mercoledì 24 giugno 2020

LA MISTERIOSA LINGUA IGNOTA DI ILDEGARDA DI BINGEN

La Lingua Ignota è un codice linguistico parzialmente descritto da Ildegarda di Bingen (1098 - 1179), mistica tedesca e badessa di Rupertsberg venerata come santa dalla Chiesa Cattolica. Personalità eclettica e creativa, Ildegarda è stata soprannominata la Sibilla del Reno. L'opera che riporta informazioni sulla Lingua Ignota si intitola Ignota lingua per simplicem hominem Hildegardem prolata, ed è sopravvissuta soltanto in due codici risalenti al 1200 circa (noti come Wiesbaden Codex o Riesencodex "Codice dei Giganti" e Codex Cheltenhamensis 9303). La Lingua Ignota, dotata anche di un proprio alfabeto di 23 lettere, le Litterae Ignotae, è considerata la prima lingua artificiale di cui si abbia notizia, tanto che Ildegarda è la patrona degli esperantisti. Secondo gli studiosi che se ne sono occupati, questo codice linguistico è stato ottenuto rilessificando in modo arbitrario la lingua latina e sarebbe stato usato per scopi mistici o musicali. Secondo altri, avrebbe l'aspetto di una glossolalia. Se devo esser franco, queste spiegazioni non mi convince: ho potuto infatti trovare etimologie notevoli in questo materiale lessicale, che lo legano a numerose lingue antiche. È opinione diffusa che la mistica intendesse dar vita a una lingua universale, ma anche questa ipotesi è problematica. Anzi, è priva di qualsiasi verosimiglianza, vista la complessità della fonologia e del lessico (tra l'altro una lingua universale esisteva già nel Medioevo: era il latino ecclesiastico). Sono convinto che la base della Lingua Ignota fosse almeno in parte una lingua naturale moribonda, di cui Ildegarda di Bingen doveva essere l'ultima parlante - o piuttosto semiparlante, visto che non sembrava padroneggiarne la grammatica. 
 
La summenzionata opera di Ildegarda si divide in diverse sezioni tematiche, in cui sono riportati in tutto 1018 vocaboli glossati in latino o in antico alto tedesco (solo in pochi casi manca la glossa e si ignora il significato). Il problema è che molto studiosi ignorando l'antico alto tedesco e non volendo impararlo, spesso non sono stati in grado di fornire traduzioni sensate. Si vedranno alcuni esempi di ciò nel seguito. 
 
Riporto una lista di vocaboli, con la traduzione in italiano. Li ho controllati uno ad uno, perché spesso sussistono problemi anche a livello di trascrizione (a volte i codici riportano forme diverse per via della cattiva lettura di alcune lettere, come h- al posto di n- o viceversa, e non sempre è facile decidere quale delle versioni sia quella originale). Ho potuto constatare svariate traduzioni fuorvianti anche quando i codici forniscono una chiara glossa latina.
 
abiliz, vescica, bolla (glossa tedesca: bladera)
abiol
, abate
abiza
, casa (glossa latina: domus
agilarchiniz, professore
agizinix, maestro, insegnante 
agonzia, aquilegia 
agruiz, senape (glossa tedesca: senif)
aieganz, angelo
Aigonz, Dio 
alegrinz, scrigno 
Aleziz, Mercoledì 
alischol, uva 
almiz, bobina  
alxia, gazza 
ambila, nuca (glossa latina: occiput
amizdel, armatura (glossa tedesca: bambest)
amlizima, tipo di veste liturgica (glossa latina: superhumerale)
Amnizo, Aprile  
amolic, giara
amozia, Eucaristia
amzia, vespa 
amzil, collo (glossa tedesca: nach)
amziliz, omelia 
anic, luppolo  
anischiz, ora sesta
anziur, agricoltore (glossa tedesca: acherman)
Archindolis, Giugno 
argumzio, grifone 
ariz, farfalla 
arrezenpholianz, arcivescovo 
arziaz, gesso 
aschia, storno 
aschuanz, secchio d'acqua
aseruz, canapa (glossa tedesca: hanif)
asgriz, martin pescatore
auiriz, nocchiero
auizel, acqua 
ausiz, cicuta
azil, anno 
bachiz, corvo 
baczanz, malto 
baiezinzia, abrotano (pianta)
baischur, proprietario, signore  
baiz, stoffa (glossa latina: pannus; glossa tedesca: duoch)
balbunz, gufo 
baleuinz, giullare (glossa latina: ioculator
balsciz, picchio (glossa latina: picus
banchzenuz, sacco
banziaz, piuma, penna (glossa tedesca: uedera)
barschin, zenzero 
bauiriz, tessitore 
bauscha, beccaccia 
bauschuz, acero 
bauzimiz, foraggio 
bazima, gallo silvestre
beluaiz, cacciatore 
benizscia, mano destra 
beoril, bicchiere
bezelun, malattia della pelle 
bilischiz, inchiostro 
bilzinus, pappagallo 
birizo, gallinaccio
birscheiz, cibo 
bischia, colchico (zafferano tossico)
bischiniz, adolescente 
bisianz, argentiere
bizarmol, frassino  
bizimonz, fondamento; fondazione
bizioliz, ubriacone 
blanschil, scoria 
blanzio, baldacchino (elemento architettonico)
bliminzsta, cote 
blinchzia, piccone
boil, ginocchio 
boiz, bruco 
bolis, tintura 
bonizimz, focolare (glossa tedesca: herth)
borschil, esattore delle tasse (glossa latina: telonarius)
bosinz, vaccaro 
bozibo, airone (glossa latina: herodius
braiz, versicolo 
braliz, saetta (glossa tedesca: bolz)
branischiaz, pergamena
branizel, braccio 
branzin, calce  
brascha, lesina
brauz, tordo (glossa latina: turdus)
briczinz, birra  
brisianz, semente d'uva (glossa tedesca: bercorn
brumsil, aristolochia (pianta)
brumz, eraclea (pianta urticante)
buchziz, centro della ruota
buenz, antifona 
bugeziol, antifonario, libro delle antifone
buianz, vescica urinaria
buinz, legno
bulizin, cassetta per le offerte (glossa latina: pixis; glossa tesdesca:
      busha) (2) 
bulschaiz, piombo 
bumberiz, carrozza (glossa latina: plaustrum)
bumbirich, nocciòlo (glossa latina: corilus)
burbefeleiz, incavo del petto (glossa tedesca: brustlefel)
burbeiscal, petto (glossa latina pectus; glossa tedesca: brust)  
burizindiz, fuoco 
burzimibuz, leccio
buschibol, fornaio  
buschinz, mosto, succo d'uva non fermentato 
buzbin, tavola, mensa 
buzion, freccia, giavellotto (glossa tedesca: phil
cachxis, frumento
cainz, grillo, cicala (2) 
cauizeil, biscotto (gossa tedesca: kuchelin) 
cauz, sella 
ceril, cervello 
cherin, granaglie (glossa tedesca: gruz)
chorischia, giglio 
circhza, veccia 
cirziel (tirziel), reni 
clainzo, chiostro
clamizibuz, alloro 
clanzga, tanaceto (pianta)
clarischil, aglio 
cliuanz, osso 
cliuinx, mago 
clizio, garante (glossa latina: uades
cloisch, lama 
clomischol, campana  
coindanz, poesia 
colinzko, soffitto a cassettoni (glossa latina: laquearia)
comzimaz, casa 
conchsis, tenebre 
conix, giuntura (glossa tedesca: cnugel
corizin, quartino (misura di capacità per liquidi)
creiza, terra, regione (glossa tedesca: lanth)
creueniz, pene, fallo 
criberanz, lunga chioma (glossa latina: cesaries)
crizia, chiesa  
croich, coscia (glossa tedesca: dich
crouiz, calcagno 
cruniz, gamba 
cruza, curculionide (glossa tedesca: wibel)
culiginz, contadino; intendente statale (glossa latina: uillicus; glossa
      tedesca: sultheizo)
culmendiabuz, corniolo
cunzio, mantello 
curchozia, mitra (copricapo) 
curizan, base metallica in cui è incastonata una gemma 
curschul, grappolo d'uva 
cursez, miglio (cereale)
cuz, papavero (glossa latina: papauer
dalscil, taverniere, albergatore (glossa latina: caupo)
danis, area; parco
dariz, intestino (glossa tedesca: darma)  
deiezio, nano 
Denizimo, Dicembre 
diezo, calabrone (Vespa crabro; glossa tedesca: hurniz)
dilimischol, mietitore di fieno
dilisch, sego (glossa latina: sepum; glossa tedesca: unslith) (3)  
dilizanz, spada
dilzio, giorno 
dioranz, arcata, fornice
dirischil, bevanda (glossa tedesca: dranc)  
diriz, anello (per la corda della campana) 
discol, muscolo 
Discula, Lunedì
Diuueliz, Diavolo 
diuloz, tribunale, seggio del giudice  
diuueia, stivale alto 
diuxia, orzo  
diuz, borsa (glossa latina: marsuppium)
dizia, dittamo 
diziama, liquerizia 
Dizol, Domenica 
dolemiz, ghiottone, ingordo 
donix, scatola per l'incenso
dorniel, ano; feci 
douizio, carpentiere 
doziz, esattore delle tasse (glossa latina: exactor
drozima, tordo (glossa tedesca: drosla)
dulschiliz, folla, moltitudine (glossa tedesca: menege
dulsielz, faccia 
dunaz, cantico (glossa latina: responsorium
duneziz, camicia
duniz, cardo 
dunschia, lapazio, romice (pianta)
duoliz, natiche 
durziol, soldato; cavaliere (glossa latina: miles; glossa tedesca: 
     ritdere
durziuanz, mediatore (glossa latina: sequester
duschio, smergo
eioliz, signore (glossa tedesca: herro)
enpholianz, vescovo 
falschin, vate  
famigol, vaso, recipiente
fanschol, zio materno
faraliz, testa calva (glossa latina: caluicium)
farischomil, pinnacolo 
fasinz, teschio (glossa latina caluaria; glossa tedesca: gibila
fauz, inula (pianta)
feleiz, cucchiaio 
figirez, pittore
filisch, cortigiano (glossa latina: aulicus)
firanz, sputo, saliva 
firmaniz, tagliapietre (glossa tedesca: steinmezzo
flagur, fiamma  
flanischianz, cesta di vimini
flauriz, pellicano 
flauzia, betonica (Betonica purpurea)
flichziz, cipolla 
florisca, balsamo 
fluanz, orina  
flusez, trifoglio rosso 
folicio, mercante 
fonix, pupilla dell'occhio 
forinz, marito 
forischial, mezza testa (glossa latina: sinciput)
fragizlanz, vulva (glossa latina: locus-uerecundie mulieris
fraizola, inquilino
franix, ugola 
frens, sommità della testa (glossa latina: vertex
fronich, reno
fronix, fratello 
fronzios, usuraio 
fugeniz, brache, calzoni corti 
fugizlo, spurgatore di latrine, dalit 
fulzcaioliz, uccellatore 
fulzia, calendula 
funschiol, genero
funiz, pianta del piede  
furanz, freno del carro
fuscal, piede 
fuschalioz, base, piedestallo
fuziz, cintura 
gabia, quaglia
gagria, oca  
galich, membro del corpo (gossa tedesca: gelith)
galigiz, cumino 
galizima, elmo 
galschia, colomba 
galschiriz, ascia di guerra 
ganguzia, cappa 
garazin, porcaro 
gareiza, garofano d'India 
garginz, giardiniere
Gargischol, Agosto
garoz, issopo 
gasinz, cancelliere  
gaurizio, poeta, trovatore (glossa latina: fidicen)
gauschuliz, camera 
gazio, milizia (glossa latina: caterua)
gazun, pollo (glossa latina: pullus)
gigunz, beneficio  
gigunzibuz, fico (albero)
gimeldia, pino 
ginschiz, ora prima 
giruschaz, graticola 
gischiz, potentilla (pianta)
gisgiaz, pianta spinosa (glossa latina: tribulus
glachxa, spelta
gliaz, gladiolo, iris 
glinziz, guaina (glossa tedesca: soum)
glisgia, verdone (glossa latina: amarellus
glogglizil, mietitore 
gloiz, rene (glossa latina: renunculus)
glosinz, formazione di battaglia (glossa latina: acies
gluuiz, canna
gluziaz, menta verde 
golinzia, platano 
golziol, cinghia per trainare l'aratro 
gonizla, arbusto 
gonzio, libro di letture bibliche (glossa latina: lecturarium)
gorinz, trave 
gospilianz, maggiordomo di una casa reale (glosse latine: dapifer,
      discoforus; glossa tedesca: druschezo
gozionz, attrezzi per lavorare l'oro
gragischon, braccialetto 
gramizel, gradino (glossa latina: gradus
gramzibuz, castagno 
graxia, violetta  
grischol, santoreggia 
grizianz, corda dell'arco 
grogezin, carbone  
grugiriz, rapa
gruzia, gola (glossa latina: guttur
gruzimbuz, ciliegio
gugiziz, asse della ruota 
guguniz, paglia 
gugurunz, struzzo 
guia, nuca
gulginz, imbuto (glossa tedesca: trehdere)
gulioz, cardine 
gulizbaz, betulla 
gullox, ceci (glossa tedesca: kichera)
gulzia, faringe 
gulzianz, vasaio (glossa latina: figulus
gunschula, parete 
guraix, spazzola (glossa tedesca: bursta)
guruz, lino  
guskaibuz, tipo di quercia (glossa latina: esculus
guzim, scalpello 
guziminz, libro delle collette 
guzimiz, scatola 
guzinz, collettta (tipo di preghiera)
haischa, tortora  
halgia, oca delle nevi
hamischa, ontano (glossa latina: alnus)
harzima, campo 
haurizin, anello 
Haurizpia, Venerdì
hauschiaz, corno
hauscuz, falco 
hilziol (nilziol), porta (a due battenti) 
hilzsciriz, figlio adottivo (4)  
hilzpeueriz, patrigno (4)
hiscalnoiz (niscalnoiz), lettore 
hochziz (nochziz), persona cieca (5) 
hogiz, succhiello
hoil, testa  
hoilbaiz, sciarpa per la testa 
hoilzirier, apertura per la testa (in una veste femminile)
Holischa, Novembre 
Horzka, Sabato 
iamischiz, libro degli inni (glossa latina: ymnarius
iaschua, calze
idiez, bile
ieuriz, fegato 
imschiol, martire 
inbiz, bardana (Bardana lappa
inchscola, tovaglia
inimois, uomo 
inpelziaz, scarpa 
inuzix, ala 
ioinz, ora nona 
ischiazin, raggio della ruota 
ispariz, spirito 
iugiza, vedova (6)
iuncxoil, coscia 
iunix, ascella 
iur, uomo (7)
iuriz, giudice 
iurstaniz, gomito (8) 
iuziz, porro (glossa tedesca: louch)
Izimziolibiz, Vangelo (glossa latina: euangeliorum liber)
izziroz, pruno  
kaido, santuario (glossa latina: delubrum)
kailamanz, torchio per vino o olio 
kalchizinz, cantina 
kalirinz, blocco di pietra (glossa latina: quadrus
kalizinz, vespro (ora canonica) 
kalziga, falce
kanchziol, incursione, spedizione militare 
kanesilis, cantore
kanfur, gancio 
kanscho, cappello 
kanulzial, velo di suora 
kanzia, pulce (glossa latina: cinomia)
kanzil, commilitone (glossa tedesca: heregesello)
karinz, cardinale
karinz, peonia
karischa, assenzio 
kaueia, moglie 
kazinz, caldaia (glossa latina: lebes)
Kelionz, Papa 
keliz, persona blesa 
kichsis, lancia del carro 
kilmindiaz, zafferano (glossa latina: crocus)
kinchscalis, candelabro 
kinchzia, candela  
kirinz, zucca 
kirzanzlibiz, messale 
kolecruziz, osso del collo (glossa tedesca: halsbein
koletabeiaz, vertebra cervicale
kolezia, collo
kolezin, sabbia 
kolgira, pastorale, bastone del vescovo (glossa tedesca: biscofestab)
kolianz, persona zoppa  
kolinzia, colonna 
kolscanz, presbitero 
kolsinzio, commerciante 
korischol, seta 
korzinthio, profeta 
kosinzia, costola 
kulzphazur, bisnonno 
kunx, curcuma zedoaria 
lachzim, forchetta (glossa latina: fascinula)
laiganz, inchiostro  
laizscia, tiglio  
lamisch, mattoni (glossa latina: lateres)
lamischiz, abete 
laniscal, tette, seni (glossa latina: ubera
lanischa, elleboro nero
lanschil, pulpito 
larchizin, scriba 
larizin, conciatore di pelli 
laschiabuz, frassino
laschiz, aquila 
lasinz, capello (glossa latina: capillus
laufrica, tussillagine (pianta)
lauziminiza, terra 
liaziz, nuora  
libizamanz, libro
lifiziol, cuoco 
ligeschia, colombaccio
limix, luce 
limzikol, croce 
limzkil, bambino 
linchz, talento (moneta) 
liniz, lavanda
liuianz, lucerna, lampada ad olio  
Liuionz, Salvatore  
lizchaz, fuso (strumento per filare)
lizia, ghiandola 
lizo, danzatore
logizkal, gigante 
loiffol, popolo 
loinscho, lanaiolo 
loizo, mese  
lunchkal, discepolo (glossa tedesca: iungero)
luschanz, cinabro (pigmento vermiglio) 
luschia, anatra  
luschil, sacrestano
luxzia, locusta 
luzcrealz, cavità oculare
luzeia, occhi 
luziliet, ciglia 
luziminispier, palpebra 
luzpomphia, globo oculare 
magux, pugno  
maiaz, mascella (glossa latina: maxilla)
maiz, madre 
maizfia, zia materna 
maletin, mento (glossa latina: mentum
maletinosinz, mandibola (glossa tedesca: kinnebacko)
malkunz, vecchio
malskir, dente (glossa latina: dens
maluizia, prostituta
malzienz, marchese (glosse tedesche: marchio, marchgrefo
malzispianz, detrattore 
marezia, cilicio 
marizima, camomilla
maschin, valeriana 
mazanz, coltello
mazma, fagiolo, fava  
melzimaz, idromele (glossa tedesca: meddo) (9)
melzita, miele (glossa tedesca: hunecwirz) (10)
menguiz, sterco, escremento (glossa latina: stercus
michzio, cemento
milisch, midollo
milischa, chioma 
milizamiz, immagine 
milzimzia, griglia 
milzonzit, coppiere (glossa latina: pincerna)
mimischonz, capitolo 
minscal, bandiera, vessillo (glossa tedesca: phano)
minscol, ulcera 
Mirzisil, Giovedì 
misanz, dito del piede (glossa latina: arcula; glossa tedesca: ceha
miska, tenaglia (glossa latina: forceps; glossa tedesca: zanga)
miskila, sorella 
mixaziz, rafano 
mizamabuz, gelso 
mizia, pulce; zanzara (glosse latine: cinomia, culix)
miziabiza, oratorio 
mizirzeis, impluvio
moguz, gabbiano 
moleziz, offerta 
molliz, polmone 
monischia, agrimonia (pianta)
moniz, bocca 
monzchia, monastero 
monzil, scabbia  
morizinz, monaco 
morschis, cuoio 
moruueia, gambale di cuoio (glossa tedesca: lederhosa)
moruzio, carnefice 
moueniz, polpaccio 
mumizalibiz, libro delle ore mattutine 
mumizanz, mattino 
munchzidol, cambiavalute 
Munizza, Martedì 
murscha, inchiostro nero (glossa tedesca: swerza)
musgal, inno (glossa latina: graduale
muzimia, noce moscata
muzimibuz, noce (albero) 
naczuon, monile, collana da donna
nanzoiz, ciotola 
naschiz, indumento di lino  
nascuil, solano (pianta)
nascutil (hascutil), naso (11)
nascumisil, cartilagine del naso (glossa tedesca: nasecrosla)
nascuzirz, narice (glossa tedesca: naselouch
nasunz, cuciture decorative
nazia, gallina
nazischo, gallo 
neniz (heniz), nipote
nilzial (hilzial), polso 
nilzimzia, graticola 
nilzmaiz (hilzmaiz), matrigna (4)  
ninxia, corvo 
nischil, erba gattara
niszin (hiszin), persona strabica  
nochzido, paiolo, pentolone (glossa latina: caccabus)
noisca, usignolo 
noizbiz, nottolone (glossa latina: nocticorax)
nosinz, persona sorda  
nozia, allocco
nulsiz, ago 
nuschanz, compieta (ora canonica)
obirscha, manica 
ochzia, rastrello 
oir, orecchie 
oiralbrium, orecchini 
oirclamisil, cartilagine delle orecchie (glossa tedesca: orclosla)
oirinschianz, granaio 
oirschal, suonatore di tromba 
oirunguizol, cerume (glossa tedesca: orsmero
olzimia, manipolo (paramento liturgico; glossa tedesca: hantfano)
onez, cantico (glossa latina: canticum)
oneziz, porta
ophalin, tempio 
ordeiz, ruota per filare (glossa tedesca: wirden)
oriezio, portiere, usciere
orinschiel, eremita 
ornalz, capelli (glossa latina: crinis
ornalzanzia, legaccio per capelli 
ornalzibuz, sanguinaria (albero)
ornalziriz, capelli crespi (glossa latina: cincinnus
Ornischo, Marzo 
orris, verbasco
orschibuz, quercia 
Oscilanz, Ottobre
osinz, mascelle 
osinzmalskir, dente molare 
pabruz, santoreggia 
paiox, benda di lana della mitra (glossa latina: infula) (12)
pamsiz, patena (piattino usato per la consacrazione)
pangizo, penitente 
pariziz, eunuco 
parreiz, pane
pasiz, lebbra 
pasizio, lebbroso 
pazia, giusquiamo 
pazidol, palio (veste episcopale)
pazimbu, nespolo 
pazuz, nativo (glossa latina: indigena)
peranz, principe 
Perezilinz, Imperatore 
perezim, ostaggio (glossa latina: obses; glossa tedesca: gisel
perschil, vinca (pianta)
perzimzio, forestiero (glossa latina: aduena)
peuearrez, patriarca 
peueriz, padre 
peuors, zio paterno 
pezimil, chiavistello
phalidiz, abside 
phalischer, anacoreta (glossa latina: inclusus
phaliz, pittura
phamkil, cera 
phamphziolaz, candela di cera 
phanizchin, idropico  
pharisch, cono (sorta di pomolo) 
phazia, ampolla
phazur, nonno 
philxima, cassa (glossa latina: capsa
phinziol, urna 
phirzianz, specie di diapason
pillix, capitello 
pilsemia, sopracciglia 
pinchzi, sera
pioranz, chiave 
pixel, pollice 
pixiz, pisello 
pizimanz, asse di legno (del pavimento) 
planizunz, luogo recintato (glossa latina: curtis)
planzimor, vendemmiatore 
pleniza, zia materna 
pligizil, crogiolo 
ploniz, lampada 
ploschinanz, freccia (glossa tedesca: strala
plucz, fondo della botte (glossa tedesca: bodun)
poimiz, stipite
pomziaz, melo 
praiz, coro 
pransiz, prezzemolo 
primischol, uomo libero 
prinscho, nibbio 
proueiz, rettore (glossa latina: prepositus)
pruiuanz, anfora 
pufeia, torta fine 
pulicha, polmonaria (pianta)
pusinzia, catarro 
rabiniz, predone
raiz, ruta 
raiza, pernice 
ralzoiz, paglia
ranchil, aratro 
ranchmaz, roncola 
ranschil, ciarlatano
ranzgia, lingua 
rasinz, velo (indumento femminile)
razil, veleno 
razinthia, interprete  
reimonz, monaca 
reldiaz, bastone, asta (come supporto) 
rimziol, schiena
rischol, re 
riuschiz, avvoltoio 
rogazin, casacca di pelle 
roischo, scricciolo 
ronzis, filo a piombo (glossa latina: perpendicular)
rubianz, sangue 
ruiz, bordo dello scudo (glossa tedesca: ranth
ruizio, segale 
ruschila, ruga 
ruzia, rosa 
sabonzio, arciere 
salziox, unghia 
salziz, signora  
sanccuua, cripta 
sanschul, sanicola (pianta)
sapiduz, ape  
sarziz, legione (glossa latina: legio; glossa tedesca: samenunga
saxia, zucchero
scabiriz, pescatore 
scaia, cuoio capelluto
scailo, chierico, prete  
scaintila, scapola 
scair, suocero (glossa latina: socer
scaleis, terra non coltivata 
scalgonzuz, cliente, incaricato
scaliziz, pastore 
scaliziz, salvia 
scalmiza, ancella 
scalnihilbuz, ginepro 
scalo
, mattino 
scaltizio, conte palatino (glossa tedesca: palzgrefo)
scalzido, sacerdote
scalzio, omero, spalla  
scamilin, tempia (glossa latina: timpus
scamizio, mimo 
Scandidoz, Settembre 
scanipla, pietra per lucidare 
Scantido, Febbraio
scarduz, duca 
scarinz, tunica intima (veste sacerdotale)
scarpinz, persona muta 
scaruz, cigno 
scatil, tunica 
scaun, forgia
scauril, stomaco (glossa latina: stomachus; glossa tedesca: mago)
scaurin, notte 
schagur, indumento di lino 
schalmindibiz, mandorlo 
schamiz, tavoletta certata per scrivere 
schaniz, fodero della spada 
schicial, fianco (glossa latina: latus
schimischonz, libro dei salmi (glossa latina: psalterium
schiraizon, cameriere 
schirizim, manica pendente (di una veste femminile) 
schirobuz, acero
schirzima, pinza
schoil, scodella, ciotola  
schoimchia, pino selvatico 
schuldemiz, tanica 
schumz, pietra pomice 
sciacruniz, tibia 
scilia, cappuccio 
scilmiol, marinaio (glossa latina: nauta
sciloz, pavimento (di legno)
sciniz, balbuziente 
sciria, scure 
scirinz, piaga (glossa latina: tabo)
scirizin, figlio 
scoiaz, vimini
scoibuz, bosso (glossa latina: buxus
scoica, carpino 
scoinz, ora terza 
scolioz, architrave 
scolmiz, manico dell'aratro 
scolmiz, tipo di veste liturgica (glossa latina: subtile
scoltilzio, dispensiere (glossa latina: cellerarius)
sconz, incudine 
scorinz, cuore 
scorinzin, mormoratore, calunniatore 
scorzia, ortica 
scraphinz, frittella (glossa tedesca: krepfelin)
scuanibuz, mirto (pianta aromatica) 
sculiz, punteruolo 
scurilz, scudo (glossa latina: clipeus)
scurinz, esorcista
scurinz, fiamma 
siccioniz, ladrone, brigante
silisza, mano sinistra 
siliziz, malato di cuore (glossa latina: cardiacus
silzimian, studioso  
sinziol, tetto ad arco
smaletis, fabbro 
solchdamiz, adulatore
sonziz, apostolo 
spalun, asta della lancia
spancriz, consacrazione della chiesa 
spaninz, mugnaio
spanzol, martello 
sparfoliz, esploratore 
sparinzia, serratura
spariz, priore 
sparizin, spolverino (glossa tedesca: wedel
sparzun, specie di graminacea
spinzia, lampada 
spiriz, euforbia (pianta)
spirizan, intestino tenue (glossa latina: ilia
spirlizim, falce 
splinz, ceppo della vigna 
sporinzio, coltivatore
squair, arco (arma) 
squamel, cortina 
stalticholz, altare
staurinz, pietra 
sterauinzia, fronte 
stigienz, ruota (glossa tedesca: rath)
stirpheniz, pavimento
stogin, vite, vigna (glossa latina: uitis) (13)
stragulz, paralitico 
stranguliz, ombelico 
subizo, servo
suinz, sudore 
sunchzil, calzolaio 
susinna, ventilabro 
suzemel, lama dell'aratro 
tabeializ, vene 
talizima, parete
talzim, labbro 
telzion, decano 
tenziz, abito femminile bianco 
tilifzia, tappeto 
tilzeuinoz, suddiacono
tilzia, stomaco, ventriglio (glossa latina: ventriculus
timzaloz, turibolo 
tirix, soglia 
titilaiz, breviario 
tizzia, alba (veste liturgica) 
tonizma, campanello 
tonzion, tegola
tonziz, ombra 
tronischia, cattedra 
tronziol, patrono 
tunchzial, stola (veste liturgica)
ualueria, pipistrello
uaschiro, calice 
uazimanz, filo 
uimzial, gengiva 
uiperiz, milza (glossa latina: splen
uirlaiz, testicoli 
uirtimanz, ladro (che ruba senza violenza) 
uirueniz, fornicatore
uischamil, vigna (glossa tedesca: wingart
uisiscolinz, copista, trascrittore
uoxniza, cuculo  
urchio, cicogna 
vaccinaz, settimana 
vanix, donna 
veriszoil, ventre (glossa latina: uenter)
vguwiz, lacrima 
viliscal, volgo
virenz, mosca 
virzeia, viscere (glossa latina: uiscera; glossa tedesca: inedre)
vischobuz, tasso (albero)
vischoreiz, vino (glossa latina: uinum, vinum
vmbleziz, terra arata 
vmbrizio, tetto
vnguizol, grasso (glossa latina: aruina; glossa tedesca: smero
viperiz, avèrla 
viriscal, barba 
virzunz, mulattiere, conduttore di muli 
vizzia, rondine 
vrizeltin, sentinella
vrizoil, vergine 
vrzial, mano  
vrzoia, calcagno (glossa latina: calcaneus
wagiziaz, salice
warinz, impetigine 
warnaz, airone 
waschiz, pettirosso (glossa tedesca: roudil)
wilischio, upupa 
wisanza, guancia 
zabla, lima 
zabuz, pressa
zaimzabuz, cotogno (glossa tedesca: cutinboum)
zainz, bambino 
zamxila, faggio 
zamza, avena 
zamzit, pavone  
zanczia, allodola
zanziel, palo, piolo  
zanziuer, confessore  
zarianz, libro dei sermoni
zaschibuz, lentisco (albero da cui si ottiene olio) 
zaueriz, orafo, orefice 
zazimoz, lacci delle scarpe
zeia, corda 
zeuinoz, diacono 
zichzimil, ascia bipenne 
ziginz, vomere 
Zigionz, Luglio 
zilix, camerata, compagno (glossa tedesca: gesello)  
zilozion, parapetto
zimbia, suocera (glossa latina: socrus
zimischil, sega (glossa latina: serra
zimiz, timone del carro 
zimza, casula (veste liturgica) 
zimzial, giovane (glossa latina: iuvenis) (14)
zimzitama, esercito (glossa tedesca: here
zinfrozia, sandali (glossa latina: scandalia; glossa tedesca:
       romschua
zingia, riso selvatico
zinkia, maniglia
zintol, accolito 
zinz, zappa (variante di zonz)
zinzrinz, scala a chiocciola
zirins, dito (glossa latina: digitus
zirinschol, cranio (glossa tedesca: hirnescala
zirinzil, portico 
ziriskans, ditale 
Ziriszinthio, Maggio
zirunzibuz, pero
zirzer, ano 
zischion, sperone 
Ziuariz, Gennaio 
ziuntoriz, reliquiario 
zizam, padella 
zizanz, cespugli (glossa latina: dumi)
zizia, baffi (glossa tedesca: greno
zizim, compasso
zizimina, olio 
ziziniz, trama, ordito 
zizria, cannella, cinnamomo
zizzion, cingolo (cintura della tunica liturgica) 
zonz, zappa 
zuizia, falcetto 
zuuenz, santo 
zuinta, pialla 
zusguel, pepe 
zuzian, arnese 
zuzianz, arma (glossa tedesca: wafun)
zuzil, lenticchia
 
Note: 
(1) bulizin è glossato pixis, ma incredibilmente qualcuno ha letto pix e fornito la traduzzione assurda "pece".   
(2) cainz non va letto *caiuz.
(3) dilisch è stato assurdamente tradottto con "siepe" da un romansta che ha equivocato sepum (che sta per sebum). In tedesco moderno Talg "sego" ha come sinonimo Unschlitt, che è la stessa cosa della glossa unslith - non considerata dai romanisti perché non latina. L'Esorciccio avrebbe fatto di meglio.
(4) hilz- potrebbe essere letto nilz- e non è facile decidersi; guardando il testo originale riprodotto, si legge chiaramente hilzpeueriz "patrigno", ma nilzmaiz "matrigna", con la massima chiarezza.  
(5) hochziz potrebbe essere letto nochziz, ma la cosa è poco probabile: guardando il testo originale riprodotto, si legge chiaramente h-
(6) iugiza è scritto da alcuni come jugiza.
(7) iur è scritto da alcuni come jur
(8) iurstaniz è letto da alcuni lurstaniz, ma questa lettura è improbabile, anche perché ci sono diversi nomi di articolazioni con iu-.
(9) melzimaz è glossato in antico alto tedesco come meddo "idromele", ma i romanisti, incompetenti e arroganti, hanno proposto false traduzioni a dir poco surreali, da "medicina" a "salsiccia affumicata". 
(10) melzita è glossato in antico alto tedesco come hunecwirz "miele" o "favo di miele", che non dovrebbe presentare problemi. Eppure i romanisti lasciano spesso la parola senza traduzione. 
(11) nascutil potrebbe essere letto hascutil, ma la presenza di un composto con la radice nas- "naso", nascuzirz, fa propendere per la lettura con n-
(12) paiox è erroneamente glossato come "pastorale, bastone del vescovo" in diverse fonti. 
(13) stogin è spesso erroneamente glossato come "vino" anziché come "vite". 
(14) zimzial è spesso letto zunzial, per via della peculiare forma delle lettere, ma la lettura con -im- mi sembra più probabile.
 
Alle parole del glossario se ne devono aggiungere altre quattro, che si trovano in un componimento di Ildegarda, considerato da alcuni l'unico testo connesso in Lingua Ignota. In realtà il testo è in latino e presenta soltanto cinque parole in Lingua Ignota, di cui una appare nel glossario, mentre delle altre non è fornita la traduzione. Il loro senso è stato dedotto dal contesto del testo, che è il seguente: 
 
O orzchis Ecclesia, armis divinis praecincta, et hyacinto ornata, tu es caldemia stigmatum loifolum et urbs scienciarum.
O, O tu es
crizanta etiam in alto sono, et es chorzta Gemma. 
 
chorzta, splendente
crizanta, consacrato
caldemia, balsamo 
orzchis, sconfintato 
 
Quindi si può tradurre così: 
 
"O sconfinata Chiesa, cinta dalle braccia divine, e ornata di giacinto, tu sei il balsamo delle ferite delle nazioni e la città delle scienze.
O, O, tu sei consacrata in un suono nobile, e tu sei un gioiello risplendente."

 
Si noterà che crizanta "consacrato" ha la stessa radice di crizia "chiesa", che quindi alla lettera si intende come "luogo consacrato". L'etimologia è dalla stessa radice di Christus "Cristo" o e di chrisma "unzione".
 
Abbondano i nomi delle specie vegetali e degli uccelli. Mancano invece i nomi dei quadrupedi, dei pesci e dei rettili, anche se possiamo evincere questo: 

1) la radice bo- significa "vacca" (vedi più avanti per l'etimo)
2) la radice garaz- significa "maiale"
3) la radice scabir- significa "pesce"
4) la radice scaliz- significa "pecora"
5) la radice virz- significa "mulo"

Analisi dei lemmi: 

anziur "agricoltore" è senza dubbio un composto formato con iur "uomo" (vedi più avanti per una possibile etimologia). La prima parte del composto non è chiara, ma trovo verosimile che significhi "campo". A parer mio *anz in Lingua Ignota traduce l'antico alto tedesco ackar, acher "campo".    
-buz (variante: -baz) è un suffissoide che significa senza dubbio "albero". Si trova infatti in numerosi nomi di specie arboree. Posssiamo dire con ragionevole certezza che *buz in Lingua Ignota traduce l'antico alto tedesco boum "albero". 
Questi sono soltanto pochi esempi, si potrebbero compilare liste ben più lunghe.
 
Etimologie: 
 
Esistono forme che sono di chiara origine indoeuropea, anche se spesso non corrispondono bene agli sviluppi di alcuna lingua nota. 
 
vanix "donna" : IE *gwen- / *gwṇ- 
   (le forme celtiche hanno b- come risultato della labiovelare) 
ioinz "ora nona" : IE *enewṃ "nove"
rubianz "sangue" : IE *reudh- / *rudh- "rosso"   
scaurin "notte" : IE *skaur- "vento del nord; oscurità" 
flagur "fiamma" : IE *bhḷg- "splendore"  
nosinz "persona sorda" : IE *ṇ-ausjent-s "non udente" 
melzita "miele" : IE *melit- "miele" 
kosinzia "costola" : IE *kost- "costola, osso"
kolezia "collo" : IE *kols- "collo" 
bauschuz "acero" : IE *bha:g- "faggio" 
Aigonz "Dio" : IE *aiw- "secolo, eternità"
 
Notiamo la forma flagur "fiamma", che ha la stessa radice del latino flamma, ma presenta un diverso suffisso. Si veda anche il latino flagra:re "fiammeggiare", che invece ha la rotica come il vocabolo della Lingua Ignota.  
 
Esistono forme che sembrano avere qualcosa in comune con il protogermanico, anche se i dettagli della parentela non sono chiari - cosa che a parer mio escluderebbe il prestito. 
 
dariz "intestino" : protogerm. *θarmaz  
hauscuz "falco" : protogerm. *χaβukaz 
moguz "gabbiano" : protogerm. *maiχwaz 
ruizio "segale" : protogerm. *ruγiz 
mazanz "coltello" : protogerm. *mati-saχsan 
moniz "bocca" : protogerm. *munθaz 
riuschiz "avvoltoio" : protogerm. *raiwan "cadavere"
 
Queste sono le forme corrispondenti in antico alto tedesco: 
 
darm "intestino"
habuh, hapuh "falco" 
mêh "gabbiano" 
roggo, rocko "segale"
mezzirahs "coltello" 
reo "cadavere" 

Si noterà che il termine moguz "gabbiano" mostra una certa assonanza con la protoforma ricostruita, ma molto meno con le forme storicamente attestate, che non conservano bene l'antica consonante mediana. 

Se si deve leggere hochziz "persona cieca" anziché nochziz, allora possiamo aggiungere questa corrispondenza: 
 
hochziz "persona cieca" : protogermanico *χaiχaz "guercio" 
 
Notiamo che varrebbe la seguente corrispondenza regolare: 
 
Lingua Ignota /o/ : protogermanico /ai/ 
 
Va detto che se la lettura corretta fosse nochziz, potrebbe pur sempre essere un derivato di una forma indoeuropea *ṇ-okw-s "non vedente" (come il gallico exops "cieco", alla lettera "senza vista"). 

Scopriamo anche un interessante riferimento mitologico:
 
logizkal "gigante" rimanda al nome di Loki
 
Esistono due possibili prestiti scitici: 
 
iur "uomo" : Oiorpata "Amazzoni", ossia "che uccidono gli uomini"
     (glossa di Erodoto)
inimois "uomo" : ossetico moj, mojnæ "marito" 
 
Ovviamente i romanisti penseranno che iur sia soltanto un anagramma del latino vir
 
Si noterà che phanizchin "idropico" contiene una radice phani- "acqua", che potrebbe avere la stessa origine (cfr. Romani pani "acqua")
 
Esistono alcuni possibili prestiti celtici, cosa ben comprensibile in un una regione renana:  

bosinz "vaccaro" : gallico bo:- "vacca", sinto- "sentiero"
          (lett. "che conduce le vacche") 
ieuriz "fegato" : gallese iau "fegato" (termine di sostrato) 
rischol "re" : gallico ri:x, ri:g- "re" (il suffisso -schol si trova in
          altri casi)
 
Esistono vocaboli derivati direttamente dal latino, che hanno l'aria di essere formati con mezzi grammaticali della Lingua Ignota a partire da prestiti: 
 
beluaiz "cacciatore" < lat. be:lua "animale selvatico, fiera" 
iuriz "giudice" < lat. iu:s "diritto, legge" (gen. iu:ris
vnguizol "grasso" < lat. unguen "grasso"
 
Esistono parallelismi con parole latine prive di etimologia indoeuropea, la cui origine potrebbe benissimo essere etrusca: 
 
pham(ph)- "cera d'api" : lat. favus
pom(ph)- "mela, frutto" : lat. po:mum 
luxzia "locusta" : lat. locusta 
ruzia "rosa" : lat. rosa 
uaschiro "calice" : lat. va:s (gen. va:sis
baleuinz "giullare": lat. balatro: (gen. balatro:nis
 
Queste voci non sembrano prestiti dal latino, bensì formazioni indipendenti a partire da un'antichissima origine comune. Tempo fa avevo ricostruito la forma etrusca *ruθia, *rutia "rosa", prestito dal greco rhódon e passato poi in latino come rosa (per *rodia, si hanno altri casi in cui -s- sta per un più antico -dj-: Clausus per Claudius). È documentato Rutia come prenome femminile etrusco; in un'iscrizione è attestata la forma aggettivale ruθiaχ (purtroppo ho smarrito il codice di riferimento). Si noterà che nella Lingua Ignota ruzia somiglia enormemente a questa forma etrusca ricostruita e non all'esito latino. 
 
Esistono inoltre alcune sorprendenti consonanze con parole etrusche ben note: 
 
magux "pugno" : etr. maχ, mac "cinque" 
moleziz "offerta" : etr. mulu "donato, offerto", muluvanice "offrì in 
     dono" 
loiffol "popolo" : etr. lautn "gente, famiglia" 
zaueriz "orafo" : etr. zamaθi "oro" 
 
Tutte queste forme "etruscoidi" potrebbero essere state prese dall'antica lingua della Rezia, che probabilmente sopravviveva ancora in alcuni luoghi isolati della regione alpina in epoca altomedievale. 
 
Esistono elementi di sostrato preindoeuropeo, ben documentati nei toponimi europei: 
 
staurinz "pietra" : TAUR- "monte, roccia" 
kalirinz "blocco di pietra" : KAL- "roccia" 
 
Aigonz "Dio", il cui primo elemento deriva dall l'indoeuropeo *aiw- "secolo, eternità", potrebbe ben avere come secondo elemento la radice GON- "luogo elevato" (altura, cielo), diffuso in Iberia e in Sardegna (basco Goiko "Dio", da *Goni-ko; paleosardo gonnos- "montagna"). 

Possibile che nessuno finora abbia mai notato queste cose?
 
Elementi grammaticali: 
 
Le parole che escono in -z sono troppo numerose perché la cosa sia casuale. Verosimilmente -z è un suffisso usato per formare sostantivi e aggettivi. Esistono anche altri suffissi comuni, come ad esempio -chia. Approfondiremo questi argomenti in altre occasioni!  
 
Alla luce di quanto esposto, reputo che la Lingua Ignota meriti studi molto seri e senza preconcetti. 

sabato 20 giugno 2020

 
INVINCIBILE

Titolo originale: Invincible
Titolo in tedesco: Unbesiegbar

Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti
     d'America, Germania

Anno: 2001
Durata: 133 min
Rapporto: Widescreen
Genere: Drammatico, storico
Regia: Werner Herzog
Soggetto: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Produttore: Gary Bart, Werner Herzog
Distribuzione in italiano: Ripley's Film
Fotografia: Peter Zeitlinger
Montaggio: Joe Bini
Effetti speciali: Mike Kelt, Alan Marques
Musiche: Klaus Badelt, Hans Zimmer
Scenografia: Ulrich Bergfelder, Markus Wollersheim
Costumi: Jany Temime
Trucco: Katharina Gütter, Bruny Ruland
Interpreti e personaggi:
    Tim Roth: Erik Jan Hanussen (nato Hermann Chaim 
          Steinschneider)

    Jouko Ahola: Zishe Breitbart
    Anna Gourari: Marta Farra
    Max Raabe: Presentatore effeminato
    Jacob Wein: Benjamin Breitbart
  
  Renate Krößner: Signora Breitbart
 
  Gary Bart: Yitzak Breitbart

    Gustav-Peter Wöhler: Alfred Landwehr
    Udo Kier: Conte Wolf-Heinrich von Helldorf
    Herbert Golder: Rabbino Edelmann
    Gary Bart: Yitzak Breitbart
    Alexander Duda: Heinrich Himmler
    Klaus Händl (Haindl): Joseph Goebbels
    Joachim Paul Assböck: Squadrista d'assalto
    Hark Bohm: Giudice
    André Hennicke: Investigatore
    Milena Gulbe: Infermiera
    James Mitchell: Dottore
    Juris Strenga: Insegnante
    Grigorij Kravec: Taglialegna
    Valerijs Iskevic: Giovane uomo
    Silvia Zeitlinger Vas: Signora Holm
    Hans-Jürgen Schmiebusch: Signor Peters
    Les Bubb: Rothschild (guitto che interpreta il ladro dei
        proventi della Grande Guerra)
    Tina Bordihn: Hedda Christiansen
    Rudolph Herzog: Mago
    Adrianne Richards: Ragazza del coro
    Amanda Lawford: Ragazza del coro 
    Beatrix Reiterer: Ragazza del coro
    Francesca Marino: Ragazza del coro
    Karin Kern: Ragazza del coro 
    Kristy Wone: Ragazza del coro
    Natalie Holtom: Ragazza del coro
    Sabine Schreitmiller: Ragazza del coro
    Ieva Alexandrova-Eklone: Dalila
    James Reeves: Colosso di Rodi
    Klaus Stiglmeier: Direttore del circo
    Jurgis Krasons (Karsons): Rowdy
    Rebecca Wein: Rebecca
    Raphael Wein: Raphael
    Daniel Wein: Daniel
    Chana Wein: Chana
    Guntis Pilsums: Taverniere
    Torsten Hammann: Capobanda
    Ben-Shion Hershberg: Gershon
 
Trama: 
Zishe Breitbart è un giovane e robusto fabbro che vive con la famiglia in uno shtetl della Polonia orientale, nella profonda terra ashkenazita. Il ragazzo lavora con suo padre, un uomo molto pio e osservante, un charedì. A un certo punto giunge nello shtetl un impresario teatrale tedesco, cinico e grassoccio, con i capelli radi e rossicci, che nota le grandi doti di Zishe e gli propone quindi di seguirlo per lavorare con lui a Berlino. Data la struttura della famiglia ashkenazita, molto oppressiva e soffocante, il padre del ragazzo non vorrebbe farlo partire. Tuttavia è anche vero che l'impresario mette l'anziano in una posizione insostenibile. Il patriarca non può ammettere di comandare a bacchetta il suo figlio maschio, così è costretto a lasciargli la libertà di scelta, anche perché l'impresario è uno che maneggia i soldi e promette una grande fama. Riflettendo sulla propria vita, alla fine Zishe decide di seguire l'uomo giunto dalla Germania. Il suo ragionamento è semplice e cristallino: "Dio mi ha dato molta più forza di quanta ne serve a un fabbro". Così il giovane vigoroso prepara i bagagli e parte. Viaggia verso Berlino a piedi, macinando miglia senza prendere un mezzo, se si eccettua un passaggio su un carro. Un'impresa assai degna di nota. Alla fine riesce ad arrivare dal suo nuovo datore di lavoro, l'eccentrico Erik Jan Hanussen, che ha fama di medium e di chiaroveggente: il locale di cabaret da lui gestito, denominato "Palazzo dell'Occulto" (Palast des Okkulten), è molto frequentato dagli squadristi d'assalto e dalla dirigenza del Partito Nazionalsocialista. È proprio in questo contesto che Zishe viene per la prima volta a conoscenza dell'esistenza di un violento antisemitismo in Germania. Hanussen, che è un personaggio molto ambiguo e sinistro, per convenienza sostiene Adolf Hitler, da cui sogna di essere nominato Ministro dell'Occulto. Dà al giovane ashkenazita vesti sceniche e un elmo cornuto, in modo tale che sembri un antico teutone. Quindi lo presenta col nome di Siegfried, facendolo esibire in numeri di forza particolarmente apprezzati dalle Camicie Brune - che ignorano quali siano le sue vere origini. Lo acclamano e lo identificano con il concetto di superiorità razziale ariana. Tra uno spettacolo e l'altro, Zishe si innamora della bella pianista, Marta Farra, che ha un'umiliante relazione con Hanussen. Un giorno, all'improvviso, non reggendo più l'impostura, sentendo in sé fierezza in seguito a una visita della madre e del fratellino, il ragazzo rivela in pubblico di essere ebreo, di essere un Sansone e non un Sigfrido. Alle SA la cosa non fa certo piacere (intonano all'istante Deutschland erwache!), ma Hanussen non si scompone affatto: da quella sera si moltiplicano gli spettatori della Comunità Ebraica, che vedono in Zishe un eroe. I guadagni così sono moltiplicati. Non potendo comunque permettersi di perdere i clienti con l'Armband, il mago decide di screditare Zishe tramite un grottesco numero in cui tramite il mesmerismo pretende di dare a Marta Farra una forza immensa, ma la macchinazione non ha l'effetto sperato. Il forzuto ragazzo denuncia Hanussen per truffa e la cosa finisce in tribunale. Durante il processo, si scopre che il cognome del medium è tipicamente ebraico: Steinschneider. Per lui è l'inizio della catastrofe. Gli squadristi lo prelevano e lo fanno sparire. Il corpo maciullato viene trovato di lì a poco e proprio Zishe è chiamato dalla polizia ad effettuare il riconoscimento - cosa che avviene. Non avendo altro da fare in Germania, il nerboruto giovane decide di tornare in Polonia, nel suo borgo natio. Si convince di avere una missione. Ha ricevuto da Hanussen i suoi poteri di chiaroveggenza: vede la tremenda persecuzione che si scatenerà a breve e si convince di essere stato scelto da Dio per difendere il suo popolo, come un novello Sansone. Mentre cerca di convincere i suoi compaesani, molto scettici, si ferisce a una coscia con un chiodo ed è colpito dalla setticemia. Morirà tra atroci tormenti, in un ospedale israelitico, dopo ben unidici vane operazioni. Il suo trapasso avverrà proprio due giorni prima dell'ascesa di Hitler al potere, il 28 gennaio 1933.

Alcune scene memorabili: 
1) Herr Hanussen palpa avidamente le natiche della sua infelice amante, Fräulein Farra, esclamando alla faccia dell'allibito Zishe: "Guarda, ragazzo mio, il sedere più rotondo di tutta la terra di Dio! Ed è mio! Tutto mio!"  
2) Gli incubi di Zishe, in cui innumerevoli e voraci granchi rossi invadono la terra, salendo dal mare. Non ci sono dubbi: sono portenti sinistri e spaventosi, che annunciano l'annientamento degli Israeliti europei.  
 

Recensione: 
Un capolavoro immenso e toccante, che non mi stancherei mai di rivedere. Al centro della narrazione c'è un uomo solo e disadattato che lotta contro l'insensatezza di un mondo a lui estraneo. Giunge fino all'estremo limite, con fatica e strazio, ma ecco che a quel punto interviene l'Angelo della Morte, distruggendo le sue speranze illusorie. Come in altre occasioni, Herzog mescola inestricabilmente la storia all'invenzione. Ci sono dettagli della vita dei personaggi che sono stati molto cambiati rispetto alla realtà, cosa che ha attirato numerose critiche al regista. Potremmo parlare di contrapposizione tra vero poetico e vero storico. Altri, poco clementi, parlano di falsificazione storica - accusa che mi pare davvero ingenerosa. All'eroico Zishe Breitbart sono stati attribuiti ben 7 anni di vita in più (morì il 12 ottobre 1925 e non il 28 gennaio 1933, come riportato dalla scritta che compare alla fine del film). Non penso che si tratti di una svista da parte del regista, come pure è stato ipotizzato. Con ogni probabilità è una licenza poetica intenzionale. Quando si guarda il film, è consigliabile prenderlo per quello che è, per il significato che ha, sospendendo la critica. La ricostruzione dello shtetl e della sua gente è talmente realistica che sembra di aver viaggiato con una macchina del tempo. L'attore che ha interpretato Zishe Breitbart, il finlandese Jouko Ahola, è realmente un forzuto che ha compiuto i sollevamenti e gli altri numeri visti nella pellicola herzoghiana. Direi che nel ruolo è eccellente, anche considerando che non è un attore professionista. Ottima e molto efficace è l'interpretazione di Tim Roth nel ruolo dell'inquietante Erik Jan Hanussen: certamente l'attore si è calato nel personaggio, tanto da trasmettere allo spettatore l'impressione di avere davanti l'emissario di un universo di tenebra assoluta, densissima, annichilente. 
 
 
Il vero Zishe Breitbart

Siegmund "Zishe" Breitbart (1883 - 1925) nacque a Łódź, in Polonia, da una famiglia ebraica che da generazioni tramandava di padre in figlio la professione del fabbro. I suoi genitori scoprirono presto che possedeva una forza a dir poco straordinaria: quando aveva solo tre anni riuscì a sollevare con facilità una grossa sbarra di ferro che gli era caduta addosso. A quattro anni iniziò a lavorare alla forgia. Durante la Grande Guerra fu reclutato dall'esercito russo e fu preso prigioniero dai tedeschi. Finito il conflitto rimase in Germania, dove visse esibendosi in mercati e fiere con numeri straordinari in cui piegava sbarre di ferro, tranciava catene coi denti, spezzava ferri di cavallo con le mani, sorreggeva enormi pesi che gli gravavano sul torace. Fu soprannominato Eisenkönig, ossia "Re di Ferro". Non sembravano esserci limiti alla sua forza erculea: arrivò a trainare servendosi solo dei denti un grande carro con sopra 40 persone. La morte lo colse prematuramente a 42 anni. Mentre si trovava a Berlino, si stava esibendo in un suo numero classico: piantava chiodi a mani nude in una spessa tavola di legno. Uno di questi chiodi, trapassato il legno, gli perforò una coscia, proprio come si vede nel film di Herzog - anche se il contesto era diverso. I medici non furono in grado di arrestare l'infezione. Breitbart morì dopo otto giorni di agonia, avendo subìto l'amputazione di entrambe le gambe. In realtà non era ingenuo come il personaggio herzoghiano. Aveva inventato e pubblicizzato un apparecchio per aumentare la forza fisica, il "Breitbart Apparatus", fatto di manubri e piastre di metallo, che vendeva assieme a un corso per corrispondenza. Viaggiò a lungo in Europa e in America con il Circo Busch. Divenne addirittura cittadino americano nel 1923. Non ci sono dubbi sul fatto che per un certo periodo divenne un simbolo della resistenza degli Isreaeliti all'antisemitismo rampante.
 
 
Il vero Erik Jan Hanussen 
 
Erik Jan Hanussen (Vienna, 3 giugno 1889 - Berlino, 25 marzo 1933) si presentava come nobile danese, ma in realtà si chiamava Hermann Chaim Steinschneider. Il primo nome è riportato anche come Herschmann o Herschel. Il secondo nome, Chaim, significa "Vita" ed è comune tra gli Ashkenaziti; a dispetto dell'assonanza, non è connesso con Caino, che ha una diversa etimologia. Suo padre era l'attore ebreo moravo Siegfried Steinschneider, secondo alcuni "girovago e nullatenente", secondo altri "curatore di una sinagoga". Sua madre era la cantante viennese Antonie Julie Kohn, anch'essa ebrea. È riportato che la famiglia Kohn, molto osservante, non accettava la sua relazione con un attore e costrinse la ragazza a partorire segretamente in una cella di un commissariato di Vienna. Per poco il travaglio non si risolse in un aborto: se questo fosse successo, Hanussen non sarebbe mai esistito e Adolf Hitler non sarebbe mai andato al potere. Hermann ebbe un'infanzia molto movimentata e travagliata. Dopo la Grande Guerra iniziò la sua carriera di ipnotista e mentalista a Berlino, che gli permise di raggiungere in breve tempo un'immensa fama. Ebbe grande familiarità con i Nazisti, nonostante le sue origini ebraiche. Herzog ha tratteggiato molto bene il carattere del paragnosta, tuttavia fa credere allo spettatore che Adolf Hitler e i suoi uomini non fossero al corrente della sua ascendenza. In realtà il Führer e i dirigenti della NSDAP sapevano tutto nei minimi dettagli, fin dall'inizio. Hitler volle incontrare Hanussen ugualmente, ne ascoltò con estrema attenzione le profezie che gli predicevano l'ascesa al potere. Non soltanto: apprese da lui le tecniche della mimica e dell'oratoria che gli permisero di accrescere a dismisura la propria popolarità, ottenendo così il trionfo. La morte di Hanussen non è certo stata causata dalla stizza dei Bruni per essere stati ingannati da un astuto israelita. Siamo di fronte a uno dei più grandi misteri del XX secolo. Le ipotesi fatte per portare qualche lume in questo buio sono tutte abbastanza insoddisfacenti. L'opinione corrente è che l'omicidio del mago sia stato ordinato dai gerarchi che lo odiavano perché gelosi della predilezione che Hitler gli aveva accordato. Tuttavia è molto difficile credere che qualcuno nel Partito potesse prendere la decisione autonoma di far sopprimere una persona gradita al Führer.  

 
Gli insondabili enigmi di Hanussen 

Descritto come illusionista e ciarlatano, in realtà Hanussen ha dato prova di possedere capacità inspiegabili. Anche se ha fatto ampio uso di capacità mentalistiche e di trucchi, restano pur sempre dati di fatto che non si riescono facilmente ad analizzare. Ha risolto numerosi casi di furti e omicidi, considerati estremamente difficili dalla polizia tesesca, austriaca e ceca. Ha predetto la morte di numerose persone e le sue previsioni si sono puntualmente verificate, sia nel tempo che nei modi. Non soltanto ha previsto l'instaurazione del III Reich: ha previsto anche la fine del regime tra bombardamenti e fiamme, dopo un periodo di 12 anni. Ha previsto la morte di Stalin nel 1953, sbagliando solo di pochi mesi. Ha previsto la propria morte in tempi non sospetti. Herzog dipinge i dirigenti della NSDAP come incapaci di trattenere un piano segreto, pronti a rivelare ogni cosa alle attrici e alle prostitute. Vediamo Himmler, in stato di ebbrezza, farfugliare del progetto di incendiare il Reichstag. In realtà il mago aveva predetto ripetutamente l'incendio del Reichstag pochi giorni prima che accadesse realmente. Questa profezia accadde la sera del 24 febbraio 1933 e ancora il 26 febbraio. Il Palazzo andò in fiamme il giorno 27. Diversi storici tedeschi hanno anche suggerito che Hanussen fosse proprio l'ideatore di tale piano (Gordon, 2004). La cosa non mi sorprenderebbe affatto. Il punto è che l'accaduto andava troppo oltre. Era di assoluta importanza per il Partito mettere a tacere ogni sospetto. Il medium si rese irreperibile, cambiando di continuo identità e residenza, ma fu raggiunto dalle SA, portato alla sede della Gestapo, torturato atrocemente e ucciso con tre colpi di pistola sparati a bruciapelo nel cranio. Nel giro di poco tempo, ogni traccia dello scomodo rapporto con Hanussen fu rimossa - il che non ha impedito che le evidenze siano giunte fino a noi, come un cadavere emerso dalle sabbie mobili. 

 
Heinrich Himmler e le sue bizzarrie  

Hanussen era famoso per i suoi festini, a cui erano regolarmente invitati gli esponenti della NSDAP. Nel film di Herzog assistiamo a un'orgia sfrenata, in cui Heinrich Himmler, riconoscibile all'istante dalla sua peculiare fisionomia nipponica, si prostra in adorazione dei sensuali piedi di un'attrice, versando champagne in una scarpetta e bevendo avidamente, con voluttà infinita. Non ci sono dubbi, egli è un personaggio universalmente esecrato in quanto criminale genocidario. Resta però il fatto che ha avuto una morte fulminea e senza pena, degna di grande invidia. Soprattutto invidio una morte così perché sono costretto a vivere in una nazione che rende quasi impossibile la rapida e indolore liberazione dal carcere corporale, in nome della tirannia di un abominevole culto neolitico della "sacralità della vita". Vorrei poter disporre della fatidica capsula, in caso di bisogno, con buona pace delle convulsionarie che chiamano "opportunità" l'orrore dell'Esistenza. Detto questo, ci sono molte cose che mi incuriosiscono nella figura del Reichsführer delle Schutzstaffel. Come si possono spiegare la sue caratteristiche fisiche? Avrebbe potuto benissimo essere un giapponese. Aveva la plica mongolica. All'inizio pensavo ad atavismi risalenti agli Unni, ma la cosa non mi convinceva del tutto: come poteva essersi conservato per tanto tempo un fenotipo così marcato? A un certo punto sono giunto a ipotizzare che il suo vero padre fosse un diplomatico del Sol Levante, ma ho dovuto desistere di fronte a un fatto inoppugnabile. Quando ho visto una foto del padre di Heinrich Himmler, Joseph Gebhard, mi sono reso conto all'istante che gli somigliava quasi come se ne fosse stato un clone! Resto a brancolare nel buio, senza spiegazioni attendibili.  
 

La natura del Tempo -
Conversazione tra Hanussen e Himmler 
 
Riporto in questa sede un dialogo che reputo di estremo interesse. 
 
Himmler: "Posso farvi una domanda da parte del nostro Führer, signore?"
Hanussen: "Ne sono onorato."
Himmler: "Il Führer, che apprezza le vostre predizioni per il futuro, e che riguardo alla vostra previsione storica è totalmente d'accordo con voi, signor Hanussen, l'altro giorno ha chiesto in un ristretto circolo come la chiaroveggenza possa essere in accordo con il principio di causa e di effetto, che è una legge della Natura." 
Hanussen: "Alla Natura non importa cosa pensiamo di essa, né delle leggi che le attribuiamo. Nella realtà non esiste veramente la chiaroveggenza, perché per me non c'è il futuro."
Himmler: "Cosa intendete?"
Hanussen: "Non esiste il futuro. Solo uno stato di cose e di eventi. Non si può immaginare il Cosmo come qualcosa che è stato o che sta per essere. Gli eventi sono punti fermi. Solo l'uomo corre in avanti. Immaginate il tempo come un dado e le sezioni del tempo come le facce del dado. L'essere umano comune vede solo una faccia, la faccia che ha di fronte, e che è il presente. Il chiaroveggente invece, nello stato di trance, percorre tutte le facce del dado e lo vede anche da dietro, e quella è la faccia del futuro, che con il tempo diventerà il presente. Signor Himmler, per favore dite al Führer che io ho visto il suo avvento, e che gli do il benvenuto come il redentore del popolo tedesco."
 
Hitler e Himmler sono legati alla concezione newtoniana del tempo come dimensione indipendente o contenitore delle cose e degli eventi. Quella che Hanussen illustra è invece un'ontologia temporale B-eternista, non tensionale, che non riconosce alcuna intrinseca differenza tra passato, presente e futuro. In essa la sensazione di scorrimento è illusoria e la natura del tempo è indistinguibile da quella dello spazio: gli eventi sono soltanto punti immobili in una specie di Iperuranio. 
 

La sfida tra Hanussen e Breitbart 

Un pronipote di Zishe Breitbart, Gary Bart (produttore del film assieme a Herzog), ha rilasciato un'intervista in inglese d'America spiegando come sono andate realmente le cose. Nel lontano 1924 Hanussen volle sfidare Breitbart per umiliarlo. Il suo piano era a dir poco contorto: il celebre illusionista sosteneva di essere in grado di servirsi del mesmerismo per trasmettere una forza immensa alla sua collaboratrice Martha Kohn, nota come Marta Farra (ne aveva altre due che usavano quello pseudonimo). La sfida si svolse in un ristorante. Accadde però che un ingegnere presente tra il pubblico riuscì a smascherare un sofisticato trucco, una specie di pistone idraulico nascosto, dimostrando così che Hanussen stava barando. Ne nacque una causa legale. Herzog ha preso spunto da questo episodio, ma presentandolo in un contesto del tutto diverso. La Farra ipnotizzata, a detta del paragnosta, aveva ricevuto una forza tale da permetterle di sollevare un elefante (in realtà non era debole e passiva come nel film: aveva comunque una certa forza fisica). In particolare, nel 1924 è sommamente improbabile la presenza di SA e di dirigenti del Partito Nazionalsocialista: ricordiamoci che nell'inverno del 1923 si è svolto il fallimentare Putsch della Birreria e che Hitler ai tempi della sfida tra Hanussen e Breitbart si trovava in carcere a scrivere il Mein Kampf
 
Per maggiori dettagli rimando al sito dello Yiddish Book Center
 


I 36 Giusti Sconosciuti 
 
Il Rabbino Edelmann descrive a Zishe Breitbart una singolare dottrina. Riporto in questa sede il dialogo: 
 
Zishe Breitbart: "All'improvviso mi ha colpito come una grande luce, e tutto mi si è chiarito. È stato come... come se Dio Onnipotente mi parlasse."
Rabbino Edelmann: "Hai trovato la tua fede, hai trovato Dio. Mi è stato chiaro dal primo giorno in cui ti ho conosciuto, che Lui ti aveva trovato tanto tenpo fa."
Zishe Breitbart: "E come posso diro, il mio Fato, il mio Destino, finalmente mi è stato rivelato."
Rabbino Edelmann: "E qual è, amico mio?"
Zishe Breitbart: "Vedo arrivare qualcosa di terribile. Così terribile che non trovo parole per descriverlo. Un pericolo, un terribile pericolo per noi Ebrei."
Rabbino Edelmann: "Come posso capire quello che stai dicendo?" 
Zishe Breitbart: "Non lo capisco neanch'io. È come... è come se io adesso fossi diventato Hanussen, il chiaroveggente. Voglio dire, vedo tutto qui davanti a me."
Rabbino Edelmann: "Che vuoi dire? Che intenzioni hai?"  
Zishe Breitbart: "Ho una missione, sono stato chiamato. Devo essere il nuovo Sansone per il mio popolo."
Rabbino Edelmann: "Sai, Zishe, parlo come se fossi uno dei Giusti Sconosciuti."
Zishe Breitbart: "Come sarebbe? Chi sono?"
Rabbino Edelmann: "Ecco, vedi, Zishe, In ogni generazione nascono fra gli Ebrei 36 uomini che Dio ha scelto per portare il fardello della sofferenza del mondo, e ai quali ha concesso il privilegio del Martirio. Il mondo si appoggia su 36 comuni mortali, totalmente indistinguibili da noi. Spesso non si riconoscono neppure fra loro. I più commiserevoli sono gli uomini giusti che rimangono ignoti anche a se stessi. Quando un giusto sconosciuto sale in cielo, è così congelato che Dio deve riscaldarlo per mille anni fra le sue dita, prima che la sua anima si possa aprire al Paradiso. Ed è noto che alcuni rimangono per sempre inconsolabili alle pene degli uomini, tanto che neanche Dio stesso riesce a scaldarli. E quindi, di tanto in tanto, il Creatore, benedetto sia il Suo Nome, mette l'orologio del Giudizio Universale avanti di un minuto."
 
Proprio quando Zishe Breitbart crede di aver trovato il senso profondo dell'Esistenza, viene abbattuto. Le parole con cui cerca di descrivere il futuro agli abitanti dello shtetl richiamano quelle del Colonnello Kurtz. "Ascoltate! Ascoltatemi! Io lo vedo! Lo vedo!", avverte. "Che cosa?", chiede un giovane irridente. "L'Orrore... L'Orrore...", risponde Zishe. Gli astanti se ne vanno infastiditi, considerandolo un pazzo. Quando gli viene chiesto di dare una prova di quello che dice, accade l'irreparabile. Proprio quando egli in qualche modo chiama Dio a testimone della sua missione, si produce un evento infausto. Inizia a piantare alcuni chiodi in una tavola di legno, servendosi delle nude mani come se fossero martelli. A un certo punto pianta un chiodo con troppa forza. La punta acuminata e arrugginita trapassa la tavola di legno e si conficca in coscia. Uno dei presenti propone di usare della vodka per disinfettare la ferita, ma Zishe prende la cosa alla leggera, dicendo che è meglio bere il distillato anziché sprecarlo. Ormai è troppo tardi. L'Assurdo ha fatto irruzione nella sua vita, annientandola. Ma forse il Rabbino Edelmann direbbe che al povero Zishe è stato accordato proprio il privilegio del Martirio.  


I granchi rossi dell'Isola di Natale 

Esiste a sud di Giava e Sumatra una piccola isola, conosciuta col nome di Isola di Natale (Christmas Island). Appartiene all'Australia ed è il luogo di origine di una peculiare specie di crostaceo: il granchio rosso (Gecarcoidea natali). Da ottobre a dicembre, durante la stagione umida, avvengono imponenti migrazioni di questi amabili animaletti dalla parte interna e selvosa dell'isola verso le spiagge, che sono il luogo favorito per l'accoppiamento. Le uova, scaricate in mare, si schiudono a contatto con l'acqua. Le larve che non vengono trasformate in sterco dai predatori, si sviluppano fino a diventare simili a minuscoli gamberetti, il cui nome scientifico è megalope. Diventano poi piccoli granchi che emergono dai flutti, simili a creature lovecraftiane. La popolazione è decimata dall'introduzione accidentale di un insetto alloctono, la formica pazza gialla (Anoplolepis gracilipes), chiamata così per i movimenti convulsi ed erratici che compie quando viene disturbata. Questo imenottero si insinua nelle pieghe tra le placche della corazza del granchio rosso, penetrando nelle carni succulente e dilaniandole! So che il crostaceo è una specie protetta. Tuttavia quello che mi sono chiesto è perché i nativi non l'abbiano da lungo tempo estinta facendone colossali fritture e ingurgitando a quattro palmenti la polpa. Ebbene, a questa angosciante interrogativo c'è una risposta deprimente: i granchi rossi non sono commestibili, perché contengono una tossina molto velenosa che resiste alla cottura! Quanta biomassa sprecata!

Curiosità 

Invincibile è stato per Herzog il primo film dotato di trama dopo quasi un decennio di documentari. Spesso nei siti di critica cinematografica si parla di questo evento, etichettandolo come "ritorno alla fiction".
 
Pur essendo stato presentato al Festival del cinema di Venezia il 3 settembre 2001, nelle sale italiane è uscito soltanto il 26 luglio 2008, con ben 7 anni di ritardo. La scarsa considerazione che quest'opera ha ricevuto ha dell'incredibile.  

Udo Kier, l'attore che interpreta il Conte Wolf-Heinrich von Helldorf, è realmente un nobile tedesco. Grande è la somiglianza di Kier con un amico: quando l'ho visto, per un attimo ho quasi pensato che fosse lui - anche se dubito molto che sarebbe contento di un simile ruolo.

Alcune delle scene con i granchi rossi dell'Isola di Natale compaiono anche in un altro film di Herzog, il documentario Echi da un regno oscuro (Echos aus einem düsteren Reich, 1990), incentrato sulla controversa figura di Jean-Bedel Bokassa. 

Le canzoni d'epoca sono cantate realmente da Max Raabe, fondatore e bandleader del gruppo Palast Orchester: nel film interpreta l'antipatico presentatore degli spettacoli del Palazzo dell'Occulto. Ho subito notato il suo strano e ambiguo portamento. 
 
Il tavolo usato da Hanussen per le sedute spiritiche è identico a quello visto nel film Il dottor Mabuse, di Fritz Lang (1922).
 
Citazioni 

"In un paese lontano, non so bene quale, comunque una terra lontana, un principe impazzì e si convinse di essere un gallo. Si nascondeva sotto il tavolo, stava nudo e mangiava solo grano. Il Re suo padre chiamò per guarirlo dottori e stregoni, ma invano. Un giorno arrivò a corte un saggio che nessuno conosceva; si spogliò e andò sotto il tavolo con il principe, dicendo che era anche lui un gallo; e alla fine lo convinse a vestirsi e a sedersi a tavola con gli altri. "Ma non crediate - disse il saggio - che solo perché mangia seduto a tavola con gli altri un gallo smetta di essere tale." Qualunque cosa tu faccia con gli uomini, o per gli uomini, rimani sempre il gallo che eri prima."
(storiella raccontata da Zishe al fratellino, Benjamin)