martedì 18 dicembre 2018

NOTE SUL LAVORO DI WHITTAKER

Gordon Whittaker (Università di Gottinga) è l'autore dell'articolo The Case for Euphratic, pubblicato nel 2008 su Humanities & Social Sciences (Linguistics & Grammatology). Il lavoro in questione, ospitato da Academia.edu, è consultabile e scaricabile liberamente al seguente link:


Questo è l'abstract, da me tradotto: 

"Sarà dimostrato che la scrittura cuneiforme, il vocabolario del sumerico e dell'accadico e i toponimi della Mesopotamia meridionale conservano resti di un'antica lingua indoeuropea, realmente più antica di oltre un millennio. Inoltre le prove sono dettagliate e abbastanza consistenti da permettere la ricostruzione di un certo numero di caratteristiche della lingua indoeuropea proposta, l'eufratico, e di abbozzare uno schema del modello culturale eufratico."

Ovviamente il nome che Whittaker ha attribuito a questa ipotetica lingua perduta, ossia eufratico, è arbitrario. 

Per più di un secolo è infuriata una controversia sull'appartenenza etnica della popolazione della Mesopotamia meridionale nel quarto millennio a.C., epoca in cui è comparsa la rivoluzionaria innovazione della scrittura, destinata ad influenzare in modo profondo il contesto delle città-stato di quella che per convenzione ci è nota come terra di Sumer. In anni recenti il dibattito si è focalizzato sulla lingua dietro i testi più antichi, le tavolette proto-cuneiformi del Tardo Periodo di Uruk (circa 3350-3100 a.C., datazione convenzionale). A tale controversia è stato dato il nome di Questione Sumerica. Questi sono i principali problemi della Questione Sumerica:

1) A partire da quale periodo i Sumeri sono presenti nella Mesopotamia meridionale?
2) Essi erano gli originari abitanti della Mesopotamia meridionale o hanno invaso una terrà già occupata?
3) Se non erano autoctoni, da quale società (o da quali società) sono stati preceduti? 

Mentre numerosi studiosi hanno attaccato ogni tentativo di identificare elementi linguistici pre-sumerici, altri hanno proposto soluzioni diverse. Così Landsberger ha postulato un "sostrato proto-eufratico" per spiegare toponimi morfologicamente opachi, teonimi e termini tecnici (1944, 1974). Oppenheim ha congetturato quanto segue: 

"Una considerevole sezione del vocabolario sumerico che si basa sulla cultura materiale della Mesopotamia contiene termini e designazioni che non sembrano essere sumeriche e che non appartengono a nessuna lingua semitica (proto-accadica). Queste parole possono teoricamente echeggiare uno o più sostrati linguistici molto più antichi e quindi riguardano i precedenti portatori di ciò che proponiamo di definire civiltà della valle dell'Eufrate." 

Whittaker in una serie di articoli (1998, 2001, 2004, 2004/2005, 2005) ha ipotizzato che questo sostrato pre-sumerico consistesse in una lingua indoeuropea fatta e finita.   

Mi sono imbattuto per la prima volta nella Questione Sumerica quando ancora ero un liceale brufoloso. In una rivista di linguistica ho letto che il nome di Babele (Babilonia) risale al sostrato pre-sumerico della Mesopotamia e che in quanto tale non ha etimologia possibile. Così sono dovute a etimologie popolari tanto l'interpretazione accadica che vi vede Bāb-ili, Bāb-ilu "Porta del Dio" o Bāb-ilāni "Porta degli Dei", quanto l'interpretazione ebraica fornita dalla Bibbia, che parla di Bāvēl come di un luogo di confusione linguistica, dal verbo bālal "confondere". Certo, molti diranno che avrei fatto meglio a pensare alla figa. Il punto è che ci pensavo comunque, nonostante avessi anche altri interessi: l'impulso ad emettere lo sperma non mi impediva di pensare. Non avendo punti d'appoggio su cui costruire una teoria, la questione del misterioso sostrato pre-sumerico cadde nel dimenticatoio e lì fu lasciata per molti anni a fermentare. Dopo tanto tempo, sono felice di constatare che qualcuno si è occupato in modo serio e approfondito dell'affascinante argomento, anche se non nascondo che l'idea di una lingua pre-sumerica indoeuropea comporta non poche difficoltà.

Estraggo alcuni dei lemmi trattati dall'opera di Whittaker e li presento in questa sede per il piacere filosofico dei lettori, corredandoli dove necessario di miei commenti. Dubito che simili studi siano mai stati pubblicati in lingua italiana. 

1) Si notano valori fonetici incongrui per alcuni logogrammi: 

HU "uccello" < IE *h2au̯i- "uccello" 
   vs. Sumerico MU
ŠEN "uccello"

LIK "lupo" < IE *u̯ḷkwo-
   vs. Sumerico URBARRA "lupo" < UR "cane" + BAR "esterno" (i.e. "cane estraneo").

LIB ~ LUB "volpe" < IE *u̯ḷpeh1-
   vs. Sumerico KA "volpe"

PEŠ "essere vasto", scritto con lo stesso segno usato per "pesce" 
   nasconde un antico *PEŠ "pesce" < IE *peisk(')- / *pisk(')-
   vs. Sumerico KU, KUA "pesce", a sua volta ritenuto un prestito
   dal sostrato eufratico
   Commento: IE *peisk(')- / *pisk(')- si trova soltanto in alcune lingue indoeuropee occidentali: latino piscis, protogermanico *fiskaz (gotico fisks, norreno fiskr, etc.), protoceltico *eiskos (antico irlandese íasc). Nonostante numerosi tentativi di ricondurre questa radice a quella per indicare l'acqua (IE *ap- < *Hap-), interpretandola come "bestia d'acqua", la formazione si presenta altamente problematica, a cominciare dal suffisso esotico, per non parlare del vocalismo. Attribuirla alla Mesopotamia dell'epoca di Uruk sarebbe come pensare che le paroli inglesi wop "guappo" e racket "organizzazione ricattatoria" possano risalire al contesto di Beowulf.

2) Possibili prestiti dal sostrato eufratico in sumerico.

Nomi di animali:

KU "pesce"
    < IE *(dh)g'huh-

   Commento: Secondo Halloran è da KU "cibo" + A "acqua": si tratterebbe semplicemente di un antico composto sumerico, senza necessità di ricorrere ad elementi esterni. Il punto è che Halloran è noto per spiegare Omero con Omero.  

GILIM ~ GILIN KILIM "mangusta"
    < *IE *gḷh-i-m (acc.)
    Cfr. latino glīs "ghiro", greco γαλέη "donnola", sanscrito giri-
   "topo".
  Commento: Le parole del latino, del greco e del sanscrito non hanno l'aria di avere origine indoeuropea, non più di quanto padrino e picciotto abbiano l'aria di essere parole inglesi. Sulla loro origine ultima si potrebbe discutere a lungo senza arrivare da nessuna parte.


GUD "toro; bue"
    < IE *gwo:u-s "bovino"
   Commento: A me pare più probabile la direzione opposta del prestito, che il termine sumerico sia passato in protoindoeuropeo per motivi culturali (da un popolo agricolo a un popolo di razziatori e di allevatori delle steppe). 


Possibili derivati:
   GARA (valore fonetico)
       < IE *gwou-ró- "bovino; rossiccio"
       Si trova come secondo elemento in INDAG(A)RA, nome di un
       bovino mitico, figlio del Dio della Luna, detto anche NINDA-
       GUD.
   GUGARID "pastore"
        < IE *gwou-k(w)ol-i-s "pastore"

   GIDIM ~ GUDMA ~ GADMA "ecatombe" (sacrificio di cento
   buoi)
        < IE *(d)k'ṃtom-gwu-ah2- "sacrificio di cento buoi"


HURIN "aquila" (termine mitologico)
    < IE *h3or-(e)n- "aquila"  (meglio "uccello") 
   Cfr. protogermanico *arnuz, *arēn "aquila" (gotico ara, etc.),
   greco ὄρνις "uccello", etc.


NERAH ~ NIRAH "serpente, vipera"
    < IE *neh1-tr-ah2 "serpente, vipera"
    Cfr. latino natrīx "biscia", protogermanico *naðraz (gotico nadre
    "di vipere", norreno naðr "serpente", etc.).


SAH ŠAH "maiale"
    < IE *s(e)uh- "maiale"
   Commento: Per fortuna l'autore riconosce la difficoltà del vocalismo. Riguardo al preteso dittongo nella forma indoeuropea ricostruita, non posso far altro che avanzare un forte scetticismo: sembra una manipolazione ad hoc.


Termini pertinenti alla vista e al volto: 

IGI "occhio, occhi; faccia"
    < IE *h3okw- "occhio"; *h3okw-ih1 "occhi" (duale)


UKTIN "apparenza; forma; fattezze del viso"
    < IE *h3okw-ti-m (acc.) "apparenza, vista; espressione"
  Commento: rispetto a IGI "occhio, occhi; faccia", si notano diversi sviluppi fonetici dovuti al gruppo consonantico.


ULUTIM ~ ULUTIN "apparenza, forma; fattezze del viso"
    < IE *u̯ḷ-ti-m (acc.) "apparenza, fattezze del viso"
    Cfr. latino vultus "volto", protoceltico *wel- "vedere" (gallese
    gweled "vedere", antico irlandese fili, gen. filed "veggente;
    poeta"). 


Armi e utensili:

UBRIM ~ UBRI "lancia"
    < IE *h2ok'(u)ri-m (acc.) "punta aguzza" 


ŠUKUR "lancia; giavellotto"
    < IE *sek-uhr- "ascia" < *sek- "tagliare" 

    Cfr. latino secūris "scure"

UKUR ~ UGUR "pentola"
    < IE *h2oukw-ṛ, gen. *h2ukwn-es "pentola per cucinare"


Una notevole famiglia di parole:

NER ~ NIR "signore; principe, eroe)
   < IE *h2ne:r "uomo, eroe"
   Cfr. greco ἀνήρ "uomo"; latino neriōsus "forte", etc. 


NER ~ NIR "autorità, fiducia; confidenza"
   < IE *h2ner-tú- "potere carismatico" 


NER ~ NIR "principesco"
    < IE *h2ner-o- "forte"  


NUR ~ NARA ~ NAR "principe" (valore fonetico)
    < IE *h2nor-o- "carismatico, forte" 


LIRUM ~ NER "forza; forte, potente; grande; resistente; ostinato;
    un nobile"
    < IE *h2nero-m (acc.) "forte"  


NITAH "uomo; maschio"
    < IE *h2nṛ-tah2 "mascolinità, virilità" 


ŠUNIR (emblema divino)
   < IE *h1su-h2ner-o- "potente; fortunato" 

   Commento: Se l'etimologia fosse corretta, saremmo di fronte a un antico composto, chiarissimo a un indoeuropeista e oscuro a qualsiasi parlante sumerico. 

Interessanti sono le ricostruzioni di elementi grammaticali:

Sumerico -AH
       < IE -*ah2 (suffisso femminile) 
Sumerico -AM
~ - AB; -UM ~ -UB
      < IE -*om (accusativo maschile; mominativo/accusativo
      neutro)
Sumerico -D
~ -R
      < IE -*s (nominativo maschile)  

Sumerico IN "in; a; da"
      < IE *en "in"
Sumerico ANA "a; per"
      < IE *ana
~ *an "su"
Sumerico TUKUM "immediatamente; in un attimo; se"
      < IE *to-kom "con questo"


Non tutte le etimologie proposte da Whittaker sono così brillanti come quelle sopra riportate. Alcune si fondano su mutamenti a mio avviso piuttosto implausibili. Esempi: 

DURAH "tipo di cervo; ibice"
     < IE *(d)i̯ork-ah2 "specie di cervo; gazzella" 

    Commento: Mi pare che il mutamento -rk- > -r- sia piuttosto stravagante. La radice indoeuropea si trova soltanto in greco e in celtico: non si può escludere che si tratti di un antico prestito da una lingua sconosciuta. La stessa radice si trova anche nel basco orkatz "capriolo", ma probabilmente si tratta di un prestito da una lingua indoeuropea pre-celtica.

LARAH "un parte del giogo"
    < IE *lorg-ah2 "mazza; asta del carro"
   Commento: A parte il mutamento -rg- > -r-, che mi lascia perplesso, vediamo come IE *lorg-ah2 "mazza; asta del carro" sia un mero fantasma, ricostruito a partire dal celtico (antico irlandese lorg "mazza"; bretone lorch'enn "asta del carro"). Whittaker afferma che la radice, definita "indoeuropea", sia sopravvissuta soltanto in celtico. A me pare che sia abusivo prendere un vocabolo oscuro e isolato per proiettarlo nelle steppe e farlo diventare indoeuropeo con la bacchetta magica di Harry Fotter. Pensare alla sopravvivenza di un termine di sostrato è infinitamente più semplice che pensare a una parola persa in tutti i rami dell'indoeuropeo tranne che in uno.


ZARAH "dolore, dispiacere; lamento funebre; vulva; eczema"
    < IE *surgh-ah2 "dolore, preoccupazione; malattia" 

   Commento: Abbiamo sempre il mutamento problematico -r- + occlusiva velare > -r-; sulla liceità della forma indoeuropea ricostruita nutro forti dubbi.

ZARAH "cicogna"
    < IE *storg-(ah2) "cicogna" 

   Commento: Abbiamo sempre il mutamento problematico -r- + occlusiva velare > -r-; sulla liceità della forma indoeuropea ricostruita nutro forti dubbi.

Mi convincono poco anche le etimologie proposte per alcuni toponimi: 

KALAMA "terra di Sumer"
    < IE *k'olh2-m- "canna"
NIBRU "Nippur"
    < IE *nebh-ró- "nuvolo"
ERIDUGU
~ ERIDUG "Eridu"
    < IE *u̯r-ii̯-ah2 dḷk-ú- "città dolce"
KUARA "Kuara"
    < IE *(dh)g'huu̯ah2-r
ó- "ricca di pesci"
KARKARA
~ KAKRU ~ KAKRA "Karkara"
    < IE *kwerkw-r
ó- (< *perkw-ró-) "della quercia"
ARARMA "Larsa"
  
(accadico LARSAM) 
   < IE *h2ṛg'-ró-m "bianco splendente"
   Commento: La forma accadica confrontata col toponimo
   sumerico punta a una protoforma pre-sumerica assai complessa, 
   per cui il tentativo di raffronto con l'indoeuropeo ha elevate
   possibilità di essere fallace.
USAB
~ ASAB ~ ADAB "Adab"
   < IE *h2us-ró-m "dell'aurora"
TINTIR "Babilonia"
  < IE *deiu̯o:m dhu̯ṛ- "Porta degli Dei"
  Commento: Tradotto come KA.DINGIR.KI in sumerico e come
  BĀB-ILU, -I in accadico; la ricostruzione indoeuropea appare
  altamente cervellotica.
LAGA
Š "Lagash"
   < IE *legh-os "magazzino"
   Il toponimo è tradotto in accadico come NA(K)KAMTU
  "magazzino". 

   Commento: La forma sumerica e quella accadica potrebbero risalire a una stessa protoforma complessa; la traduzione accadica potrebbe essere il semplice frutto di un'etimologia popolare, come per il caso di Babele. 

Partendo da queste premesse, Whittaker finisce con lo spingersi molto oltre, tanto da dare l'impressione di voler indoeuropeizzare l'intero vocabolario sumerico. Nel suo successivo lavoro, Euphratic: A phonological sketch (2012), vediamo questa tendenza panindoeuropea in pieno svolgimento. Questo è il link all'articolo:


La mia perplessità è grande, nonostante sia fornito con dovizia di particolari e di esempi un insieme di elaborate corrispondenze fonetiche. Utilizzando questi mezzi si potrebbe dimostrare anche l'origine indoeuropea dello zapoteco dell'Istmo.

Conclusioni

Nonostante l'indubbio interesse di certe etimologie, la metodologia whittakeriana è altamente rischiosa e rischia di portare fuori strada. Queste sono le mie osservazioni: 

1) Il sumerico presenta scarsa variabilità interna. Ha soltanto due dialetti noti: la lingua standard (EMENGIR) e la cosiddetta "lingua delle donne" (EMESAL). Come conseguenza, la possibilità di ricostruire protoforme di qualche utilità è abbastanza limitata.
2) Il sumerico è una lingua isolata e presenta grandi difficoltà di comparazione con altre lingue (nonostante i tentativi di Allan R. Bomhard di ricondurla al nostratico).
3) Il sumerico è una lingua molto consunta e fortemente evolutiva, un po' come il francese e l'inglese d'America. 

Se avessimo l'inglese d'America come sola testimonianza di una lingua indoeuropea, registrata unicamente dalla viva voce e senza alcuna attestazione scritta, cosa riusciremmo davvero a ricostruire del suo passato? In quante trappole cadremmo se volessimo confrontarla con l'ebraico?

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