ZOMBI 2
Titolo originale: Zombi 2
Lingua originale: Italiano, inglese
Paese di produzione: Italia
Anno: 1979
Durata: 91 min
Rapporto: 2,35:1
Genere: Orrore
Sottogenere: Zombesco, splatter
Regia: Lucio Fulci
Soggetto: Elisa Briganti, Dardano Sacchetti
(non accreditato)
Sceneggiatura: Elisa Briganti, Dardano Sacchetti
(non accreditato)
Produttore: Fabrizio De Angelis, Ugo Tucci
Casa di produzione: Variety Film
Distribuzione in italiano: Variety Film
Fotografia: Sergio Salvati
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Giovanni Corridori, Giannetto De Rossi,
Roberto Pace (non accreditato)
Musiche: Fabio Frizzi, Giorgio Tucci
Scenografia: Walter Patriarca
Costumi: Walter Patriarca
Trucco: Maurizio Trani, Giannetto De Rossi,
Rosario Prestopino (non accreditato)
Interpreti e personaggi:
Tisa Farrow: Anne Bowles
Ian McCulloch: Peter West
Richard Johnson: Dottor David Menard
Al Cliver: Brian Hull
Auretta Gay: Susan Barreto
Stefania D'Amario: Clara, l'infermiera
Olga Karlatos: Paola Menard
Dakar: Lucas
Ugo Bologna: Padre di Anne
Omero Capanna: Zombie
Alberto Dell'Acqua: Zombie
Arnaldo Dell'Acqua: Zombie
Roberto Dell'Acqua: Zombie
Ottaviano Dell'Acqua: Zombie con l'occhio pieno di vermi
Franco Fantasia: Matthias
Lucio Fulci: Capo redattore del giornale
Leo Gavero: Fritz
Captain Haggerty: Zombie obeso sulla nave
James Sampson: Dottore nero
Ramón Bravo: Zombie subacqueo
Giannetto De Rossi: Zombie con la mano su Paola
Leslie Thomas: Coroner
James Edward Sampson: Coroner
Martin Sorrentino: Giornalista nell'ufficio editoriale
Monica Zanchi: Zombie
Doppiatori originali:
Giancarlo Maestri: Peter West
Marcello Tusco: Dottor David Menard
Sergio Di Giulio: Brian Hull
Alida Cappellini: Susan Barreto
Ada Maria Serra Zanetti: Paola Menard
Guido De Salvi: Lucas
Marcello Tusco: Capo redattore del giornale
Titoli in altre lingue:
Lingua originale: Italiano, inglese
Paese di produzione: Italia
Anno: 1979
Durata: 91 min
Rapporto: 2,35:1
Genere: Orrore
Sottogenere: Zombesco, splatter
Regia: Lucio Fulci
Soggetto: Elisa Briganti, Dardano Sacchetti
(non accreditato)
Sceneggiatura: Elisa Briganti, Dardano Sacchetti
(non accreditato)
Produttore: Fabrizio De Angelis, Ugo Tucci
Casa di produzione: Variety Film
Distribuzione in italiano: Variety Film
Fotografia: Sergio Salvati
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Giovanni Corridori, Giannetto De Rossi,
Roberto Pace (non accreditato)
Musiche: Fabio Frizzi, Giorgio Tucci
Scenografia: Walter Patriarca
Costumi: Walter Patriarca
Trucco: Maurizio Trani, Giannetto De Rossi,
Rosario Prestopino (non accreditato)
Interpreti e personaggi:
Tisa Farrow: Anne Bowles
Ian McCulloch: Peter West
Richard Johnson: Dottor David Menard
Al Cliver: Brian Hull
Auretta Gay: Susan Barreto
Stefania D'Amario: Clara, l'infermiera
Olga Karlatos: Paola Menard
Dakar: Lucas
Ugo Bologna: Padre di Anne
Omero Capanna: Zombie
Alberto Dell'Acqua: Zombie
Arnaldo Dell'Acqua: Zombie
Roberto Dell'Acqua: Zombie
Ottaviano Dell'Acqua: Zombie con l'occhio pieno di vermi
Franco Fantasia: Matthias
Lucio Fulci: Capo redattore del giornale
Leo Gavero: Fritz
Captain Haggerty: Zombie obeso sulla nave
James Sampson: Dottore nero
Ramón Bravo: Zombie subacqueo
Giannetto De Rossi: Zombie con la mano su Paola
Leslie Thomas: Coroner
James Edward Sampson: Coroner
Martin Sorrentino: Giornalista nell'ufficio editoriale
Monica Zanchi: Zombie
Doppiatori originali:
Giancarlo Maestri: Peter West
Marcello Tusco: Dottor David Menard
Sergio Di Giulio: Brian Hull
Alida Cappellini: Susan Barreto
Ada Maria Serra Zanetti: Paola Menard
Guido De Salvi: Lucas
Marcello Tusco: Capo redattore del giornale
Titoli in altre lingue:
Tedesco: Woodoo - Die Schreckeninsel der Zombies
Francese: L'Enfer des zombies
Spagnolo (Spagna): Nueva York bajo el terror de los zombies
Francese: L'Enfer des zombies
Spagnolo (Spagna): Nueva York bajo el terror de los zombies
Spagnolo (Argentina): Zombie: Noche de pánico
Portoghese (Portogallo): Zombi 2 - A Invasão dos Mortos-Vivos
Portoghese (Portogallo): Zombi 2 - A Invasão dos Mortos-Vivos
Portoghese (Brasile): Zumbi 2 - A Volta dos Mortos
Polacco: Zombie – pożeracze mięsa
Russo: Зомби 2
Polacco: Zombie – pożeracze mięsa
Russo: Зомби 2
Budget: 410 milioni di lire italiane
Box Office: 1.592 milioni di dollari US
Slogan promozionale:
"Quando i morti usciranno dalla tomba, i vivi saranno il loro sangue."
Citazioni:
"Padre... dove sei? Io ti ho visto... con i miei occhi! Il tuo cuore si è fermato... ma io ti ho visto... camminare!"
"A tutte le stazioni radio: una terribile epidemia ha colpito New York, e sembra provenire da lontano... orde di cadaveri tornano in vita e mangiano i vivi... la testa è il loro punto debole. A tutte le stazioni radio militari: ci serve aiuto!"
Trama:
Trama:
Un'imbarcazione abbandonata va alla deriva nel porto di New York e viene abbordata da due pattugliatori. Uno zombie nascosto uccide uno degli agenti, ma viene colpito dal compagno del morto e cade in mare; il corpo del poliziotto ucciso viene portato all'obitorio. Anne Bowles viene interrogata dalla polizia, poiché la barca apparteneva a suo padre. Lei afferma che l'uomo starebbe conducendo ricerche a Matul, un'isola dei Caraibi. Intanto il giornalista britannico Peter West sta indagando sulla bizzarra storia; lui e la Bowles si conoscono e fanno coppia. Scoprono che il padre di lei soffre di una strana malattia, proprio sull'isola misteriosa. Così per raggiungere la destinazione noleggiano una barca e due guide, il biondiccio e irsuto Brian Hull con la sua ragazza Susan Barrett, una bella giunonica coi capelli corti, bruni e crespi. Nel frattempo, proprio a Matul, il medico britannico David Menard e sua moglie Paola stanno studiando il fenomeno della rianimazione degli zombie, che sta presentando piede con particolare intensità. Paola vorrebbe fuggire da quel luogo maledetto, ma suo marito insiste per restare, spinto dalla sua etica ippocratica e dalla pignoleria. Quella notte Paola è sola in casa quando uno zombie tenta di entrare; lei chiude la porta ma la creatura innaturale riesce a sfondarla con un braccio. Paola viene uccisa in modo atrocissimo, con l'occhio straziato da una grossa scheggia di legno. Avvicinandosi a Matul, Susan si tuffa nell'oceano vicino alla barca. Incontra uno squalo gigantesco e fugge dietro una barriera corallina solo per essere avvicinata da uno zombie sommerso. Tornando a galla, la donna raggiunge la barca mentre lo squalo e lo zombie si attaccano a vicenda. Alla fine, l'imbarcazione riesce ad attraccare a Matul. Il dottor Menard è allarmato quando scopre che uno dei suoi colleghi, Fritz, è morto a causa di un'infezione maligna in seguito al contatto con uno zombie. Dice quindi al suo staff superstite di sparare a vista a tutti i cadaveri mirando alle loro teste. Mentre scava una fossa per un defunto, avverte uno strano segnale luminoso e lo segue fino a scoprire il gruppo di barche. Il dottor Menard rimanda i membri dello staff nella sua villa per andare a prendere sua moglie, ma questi scoprono il cadavere di Paola che viene divorato dagli zombie. Il gruppo respinge a fatica un attacco contro di loro e fugge a bordo di una jeep, con West che subisce un infortunio alla caviglia quando il veicolo vira fuori strada dopo essersi schiantato contro uno zombie. Riposando in una radura nella giungla, il gruppo si rende conto di essersi inoltrato in un cimitero dell'era dei Conquistadores; Susan viene uccisa da uno dei cadaveri animati, che si solleva dalla terra e le dilania la gola, rompendole le carotidi fino a farla dissanguare. Mentre altri cadaveri coperti di terriccio cominciano a muoversi, il gruppo fugge all'ospedale locale, dove il dottor Menard spiega che i morti stanno risorgendo a causa di una maledizione voodoo che non è stato capace di fermare. L'ospedale è assediato dagli zombie e il dottor Menard rimane ucciso dal cadavere rianimato di Fritz. Mentre gli zombie tentano di entrare, anche coloro che sono in cura per l'infezione all'interno dell'ospedale si rianimano, uccidendo diversi membri del personale ospedaliero che erano rimasti indietro. Mentre i morti viventi sfondano la porta dall'esterno, Bowles, West e Hull danno fuoco all'edificio e iniziano a sparare agli zombie; il non morto Barrett morde Hull al braccio ma viene colpito alla testa da West. Bowles, West e Hull scappano sulla barca e lasciano l'isola. In mare, Hull muore a causa dell'infezione e il suo corpo viene rinchiuso in una cabina per essere utilizzato come prova di quanto accaduto. Tuttavia, mentre la barca si avvicina di nuovo a New York, una trasmissione radiofonica riporta che la città è sotto attacco da parte degli zombie, il risultato della contaminazione iniziale al porto. Lo stesso cadavere di Hull mostra segni di pseudo-vita: vediamo la porta rossiccia della cabina in cui era stato chiuso, con la maniglia che si muove in modo violento! Sul ponte di Brooklyn gli zombie stanno marciando, diretti verso il centro della città, mentre le autorità hanno ormai perso il controllo.
Questo film è il primo horror in cui si è cimentato Fulci, che prima di allora aveva diretto commedie grottesche, thriller e spaghetti western. Rispetto alla Trilogia della Morte (1980 - 1981), sembra ancora abbastanza primitivo e non è altrettanto ricco di spunti metafisici, tuttavia ha qualcosa di ipnotico che incatena lo spettatore. Ha avuto un grandissimo successo in tutto il mondo e con le sue innovazioni ha impresso al genere un cambiamento duraturo, fino ad assurgere allo stato di cult movie. La genesi di questa pellicola fu complessa. In origine era previsto un budget bassissimo e il regista avrebbe dovuto essere Joe D'Amato, ma il produttore, Ugo Tucci, ritenne la scelta inottoppurtuna. Joe D'Amato (pseudonimo di Aristide Massacesi) era un cineasta molto prolifico: tra il 1972 e il 1979 aveva diretto una trentina di film. Tuttavia Tucci lo considerava più che altro incline all'erotismo, e per questo notivo non lo vedeva in sintonia con l'horror. Il budget fu alzato e fu proposta la regia a Enzo G. Castellari (pseudonimo di Enzo Girolami), che però rifiutò, chiedendo una cifra considerata eccessiva, affermando di nutrire scarso interesse per il genere. Così entrò in scena Fulci. Tucci era convinto che Fulci potesse funzionare, perché alcuni dei film, pur essendo di genere diverso, in alcune scene viravano all'horror. Basti pensare a Non si sevizia un paperino (1972) e al western cannibalico I quattro dell'apocalisse (1975), entrambi interpretati da Thomas Milian. La fonte di ispirazione del regista romano era il teatro della crudeltà di Antonin Artaud. Soggetto e sceneggiatura sono di Elisa Briganti, moglie di Dardano Sacchetti. Sacchetti però non volle firmarsi per via di un lutto: era morto suo padre e avere a che fare con l'idea dei morti viventi in un periodo tanto difficile lo destabilizzava. In seguito, lo stesso Sacchetti ebbe a dire che se Fulci avesse avuto a disposizione un budget ben più consistente e se avesse creduto di più nel progetto, mettendoci l'ispirazione che avrebbe poi messo nel secondo film della Trilogia della Morte (... e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà, 1981), la pellicola sarebbe stata un capolavoro. A parer mio è un capolavoro così com'è!
Sequenze memorabili
La moglie del dottor Menard lotta disperatamente per impedire a uno zombie particolarmente aggressivo di entrare in casa. Chiudere la serratura è inutile: un braccio della creatra demoniaca penetra all'interno dalla porta mandata in frantumi e afferra la donna per lo scalpo, spingendola contro una scheggia acuminata, che istante dopo istante si avvicina al globo oculare - le riprese sono agghiaccianti - fino a penetrare attraverso la pupilla, squarciando l'umor vitreo e facendosi strava verso il cervello! La vittima urla al cielo il suo dolore, incapace di morire!
La lotta subacquea tra uno zombie e uno squalo è senza dubbio una delle scene più originali della storia della Settima Arte. Il morto vivente strappa un grosso brano di carne succulenta dal predatore marino e la divora avidamente, mentre il sangue scuro si sparge nelle acque oceaniche!
Quando uno zombie verminoso si getta contro la giunonica Susan, azzannandola al collo, un'impetuosa fontana di sangue scaturisce dallo spaventoso squarcio aperto nella carne, sembra quasi che si sia spaccato un barile di vino. La pelle lacerata sembra fatta di gomma, la sensazione è quasi irreale. Tutto il fluido vitale si rovescia sul corpo morente, che stramazza al suolo. I suoi occhi sono spalancati, fissi sul Cielo del Nulla. A questo punto la donna è morta (ancora per poco).
Che dire poi del lungo assalto degli zombie che vengono avvolti dalle fiamme appiccate dalle bottiglie incendiarie? Sembrano i dannati nella Gehenna! Da vedere e rivedere!
Un fanta-toponimo: Matul
Al momento il nome Matul non è etimologizzabile. In ogni caso non ha nulla che possa essere identificato a partire dal lessico delle lingue amerindiane un tempo parlate nelle isole caraibiche. Non sono riuscito a venirne a capo cercando tra le radici delle lingue Arawak e Caribe, oltre che dello Warao attualmente parlato in Venezuela e in Guyana, ma un tempo presente anche a Cuba. Si dovrebbe cercare di capire da dove lo sceneggiatore o chi per lui ha tratto l'ispirazione: quando si danno nomi a luoghi o a persone, raramente esistono creazioni del tutto arbitrarie, senza alcun fondamento nella realtà. In questo caso, si capisce che è un'impresa futile come la ricerca di un ago in un pagliaio.
Il cimitero dei Conquistadores
"È un elmo. È molto antico", dice il biondiccio Hull, maneggiando il reperto fangoso che ha trovato nel terriccio. Poi aggiunge: "Siamo capitati in un vecchio cimitero spagnolo". Subito mi è saltato agli occhi il rimasuglio di una lapide, recante questa scritta mutila:
CARLOS
- 1838
- 1838
Più avanti ce n'è un'altra, che ha questa scritta, anch'essa mutila:
CRISTOBAL
- 1130
Conquistadores dal XII secolo, prima della scoperta dell'America, fino in pieno XIX secolo, quando dell'Impero Spagnolo restava solo qualche cariatide. Che dire? Le vicende narrate dal film fulciano sono incubiche e non presuppongono una collocazione rigorosa nel corso storico in cui conduciamo la nostra esistenza. Se una persona sogna qualcosa durante la notte, non passa al pettine della razionalità le visioni inquietanti che sta sperimentando, per quanto incongrue e assurde possano sembrargli.
Effetti speciali
Se dobbiamo essere sinceri, certi effetti speciali sono abbastanza grossolani e lasciano un po' perplessi. C'è addirittura chi pensa che per questo motivo la pellicola meriti l'attribuzione alla galassia del trash. Un morto vivente sorge dal terriccio del cimitero ispanico, muovendosi come se fosse un mero pupazzo spinto da una molla infilata nella schiena! Ogni suo dettaglio è statico. Soltanto i vermi nell'orbita di un suo occhio, che sono lombrichi rosati, non candidi cagnotti, mostrano guizzi di vita. Sembrano spaghetti proteici semoventi e grassocci. Quando la statura del cadavere animato è quasi eretta, i movimenti degli invertebrati si fanno più intensi, tanto che qualche anellide si stacca dai tessuti molli dello zombie e cade al suolo. Poi la massa verminosa non è quasi più visibile. Quando un altro cadavere di uno spagnolo sta riprendendo vita, il suo cranio emerge da una zolla di terriccio molle. Si vede subito che ad effettuare la ripresa è una telecamera rudimentale, con pezzi di fango che cadono sul vetro e vi restano attaccati. L'effetto è straniante e grottesco. Conserva comunque un suo fascino. Non è banale.
Che odore ha uno zombie?
La domanda sulle proprietà organolettiche zombesche non è retorica e le sue conseguenze non sono di poco conto. Immagino che un morto vivente non profumi di lavanda. Questo è un dato di fatto incontrovertibile: lo zombie è un cadavere a tutti gli effetti. Anche ammettendo che la decomposizione dei tessuti rallenti o si arresti quando il morto vivente è animato dalla pseudo-vita che trascende la biologia, l'intensità dell'odore sarà quella raggiunta dal corpo prima della sua trasformazione (Romero, 1978). Il cadavere zombificato non si muove grazie a funzioni corporali analoghe a quelle dei vivi, ma è comunque soggetto alle leggi della tanatologia: è innegabile che molti di questi esseri sono risorti quando già si trovavano in avanzato stato di sfacelo.
Ricordo un mondo movie ambientato in Papua Nuova Guinea, uno dei tanti nati sull'onda di Mondo cane di Gualtiero Jacopetti (1962), quella stronzata assoluta con gli squali di gomma presi a pugni, che traumatizzò James G. Ballard e a me fece ridere. Credo proprio che fosse Nuova Guinea, l'isola dei cannibali, di Akira Ide (1972), una copro-duzione italo-giapponese. Tra le altre cose, si parlava della società segreta dei Tarawa, stregoni che si credevano in possesso del dono dell'invisibilità. Il commentatore, non senza una certa ironia, faceva notare che a un Tarawa l'invisibilità era del tutto inutile, visto che ci si accorgeva all'istante della sua presenza... dall'odore! Questi Papua puzzavano come cadaveri, da fare schifo, esalavano lezzi di formaggio rancido misto a merda grassa. Il capo dei Tarawa era putrido e colpito da una terribile miasi: si lamentava di continuo dei cagnotti che gli rosicchiavano le dita dei piedi!
Non si può quindi pensare che uno zombie possa avvicinarsi ai vivi senza che questi ne avvertano il tanfo vomitevole. Eppure i registi nella massima parte dei casi non considerano questo aspetto cruciale. Fulci potrebbe considerarsi un'eccezione alla regola, almeno per quanto riguarda una singola sequenza di Zombi 2. La mora crespa Susan, prosperosa e desiderabile, rimane sconvolta quando vede uno zombie emergere dal terriccio di morte. Increspa il naso e i muscoli facciali, proprio perché era afflitta da lezzi ammorbanti! Ha i conati, pare sul punto di vomitare. Una testimonianza unica nell'intera storia del cinema zombesco. Quante trame dovrebbero essere riscritte?
Filologia zombesca
È stato detto che rispetto a Romero, sempre pronto a fare critica sociale di stampo marxista, Fulci e Sacchetti avevano inteso portare il mito degli zombie alle sue origini haitiane e voodoo, basando la sceneggiatura su tre film: L'ombra che cammina (The Walking Dead, Michael Curtiz, 1936), Ho camminato con uno zombie (I Walked with a Zombie, Jacques Tourneur, 1943) e L'isola stregata degli zombies (Voodoo Island, Reginald Le Borg, 1957). Questo è verissimo. Bisogna però precisare che il mito dei morti viventi è molto più antico della deportazione di afroamericani nei Caraibi e della formazione della loro peculiare cultura. L'idea dei Ritornanti o Non-Morti è qualcosa che risale indubbiamente al Neolitico e che ha resistito a tutti i cambiamenti religiosi. Ben prima che Roma sorgesse, ben prima che l'Ellade si formasse, già si inumavano i morti con impedimenti, come grandi blocchi di pietra disposti sulle gambe, per ostacolare la loro fuoriuscita dal luogo di sepoltura. Questo terrore vive ancora oggi, nel cuore dell'Europa! Perché i preti cattolici benedicono i cadaveri e le tombe? Perché fanno mettere il rosario in mano ai morti? Perché fanno sì che ci siano croci dovunque nei cimiteri? Perché recitano la preghiera detta Eterno riposo, con la formula in latino Requiescat in pace "Riposa in pace"? Semplice: lo fanno per impedire al corpo del sepolto di risorgere come zombie!
Un'inconsistenza tecnica nel finale
Nella scena finale, una grande orda di zombie viene mostrata mentre attraversa il ponte di Brooklyn verso Manhattan sulla passerella progettata per i pedoni. Tuttavia si vede che sotto questa passerella, nelle corsie le auto civili attraversano il ponte con calma e ordine in entrambe le direzioni, come se nulla di anomalo stesse accadendo. Questo non ha il benché minimo senso. Il traffico su un ponte del genere può essere intenso nelle ore di punta. Durante un'apocalisse zombie, il traffico probabilmente si fermerebbe a causa di alcuni incidenti, del crollo delle società di rimorchio e dell'autorità - per non parlare di tutti coloro che cercherebbero freneticamente di andarsene. Perché i civili regolari dovrebbero entrare e uscire in modo ordinato dalla zona di guerra degli zombie? A seconda della direzione del traffico, dovrebbe essere totalmente caotico o addirittura inesistente. Ovviamente il regista ha riservato la parte superiore del ponte alle sue comparse, senza poter limitare l'accesso alla carreggiata sottostante.
Curiosità
Dato che all'epoca non esisteva la CGI e la produzione non aveva il budget per gli animatronici fantasiosi, per la famigerata scena di combattimento tra zombie e squali è stato utilizzato un vero squalo tigre. Lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) è una delle più pericolose specie di pesci cartilaginei: è un cacciatore solitario e notturno, predatore apicale (e buon commestibile), ma non bisogna rompergli i coglioni. Per evitare spiacevoli inconvenienti, l'addestratore Ramón Bravo ha dato da mangiare al simpatico animale subito prima delle riprese, drogandolo con una robusta dose di sedativo!
Durante le riprese a New York City, Captain Haggerty, che interpreta il grosso zombie calvo che attacca la pattuglia del porto all'inizio del film, entrava nel CBGB's, un piccolo bar Bowery che all'epoca era un fiorente locale punk rock. Era truccato da zombie con addosso il sangue finto e il fango incrostato su tutto il viso e il corpo. A causa degli eccentrici stili punk degli avventori del bar, veniva a malapena notato. Perfino il barista non lo guardava mai due volte.
Come in molti film horror italiani dell'epoca, metà del cast parlava solo inglese e l'altra metà solo italiano. Molte pellicole italiane prodotte per la distribuzione internazionale sono state girate senza audio; successivamente venivano registrate in studio tracce di dialogo in diverse lingue per le sovraincisioni. Dato che gli attori di Zombi 2 parlavano diverse lingue (e in alcuni casi una lingua non nativa), il doppiaggio in tutte le versioni del film non è completamente sincronizzato. Ian McCulloch, Tisa Farrow, Olga Karlatos e Stefania D'Amario erano del cast principale di lingua inglese, mentre Al Cliver, Auretta Gay e Dakar erano del cast principale di lingua italiana.
Le gravi conseguenze del titolo
Le leggi italiane sul copyright all'epoca erano tutto sommato abbastanza liberali e permettevano di etichettare un film come sequel di un'opera del tutto diversa e di un altro autore, per motivi grettamente pubblicitari (non si diceva ancora sequel, si usava un vocabolo italiano: seguito). Così il film di Fulci fu intitolato Zombi 2 e presentato come seguito di Zombi di George A. Romero (Dawn of the Dead, 1978), con cui nulla ha a che fare, a parte il fatto di trattare di morti viventi. Questa scelta commerciale, a quanto pare non dovuta direttamente a Fulci, ebbe severe e funeste conseguenze nel mondo del cinema a livello internazionale, non soltanto in Italia e non soltanto sul genere horror. Si ebbero in particolare ripercussioni indirette sulla fantascienza.
Le cose andarono grossomodo così (non ho la pretesa dell'esattezza assoluta): una sera nell'Urbe, mentre in molti appartamenti si facevano le batterie di pasoliniana memoria, Ciro Ippolito stava passeggiando per strada. A un certo punto vide i manifesti di Zombi 2, proprio dopo quelli di Alien di Ridley Scott. Fu incuriosito. Assieme ad alcuni suoi amici, andò subito a vedere Alien in una sala cinematografica, poi tutti insieme mangiarono una pizza di mezzanotte, commentando quanto avevano visto. A Ippolito venne dunque un'idea improvvisa e folgorante, riassumibile in questa equazione:
Zombi 2 + Alien = Alien 2
Così decise di realizzare un film trash allucinante, che intitolò Alien 2 - Sulla Terra (1980). Intanto, a causa di questa operazione, Ridley Scott non poté far intitolare Alien 2 il seguito di Alien (1979). Date le leggi sul copyright vigenti negli States, non poté neanche utilizzare una sceneggiatura (credo fosse già pronta) che prevedeva l'arrivo dell'esiziale creatura aliena sulla Terra. Fallirono tutti i suoi tentativi per acquistare i diritti d'autore della pellicola di Ippolito, al fine di mandarla al macero e farla dimenticare. Per questo motivo, nel 1986 James Cameron dovette girare il seguito di Alien intitolandolo Aliens (in italiano Aliens - Scontro finale), avendo la massima cura di evitare la Terra come ambientazione. I fan di Alien sognano ancora invano l'irruzione dello xenomorfo sul nostro pianeta! Ignorando del tutto gli antefatti da me sommariamente esposti, non hanno la benché minima consapevolezza del fatto che non vedranno mai realizzato il loro sogno.
Critica e censura
Subito si scatenarono feroci polemiche: l'accusa fu quella di plagio. Un'accusa sanguinosa che tuttavia non impedì il successo.
A
quanto ho potuto leggere, quando il film uscì, il regista ricevette una
lettera da George Romero e da Dario Argento, che lo accusarono di
plagio. Erano furibondi, anche perché a causa del titolo Zombi 2, ci furono difficoltà a realizzare il seguito di Dawn of the Dead, che fu diretto soltanto nel 1985, con il titolo di Day of the Dead. Fulci rispose per le rime, elencando tutti i film sugli zombie realizzati fino ad allora, intimando ai sui detrattori di tacere ("Se ho copiato da voi, allora ho copiato anche da loro. Statevene zitti").
Uno dei giudizi più severi fu quello espresso da Morando Morandini, che etichettò Zombi 2 come un "instant movie sulla scia del film di Romero. Effettacci, personaggi labili, privo di suspense. Nocivo a tempo pieno."
In seguito, negli anni '90, si ebbe una potente rivalutazione proprio in Italia. La rivista Nocturno definisce Zombi 2 come "un'opera rivoluzionaria, dal punto di vista estetico e tecnico, rispetto alla tradizione horror, e non solo italiana. Effetti speciali di raccapricciante impatto visivo, violenza iperrealista, colori accesissimi e suoni parossisticamente dilatati."
Secondo Antonio Tentori, il film sarebbe "il primo vero esempio di horror totale e situazionista. Tutto può accadere in qualsiasi momento. Non importa il susseguirsi logico della storia, quanto l'accumulo in un continuo e a tratti insostenibile crescendo di shock legati alle singole situazioni."
Secondo Antonio Tentori, il film sarebbe "il primo vero esempio di horror totale e situazionista. Tutto può accadere in qualsiasi momento. Non importa il susseguirsi logico della storia, quanto l'accumulo in un continuo e a tratti insostenibile crescendo di shock legati alle singole situazioni."
Nell'agosto 1979, in Italia il film fu vietato ai minori di 18 anni (visto censura n. 73936). Dieci anni dopo, nel 1989, una versione tagliata di 140 metri e fu vietata ai minori di 14 anni (visto censura n. 84788).