mercoledì 21 dicembre 2022

LIDINLAIB: UNA FRASE LONGOBARDA ATTESTATA

Dal testo dell'Editto di Rotari si può estrarre qualcosa di estremamente interessante, che intendo sottoporre all'attenzione degli eventuali lettori: una breve frase in longobardo. 

173. Si quis res suas alii thingauerit, et dixerit in ipso thinx lidinlaib, id est, quod in die obitus sui reliquerit: non dispergat res ipsas postea doloso animo, nisi fruatur eas cum ratione. Et si tales ei enuenerit necessitas, ut terra cum mancipia aut sine mancipia uindere aut locum pigneris ponere debeat, dicat prius illi, cui thingauit: "Ecce uedis, quia necessitate conpulsus res istas uado dare; si tibi uedetur, subueni mihi et res istas conseruo in tuam proprietatem." Tunc si noluerit subuenire, quod alii dederit, sit illi stabilem et firmum, qui acceperit. 

Alcune note etimologiche: 

Forma protogermanica: *līþ in laiβōn 
   (< *līþanan "andare", "passare"; *in "in";
    *laiβō "eredità", "resto", "ciò che rimane"

Classificazione grammaticale: frase 
Significato: "vada in eredità" 
  Esito longobardo: lidinlaib 
    Varianti attestate: lidelaib, lidinlayb 
    Varianti latinizzate: lidinlaibus, lidhilahibum 
    Varianti corrotte: lidin laid, lidemlaid 
Nota: 
Si ha il dileguo della desinenza dell'accusativo femminile, retto dalla preposizione in. La cosa, pur essendo abbastanza insolita, non deve stupire.    


Un noto antroponimo: 

Lapo 
Forma protogermanica: *Laiβaz 
  (< *laiβō "eredità", "resto", "ciò che rimane") 
Significato: "Eredità" 
Uso: Antroponimo maschile
La radice si trova come secondo elemento in alcuni nomi longobardi toscani: Teudelapus, Guidilapus. La riduzione del dittongo -ai- in -a- è frequente nel materiale antroponimico attestato in Toscana (Onesti, 2000). È possibile che proprio da composti di questo genere sia derivato come ipocoristico il nome Lapo.  
Nota: 
Sono convinto che si debbano considerare degne d'irrisione e di scherno le proposte etimologiche di chi vede in Lapo un ipocoristico di Iacopo o un'alterazione capricciosa di Lupo

Conclusioni: 

Si tenga presente che il mondo accademico è compatto nel negare l'esistenza di frasi in longobardo. Solo per fare un esempio, la pur validissima Nicoletta Francovich Onesti (Università di Siena), nel suo articolo La lingua dei Longobardi, caratteristiche e problemi (2014), afferma quanto segue: 

"Non ci sono testi estesi che documentino la lingua dei Longobardi; di questa conosciamo solo singoli termini, parole sparse, immerse separatamente nel contesto latino delle fonti scritte altomedievali; non abbiamo perciò neanche una frase intera, ma solo parole staccate e non di rado latinizzate nella fonetica e nella morfologia." 

Inoltre è ripetutamente affermata l'inconoscibilità di qualcosa che invece si evince in modo alquanto chiaro dall'analisi del materiale disponibile: 

"Non possiamo perciò sapere quasi niente della morfologia e della sintassi di questa lingua, ma possiamo ricavare informazioni solo sulla fonetica, il lessico e la formazione delle parole del longobardo."

Come se i Longobardi potessero parlare una lingua importata da Marte! Il carissimo e irriverente amico fiorentino R. sbotterebbe: "L'è roba 'a mmatti!" 

Alla luce dei fatti da me esposti, non si può dire che non esista nemmeno una frase attestata nella lingua dei Longobardi: lidinlaib è una frase a tutti gli effetti. Neppure si può dire che la morfologia sia sconosciuta e che nulla se ne possa dedurre. Non mi spingo oltre.  

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