sabato 5 marzo 2022


I PASSAGINI: UNA MISTERIOSA SETTA
GIUDEO-CRISTIANA DEL XIII SECOLO

Veterotestamentarismo in Lombardia

Nei primi secoli dell'Era Volgare, erano diffuse e numerose le comunità che pur accettando Cristo mantenevano al contempo un'osservanza più o meno stretta della Legge di Mosè. Non si limitavano cioè a credere nei Vangeli, ma praticavano le complesse prescrizioni del Deuteronomio e del Levitico, tra le quali ad esempio la circoncisione, il divieto di mangiare carne di mammiferi non ruminanti e con l'unghia non bipartita, la proibizione di assimilare sangue e di toccare donne mestruate o incinte, l'obbligo di sotterrare gli escrementi. Questi gruppi erano all'inizio molto consistenti, e si rifacevano agli insegnamenti di Pietro e di Giacomo il Minore.

Vedevano invece Paolo di Tarso come un demonio, perché aveva abolito e avversato in tutti i modi gli obblighi della Legge Mosaica. Alcuni lo accusavano di aver impedito l'accettazione del Cristianesimo da parte di tutti gli Ebrei. Altri affermavano che la Legge era stata consegnata agli uomini dagli Angeli, che i Gentili l'avevano dimenticata e che era loro compito conservarla e trasmetterla: per questo si davano il nome di Angelici. Si noti che questi Giudeo-Cristiani non erano necessariamente Ebrei.

Presto cominciarono a manifestarsi tra di loro contenuti dottrinali eterodossi, e si svilupparono sette come gli Ebioniti, i Nicolaiti, gli Elcasaiti e i Nazarei. Le ultime tracce documentate si perdono verso il IV secolo in Iberia, ma non dobbiamo pensare che questa corrente di pensiero cristiano sia mai veramente morta. L'universalismo di Paolo era stato una mossa molto abile, che aveva permesso alla Chiesa di estendersi su una moltitudine di genti, mentre l'osservanza minuziosa delle prescrizioni di Mosè avrebbe reso il Cristianesimo poco attraente.

Dopo molti secoli, la Chiesa di Roma era diventata una terribile potenza temporale, e giunta al suo apogeo cominciava a dare i primi segni di corruzione. All'alba del secolo XIII molti movimenti si opponevano al clero romano e avevano messo profonde radici. È a questo punto che si è riscontrata nuovamente traccia di qualcosa di simile ai Giudeo-Cristiani. Non si riesce a tutt'oggi a capire l'origine di questo controverso movimento, a seguire i percorsi che hanno portato alla sua formazione. 
 
Nella Summa contra haereticos del teologo Prepositano di Cremona troviamo menzione di una misteriosa setta diffusa in Italia settentrionale: i Passagini. Tutto ciò che sappiamo di loro per diretta testimonianaza lo dobbiamo al lavoro di questo chierico cremonese, ed è molto significativo. Essi avevano ricevuto il loro nome dall'osservanza della Pasqua ebraica (Pesach), in cui celebravano il Passaggio di Dio in forma di un vento mortifero che uccise tutti i primogeniti degli Egiziani, inclusi quelli dei loro animali, salvando invece gli Ebrei (Es 12, 11). Si ricorda che il metodo per il calcolo della Pasqua usato dalla Chiesa di Roma è differente da quello ebraico: i Passagini seguivano quest'ultimo. Erano considerati Cristiani dall'eresiologo Ilarino di Milano, e definiti come credenti che cercavano mezzi di salvezza dell'anima nell'osservanza delle leggi dell'Antico Testamento, ritenendo insufficienti allo scopo i rituali della Chiesa di Roma. Si sa che praticavano la circoncisione, che mangiavano unicamente le carni di animali permessi dalle prescrizioni mosaiche e che non assimilavano sangue. Allo stesso modo osservavano come giorno festivo il Sabato e pretendevano di applicare anche le severissime norme penali veterotestamentarie, ad esempio lapidando le adultere.

Quello che la Chiesa Romana non poteva tollerare era però la loro cristologia. Non era docetista come quella dei Catari, ma concordava nell'essere subordinazionalista. In altre parole, i Passagini credevano che Gesù patì nella carne, e che fosse al contempo una creatura di Dio e quindi naturalmente non consustanziale con il Padre.

Tendenze simili sono state notate anche nei Giudaizzanti dei tempi antichi. Le informazioni sulla setta sono così scarse che non possiamo menzionare neppure il nome di un suo capo. Non siamo a conoscenza neppure di un singolo atto inquisitoriale che contenga l'eresia dei Passagini come capo di imputazione contro una persona. Da questo si potrebbe pensare che le persecuzioni contro di loro furono blande.

Questi Giudeo-Cristiani medievali compaiono in un documento importante che permette anche di fare qualche supposizione dei loro rapporti con i Catari. Si tratta della famosa costituzione Ad abolendam diversarum haeresium pravitatem, promulgata dal Papa Lucio III nel 1184 come strumento per aiutare i vescovi cattolici nella lotta contre le eterodossie. La frase che ci interessa è la seguente:

"Decretiamo dunque che siano colpiti da anatema perpetuo innanzi tutto i Catari e i Patarini e coloro che, con falso nome, affermano mentendo di essere Umiliati o Poveri di Lione, Passagini, Giuseppini, Arnaldisti".

Il termine Patarini era all'epoca un sinonimo di Catari molto diffuso in Lombardia e altrove: persino nelle terre balcaniche i Bogomili erano noti come Patareni. Si deduce che vi erano anche Catari che trovavano conveniente nascondere la fede da loro professata facendosi passare per eretici di diverso tipo. Di questi, è possibile che alcuni si fingessero Passagini.

Tutti i Buoni Uomini rifiutavano la circoncisione come opera del Creatore Malvagio, consideravano Mosè un diavolo e la sua legge vanità, ma non è affatto escluso che ci fossero Credenti che si erano convertiti essendo stati in precedenza Passagini. Anzi, si possono cogliere precisi indizi di ciò. Il dogma 29 della della Chiesa Catara di Bagnolo San Vito dice: Mosè fu malvagio. Altrettanto esplicito è il dogma 30: La salvezza non ci fu nè c’è, in nessun modo, attraverso la legge di Mosè. Si segnala in questo contesto anche il dogma 33 : il Dio Buono non diede la circoncisione. Certamente queste possono essere viste come mere affermazioni teologiche, ma se sono state incluse nella lista dei dogmi un motivo preciso doveva esistere. Con ogni probabilità nelle diocesi dipendenti da Bagnolo (ad esempio le attuali province di Mantova, Cremona e l'intera Emilia) vi erano nutriti nuclei di Passagini che si erano associati ai Catari. Era quindi sentito necessario impedire che le leggi veterotestamentarie fosse continuate tra questi Credenti.

In seguito alla costituzione di Lucio III si trova una menzione dei Passagini in uno statuto dell'Imperatore Federico II di Svevia, che godette di una fama del tutto immeritata di essere uomo di ampie vedute. In fatto di eresia era abbastanza intransigente, e con questo documento del 1220 sanciva la persecuzione di tutti i dissidenti religiosi. A partire da quella data non se ne sente parlare più, al punto che l'inquisitore Raniero Sacconi li dà per estinti. È possibile che alcuni gruppi superstiti si siano persi tra i Valdesi. 

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