martedì 9 novembre 2021

 
THE WICKER MAN
 
Titolo originale: The Wicker Man
AKA: L'uomo di vimini
Lingua: Inglese
Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 1973
Data di uscita: 6 December 1973
Durata: 88 min
   102 min (Director's Cut)
Genere: Orrore
Sottogenere: Horror popolare
Regia: Robin Hardy
Soggetto: David Pinner (non accreditato)
Sceneggiatura: Anthony Shaffer
Produttore: Peter Snell
Casa di produzione: British Lion Films
Fotografia: Harry Waxman
Montaggio: Eric Boyd-Perkins
Musiche: Paul Giovanni e Gary Carpenter
Scenografia: Seamus Flannery
Interpreti e personaggi:
    Edward Woodward: Sergente Howie
    Christopher Lee: Lord Summerisle
    Diane Cilento: Miss Rose
    Britt Ekland: Willow MacGregor
    Ian Campbell: Oak
    Lesley Mackie: Daisy
    Ingrid Pitt: La bibliotecaria
    Aubrey Morris: Il becchino
    Lindsay Kemp: Alder MacGregor
    Russell Waters: Il capitano di porto
    Irene Sunter: May Morrison
    Jennifer Martin: Myrtle Morrison
    Donald Eccles: T. H. Lennox
    Walter Carr: Il maestro di scuola
    Roy Boyd: Broome
    Paul Giovanni: Un musicista
    Peter Brewis: Un musicista
    Geraldine Cowper: Rowan Morrison
    John Young: Pescivendolo
    Myra Forsyth: Signora Grimmond
    Barbara Rafferty: Donna con bambino
    John Sharp: Dottor Ewan
    Alison Hughes: Fidanzata vergine del Sergente Howie
    John Hallam: Conestabile di Polizia McTaggart
    Tony Roper: Postino  
Titoli in altre lingue: 
   Francese (Canada, Belgio): Le dieu d'osier  
   Spagnolo (Spagna): El hombre de mimbre  
   Spagnolo (Argentina, Venezuela): El culto siniestro
   Greco: Το καταραμένο σκιάχτρο 
   Greco (traslitterato): To katarameno skiahtro 
   Ungherese: A vesszőből font ember
   Lituano: Karklu zmogus 
   Norvegese: Narrenes konge 
   Svedese: Dödlig skörd 
   Turco: Lanetli Ada 
   Polacco: Kult 
   Polacco (titolo TV): Slomiane bóstwo
   Sloveno: Moz iz protja 
   Russo: Плетеный человек 
   Giapponese: ウィッカーマン
Budget: 471.600 – 500.000 sterline
Box office: 475.661 dollari US
 
Citazioni:
 
"For believing what you do, we confer upon you a rare gift, these days - a martyr's death."
(Lord Summerisle)
 
Traduzione: 
"Credendo in ciò che credi, ti conferiamo un dono raro in questa epoca - una morte da martire."

Trama:
Il Sergente Neil Howie si reca in idrovolante nella remota isola di Summerisle, nelle Ebridi, dopo aver ricevuto una lettera in cui si denunciava la scomparsa di una giovane ragazza, la fulva Rowan Morrison. Dato che l'isola è impervia, sembra molto difficile che la fanciulla possa essersene andata via di sua volontà. Howie, che è un cristiano devoto e casto appartenente a una setta evangelica particolarmente fanatica, si mette ad indagare ma non ottiene alcun risultato di rilievo, visto che nessuno sembra aver mai sentito parlare di Rowan. L'ufficiale rimane fortemente turbato quando scopre che gli isolani praticano un antico culto pagano celtico. Le coppie fanno sesso apertamente nei campi, ai bambini viene insegnata a scuola la natura fallica dell'Albero di Maggio. Per curare la pertosse vengono messi in bocca i rospi. Le persone portano nomi di alberi, fiori ed erbe. Nell'isola non ci sono ministri o preti cristiani. La sua chiesa e i suoi cimiteri sono stati da lungo tempo sconsacrati e ora vengono utilizzati per i peculiari rituali funebri della gente del luogo, che crede nella reincarnazione. Durante la permanenza alla taverna Green Man Inn, il sergente nota una serie di fotografie che celebrano il raccolto annuale, ciascuna raffigurante una giovane ragazza nei panni della Regina di Maggio. Manca proprio la fotografia dell'ultima celebrazione; tuttavia il gerente gli dice che è stata rimossa perché si era rotta. Persino la donna identificata come la madre di Rowan nega in modo pervicace la sua esistenza. Anche alla scuola locale tutti gli alunni negano che la ragazzina sia mai esistita; tuttavia nel registro scolastico il nome di Rowan risulta presente. Non potendo più sostenere l'omertà, l'insegnante suggerisce a Howie di recarsi al cimitero, dove trova la tomba di Rowan. L'inglese va su tutte le furie, incenerisce con lo sguardo una ragazza venuta a portare un uovo, trattenendosi a stento dal massacrarla a sganassoni come vorrebbe, quindi distrugge le offerte pagane e colloca sulla tomba una croce improvvisata. Sembra Olaf Tryggvason redivivo! Per ottenere il permesso di compiere
l'esumazione, si reca dal signore dell'isola, Lord Summerisle. Il nobiluomo gli spiega che suo nonno, un agronomo vittoriano, sviluppò varietà di alberi da frutto che avrebbero prosperato nel clima scozzese e incoraggiò la convinzione che le antiche divinità avrebbero portato immensa prosperità sull'isola se la popolazione avesse abbracciato la religione pagana. Avendo ottenuto abbondanti raccolti, il culto pagano si impose e i ministri cristiani abbandonarono l'isola. Il sergente si mostra arrogante, arrivando ad ammonire Lord Summerisle e a ricordargli che è un suddito di un paese cristiano. Ottenuto il permesso per l'esumazione, non riesce a trovare il cadavere di Rowan: all'interno della bara c'è soltanto la carcassa di una lepre. Salta invece fuori la fotografia mancante, in cui la giovane è tra le ceste vuote, perché il raccolto è fallito. Tornato nella taverna, la figlia del padrone di casa tenta di sedurlo, ma lui resiste, perché crede nell'istituto del fidanzamento e intende conservarsi vergine per il matrimonio, ovviamente inteso come sacramento cristiano. In seguito ad alcune letture nella biblioteca, si fa strada nel sergente l'idea, niente affatto peregrina, che Rowan sia ancora viva ma nascosta, dovendo essere sacrificata agli dei pagani a causa di questo fallimento. In cerca di assistenza dalla terraferma, Howie torna sul suo idrovolante per scoprire che non funziona più e la sua radio è danneggiata: non può andarsene o chiedere aiuto. Gli eventi precipitano. Quello stesso giorno, durante la celebrazione del Primo Maggio, Howie tramortisce il locandiere, gli ruba il costume e la maschera di Punch, quindi si infiltra nella parata. Viene però scoperto e smascherato. Lord Summerisle gli rivela che Rowan non è mai stato il sacrificio previsto. A dover essere immolato è lo stesso inglese, perché soddisfa i quattro requisiti previsti per essere una vittima adatta: è venuto di sua spontanea volontà, ha "il potere del Re" (ossia rappresenta la legge), è vergine ed è uno sciocco. Howie avverte Lord Summerisle che i raccolti stanno fallendo a causa del clima inadeguato e che gli abitanti del villaggio si rivolteranno gli si rivolteranno contro, sacrificandolo la prossima estate, quando il raccolto fallirà di nuovo. La fede del nobile nelle divinità è incrollabile: afferma che i raccolti non falliranno, perché l'offerta sacrificale sarà gradita. Gli abitanti del villaggio costringono Howie a entrare in una gigantesca statua di un uomo di vimini insieme a vari animali, quindi la danno alle fiamme e la circondano, cantando la canzone popolare inglese medio Sumer is icumen in. All'interno dell'uomo di vimini, Howie recita il Salmo 23, prega Dio e maledice gli isolani, ma non può nulla contro le fiamme, morendo per le ustioni. La testa dell'uomo di vimini crolla ardendo e rivela il sole al tramonto.  
 

Recensione: 
Un film decisamente insolito, bizzarro, forse addirittura unico nel suo genere. Secondo uno stratagemma ben collaudato, analogo al fantomatico manoscritto manzoniano che avrebbe ispirato i Promessi sposi o agli inesistenti testi ossianici che James Macpherson affermò di aver reperito, la vicenda narrata nella pellicola è presentata come reale. Chiaramente non ci casca nessuno, comunque è suggestivo. All'inizio della pellicola compare un avvertimento fittizio: "The producer would like to thank The Lord Summerisle and the people of his island off the west coasts of Scotland for this privileged insight into their religious practices and for their generous co-operation in the making of this film" ("Il produttore vorrebbe ringraziare Lord Summerisle e la gente della sua isola al largo delle coste occidentali della Scozia per questo sguardo privilegiato nelle sue pratiche religiose e per la sua generosa cooperazione nella realizzazione di questo film"). Il soggetto è tratto da un romanzo di David Pinner (che finì non accreditato), risalente al 1967 e intitolato Ritual. Ne riporto in forma sintetica la trama. A un agente di polizia inglese di nome David Hanlin, un cristiano puritano, viene chiesto di indagare su quello che sembra essere l'omicidio rituale di un bambino locale in un villaggio rurale della Cornovaglia. Durante il suo breve soggiorno, Hanlin si confronta con inganni psicologici, seduzione sessuale, antiche pratiche religiose e rituali sacrificali da incubo. L'attore Christopher Lee, il produttore Peter Snell e lo scrittore Anthony "Sleuth" Shaffer, si accordarono per acquistare i diritti sull'adattamento cinematografico del romanzo. Sono stato effettuati numerosi cambiamenti, ad esempio la Cornovaglia è diventata la Scozia insulare. L'opera compiuta è ottima. Vi è ben rappresentato lo scontro di due mondi tra loro incompatibili. Decenni dopo la sua iniziale distribuzione, la pellicola continua a ricevere critiche favorevoli, ed è considerato uno dei migliori film dell'anno 1973.
 
Riconoscimenti: 
 
- Nel 1974 The Wicker Man ha vinto il primo premio nel Festival di film fantastici in Parigi.
- Nel 1977 la rivista statunitense Cinefantastique ha definito The Wicker Man "Il Quarto potere dei film dell'orrore."
- Nel 1999 il British Film Institute ha inserito The Wicker Man al 96º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.
- Nel 2003 il Crighton Campus dell'Università di Glasgow ha dedicato una conferenza di tre giorni proprio a The Wicker Man.
- Nel 2006 The Wicker Man ha ricevuto il 45º posto nella lista Bravo dei 100 momenti più spaventosi del cinema.
- Nel 2008, a The Wicker Man è stato dato dal periodico Empire il 485º posto nella sua lista dei 500 film migliori della storia.
- Nel 2010 nel documentario BBC A History of Horror, l'attore Mark Gatiss ha nominato The Wicker Man come un buon esempio del genere da lui definito "folk horror", paragonabile a Il Grande Inquisitore (Michael Reeves, 1968) e La pelle di Satana (Piers Haggard, 1971). 
 
 
Etimologia di Summerisle 
 
In realtà esiste un piccolo arcipelago in Scozia chiamato The Summer Isles, ossia "le Isole dell'Estate" (gaelico Na h-Eileanan Samhraidh). Tuttavia, queste isole non hanno alcuna evidente connessione a questo film, almeno non in modo voluto. Si noterà che anche l'isola di Bermuda era precedentemente conosciuta anche come Somer's Isle, pur essendo una fonte d'ispirazione meno credibile. La parola isle "isola" è arcaica per island e deriva dal francese antico (in francese moderno è île). In ultima analisi la parola francese è l'esito naturale del latino īnsula. In island la -s- è dovuta a una falsa etimologia proprio per analogia ad isle:  in antico inglese era īġland, īeġland, īeġ, corradicale del tedesco -au "stanziamento su un fiume", comunissimo nei toponimi, oltre che del tedesco Eiland "isola" (la parola usuale è Insel) e dell'olandese medio eyland "isola".  
 
 
Howie e la religione nel Regno Unito 
 
Il sergente puritano afferma più volte il concetto secondo cui, essendo il Regno Unito un paese cristiano, ogni singolo suddito sarebbe di conseguenza obbligato ad aderire al Cristianesimo in una sua confessione. Qualcuno farà notare che in effetti il Regno Unito ha una religione di Stato, l'Anglicanesimo, una particolare confessione cristiana di cui il Sovrano d'Inghilterra è in automatico il capo supremo. Tuttavia questo non implica affatto l'inesistenza della tolleranza religiosa, ossia del diritto di ogni suddito britannico di aderire alla fede che preferisce. Se la popolazione di un'isola abbandonasse la propria confessione cristiana per adottare riti pagani ancestrali, vivendo di conseguenza (nei limiti delle leggi), sarebbe liberissima di farlo senza infrangere alcun principio giuridico del Regno. Si può quindi ritenere che il ragionamento del poliziotto inflessibile sia come minimo anacronistico. Ogni dettaglio del suo comportamento è volutamente odioso. Egli non mostra rispetto alcuno per coloro che lo ospitano e finisce col compiere svariati atti di prepotenza. Attacca verbalmente il Lord nella sua dimora signorile. Irrompe in casa d'altri, trova due pupazzi posizionati in modo da mimare una copula, ne rimane offeso e li scaraventa via. Si può dire che il suo comportamento sia tutto il contrario di quello che un rappresenante delle Forze dell'Ordine dovrebbe tenere. Abusa in modo sistematico del suo potere. La sceneggiatura è studiata in modo accurato, proprio per spingere lo spettatore a gioire della combustione finale di un simile molesto personaggio.   

 
Un'incoerenza o fallacia narrativa

A un certo punto Willow MacGregor, la bionda e procacissima figlia del taverniere, vagamente simile a Brigitte Bardot, cerca di sedurre il sergente puritano. In una camera vicina a quella occupata dal poliziotto barricato, la bionda ragazza danza nuda e canta di voler mungere il toro, riempiendo secchi con il suo sperma! Lui la guarda da una fessura ed è sconvolto dalla libidine, suda come un cavallo e si rivolge a Dio cercando con tutte le sue forze di resistere alla tentazione. Peccato che la cosa non abbia il benché minimo senso. Questo per un motivo molto semplice, direi quasi lapalissiano: se il poliziotto avesse ceduto alla tentazione e avesse consumato un atto sessuale con la procace ragazza, non sarebbe stato più vergine e quindi non sarebbe più sussistita la sua idoneità al sacrificio. Alla fine si scopre che i pagani di Summerisle lo hanno attirato sull'isola proprio per immolarlo, sapendolo vergine e rappresentante del Regno; la sua scelta tra le genti della terraferma non è stata senza difficoltà. Certamente avrebbero impedito con fanatica determinazione qualsiasi ostacolo al destino che gli avevano assegnato! 
 
Riporto il testo del canto seduttivo della pseudo-Bardot, biondissima e completamente nuda.
 
Willow's Song
 
Heigh ho.
Who is there?
No one but me, my dear.
Please come say,
How do?
The things I'll give to you.
A stroke as gentle as a feather.
Heigh ho. I am here. 
Am I not young and fair? 
Please come say, 
How do? 
The things I'll show to you. 
Would you have a wond'rous sight 
ummm 
The midday sun at midnight?
Fair maid, 
white and red, 
Comb you smooth and stroke your head, 
umm  
How a maid can milk a bull  
And every strike a bucketful 
 
Traduzione: 
 
Ii-oo
Chi c'è qui
Nessun altro a parte me
mio caro
Per favore
vieni
Dimmi come fare
le cose
Che ti dirò
Una carezza tanto dolce
come una piuma
Catturerò un arcobaleno in cielo
e ne legherò le estremità
insieme
Ii-oo
Sono qui
Non sono giovane
e bella?
Per favore
vieni
Dimmi come fare
che ti mostrerò
Potresti avere
una meravigliosa visione
Mmm hmm-hmm-mmm  
Il sole di mezzogiorno
a mezzanotte
Bella donzella,
rossa e bianca,
(i)
ti pettina con dolcezza
ed accarezza la tua testa
(ii)
Mmm mmm
Mmm mmm-mmm
Come una donzella può mungere un toro
Mm-hmm, mm-hmm
Ed ogni carezza
(iii)
Un secchio pieno


(i) I sottotitoli hanno "rosso e bianco": il traduttore si riferisce alla pelle dell'asta del poliziotto e al suo glande infiammato.  
(ii) È il Priapo rubizzo, il glandone! 
(iii) I sottotitoli traducono abusivamente stroke "colpo" con "carezza".

 
Alcune tracce musicali 
 
La colonna sonora, stranissima, è opera di Paul Giovanni; Gary Carpenter ha fatto l'arrangiatore musicale. Mi sento in dovere di riportare i testi di alcuni brani di sommo interesse.  

The Highland Widows Lament
 
Oh I am come to the low Country
Ochon, ochon,
Ochrie  
Without a penny
In my purse
To buy a meal
For me.  
One time I had
One hundred sheep
Ochon, ochon,
Ochrie
Keeping on yon narrow creek
And growing wool
For me 

Traduzione: 

Oh, arrivo
Alla terra del Nord
Ochon, ochon,
Ochrie
Senza un penny
Nella mia sacca
Per un pasto
Per me
Una volta avevo
Cento pecore
Saltellando in
Questo stretto ritornello
E coltivando lana
Per me

 
Note: 
Nel ritornello Ochon, ochon, ochrie, -ch- ha la pronuncia aspirata, come nel tedesco Achtung e come in Loch Ness. Non ha il suono palatale di much! Trascrizione: 
/o'χɔn, o'χɔn, o'χri:/
Non si capisce come mai purse "sacca" sia tradotto erroneamente come "senza paura" nei sottotitoli. Forse è per uno sbandamento dell'autore.

Corn Rigs and Barley Rigs 

It was upon a Lammas night 
when corn rigs are bonny 
beneath the moon's unclouded light 
I held awhile to Annie 
the time went by with careless heed  
til 'tween the late and early, 
with small persuasion she agreed 
to see me through the barley
Corn rigs and barley rigs, 
And corn rigs are bonny, 
I'll not forget that happy night  
among the rigs with Annie 

Traduzione:

Era una notte di mietitura
Quando le pannocchie sono buone
Sotto la luce senza nuvole della luna
Cedetti un po' con Annie
Il tempo passò senza preoccupazioni
Fin quando arrivò il giorno
Con poca persuasione lei accettò
di vedermi tra il frumento
Pannocchie e frumento
Ed il mais è buono
Non dimenticherò quella notte felice
Tra le pannocchie con Annie


Note: 
L'aggettivo bonny, bonnie in Scozia significa "buono", "bello". Deriva chiaramente dal francese antico bon "buono".
Per quanto riguarda la notte con Annie, che dire? Questa è la gioventù che tutti avremmo voluto vivere. Una gioventù di sperimentazioni, senza problemi e senza paure. Invece certe fortune capitano soltanto ai bulli! 
 
Ed ecco un canto erotico: 
 
Gently Johnny 
 
I put my hand on her knee
And she says do you want to see?
I put my hand on her breast
And she says do you want a kiss? 
I put my hand on her thigh
And she says do you want to try?
I put my hand on her belly
She says do you want to fill me?
Gently, gently 
Gently Johnny 
My jingaloe  
Gently, gently 
Gently Johnny 
My jingaloe
 
Traduzione: 
 
Metto la mano
Sul suo ginocchio
E lei dice
'Vuoi vedere?'
Metto la mano
Sul suo seno
E lei dice
'Vuoi un bacio?'
Metto la mano
Sulla sua coscia
E lei dice
'Vuoi provare?'
Metto la mano
Sul suo ventre
E lei dice
'Vuoi riempirmi?'
Dolcemente, dolcemente
Dolcemente, Johnny
Mio gigolo 
Dolcemente, dolcemente
Dolcemente, Johnny
Mio gigolo  

Note: 
L'enigmatica parola jingaloe /'dʒɪngələʊ/, scritta anche jingalo, è semplicemente un adattamento del francese gigolo alla fonetica inglese. Nei sottotitoli in italiano è lasciata non tradotta. Ho rimediato alla mancanza.

Questa canzone, cantata al suono del marranzanu e del violino, sintetizza la credenza druidica nel ciclo dell'esistenza e nella trasmigrazione, non necessariamente da essere umano ad essere umano. 
 
Maypole Song 

In the woods there grew a tree
and a fine fine tree was he
and on that tree there was a limb
and on that limb there was a branch
and on that branch there was a nest
and in that nest there was an egg
and in that egg there was a bird
and from that bird a feather came
and of that feather was a bed
and on that bed there was a girl
and on that girl there was a man
and on that man there was a seed
and on that seed there was a boy
and from that boy there was a man
and for that man there was a grave  
and from that grave there grew a tree 

Traduzione:

Nel bosco crebbe un albero
Era un bel bell'albero
E in quest'albero c'era un braccio 
E da quel braccio uscì un ramo  
E in questo ramo c'era un nido
E in questo nido c'era un uovo
E in quest'uovo c'era un uccello
E da questo uccello uscì una piuma
E da questa piuma uscì
Un letto
E sopra questo letto c'era una ragazza
E sopra questa ragazza c'era un uomo
E da quest'uomo uscì un seme 
E da questo seme uscì un bambino
E da questo bambino uscì un uomo
E per quest'uomo c'era una tomba
E da questa tomba crebbe
Un albero

Note: 
Si segnala una traduzione libera nei sottotitoli: "and on that man there was a seed" reso con "e da quell'uomo uscì un seme". Anche se tecnicamente non è esatta, la ammettiamo, perché la canzone allude a una cosa soltanto: la sborra!  
Questo tipo di canzone è stato usato da Noam Chomsky per dimostrare l'esistenza di una struttura ricorsiva senza limiti come caratteristica fondante del linguaggio umano. Ho potuto confutare a più riprese questa futile tesi. La ricorsività esiste ma è labile, non può essere infinita e incappa in un enorme numero di ambiguità che la invalidano! 
 
Attorno a un fuoco acceso al centro di un antico cerchio megalitico, danzano ragazze nude, intonando un incantesimo per favorire la gravidanza. Ci si sarebbe aspettati un testo in una lingua celtica, invece è in comune inglese. Alcuni passi della traduzione nei sottotitoli erano scadenti, così li ho messi a posto. 
 
The Fire Dance

Take the flame inside you
Burn and burn below
Fire seed and fire feed
And make the baby grow

Take the flame inside you
Burn and burn belay
Fire seed and fire feed
And make the baby stay

Take the flame inside you
Burn and burn belong
Fire seed and fire feed
And make the baby strong

Take the flame inside you
Burn and burn belie
Fire seed and fire feed
To make the baby cry

Take the flame inside you
Burn and burn begin
Fire seed and fire feed
And make the baby King


Traduzione:

Porta la fiamma dentro di te   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
e fa' crescere il bambino

Porta la fiamma dentro di te   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
metti il bambino in piedi

Porta la fiamma dentro di te  
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
e fa' rinvigorire il bambino  
 
Porta la fiamma dentro   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
per far piangere il bambino

Porta la fiamma dentro   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
e fa' del bambino il Re

 
C'è anche una canzone puttanesca da osteria, dedicata alla bionda e prosperosa pseudo-Bardot, che fa le gangbang con i veci!   
 
The Landlord's Daughter 
 
Much has been said of the strumpets of yore 
Of wenches and bawdy house queens by the score
But I sing of a baggage that we all adore,
The Landlord's Daughter
You'll never love another
Although she's not the kind of girl
to take home to your mother
Her ale it is lively and strong to the taste
It is brewed with discretion, never with haste
You can have all you like if you swear not to waste
The Landlord's Daughter
And when her name is mentioned
The parts of every gentleman
Do stand up at attention
Oh, nothing can delight so
As does the part that lies between
Her left toe
And her right toe
 
Traduzione:

Molto si è detto sulla meretrice dell'anno
Di ragazzate e concupiscenza
prostitute e inoffensività
Ma canto di una puttana
che tutti adoriamo
La figlia del proprietario
Mai ne vorremmo un'altra
Benché non sia il tipo di ragazza
Da presentare a tua madre
La sua birra è intensa
e di forte sapore
Si fa con discrezione,
mai con fretta
Può prendere tutto ciò che vuole
se giura di non sciuparla
La figlia del proprietario
E quando si menziona il suo nome
Gli attributi di tutti
gli uomini si alzano
Sull'attenti
Dice della giovane
tutto il popolo
Che si toglie la cintura
turandola via
Quella bambolina che la guarda
non è più terribile
Mentre prendo la figlia
del proprietario
Oh, niente delizia così tanto
- Come la parte che hai dentro
- Tra la punta del piede sinistro  
E del piede destro
 
 
Note:
Ci sono alcuni punti oscuri nella traduzione, come quando si parla di "ragazzate e inoffensività". 
La birra è una chiara allusione allo squirting.
I versi finali alludono al footjob: la pseudo-Bardot è abilissima nell'arte di masturbare i falli eretti usando i piedi! 
 

Un errore marchiano nei sottotitoli

Nella versione sottotitolata da me vista di Sumer is icumen in, la cosiddetta Canzone del Cuculo, compare un verso che dice "germoglia l'idromele". Molto suggestivo, non ci sono dubbi. Mi fa piacere ogni volta che si menziona la mia bevanza preferita! Il punto è che l'idromele fermenta, non germoglia. Non è un vegetale: è un sublime nèttare. Cos'è successo? Da dove è comparsa l'ambrosia divina? L'errore è stato prodotto da un'omofonia. 

mead /mi:d/ "idromele"
mead /mi:d/ "prato" (omofono): è un'antica variante di meadow /'mɛdəʊ/ "prato" 
 
Ecco svelato l'arcano: il ritornello diceva "germoglia il prato". La causa dell'equivoco è il traduttese, grossolano e incapace di gestire il lessico arcaico o poetico. 
Riporto il testo originale completo della canzone in medio inglese (XIII secolo), in cui la lettera þ è l'antico modo di scrivere th.
 
Sumer is icumen in 
 
Sumer is icumen in 
Lhude sing cuccu
Groweþ sed 
and bloweþ med 
and springþ þe wde nu
Sing cuccu 
 
Awe bleteþ after lomb 
lhouþ after calue cu 
Bulluc sterteþ 
bucke uerteþ 
murie sing cuccu 
 
Cuccu cuccu 
Wel singes þu cuccu 
ne swik þu nauer nu 
 
Sing cuccu nu · Sing cuccu 
Sing cuccu · Sing cuccu nu 
 
Traduzione 
 
L'estate è arrivata,
Canta più forte, cuculo,
Cresce il seme e fiorisce il prato
e spunta il bosco adesso.
Canta ora, cuculo, canta cuculo!  
 
La pecora bela dietro al suo agnello,
La mucca muggisce dietro al suo vitello.
Il torello si impenna,
Il caprone scorreggia.
Canta felice, cuculo! 
 

Cuculo, cuculo,
Tu canti bene, cuculo,
Non fermarti mai adesso!

Canta, cuculo, adesso! Canta, cuculo!
Canta, cuculo! Canta, cuculo, adesso!
 
Questo è puro anglosassone, dialetto del Wessex. Non vi è nemmeno una parola di origine francese, con buona pace dei coglioni che negano la natura germanica dell'inglese dicendo che sarebbe "francese mal pronunciato". 
Nel manoscritto originale della canzone, che riporta la notazione musicale, sono contenute anche alcune istruzioni in latino medievale, utili per cantarla: 
 
Hanc rotam cantare possunt quatuor socii. A paucio/ribus autem quam a tribus uel saltem duobus non debet/ dici preter eos qui dicunt pedem. Canitur autem sic. Tacen/tibus ceteris unus inchoat cum hiis qui tenent pedem. Et cum uenerit/ ad primam notam post crucem, inchoat alius, et sic de ceteris./ Singuli de uero repausent ad pausaciones scriptas et/non alibi, spacio unius longe note. 
 
Traduzione:  
 
Quattro compagni possono cantare in questo giro. Ma non deve essere cantato da meno di tre, o almeno due oltre a quelli che cantano il piede*. Ecco come si canta. Mentre tutti gli altri tacciono, una persona inizia contemporaneamente a chi canta a terra. E quando arriva alla prima nota dopo la croce**, deve cominciare un altro cantore, e così per gli altri. Ciascuno osservi le pause scritte per lo spazio di una nota lunga***, ma non altrove.

*Il piede è l'unità metrica.
**La croce che segna la fine delle prime due battute.
***Indica la terzina. 
 
La versione della canzone cantata nel film è in parte diversa, oltre che adattata in parte all'inglese moderno. Solo il verso iniziale è in medio inglese; non si trova ad esempio la desinenza verbale -eþ. Due sole strofe sono ripetute di continuo: 

Summer is icumen in
Loudly sing Cuckoo
Grows the seed and blows the mead
And springs the wood anew.
Sing Cuckoo!

Ewe bleats harshly after lamb
Cows after calves make moo
Bullock stamps and deer champs
Now shrilly sing Cuckoo ...
... Cuckoo ... Cuckoo.
O wild bird are you!
Be never still Cuckoo!

 
L'Antica Religione 

Alla base del film c'è un'idea molto diffusa ai nostri giorni: quella dell'esistenza di un'unica religione precristiana, detta "The Ould Religion", comune a tutti i popoli del Regno Unito e composta prevalentemente da elementi folklorici e carnevaleschi. In altre parole, questa tradizione sarebbe identica per i popoli di origine germanica, come gli Inglesi, e per quelli di origine celtica, come ad esempio i Gallesi e le genti delle Highlands. Si tratta di un'assurdità semplicistica, che ignora del tutto la geografia culturale e linguistica, oltre che la complessità della Storia. La cristianizzazione non è avvenuta dovunque nello stesso periodo e con le stesse modalità. Si è sovrapposta a tradizioni tra loro molto diverse. Prima di essere cristianizzati, i Sassoni, gli Angli e gli Juti adoravano Wôden e Thunor, a cui offrivano vari tipi di sacrifici anche umani, com'era costume antichissimo tra tutti i Germani. Per contro, i Britanni erano in maggioranza cristiani quando le legioni romane abbandonarono l'isola. 
 

Nel film non si ha la benché minima menzione di una lingua celtica effettivamente parlata dalla popolazione di Summerisle, che sembra essere soltanto anglofona da tempo immemorabile. Sono tuttavia menzionati due teonimi celtici:
1) Nuada (pronunciato erroneamente /nu'a:da/), considerato il nome del Dio del Sole;
2) Avellenau (pronunciato /avələ'naʊ/), considerato il nome della Dea dei Frutteti. 
Lord Summerisle arringa il popolo parlando della necessità un sacrificio congiunto al dio Nuada e alla dea Avellenau. 
Il teonimo Nuada non risulta connesso con il sole. Corrisponde chiaramente al britannico Nodens.   
Il teonimo Avellenau, non attestato, è stato derivato dal gallese antico avallen, avallenn "melo", "albero da frutto" (gallese moderno afallen "melo"), tramite il suffisso plurale -au: avallenau "meli", "alberi da frutto" (gallese moderno afallennau "meli"). In realtà non è plausibile una simile formazione di un nome proprio femminile da un plurale. Il nome è stato scelto perché rimanda al toponimo mitologico Avalon - anche se sembra essere un'etimologia popolare.  
 
Non è difficile comprendere le origini ultime della visione bidimensionale dell'antichità pagana della Gran Bretagna, in cui le più disparate suggestioni finiscono in un calderone indifferenziato: basta davvero poco per scorgere l'ombra le manipolazioni dell'occultista Gerald Gardner (1884 - 1964), fondatore della religione conosciuta come Wicca. Egli era un decostruzionista ante litteram, che ha fatto danni immensi. L'unica cosa positiva che aveva era la sua passione per le pratiche femdom. Va detto che il regista e lo sceneggiatore erano soprattutto interessati a trasmettere al pubblico qualcosa di comprensibile.   
 
 
L'uomo di vimini  

Il concetto di "uomo di vimini" si trova in un passo dei Commentarii de Bello Gallico di Gaio Giulio Cesare (Libro VI, 16). Il condottiero romano affermò che i Druidi dei Galli costruivano effigi con bastoni e vi mettevano uomini vivi, quindi li davano alle fiamme per rendere omaggio agli dei. Afferma inoltre che gli uomini scelti erano tipicamente criminali o schiavi. Ecco l'attestazione: 
 
Natio est omnis Gallorum admodum dedita religionibus, atque ob eam causam, qui sunt adfecti gravioribus morbis quique in proeliis periculisque versantur, aut pro victimis homines immolant aut se immolaturos vovent administrisque ad ea sacrificia druidibus utuntur, quod, pro vita hominis nisi hominis vita reddatur, non posse deorum immortalium numen placari arbitrantur, publiceque eiusdem generis habent instituta sacrificia. Alii immani magnitudine simulacra habent, quorum contexta viminibus membra vivis hominibus complent; quibus succensis circumventi flamma exanimantur homines. Supplicia eorum qui in furto aut in latrocinio aut aliqua noxia sint comprehensi gratiora dis immortalibus esse arbitrantur; sed, cum eius generis copia defecit, etiam ad innocentium supplicia descendunt. 
 
Traduzione: 
 
"I Galli sono molto dediti alle pratiche religiose, perciò quelli che sono gravemente ammalati o si trovano in guerra o in pericolo, fanno sacrifici umani o fanno voto di immolarne e si servono dei druidi come esecutori di questi sacrifici: essi credono infatti che gli dei immortali non possono essere soddisfatti se non si dà loro, in cambio della vita di un uomo, la vita di un altro uomo; fanno perciò anche sacrifici ufficiali di questo genere. Certe popolazioni costruiscono statue enormi, fatte di vimini intrecciati, che riempiono di uomini vivi ed incendiano, facendoli morire tra e fiamme. Credono che cosa più gradita agli dei sia il sacrificio di coloro che sono sorpresi a rubare, rapinare o commettere qualche altro delitto; ma quando mancano costoro, sacrificano anche degli innocenti."
 
Gli incompetenti storici moderni, decostruzionisti e inclini alla puffologia, sono particolarmente ostili al racconto di Cesare, la cui veridicità è stata da loro messa in dubbio a più riprese. Volendo dipingere i Celti come pacifisti New Age macrobiotici e Figli dei Fiori, questi fautori delle storture politically correct e woke cercano con ogni mezzo di correggere l'Universo, ricorrendo all'influenza mediatica per spargere baggianate di ogni sorta. La loro ansia di "riscrivere la storia" è ribadita dai giornalisti malfattori, a ogni piè sospinto. In realtà i Celti erano bellicosissimi e cruenti: non avevano nulla a che vedere con le stronzate moderne e postmoderne. La testimonianza di Cesare non è affatto isolata. Questo ci ha tramandato Strabone (Geographia, IV, 4, 5): 
 
καὶ τούτων δ᾽ ἔπαυσαν αὐτοὺς Ῥωμαῖοι καὶ τῶν κατὰ τὰς θυσίας καὶ μαντείας ὑπεναντίων τοῖς παρ᾽ ἡμῖν νομίμοις. ἄνθρωπον γὰρ κατεσπεισμένον παίσαντες εἰς νῶτον μαχαίρᾳ  ἐμαντεύοντο ἐκ τοῦ σφαδασμοῦ. ἔθυον δὲ οὐκ ἄνευ δρυϊδῶν. καὶ ἄλλα δὲ ἀνθρωποθυσιῶν εἴδη λέγεται: καὶ γὰρ κατετόξευόν τινας καὶ ἀνεσταύρουν ἐν τοῖς ἱεροῖς καὶ κατασκευάσαντες κολοσσὸν χόρτου καὶ ξύλων, ἐμβαλόντες εἰς τοῦτον βοσκήματα καὶ θηρία παντοῖα καὶ ἀνθρώπους, ὡλοκαύτουν.
 
Traduzione: 

"I Romani posero fine a queste usanze, nonché ai sacrifici e alle pratiche divinatorie contrastanti con le nostre istituzioni. Così un uomo era stato consacrato agli dei, lo si colpiva alla spalla con una spada da combattimento e si divinava il futuro a seconda delle convulsioni dell’agonizzante. Non si praticavano mai sacrifici senza l’assistenza dei druidi: così talora uccidevano le vittime a colpi di frecce, o le crocifiggevano nei loro templi o, ancora, fabbricavano un colosso di fieno e di legno, vi introducevano animali domestici e selvatici di ogni tipo assieme a degli uomini e vi appiccavano fuoco." 
 
Abbiamo poi la testimonianza di Diodoro Siculo (Bibliotheca historica, V, 32, 6): 
 
Ἀκολούθως δὲ τῇ κατ᾽αὐτοὺς ἀγριότητι καὶ περὶ τὰς θυσίας ἐκτόπως ἀσεβοῦσι· τοὺς γὰρ κακούργους κατὰ πενταετηρίδα φυλάξαντες ἀνασκολοπίζουσι τοῖς θεοῖς καὶ μετ᾽ἄλλων πολλῶν ἀπαρχῶν καθαγίζουσι, πυρὰς παμμεγέθεις κατασκευάζοντες. Χρῶνται δὲ καὶ τοῖς αἰχμαλώτοις ὡς ἱερείοις πρὸς τὰς τῶν θεῶν τιμάς. Τινὲς δ᾽αὐτῶν καὶ τὰ κατὰ πόλεμον ληφθέντα ζῷα μετὰ τῶν ἀνθρώπων ἀποκτείνουσιν ἢ κατακάουσιν ἤ τισιν ἄλλαις τιμωρίαις ἀφανίζουσι. 
 
Traduzione:
 
"Essi sono - è una conseguenza della loro natura selvaggia - di un'empietà mostruosa nei loro sacrifici. Così, tengono imprigionati i malfattori per un periodo di cinque anni e poi, in onore ai loro dei, li impalano e ne vanno degli olocausti, aggiungendo ad essi molte altre offerte, su immense pire appositamente preparate. Trasformano anche i prigionieri di guerra in vittime per onorare i loro dei. Alcuni usano allo stesso modo anche gli animali catturati in guerra. Li uccidono unitamente agli uomini o li bruciano, o li fanno perire con altri supplizi." 

Sono della convinzione che Cesare, Strabone e Diodoro Siculo siano più autorevoli dei moderni, perché scrivevano di cose e di persone loro contemporanee, senza essere contaminati da ideologie che non potevano nemmeno concepire. Santo Cielo, Cesare ha visto le genti delle Gallie con i propri occhi! Detto questo, non sono affatto inorridito dalle usanze degli antichi Celti: erano popoli gloriosi, del cui valore bisogna essere fieri! A destarmi ripugnanza è l'ipocrisia fondante di questi tempi in cui sono costretto mio malgrado a vivere!
 
Testimonianze moderne 
 
Grandi simulacri fatti di vimini erano bruciati in Francia ancora nel XIX e nel XX secolo, anche se ovviamente non vi erano rinchiusi esseri umani. In ogni caso, questi rituali di origine celtica erano perfettamente integrati all'interno della religione cattolica. Fino al 1743, la figura di un soldato fatto di vimini veniva bruciata il 3 luglio a Parigi, in Rue aux Ours, mentre gli astanti intonavano il Salve Regina (Frazer, 1922). A Brie la combustione di un gigante di vimini avveniva in occasione del Solstizio d'Estate e di questo fu testimone il folklorista e mitologo tedesco Wilhelm Mannhardt (1831 - 1880). Nel comune pirenaico di Luchon, nell'Alta Garonna, erano arsi vivi serpenti all'interno di una colonna di vimini ornata di foglie e fiori, sempre in occasione del Solstizio d'Estate. I giovani uomini danzavano attorno alla colonna in fiamme, mentre il clero e la folla intonavano inni. Un inglese poté assistere alla cerimonia nel 1890 (Davidson, 1988). Nel Portogallo settentrionale, il rituale del Careto si conclude con la combustione di una figura umana cornuta fatta di vimini.   

 
Punch, ovvero Pulcinella  
 
Il poliziotto si documenta nella biblioteca locale, leggendo da un grosso volume quanto riporto in questa sede, trascrivendo i sottotitoli in italiano: 

La festa del Giorno di Maggio 

L'uomo primitivo viveva e moriva per il suo raccolto. Lo scopo delle sue cerimonie primaverili era assicurare un autunno prosperoso. Vestigia di questi drammi di fertilità si trovano in tutta Europa. In Gran Bretagna, per esempio, si possono ancora vedere versioni esangui delle sue danze in remote popolazioni, il Giorno di Maggio. Certi tipi includono personaggi inquietanti, un uomo-animale o maschera-cavallo che galoppa alla testa della processione caricando contro le ragazze, un uomo-donna, il sinistro burlone che interpreta il capo della comunità o sacerdote, e l'uomo sciocco, Punch, la più completadi tutte le figure simboliche, il privilegiato babbeo e re per un giorno. Sei spadaccini seguono queste figure e nel clima della cerimonia uniscono le loro spade come chiaro simbolo del sole. In epoche pagane, senza divieti, queste danze non erano semplicemente pittoresche figure. Erano frenetici riti che finivano con il sacrificio. Con questo i ballerini si aspettavano disperatamente di placare la dea dei campi. In buone epoche, offrivano prodotti agli dei e uccidevano animali. Ma nelle annate cattive, quando il raccolto era povero, il sacrificio era un essere umano. In alcune culture, era proprio il re. In altre, la vergine più bella. Spesso lui o lei rimanevano nascosti durante i mesi prima della cerimonia, proprio come il sole si nasconde alla terra in inverno. I metodi sacrificali differivano. A volte la vittima veniva affogata in mare o arsa fino alla morte su una enorme pira sacrificale. A volte i sei spadaccini decapitavano ritualmente la vergine. Poi il sommo sacerdote scuoiava il bambino e indossando la pelle ancora calda, come un mantello, guidava l'allegra moltitudine per le strade. Poi il sacerdote rappresentava la dea rinata e garantiva un altro buon raccolto per l'anno successivo. 
 
Questa è la "narrazione" a cui il film di Hardy riconduce i culti pre-cristiani. Ebbene, il "re per un giorno" Punch ci è noto: in sostanza è Pulcinella. La famosissima maschera fu introdotta dalla commedia dell'arte italiana, non certo in epoca antica. Il personaggio mascherato apparve in Inghilterra nel XVII secolo. Nel XVIII furono fissate e codificate alcune sue caratteristiche: la gobba e il naso adunco, che quasi sfiora il mento prominente e incurvato verso l'alto. La casacca giullaresca di Punch è gialla e rossa, a differenza di quella bianca dell'originale Pulcinella, che di nero ha solo la maschera e le scarpe. Il nome Pulcinella, Pullicinella venne adattato in Pulchinello, dissimilato in Punchinello, quindi abbreviato in Punch. Elementi antichissimi e ben documentati, come il sacrificio del Re, vengono a mescolarsi in modo inestricabile a moderni articoli d'importazione. Trovo assurdo far apparire Punch come un residuo del paganesimo anglosassone o addiruttura di quello celtico: una simile strategia è pura e semplice disonestà intellettuale.  
 

Curiosità 

La barca a remi Evil Eye ("Malocchio"), che porta il sergente Howie da e verso il suo aereo, non è stata costruita per questo film. Apparteneva a un residente di Plockton. Dopo averla vista, i produttori hanno deciso che sarebbe stata adatta al film, così hanno chiesto al proprietario di poterla utilizzare. La barca è sopravvissuta fino al 2004, quando è stata distrutta da una tempesta. 

Molti anni dopo aver realizzato il film, Edward Woodward ha rivisitato alcuni dei luoghi dove è stato girato. Ha affermato di aver trovato la croce improvvisata, che Howie aveva ricavato da alcuni pezzi di legno, ancora intatta dove era stata lasciata nella scena originale. Sembra quasi che volesse far passare l'accaduto per un miracolo e che il ruolo del sergente puritano gli fosse entrato nel midollo! 

Le riprese sono avvenute in autunno, quando gli alberi non sono certo fioriti. Data l'impellente necessità cinematografica, sono stati realizzati fiori e germogli finti, applicati uno ad uno a mano. Le ragazze che zampettavano nude tra i cerchi megalitici (in realtà erano blocchi di cartapesta) hanno avuto qualche difficoltà per via del clima rigido. Per mitigare le terribili condizioni in cui si girava, furono utilizzate ventole industriali in grado di diffondere un po' di calore. 

Uno dei musicisti, Ian Cutler, ha scritto che il film è stato tagliato male nel corso degli anni. Alcune scene non sono mai apparse in nessuna delle molte versioni. Una di queste sequenze è "Dream". Mentre il sergente Howie dorme, la Mano della Gloria brucia. Il sogno è un caleidoscopio di immagini altamente simboliche. Un'enorme pietra a forma di uovo gira sempre più velocemente. Anche la donna nel cimitero, che sta dando da mangiare al bambino, ha l'uovo in mano e lo schiaccia. L'arrangiatore musicale Gary Carpenter ricorda qualcosa di simile: "Ho un vivido ricordo di aver dovuto realizzare la colonna sonora di una sequenza di sogno straordinariamente complessa per Howie, che era come post-registrare un'animazione, era così intricato. Le dissolvenze e l'uso estensivo di filmati di archivio per questa sequenza hanno seriamente intaccato il budget. Nonostante l'entusiasmo del regista, non ho mai visto più riferimenti ad essa e non è presente in nessuna versione esistente del film." Peccato! 
 
L'attrice che ha interpretato la pseudo-Bardot, la svedese Britt Ekland, era incinta di suo figlio Nic Adler durante le riprese e avrebbe accettato di girare le sue scene di nudo solo dalla vita in su. Una controfigura, Lorraine Peters, è stata segretamente utilizzata per le inquadrature posteriori a corpo intero della danza di Willow: la schiena e le sensualissime chiappe! Le scene sono state girate dopo che lei aveva lasciato il set. Al termine delle riprese, la Ekland era furiosa nell'apprendere di essere stata raddoppiata in quelle riprese, ma il regista ha detto che era lei non voleva che il suo sedere fosse filmato, perché non le piaceva. Ancora oggi, ogni volta che viene avvicinata dai fan per autografare le foto della scena di nudo integrale, rifiuta sempre, perché, come sottolinea continuamente, quella non è lei. Quante tragedie per un morbido culo! 
 
La locanda dell'isola prende il nome dall'Uomo Verde. L'Uomo Verde è una figura folcloristica, simbolo di rinascita che rappresentava il ciclo di nuova crescita che avviene ogni primavera. Si  ritiene che il Cavaliere Verde nel racconto arturiano Sir Gawain e il Cavaliere Verde (XIV secolo) rappresenti una versione medievale di questo racconto.  

Un sequel abortito 

Shaffer intendeva girare un sequel raccapricciante, di cui riuscì a produrre soltanto il copione, intitolato The Loathsome Lambton Worm ("L'odioso Verme di Lambton"). La trama era stupidissima: il Sergente Howie si sarebbe salvato in extremis a causa di una forte pioggia che avrebbe spento le fiamme. Questo appare in netta contraddizione col finale stesso di The Wicker Man, in cui si vede il gigantesco manichino di vimini che crolla in fiamme (è finita, nessuna pioggia può resuscitare un cadavere carbonizzato). Hardy detestava questa idea folle di Shaffer e la contrastò sempre. Gli ricordò anche che nel frattempo era passato un ventennio, con tutte le immaginabili conseguenze sul fisico degli attori. Così commentò il Verme di Lambton di Shaffer: "Lo so che lo aveva scritto, ma credo che non piacesse a nessuno. Se no, sarebbe stato girato". E questo è quanto.  
 
Lo pseudo-sequel: The Wicker Tree  

Lo stesso regista, Robin Hardy, nel 2010 ha girato quello che avrebbe dovuto essere un sequel di The Wicker Man: si è intitolato The Wicker Tree. Questa è la trama grezza, ridotta all'osso. Una coppia americana di missionari casti appartenenti alla Chiesa Evangelica, particolarmente aggressivi e puritani, si sono recati in Scozia per convertire i pagani, della cui esistenza hanno avuto notizia. Arrivati in loco, sono stati ricevuti dal Lord locale, interpretato proprio dal sulfureo Christopher Lee. I fan sono andati in delirio, assolutamente certi che il personaggio fosse quello di Lord Summerisle. A questo punto è accaduto qualcosa di imbarazzante. Dopo che il regista si è sbilanciato, ammettendo che i fan avevano ragione, Christopher Lee lo ha smerdato malamente. Sì, è stato come se gli avesse rovesciato addosso un gran secchio pieno zeppo di diarrea fumante. Ha dichiarato che Lord Summerisle e il nobiluomo visto in The Wicker Tree erano due personaggi diversi. Inoltre ha aggiunto che il film del 2010 non era da intendersi come un sequel di quello del 1973. Sembra che Hardy, mortificato e annichilito, per un po' non si sia mostrato in giro. Ancora oggi non si comprende il perché dell'agire distruttivo di Christopher Lee. Qualcuno ha definito il film un "sequel spirituale". Bah.    

Uno squallidissimo remake 

Nel 2006 fu fatto un remake The Wicker Man, che in italiano fu intitolato Il prescelto, diretto da Neil LaBute e ambientato negli States, dove è stata fatta una connessione con le onnipresenti streghe di Salem. Il ruolo del Sergente Howie, qui chiamato Edward Malus, è stato interpretato da Nicolas Cage. Ormai la Settima Arte è morta, si è ridotta a qualcosa di pappagallesco, ripetitivo fino allo sfinimento. Può soltanto cercare di reinterpretare i precedenti film nel tentativo di riplasmare il genere umano secondo i dettami del politically correct, imponendo al contempo una nuova iconografia asettica e artificiosa, facendo uso ed abuso di effetti speciali computerizzati alquanto insipidi. Non credo che vedrò Il prescelto, ho la netta impressione che sarebbe come infilare le mani in un secchio di cagnotti.      

venerdì 5 novembre 2021

 
ZOMBI 2
 
Titolo originale: Zombi 2
Lingua originale: Italiano, inglese
Paese di produzione: Italia
Anno: 1979
Durata: 91 min
Rapporto: 2,35:1
Genere: Orrore
Sottogenere: Zombesco, splatter 
Regia: Lucio Fulci
Soggetto: Elisa Briganti, Dardano Sacchetti
     (non accreditato)
Sceneggiatura: Elisa Briganti, Dardano Sacchetti
     (non accreditato)
Produttore: Fabrizio De Angelis, Ugo Tucci
Casa di produzione: Variety Film
Distribuzione in italiano: Variety Film
Fotografia: Sergio Salvati
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Giovanni Corridori, Giannetto De Rossi,
    Roberto Pace (non accreditato)
Musiche: Fabio Frizzi, Giorgio Tucci
Scenografia: Walter Patriarca
Costumi: Walter Patriarca
Trucco: Maurizio Trani, Giannetto De Rossi,
     Rosario Prestopino (non accreditato)
Interpreti e personaggi:
    Tisa Farrow: Anne Bowles
    Ian McCulloch: Peter West
    Richard Johnson: Dottor David Menard
    Al Cliver: Brian Hull
    Auretta Gay: Susan Barreto
    Stefania D'Amario: Clara, l'infermiera
    Olga Karlatos: Paola Menard
    Dakar: Lucas
    Ugo Bologna: Padre di Anne
    Omero Capanna: Zombie
    Alberto Dell'Acqua: Zombie
    Arnaldo Dell'Acqua: Zombie
    Roberto Dell'Acqua: Zombie
    Ottaviano Dell'Acqua: Zombie con l'occhio pieno di vermi
    Franco Fantasia: Matthias
    Lucio Fulci: Capo redattore del giornale
    Leo Gavero: Fritz
    Captain Haggerty: Zombie obeso sulla nave
    James Sampson: Dottore nero
    Ramón Bravo: Zombie subacqueo
    Giannetto De Rossi: Zombie con la mano su Paola
    Leslie Thomas: Coroner
    James Edward Sampson: Coroner
    Martin Sorrentino: Giornalista nell'ufficio editoriale
    Monica Zanchi: Zombie
Doppiatori originali:
    Giancarlo Maestri: Peter West
    Marcello Tusco: Dottor David Menard
    Sergio Di Giulio: Brian Hull
    Alida Cappellini: Susan Barreto
    Ada Maria Serra Zanetti: Paola Menard
    Guido De Salvi: Lucas
    Marcello Tusco: Capo redattore del giornale
Titoli in altre lingue: 
  Tedesco: Woodoo - Die Schreckeninsel der Zombies
  Francese: L'Enfer des zombies
  Spagnolo (Spagna): Nueva York bajo el terror de los zombies 
  Spagnolo (Argentina): Zombie: Noche de pánico
  Portoghese (Portogallo): Zombi 2 - A Invasão dos Mortos-Vivos
  Portoghese (Brasile): Zumbi 2 - A Volta dos Mortos
  Polacco: Zombie – pożeracze mięsa
  Russo: Зомби 2
Budget: 410 milioni di lire italiane 
Box Office: 1.592 milioni di dollari US 
 
Slogan promozionale: 
 
"Quando i morti usciranno dalla tomba, i vivi saranno il loro sangue."
 
Citazioni: 
 
"Padre... dove sei? Io ti ho visto... con i miei occhi! Il tuo cuore si è fermato... ma io ti ho visto... camminare!"
 
"A tutte le stazioni radio: una terribile epidemia ha colpito New York, e sembra provenire da lontano... orde di cadaveri tornano in vita e mangiano i vivi... la testa è il loro punto debole. A tutte le stazioni radio militari: ci serve aiuto!"

Trama: 
Un'imbarcazione abbandonata va alla deriva nel porto di New York e viene abbordata da due pattugliatori. Uno zombie nascosto uccide uno degli agenti, ma viene colpito dal compagno del morto e cade in mare; il corpo del poliziotto ucciso viene portato all'obitorio. Anne Bowles viene interrogata dalla polizia, poiché la barca apparteneva a suo padre. Lei afferma che l'uomo starebbe conducendo ricerche a Matul, un'isola dei Caraibi. Intanto il giornalista britannico Peter West sta indagando sulla bizzarra storia; lui e la Bowles si conoscono e fanno coppia. Scoprono che il padre di lei soffre di una strana malattia, proprio sull'isola misteriosa. Così per raggiungere la destinazione noleggiano una barca e due guide, il biondiccio e irsuto Brian Hull con la sua ragazza Susan Barrett, una bella giunonica coi capelli corti, bruni e crespi. Nel frattempo, proprio a Matul, il medico britannico David Menard e sua moglie Paola stanno studiando il fenomeno della rianimazione degli zombie, che sta presentando piede con particolare intensità. Paola vorrebbe fuggire da quel luogo maledetto, ma suo marito insiste per restare, spinto dalla sua etica ippocratica e dalla pignoleria. Quella notte Paola è sola in casa quando uno zombie tenta di entrare; lei chiude la porta ma la creatura innaturale riesce a sfondarla con un braccio. Paola viene uccisa in modo atrocissimo, con l'occhio straziato da una grossa scheggia di legno. Avvicinandosi a Matul, Susan si tuffa nell'oceano vicino alla barca. Incontra uno squalo gigantesco e fugge dietro una barriera corallina solo per essere avvicinata da uno zombie sommerso. Tornando a galla, la donna raggiunge la barca mentre lo squalo e lo zombie si attaccano a vicenda. Alla fine, l'imbarcazione riesce ad attraccare a Matul. Il dottor Menard è allarmato quando scopre che uno dei suoi colleghi, Fritz, è morto a causa di un'infezione maligna in seguito al contatto con uno zombie. Dice quindi al suo staff superstite di sparare a vista a tutti i cadaveri mirando alle loro teste. Mentre scava una fossa per un defunto, avverte uno strano segnale luminoso e lo segue fino a scoprire il gruppo di barche. Il dottor Menard rimanda i membri dello staff nella sua villa per andare a prendere sua moglie, ma questi scoprono il cadavere di Paola che viene divorato dagli zombie. Il gruppo respinge a fatica un attacco contro di loro e fugge a bordo di una jeep, con West che subisce un infortunio alla caviglia quando il veicolo vira fuori strada dopo essersi schiantato contro uno zombie. Riposando in una radura nella giungla, il gruppo si rende conto di essersi inoltrato in un cimitero dell'era dei Conquistadores; Susan viene uccisa da uno dei cadaveri animati, che si solleva dalla terra e le dilania la gola, rompendole le carotidi fino a farla dissanguare. Mentre altri cadaveri coperti di terriccio cominciano a muoversi, il gruppo fugge all'ospedale locale, dove il dottor Menard spiega che i morti stanno risorgendo a causa di una maledizione voodoo che non è stato capace di fermare. L'ospedale è assediato dagli zombie e il dottor Menard rimane ucciso dal cadavere rianimato di Fritz. Mentre gli zombie tentano di entrare, anche coloro che sono in cura per l'infezione all'interno dell'ospedale si rianimano, uccidendo diversi membri del personale ospedaliero che erano rimasti indietro. Mentre i morti viventi sfondano la porta dall'esterno, Bowles, West e Hull danno fuoco all'edificio e iniziano a sparare agli zombie; il non morto Barrett morde Hull al braccio ma viene colpito alla testa da West. Bowles, West e Hull scappano sulla barca e lasciano l'isola. In mare, Hull muore a causa dell'infezione e il suo corpo viene rinchiuso in una cabina per essere utilizzato come prova di quanto accaduto. Tuttavia, mentre la barca si avvicina di nuovo a New York, una trasmissione radiofonica riporta che la città è sotto attacco da parte degli zombie, il risultato della contaminazione iniziale al porto. Lo stesso cadavere di Hull mostra segni di pseudo-vita: vediamo la porta rossiccia della cabina in cui era stato chiuso, con la maniglia che si muove in modo violento! Sul ponte di Brooklyn gli zombie stanno marciando, diretti verso il centro della città, mentre le autorità hanno ormai perso il controllo.  
 

Recensione: 
Questo film è il primo horror in cui si è cimentato Fulci, che prima di allora aveva diretto commedie grottesche, thriller e spaghetti western. Rispetto alla Trilogia della Morte (1980 - 1981), sembra ancora abbastanza primitivo e non è altrettanto ricco di spunti metafisici, tuttavia ha qualcosa di ipnotico che incatena lo spettatore. Ha avuto un grandissimo successo in tutto il mondo e con le sue innovazioni ha impresso al genere un cambiamento duraturo, fino ad assurgere allo stato di cult movie. La genesi di questa pellicola fu complessa. In origine era previsto un budget bassissimo e il regista avrebbe dovuto essere Joe D'Amato, ma il produttore, Ugo Tucci, ritenne la scelta inottoppurtuna. Joe D'Amato (pseudonimo di Aristide Massacesi) era un cineasta molto prolifico: tra il 1972 e il 1979 aveva diretto una trentina di film. Tuttavia Tucci lo considerava più che altro incline all'erotismo, e per questo notivo non lo vedeva in sintonia con l'horror. Il budget fu alzato e fu proposta la regia a Enzo G. Castellari (pseudonimo di Enzo Girolami), che però rifiutò, chiedendo una cifra considerata eccessiva, affermando di nutrire scarso interesse per il genere. Così entrò in scena Fulci. Tucci era convinto che Fulci potesse funzionare, perché alcuni dei film, pur essendo di genere diverso, in alcune scene viravano all'horror. Basti pensare a Non si sevizia un paperino (1972) e al western cannibalico I quattro dell'apocalisse (1975), entrambi interpretati da Thomas Milian. La fonte di ispirazione del regista romano era il teatro della crudeltà di Antonin Artaud. Soggetto e sceneggiatura sono di Elisa Briganti, moglie di Dardano Sacchetti. Sacchetti però non volle firmarsi per via di un lutto: era morto suo padre e avere a che fare con l'idea dei morti viventi in un periodo tanto difficile lo destabilizzava. In seguito, lo stesso Sacchetti ebbe a dire che se Fulci avesse avuto a disposizione un budget ben più consistente e se avesse creduto di più nel progetto, mettendoci l'ispirazione che avrebbe poi messo nel secondo film della Trilogia della Morte (... e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà, 1981), la pellicola sarebbe stata un capolavoro. A parer mio è un capolavoro così com'è!  
 
 
Sequenze memorabili 
 
La moglie del dottor Menard lotta disperatamente per impedire a uno zombie particolarmente aggressivo di entrare in casa. Chiudere la serratura è inutile: un braccio della creatra demoniaca penetra all'interno dalla porta mandata in frantumi e afferra la donna per lo scalpo, spingendola contro una scheggia acuminata, che istante dopo istante si avvicina al globo oculare - le riprese sono agghiaccianti - fino a penetrare attraverso la pupilla, squarciando l'umor vitreo e facendosi strava verso il cervello! La vittima urla al cielo il suo dolore, incapace di morire!   

La lotta subacquea tra uno zombie e uno squalo è senza dubbio una delle scene più originali della storia della Settima Arte. Il morto vivente strappa un grosso brano di carne succulenta dal predatore marino e la divora avidamente, mentre il sangue scuro si sparge nelle acque oceaniche!  
 
Quando uno zombie verminoso si getta contro la giunonica Susan, azzannandola al collo, un'impetuosa fontana di sangue scaturisce dallo spaventoso squarcio aperto nella carne, sembra quasi che si sia spaccato un barile di vino. La pelle lacerata sembra fatta di gomma, la sensazione è quasi irreale. Tutto il fluido vitale si rovescia sul corpo morente, che stramazza al suolo. I suoi occhi sono spalancati, fissi sul Cielo del Nulla. A questo punto la donna è morta (ancora per poco).  
 
Che dire poi del lungo assalto degli zombie che vengono avvolti dalle fiamme appiccate dalle bottiglie incendiarie? Sembrano i dannati nella Gehenna! Da vedere e rivedere!  

Un fanta-toponimo: Matul 

Al momento il nome Matul non è etimologizzabile. In ogni caso non ha nulla che possa essere identificato a partire dal lessico delle lingue amerindiane un tempo parlate nelle isole caraibiche. Non sono riuscito a venirne a capo cercando tra le radici delle lingue Arawak e Caribe, oltre che dello Warao attualmente parlato in Venezuela e in Guyana, ma un tempo presente anche a Cuba. Si dovrebbe cercare di capire da dove lo sceneggiatore o chi per lui ha tratto l'ispirazione: quando si danno nomi a luoghi o a persone, raramente esistono creazioni del tutto arbitrarie, senza alcun fondamento nella realtà. In questo caso, si capisce che è un'impresa futile come la ricerca di un ago in un pagliaio.

Il cimitero dei Conquistadores 
 
"È un elmo. È molto antico", dice il biondiccio Hull, maneggiando il reperto fangoso che ha trovato nel terriccio. Poi aggiunge: "Siamo capitati in un vecchio cimitero spagnolo". Subito mi è saltato agli occhi il rimasuglio di una lapide, recante questa scritta mutila: 

CARLOS
- 1838
 

Più avanti ce n'è un'altra, che ha questa scritta, anch'essa mutila: 

CRISTOBAL 
- 1130

Conquistadores dal XII secolo, prima della scoperta dell'America, fino in pieno XIX secolo, quando dell'Impero Spagnolo restava solo qualche cariatide. Che dire? Le vicende narrate dal film fulciano sono incubiche e non presuppongono una collocazione rigorosa nel corso storico in cui conduciamo la nostra esistenza. Se una persona sogna qualcosa durante la notte, non passa al pettine della razionalità le visioni inquietanti che sta sperimentando, per quanto incongrue e assurde possano sembrargli. 
 
 
Effetti speciali 
 
Se dobbiamo essere sinceri, certi effetti speciali sono abbastanza grossolani e lasciano un po' perplessi. C'è addirittura chi pensa che per questo motivo la pellicola meriti l'attribuzione alla galassia del trash. Un morto vivente sorge dal terriccio del cimitero ispanico, muovendosi come se fosse un mero pupazzo spinto da una molla infilata nella schiena! Ogni suo dettaglio è statico. Soltanto i vermi nell'orbita di un suo occhio, che sono lombrichi rosati, non candidi cagnotti, mostrano guizzi di vita. Sembrano spaghetti proteici semoventi e grassocci. Quando la statura del cadavere animato è quasi eretta, i movimenti degli invertebrati si fanno più intensi, tanto che qualche anellide si stacca dai tessuti molli dello zombie e cade al suolo. Poi la massa verminosa non è quasi più visibile. Quando un altro cadavere di uno spagnolo sta riprendendo vita, il suo cranio emerge da una zolla di terriccio molle. Si vede subito che ad effettuare la ripresa è una telecamera rudimentale, con pezzi di fango che cadono sul vetro e vi restano attaccati. L'effetto è straniante e grottesco. Conserva comunque un suo fascino. Non è banale. 
 
 
Che odore ha uno zombie? 
 
La domanda sulle proprietà organolettiche zombesche non è retorica e le sue conseguenze non sono di poco conto. Immagino che un morto vivente non profumi di lavanda. Questo è un dato di fatto incontrovertibile: lo zombie è un cadavere a tutti gli effetti. Anche ammettendo che la decomposizione dei tessuti rallenti o si arresti quando il morto vivente è animato dalla pseudo-vita che trascende la biologia, l'intensità dell'odore sarà quella raggiunta dal corpo prima della sua trasformazione (Romero, 1978). Il cadavere zombificato non si muove grazie a funzioni corporali analoghe a quelle dei vivi, ma è comunque soggetto alle leggi della tanatologia: è innegabile che molti di questi esseri sono risorti quando già si trovavano in avanzato stato di sfacelo.
Ricordo un mondo movie ambientato in Papua Nuova Guinea, uno dei tanti nati sull'onda di Mondo cane di Gualtiero Jacopetti (1962), quella stronzata assoluta con gli squali di gomma presi a pugni, che traumatizzò James G. Ballard e a me fece ridere. Credo proprio che fosse Nuova Guinea, l'isola dei cannibali, di Akira Ide (1972), una copro-duzione italo-giapponese. Tra le altre cose, si parlava della società segreta dei Tarawa, stregoni che si credevano in possesso del dono dell'invisibilità. Il commentatore, non senza una certa ironia, faceva notare che a un Tarawa l'invisibilità era del tutto inutile, visto che ci si accorgeva all'istante della sua presenza... dall'odore! Questi Papua puzzavano come cadaveri, da fare schifo, esalavano lezzi di formaggio rancido misto a merda grassa. Il capo dei Tarawa era putrido e colpito da una terribile miasi: si lamentava di continuo dei cagnotti che gli rosicchiavano le dita dei piedi! 
Non si può quindi pensare che uno zombie possa avvicinarsi ai vivi senza che questi ne avvertano il tanfo vomitevole. Eppure i registi nella massima parte dei casi non considerano questo aspetto cruciale. Fulci potrebbe considerarsi un'eccezione alla regola, almeno per quanto riguarda una singola sequenza di Zombi 2. La mora crespa Susan, prosperosa e desiderabile, rimane sconvolta quando vede uno zombie emergere dal terriccio di morte. Increspa il naso e i muscoli facciali, proprio perché era afflitta da lezzi ammorbanti! Ha i conati, pare sul punto di vomitare. Una testimonianza unica nell'intera storia del cinema zombesco. Quante trame dovrebbero essere riscritte?  
 

Filologia zombesca 

È stato detto che rispetto a Romero, sempre pronto a fare critica sociale di stampo marxista, Fulci e Sacchetti avevano inteso portare il mito degli zombie alle sue origini haitiane e voodoo, basando la sceneggiatura su tre film: L'ombra che cammina (The Walking Dead, Michael Curtiz, 1936), Ho camminato con uno zombie (I Walked with a Zombie, Jacques Tourneur, 1943) e L'isola stregata degli zombies (Voodoo Island, Reginald Le Borg, 1957). Questo è verissimo. Bisogna però precisare che il mito dei morti viventi è molto più antico della deportazione di afroamericani nei Caraibi e della formazione della loro peculiare cultura. L'idea dei Ritornanti o Non-Morti è qualcosa che risale indubbiamente al Neolitico e che ha resistito a tutti i cambiamenti religiosi. Ben prima che Roma sorgesse, ben prima che l'Ellade si formasse, già si inumavano i morti con impedimenti, come grandi blocchi di pietra disposti sulle gambe, per ostacolare la loro fuoriuscita dal luogo di sepoltura. Questo terrore vive ancora oggi, nel cuore dell'Europa! Perché i preti cattolici benedicono i cadaveri e le tombe? Perché fanno mettere il rosario in mano ai morti? Perché fanno sì che ci siano croci dovunque nei cimiteri? Perché recitano la preghiera detta Eterno riposo, con la formula in latino Requiescat in pace "Riposa in pace"? Semplice: lo fanno per impedire al corpo del sepolto di risorgere come zombie!
 
Un'inconsistenza tecnica nel finale  

Nella scena finale, una grande orda di zombie viene mostrata mentre attraversa il ponte di Brooklyn verso Manhattan sulla passerella progettata per i pedoni. Tuttavia si vede che sotto questa passerella, nelle corsie le auto civili attraversano il ponte con calma e ordine in entrambe le direzioni, come se nulla di anomalo stesse accadendo. Questo non ha il benché minimo senso. Il traffico su un ponte del genere può essere intenso nelle ore di punta. Durante un'apocalisse zombie, il traffico probabilmente si fermerebbe a causa di alcuni incidenti, del crollo delle società di rimorchio e dell'autorità - per non parlare di tutti coloro che cercherebbero freneticamente di andarsene. Perché i civili regolari dovrebbero entrare e uscire in modo ordinato dalla zona di guerra degli zombie? A seconda della direzione del traffico, dovrebbe essere totalmente caotico o addirittura inesistente. Ovviamente il regista ha riservato la parte superiore del ponte alle sue comparse, senza poter limitare l'accesso alla carreggiata sottostante.
 
 
Curiosità 
 
Dato che all'epoca non esisteva la CGI e la produzione non aveva il budget per gli animatronici fantasiosi, per la famigerata scena di combattimento tra zombie e squali è stato utilizzato un vero squalo tigre. Lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) è una delle più pericolose specie di pesci cartilaginei: è un cacciatore solitario e notturno, predatore apicale (e buon commestibile), ma non bisogna rompergli i coglioni. Per evitare spiacevoli inconvenienti, l'addestratore Ramón Bravo ha dato da mangiare al simpatico animale subito prima delle riprese, drogandolo con una robusta dose di sedativo!
 
Durante le riprese a New York City, Captain Haggerty, che interpreta il grosso zombie calvo che attacca la pattuglia del porto all'inizio del film, entrava nel CBGB's, un piccolo bar Bowery che all'epoca era un fiorente locale punk rock. Era truccato da zombie con addosso il sangue finto e il fango incrostato su tutto il viso e il corpo. A causa degli eccentrici stili punk degli avventori del bar, veniva a malapena notato. Perfino il barista non lo guardava mai due volte. 
 
Come in molti film horror italiani dell'epoca, metà del cast parlava solo inglese e l'altra metà solo italiano. Molte pellicole italiane prodotte per la distribuzione internazionale sono state girate senza audio; successivamente venivano registrate in studio tracce di dialogo in diverse lingue per le sovraincisioni. Dato che gli attori di Zombi 2 parlavano diverse lingue (e in alcuni casi una lingua non nativa), il doppiaggio in tutte le versioni del film non è completamente sincronizzato. Ian McCulloch, Tisa Farrow, Olga Karlatos e Stefania D'Amario erano del cast principale di lingua inglese, mentre Al Cliver, Auretta Gay e Dakar erano del cast principale di lingua italiana.
 
Le gravi conseguenze del titolo 
 
Le leggi italiane sul copyright all'epoca erano tutto sommato abbastanza liberali e permettevano di etichettare un film come sequel di un'opera del tutto diversa e di un altro autore, per motivi grettamente pubblicitari (non si diceva ancora sequel, si usava un vocabolo italiano: seguito). Così il film di Fulci fu intitolato Zombi 2 e presentato come seguito di Zombi di George A. Romero (Dawn of the Dead, 1978), con cui nulla ha a che fare, a parte il fatto di trattare di morti viventi. Questa scelta commerciale, a quanto pare non dovuta direttamente a Fulci, ebbe severe e funeste conseguenze nel mondo del cinema a livello internazionale, non soltanto in Italia e non soltanto sul genere horror. Si ebbero in particolare ripercussioni indirette sulla fantascienza. 
 
Le cose andarono grossomodo così (non ho la pretesa dell'esattezza assoluta): una sera nell'Urbe, mentre in molti appartamenti si facevano le batterie di pasoliniana memoria, Ciro Ippolito stava passeggiando per strada. A un certo punto vide i manifesti di Zombi 2, proprio dopo quelli di Alien di Ridley Scott. Fu incuriosito. Assieme ad alcuni suoi amici, andò subito a vedere Alien in una sala cinematografica, poi tutti insieme mangiarono una pizza di mezzanotte, commentando quanto avevano visto. A Ippolito venne dunque un'idea improvvisa e folgorante, riassumibile in questa equazione: 
 
Zombi 2 + Alien = Alien 2 
 
Così decise di realizzare un film trash allucinante, che intitolò Alien 2 - Sulla Terra (1980). Intanto, a causa di questa operazione, Ridley Scott non poté far intitolare Alien 2 il seguito di Alien (1979). Date le leggi sul copyright vigenti negli States, non poté neanche utilizzare una sceneggiatura (credo fosse già pronta) che prevedeva l'arrivo dell'esiziale creatura aliena sulla Terra. Fallirono tutti i suoi tentativi per acquistare i diritti d'autore della pellicola di Ippolito, al fine di mandarla al macero e farla dimenticare. Per questo motivo, nel 1986 James Cameron dovette girare il seguito di Alien intitolandolo Aliens (in italiano Aliens - Scontro finale), avendo la massima cura di evitare la Terra come ambientazione. I fan di Alien sognano ancora invano l'irruzione dello xenomorfo sul nostro pianeta! Ignorando del tutto gli antefatti da me sommariamente esposti, non hanno la benché minima consapevolezza del fatto che non vedranno mai realizzato il loro sogno.  
 
Critica e censura 
 
Subito si scatenarono feroci polemiche: l'accusa fu quella di plagio. Un'accusa sanguinosa che tuttavia non impedì il successo. 
A quanto ho potuto leggere, quando il film uscì, il regista ricevette una lettera da George Romero e da Dario Argento, che lo accusarono di plagio. Erano furibondi, anche perché a causa del titolo Zombi 2, ci furono difficoltà a realizzare il seguito di Dawn of the Dead, che fu diretto soltanto nel 1985, con il titolo di Day of the Dead. Fulci rispose per le rime, elencando tutti i film sugli zombie realizzati fino ad allora, intimando ai sui detrattori di tacere ("Se ho copiato da voi, allora ho copiato anche da loro. Statevene zitti").  
 
Uno dei giudizi più severi fu quello espresso da Morando Morandini, che etichettò Zombi 2 come un "instant movie sulla scia del film di Romero. Effettacci, personaggi labili, privo di suspense. Nocivo a tempo pieno." 
In seguito, negli anni '90, si ebbe una potente rivalutazione proprio in Italia. La rivista Nocturno definisce Zombi 2 come "un'opera rivoluzionaria, dal punto di vista estetico e tecnico, rispetto alla tradizione horror, e non solo italiana. Effetti speciali di raccapricciante impatto visivo, violenza iperrealista, colori accesissimi e suoni parossisticamente dilatati."
Secondo Antonio Tentori, il film sarebbe "il primo vero esempio di horror totale e situazionista. Tutto può accadere in qualsiasi momento. Non importa il susseguirsi logico della storia, quanto l'accumulo in un continuo e a tratti insostenibile crescendo di shock legati alle singole situazioni." 
 
Nell'agosto 1979, in Italia il film fu vietato ai minori di 18 anni (visto censura n. 73936). Dieci anni dopo, nel 1989, una versione tagliata di 140 metri e fu vietata ai minori di 14 anni (visto censura n. 84788).

mercoledì 3 novembre 2021

 
... E TU VIVRAI NEL TERRORE!
- L'ALDILÀ
  
 
Titolo originale: ...e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà
AKA: L'aldilà
Titolo in inglese: The Beyond
Paese di produzione: Italia
Anno: 1981
Durata: 86 min 
Lingua: Italiano
Genere: Orrore, weird
Sottogenere: Splatter, zombesco, demoniaco  
Regia: Lucio Fulci
Soggetto: Dardano Sacchetti
Sceneggiatura: Dardano Sacchetti, Giorgio Mariuzzo,
     Lucio Fulci
Produttore: Fabrizio De Angelis
Casa di produzione: Fulvia Film
Fotografia: Sergio Salvati
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Giannetto De Rossi, Maurizio Trani,
     Germano Natali
Musiche: Fabio Frizzi
Scenografia: Massimo Lentini
Costumi: Massimo Lentini
Trucco: Giannetto De Rossi, Maurizio Trani
Interpreti e personaggi:
    Catriona MacColl: Liza Merril
    David Warbeck: Dottor John McCabe
    Cinzia Monreale: Emily
    Antoine Saint-John: Zweick, il pittore maledetto*
    Veronica Lazar: Martha
    Al Cliver: Dottor Harris
    Michele Mirabella: Martin Avery
    Giampaolo Saccarola: Arthur
    Laura De Marchi: Mary Ann
    Lucio Fulci: Bibliotecario
    Tonino Pulci: Joe**
    Giovanni De Nava: Zweick zombificato
    Larry Ray: Larry
    Maria Pia Marsala: Jill
    Roberto Dell'Acqua: Zombie
    Gilberto Galimberti: Zombie
    *Nella versione in inglese il cognome è Schweick.
    **Spesso accreditato erroneamente come Giovanni De Nava.
Doppiatori originali:
    Serena Verdirosi: Liza Merril
    Gino La Monica: Dottor John McCabe
    Emanuela Rossi, Isabella Pasanisi: Emily
    Pino Colizzi: Zweick e voce dell'aldilà
    Cesare Barbetti: Dottor Harris
    Manlio De Angelis: Martin Avery
    Mario Mastria: Bibliotecario
Titoli in altre lingue:
   Tedesco: Über dem Jenseits
   Francese: l'Au-delà
   Spagnolo (Spagna): El más allá 
   Spagnolo (Messico): Las siete puertas del infierno
   Portoghese (Portogallo): As Sete Portas do Inferno
   Portoghese (Brasile): A Casa do Além
   Olandese: Hotel der verdoemden
   Polacco: Siedem bram piekieł
   Russo: Седьмые врата ада
   Greco: Η 7η πύλη της Κολάσεως

   Ungherese: A pokol hét kapuja
   Giapponese: ビヨンド (Biyondo)
Budget: 400.000 dollari US
Box Office: 416.652 dollari US  
 
Citazioni: 
 
"Ora affronterai il Mare delle Tenebre, e ciò che in esso vi è di esplorabile."
(Libro di Eibon)

Slogan promozionali:

"Se vi dicessimo che questo film contiene delle sequenze agghiaccianti potreste pensare alle solite invenzioni pubblicitarie. Noi vi diciamo soltanto: ENTRATE SE AVETE IL CORAGGIO!"

"Dietro questa porta si trovano i terribili e indicibili segreti dell'Inferno. Nessuno che li scopre vive per descriverli. E vive nelle tenebre per tutta l'eternità."
 
Trama: 
Anno del Signore 1927, Louisiana profonda e palustre. Uno stravagante e controverso pittore, certo Zweick, ha la sua residenza nell'Hotel Sette Porte, nella camera 36, dove sta lavorando a un dipinto di soggetto infernale che ritrae la fine del genere umano e del mondo. A un certo punto, nel cuore della notte, alcuni facinorosi fanno irruzione nella stanza e si gettano sull'artista, sospettato di avere commercio col Diavolo e di praticare la stregoneria. Prima lo colpiscono con le catene fino a fracassargli le ossa e a squarciargli la carne, quindi lo trascinano in uno scantinato, dove lo crocifiggono e lo cospargono di calce, ustionandolo fino a farlo morire tra atroci dolori. Sulla parete dell'orrendo supplizio è dipinto un simbolo satanico. Mentre queste cose accadono, una vecchia dagli occhi bianchi e ciechi legge l'antico libro necromantico "Eibon" e profetizza l'apertura di una delle Sette Porte dell'Inferno. Il tomo prende fuoco tra le sue mani!
Anno del Signore 1981. La giovane e biondiccia Liza Merril di New York eredita l'hotel delle Sette Porte, ormai ridotto a un rudere. Migra così in Louisiana per prendere possesso della proprietà, con l'intenzione di ristrutturare l'edificio e di rimetterlo in funzione. Durante i lavori, un operaio intravede attraverso una finestra la figura di una donna dagli occhi bianchi. Preso dal terrore, perde l'equilibrio cade dall'impalcatura. Il medico locale John McCabe porta l'uomo ferito in ospedale. Nel frattempo il campanello della stanza 36 suona, ma poiché l'attività deve ancora aprire, Liza lo considera un malfunzionamento. Un idraulico, Joe, indaga sulla mancanza di acqua corrente, scoprendo nel seminterrato allagato un'area murata. Apre così la Porta dell'inferno, venendo aggredito da un ghoul, che gli estirpa gli occhi e lo uccide. Il corpo di Joe, da cui scaturisce sangue corrotto, viene scoperto dalla cameriera, Martha, assieme ai resti putrefatti e grigiastri del pittore Zweick. I cadaveri vengono portati all'obitorio dell'ospedale locale, dove John McCabe e il suo assistente, il fulvo dottor Harris, eseguono l'autopsia. Quando Harris cerca di captare le onde cerebrali di Zweik con un rilevatore, non ottiene alcun risultato. I due medici escono dalla sala ed ecco che il rilevatore si attiva di colpo! Giungono all'obitorio la vedova dell'idraulico con la figlia Jill, fulva come Harris e con le treccine. Mentre sta armeggiando con il cadavere, acconciandolo per la sepoltura e mettendogli tra le mani un rosario, accade una disgrazia: un contenitore pieno di acido le si rovescia addosso, uccidendola in modo atroce. La bambina, che era rimasta fuori ad aspettare, quando entra nell'obitorio si imbatte nella madre morta, con l'acido che continua a colarle addosso. Viene aggredita da una massa ameboide rossa e schiumosa, mentre su di lei incombono gli zombie! Mentre guida verso la città, Liza incontra una donna cieca di nome Emily, accompagnata dal suo cane guida, Dicky. Emily, i cui orribili occhi sono biancastri, avverte Liza che riaprire l'hotel sarebbe un grave errore, intimandole di tornare a New York. Di fronte a questi spaventosi e funesti portenti, John esorta Liza a rinunciare al progetto di riaprire l'hotel. Tuttavia la donna rifiuta, avendo disperato bisogno di entrate finanziarie e non riuscendo a immaginare altra via per ottenerle (all'epoca non esisteva OnlyFans). Più tardi la cieca Emily racconta a Liza ogni dettaglio di Zweick, dei suoi orrori e della stanza 36, ​​avvertendola di non entrarvi per nessun motivo, affermando che l'assassinio del pittore sulfureo era considerato un sacrificio per maledire la Terra. L'ereditiera si fa beffe dell'avvertimento e le sue mani iniziano a sanguinare. Scopre il Libro di Eibon e il cadavere di Zweick inchiodato al muro del bagno. Terrorizzata, fugge dall'hotel; quando ritorna nella stanza 36 assieme a John, non c'è più traccia del volume e del corpo. Liza racconta a John del suo incontro con Emily, ma lui è scettico e insiste sul fatto che in città non vive nessuna donna cieca in città. Inoltre, afferma che la casa dove Liza sostiene che Emily viva è abbandonata da anni. Gli eventi precipitano. L'architetto di Liza, Martin, visita la biblioteca cittadina per ispezionare i progetti dell'hotel. Scopre che questi progetti rivelano un ampio spazio inspiegabile nel seminterrato. Subito Martin viene buttato giù dalla scala da una forza invisibile, si rompe il collo e rimane paralizzato. Mentre giace indifeso sul pavimento, compaiono molte tarantole gigantesche che lo spolpano vivo. Martha cerca di pulire il bagno della stanza 36, ma viene uccisa dallo zombie di Joe, emerso dall'acqua della vasca e deformato in modo raccapricciante. John irrompe nella vecchia casa dove dovrebbe vivere Emily. Trova il Libro di Eibon e inizia a leggerlo, apprendendo che l'hotel è una delle Sette Porte dell'Inferno. Emily viene aggredita dai cadaveri animati: ordina al cane Dicky di attaccarli. L'animale scaccia gli zombie, poi però inaspettatamente si rivolta contro Emily, uccidendola. Liza ritorna nel seminterrato dell'hotel e viene attaccata da un lavoratore zombificato. Mentre fugge, incontra di nuovo John all'ingresso. L'uomo indaga e non trova traccia del morto vivente, così Liza inizia a mettere in dubbio la propria sanità mentale. I due procedono in auto verso l'ospedale e vi trovano un'orda di zombie. Le uniche persone vive sono il dottor Harris e Jill, la figlia fulva di Joe. Harris viene ucciso da un vetro volante e John uccide Jill quando si trasforma attaccando Liza: la bambina diabolica finisce col cranio scoperchiato! Al culmine dell'orrore, John McCabe e Liza Merril scappano scendendo le scale ma scoprono di essere nuovamente arrivati ​​nel seminterrato. Procedono attraverso il labirinto allagato e si imbattono in una terra desolata, piena di cadaveri che sembrano pietrificati. Presto si rendono conto che è lo stesso paesaggio del dipinto di Zweick. Non importa in quale direzione si rivolgano, si ritrovano al punto di partenza. Voci orribili e confuse borbottano frasi smozzicate, puro rumore di fondo dell'Abisso. Alla fine i due dannati vengono accecati proprio come Emily e le loro figure scompaiono nel Nulla.  
 
 
Recensione: 
Questo film è il secondo capitolo della cosiddetta Trilogia della Morte, iniziata con Paura nella città dei morti viventi (1980); il terzo è Quella villa accanto al cimitero (1981). È una pellicola visionaria e apocalittica, forse la più estrema del regista romano. La si può considerare una colonna portante del genere horror-splatter. A parer mio ogni definizione di questo tipo è riduttiva: sarebbe meglio non attribuire troppe etichette stereotipate a quella che una vera e propria Catabasi!  
 
 
Le dichiarazioni metafisiche di Fulci 

Queste sono le parole del regista, che ha così cercato di spiegare il finale e il senso profondo della sua opera: 
 
"Il messaggio che cercavo di comunicare è che la nostra vita è un terribile incubo e che l'unica via di fuga è nascondersi in questo mondo fuori dal tempo. Alla fine del film i protagonisti hanno questi occhi privi di vista e c'è questo deserto senza luce, senza ombre, senza vento... il nulla assoluto. Credo di essermi avvicinato a ciò che gran parte della gente pensa dell'aldilà". 

Purtroppo il pubblico non gli ha prestato molto ascolto. La critica è stata superficiale. Gli stessi fan che hanno decretato lo stato di film di culto, sono per loro natura fissati con dettagli puramente esteriori come gli effetti speciali. Non hanno mai avuto un vero interesse per la filosofia della morte e per i destini ultraterreni del genere umano. Non possono capire l'irruzione dell'Alterità Assoluta! 
 
L'assurdità del Purgatorio
 
Una certa Meagan Navarro nel 2018 ha avanzato un'ipotesi inconsistente e meno intelligente della diarrea di un pappagallo, ritenendo l'Aldilà di Fulci analogo al concetto cattolico di Purgatorio. Non c'è somiglianza alcuna! Diabole Domine, ci arriverebbe anche un babbuino! Dante parlò delle anime del Purgatorio, definendole contente di stare tra le fiamme, solo in apparenza analoghe a quelle dell'Inferno, perché erano consapevoli che un giorno avrebbero avuto la libertà, venendo infine ammesse alla Gloria del Paradiso. Nel paesaggio annientato dell'Aldilà di Fulci c'è invece soltanto disperazione irrimediabile, perché non esiste possibilità alcuna di uscire da una condizione che può essere descritta soltanto come Dannazione Eterna. È la Morte dell'Essere. Ecco le parole di Dante Alighieri che la descrivono in tutta la sua tremenda natura: 

"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapïenza e 'l primo amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate."
(Inferno III, vv. 1-9) 
 
Annientamento 

Sacchetti fondava la sua concezione dell'Oltre su personalissime riflessioni sulla morte e sulla "sofferenza di nascere condannato a morte… [di essere] nato per essere cancellato". Cercò quindi di dipingere l'Oltretomba come un vuoto infernale pieno di anime morte, un non-mondo esistente "al di fuori della geometria euclidea". La sua geometria non euclidea è la stessa che caratterizza il luogo perduto dove Cthulhu attende sognando: R'lyeh. 
 
Cecità 
 
Un tema importante, secondo lo studioso di cinema Phillip L. Simpson (2018), è quello della cecità fisica come risultato dell'esposizione al Male, specificamente legato al Libro di Eibon. Egli interpreta le immagini pervasive di cecità e mutilazione degli occhi, ricorrenti nel film, come direttamente consequenziali al contatto dei personaggi con il testo maledetto. Questa mutilazione sarebbe a suo avviso la conseguenza di un impiego improprio del contenuto esoterico. Questo impiego abusivo sarebbe caratterizzato da due gravi difetti: la negligenza e l'ignoranza. Al contempo, lo stesso Simpson era dell'idea che solo due esseri possiedono la capacità necessaria per interpretare il contenuto del libro, una vera e propria seconda vista: il pittore-stregone linciato nel prologo del film, ed Emily, una "veggente che trascende la temporalità"
 
 
Un errore pacchiano  

Nella prima parte del film vediamo le sequenze a colori smorti dell'esecuzione del pittore-stregone da parte di una gang di abitanti del luogo. Certamente sarebbe stato eccessivo far indossare loro le vesti spettrali del Ku Klux Klan, che avrebbero nascosto i volti contratti dall'ira e dallo odio, privandoci di una scena d'intensità drammatica eccezionale. La crocefissione avviene in modo corretto, con i chiodi piantati nei polsi, non nei palmi delle mani come da tradizione popolare quanto inconsistente. Tuttavia i maggiori problemi vengono dalla chimica e dalla sua scarsa conoscenza, non da scelte stilistiche. La calce viva (ossido di calcio, CaO) si spegne rapidamente una volta entrata a contatto con l'acqua. Il pastone che si ottiene è infatti calce spenta (idrossido di calcio, CaOH), che non ha lo stesso potere caustico del materiale di partenza. Pur essendo una base forte, la sua azione irritante sulla pelle non è istantanea. Quindi nella realtà non sarebbe stato possibile ustionare e uccidere una persona come mostrato nel film di Fulci. 

 
Il Libro di Eibon  
 
Ricorre in tutto il film un vetusto volume sulla cui copertina color crema spicca il titolo EIBON. È uno dei cosiddetti "libri maledetti di Lovecraft". A dire il vero è stato creato (o piuttosto evocato) da Clark Ashton Smith (1893 - 1961), poeta, scrittore e artista statunitense, comparendo per la prima volta nel suo racconto breve Ubbo-Sathla (prima pubblicazione nel 1933). Un racconto di Clark Ashton Smith, L'avvento del verme bianco (The Coming of the White Worm, 1941) è addirittura presentato come un capitolo del Libro di Eibon. In ogni caso il volume demoniaco compare anche nei seguenti racconti del Solitario di Providence: L'orrore nel museo (The Horror in the Museum, scritto con Hazel Heald, 1932), L'uomo di pietra (The Man of Stone, scritto con Hazel Heald, 1932), La cosa sulla soglia (The Thing on the Doorstep, 1933), I sogni della casa stregata (The Dreams in the Witch House, 1933), Dagli eoni (Out of the Aeons, 1935), L'abitatore del buio (The Haunter of the Dark, 1936), L'ombra calata dal tempo (The Shadow Out of Time, 1936), Il diario di Alonzo Typer (The Diary of Alonzo Typer, 1938). Ho verificato una ad una tutte le citazioni. Nel racconto I sogni della casa stregata, il Libro di Eibon è definito "frammentario". Nel racconto L'abitatore del buio, il testo è citato col suo titolo in latino medievale, Liber Ivonis (edizione del X-XI secolo), mentre nel racconto Il diario di Alonzo Typer compare col titolo in francese, Livre d'Eibon (edizione del XIII secolo, traduzione di Gaspard du Nord, necromante di Averoigne).
 
Questa è la sintetica descrizione del testo data dallo stesso Clark Ashton Smith: 

"... The Book of Eibon, that strangest and rarest of occult forgotten volumes ... is said to have come down through a series of manifold translations from a prehistoric original written in the lost language of Hyperborea."
(Clark Ashton Smith, Ubbo-Sathla
 
Traduco per i pochi non anglofoni rimasti:
 
"... Si dice che il Libro di Eibon, il più strano e raro dei volumi occulti dimenticati, sia giunto attraverso una serie di molteplici traduzioni da un originale preistorico scritto nella lingua perduta di Iperborea." 

Eibon è il nome di un potentissimo stregone vissuto nella terra di Mhu Thulan, adoratore della divinità demoniaca Zhothaqquah (Tsathoggua), che in sostanza è un mostruoso essere alieno migrato sulla Terra da Cykranosh, ossia da Saturno. Clark Ashton Smith introduce il personaggio di Eibon nel racconto La porta di Saturno (The Door to Saturn, 1932), dicendo che fu dichiarato eretico da Morghi, l'Alto Sacerdote della Dea Yhoundeh. Nel film di Fulci non si menziona nemmeno il più piccolo dettaglio di tutta questa complessa architettura narrativa e concettuale: si trova soltanto la scritta Eibon impressa sul frontespizio del grosso libro dalle pagine sottilissime. 
 
Il problema delle traduzioni dei testi magici 
 
Esiste un grave vulnus, un punto debole dell'intera letteratura Weird. A rigor di logica, il Libro di Eibon dovrebbe essere letto nella lingua originale, quella di Iperborea. Qualsiasi traduzione gli farebbe perdere ogni potere. Che senso ha tradurre in una lingua moderna le parole di un antico necromante? I Demoni non ascolterebbero le evocazioni, le maledizioni scagliate non sortirebbero alcun effetto. Mi sono sempre posto questo interrogativo. Probabilmente quella delle traduzioni è una scelta degli autori fatta per evitare eccessive complessità narrative. Qualche volta Lovecraft ed altri riportano poche frasi isolate nella lingua originale, come ad esempio quella di R'lyeh, ma questo è tutto. Si converrà che esistono difficoltà pratiche non irrilevanti nel tramandare fedelmente nei millenni una lingua antichissima e priva di relazione con qualsiasi cosa nota nella vita di tutti i giorni. Basti fare un breve esempio di come tutto si ingarbuglierebbe. Se il Libro di Eibon non fosse stato tradotto in inglese, John McCabe non avrebbe potuto semplicemente aprirlo e leggerne alcune pagine. Per leggerlo e intenderne i contenuti, sarebbe stato costretto a seguire studi specifici, forse quasi inaccessibili. Sarebbero bloccate moltissime trame che prevedono situazioni simili. Tutto diverrebbe ingestibile. Suppongo anche che gli spettatori non amerebbero udire suoni di strane parole. Ricordo una donna attraente, R., che avendomi sentito pronunciare alcune glossolalie, mi disse che quelle erano "brutte parole" e mi pregò di non usarle più. Non ne poteva comprendere il senso, ma il semplice suono la inquietava, probabilmente per la presenza di gruppi consonantici inusuali e aspri. Eppure sono dell'idea che la potenza narrativa dei film raggiungerebbe livelli incredibili se si usassero evocazioni e maledizioni nelle lingue degli Antichi. Credo che subentrino due fattori, che impediscono una simile innovazione:
1) Non si trovano molte persone come me, in grado di articolare alla perfezione certi suoni; 
2) Esistono paure superstiziose che una simile attività possa portare disgrazie.
Ecco. L'idea è che si aprirebbe davvero una Porta dell'Inferno! Fulci ci avrebbe creduto, non ho dubbi su questo.
 
Etimologia di Eibon 
 
Nella lingua degli antichi Guanche è documentato un interessantissimo vocabolo, noto con diverse varianti a seconda degli autori che lo tramandano: 
 
yone "indovino", "colui che predice" 
varianti:
yoñe, jonne, ibone, eiunche
nota:
Ibone compare come antroponimo; alcuni lo separano dalle altre forme e non lo ritengono genuinamente Guanche. Non concordo col loro giudizio.
 
Sono consapevole del fatto che la radice di questi nomi è proto-berbera (*junn- "dire"). I Quorani maledetti mi piomberebbero addosso dicendo che si tratta di una correlazione e non di un nesso causale, gnè gnè gnè gnè, riportando stupide foto esplicative e vignette memetiche per cancellare ogni dissenso. Tuttavia amo fantasticare, inebriarmi in voli pindarici che mi procurano un particolare piacere. Così ho in me uno strano senso di cristallina certezza: la protoforma originale è *wunn- "dire", da cui si forma l'agentivo *e-i-wunn- "colui che dice". Il significato del nome del necromante Eibon è proprio questo: "Indovino", "Colui che predice". Proprio come sono convinto che il nome del sacerdote suo persecutore, Morghi, significhi "Decimo (nato)" e abbia la stessa radice del Guanche di Tenerife marago "dieci". Adesso pongo una domanda: cosa poteva saperne Clark Ashton Smith dell'esistenza di queste parole tra gli antichi abitanti delle Canarie? 

 
L'artista satanico è Zweick o Schweick?

Questo è un prospetto delle occorrenze del cognome del pittore maledetto nelle principali versioni del film: 

Versione in italiano: Zweick 
Versione in inglese: Schweick
Versione in tedesco: Schweick
Versione in francese: Zweick
Versione in spagnolo: Schweick
Versione in portoghese: Schweick
Versione in polacco: Schweick 
Versione in russo: Швейк (trascrizione di Schweick)
Versione in greco: Scweick (sic, in caratteri latini)
Versione in ungherese: Schweick 
 
Questa dovrebbe essere la pronuncia trascritta in caratteri fonetici IPA, che evidenzia la differenza tra i due fonemi iniziali:  
 
Schweick /ʃvaɪk/ 
    /ʃ/ è la sc di scena.
Zweick /tsvaɪk/ 
   /ts/ è la zz di cazzo.

Invece si scopre che la differenza è soltanto grafica: nel film in italiano la pronuncia è /ʃvaɪk/, come se fosse scritto Schweick. A quanto pare, abbiamo la forma scritta Zweick soltanto in italiano e in francese. Le ragioni di tutto questo sono semplicemente misteriose. La direzione dell'adattamento grafico deve essere da Schweick a Zweick, già soltanto per la maggior frequenza della prima forma rispetto alla seconda. Un tedesco è in grado di pronunciare correttamente entrambe le versioni del cognome, ma a questo punto è evidente che l'equivoco sia nato da qualcuno che ignorava i fondamenti della lingua germanica e che ha effettuato una trascrizione difettosa di ciò che ha udito, propagando poi l'errore. 
 
 
Il mito delle Sette Porte dell'Inferno 
 
Il mitologema fulciano delle Sette Porte dell'Inferno è fondato su un'omonima leggenda metropolitana, molto diffusa negli States, che riguarda alcuni luoghi della Contea di York, in Pennsylvania, denominati Seven Gates of Hell e considerati maledetti. Esistono due versioni della funesta leggenda: in una si parla di un manicomio distrutto da un incendio, mentre l'altra è basata sulla figura di un dottore eccentrico - quindi sospettato di avere commercio col Diavolo, proprio come il pittore del film. Entrambi le storie concordano sul fatto che ci sono sette cancelli in una zona boscosa di Hellam Township, e che chiunque li attraversi tutte e sette finisca direttamente all'Inferno, con il proprio corpo fisico. In realtà il luogo in questione non ha mai ospitato un'istituzione manicomiale, mentre è stato appurato che il bizzarro medico costruì soltanto un cancello allo scopo di tenere lontani gli intrusi. Probabilmente la diceria è nata semplicemente dallo strano toponimo Hellam, che in inglese è interpretabile come "Villaggio dell'Inferno" (Hell "Inferno"; -(h)am "villaggio"). Non mancano aspetti legali, certamente più concreti: i cancelli maledetti si trovano in una proprietà privata e visitarli potrebbe portare gli incauti a una denuncia per violazione di domicilio. 

 
Le migali masticatrici 
 
Oltre all'inconsistenza della calce viva bagnata, ne troviamo un'altra che riguarda un campo di studi decisamente inusuale: l'aracnologia, ossia la scienza che si occupa degli aracnici (ragni, scorpioni, acari, etc.), creature poco amate dal pubblico. Gli aracnidi non sono insetti, come è sempre bene ricordare, e non c'entrano nulla con le arachidi. L'anatomia di questi animaletti è affascinante e dà gioie infinite allo studioso. L'apparato buccale di un ragno come la migale non presenta veri e proprie zanne atte a dilaniare la carne delle vittime. Presenta invece i chelicheri, apparati complessi che servono ad afferrare e ad iniettare il veleno. Tutti gli aracnidi di questo tipo possono ingerire soltanto cibi liquidi, così rigurgitano i succhi gastrici, riducono in brodo il malcapitato e succhiano tale liquame con tutto comodo. Cosa molto interessante, lo stomaco dei ragni utilizza per la digestione sostanze basiche (esempio: la soda caustica) anziché acide (esempio: l'acido cloridrico), come invece avviene nei vertebrati. C'è anche un altro dettaglio piuttosto buffo. Quando l'architetto cade nella biblioteca, i ragni che gli strisciano addosso emettono cinguettii come i canarini, mentre il suo volto cambia rapidamente avanti e indietro, passando da quello di un vero attore coperto di sangue a un'evidente testa finta e modellata. 

 
Effetti speciali 
 
Si devono a Giannetto De Rossi, Maurizio Trani e Germano Natali gli effetti speciali, creati sugli stessi attori servendosi di speciali protesi. Solo per fare un esempio, all'attrice che ha interpretato Emily sono state applicate lenti finte in grado di simulare occhi ciechi e biancastri tramite pupille dipinte. Un occhio finto con la parte anteriore coriacea servì per simulare l'occhio estirpato dell'idraulico Joe; il resto era molliccio e composto di plastilina. Esiste una controversia, di per sé abbastanza futile, sulla mano che esce dal muro per agguanta il povero Joe: sarebbe di De Rossi, ma Trani affermò che invece era la sua. Le migali che hanno spolpato l'architetto Martin non erano vere: si trattava di modellini pilotati a distanza da De Rossi tramite un telecomando, anche se sembra che siano state utilizzati anche alcuni aracnidi veri. Non posso confermare quest'ultima informazione, mi affido ad Albiero e Cacciatore. A quanto pare, fu lo stesso De Rossi ad avere l'idea della migale che si introduce nella bocca di Martin. Così c'erano due bocche, entrambe finte: una serviva per le riprese esterne, l'altra per quelle interne. La prima era a grandezza naturale, la seconda era tre volte più grande. La lingua fittizia che doveva simulare l'estirpazione era provvista di un ricettacolo pieno di sangue artificiale ed era fatta di lattice. 

La critica cinematografica:
accanimento e successiva rivalutazione 

La critica si mostrò spietata e si accanì con particolare ferocia contro il film fulciano. Riporto alcuni degli iniqui giudizi che furono formulati.  
Il Corriere della Sera: "Il primato il film lo tocca solo nello stomachevole. E siamo sinceri: a tale livello è più tollerabile la pornografia."
La Repubblica: "Il risultato è quello del solito teatrino del macabro interpretato da personaggi scontati."
Tullio Kezich parlò di "banalità dei contenuti e il cattivo gusto sanguinolento", ma anche di "una scrittura filmica efficace e persino elegante".
In epoca più recente, in Italia sono comparse recensioni eulogistiche su riviste dedicate al cinema di genere.
Nocturno: "L'aldilà non va visto, va "vissuto". Schegge di grande cinema (si pensi alla prima apparizione di Cinzia Monreale in quella highway deserta e annebbiata) si fondono con furibonde cavalcate nel purulento, marcescente, universo dello splatter tanatologico, di cui Fulci resta maestro incontrastato."
Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore scripserunt: "un vero e proprio incubo filmico basato sui canoni della casa infernale. Fulci realizza quello che è da molti ritenuto il suo capolavoro, di certo la sua opera più visionaria, sovversiva ed estrema."
Antonio Tentori scripsit: "Con L'aldilà Fulci riesce a realizzare quell'horror estremo, libero, totale e coinvolgente che più rappresenta lo spirito vero dell'autore." 
 
Censura 
 
In Italia il film ha avuto due riedizioni, entrambe le volte con il titolo L'aldilà, nel 1987 e 1988. Sia nel 1980 che nel 1987 il film è stato vietato ai minori di 18 anni. Nel 1988 si è avuta derubricazione e il divieto ai minori di 14 anni.
 
 
Curiosità 
 
Questo film è ambientato nel seminterrato di una casa a New Orleans, in Louisiana. Tuttavia, New Orleans si trova sotto il livello del mare e nessuna casa ha scantinati: sarebbero invasi dalle acque e renderebbero instabile l'edificio. 
 
I corpi che sembrano pietrificati e polverulenti nel paesaggio dell'Aldilà mostrato nel finale, sono stati realizzati utilizzando vagabondi reclutati dalla strada in un modo molto semplice e ingegnoso: il pagamento è avvenuto in alcol! Tutto ciò è genio assoluto! 
 
In origine, la sequenza finale dell'ingresso nell'Aldilà doveva svolgersi in un parco divertimenti, dove i due personaggi principali, ormai trapassati, avrebbero avuto la possibilità di divertirsi nel "grande parco divertimenti della vita". Per fortuna una simile stronzata non ha mai visto la luce!

Fulci ha deciso di non lavorare più per i distributori italiani che hanno prodotto il suo film Zombi 2 (1979), a causa del fallimento causato dal suo titolo, il cui scopo era quello di trarre profitto dal successo del film di George A. Romero, Zombi (Dawn of the Living Dead, 1978). Il regista si è avvicinato a Medusa Distribuzione (rendendo tecnicamente il film una produzione tedesca): inizialmente voleva che la sua opera fosse fosse un horror puramente metafisico, in cui soltanto il malvagio Zweick che era uno zombie. Tuttavia, i dirigenti hanno insistito per scatenare un assalto degli zombie da qualche parte nel climax del film, poiché il film di Romero era stato un enorme successo in tutto il mondo, inclusa la Germania. Fulci all'inizio era titubante, ma ha finito per accettare, dopo che gli era stato promesso il controllo creativo su qualsiasi altro aspetto nella pellicola. Il film è stato ribattezzato sia in Germania che negli Stati Uniti. A differenza di Zombi 2, i titoli erano originali e non destinati a trarre profitto da altre opere.
 
Sono rimasto stupefatto venendo a sapere che nel 1998 Quentin Tarantino restaurò la pellicola nella versione integrale e la distribuì negli Stati Uniti (prima di allora erano circolate soltanto versioni censurate). Questa sarebbe la sua prima buona azione da che è nato! Trovo la cosa a dir poco incredibile, perché di questo sono assolutamente sicuro: ci sono persone che fanno qualcosa di buono soltanto quando compiono il passaggio all'Aldilà, liberando il mondo dalla loro influenza nefasta! Il pupillo di Harvey Weinstein è sicuramente tra queste. Possa Thor incenerirmi col fulmine se dico il falso! La si prenda come una mia semplice opinione personale, che però devo avere il diritto di esprimere.  
 
Un sequel fantomatico 
 
A quanto ho potuto leggere nel Web, a un certo punto sono corse voci sul progetto di un sequel, che si sarebbe dovuto intolare Beyond the Beyond (ossia "Oltre l'Oltre"). Una specie di brochure di questo immaginario film sarebbe comparsa su una fanzine francese, il cui nome non sono però riuscito a reperire da nessuna parte - eppure qualcuno giurava di averla vista con i proprio occi. Si è infine appurato che un simile progetto non ebbe mai alcuna sostanza: era una semplice trovata pubblicitaria per promuovere la pellicola di Fulci. In seguito la notizia del progetto del sequel fu smentita dalla figlia del regista, Antonella, che avrebbe però confermato l'esistenza effettiva di una larvata sceneggiatura. La fonte sembra essere Dossier Nocturno 3. L'opera al nero. Il cinema di Lucio Fulci. (Autori vari, 2003). Non sono riuscito a trovare nulla di sostanziale. Non so se la stessa questa storia delle voci di un sequel abbia qualche fondamento, non ne sono così sicuro da scommetterci gli attributi.