giovedì 21 luglio 2022


BARBARELLA
 

Titolo originale: Barbarella 
Paese di produzione: Francia
, Italia 
Lingua originale: Inglese, italiano 
Anno: 1968
Durata: 98 min
Dati tecnici: Technicolor
    rapporto: 2,35:1
Genere: Commedia, fantascienza 
Sottogenere: Space opera
Regia: Roger Vadim
Soggetto: Jean-Claude Forest
Sceneggiatura: Terry Southern, Roger Vadim,
      Jean-Claude Forest, Vittorio Bonicelli
Produttore: Dino De Laurentiis 
Coproduttore: Henri Michaud (non accreditato) 
Fotografia: Claude Renoir
Montaggio: Victoria Mercanton
Musiche: James Campbell, Bob Crewe, Charles Fox,
      Michel Magne
Scenografia: Mario Garbuglia, Jean-Claude Forest 
     (consulenza artistica) 
Costumi: Jacques Fonteray, costume verde ispirato
     da Paco Rabanne; Giulio Coltellacci (non accreditato) 
Trucco: Amalia Paoletti, Euclide Santoli 
Effetti speciali: Gérard Cogan, Augie Lohman, Thierry
     Vincent-Fargo, Carlo De Marchis (non accreditato), 
     Carlo Rambaldi (non accreditato) 
Effetti ottici: Charls Staffell
Stuntmen: Patrizia Mannoia, Rico Lopez, Fabio Testi 
Dipartimento sonoro: David Hildyard, Primiano Muratori, 
    Vittorio Trentini 
Interpreti e personaggi: 
    Jane Fonda: Barbarella
    John Phillip Law: L'Angelo Pygar
    Anita Pallenberg: La Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo 
    Milo O'Shea: Concierge / Durand Durand
    Marcel Marceau: Professor Ping
    Claude Dauphin: Presidente della Terra
    Ugo Tognazzi: Mark Hand, l'Acchiappabimbe 
    David Hemmings: Dildano
    Giancarlo Cobelli: Rivoluzionario
    Serge Marquand: Capitano Sole 
    Véronique Vendell: Capitano Luna 
    Nino Musco: Il Generale 
    Franco Gulà: Il suicida (scena tagliata) 
    Catherine Chevallier: Stomoxys 
    Maria Therese Chevallier: Glossina 
    Umberto Di Grazia: Cittadino di Sogo 
    Honey Autumn: Ancella calva della Corte di Sogo 
    Silvana Bacci: Ragazza di Sogo (non accreditata) 
    Aurora Battista: Ragazza di Sogo (non accreditata) 
    Vita Borg: Incantatrice (non accreditata) 
    Chantal Cachin: Rivoluzionaria (non accreditata) 
    Giuseppe Castellano: Uomo fulvo barbuto (non accreditato) 
    Altiero Di Giovanni: Uomo trasparente (non accreditato) 
    Fabienne Fabre: Donna-Albero (non accreditata) 
    Sergio Ferrero: Messaggero del Gran Tiranno
        (non accreditato) 
    Giorgio Gruden: Sacerdote (non accreditato) 
    Susan Moren: Schiava (non accreditata)
    Maria Teresa Orsini: Ragazza suicida (non accreditato) 
    Talitha Pol: Ragazza che fuma la pipa (non accreditata) 
    Fred Robsahm: Assistente di Dildano (non accreditato) 
    Angelo Susani: Uomo barbuto che affronta Barbarella a Sogo 
        (non accreditato)
    Romolo Valli: Rapitore di Sogo (non accreditato)
Doppiatori italiani: 
    Maria Pia Di Meo: Barbarella 
    Pino Colizzi: L'Angelo Pygar
    Anna Miserocchi: La Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo
    Giuseppe Rinaldi: Concierge/Durand Durand
    Stefano Sibaldi: Professor Ping
    Luigi Vannucchi: Presidente della Terra
    Oreste Lionello: Dildano 
    Alighiero Noschese: Alfa 7 (voce) 

Trama: 
In un futuro non specificato, probabilmente intorno al 40.000 d.C.,  la bionda e sensualissima Barbarella, un'avventuriera spaziale, viene inviata dal canuto Presidente della Terra in una pericolosa missione, con l'obiettivo di recuperare lo scienziato pazzo Durand Durand. Questo maligno Durand Durand, rifugiatosi nel sistema planetario di Tau Ceti, è l'inventore del raggio positronico, un'arma alimentata dal laser verde, che i leader della Terra temono possa causare distruzione di massa e spaventosi genocidi. Barbarella precipita sul 16° pianeta del sistema Tau Ceti in una zona glaciale, perde i sensi e viene raggiunta da due bambine terribili, che la legano e la attaccano ai rottami dell'astronave usando bambole meccaniche con denti affilati come rasoi. A salvare Barbarella sopraggiunge l'ipertricotico Mark Hand, che è il pantagruelico e gargantuesco Tognazzi! Questo essere esercita la dubbia professione di "Acchiappabimbe", pattugliando il ghiaccio alla ricerca di bambini (ab)erranti. Mark Hand-Tognazzi dice alla donna terrestre che Durand Durand si trova nella perversa città di Sogo e le offre un passaggio alla sua nave con la sua "barca sul ghiaccio". Quando Barbarella si offre di ripagarlo, Mark Hand-Tognazzi le chiede di fare sesso con lui. Barbarella è confusa poiché i Terrestri non hanno più un contatto fisico intimo con chicchessia; invece, prendono apposite pillole e congiungono le mani fino a quando non viene raggiunto una sensazione di brivido chiamata "sincro". Il tognazzesco Mark Hand dice che non gli interessa e le suggerisce invece di fare sesso nel suo letto. Barbarella cede e viene penetrata dall'immenso cazzone dell'uomo, prende il suo sperma nella gafi e si diverte moltissimo. La consumazione del rapporto non la priva della sua ingenuità virginale: ammette di capire perché il sesso è considerato "primitivo" e "fonte di distrazione" sulla Terra. 
Barbarella, cercando di lasciare il pianeta, si schianta in un labirinto in cui vegetano gli emarginati che sono stati condannati dal potere Sogo. Viene trovata da Pygar, un angelo cieco e biondo che ha perso la capacità di volare. L'Angelo Pygar la presenta al Professor Ping, un attempato comunista che si offre di riparare la sua nave - compito tutt'altro che facile. Quindi l'antropoide alato porta Barbarella a Sogo, un covo di violenza e dissolutezza, dopo che lei gli ha ripristinato la voglia di volare consumando un rapporto sessuale con lui (e in particolare facendogli rizzare l'alimuscolo). L'Angelo Pygar e Barbarella vengono catturati dalla Regina Nera di Sogo, che porta il titolo di Gran Tiranno, e dal suo "Concierge", che descrive il Mathmos: energia vivente in forma liquida e simile a magma, alimentata dai pensieri malvagi, in grado di pervadere ogni cosa. Questo Mathmos è utilizzato come fonte di energia nella perversa città sodomitica, che sorge proprio sopra di esso, su un immenso lago che ne è pieno fin quasi a tracimare. L'Angelo Pygar, che in una precedente occasione era stato accecato dai Sogoiti, ora subisce una finta crocifissione e qualcuno gli infila il cazzone eretto nel deretano! Barbarella viene messa in una gabbia, dove centinaia di uccelli si preparano ad attaccarla. Viene salvata in extremis da Dildano, leader della resistenza locale (no, non è un dildo nell'ano, è un rivoluzionario comunista) - che subito la aiuta nella sua ricerca di Durand Durand. Dildano le dà una chiave invisibile per la Camera dei Sogni della Regina Nera, dove la sovrana dorme sognando: in quello stato non è protetta dalle sue guardie ed è vulnerabile. Può essere presa prigioniera, cosa che risolverebbe non pochi problemi.   
Ritornata a Sogo, Barbarella viene prontamente catturata dal "Concierge", che la inserisce nella "Macchina Exsexsive", uno strumento simile a un organo che induce un piacere sessuale così intenso da risultare fatale. Contro ogni aspettativa, Barbarella sopravvive alla macchina e la fa andare in tilt, incendiandola. Il "Concierge", scioccato dalla distruzione del suo perverso marchingegno sadico, si rivela essere proprio lo scienziato pazzo Durand Durand. Barbarella è sorpresa perché l'uomo ha solo 25 anni, pur essendo invecchiato moltissimo: si tratta di un evidente effetto collaterale dell'esposizione al Mathmos. Durand Durand vuole rovesciare la Regina Nera e diventare il nuovo sovrano di Sogo, il che richiede l'uso del suo raggio positronico come strumento repressivo, oltre all'accesso alla Camera dei Sogni della Regina. Quindi Durand Durand porta la sprovveduta Barbarella fino alla Camera dei Sogni, la inganna e la chiude dentro con la chiave invisibile che le aveva dato Dildano, non prima di essersi impadronito anche di quella originale. 
Barbarella, imprigionata senza possibilità di uscire, vede la Regina Nera, che le racconta di essere minacciata da una terribile profezia: quando nella Camera dei Sogni ci sarà un'altra persona oltre a lei, il Mathmos emergerà e divorerà ogni cosa. Durand Durand prende il controllo di Sogo mentre Dildano e i suoi ribelli iniziano il loro attacco alla città. Servendosi del raggio positronico, verde come la menta, li spedisce tutti nella Quarta Dimensione - un viaggio da cui non c'è ritorno. La Regina Nera reagisce rilasciando il Mathmos per distruggere la città. Durand Durand, ormai ridotto alla follia più completa, perde il controllo della situazione e soccombe, ardendo tra le fiamme. A causa dell'innocenza di Barbarella, il malvagio magma eruttato dalle profondità di Sogo forma una bolla protettiva attorno a lei e alla Regina Nera, espellendole in sicurezza dalle viscere del Regno Ctonio. Le due donne trovano l'Angelo Pygar, che le stringe tra le braccia, le solleva e vola via. Quando Barbarella chiede a Pygar perché ha salvato una carnefice che lo ha fatto accecare e lo sottoposto ad atroci torture, lui le risponde che un angelo non ha memoria del passato: la sua essenza è Amore. 


Recensione: 
Sì! Questa è in buona sostanza la storia di un'ingenua vergine che dalla Terra arriva su un remoto pianeta di Tau Ceti per farsi deflorare da Tognazzi! Quindi possiamo dire che Barbarella rientra a tutti gli effetti tra i film tognazzeschi! Subito, guardando la pellicola, salta agli occhi qualcosa di abbastanza inconsueto. Età mentale della protagonista: 8 anni. Non sto facendo ironia, la mia è la semplice descrizione di un dato di fatto. Si ha la contraddizione stridente, quasi scandalosa, tra un corpo femminile perfettamente adulto e una mente poco sviluppata, che può soltanto essere definita puerile. Nei tempi in cui viviamo, questo potrebbe essere un problema. All'epoca era una cosa del tutto normale e nessuno spettatore di sesso maschile ne sarebbe rimasto infastidito. 
Vadim spinse la moglie a interpretare la pellicola perché vedeva nella fantascienza una grande opportunità in continua espansione. Era un uomo molto pragmatico, in grado di capire subito ciò che gli sarebbe tornato utile. Le sue opinioni sul genere fantascientifico, per cui non nutriva alcuna stima, erano a dir poco deprimenti e in un'occasione le espresse con queste parole: "Nella fantascienza, la tecnologia è tutto... I personaggi sono così noiosi, non hanno psicologia. Voglio fare questo film come se fossi arrivato su uno strano pianeta con la macchina fotografica direttamente sulla spalla, come se fossi un giornalista che fa un cinegiornale." Al contempo, non volendo che la moglie si slinguazzasse con estranei e che sentisse la loro turgidità, si è inventato la storia della "vamp infantile". Questa bizzarria, forse unica nella storia della Settima Arte, avrebbe quindi avuto origine dalla gelosia del regista, unica componente in grado di temperare il suo cinismo. Per paradosso, il matrimonio di Vadim con la Fonda finì nel 1973, perché lui le metteva le corna! 
Anche i dettagli in apparenza più insignificanti hanno la loro importanza. Alighiero Noschese è colui che canta la sveglia a Barbarella nella versione italiana, intonando le seguenti parole: "Alfa 7, Alfa bù! Barbarella, salta su!" Certo, può sembrare una cosa piuttosto infantile, ma non dobbiamo mai dimenticarci che Noschese aveva le palle di granito: ha nascosto una pistola in una cavità di un albero, poi l'ha presa, si è seduto su una panchina e si è sparato una pallottola nel cranio! Con questo gesto eroico, si è sottratto a lunghi anni di agonia e di strazio! Sia sempre onore! 
Il film di Vadim è stato tratto da un fumetto seriale pubblicato su una rivista maschile francese all'inizio degli anni '60 del XX secolo. Creato dall'artista Jean-Claude Forest, questo fumetto era ispirato alla procace figura di Brigitte Bardot. Per questo motivo, proprio alla Bardot è stato proposto di interpretare Barbarella, ma lei ha rifiutato, dicendo che non era più interessata a recitare ruoli sexy. Si era stancata della "sessualizzazione" e già da anni era una combattiva attivista per i diritti degli animali, vegetariana, fortemente impegnata. Non era gradita a tutti e nel corso della sua vita è stata fatta oggetto di campagne d'odio, guadagnandosi addirittura epiteti come "fascista", "camicia nera" e "nazista". Subito dopo il rifiuto della Bardot, la parte di Barbarella fu offerta a Sophia Loren, che non accettò perché non si sentiva adatta, essendo in stato di gravidanza. Fu a questo punto che Vadim arrivò a concepire la sua contorta architettura mentale e a proporre la parte alla moglie. Tra l'altro Vadim aveva iniziato una relazione con la Bardot, ai tempi sedicenne, sposandola nel 1952 e divorziando nel 1957. Non è certo una coincidenza il fatto che abbia cercato di farne la protagonista del film. 

Il problema fondante delle space opera

Lo spogliarello di Barbarella all'inizio del film è stato notato da tutti. A non essere state notate sono le mancanze relative all'igiene personale. Barbarella, rientrata nell'astronave e spogliatasi della tuta spaziale, non entra in un gabinetto. Non si lava. Si stende sul giaciglio trasparente e dorme ininterrottamente per un periodo di 154 ore (poco più di 6 giorni). Quando viene destata dalla voce del computer Alfa 7, si limita a bere una specie di soluzione salina violacea, immagino per riequilibrare gli elettroliti. Non ingerisce alcun cibo solido e nemmeno delle pastiglie. Non va ad orinare e  ad evacuare. Ancora una volta non si lava. Non si passa nemmeno un panno umido. Poi, per tutta la durata del film, non si nota alcuna azione connessa con la nutrizione e con la rimozione di residui. Mi rendo conto che le regole del cinema americano impongano di non indugiare troppo su azioni considerate "banali", "abituali", "quotidiane", o addirittura di ometterle del tutto, eppure mi sembra che questa scelta crei una sensazione di eccessivo distacco dalla realtà. Negli spettatori si è creata l'idea di un mondo fatato in cui i corpi non hanno necessità, sono sempre puliti e possono continuare a funzionare a ciclo continuo!   


Etimologia di Sogo 

Il nome della città malvagia di Sogo (che qualcuno scrive SoGo, con la maiuscola mediana), nelle intenzioni del suo ideatore è un'abbreviazione dei nomi delle città bibliche di Sodoma e Gomorra. In altre parole, il toponimo Sogo è stato concepito come una brutta parola macedonia

Sodom + Gomorrah => Sogo 

aggettivo derivato: Sogovian
   (adattamento italiano: sogoviano)
sostantivo di provenienza: Sogoite, pl. Sogoites
   (atattamento italiano: sogoita, pl. Sogoiti)

La Regina Nera si traveste da prostituta guercia e frequenta gli angiporti, mescolandosi al suo popolo, fellando sconosciuti e concedendo loro l'uso del suo intestino. Non ci sono dubbi: questa è realmente la Pentapoli, il Paese di Sodoma e Gomorra trasportato nelle profondità del Cosmo!  
Quindi si deduce che il buco del culo di Barbarella è stato in pericolo per gran parte del film! Tuttavia sembra proprio che nessuno sia riuscito ad entrarci! Questo tema, troppo sensibile, non poteva essere affrontato liberamente nell'America di quell'epoca. Credo che ci sarebbero problemi anche oggi. Certamente è andata molto peggio all'Angelo Pygar, che è finito so-do-miz-za-to dai Sogoiti! Le urla dell'umanoide pennuto quando subisce immissio penis in anum sono inequivocabili! 

Piccole fetenti e perverse polimorfe!

Stomoxys e Glossina, le fastidiosissime nipotine della Regina Nera, Gran Tiranno di Sogo, portano in realtà i nomi di due specie di mosche particolarmente nocive. Stomoxys calcitrans è la mosca delle stalle e Glossina morsitans è la famigerata mosca tse-tse, che trasmette il parassita Trypanosoma brucei, un protozoo in grado di provocare la malattia del sonno sia negli animali che negli esseri umani. Entrambe le bambine perverse si vedono, con abiti che ricordano la livrea delle coccinelle, a una festa sadomasochistica e sodomitica, tra gente avvezza a praticare il coito nel deretano! Ai nostri giorni tutto ciò non potrebbe essere più nemmeno pensato. Nel film di Vadim, le pestifere Stomoxys e Glossina propongono a Barbarella dei "giochini" non certo innocui. 



La verginità di Barbarella

All'epoca si pensava che il progresso tecnologico avrebbe portato al completo superamento della fisicità del genere umano. Sono temi ricorrenti nella fantascienza il disprezzo verso i "selvaggi", l'alimentazione tramite le "pillole degli astronauti" (di cui fece satira Totò, quando alcuni giovani gli dissero che "mangiare non è chic") e altre simili amenità. Se sulla Terra non c'è contatto fisico tra i sessi, Barbarella ha conservato l'imene integra fino al suo incontro con Tognazzi! Sembra addirittura che non capisca il significato dell'atto della penetrazione. Non avrà mai visto un pene eretto e neppure la fuoriuscita dello sperma. Evidentemente sulla Terra la procreazione avviene in vitro ed è programmata, così nessuna può più rimanere incinta naturalmente. Eppure, il Presidente della Terra sembra abbastanza malizioso. Forse contava di avere facilmente un incontro con Barbarella e di sfruttare il suo candore per convincerla a fare qualche porcata.  
 
Tentativi di censura 

Il film Barbarella ha ricevuto la valutazione "condannato" ("condemned" rate) dal National Catholic Office for Motion Pictures, che lo ha definito " un fantasy malato ed eccessivo, con nudità e rappresentazioni grafiche del sadismo", criticando la Production Code Administration per averlo approvato. Ingerenze aggressive, il cui fine era instaurare un "Index filmorum prohibitorum" e abolire ogni traccia di libertà di espressione. Da quando la Chiesa Romana è stata travolta da innumerevoli cause di pedofilia, la sua arroganza è comunque molto diminuita.  
Questo film ha avuto un'importante riedizione nelle sale nel 1977, grazie al grande successo al botteghino di Guerre Stellari in quello stesso anno. La pellicola è stata modificata per ottenere una classificazione americana "PG" (ossia "Parental guidance suggested – Some material may not be suitable for children"), con taglio del nudo integrale; aveva il sottotitolo aggiunto Queen of the Galaxy ("Regina della Galassia"), che non era presente nella versione originale del 1968. Sebbene tutte le versioni video americane altro non fossero che la versione originale non tagliata, la Paramount ha ripetutamente incluso lo stupidissimo tag "PG" sulla confezione, quando avrebbe dovuto apporre la dicitura "Not Rated"
Il fumetto di Jean-Claude Forest ha avuto qualche problema in più rispetto al film. Quando le strisce raccolte furono pubblicate come libro a sé stante nel 1964, furono ritenute pornografiche e scoppiò uno scandalo. Nella migliore delle ipotesi, quelle strisce erano leggermente erotiche. 


Etimologia di Durand Durand 

Il nome dello scienziato pazzo Durand Durand (pron. /dy'Rã dy'Rã/) colpisce subito l'attenzione per via della sua natura duplicata - anche se spesso Barbarella si rivolge a lui chiamandolo semplicemente Durand. L'ipotesi più plausibile è che Durand sia il cognome, di origine francese, e che i suoi genitori si siano divertiti a dare al figlio un nome di battesimo identico al cognome. Dopotutto non sarebbe un caso isolato. Basti pensare a esempi come Galileo Galilei, Paperone de' Paperoni, etc. L'etimologia, sia del cognome che del primo nome, è dall'antico francese Durant, che risale al latino Durandus, il cui significato è "Duraturo", "Durevole". L'origine è chiaramente augurale. Questo cognome presenta le varianti Durant, du Rand e du Randt, le ultime due comuni in Sudafrica. Resta il fatto che Barbarella non è mai chiamata con un cognome. Non è garantito che la mia spiegazione sia valida e che le genti della Terra futuribile abbiano cognomi. Nel fumetto originale non c'era alcun Durand Durand e nemmeno il suo raggio letale. Il personaggio fu inventato di sana pianta dallo sceneggiatore. Credo che ormai sia impossibile determinare a cosa si ispirò.  

Barbarella e la politica 

Questo film è stato realizzato prima della politicizzazione di Jane Fonda e della sua metamorfosi in una convulsionaria radical-femminista. Quando le è stato chiesto di difendere il film nel contesto delle sue opinioni politiche femministe, non ha avuto altra scelta che accettarlo per quello che era. Non avrebbe potuto riscrivere la storia, perché non si era ancora imposta la luttuosa "cancel culture"! Adesso sarebbe tutto diverso: imporrebbero la distruzione della pellicola, accusata di sfruttare le donne! Per queste fanatiche urlanti che si sono formate in verminai universitari come Berkeley, ogni donna dovrebbe mettersi i baffi finti, vestirsi di stracci e puzzare da far schifo, come una carogna e come la merda grassa, pur di non far piacere nemmeno al più sfigato degli uomini! 


La politica nel film Barbarella 

Sarebbe ingenuo pensare che nel film non esistano contenuti politici, soltanto perché il film risale a un'epoca in cui Jane Fonda non era politicamente impegnata. Subito appare evidente l'attiva presenza del Partito Comunista Rivoluzionario sul 16° pianeta di Tau Ceti. Non si può evitare di porsi una domanda. Chi ha portato il Marxismo a Sogo? È stato sicuramente Durand Durand. In fondo è stato lui a dare a Dildano le pillole per il sesso "sincro", segno che i due si conoscevano abbastanza bene. Ma a che pro? Che vantaggio avrebbe avuto lo scienziato pazzo a diffondere le dottrine di Marx ed Engels in un contesto privo di connessioni con quello della Terra? Forse all'inizio ha pensato di usare la Rivoluzione per contrastare il potere del Gran Tiranno, sperando nel crollo di quella società feudale. Poi, quando è stato a un passo dall'ottenere il potere in altro modo, Durand Durand si è opposto con ogni sua forza alla Rivoluzione, eliminando uno ad uno i dirigenti dell'Agitprop e gli insorti!  

La Stanza del Suicidio 

Credendo di essere molto furba, Barbarella a un certo punto varca un ingresso proibito, chiedendosi perché nessuno dei Sogoiti osi seguirla. Quella in cui è capitata è la Stanza del Suicidio. Ogni abitante di Sogo ha il diritto di terminare la propria esistenza quando vuole. Solo per questo sarebbe un luogo molto più civile dell'Italia, tanto per fare un esempio, Tuttavia c'è un problema di non poco conto. Nessuno può scegliere come porre fine ai propri giorni. L'aspirante suicida ha una sola possibilità: optare per una delle tre porte che si trova davanti. Nel caso non lo faccia, sarà inghiottito dal magma. Ciascuna delle tre porte immette in una stanza, invisibile dall'esterno, in cui il boia può fare qualsiasi cosa, ad esempio squartare il malcapitato, bollirlo vivo, amputargli gli arti, etc. Barbarella viene tratta in salvo da Durand Durand.

Barbarella e la varietà linguistica 

Il congegno che Barbarella definisce "chiacchieratore" dovrebbe avere la capacità di permetterle di comunicare con gente che parla lingue diverse da quella della Terra. Il primo incontro di Barbarella con le nipotine odiosissime della Regina Nera si risolve in una totale assenza di comprensione: avendo fallito il dispositivo per un inconveniente tecnico, la donna tenta di applicare il principio secondo cui "dovunque nell'Universo si parla inglese tranne che in Francia" e inizia ad esprimersi in francese (nel caso Tau Ceti si rivelasse essere una dependance del Paese di Luigi XIV). Visto che non riesce ad ottenere alcun successo, si impone un cambio di strategia strategia. Non si sa bene su quali basi scientifiche, Barbarella etichetta il parlottare delle bambine terribili come "dialetto galattico del gruppo 5". Quando finalmente riesce ad attivare il "chiacchieratore", in presenza dell'augusto Tognazzi, ogni problema comunicativo si risolve come per incanto. Tuttavia si rivela un gravissimo errore nel seguito. Questo "chiacchieratore", che è una specie di braccialetto, avrebbe dovuto spegnersi con l'esaurimento della pila atomica, che è una specie di cavigliera. Quando la luce nella cavigliera è spenta, significa che non c'è più alcuna fonte di energia. Non si capisce come possa Barbarella continuare a comprendere quanto le viene detto dai suoi interlocutori Sogoiti, dato che la pila atomica è spenta da tempo. Non sono stato il primo a notare questo errore così grossolano. 


Barbarella e la musica 

Lo scienziato pazzo Durand Durand è l'ispiratore del nome del gruppo New Wave e Synthpop britannico Duran Duran, che godette di immensa popolarità negli anni '80 del XX secolo, divenendo in Italia uno dei pilastri portanti del movimento dei Paninari. Nel 1997, i Duran Duran hanno dedicato alla loro eroina preferita la canzone Electric Barbarella, terza traccia dell'album Medazzaland
Questo non esaurisce di certo l'influenza che il film interpretato da Jane Fonda ha avuto nel mondo della musica. Ho raccolto e ordinato cronologicamente alcuni casi che mi sono parsi particolarmente interessanti.   
1) Bob Seger: la canzone Her Strut dell'album Against the Wind (1980) è ispirata al personaggio di Barbarella. Alla lettera, Her Strut significa "il suo avanzare impettito". 
2) Fuzzbox, band femminile il cui nome esteso è We've Got A Fuzzbox And We're Gonna Use It: il video della canzone International Rescue, dell'album Big Bang! (1989), mostra una parodia di Barbarella in cui il ruolo di Durand Durand è interpretato da Adrian Edmondson. Questo per ripicca, perché non è stato concesso loro di usare Thunderbirds
3) Barbarella, pseudonimo dei due produttori Sven Väth e Ralf Hildenbeutel: i singoli dell'album techno The Art of Dance (1992) sono ispirati al film Barbarella. Tra questi menzioniamo The Future, The Spaceship e The Mission
4) Kylie Minogue: il video della canzone Put Yourself in My Place, dell'album eponimo Kylie Minogue (1994), diretto da Kier McFarlane, ha una trama ispirata al film Barbarella. La protagonista è la stessa Minogue che si spoglia in un'astronave. 
5) Monster Magnet, band stoner/rock/psichedelica: il video del singolo All Friends and Kingdom Come, dell'album Dopes to Infinity (1995), contiene spezzoni del film Barbarella
6) Jamiroquai: il brano Cosmic Girl, dell'album Travelling Without Moving (1996) cita al suo interno il nome Barbarella.
7) The Devils, band di Nick Rhodes e Stephen Duffy: la canzone Barbarellas dell'album Dark Circles (2002) è ispirata al personaggio di Barbarella. 
8) Arctic Monkeys: il singolo Arabella, dell'album AM (2013), trae il suo titolo una parola macedonia formata dall'unione tra Arielle (ex fidanzata di Alex Turner) e Barbarella
9) Ariana Grande: il videoclip di Break Free, dell'album My Everything (2014), è ispirato al film Barbarella. Una scena ricalca l'incipit con la protagonista che si spoglia in assenza di gravità.
10) Tatum Rush: il singolo Barbarella (2020) contiene molteplici riferimenti al film. 


Curiosità 

La scena durante i titoli di testa, in cui Barbarella sembra fluttuare attorno alla sua astronave, sono state girate facendo sdraiare Jane Fonda su un enorme pezzo di plexiglas con un'immagine dell'astronave sotto di lei. Il tutto è stato filmato dall'alto, creando l'illusione di trovarsi a gravità zero. 

All'interno della capsula spaziale di Barbarella, in genere vista sul lato sinistro, è raffigurata la parte destra del famoso dipinto Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande Jatte (Un dimanche après-midi à l'Île de la Grande Jatte, 1884) del pittore puntinista francese Georges Seurat, un contemporaneo del pittore impressionista Pierre-Pierre-Auguste Renoir. Orbene, proprio Pierre-August Renoir era il nonno del direttore della fotografia del film, il francese Claude Renoir. Il dipinto fu in seguito l'ispirazione per un musical di Stephen Sondheim, Sunday in the Park with George.

Nel Labirinto, Barbarella chiede all'Angelo Pygar dove può trovare il canuto Professor Ping. A quel punto i suoni di sottofondo sono presi dalla colonna sonora de Il pianeta proibito (Forbidden Planet, 1956) di Fred M. Wilcox, quando l'invisibile Mostro dell'Id lascia le impronte mentre si avvicina all'incrociatore spaziale.

Questa è la parola d'ordine usata dal rivoluzionario Dildano nella versione originale del film:
"Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch"
Riconoscibile all'istante, è il nome di un villaggio nel Galles, nel Regno Unito. Come si può facilmente intuire, questo toponimo è più lungo del Regno Unito e dell'intera Europa. È anche il secondo più lungo dell'intero pianeta. Il significato in lingua gallese è questo: "Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco, vicino alle rapide e alla chiesa di San Tisilio nei pressi della caverna rossa". Per comprensibili ragioni di praticità, si abbrevia in Llanfairpwll, ma è tuttora scritto per intero nella stazione ferroviaria del paese.  
Nella versione in italiano, l'interminabile toponimo gallese è stato sostituito con una parola d'ordine diversa, che tuttavia conserva in alcune parti una grossolana assonanza: 
"ciclotroneapogalatticoeliocentroparellittico-gogogò"
Queste sono le cose che succedono quando si hanno idee stravaganti e si è poi costretti ad adattarle in altre lingue! 

In origine Dildano doveva essere interpretato dall'attore italiano Antonio Sabato. Esistono foto dal set in cui Sabato che interpreta con Jane Fonda la famosa scena del sesso finto fatto congiungendo le mani. La performance di Sabato è stata considerata troppo seria, così è stato sostituito dall'attore inglese David Hemmings, più incline alla commedia. 

Jane Fonda si è autodoppiata nella versione in francese.

Charles B. Griffith in seguito dichiarò di aver lavorato alla sceneggiatura senza essere accreditato, spiegando che il team di produzione "ha assunto altri quattordici scrittori" dopo Terry Southern prima di arrivare a lui. Non sarebbe stato accreditato solo perché era l'ultimo. Griffith ha anche notato di aver riscritto circa un quarto del film che era stato girato, poi girato di nuovo, e ha aggiunto il concetto che erano trascorsi migliaia di anni da quando esisteva la violenza, quindi Barbarella è stata molto goffa per tutto il film: è pacifista, si spara ad un piede, arriva vergine su Tau Ceti, senza sapere cos'è il materiale genetico, poi viene posseduta carnalmente dal grottesco Tognazzi e tutto il resto. Anche le sequenze con Claude Dauphin nei panni del libidinoso Presidente della Terra e quelle della Stanza del Suicidio facevano parte del contributo di Griffith al film. 

Jane Fonda ha detto in un'intervista che ha dovuto ubriacarsi per trovare il coraggio di spogliarsi nuda per la scena durante i titoli di testa, anche se aveva girato scene di nudo in alcuni dei suoi film precedenti. 

L'istrionico Mike Myers ha tratto ispirazione da Barbarella per il personaggio di Felicity Shagwell della sua parodia spionistica Austin Powers - La spia che ci provava (Austin Powers - The Spy Who Shagged Me, 1999). Il cognome fittizio Shagwell significa "scopa bene". Il concetto che aveva in mente Myers era semplice, Barbarella "scopa bene" perché è arrivata a fare sesso dopo una vita di virtualità, senza aspettative, ansie da prestazione, paure, tabù, etc. Per contro, è un fatto che la virtualità della Rete ha avuto un effetto funesto sulle genti! 

Terry Southern suggerì Anita Pallenberg nel ruolo della Regina Nera di Sogo perché aveva stretto amicizia con lei quando lavorava con i Rolling Stones durante le prime fasi di sviluppo di Arancia meccanica (A Clockwork Orange, Stanley Kubrick, 1971). Inoltre, era una maliarda con una fama sinistra: a quanto pare era dedita alle droghe e faceva sesso anale con molti partner occasionali; si dice inoltre che praticasse la Magia Nera. 

La ragazza che fuma la pipa, Talitha Pol, era la moglie di John Paul Getty, il famoso miliardario. Quella che fumava era "essenza di uomo", una droga ottenuta dalla lavorazione di tonnellate di sperma, eiaculato da centinaia di uomini robusti sottoposti a costante stimolazione elettro-erotica! 

La pornodiva Virna Aloisio Bonino (aka Virna Anderson) ha preso il suo nome d'arte, Barbarella, proprio dal film interpretato da Jane Fonda. 

Un sequel abortito

Un sequel di Barbarella fu pianificato nel novembre 1968. Il produttore Robert Evans disse che il titolo provvisorio sarebbe stato qualcosa come "Barbarella Goes Down", con il personaggio che avrebbe avuto avventure sottomarine (in realtà quella frase in gergo era quasi un sinonimo di "Barbarella Gives Head"). Terry Southern ha detto di essere stato contattato da Dino de Laurentiis nel 1990 per scrivere un sequel "a buon mercato, ma con molta azione e molto sesso", possibilmente interpretato dalla figlia di Jane Fonda. Per grande fortuna del genere umano, non è mai stato prodotto. 

Un remake di cui non si sente bisogno 

Nel 1999 fu annunciato che era in lavorazione un remake del film e che la Warner Bros aveva acquisito i diritti dalla Paramount Pictures. Si vociferava anche che Drew Barrymore avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Barbarella e che questo rifacimento sarebbe stato più fedele al fumetto rispetto all'originale. Ancora nell'ottobre 2021, il progetto non era neppure cominciato. Di per sé sarebbe qualcosa di più inutile delle scorregge di un mulo. A cosa dovrebbe mai servire? Non si possono lasciare le voci dei Morti dove stannom senza arrecare disturbo alla Quiete del Nulla? 

Un altro tentativo di remake 

Una nuova versione di Barbarella è stata proposta negli anni 2000 e il regista Robert Rodriguez era interessato a svilupparne una versione. La Universal Pictures prevedeva di produrre il film, con Rose McGowan nel ruolo di Barbarella. Dino e Martha De Laurentiis hanno firmato con gli scrittori Neal Purvis e Robert Wade. Quando il budget del film superò gli 80 milioni di dollari, la Universal si ritirò. Secondo Rodriguez ha cercato finanziamenti alternativi e ha trovato uno studio in Germania che avrebbe fornito un budget di 70 milioni di dollari. Ma Rodriguez alla fine abbandonò il progetto, poiché usare quello studio avrebbe richiesto una lunga separazione dalla sua famiglia. A Joe Gazzam è stato quindi chiesto di scrivere una sceneggiatura, con la regia di Robert Luketic e Dino e Martha De Laurentiis ancora accreditati come produttori. Per fortuna non è mai stato prodotto! 

Un annuncio che si spera l'ultimo 

Nel marzo 2022 è stato annunciato un altro remake, diverso dai precedenti conati. A quanto pare, Barbarella sarà interpretata da Sydney Sweeney, sempre che Belzebù lo permetta. Uniche caratteristiche che la Sweeney ha in comune con Jane Fonda: i capelli biondi e il sesso femminile (ma di questi tempi bisogna stare attenti a parlarne troppo)! Sembra che il progetto sia soltanto al livello di annuncio, in tutto e per tutto embrionale, essendo sconosciuti sia il regista che lo sceneggiatore. Si vedrà cosa emergerà da questa incertezza. Forse si risolverà in un semplice peto. 

Un flusso di idee folli

Anche se non credo affatto nei remake, se dovessi dirigerne uno e potendo scegliere questo film, saprei già a chi affidare diverse parti. Ovviamente non rivelo l'identità della maliarda a cui attribuirei il ruolo di Barbarella, ma potete star certi che mi riserverei di interpretare l'ingordo Mark Hand-Tognazzi! Dildano lo farei interpretare a Luca K., basterebbe mettergli un'ispida parrucca rossiccia e sarebbe perfetto! Con il suo sguardo spiritato supererebbe l'originale! Il Professor Ping lo farei interpretare al dottissimo Marco A.: somiglia fisicamente all'attore e spiritualmente al personaggio!  

martedì 19 luglio 2022

 
IL PIANETA PROIBITO 

Titolo originale: Forbidden Planet 
Lingua: Inglese 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 98 min
Genere: Fantascienza, avventura 
Sottogenere: Esplorazione spaziale, civiltà scomparse,
    robot 
Regia: Fred M. Wilcox
Soggetto: da una storia di Irving Block e Allen Adler
Sceneggiatura: Cyril Hume
Produttore: Nicholas Nayfack
Casa di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione in italiano: Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia: George J. Folsey
Montaggio: Ferris Webster
Effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Joshua Meador,
     Warren Newcombe, Irving G. Ries
Musiche: Bebe Barron, Louis Barron
Scenografia: Cedric Gibbons, Arthur Lonergan,
    Hugh Hunt, Edwin B. Willis
Costumi: Walter Plunkett, Helen Rose
Trucco: William Tuttle, John Truwe
Interpreti e personaggi:
    Walter Pidgeon: Dott. Edward Morbius
    Anne Francis: Altaira "Alta" Morbius
    Leslie Nielsen: Comandante John J. Adams
    Warren Stevens: Tenente "Doc" Ostrow
    Jack Kelly: Tenente Jerry Farman
    Richard Anderson: Ingegnere Capo Quinn
    Earl Holliman: Cuoco di bordo
    George D. Wallace: Nostromo
    Robert Dix: Marinaio Grey
    Jimmy Thompson: Marinaio Youngerford
    James Drury: Marinaio Strong
    Harry Harvey Jr.: Marinaio Randall
    Roger McGee: Marinaio Lindstrom
    Peter Miller: Marinaio Moran
    Frank Darro: Robby il robot (Robby the Robot)
    Les Tremayne: Voce narrante
Doppiatori italiani:
    Roldano Lupi: Dott. Edward Morbius
    Luisella Visconti: Altaira "Alta" Morbius
    Carlo D'Angelo: Comandante John J. Adams
    Riccardo Cucciolla: Tenente "Doc" Ostrow
    Paolo Ferrari: Tenente Jerry Farman
    Nino Dal Fabbro: Ingegnere Capo Quinn
    Nino Manfredi: Cuoco di bordo
    Carlo Hintermann: Nostromo
    Alberto Lupo: Robby il robot (Robby the Robot)
    Guido Notari: Voce narrante
Titoli in altre lingue:
   Tedesco: Alarm im Weltall
   Francese: Planète interdite
   Spagnolo: Planeta prohibido
   Rumeno: Planeta interzisă
   Polacco: Zakazana planeta
   Russo: Запретная планета
   Svedese: Förbjuden värld
   Finlandese: Kielletty planeetta
   Turco: Meçhul Dünya
Budget: 1.968.000 dollari US
Box office: 2.765.000 dollari US

Trama:
XXIII secolo. Dopo un viaggio durato più di un anno, l'astronave dei Pianeti Uniti (United Planets) C-57D giunge sul lontano pianeta Altair IV. Il compito assegnato al suo equipaggio è chiarire il destino dell'astronave Bellerophon, inviata un ventennio prima. Il Dottor Edward Morbius, uno degli scienziati della spedizione originale, avverte il Comandante John J. Adams della C-57D di non atterrare, per ragioni di sicurezza. L'avvertimento viene ignorato e l'atterraggio ha luogo. Il Comandante Adams, il Tenente Jerry Farman e il Tenente "Doc" Ostrow vengono accolti dal robot Robby, che li trasporta alla residenza del Dottor Morbius. Lo scienziato espone i fatti, dicendo che tutti gli altri membri della sua spedizione finirono uccisi, uno per uno, da una "forza planetaria" invisibile, con l'astronave Bellerophon vaporizzata mentre gli ultimi sopravvissuti cercavano di scappare. Solo il Dottor Morbius, sua moglie (poi morta per cause naturali) e la loro figlia Altaira erano in qualche modo immuni a questa disgrazia, così simile a quella che aveva colpito Sodoma. Il Dottor Morbius si offre di aiutare l'astronave a tornare a casa, ma il Comandante Adams, ammiratore della macchina burocratica e di mente molto ristretta, dice che deve ricevere ulteriori istruzioni dalla Terra. Il giorno successivo, il Comandante Adams trova il Tenente Farman che bacia Altaira alla francese, una vera e propria battaglia di lingue libidinose! Furioso a causa del suo puritanesimo, rimprovera il Tenente Farman e critica Altaira per aver indossato abiti succinti e per essersi comportata in modo lascivo. Quella stessa notte, un intruso invisibile sabota le apparecchiature di comunicazione a bordo dell'astronave. La mattina successiva, il Comandante Adams e il Tenente Ostrow si recano alla residenza del Dottor Morbius per discutere dell'intrusione. Durante l'attesa, il Comandante Adams si imbatte nella seducente Altaira che nuota, non facendo nulla per nascondere la propria assenza di inibizioni. Dopo che lei ha indossato un vestito nuovo e meno attillato, il Comandante Adams si scusa per il suo comportamento nei suoi confronti. I due si baciano lingua in bocca. Vengono improvvisamente attaccati dalla tigre domestica di Altaira e il Comandante Adams è costretto a disintegrarla con il suo folgoratore.
Il Dottor Morbius appare e rivela al Capitano Adams e al Tenente Ostrow che ha studiato gli artefatti dei Krell, una razza altamente avanzata che si estinse misteriosamente in una sola notte 200.000 anni prima. Uno di questi dispositivi migliora l'intelletto ed è stato utilizzato dallo scienziato, che sopravvisse a malapena all'esperienza, ottenendone però il raddoppiamento della sua capacità intellettuale. Un'altra meraviglia è una vasta macchina sotterranea grande 8.000 miglia cubiche (circa 33.000 km3), ancora funzionante, alimentata da 9.200 reattori termonucleari. Il Comandante Adams dice al Dottor Morbius che deve condividere queste scoperte con la Terra. Tuttavia lo scienziato rifiuta, dicendo che "l'Umanità non è ancora pronta a ricevere un potere così illimitato".
Il Comandante Adams erige campo di forza attorno all'astronave, come barriera impenetrabile, ma l'intruso invisibile passa facilmente attraverso e uccide brutalmente l'Ingegnere Capo Quinn, che stava riparando l'attrezzatura di comunicazione danneggiata. Il Dottor Morbius avverte il Comandate Adams della sua premonizione di ulteriori attacchi mortali. Quella notte, l'intruso viene rilevato mentre si avvicina. Il suo profilo e le sue caratteristiche diventano visibili quando entra nel campo di forza e gli vengono sparati ripetuti colpi dei folgoratori, con scarsi risultati. La cosa aliena uccide il Tenente Farman e altri due membri dell'equipaggio. Quando il Dottor Morbius viene svegliato dalle urla di Altaira, la creatura svanisce improvvisamente.
Il Comandante Adams cerca di convincere Altaira ad andarsene. Il Tenente Ostrow si allontana di soppiatto e usa il potenziatore dell'intelletto Krell, venendone ferito a morte. Prima di spirare, informa il suo Comandante che lo scopo della macchina sotterranea era creare qualsiasi cosa con il semplice pensiero, ovunque sul pianeta. Tuttavia, dice anche che i Krell hanno dimenticato una cosa: la formazione dei "Mostri dall'Id". La macchina ha dato libero sfogo ai desideri subconsci dei Krell con un potere illimitato, provocandone infine l'estinzione. Il Comandante Adams deduce che il subconscio del Dottor Morbius ha creato la cosa aliena che ha ucciso i membri della spedizione originale e ha attaccato il suo equipaggio; lo scienziato si rifiuta però di credergli.
Altaira dice al Dottor Morbius che lascerà Altair IV con il Comandante Adams, che ha un cazzone grosso, durissimo e duraturo. Il robot Robby rileva la creatura che si avvicina; il Dottor Morbius le ordina di ucciderlo, ma il robot sa che il mostro è Morbius stesso, così si spegne, essendo programmato per non uccidere mai un essere umano (sono le Leggi della Robotica Asimoviana!). Il Comandante Adams, Altaira e il Dottor Morbius si nascondono nel laboratorio dei Krell, ma la creatura riesce a dissolvere le robuste porte di acciaio. Lo scienziato finalmente accetta la verità, affrontando e rinnegando il suo altro sé: viene ferito a morte dalla creatura prima che questa svanisca. Prima di trapassare, fa attivare al Comandante Adams un sistema di autodistruzione planetaria, avvertendo che tutti devono allontanarsi all'istante nello spazio profondo. Finalmente a distanza di sicurezza, il Comandante Adams, la libidinosa Altaira, il robot Robby e l'equipaggio sopravvissuto assistono alla distruzione di Altair IV. Il Comandante rassicura Altaira dicendole che tra circa un milione di anni la razza umana si troverà al livello di progresso tecnologico in cui stavano gli estinti Krell. Si abbracciano mentre l'astronave C-57D torna sulla Terra. 


Recensione:

Senza dubbio Forbidden Planet è considerato una pietra miliare della filmografia fantascientifica. Diciamo che non mi è dispiaciuto, ma non è neppure tra i miei preferiti. In generale, non vado matto per i robot: la mia immaginazione tende a vedere tali manufatti come barattoli, non certo come cose in grado di far sognare. 
L'ambientazione è abbastanza ragionevole. La stella Altair dista solo 17 anni luce dalla Terra, ed è una delle stelle più vicine a noi. La sua massa è 1,8 volte quella del Sole e 11 volte più luminosa. È la dodicesima stella più luminosa nel cielo notturno. Tuttavia, allo stato delle conoscenze aggiornato al 2021, non ha pianeti conosciuti. Il futuro ci potrebbe comunque riservare interessanti sorprese, visto che di pianeti inattesi e stranissimi ne vengono scoperti ogni giorno che passa. Potrebbe darsi che con nuove tecniche, qualcosa salti fuori anche intorno ad Altair.   
Questo film ha segnato una sorta di spartiacque: è stato uno dei primi progetti di fantascienza ad aver ricevuto un budget elevato. Il genere era stato raramente preso sul serio dai dirigenti degli studi cinematografici, tanto che per inveterata tradizione i film di fantascienza in genere ricevevano budget a dir poco striminziti, spesso quasi assenti. Il successo di critica di questa pellicola convinse molti produttori che il finanziamento adeguato fosse la chiave per assicurare successo alla fantascienza. Lo storico del cinema Ben Mankiewicz ha affermato che il successo di Fordibben Planet ha reso possibili futuri film di fantascienza ad alto budget. 
Si segnala un Leslie Nielsen non ancora canuto, che fa faville nella parte del Comandante Adams. Questo è stata la sua prima interpretazione come protagonista.

Promozione

Il famoso poster del film mostra un robot minaccioso che trasporta una bella ragazza in difficoltà: un punto fermo dei manifesti dei film di mostri degli anni '50. In realtà, nessuna scena del genere si verifica nel film stesso e il robot ritratto nel poster è Robby the Robot, che il pubblico ha trovato "simpaticissimo". 
La copertina avvolgente dell'edizione speciale a due dischi del 50° Anniversario presenta invece Robby che trasporta una figura maschile in uniforme verde, "Doc" Ostrow, che muore dopo aver rivelato la sua scoperta dei segreti dei Krell. 

Dotti riferimenti mitologici

La nave dei coloni Bellerophon prende il nome da un eroe greco. Secondo la mitologia greca, il Re Proteo mandò Bellerofonte dal re Iobate per consegnare un messaggio sigillato e lui non sapeva cosa dicesse. Il messaggio ordinava al Re Iobate di uccidere il portatore del messaggio, anche se alla fine ciò non accadde. L'astronave Bellerophon trasportava il Dottor Morbius che, senza saperlo, era destinato a provocare la morte dei coloni e la distruzione del veicolo spaziale. Pertanto, come l'eroe, la spedizione portava con sé lo strumento stesso del proprio annientamento. 

Il Pianeta Proibito, Shakespeare e i deliri gender

Riferendosi a Robby the Robot, il cuoco a un certo punto chiede: "Ehi, dottore, è un maschio o una femmina?" Sebbene questa frase sia intesa soltanto un'amena curiosità ("Ha il pistolino o la fessurina?"), viene da molti considerata come riferimento alla storia del materiale originale di questo film, ossia l'opera teatrale di William Shakespeare La Tempesta (1611). Robby the Robot è un analogo del personaggio di Ariel. Orbene, secondo le convulsionarie radical-femministe politically correct woke autorazziste, Ariel sarebbe uno dei primi esempi di casting senza distinzione di genere nella storia del teatro occidentale. Non curandosi del fatto che Shakespeare descrive Ariel come un maschio ("to thy strong bidding / task Ariel and all his quality"), lo ritengono un transessuale intersessuale gender-fluid e strepitano vanamente sulla sessualità di un robot. Possa Belzebù gettarle nel più profondo pozzo dell'Inferno, al di sotto di Giuda Iscariota!

Psicoanalisi a tambur battente

Le sequenze sono pervase da una fede assoluta nel potere dell'Inconscio, che influirebbe sull'Universo arrivando a materializzare oggetti e creature. Cos'è l'Id di cui parla tanto spesso il Dottor Morbius? È il cosiddetto Es. L'etimologia di questi termini non è difficile: id è il pronome latino che significa "esso" e che corrisponde al pronome tedesco es. Secondo la contorta teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, l'Es è quella istanza intrapsichica che "rappresenta la voce della natura nell'animo dell'uomo", ossia "un insieme di desideri istintivi non coordinati". Si suppone che l'Es sia la fonte dei bisogni e dei desideri corporei, degli impulsi e dei desideri emotivi, in particolare dell'aggressività e della libido (desiderio sessuale). Quindi anche il desiderio di leccare orifizi vi è incluso. Secondo il Dottor Morbius, il Mostro dell'Id si riferisce ai pensieri irrazionali e subconsci di qualsiasi essere sensibile e intelligente, come un ricordo lontano ma ancora latente della bestia primitiva da cui sono emerse tutte le razze, che vive nella mente razionale per essere una figurazione dello scatenato e incontrollato istinto dove mancano valori morali e ideali. 
Un risvolto incredibilmente comico: il ruggito del Mostro dell'Id è identico al ruggito del Ciclope ne Il 7° viaggio di Sinbad (The 7th Voyage of Sinbad, 1958), diretto da Nathan Juran (nato Naftuli Hertz Juran). 


Le Tre Leggi della Robotica

Questo film di Wilcox è la prima trasposizione cinematografica delle famose Leggi della Robotica enunciate da Isaac Asimov. Le enunciamo brevemente in questa sede:

1. Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Questa è la versione originale:

1. A robot may not injure a human being or, through inaction, allow a human being to come to harm.
2. A robot must obey any orders given to it by human beings, except where such orders would conflict with the First Law.
3. A robot must protect its own existence as long as such protection does not conflict with the First or Second Law. 


Quando Asimov enunciò queste leggi, era convinto che il termine "robotica" esistesse già. Invece lo aveva coniato lui. Certo, il celebre divulgatore scientifico doveva essere abbastanza disattento: non si è accorto nemmeno che suo figlio David gli aveva installato in casa un'industria di produzione e processamento di materiale pedopornografico! 

Una contraddizione legata alla Robotica 

Veniamo ora a una singolare contraddizione che ha a che fare con i postulati asimoviani. Quando il Dottor Morbius ordina a Robby di sparare con il folgoratore contro il Comandante Adams, il robot inizia a cortocircuitare. Il Dottor Morbius dice che se gli fosse permesso di continuare, ciò "farebbe saltare ogni circuito del suo corpo". Robby sperimenta la stessa inibizione proprio questo quando gli viene ordinato di uccidere il Mostro dell'Id, che crede essere lo stesso Dottor Morbius. Eppure alla fine è proprio il robot l'astronauta ai comandi della nave in fuga. Non è chiaro come sia stato ricostruito Robby, dal momento che il Dottor Morbius è morto e che l'equipaggio chiaramente non ha la capacità di ricostruire i suoi circuiti. In realtà il Mostro dell'Id non era lo stesso Morbius. Se era un costrutto del suo subconscio, non poteva essere una trasformazione fisica del suo corpo. Il Mostro era come una pistola o un altro tipo di arma e poteva essere distrutto da Robby come qualsiasi altro artefatto umano.

L'Oblio come destino universale 

Il tristissimo fato della civiltà scomparsa dei Krell offre molti spunti per annichilenti meditazioni sulla natura labile dell'Informazione. Questo possiamo dire per certo: non c'è architettura edificata dall'Intelligenza, sia essa umana o meno, che non sia destinata a dissolversi nel rumore di fondo di questo Universo in sfacelo. La Morte Termodinamica inghiottirà ogni cosa. Il Comandante Adams è incapace di afferrare questi concetti. La sua mentalità è positivista, fondata sulla fede indefettibile nel progresso illimitato del genere umano. Questo lo porta a minimizzare la perdita del patrimonio scientifico e culturale dei Krell, credendo che tanto la specie Homo sapiens riuscirà col tempo a raggiungere gli stessi livelli. Il militare non riesce nemmeno a capire che non sarebbe la stessa cosa, che non si tratta di due realtà intercambiabili. Ciò che è andato perduto non è più recuperabile. Ciò che prima era organizzato, adesso è attrito, è calore disperso, è disordine, è diventato privo di qualsiasi significato riconoscibile.    

La Nave di Teseo

Una macchina a forma di culo, pardon, di cubo, che è centrale nella trama del film, è l'incarnazione di un esperimento concettuale denominato "La Nave di Teseo". Questa macchina Krell, che da 2.000 secoli si mette a punto, si lubrifica e sostituisce da sé le parti usurate, solleva la domanda filosofica rivolta inizialmente alla nave di Teseo, le cui parti furono completamente sostituite durante le sue peregrinazioni: "È ancora lo stesso oggetto di quello originale dopo tutte le modifiche che sono state apportate?" Lo stesso discorso vale per ogni corpo umano o animale. In un corpo umano, il tasso di ricambio è tale che si formano 4 milioni di cellule nuove ogni secondo. Anche se la maggior parte dei neuroni e altri tipi di cellule (come quelle del cristallino dell'occhio) non subiscono un simile ricambio, la domanda resta. Sono ancora lo stesso individuo che ero vent'anni fa, se gran parte delle mie cellule nel frattempo sono state sostituite?  


Un riferimento criptico 

Quando il Dottor Morbius sta dimostrando le capacità di Robby, gli fa sparare con un folgoratore contro un fiore chiamato Althea frutex (Hibiscus syriacus). Questa pianta è un arbusto deciduo i cui fiori sono spesso di colore rosa. È il fiore nazionale della Corea del Sud e in coreano si chiama mugungwha. Questa parola è basata sulla parola coreana mugung che significa "eternità" o "abbondanza inesauribile", l'ultima delle quali è un tema del film. Non bisogna mai sottovalutare l'ingegno dei cineasti. 

Il Pianeta proibito e Star Trek

Il creatore di Star Trek, Gene Roddenberry, ha dichiarato che il film di Wilcox è stato una grande ispirazione per la sua serie. Forse non a caso, Warren Stevens, che qui interpreta il Tenente "Doc" Ostrow, sarebbe poi stato una guest star nell'episodio Con qualsiasi nome (By Any Other Name, 1968), dove gli alieni Kelvan, proprio come i Krell di Forbidden Planet, erano immaginati con una forma estremamente diversa da quella umanoide, anche se non sono mai stati mostrati con le loro vere sembianze. 1701, che è il numero di serie della Starship Enterprise, deriva presumibilmente dalle ore 17:01 mostrate dall'orologio quando l'astronave C-57D entra in orbita attorno al pianeta Altair IV. 
Possiamo dire che Il Pianeta Proibito è stato fonte di ispirazione per Star Trek sotto molti aspetti: il giovane equipaggio con un comandante molto giovane, la nave rotonda come una ghiotta torta, il capitano che porta la ragazza su altri pianeti sperando di poterle strusciare il mazzone sulle morbide tette, i comunicatori wireless (tanto strombazzati come antesignani del telefono cellulare, pur essendo soltanto walkie-talkie), le armi elettroniche portatili e le rigide regole per i viaggi spaziali (bisogna pisciare in un sacchetto, etc.). 

Il Pianeta Proibito e Lost in Space 

Robert Kinoshita (pron. Kinoshta), a cui è attribuita la costruzione di Robby the Robot, è stato anche direttore artistico della serie TV Lost in Space (1965). Molte delle caratteristiche del robot di Lost in Space sono simili a quelle di Robby: testa di vetro con elementi animati; orecchie dell'antenna rotanti (sebbene le orecchie del robot di Lost in Space si muovessero raramente dopo l'episodio pilota); bocca lampeggiante; pannello sul petto con più elementi animati. Del resto, gran parte della disposizione dell'astronave di Forbidden Planet è rispecchiata da Jupiter 2 di Lost in Space: forma a disco; carrello di atterraggio/scale di ingresso integrali; cupola esterna inferiore con luci animate; stazione di navigazione centrale con cupola in plexiglas; ibernacoli verticali disposti lungo il perimetro. Inoltre, Robby e il robot di Lost in Space hanno avuto un paio di "riunioni di famiglia" in due episodi della serie di Kinoshita: War of the Robots (1966) e Condemned of Space (1967). Detto questo, non ho mai visto un solo episodio di Lost in Space e non mi attira nemmeno.

Censura 

L'abito succinto indossato da Anne Francis è considerato il primo ad essere mostrato in un film di Hollywood. Questo fece sì che il film fosse bandito in Spagna, dove non venne proiettato fino al 1967. La causa del bando è stata la dittatura iper-puritana del Generale  Francisco Franco, fissato con la repressione di ogni manifestazione di sessualità: secondo il suo pensiero era "sporco e osceno" che una donna indossasse un miniabito per mettere in mostra le gambe. Quando il Caudillo morì, i costumi in Spagna subirono drastici e rapidissimi mutamenti: nacque la movida, con donne che invitavano in casa qualunque uomo capitasse loro a tiro, facendosi penetrare nel retto e lasciare lo sperma tra le feci! Pochi si rendono conto che proprio a causa della reazione al regime franchista, la Spagna ha smesso di essere un paese cristiano. 


Curiosità

Oltre ad animare il mostro che invade il campo, l'artista dei Walt Disney Studios Joshua Meador ha fornito circa altri 29 effetti di animazione raffiguranti raggi laser e altre forme di energia visiva. 

Il cielo verde ha reso omaggio al romanzo Quando i mondi si scontrano (When Worls Collide, 1933) di Philip Wylie e Edwin Balmer. In esso, il cielo del pianeta alieno primario era verde. Una specie di alghe verdi utilizzava la luce solare per scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno e immagazzinava l'idrogeno in sacche, cosa che gli permetteva di galleggiare nell'aria. 

Mentre in molti film di fantascienza precedenti i terrestri esploravano altri mondi, questo è stato il primo film ad essere ambientato interamente su un pianeta alieno. Sebbene siano presenti numerose sequenze all'aperto, tutte sono state girate all'interno di un palcoscenico in studio, mentre molte riprese di paesaggi esterni sono costituite da dipinti opachi colorati e dettagliati. 

Anne Francis, quella che mostrando le gambe mandò su tutte le furie il Generale Franco, non è mai stata sul set contemporaneamente alla tigre. Se si guarda attentamente, al minuto 27:04 del film, si può vedere la linea di divisione verticale dove due inquadrature separate, una di Altaira e una della tigre, sono unite insieme in un'unica inquadratura. La giunzione viene spostata più volte mentre l'esuberante ragazza attraversa l'inquadratura e la tigre esce dall'inquadratura. 

Utilizzando idee e procedure tratte dal libro La cibernetica: Controllo e comunicazione nell'animale e nella macchina (Cybernetics: Or, Control and Communication in the Animal and the Machine, 1948) del matematico e ingegnere elettrico Norbert Wiener, Louis Barron costruì i propri circuiti elettronici che usò per generare i "bip", sussulti, ronzii, gemiti, pulsazioni, mormorii e strilli. La maggior parte di questi suoni sono stati generati utilizzando un circuito elettronico chiamato "modulatore ad anello". Dopo aver registrato i suoni di base, i due Barron, Louis e Bebe, manipolarono ulteriormente gli impulsi sonori aggiungendo altri effetti, come il riverbero e il ritardo. Per ottenere questi bizzarri risultati, invertirono o modificarono la velocità di determinati suoni. 

Il Pianeta Proibito e il Tenente Colombo 

Quattro membri del cast apparvero successivamente in episodi della serie TV Colombo (Columbo, 1971-1978): Richard Anderson e Leslie Nielsen erano entrambi in Incidente premeditato (Lady in Waiting, 1971) e Nielsen fece anche Doppio gioco (Identity Crisis, 1975); Anne Francis è stata a Colombo: Il filo del delitto (A Stitch in Crime, 1973) e Mio caro nipote (Short Fuse, 1972); Robby the Robot è apparso in Mind Over Mayhem (1974).

domenica 17 luglio 2022


TERRORE NELLO SPAZIO

Titolo originale: Terrore nello spazio
Titolo in inglese (USA): Planet of the Vampires
Titolo in inglese (UK): The Demon Planet
Lingua originale: Italiano, inglese
Paese di produzione: Italia, Spagna
Anno: 1965
Data di uscita: 15 settembre 1965
Durata: 88 min
Colore: Colore
Rapporto: 1,85:1
Genere: Fantascienza, avventura, orrore
Sottogenere: Vampiri spaziali, zombie 
Regia: Mario Bava
Soggetto: Renato Pestriniero (tratto dal racconto
   "Una notte di 21 ore")
Sceneggiatura: Mario Bava, Alberto Bevilacqua,
   Callisto Cosulich, Antonio Romàn, Rafael J. Salvia,
   Ib Melchior (nella versione americana)
Produttore: Fulvio Lucisano
Produttore esecutivo: Samuel Z. Arkoff, Salvatore
   Billitteri, James H. Nicholson
Compagnie di produzione: Italian International Film;
   Castilla Cooperativa Cinematográfica;
   American International Pictures
Distribuzione (Italia): Società Italiana di Distribuzione
   (SIDIS)
Distribuzione (Spagna): C.B. Films
Fotografia: Antonio Pérez Olea, Antonio Rinaldi
Montaggio: Romana Fortini, Antonio Gimeno
Effetti speciali: Mario Bava, Carlo Rambaldi
Musiche: Gino Marinuzzi
Scenografia: Emilio Zago
Trucco: Gabriella Borzelli, Giancarlo Del Brocco,
    Amato Garbini
Assistente al direttore: Lamberto Bava
Segretario di produzione: Lucio Romeo
Interpreti e personaggi:
    Barry Sullivan: Mark Markary
    Evi Marandi: Tiona
    Norma Bengell: Sanya
    Ángel Aranda: Wess Wescant
    Mario Morales: Eldon
    Stelio Candelli: Brad / Mud
    Franco Andrei: Garr / Bert
    Alberto Cevenini: Toby Markary / Wan
    Fernando Villena: Dott. Karan
    Ivan Rassimov: Carter / Dervy
    Federico Boido: Keir
    Massimo Righi: Capitano Sallas / Nordeg
    Giuseppe Mattei: Brent
    Vito Fasano: membro zombificato dell'equipaggio
        della Galliott
Doppiatori originali:
    Carlo D'Angelo: Mark Markary
    Giancarlo Maestri: Eldon
    Renzo Palmer: Brad
    Gianni Musy: Garr
    Michele Malaspina: Dott. Karan
    Giulio Bosetti: Astronauta
Titoli in altre lingue:
    Tedesco: Planet der Vampire
    Spagnolo: Terror en el espacio
    Francese: Le Planète des vampires
    Portoghese (Brasile): O Planeta dos Vampiros
    Russo: Планета вампиров
Budget: 200.000 dollari US
Box office: 90 milioni di lire italiane (Italia),
     38,2 milioni di pesetas (Spagna), 
     251.000 dollari US (Stati Uniti d'America)

Trama: 
Due gigantesche navi interplanetarie, impegnate in una spedizione nello spazio profondo e inesplorato, ricevono un segnale di soccorso proveniente da Aura, un pianeta inesplorato. Entrambe le navi, la Galliott e la Argos, tentano di atterrare sulla superficie di quel mondo avvolto dalla nebbia. Mentre entrano nell'atmosfera planetaria, l'equipaggio della Argos viene posseduto da una forza sconosciuta che provoca un incoercibile impulso di violenza omicida. Soltanto il Capitano Markary ha la volontà di resistere ed è in grado di costringere tutti gli altri a bordo della sua nave a uscire dal loro stato ipnotico e omicida. Dopo che la Argos atterra in superficie, l'equipaggio sbarca ed esplora l'inquietante paesaggio alla ricerca del Galliott. Nebbie fitte e pulsanti, saturano il terreno, illuminate da colori lattiginosi in continuo cambiamento. Quando finalmente arrivano all'altra nave, gli esploratori scoprono che i membri dell'equipaggio si sono uccisi a vicenda. Il fratello minore di Markary, Toby, è tra i morti. Procedono così a inumare quanti più cadaveri possibile, ma diversi corpi sono rinchiusi all'interno del ponte della nave. Il Capitano Markary parte per prendere gli strumenti necessari ad aprire la stanza sigillata, ma quando torna può solo constatare che i cadaveri sono scomparsi. Alcuni membri dell'equipaggio della Argos vengono trovati morti. Poco dopo, Tiona vede i loro cadaveri camminare sulla nave e rimane paralizzata dal terrore. I morti sono ritornati come zombie! Il Capitano Markary avvisa i sopravvissuti che devono fuggire immediatamente da Aura. Purtroppo la Argos ha subito gravi danni durante l'atterraggio e le riparazioni richiedono tempo. Durante il periodo di attesa che segue si verificano molti altri omicidi. In una registrazione su nastro privata, il Capitano Markary ammette di sospettare che nessuno di loro riuscirà a sopravvivere. Mentre esplora Aura, Wess scopre le rovine di un'astronave colossale a poche miglia dalla Argos. Il Capitano Markary, Sanya e Carter indagano. All'interno del ciclopico derelitto, scoprono i grandi resti scheletrici di un equipaggio di gigantoni, morti da moltissimo tempo. Subito si rendono conto di non essere stati i primi attratti sul pianeta dall'ingannevole segnale di soccorso. A causa dell'improvvida pressione di un pulsante, il Capitano Markary e Sanya rimangono intrappolati all'interno della nave aliena, ma riescono a scappare e tornare sulla Argos. A questo punto si rendono conto che Carter è scomparso inspiegabilmente. Due membri zombificati dell'equipaggio della Galliott, Keir e Sallas, arrivano alla Argos per rubare il dispositivo che permette di respingere i meteoriti. Keir scappa portando via il macchinario e il Capitano Markary combatte contro Sallas, squarciandogli l'uniforme ed esponendo il suo corpo putrescente. Viene a sapere che il cadavere di Sallas è stato manipolato da uno spirito immondo di Aura, il quale gli rivela che le due astronavi sono state attirate sul pianeta appositamente per consentire agli Aurani di fuggire dal loro mondo morente. Con l'equipaggio della Galliott sotto il loro completo controllo, gli Aurani progettano di utilizzare la nave per fuggire sul pianeta di origine della specie umana. Il Capitano Markary giura di fermarli e corre con il suo equipaggio fino alla Galliott per recuperare il congegno che respinge i meteoriti. Hanno successo e riescono a posizionare degli esplosivi nella Galliott. Durante uno scontro con gli Aurani, il Dottor Karan e Tiona vengono uccisi. Il Capitano Markary e Sanya tornano sulla Argos e riescono a scappare mentre la Galliott viene distrutta. Dopo il decollo, tuttavia, si rivelano posseduti dagli Aurani. Questi alieni incorporei chiedono a Wess, l'ultimo sopravvissuto, di unirsi a loro. Wess rifiuta e cerca di sabotare il congegno per respingere i meteoriti, ma si fulmina fatalmente mentre ci sta provando. Poiché il dispositivo è stato rotto irreparabilmente, il Capitano Markary e Sanya decidono di cambiare rotta per un pianeta vicino abitato da umani: la Terra. È l'Anno del Signore 1965.   


Recensione: 
Riconosciuto come uno dei migliori film di fantascienza prodotti in Italia negli anni '60, direi che tutto sommato Terrore nello spazio è più che passabile. Rifulge la saldatura tra fantascienza e l'eterno tema dei Ritornanti, che ha ossessionato il genere umano fin dalle epoche più lontane. Certo, gli effetti speciali sono a dir poco surreali, ma cosa ci si poteva aspettare in quell'epoca? L'ingegnosità nel risolvere situazioni di urgenza è certamente più che lodevole. Non dobbiamo avere timore di parlarne. Soltanto Mario Bava poteva simulare un paesaggio alieno usando caramelle ciucciate e carbone dolce della Befana! Ha obbligato il cast a ciucciare qualche chilo di caramelle dure, facendole poi sputare. Ecco come sono stati realizzati i cristalli alieni! Per le rocce scure invece è stato usato il carbone dolce della Befana, una preparazione semplice e molto comune in Lombardia, che è composta da zucchero, albumi d'uovo, coloranti e aromi (in genere sa di menta). Tutto questo è genio assoluto! E che dire del sublime simbolo sulle uniformi nere lucenti dai bordi dorati? Mirabile reliquia di un'epoca più libera! Oggi tutto ciò non potrebbe più essere fatto, perché soffochiamo sotto il gravame immenso della tirannia del politically correct e della perniciosissima ideologia woke

Un'idea molto interessante

La Terra non è il luogo di origine della specie umana. È soltanto un avamposto di coloni che in seguito hanno perso la memoria storica e la tecnologia. Il vero luogo di origine della specie umana è un pianeta lontano, da cui è iniziata la Diaspora Cosmica, che ha portato all'esistenza di numerosissimi mondi abitati da esseri umani come noi, tutti discendenti da un unico ceppo. Questo stesso assunto del film di Mario Bava è a me particolarmente caro e l'ho usato spessissimo nei miei racconti. Peccato che i fantascientisti classici comprendano poco questi concetti, credendo piuttosto a baggianate come la "convergenza evolutiva". Perché le definisco "baggianate"? Perché sarebbero sommamente improbabili, incompatibili con la teoria della probabilità. Non stiamo parlando di ittiosauri che somigliano a delfini e a pesci, di pterodattili che somigliano a pipistrello e a uccelli. Stiamo parlando di gentlemen perfettamente vestiti e curati, non simili a esseri umani ma assolutamente identici, persino nei pensieri! 


Una religione stoica

Possiamo farci un'idea della religione degli equipaggi della Argos e della Galliott da un'interessante preghera funebre pronunciata durante l'inumazione di un astronauta defunto. Ecco il testo:

"Dio della Materia, che ti manifesti attraverso forze primigenie, fa' che l'uomo spaziale Garr diventi Luce di questa alba serena. A te lo affidiamo perché diventi palpito di un nuovo mondo nascente, atomi tesi a creare nuova Energia."

Si tratta con ogni probabilità di una forma di Stoicismo, non diverso dal pensiero di Marco Aurelio, che era fondato sull'atomismo, ossia sulla perenne ricombinazione delle particelle. Direi che è un esperimento concettuale molto interessante! Quant'era creativa la fantascienza dello scorso secolo e quanto è così spesso pesante quella contemporanea!


Il gigantone morto, Alien e gli Ingegneri

Subito, quando vediamo l'interno del terrificante relitto alieno, le cui proporzioni lasciano senza respiro, la mente va all'istante al celeberrimo film che ha reso immortale Ridley Scott, ossia Alien (1979). Sembra quasi la stessa scena in cui gli esploratori della nave Nostromo, entrati nell'astronave, si trovano davanti al cosiddetto "Space Jockey" (il soprannome idiota gli è stato dato dai fan), un alieno umanoide, colossale e completamente mineralizzato, imprigionato per sempre alla sua postazione di pilota e con un buco nel torace, come se fosse "esploso dall'interno". Qui lo scheletro dell'essere di dimensioni titaniche è riverso sul tavolo di comando. Ci sono meccanismo che si illuminano ancora, alimentati da qualche fonte di energia inestinguibile. Al minimo contatto, partono messaggi sonori, echi spaventosi delle antichissime voci dell'equipaggio. Questi spettri acustici non sono presenti in Alien, tuttavia si trovano in entrambi i "prequel" diretti da Ridley Scott, ossia Prometheus (2012) e Alien: Covenant (2017). Non è cosa da poco!

La natura composita dell'ispirazione di Alien

Sebbene Ridley Scott abbia poi affermato di non aver mai visto il film di Bava prima di realizzare Alien, lo sceneggiatore Dan O'Bannon ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Ero a conoscenza di "Terrore nello spazio", ma non credo di averlo visto fino in fondo. Ne avevo visti alcuni spezzoni e mi colpì perché era evocativo. Aveva la curiosa miscela che si trova in questi film italiani, di una scenografia straordinariamente buona con una mentalità aggressivamente a basso budget." ("I was aware of "Planet of the Vampires," I don't think I had seen it all the way through. I had seen clips from it and it struck me as evocative. It had the curious mixture that you get in these Italian films of spectacularly good production design with an aggressively low budget mentality."). Casualmente, entrambi i film presentavano anche effetti speciali ideati da Carlo Rambaldi. Com'è ovvio, alla coincidenza non ci credo neanche un po': quanto dichiarato da O'Bannon è come minimo incompleto. Contraddice i fatti ricostruibili e provati dalla presenza degli echi spettrali dei gigantoni uditi nel film di Bava. Infatti, decenni dopo, Dan O'Bannon ha infine dovuto ammettere la verità, anche se obtorto collo: "Ho rubato lo scheletro gigante da Terrore nello spazio." 


Curiosità

Questo film ha avuto quindici titoli provvisori prima che la American International Pictures optasse per "Planet of the Vampires". Il titolo originale, il primo di questa estenuante trafila, era "Planet of Terror".

Susan Hart era stata originariamente scelta per il ruolo di Sanya, ma al suo arrivo a Roma, subito dopo la luna di miele con il co-fondatore dell'AIP, James H. Nicholson, è stata esclusa dalla produzione: Samuel Z. Arkoff ha applicato un'innovativa politica aziendale anti-nepotismo, fortemente contraria ai conflitti d'interesse. Susan Hart sospettava anche che ci fosse un altro fattore cruciale nel suo licenziamento: le furiose discussioni sul set tra Barry Sullivan e un membro della produzione non identificato. Fatto sta che Norma Bengell è stata scelta come sua sostituta solo a metà delle riprese. La Hart sarebbe poi apparsa in un altro film di Mario Bava, Le spie vengono dal semifreddo (1966), sebbene la sua unica scena fosse stata riciclata da un'altra pellicola infima, Dr. Goldfoot e il nostro agente 00¼ (1965).

La bionda e seducente Evi Marandi, che ha interpretato Tiona, inizialmente aveva un ruolo più importante, ma la sua parte è stata ridimensionata nelle successive riscritture della sceneggiatura.

Intorno al minuto 41 della versione che ho visionato, si vede Tiona intenta a salvare alcuni record. Sta usando quello che sembra essere uno scanner piano, strumento che è stato inventato solo nel 1975, 10 anni dopo la realizzazione di questo film. Sembra ragionevole ritenere profetico questo contenuto!

Altre recensioni e reazioni nel Web

Sul sito Fantafilm.net si trova una recensione molto interessante, di cui pubblico un estratto.


"Costretto a lavorare con un budget ridotto, Mario Bava sfrutta con intelligenza i risvolti orrorifici del soggetto per trasmettere visivamente il senso del mistero e della minaccia. Con pochi trucchi artigianali il regista crea un mondo silenzioso, soffuso di ombre e di nebbie avvolgenti, pronto ad esplodere ad un bagliore improvviso o ad un grido di terrore: una vera bolgia infernale che dilata le scenografie nel buio ed impasta i colori in una luce irreale. Una soluzione quasi espressionistica che sottolinea il disorientamento dei protagonisti e coinvolge lo spettatore in un crescendo di tensione, fino alla sorpresa finale della rivelazione (anticipata da tanti piccoli indizi apparentemente insignificanti) che Mark e i suoi astronauti non sono uomini della Terra ma alieni essi stessi. Caso più unico che raro per la fantascienza all'italiana, su Terrore nello spazio è stato scritto molto e in termini elogiativi, spesso con l'occhio rivolto al posteriore Alien che ne riprende, con tutta evidenza, alcune situazioni chiave e l'opprimente atmosfera." 


Cineforum Fantafilm 


L'ottima pellicola di Bava è stata proiettata al Cineforum Fantafilm nell'ormai remoto 27 giugno 2005. Ad essere sincero, faccio una grande fatica, a distanza di tanti anni, a riportare alla memoria qualche reminiscenza di quella serata, passata tra colossali libagioni di prosecco e di distillato di malto del Tennessee! Credo proprio di aver dormito per gran parte della proiezione, russando fragorosamente. Il film l'ho visto bene e in stato di relativa sobrietà soltanto in seguito.

venerdì 15 luglio 2022


IL MOSTRO DELL'ASTRONAVE

Titolo originale: It! The Terror from Beyond Space
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1958
Durata: 68 min
Genere: Orrore, fantascienza
Regia: Edward L. Cahn
Soggetto: Jerome Bixby
Sceneggiatura: Jerome Bixby
Produttore: Robert E. Kent
Casa di produzione: United Artists
Fotografia: Kenneth Peach
Montaggio: Grant Whytock
Effetti speciali: Paul Blaisdell, Lane Britton
Musiche: Bert Shefter, Paul Sawtell
Scenografia: William Glasgow
Costumi: Jack Masters
Interpreti e personaggi:
    Marshall Thompson: Colonnello Eward Carruthers
    Shirley Patterson: Ann Anderson / Shawn Smith
    Kim Spalding: Colonnello Van Heusen
    Ann Doran: Mary Royce
    Dabbs Greer: Eric Royce
    Paul Langton: Tenente James Calder
    Robert Bice: Maggiore John Purdue
    Richard Benedict: Bob Finelli
    Richard Hervey: Gino Finelli
    Thom Carney: Joe Kienholz
    Ray Corrigan: Alieno 
    Stuart Hall: Reporter 
    Mike Morelli: Reporter 
    Monty O'Grady: Reporter 
    Bart Stevens: Reporter 
    Pierre Watkin: Portavoce alla conferenza stampa 
Doppiatori italiani:
    Emilio Cigoli: Colonnello Eward Carruthers
    Dhia Cristiani: Mary
    Bruno Persa: Eric Royce 
Titoli in altre lingue: 
    Francese: La Fusée de l'épouvant 
    Russo: Оно! Ужас из космоса 
    Spagnolo (Spagna): El terror de más allá 
    Spagnolo (Messico, Argentina, Venezuela): 
          La amenaza de otro mundo 
    Portoghese (Portogallo): A Ameaça de Outro Mundo 
    Portoghese (Brasile): O Terror Que Veio do Espaço 


Trama:
Anno del Signore 1973. Un'astronave a propulsione nucleare decolla da Marte dirigendosi verso la Terra e portando con sé l'unico sopravvissuto della missione, il Colonnello Edward Carruthers. Questo militare è sospettato di aver ucciso gli altri nove membri del suo equipaggio per impadronirsi delle loro razioni di cibo e acqua (una cosa stupidissima, dal momento che avrebbe tratto maggior nutrimento cibandosi delle loro carni). Secondo questa ipotesi, Carruthers sarebbe stato spinto alla disperazione ignorando se e quando una spedizione di soccorso sarebbe giunta dalla Terra. Egli nega l'accusa in modo pervicace, affermando che durante una tempesta di sabbia i membri del suo equipaggio sarebbero stati uccisi da un umanoide ostile che vive sul Pianeta Rosso. Il Colonnello Van Heusen non è convinto e si assicura che Carruthers sia costantemente accompagnato da un altro membro del suo equipaggio.
Mentre la nave si trovava sulla superficie marziana, la creatura aliena era riuscita ad entrare da un portello di emergenza, lasciato aperto per improvvida disattenzione da un addetto allo scaricamento dell'immondizia. Inizialmente l'equipaggio è scettico sul fatto che a bordo ci sia un intruso. Tuttavia, quando Joe Kienholz indaga su strani suoni provenienti da un livello inferiore, viene ucciso. Il suo corpo viene nascosto in un condotto d'aria. Quindi tocca a Gino Finelli, che viene trovato moribondo. Il soccorritore è a sua volta attaccato dalla creatura. I proiettili non hanno effetto, così il membro dell'equipaggio è costretto a lasciare Gino indietro, con grande angoscia di suo fratello Bob. Un'autopsia del corpo di Kienholz rivela che tutti i liquidi sono stati risucchiati. L'equipaggio utilizza bombe a mano e granate a gas, ma la creatura si rivela immune ad entrambe. Successivamente tentano l'elettrocuzione, anche questa senza alcun effetto. Quando il mostro viene indotto con l'inganno ad entrare nella sala del reattore atomico dell'astronave, chiudono la porta pesantemente schermata. La creatura è esposta direttamente alla pila nucleare della nave, ma riesce a sfondare facilmente la porta e a scappare. La sua forza è tale da poter squarciare i portelli metallici che separano ciascuno dei livelli della nave. I sopravvissuti, tranne un ferito, intrappolato di sotto in un punto inaccessibile alla creatura, si ritirano nella sala di controllo sul ponte più alto. Quando Carruthers nota che il consumo di ossigeno della nave è più alto del normale, ipotizza che ciò sia dovuto alla maggiore capacità polmonare della creatura, necessario a causa della sottile atmosfera marziana. Con un'ultima mossa disperata, tutti indossano le tute spaziali e Carruthers apre la camera di equilibrio dello scafo del ponte di comando direttamente nel vuoto dello spazio. Segue una violenta decompressione e il piano funziona: il mostro soffoca e alla fine spira, bloccato a metà attraverso il portello più esterno.
Successivamente si tiene una conferenza stampa sulla Terra, che rivela i dettagli di ciò che è accaduto a bordo della nave di salvataggio. Il direttore del progetto sottolinea che ora la Terra potrebbe essere costretta a bypassare il Pianeta Rosso "perché un'altra parola per Marte è Morte". In inglese, non c'è assonanza alcuna tra Marte (Mars) e Morte (Death), a differenza di quanto avviene in italiano e ovviamente in latino, dove il gioco di parole tra Mars e Mors è ancora più evidente! 


Recensione: 
Quando ho visionato questa pellicola, non ne ho avuto una buona impressione. Così mi sono detto: "Assolutamente inguardabile. Farebbe schifo anche ai porci." Certo, bisogna tener conto dell'epoca in cui il film è stato girato, ma è innegabile che sia proprio organizzato male. Il concetto alla base della trama è ottimo, ma questo non basta. Una buona idea può essere facilmente smerdata - come in effetti è accaduto in questo caso. Tutto poteva essere giocato meglio, anche con scarse risorse. La scenografia è a dir poco rudimentale. Eppure, è innegabile l'importanza de Il mostro dell'astronave, proprio perché la sua idea di base ha avuto  in seguito lunga vita.  
Stupisce l'ingenuità del finale, da cui traspare una fede alquanto stupida nella bontà e nella trasparenza del genere umano. Nella realtà, se accadessero fatti simili a quelli narrati nel film, sarebbero "Segreti di Stato", nascosti con grandissima cura, tanto che non ne trapelerebbe assolutamente nulla! Altro che conferenze stampa del cazzo! Inoltre, in nessun caso una scoperta, seppur terribile e letale, potrebbe mai bloccare l'espansione delle nazioni, al punto di far dire cose banali come: "Qui c'è la Morte, che è brutta e cattiva, così ce ne stiamo a casa nostra per sempre!" Tutto ciò è puerile, insulso, insignificante. 

Precursore di Alien

Sì, anche se è un lavoro grossolano, bisogna ammettere che l'idea di Alien (Ridley Scott, 1979) vi è contenuta in nuce. Tra le altre centomila fonti di ispirazione di Alien, vere o presunte, è stata menzionata anche questa - e con qualche ragione. Il mostro è una schifezza solenne, un insensato pupazzo di gomma, e non si fa menzione alcuna a peculiarità riproduttive parassitogene, tuttavia è già formata appieno l'idea dell'intruso alieno che usa i condotti dell'aerazione per spostarsi e che alla fine viene espulso nel vuoto siderale. Detto questo, il primo che si alza a dire che il film di Ridley Scott è un remake di quello di Edward L. Cahn, lo sbrano! 


Curiosità varie

Il budget era talmente basso che fu riutilizzata l'astronave già vista nel film Volo su Marte (Flight to Mars), diretto da Lesley Selander nel 1951, che possiamo soltanto definire di livello infimo

All'interno del costume del mostro c'era l'attore e stuntman Ray "Crash" Corrigan, che fu anche frequente interprete di gorilla. Questo sarebbe l'ultimo suo film, che pose fine a una carriera cinematografica durata oltre 25 anni. 

La maschera del costume del mostro è stata notevolmente modificata. Quando Ray Corrigan è stato adattato alla tuta, all'inizio la maschera era troppo stretta. Paul Blaisdell, che ha realizzato la tuta, ha dovuto rimuovere e ricostruire la mascella inferiore del mostro in modo che la maschera si adattasse meglio. Sfortunatamente, il mento di Corrigan sporgeva dall'apertura praticata nella maschera ed era ben visibile. Allora Blaisdell ha truccato il suo mento sporgente per farlo assomigliare alla lingua del mostro. Anche gli occhi originali della maschera (grandi e felini, un marchio di fabbrica di Blaisdell) furono rimossi; gli occhi che si vedono dietro la maschera sono in realtà quelli di Corrigan. Tutto questo è avvenuto perché durante la pre-produzione Corrigan non aveva intenzione di recarsi ogni giorno fino allo studio di Blaisdell, che si trovava a Topanga, nella Contea di Los Angeles. Inoltre il caratteriale attore non voleva farsi misurare il cranio per una sua ubbia superstiziosa. 

Questo film è stato approvato dal British Board of Film Censors con un certificato "X" il 28 maggio 1958. Cosa decisamente insolita per un horror a basso budget, questo film è stato proiettato per tre settimane nel West End di Londra. Inaugurato al London Pavilion il 3 ottobre 1958 e condiviso con Curse of the Faceless Man (1958), anch'esso diretto da Edward L. Cahn. Entrambi i film uscirono a prezzo di biglietto unico ("double bill" o "double feature") il 9 novembre 1958. 

Secondo il regista John Carpenter, le riprese sono durate solo sei giorni. Carpenter non ha diretto questo film, ma ha agito come co-conduttore in un'intervista con Robert Osborne prima che venisse proiettato sul canale Turner Classic Movies

Quando Royce e Carruthers giocano a scacchi, il primo muove il suo Re durante il suo turno e poi lo sposta indietro. Nelle regole convenzionali degli scacchi, se un giocatore tocca un pezzo durante il suo turno, questo deve essere spostato, ma può anche essere sistemato sulla scacchiera senza obbligo di essere spostato con l'annuncio "j'adoube". Ho reperito l'informazione e l'ho ritenuta interessante, anche se di scacchi non ne capisco assolutamente nulla. 

Errori

I diversi piani dell'astronave non sono mai in ordine. Kienholz, ad esempio, è all'ultimo piano; scende di un piano, si guarda intorno, poi scende di un altro piano. Questo piano è quello in cui Carruthers ed Eric Royce giocano a scacchi. Dopo che Carruthers sente un urlo, sale la scala per chiedere a Kienholz se ha sentito il rumore; Carruthers esce dalla botola e si trova all'ultimo piano, saltando il secondo piano che Kienholz ha dovuto attraversare. Si tratta di una discontinuità! 

Quando Van Heusen rileva un portello aperto, uno dei suoi sottoposti ammette di averlo lasciato accidentalmente aperto mentre gettava fuori le casse vuote. Tuttavia in seguito viene mostrato che esistono un portello interno e uno esterno per le camere di equilibrio. Quello esterno non può aprirsi finché quello interno non viene sigillato e viceversa, come mostrato quando Carruthers fa la passeggiata nello spazio. Quindi entrambe le porte non avrebbero potuto essere lasciate aperte affinché la creatura potesse salire a bordo. L'unico portello senza questa struttura era il doppio portello nella sala di controllo, eppure è lì che Van Heusen sedeva ai comandi. Senza dubbio se ne sarebbe accorto se fosse stato lasciato aperto. 

Non si ha un'idea delle dimensioni del razzo finché i due astronauti non camminano all'esterno. A quel punto si può vedere che, usando gli astronauti come paragone, il diametro del razzo non è molto grande, forse appena abbastanza largo per quattro o cinque persone che stanno una accanto all'altra. Tuttavia, le scene interne mostrano che il razzo è molto spazioso, abbastanza grande per stanze più piccole attorno al perimetro dello spazio interno senza affollare troppo gli astronauti al centro. 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Nel remoto 2009, l'utente thinker1691 scriveva su IMDb.com

"Quando l'umanità cercava la conoscenza negli anni '50, lo faceva con una pistola in mano"

Questo è uno dei tanti primi film di fantascienza usciti negli anni '50. Lo standard per questo tipo di B-Pictures era mettere più drammaticità ed eccitazione nel film, piuttosto che vera scienza. Pochi registi in quel periodo cercavano fatti scientifici solidi e concreti, invece volevano una buona azione di tipo mostro contro terrestre alla vecchia maniera. Erano accattivanti e di scarsa qualità, ma senza saperlo creavano i ricordi da incubo dei nostri sogni giovanili. Di conseguenza, davano al pubblico ciò che cercava: trilli e intrattenimento a buon mercato. La storia di questo film è il fondamento di film moderni come "Alien" e all'epoca aveva formule che funzionavano. Marshall Thompson interpreta il colonnello Ed Carruthers e Ray "Crash" Corrigan, lo stuntman di molti altri film, interpreta il mostro spaziale chiamato "It". Dabbs Greer interpreta Eric Royce. Sebbene sia uno dei primi film di fantascienza, visto attraverso gli occhi assonnati di un giovane, nei cinema Drive-In dell'epoca, non è niente di meno che un classico. Divertimento per chiunque desideri essere spaventato da un mostro spaziale.****