Adriano Celentano, Pregherò (1962), è invece di natura assolutamente dissimile. Pregherò non è una canzone cristiana nello stesso senso dell'originale: è infatti una canzone cattolica.  

Eccone il testo: 

Pregherò
(Adriano Celentano)
 

Pregherò
Per te,
Che hai la notte nel cuor
E se tu lo vorrai,
Crederai

Io lo so perchè,
Tu la fede non hai
Ma se tu lo vorrai,
Crederai.

Non devi odiare il sole
Perchè, tu non puoi vederlo,
Ma c'è
Ora splende, su di noi,
Su di noi.

Dal castello del silenzio,
Egli vede anche te
E già sento
Che anche tu, lo vedrai.

Egli sa
Che lo vedrai,
Solo con gli occhi miei
Ed il mondo,
La sua luce, riavrà
Io t'amo, t'amo, t'amo
O-o-oh!
Questo é il primo segno
Che da
La tua fede nel Signor,
Nel Signor, nel Signor.

Io t'amo t'amo t'amo
O-o-oh!
Questo é il primo segno che da
La tua fede nel Signor,
Nel Signor.
La fede é il più bel dono
Che il Signore ci da
Per vedere lui
E allor
Tu vedrai,
Tu vedrai,
Tu vedrai...

A comporre le parole fu Don Backy, un cantautore del clan di Celentano. Pregherò fu subito un successo strepitoso, che raggiunse il primo posto nelle classifiche e arrivò a vendere un milione di copie. Ricordo ancora quando in una trasmissione a cantare questa canzone fu Little Tony. Ci metteva un ardore che rasentava il fanatismo. Aveva gli occhi spiritati e simili a carboni ardenti, tanto da sembrare un milite in partenza per le Crociate.  
Del moribondo che si affida a Dio nel testo italiano non c'è traccia alcuna. A quanto ho potuto apprendere - ma è cosa tutta da dimostrarsi - l'autore del testo celentanesco avrebbe tratto ispirazione dalla vicenda di una ragazza che ha smesso di credere in Dio dopo aver perso la vista. Secondo il mio parere, è invece suscettibile di un'interpretazione ben più ampia. Nego che alluda a un caso particolare. Pregherò è un inno all'intolleranza religiosa, in cui chiunque non crede nel Dio imposto dai preti della Chiesa di Roma viene ritenuto un minus habens, in tutto e per tutto un minorato. La cecità non è, come alcuni dicono, l'incapacità degli occhi di una ragazza di vedere il mondo, ma una trasparente metafora dell'ateismo. L'ateo è in altre parole paragonato a un cieco, che ha la notte nel cuore, che odia il sole perché non può vederlo, che non concepisce i colori perché gli manca qualcosa. Il cattolico militante ritiene quindi di avere il dovere di vessarlo, di spingerlo in tutti i modi a rientrare nell'ovile ecclesiastico e di pregare Dio perché lo converta contro la sua volontà. Un'aporia spaventosa. I cattolici, che affermano la dottrina del Libero Arbitrio, poi si trovano a negarla, contraddicendosi ogni volta che chiedono a Dio di violare la volontà di una persona.

La mia ipotesi è che Pregherò sia stata commissionata dall'organizzazione settaria conosciuta come Azione Cattolica, che nei primi anni '60 aveva ancora un considerevole potere. I ranghi di tale associazione erano agguerritissimi e ben organizzati, tanto che lo stesso Mussolini dovette faticare non poco per sopprimerla, anche se non in modo definitivo. Preoccupato dall'influenza che la setta aveva sui giovani e dalla sua invadenza in ogni campo sociale, scatenò contro di essa gli squadristi d'assalto, che ne ebbero ragione soltanto dopo una dura pugna in cui ne devastarono le sedi, requisendo distintivi, spezzando crocefissi, intonando ripetuti canti osceni e di morte contro il Pontefice (il più mite ritornello sarà stato qualcosa del tipo "Ratti, Ratti nel buso del cul, vaffancul, vaffancul!"). La cosa è tanto più sorprendente se si pensa che questa offensiva esplose nel 1931, dopo la firma dei Patti Lateranensi (1929). Tornando a Celentano e a Don Backy, possiamo affermare questo: ciò che contraddistingue ogni sillaba di Pregherò è proprio l'idea di societas christiana, un'utopia teorizzata da Alcide De Gasperi e portata avanti non soltanto dal Partito Popolare (poi Democrazia Cristiana), ma anche dall'Azione Cattolica. Un'utopia fondata sulla confusione semantica tra le parole cristiano (christianus) e cattolico (catholicus), in cui chiaramente non c'è e non può esserci alcun posto per chi non si riconosce nella teologia e nell'etica della Chiesa Romana. 

Non posso accettare l'analisi di Marco Liberti - che pure riporta informazioni interessanti di cui gli sono grato. Dire che le parole di Ben E. King sono "un testo d'amore abbastanza banale" è una pura e semplice assurdità, più grande del mostro marino che inghiottì Giona. Banali parole d'amore saranno quelle che un ragazzo foruncoloso rivolge alla sua segaiola, non certo quelle di Stand by Me

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella visione d’insieme. Non ho mai fatto questi collegamenti. Grazie fa riflettere

Antares666 ha detto...

Benvenuto in questo spazio! Grazie di cuore del commento e dell'apprezzamento!