giovedì 24 settembre 2020

LA LINGUA DI R'LYEH

La città sommersa di R'lyeh è menzionata per la prima volta da Howard Phillips Lovecraft nel suo racconto Il richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu, 1928). Egli ci descrive le sue folli geometrie non euclidee, ci fa sentire nelle ossa l'orrore dei suoi primordiali costruttori.
 
"La città-cadavere, da incubo, chiamata R'lyeh ... fu costruita incalcolabili eoni prima della storia conosciuta, da enormi, ripugnanti forme che gocciolarono dalle stelle oscure. Lí si stabilirono il grande Cthulhu e le sue orde, nascosti in verdi, limacciosi sotterranei…" 
(H. P. Lovecraft, Il richiamo di Cthulhu

Lo scrittore ha anche fornito le coordinate di R'lyeh: 47°09′S 126°43′W. Si nota una discrepanza con le coordinate fornite da August Derleth: 49°51′S, 128°34′W. In ogni caso si tratta di punti dell'Oceano Pacifico meridionale posti nel Polo di Inaccessibilità, definito come zona di massima lontananza dalle terre emerse. L'isola più vicina alle rovine sommerse è Pohnpei, in Micronesia, situata a più di 9.000 km di distanza. Bizzarramente, il nome Pohnpei, un tempo scritto anche Ponape, significa "Sopra l'Altare" (nella locale lingua micronesiana pohn "sopra", pei "altare di pietra). 
 
L'antica lingua di R'lyeh, detta R'lyehian o Cthuvian, è documentata nell'opera del Solitario di Providence e di altri autori che hanno tratto ispirazione dal suo genio, come August Derleth e Brian Lumley. Spesso è definita "disturbante" (Jamnek, 2012), anche se non resco a capirne il motivo: io mi ci trovo perfettamente a mio agio. 
 
Questa è una frase celeberrima, riferimento per tutti i Cultisti:  
 
PH'NGLUI MGLW'NAFH CTHULHU R'LYEH WGAH'NAGL FHTAGN
(H. P. Lovecraft, Il richiamo di Cthulhu)

Traduzione:
"Nella sua dimora di R'lyeh, il morto Cthulhu attende sognando", o meglio "Morto, ma ancora sognante, Cthulhu nel suo palazzo di R'lyeh attende". 
(originale: "In his house at R'lyeh, dead Cthulhu waits dreaming") 
 
Ci sono anche altre testimonianze, meno note ma non meno nobili, come questo incantesimo in grado di resuscitare i morti, riportato nel romanzo Il caso di Charles Dexter Ward (The Case of Charles Dexter Ward, scritto nel 1927, pubblicato postumo nel 1941):
 
Y'AI 'NG'NGAH, YOG-SOTHOTH H'EE - L'GEB F'AI THRODOG UAAAH
(H. P. Lovecraft, Il caso di Charles Dexter Ward)  

Traduzione:
"Io chiamo la Morte, Yog-Sothoth risponde - qui essi chiamano tremando."
 
Per annullare questo processo di resurrezione è fornito un altro incantesimo, che è ottenuto invertendo l'ordine e la struttura morfologica delle parole del precedente: 

OGTHROD AI'F GEB'L-EE'H YOG-SOTHOTH 'NGAH'NG AI'Y ZHRO 
 
Traduzione: 
"Molto tremando chiamano essi qui - Yog-Sothot la Morte chiamo io." 
 
Fonetica  

Il Solitario di Providence e i suoi emuli potevano soltanto usare le lettere dell'alfabeto latino per trascrivere quella che è una lingua aliena, prodotta da organi fonatori non umani, anche se da questi riproducibile in modo approssimativo. Riporto la mia ricostruzione dei fonemi, con la trascrizione IPA della pronuncia (tra le barre oblique //) e la soluzione ortografica adottata da Lovecraft per la trascrizione. Essendo il sistema di scrittura imperfetto, diversi suoni possono essere trascritti nello stesso modo.

Consonanti

Nasali  
   bilabiale: m /m/  
   alveolare: n /n/
   velare: ng /ŋ/
   labiovelare: mg /ɱ/
Occlusive
   bilabiale: p /p/, b /b/
 
  alveolare: t /t/, d /d/
 
  velare: c /k/, k /kɣ/, g /g/
 
  uvulare: q /q/
 
  glottidale: ' /ʔ/, /ʔ/  
Fricative
   bilabiale: ph /φ/, bh /β/ 
   labiodentale: f /f/, v /v/
   dentale: th /θ/, dh /ð/
   alveolare: s /s/, z /z/
   postalveolare:
sh /ʃ/, zh /ʒ/
   velare/uvulare: ch /x/,
kh /χ/, gh /γ/
   glottidale: h /h/ 
   faringale: h /ħ/ 
Affricate 
   alveolare: ts /ts/ 
   postalveolare: ch /tʃ/
 
  laterale: th /tɬ/
Approssimanti
   palatale: y /j/
   velare: w /w/ 
   labiovelare: fh /ʍ/
Approssimanti laterali
   alveolare: l /l/, lh
/ɬ/ 
 
  velare: ll /ł/ 
Vibranti 
   alveolare: r /r/, rh /ṛ/
   uvulare: r /R/
 
Le consonanti intense sono trascritte come doppie: 
  gg /g:/, rr /r:/, /R:/, etc.
Alcune soluzioni grafiche sembrano surreali. Così per trascrivere un'approssimante velare intensa /ł:/ si utilizza llll.
Sussistono ambiguità: per trascrivere il suono /l:/ si è costretti a usare lo stesso digramma ll usato per trascrivere il suono velarizzato /ł/.  
 
N.B.
L'apostrofo non trascrive mai la caduta di un suono un tempo presente, come avviene nelle lingue a noi familiari. Serve invece per marcare l'occlusiva glottidale, che potrebbe essere descritta come un colpetto di tosse o uno stacco nella voce.  

Vocali

Alte
   anteriore: i /i/
   posteriore: u /u/ 
   centrale: y /ɨ/ 
Medie
   anteriore: e /e/
   posteriore: o /o/
Basse
   anteriore: a /a/
 
Le vocali lunghe sono trascritte come doppie: 
   aa /a:/, ee /e:/, ii /i:/, oo /o:/, uu /u:/  

Una vocale centrale indistinta /ə/, non scritta, serve se necessario a rendere pronunciabili i nessi consonantici troppo complessi. 
 
Sonanti: m /ṃ/, n /ṇ/, r /ṛ/, l /ḷ/

Le consonanti m, n, r, l in certi contesti possono funzionare come vocali e formare il nucleo di una sillaba: quando ciò accade sono chiamate sonanti.
 
Fonotassi 

Le parole hanno una struttura sillabica che alle genti di questo mondo può sembrare inconsueta. I tipi più comuni sono CCVC, CCVCC, CCCVCC (dove C sta per "consonante" e V per "vocale" o "sonante"). 
 
Lessico
 
Questo è un breve vocabolario, formato da quanto è possibile dedurre dall'analisi della documentazione. I concetti espressi in questa lingua non sono perfettamente sovrapponibili ai nostri: la prima impressione che si ha è che siano sfocati.
 
-AGL, luogo 
AH, fare (verbo generico)
AHAGL, là 
AHAIMGR'LUHH, scrivere 
AH'BTHNK, toccare 
AHE, rispondere (vedi EE
AH'EHYE, conservare
AHF', chi; che cosa; chiunque 
AH'F'NAH, portare 
AHH, perché? 
AH'HA, copia, gemello
AHHAINAH, lento; lentamente 
AHH'LAGLN, spingere 
AH'HRI, seguire 
AH'LEGETH, mentire 
AH'LEGETH'DRN, mentitore 
AH'LI, torturare
AH'LI'DRN, torturatore
AHLLOIG, pensare 
AH'LLOIGSHOGG, temere, aver paura 
AH'LW'NAFH, sognare; vivere 
AH'LW'NAFHORNAH, odorare 
AH'MGLW'NAFH, morire; morente 
AHNA, stare
AH'N'GHA, uccidere
AH'N'GHA'DRN, uccisore, assassino; guerriero 
AH'N'GHAOR, arma 
AH'N'GHAYAR, guerra
AH'N'GHFT, cieco 
AHNYTH, servire 
AHNYTHOR, dovere; dovrebbe
AHOG, grande
AHOGOG, il più grande, massimo; gigante 
AHOGOR, più grande 
AHOR, potere, può; possibile
AHORNA, non può
AHORNAH, potrebbe
AHORORR'E, affrontare
AHORR'EOG, forte 
AHOTH, possibile 
AH'R'LUH, gettare (un incantesimo) 
AHUAAAH, usare  
AHUH'EOG, dominare, regnare 
AHYOG'NGLUI, vuoto
'AI, parlare; chiamare, invocare  
AIN'GHFT, tradurre 
AIR'LUH, formula, incantesimo
ATHG, apporre il sigillo, firmare; essere d'accordo
AZANAH, serpente
AZANAHOTH, verme
AZATH, Regno del Caos 
AZATHOTH, Abitante del Regno del Caos
'BTHNK, corpo; essenza 
'BTHNKNAHOR, mano 
'BTHNKNYTH, organo 
'BTHNKNYTHGOF'N, grembo femminile  
'BTHNKOR, carne 
'BTHNKORNAH, cibo
BUG
, andare 
BUGG-SHOGGOG, andate all'Inferno! 
BUGNAH, camminare 
C', noi 
CAHF, quello; che 
CH', attraversare, viaggiare
CH'NGLUI, chiave 
CH'NGLUI'AHOG, trasgredire 
CHTENFF, fratellanza
EBUMNA, pozzo
EE, rispondere; risposte 
EEH, risposte; insegnamento 
EHYE, coesione, integrità; uno 
EHYEAHOG, un altro
EHYEAIR'LUH, formula magica 
EHYEEOG, molti
EP, dopo; solo; ma 
EPAGL, grotta 
EPAGLOG, caverna 
EPGOKA, lasciare, abbandonare
EP HAI, solo ora
EPHAI, più tardi
EPHAIAGL, il futuro 
EPHAIAGLOR, rapido, veloce 
EPSHUGGOG, Inferno 
F', essi, esse
FAHF, questo
'FHALMA
, madre 
FHAYAK, mandare, inviare 
FHHUI, considerare; preparare
FHTAGN, attendere; dormire 
FHTAGN-NGAH, e quindi attende 
FHTAGNOR, posare, deporre 
FHTAGNSHOGG, incubo
FM'LATGH, bruciare 
FM'LATGHNAH, caldo, rovente
FM'LATGHOR, fuoco; fiamma 
FTAGHU, pelle; confine
GEB, qui
GNAIIH, padre 
GN'BTHNKNYTH, cuore
GN'TH, mare
GN'TH'BTHNK, sangue 
GN'TH'BTHNKOR, rosso
GN'THOR, acqua 
GN'WGN, casa
GOF'N, bambino
GOF'NN, bambini 
GOKA, permettere; dare 
GOKAHE, apprendere 
GOKAR'LUH, tesoro 
GOKLN'GHA, nutrire 
GOTHA, desiderare; desiderio 
GRAH'N, essere perduto, larva 
GRAH'NN, esseri perduti, larve 
HAAST'R, oro; giallo
HAFH, aiutare; convocare, riunire 
HAFH'DRN, prete, sacerdote; evocatore 
HAI, ora, adesso 
HAIAGL, il presente 
HANGUUR, Cosmo
HLIRGH, eretico; blasfemo 
HNAH, cosa 
HNAHR'LUH, segno
HRII, seguaci 
HUP, da 
HUPA, nascere
HUPADGH, nato da
, Osanna
ILYAA, aspettare, attendere
KADISHTU, conoscere, capire 
KADISTHTUOR, conoscenza
K'NA, domanda 
K'NAA, domande 
KRNUG, strisciare
K'YARNAK, dividere; scambiare 
LAGLN, verso, in direzione di 
LEGETH, ignoranza
LEGETH'DRN, idiota 
LEGETHOG, falso
LG, pensiero
LI, danno, dolore
LIAHE, poiché
LI'HEE, sotto pena di, a danno di
LLLL, a; accanto, vicino 
LLLLNAH, vicino
LLLLN'GHA, mangiare
LLOIG, mente, psiche
LLOIGAZATH, ira 
LLOIGNAH, pensiero
LLOIGNGLUI, consapevolezza
LLOIGOR, Forza della Mente 
LLOIGSHOGG, terrore 
LULN, tirare, trarre
LW'NAFH, sogno; che sogna; vivo; vita
LW'NAFHNAH, giovane 
LW'NAFHOR, respiro, alito
LW'SHUGGOR, albero  
MG, ancora, tuttora 
MG-, opposto a; non
MGAHEHYEE, altro 
MGAHOTH, impossibile 
MGEHYE, distruzione; rovina 
MGEHYE'LLOIG, follia, pazzia
MGEP, davanti; finché 
MGEPAH, aver fatto, fece
MGEP'AI, aver parlato, parlò 
MGEPHAI, ancora, tuttora 
MGEPHAIAGL, il passato 
MGEPOG, vecchio; profondo; profondità 
MGGOKA, prendere; rimuovere  
MGGOKAOG, rubare
MGHRI, nemico
MGLAGLN, via da
MG'LLOIG, pazzo 
MGNG, ma 
MGN'GHFT, luce 
MGR'LUH, visibile, manifesto; vedere 
MGSHUGNAH, buco 
MGULN, bandire; esorcizzare 
MGULN'DRN, esorcista 
MGULNAH, mandare 
MGVULGTLAGLN, dannare; maledire 
MGVULGTNAH, cattivo 
MGVULGTNAHOR, malvagio 
MGYOGOR, giù, in basso
MNAHN', senza valore 
MNAHN'UL, vittima sacrificale; capra
NAFL, non ora; non 
NA'AH'N'GHAYAR, battaglia 
NALLLL, via da, lontano da  
NALLLLOG, più lontano, oltre 
NALLLLOGOR, il più lontano
NG-, e, quindi, poi 
-NGAH, e quindi
NGAHNAH, ferita 
N'GAI, morite! 
N'GHA, morte 
N'GHAA, massacro 
N'GHA'AGL, tomba
N'GHAA'AGL, cimitero
N'GHAAUH'E, esercito
N'GHA-GHAA, morti (pl. di "morte"); morte a ognuno 
N'GHANGLUI, malattia; peste 
N'GHANYTH, necromante
N'GHAOR, decadenza, sfacelo
N'GHAOR'NAFH, marcire 
N'GHAUH'E, cadavere 
N'GHFT, tenebra, oscurità 
N'GHFTDRN, mostro 
N'GHFTEPHAI, persino 
N'GHFTNAH, ombra; crepuscolo 
N'GHFTOG, nero
N'GHFTOR, blu
N'GHFTYAR, notte
NGLUI, soglia 
NGNAH, o
N'GRKDL'LH, decadere
NILGH'RI, ogni cosa, tutto; ciascuna cosa, alcunché
NILGH'RISHUGGOGG, Universo
NNN-, guardare; proteggere 
NNN'DRN, scudo 
NNN'DRNOG, muro 
NNNKADISHTUAGL, biblioteca 
NNNKADISHTUOR, libro
NNN-L, camminare accanto, accompagnare
NNN-LAGL, osservatore
NOG, venire
NW, testa; luogo
NWNGLUI, bocca; occhio 
-NYTH, servo di; strumento
NYTH'DRN, servo, schiavo
OOBOSHU, visitare 
-OR, forza 
OR'AZATH, strano, inconsueto; caotico 
ORR'E, anima, spirito 
ORR'ENAH, mortale (essere soggetto a morire) 
ORR'EUH'E, fantasma, spirito dei morti
-OTH, nativo di, abitante 
PH'-, oltre 
PHLEGETH, Regno dell'Informazione
PHLEGETHOR, Forza dell'Informazione 
PHLTAGN, argento; grigio 
R'LUH, nascosto, occulto 
R'LUH-EEH, insegnemento occulto, esoterismo 
R'LUHHNYTH, stregone 
R'LUHHNYTHOG, mago
R'LUHHOR, i Grandi Antichi
R'LYEH'AI, lingua R'lyehian
RON, religione, culto 
RUUGNAH, Caos  
SATHOTH, comandante; autorità
SGN'WAHL, condividere lo spazio
S'UHN, patto, alleanza 
S'UHN-NGH, patto oscuro  
SHAGG, Regno dei Sogni 
SHAGGORNYTH, servo della Forza dei Sogni
SHAGGOTH, abitante del Regno dei Sogni 
SHOG, pozzo
SHOGG, Regno delle Tenebre, Abisso 
SHOGGOG, Inferno
SHOGGOTH, abitante del Regno delle Tenebre 
SHOGG'TOTH, demone; demoniaco
SHTUNGGLI, notificare; contattare 
SHTUNGGLINYTH, contattatore
SHUGOTHNAH, sporcizia, escremento
SHUGG, terra; Regno della Terra
SHUGGOG, mondo
SHUGGOTH, essere umano, uomo, donna
SHUGNAH, terra 
SHUGNAHOTH, pietra, roccia 
SHUGOG, regno
SLL'HA, dare, portare (offerte); invitare
SOTH, Spazio; il Nulla
STELL'BSNA, chiedere; pregare per qualcosa
SYHA'H, Eternità
SYHA'HNAH, eone
SYHA'HHNAH, millennio 
THARANAK, promettere; portare 
THFLTHKH'NGHA, aiutare, proteggere dalla morte
THROD, tremare 
TURN'GHFTOR, verde
TUROR, giallo
UAAAH, creare, fare 
UAAAH, così sia!
UAAAHLL, costruire; costruzione 
UAAHNYTH, Creatore
UAAAHNYTHOR, strumento, attrezzo 
UAAAHOTH, metallo
UH'E, gente, folla 
UH'EAGL, città
UH'ENAH, schiavo
UH'ENYTH, animale, bestia 
UN'ENYTHNAH, capra
UH'EOG, re 
UH'EOGHR'LUH, corona 
UH'EOGOTH, principe 
UH'EOR, individuo 
ULCH', portale 
ULN, chiamare, evocare; evocazione 
ULNAGR, luogo dell'evocazione
ULNAH, comandare, ordinare 
ULN'DRN, evocatore 
ULN'YAR, il momento dell'evocazione 
UT, fa' questo! 
VRA, divenire uno con
VULGTLAGLN, rispondere a una preghiera  
VULGTM, preghiera 
VULGTMAGL, tempio  
VULGTMAH, lodare 
VULGTMNAH, buono
VULGTMOG, canto, canzone 
VULGTMOR, sacrificio 
VULGTMOTH, divino
WFAQA, odiare; odio 
W'GAH, è qui
WGAH'N, risiedere; abitare; controllare 
WGAH'NAGL, palazzo, dimora 
WK'HMR, trasferirsi dentro, impregnare 
YA, io
YAAH, nome 
YAH'OR'NANAH, giorno 
YAOR, proprio, stesso
-YAR, tempo di, momento di 
YE'BTHNK, forma 
YG'BTHNKNAH, braccio
Y'HAH, Amen 
YMG', voi
Y'NAH, secolo
Y'NANAH, decennio
YOG, fuori; esterno; sopra  
YOGAGL, cielo
YOGFM'L, stella 
YOGFM'LOG, sole 
YOGOR, su, in alto
YOGSHUGG, luna 
YOG-SOTHOTH, Abitatore dello Spazio Esterno 
YOG'TAH, soluzione (= via d'uscita)
YUGGOTH, Plutone (pianeta) 
ZHRO, non farlo!
 
Elementi di grammatica  

La vulgata corrente è che nella lingua di R'lyeh nomi, aggettivi, verbi e altre parti del discorso non siano tra loro distinguibili. Dall'attenta analisi del materiale si deduce che questo non è vero. Anche se in molti casi i verbi possono anche essere usato nomi, appare subito chiaro che non sono grammaticalmente confondibili. Sarebbe interessante studiare la reazione di un americano se un alieno dicesse che in inglese nomi, aggettivi, verbi e altre parti del discorso non sono tra loro distinguibili, semplicemente perché la morfologia è ridotta.  

Formazione del plurale 

I plurali si formano tramite raddoppiamento della consonante finale o tramite parziale reduplicazione della parola. Il tipo più comune è GOF'NN "bambini", plurale di GOF'N "bambino". 

Il plurale di 'BTHNK "corpo" è 'BTHNKK "corpi"
Il plurale di GNAIIH "padre" è GNAIIHH "padri"
Il plurale di R'LUH "segreto" è R'LUHH "segreti"
Il plurale di S'UHN "patto" è S'UHNN "patti" 
Il plurale di ULN "evocazione" è ULNN "evocazioni"
Il plurale di VULGTM "preghiera" è VULGTMM "preghiere" 
Così VULGTLAGLN VULGTMM significa "rispondi alle preghiere!"
 
Se una parola monosillabica termina per vocale, il plurale ha una vocale lunga: HRII "seguaci" è il plurale di HRI "seguace". Non mancano formazioni irregolari. In alcuni casi, non facilmente prevedibili, oltre al prolungamento vocalico si ha anche una duplicazione imperfetta della parola: N'GHA-GHAA "morti" è il plurale di N'GHA "morte". La forma N'GHAA, che ha l'aspetto di un plurale regolare, significa invece "massacro". Le forme plurali possono comparire come primo elemento di composti: R'LUHHNYTH "Servitore dei Segreti", ossia "stregone". 
 
Esistono alcuni problemi ortografici. Quando una parola finisce in -TH, -GH e simili, il plurale ha una fricativa intensa, che non è facile a trascriversi. Si trovano così due soluzioni: scrivere il plurale come il singolare, oppure usare il raddoppiamento della sola -H e scrivere -THH, -GHH, etc. Così si trova HLIRGH oppure HLIRGHH "eretici", pronunciato /ħliRγ:/. Se un nome finisce in -GG, il plurale ha un eccezionale -GGG, il cui suono sarà qualcosa come /-g:g/: il plurale di NILGH'RISHUGGOGG "universo" è NILGH'RISHUGGOGGG.   
 
In contrasto con i plurali dei nomi (sostantivi/aggettivi), in genere non è prevista la pluralizzazione delle radici verbali, che distinguono il numero tramite i prefissi pronominali (vedi nel seguito). C'è comunque qualche eccezione: BUGG-SHOGGOG "andate all'Inferno!", da BUG "andare". Si noti N'GAI "morite!", che ha una consonante occlusiva in contrasto con la fricativa presente in N'GHA "morte".

Casi e preposizioni 

Il genitivo non è marcato in alcun modo. Non esistono suffissi né prefissi indicanti il possesso o il complemento di specificazione. Per esprimerlo si usa una giustapposizione o si forma un composto (possessore + cosa posseduta). Così DAGON CHTENFF significa "Fratellanza di Dagon". Ho reperito una preposizione OT "di", di cui però non sussitono esempi di utilizzo. Non sussistono contrassegni nemmeno per l'accusativo: nessun prefisso o suffisso compare per distinguere l'oggetto di frasi transitive. Lo R'lyehian non è una lingua ergativa: non esistono prefissi o suffissi che indichino il soggetto di frasi transitive. Il locativo non è marcato in alcun modo. Non esistono prefissi né suffissi indicanti il complemento di stato in luogo. Così R'LYEH significa "a R'lyeh", "in R'lyeh". Per esprimere altri casi si usano preposizioni o prefissi.

PH'-, oltre:
PH'SHUGG, oltre la terra
PH'NGLUI, oltre la soglia  (ossia "dentro", ma anche "morto", a seconda del contesto) 

L'-, presso, vicino; a (è un'abbreviazione di LLLL
L'EBUMNA, vicino al pozzo 
L'GEB, qui accanto 
 
A volte si usa la forma estesa: 
LLL-NGLUI, accanto alla soglia 

CH'-, attraverso, durante  (deriva dal verbo CH' "attraversare")
CH'YAR, al momento 
CH'SHOGG, attraverso il Regno delle Tenebre 

HUP, da (deriva dal verbo HUPA "nascere")
HUP R'LYEH, da R'lyeh
HUP YUGGOTH, da Plutone
 
Pronomi personali 
 
Non sempre i pronomi personali compaiono esplicitamente nelle frasi in R'lyehian. Spesso tuttavia ricorrono. Sono ben definiti e il loro uso non è difficile. Questi sono i pronomi di I e III persona, singolari e plurali:  
 
YA, io 
Y-, io, mio
Y'-, io, mio 
C'-, noi, nostro 
H'-, egli, ciò, suo 
F'-, loro 
 
Questi pronomi si usano come prefissi per coniugare i verbi. Esempi: 
 
Y'AI, io parlo, io chiamo 
C'AI, noi parliamo, noi chiamiamo 
H'AI, egli parla, egli chiama
F'AI
, essi parlano, essi chiamano 
Y'EE, io rispondo 
C'EE, noi rispondiamo 
H'EE, egli risponde
F'EE, essi rispondono
Y'WGAH'N, io risiedo
C'WGAH'N, noi risiediamo
H'WGAH'N, egli risiede
F'WGAH'N, essi risiedono 
Y'GOTHA, io desidero 
C'GOTHA, noi desideriamo
H'GOTHA, egli desidera
F'GOTHA, essi desiderano 
 
Gli stessi prefissi si usano anche per ottenere le forme possessive dei nomi non verbali. 

YGNAIIH, mio padre
C'GNAIIH, nostro padre
H'GNAIIH, suo padre
F'GNAIH, loro padre
Y'BTHNK, il mio corpo
C'BTHNK, il nostro corpo 
H'BTHNK, il suo corpo
F'BTHNK, il loro corpo

Esistono alcune alterazioni poco chiare prodotte dall'unione di questi prefissi pronominali con le radici verbali. Così abbiamo CF'AYAK'-, tradotto con "noi (ti) inviamo", da C- e da FHAYAK "inviare". In realtà l'elemento '- dovrebbe essere proprio il pronome di seconda persona singolare, agglutinato al verbo, il che darebbe una spiegazione logica a queste irregolarità. Se questo fosse dimostrato, dovremmo tradurre CF'AYAK'- con "noi ti inviamo" e aggiungere questa voce all'elenco dei pronomi personali: 
 
'- (-'), tu 
 
Allo stesso modo abbiamo la frase HASTUR CF'TAGN "Hastur, noi ti attendiamo!", che mostra lo stesso trattamento del ben noto verbo FHTAGN. In alcuni casi questo prefisso viene omesso: probabilmente non si pronuncia per eufonia. Sono necessari ulteriori approfondimenti e purtroppo ci si scontra sempre con lo stesso problema: la scarsità del materiale. 

Non è stato facile, ma sono riuscito a trovare anche il pronome di seconda persona plurale: 
 
YMG', voi, vostro 

Così abbiamo le seguenti forme: 

YMG' NILGH'RI, voi tutti
YMG'AI, voi parlate, voi chiamate
YMG'EE, voi rispondete 
YMG'WGAH'N, voi risiedete 
YMG'GOTHA, voi desiderate 
YMG'GNAIIH, vostro padre
YMG'GNAIIHH, i vostri padri 
YMG'BTHNK, il vostro corpo 

Come visto per il pronome di seconda persona singolare, i verbi transitivi mostrano questo ordine: pronome soggetto + pronome oggetto + radice verbale
 
Y' YMG'AI, io vi chiamo 
Y' YMG'ULN, io vi chiamo, io vi evoco 

A quanto pare il pronome YMG' può fungere anche da singolare nelle comuni conversazioni, mentre il pronome '- (-') è invece riservato alle invocazioni ai Demoni o ad altri contesti solenni. Se questo fosse confermato, YMG' corrisponderebbe nella semantica all'inglese you, mentre '- (-') corrisponderebbe all'inglese thou.
 
Suffissi e prefissi verbali  

Il suffisso -OG è usato per marcare l'intensità di un'azione: 
 
L'intensivo di THROD "tremare" è THRODOG "tremare molto".
 
Esiste anche OGTHROD, alla lettera "molto tremare", con questo elemento come prefisso anziché come suffisso. Non sono sicuro che questa formazione inversa abbia un uso concreto al di fuori delle formule magiche.  
 
Tramite il suffisso NAFL- "non ora" si forma un particolare tempo dei verbi, che spesso - ma non sempre - è traducibile col passato: 
 
NAFL'SLL'HA "tu hai portato (offerte)" è il passato di SLL'HA "tu stai portando (offerte)". 
 
A volte ci sono alterazioni della radice unita a questo prefisso, dovute a motivi fonetici:  

NAF'LTHAGN "attenderà" è usato come futuro (o meglio non-presente) di FHTAGN "attende". 

Se si intende specificare che un evento è avvenuto nel passato si usa il prefisso MGEP- "prima". In modo simile, per specificare che un evento avverrà nel futuro si usa il prefisso EP- o EPHAI- "dopo": 
 
H' MGEPAH, egli fece
H' EPHAIAH, egli farà 
H' MGEPBUG, egli andò 
H' EPBUG, egli andrà 
H' MGEPNOG, egli venne
H' EPHAINOG, egli verrà

Per ottenere la forma negativa di un verbo transitivo si usa il prefisso NA- e si pospone NILGH'RI "alcunché". Molti sostengono che questo prefisso NA- sia un'abbreviazione di NAFL- "non ora" (vedi sopra). Credo che sia invece NAFL- ad essere un'estensione della negazione NA-
 
In alcuni casi NAFL- sembra invece indicare la negazione e doversi tradurre con "non". Sembra chiaro che questa contraddizione sia soltanto apparente, essendoci qualche peculiarità come l'intonazione, l'accento o altro a distinguere il senso, non essendo facile trascrivere con lettere a noi note queste differenze. A parer mio, quando NAFL- è un prefisso che marca il tempo non presente dei verbi, è atono. Quando è una negazione porta invece l'accento. 
 
La stessa ambiguità si rileva con la congiunzione MG "ancora, tuttora", usata anche come prefisso, che in molti contesti significa invece "opposto a", "non". Anche in questo caso a parer mio deve sussistere una differenza di pronuncia: /ṃg-/ "ancora, tuttora" rispetto al prefisso negativo /ɱ-/ "opposto a", "non".  
 
Numerali 
 
Questi sono i numerali cardinali: 
 
EHYE, uno
EHYEE, due
YEEOGNG, tre 
YEEOGNGE, quattro
YEEOGNOR, cinque
YEEOGNGN, sei
YEEOGNGM, sette
YEEOGNGK, otto
YEEOGNGP, nove
YEEOGOG, dieci
YEEOGOGNG, cento
YEEOGOGNOR, mille
YEEOGOGOG, un milione 

L'unico numerale ordinale noto è EHYEOG "primo" (da non confondere con EHYEEOG "molti"). Il pronome indefinito EHYENAH significa "nessuno".

Interiezioni rituali

L'interiezione UAAAH serve a concludere un'evocazione e può essere tradotta con "così sia!".  
L'interiezione ZHRO marca invece il tono ascendente di un'evocazione ed è traducibile con "non farlo!". Si può dire che ZHRO sia l'opposto di UAAAH
Esiste anche un'interiezione UT, che introduce l'evocazione e potrebbe essere tradotta con "fa' questo!". Secondo alcuni sarebbe una sorta di chiave per il channelling. 
 
Peculiarità semantiche 
 
Si notano moltissime forme perifrastiche. Ad esempio il concetto di "tenebra" è fondamentale, mentre quello di "luce" è espresso tramite la sua negazione. Il tabù verbale sembra avere un ruolo fondamentale. Non escludo però che in futuro il lessico della lingua di R'lyeh potrà essere conosciuto molto meglio e che emergeranno sinonimi non perifrastici delle parole per "luce", "vedere", "morto", etc. 
 
Altri testi
 
Un testo in R'lyehian si trova in un romanzo di Brian Lumley, La saga di Titus Crow (The Burrower Beneath, 1974). 
 
YA NA KADISHTU NILGH'RI STELL'BSNA NYOGTHA,
K'YARNAK PHLEGETHOR L'EBUMNA SYHA'H N'GHFT,
YA HAI KADISHTU EP R'LUH-EEH NYOGTHA EEH,
S'UHN-NGH ATHG LI'HEE ORR'E SYHA'H.
 
 
Traduzione:  

"Non sapevo proprio niente, ho supplicato Nyogtha,
Abbiamo condiviso i nostri pensieri accanto al pozzo più oscuro,
Conosco ora l'oscura saggezza impartita da Nyogtha,
Questo oscuro patto lo sigillo a danno della mia anima immortale." 
 
Un altro notevole frammento in R'lyehian si trova nel Web, anche se non mi è stato facile reperirne la fonte ultima. È contenuto in un racconto intitolato Faith, il cui autore è Bertram Russell. Ecco il testo:  

CTHUGHA FM'LATGH MNAHN' HLIRGH!
CTHUGHA CH'NW HAFH'DRN!
CTHUGHA FM'LATGH UH'E WFAQA!

 
Traduzione: 
"Cthugha brucia gli inutili eretici!
Cthugha passa sopra il suo sacerdote!
Cthugha brucia la gente che dodio!

Un testo problematico

Esiste nel Web persino il supposto originale in R'lyehian di un passo famosissimo e universalmente noto, tratto dal Necronomicon e riportato da Lovecraft per la prima volta nel racconto La città senza nome (1921): 
"That is not dead which can eternal lie. And with strange aeons even death may die." 
Eccolo:  
 
CAHF AH NAFL MGLW'NAFH HH' AHOR SYHA'H AH'LEGETH, NG LLLL OR'AZATH SYHA'HNAHH N'GHFTEPHAI N'GHA AHORNAH AH'MGLW'NAFH.
 
Il testo che si trova nelle traduzioni in italiano è questo: 
"Non è morto ciò che può vivere in eterno. E in strani eoni anche la Morte può morire". Secondo l'interpretazione letterale dovremmo avere: "Che non ora è non più sognante colui che può in eterno giacere, quindi durante inconsueti eoni persino la morte potrebbe non più sognare". 
 
C'è tuttavia un piccolo problema. Il traduttore in R'lyehian è incappato in un errore gravissimo. La frase inglese which can eternal lie significa "che può giacere in eterno". Già il traduttore in italiano si è preso una bella licenza, interpretando come se fosse which can eternal live, ossia "che può vivere in eterno". Qui siamo andati ben oltre. Chi ha compiuto la traduzione in R'lyehian ha interpretato which can eternal lie come "che può mentire in eterno"! I casi sono due:  
 
1) La traduzione è stata fatta con un traduttore automatico, e chi ha premuto il tasto non si è accorto dell'errore; 
2) La maggior parte dei parlanti angosassoni intendono proprio which can eternal lie come "che può mentire in eterno". 
 
Mi renderebbe molto triste sapere che la seconda ipotesi è quella giusta e che Lovecraft è stato equivocato dai parlanti della stessa lingua inglese, che hanno scambiato to lie "giacere" con to lie "mentire". Fatto sta che LEGETH significa "ignoranza" e AH'LEGETH significa "mentire" (alla lettera "fare ignoranza"). Il contrario di LEGETH è PHLEGETH "Regno dell'Informazione", il cui prefisso PH- (senza occlusiva glottidale) ha evidentemente un valore di negazione: "non-ignoranza" = "informazione". Non mi risultano altre occorrenze di una simile formazione.    
 
Conclusione: il testo in R'lyehian è grammaticalmente corretto, ma traduce un concetto sbagliato a causa dell'ignoranza della lingua inglese. Non è certo tratto dal Necronomicon. Domanda: perché non è stato usato un verbo come FHTAGN "attendere" o WGAH'N risiedere" per tradurre l'inglese to lie "giacere"? Almeno sarebbero state parole della stessa famiglia semantica! Non ho la benché minima idea di chi ha diffuso questo documento problematico. 
 
Etimologia di R'lyeh 

Il significato del toponimo R'LYEH è subito determinabile a partire dal verbo R'LUH "nascosto, occulto". Il nome della Città-Cadavere significa "Luogo Nascosto", "Luogo Inaccessibile", "Luogo Oscuro". Si deduce che la lingua R'lyehian presenta elementi introflessivi.
 
Possibile parentela con l'Enochiano  
 
GNAIIH "padre" corrisponde alla parola enochiana GNAY "fare".
La protoforma ricostruibile è *gnaHji- "fare; procreare". Il significato originario della parola R'lyehian doveva essere "procreatore", "creatore", "facitore, fattore".
 
'AI "parlare; chiamare, invocare" corrisponde alla parola enochiana GOH- "dire" (GOHO "egli dice", GOHIA "noi diciamo", GOHUS "io dico", GOHOL "dicendo", etc.). La protoforma ricostruibile è *ʔγwaHjV- "pronunciare". 
 
N'GHA "morte" corrisponde alla parola enochiana GAH "spirito". La protoforma ricostruibile è *ngaHV- "fantasma, spirito di trapassato". 

LG "pensiero" e il suo derivato LLOIG "mente, psiche" corrispondono alla parola enochiana LOAGAETH "parola di Dio". La protoforma ricostruibile è *Lo'gV-(jV)- "verbo, pronuncia; pensiero". 
 
Il nome della divinità GHATANOTHOA è formato dalla parola enochiana NOTHOA "in mezzo". La prima parte del composto, GHATA-, potrebbe corrispondere a GATH "materia". Il teonimo potrebbe dunque significare "Centro della Materia". Sembra trattarsi di prestiti, non di voci connaturate. Anche se il teonimo non sembra appartenere alla lingua di R'lyeh, potrebbe documentare che Lovecraft ha avuto qualche contatto con la Magia Enochiana.     
 
Possibili prestiti da lingue ignote  
 
Alcune parola hanno una fonotattica inconsueta, il che mi fa sospettare che siano prestiti da una lingua diversa e forse più antica. Tra questi ho identificato i seguenti: EBUMNA "pozzo", KADISHTU "conoscere", OOBOSHU "visitare". Come si può  vedere, la struttura sillabica non è di tipo CCCVCC o simili, bensì VCVCCV o VCVCV: evidentemente sono stati presi da una lingua di un ceppo del tutto dissimile, che non aveva molto in comune nemmeno nella disposizione dei suoni più elementari. 
 
Risorse on line  

Si trovano svariate descrizioni della lingua di R'lyeh, anche se spesso sommarie e non esenti da problemi. Questo è un esempio:
 
 
Si segnala lo Cthuvian / English Dictionary, un utilissimo lavoro di Cyberangel e Coelacanth, che include un complendio grammaticale: 
  
 
Ho reperito un trattato sul Necronomicon, che include un glossario (alcune parole non si trovano altrove):
 
 
Esiste persino un traduttore automatico R'lyehian - Inglese, di fondamentale importanza ma da usarsi con cautela: 
 
 
Purtroppo non sempre la buona volontà è di aiuto. In un sito, che non riporto per non dargli visualizzazioni immeritate, sono presenti file mp3 con la pronuncia di alcune parole. Il problema è che quando mancano le vocali e ci sono gruppi consonantici ardui, la stupida vocina fa lo spelling. Possa Cthulhu masticare i responsabili di questo scempio!   

Esistono persone che hanno un'ottima conoscenza della lingua di R'lyeh? Probabilmente sì. Esistono siti scritti in parte in R'lyehian, che riportano brani lunghi e complessi, di cui ci occuperemo nel dettaglio in altra sede. Questo è un esempio: 
 
 
Nel frattempo il lettore può cimentarsi nella traduzione di qualcuno di questi documenti, per scoprire se hanno un senso o se sono stati assemblati automaticamente:  
 
N'ghft nog zhro tharanak wgah'n y'hah uh'e orr'e naathg f''ai li'hee kadishtu, llll ph'ron r'luh throd Nyarlathotep li'hee goka 'fhalma sgn'wahl ep, bug f'Nyarlathotep h'uh'e hrii Hasturoth throd nnnCthulhu ckn'a ngfhtagn ilyaa. Shogg nilgh'rior Dagonyar nw goka ph'ya shtunggli k'yarnak kn'a, fhtagn nilgh'ri hlirghoth ftaghu kn'a wgah'n grah'n naflhupadgh, 'bthnk li'hee fm'latgh nguaaah Chaugnar Faugn 'fhalma ep. Geb li'hee goka mnahn' ph'ch' li'hee fhtagnnyth gof'nn, nilgh'ri nnnsgn'wahl kadishtu naehye ilyaaoth k'yarnak R'lyeh f'nglui, h'sgn'wahl shugg f'k'yarnak sll'hanyth shugg bug. 
 
Ph'hlirgh gothayar ph'stell'bsna nnnhrii hai 'bthnk nglui, stell'bsna naflshagg gotha nw kn'a ehyeyar, naflvulgtm kn'a clw'nafh chlirgh shtunggli nog, nastell'bsna r'luh nog ilyaa tharanak. Tsathoggua chtenff naflnog 'fhalma k'yarnak ah gof'nn ee ulnagl, naflstell'bsna naathg nakadishtu lloig Tsathoggua ya lw'nafh y-ilyaa shtunggli, stell'bsna 'fhalma r'luh li'hee nilgh'ri stell'bsna ron. Grah'n ph'k'yarnak Yoggoth hafh'drn f'ya Chaugnar Faugn r'luh shagg sgn'wahlyar, ooboshu orr'e naflgoka nakn'a nashogg Hastur f'Cthulhu, n'gha f'shogg na'fhalma y-sgn'wahl n'ghft wgah'n k'yarnak. 
 
Naflkadishtu orr'e 'fhalma shugg naflk'yarnak nallll nnnk'yarnak Nyarlathotep fm'latgh, Chaugnar Faugn sgn'wahl uln phlegeth shuggoth sll'ha cgnaiih n'gha, gof'nn ph'shagg nwnyth h'shtunggli r'luh nilgh'ri gotha. Y-zhro gotha ee nglui h'sll'ha Dagon sll'ha gof'nn ulnoth li'hee, hafh'drn fhtagn y'hah hafh'drnyar Chaugnar Faugn ron 'fhalma gotha, r'luh Yoggoth uh'e athg phlegethnyth gof'nn Dagon zhro. Nnnphlegeth Tsathoggua ehye nnnron ngk'yarnak athg Cthulhu fm'latgh ebunmaoth, k'yarnak chtenff uh'e gof'nnagl athg hrii bug mnahn' ulnoth, ron ngsyha'h vulgtm zhro f'shogg hai hafh'drn.

Athgyar Cthulhu hupadgh li'hee throd uh'e, athg ilyaa y-Hastur ee.

Ch' shugg ooboshu uh'e cehye sgn'wahl hrii ftaghu, ch' shagg sgn'wahl ooboshu wgah'n mg stell'bsna phlegeth, shagg syha'h ep nglui nggotha nafln'gha ph'nog shtunggli hupadgh R'lyeh fm'latgh ron nw tharanak 'bthnk hlirgh, stell'bsna y-'fhalma nglui goka nnnnilgh'ri ebunma tharanak, goka fhtagnog chtenffagl vulgtlagln n'ghft tharanak llll shtungglinyth shugg.

domenica 20 settembre 2020


CARL GROSSMANN,
UN SERIAL KILLER CANNIBALE


Carl Friedrich Wilhelm Grossmann (1863 - 1922) è stato un serial killer cannibale e predatore sessuale, soprannominato "Macellaio di Berlino". Spesso il suo nome di battesimo è scritto Karl anziché Carl. Nell'ortografia tradizionale il cognome è scritto Großmann. Nacque il 13 dicembre 1863 nella città di Neuruppin, nel Brandeburgo, in quello che all'epoca era il Regno di Prussia. Si conosce assai poco della sua infanzia. Il padre esercitava la professione di straccivendolo, così si può dedurre che fosse di bassa condizione sociale. Sappiamo che già da giovanissimo Carl manifestò forti pulsioni sadiche e perversioni sessuali, che lo portavano a infliggere ai coetanei di entrambi i sessi molestie e violenze. Torturava anche gli animali. La sua fu un esistenza oscura e miserabile. Visse a Berlino come mendicante tra il 1879 e il 1895. Nel 1899 fu arrestato per aver violentato una bambina di 4 anni (morta dopo il giudizio) e averne molestata una di 10 anni. Per questi crimini subì una condanna al carcere, tutto sommato abbastanza mite, che finì di scontare nel 1913. Abitò quindi a Friedrichshain, un quartiere malfamato di Berlino. In tale luogo sordido visse fino al termine della sua sanguinaria esistenza. Dopo abbondanti libagioni abbordava le prostitute in una piazza conosciuta come Andreasplatz e le conduceva nel suo piccolo appartamento. Dopo aver fatto sesso sfrenato le uccideva a colpi d'ascia e le decapitava. Procedeva subito alla macellazione dei corpi, selezionando le parti commestibili. Ciò che non poteva essere utile, come le ossa e il cuoio capelluto, lo faceva sparire in un canale, occultandolo per sempre alla vista degli umani. La carne che aveva messo da parte la cucinava. Ne mangiava secondo i propri bisogni, il resto lo usava per imbottire panini che vendeva al pubblico, in un chiosco che aveva vicino a una stazione ferroviaria non distante dalla propria casa. I resti delle prostitute venivano così ingurgitati da persone che li credevano ghiotta carne di porco: finivano digeriti nello stomaco, scendevano nell'intestino dove erano trasformati in merda, processo a cui seguiva l'espulsione nella cloaca. 
 
Un florido commercio 

Oggi molti credono a baggianate di ogni genere, spinti da ragioni ideologiche e morali. Ad esempio è opinione diffusa tra le masse che una persona malvagia debba necessariamente essere stupida. Già agli avversari politici viene attribuita dai buonisti l'etichetta di "persone non intelligenti". A maggior ragione molti pensano che un criminale, che non si vanti di leggere almeno tre libri al giorno, sia per sua stessa natura un idiota. Altra baggianata a cui il volgo presta gran fede è quella secondo cui la carne umana sarebbe "disgustosa". Invece è succulenta. Coloro che mangiavano i panini cannibalici di Grossmann, ne apprezzavano moltissimo il sapore, ignorandone la provenienza! Accadeva questo, che molti gli chiedessero dove si fosse procurato quella carne così deliziosa. Lui non era uno stolto e sapeva bene che non doveva inoltrarsi in discorsi pericolosi. Non rispondeva alle domande o si mostrava evasivo, citando fantomatici fornitori. Soltanto in pochi notarono qualcosa di inconsueto nel sapore della carne, ma i loro dubbi furono ignorati. La vendita di panini imbottiti di carne umana ebbe un tale successo da fornire al serial killer di che vivere con un certo agio. Siccome tale esercizio andava alimentato di continuo, era perenne la ricerca di nuove vittime da macellare. Tanto abbondante fu la carne che riusciva a ottenere con i suoi omicidi, che poteva vendere il surplus al mercato nero. Passò a uccidere e macellare anche bambini e adolescenti, quindi arrivò ad usare la carne di cani e di gatti per integrazioni. Il problema dell'eliminazione dei resti umani non processabili si faceva ogni giorno più pressante e difficile a gestirsi. Così capitò che il canale in cui gettava questi residui di macellazione divenne simile a un orrido ossario. Nessuno sembrava accorgersene, ma a un certo punto la polizia ricevette numerose segnalazioni e cominciò a indagare, anche se senza successo. 

 
Un uomo evitato da tutti 
 
Mentre torme di berlinesi facevano la coda per poter divorare i panini a base di carne umana venduti da Grossmann, diversa era l'opinione che di lui avevano i suoi vicini di casa. Lo consideravano un uomo inquietante e pericoloso, una specie di stregone o di necromante, così si tenevano alla larga da lui e non si immischiavano nei suoi affari. Ne avevano grande paura, la sua stessa presenza dava loro i brividi. Posso ben comprendere questo sgomento: basta guardare una fotografia dell'antropofago per accorgersi che i suoi occhi irradiavano una luce diabolica. Il quello sguarda c'era qualcosa di inumano, di estraneo, difficilmente descrivibile con le limitate parole di questa lingua imperfetta. Come sappiamo, l'orrore ha un effetto ipnotico. Per quanto avessero paura, le persone osservavano in modo morboso, senza mai distogliere l'attenzione. A un certo punto qualcuno notò che troppo spesso delle donne entravano nell'appartamento di quell'individuo sinistro, senza più uscirne. Si sentivano urla strazianti, seguite da rumori sospetti che si protraevano per tutta la notte: erano i rumori prodotti dalla macellazione dei cadaveri! L'estrema riservatezza di queste persone per molto tempo impedì loro di reagire rivolgendosi alle forze dell'ordine.  
 
La resa dei conti 
 
Nel 1918 il cannibale di Neuruppin stuprò un bambino che aveva trovato solo per strada, ma anziché ucciderlo lo lasciò andare, limitandosi a minacciarlo di morte nel caso avesse rivelato qualcosa sul loro incontro. Tuttavia la vittima riferì tutto ai genitori e la notizia giunse alla polizia, che fu in grado di elaborare un identikit del violatore. Grazie a questo episodio gli investigatori cominciarono a sospettare del venditore di panini imbottiti, giungendo a collegarlo con il continuo rinvenimento di ossa umane nel canale di Luisenstadt. Alcuni residui di macellazione erano finiti nel fiume Spree, dove erano stati avvistati a notevole distanza. Nel 1921 un gruppo di bambini si imbatté sotto un ponte nei corpi di due prostitute, decapitati e atrocemente dilaniati. Di lì a poco i resti di altre tre donne furono rinvenute in una pozza da un vagabondo. Mancavano tuttavia le prove concrete del coinvolgimento del tetro macellaio. Le indagini sembravano sul punto di arenarsi, anche perché ostacolate dall'omertà delle prostitute, quando un giorno accadde qualcosa di inaspettato. Era il 21 agosto. I vicini di Grossmann, pervasi dal terrore, si decisero a denunciarlo dopo aver udito urla insolitamente forti e raccapriccianti, cessate di colpo. Accadde così che la polizia fece irruzione nell'appartamento del sospettato, nel cuore della notte, trovando l'uomo a letto sul corpo di una prostituta appena macellata, in un lago di sangue. Immediatamente scattarono le manette. L'accusa fu omicidio di primo grado. Sul luogo del delitto furono scoperte macchie di sangue che permisero di provare altri tre omicidi. Il processo fu lungo ed estenuante. Il cannibale si rifiutò di confessare ed irritava gli inquirenti col suo atteggiamento altezzoso. Tutti sapevano che era responsabile di un numero di vittime molto maggiore, ma si poté procedere soltanto per quattro omicidi. Avvenne quindi un colpo di scena. L'imputato si suicidò il 5 luglio 1922, all'età di 58 anni, e questo è un dato di fatto. Secondo quanto riportato da Blazek (2009), Grossmann non poté essere condannato a morte, perché si impiccò in cella, prima che il processo potesse giungere al termine. Altri riportano invece che Grossmann fu effettivamente condannato a morte, impiccandosi prima della data fissata per l'esecuzione (es. Pacicco, 2008; Wikipedia in italiano, 2020). Le stesse fonti riportano anche il dettaglio della reazione del Macellaio di Berlino, che si sarebbe messo a ridere nell'udire il giudice pronunciare la sentenza. Riporto il link all'articolo di Pacicco: 
 
 
A chi prestar fede? Credo di aver risolto la questione. Dopo un'attenta ricerca ho reperito questo brevissimo articolo apparso sull'East Mississippi Times il 14 agosto 1922:  
 
 
German Bluebeard Takes Own Life
Berlin. Germany. -Germany's notorious bluebeard, Karl Grossmann, committed suicide by hanging, a half hour before he was to be taken to the criminal court where he was undergoing trial for murder. He had admitted his guilt, in the case of four women, but was suspected of murdering twenty, who either mysteriously disappeared or were found horribly mutilated.   

Questa testimonianza sembra dare ragione a Blazek e confermerebbe che la sentenza di morte non era ancora stata emessa quando Grossmann si suicidò. A distanza di tanto tempo non è facile ricostruire scientificamente ogni dettaglio dell'accaduto. In ogni caso il mito delle risate del Macellaio Pazzo nell'istante della propria condanna a morte è diventato un meme e si è alquanto diffuso nel Web: la sua origine andrebbe indagata a fondo. Il contagio memetico è responsabile anche di altre distorsioni, in apparenza più banali ma non meno significative. Solo per fare un esempio, c'è chi riporta il nominativo del serial killer come Georg Karl Grossmann anziché come Carl Friedrich Wilhelm Grossmann. Anche questo è un fenomeno meritevole di studio. 

In vino veritas 
 
Questo ebbe a dire il Macellaio di Berlino a un suo conoscente, durante una sessione di libagioni sfrenate a Friedrichshain, proprio nel 1921:
 
„Ich arbeite nicht, morde nur die Leute und nehme ihnen das Geld weg. Ich bin Schlächter von Beruf, schlachte aber kein Vieh, sondern nur Frauen. Ich schneide sie in Stücke und verbrenne die Stücke. Den Pferden steche ich die Augen, den Hunden schneide ich die Augen mit einem Messer aus, und die kleinen Kinder schlage ich mit einem Stein tot.“ 

Traduco per chi non conosce la lingua tedesca: 
 
"Non lavoro, uccido le persone e porto loro via i soldi. Sono un macellaio di mestiere, ma non macello bestiame, solo donne. Le taglio a pezzi e brucio i pezzi. Ho pugnalato gli occhi dei cavalli, ho tagliato gli occhi dei cani con un coltello e ho picchiato a morte i bambini piccoli con una pietra." 

Non è improbabile che questa dichiarazione del cannibale, resa in stato di ebbrezza, sia stata la vera causa della sua cattura. Dopo anni in cui aveva dato prova di grande astuzia, Grossmann era caduto in preda al delirio di onnipotenza, finendo così nella trappola dell'eccesso di sicurezza. Ho rinvenuto questo importante documento sul sito di Die Welt:   


La carne nera 

Pochi sono al corrente delle condizioni di vita in Germania nella prima metà del XX secolo. Solo per fare un esempio, la carne di cane era molto consumata dal Lumpenproletariat ed era chiamata schwarzes Fleisch, alla lettera "carne nera". È un interessante caso di tabù verbale. Esiste anche un vocabolo simile e tuttora in uso, Schwarzfleisch, che però designa la carne affumicata. Riporto l'abstract, da me tradotto, dell'articolo di P. Geppert dell'Università Ludwig Maximilian di Baviera (1992), Dog slaughtering in Germany in the 19th and 20th centuries with special consideration of the Munich area (Macellazione di cani in Germania nel XIX e nel XX secolo con speciale considerazione dell'area di Monaco): 
 

"Nel XIX secolo sorse la macellazione professionale di cani e anche la vendita pubblica di carne di cane. Queste macellazioni e vendite erano praticate principalmente dai macellai di cavalli. In Germania i cani erano stati per lo più macellati in Sassonia, Slesia, Anhalt e Baviera. Dal 1905 al 1940 è stata ispezionata la carne di 235.144 cani. Ma il vero numero di cani macellati era certamente maggiore. Eppure negli anni '50 i cani venivano macellati professionalmente. Dopo il 1960 il massacro cessò. Sporadicamente la carne di cane è stata utilizzata come cibo umano fino al 1985. Il numero annuo di cani macellati dipendeva da fattori economici come salari, prezzi della carne, disponibilità di carne e tasse canine. I cani erano anche macellati per produrre grasso come rimedio. La macellazione dei cani è stata già discussa nel XIX secolo. Dopo il 1930 fu chiamato per l'abolizione dell'ordine di ispezione per i cani o per il divieto di macellazione dei cani. Dopo quattro leggi degli anni 1954, 1963 e 1985 la macellazione dei cani per la produzione di cibo umano è stata finalmente vietata nel 1986."

L'autore omette di menzionare che questa pratica era già stata vietata da Hitler, anche se clandestinamente continuava, riprendendo con vigore dopo la caduta del Reich. 
 
Direi che è più difficile trovare qualche studioso tanto onesto da menzionare il cannibalismo in Germania, che coesisteva col consumo di carne canina. La carne umana non era affatto sconosciuta come cibo, con buona pace di chi ancora considera il cannibalismo "una cosa da negri". Nulla è più lontano dalla realtà di un simile luogo comune. L'antropofagia è un costume antichissimo dell'intero genere umano fin da epoca immemorabile. Combattuto da molte religioni già prima dell'avvento del moneteismo, nel corso dei millenni finì con l'essere quasi rimosso, ma mai del tutto. In Germania all'epoca della Grande Guerra, quando imperversava una tremenda carestia, molte persone scomparivano e le loro carni finivano vendute al mercato nero.   
 
La leggenda di Anastasia 
 
Carl Grossmann entrò a far parte della tradizione popolare della Slesia. Si racconta che una nobildonna russa scomparsa, Anastasia, fuggì dai Bolscevichi che volevano fucilarla. Giunse così in Polonia e da lì in Germania, dove esercitò il mestiere della prostituta, assumendo il nome di Franziska Schamzkowski. Si narra anche che Grossmann la portò nel suo appartamento il 13 agosto 1920, la uccise e la macellò, come era suo costume. Nel diario dell'assassino è registrata in quello stesso giorno una certa Sasnovski, il cui nome è un'evidente corruzione grafica di Schamzkowski. Per alcuni la Schamzkowski era soltanto una prostituta polacca nativa di Bytów e l'intera narrazione della fuga dell'aristocratica russa è soltanto una fabbricazione di fantasia.   

Ironia americana
 

Sul New York Times apparve questo titolo a caratteri cubitali: "BUTCHER HELD FOR KILLING TWENTY GIRLS AND SELLING FLESH" (sottotitolo: "SLAYER IS HELD TO BE DEMENTED"). Proprio sotto, sulla colonna sinistra, compare lo slogan pubblicitario "Talk About BACON" con l'immagine un uomo intento ad annusare voluttuosamente alcune fette di pancetta affumicata! 

Alcune riflessioni sul caso Grossmann
 
La personalità di Grossmann era assai bizzarra: univa pulsioni sessuali insaziabili alla sete di sangue e a una crudeltà infernale. Oltre al cannibalismo, molti sono gli aspetti a dir poco aberranti della sua indole: era un pedofilo, un infanticida, uno zooerasta, un seviziatore di animali e un necrofilo. Sorgono alcuni problemi non indifferenti. Cosa dovremmo farne di un uomo simile? Cosa dovrebbe farne la società di un uomo simile? Perché nasce un uomo simile? Ovviamente un mostro deve essere rimosso dalla società affinché non possa più nuocere. Per quanto riguarda l'origine dei mostri, è senza dubbio metafisica. Non risolve nulla la stupida tendenza contemporanea a classificare come "orientamento sessuale" ciò che è considerato lecito e a liquidare come "parafilia" ciò che è problematico. Si tratta soltanto di un tabù verbale che non sottende alcuna differenza di ontologia. La parafilia di oggi può essere, mutato il contesto, l'orientamento sessuale di domani. Quindi il mostro può benissimo fare irruzione e porre le basi di una società di mostri! Se vogliamo limitarci alla mera codifica genetica, possiamo elaborare una spiegazione abbastanza semplice dell'esistenza delle aberrazioni, basandoci sul concetto di selezione e di ereditarietà mendeliana. 
 
In una società tribale, l'efferatezza può essere un valore aggiunto. Un uomo come Grossmann, in un contesto di lotte perenni tra gruppi ostili, può acquisire grande fama di guerriero e diventare un capo potente. Se stupra, uccide, tortura, mutila, e cannibalizza persone di una tribù nemica, elimina minacce per la propria tribù. Giunto a una posizione di comando, il suo seme ha grandi possibilità di essere sparso in ventri fecondi e di generare una strirpe consistente - e tra questi rampolli ve ne saranno senza dubbio alcuni che erediteranno le truci inclinazioni paterne. Se questo capo rivolge invece il sadismo e la ferocia contro il proprio popolo, sarà ritenuto un tiranno. Non è tra l'altro detto che un popolo riesca a liberarsi facilmente di un tiranno. Tutto ciò spiega in ultima analisi come mai esistano tuttora serial killer di questo genere. Sono caratteri genetici oggigiorno indesiderabili e dannosi, che quando furono selezionati erano in qualche misura desiderabili e utili. Questa è la verità sulla specie umana.