martedì 2 maggio 2023


ARANCIA MECCANICA 

Titolo originale: A Clockwork Orange
Lingua originale: Inglese, Nadsat
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno: 1971
Durata: 136 min
Rapporto: 1,66:1
Genere: Grottesco, drammatico, fantascienza 
Sottogenere: Distopico 
Regia: Stanley Kubrick
Soggetto: Anthony Burgess (romanzo)
Sceneggiatura: Stanley Kubrick
Produttore: Stanley Kubrick
Produttore esecutivo: Max L. Raab, Si Litvinoff
Casa di produzione: Warner Bros.
Distribuzione in italiano: Warner Bros. 
Tematiche: Criminalità giovanile, stupro, psichiatria,
    medicina autoritaria, libero arbitrio, fantapolitica   
Fotografia: John Alcott
Montaggio: Bill Butler
Effetti speciali: Sandy DellaMarie, Mark Freund
Musiche: Walter Carlos, AA.VV.
Scenografia: John Barry
Costumi: Milena Canonero
Trucco: Fred Williamson, George Partleton,
    Barbara Daly
Interpreti e personaggi:
    Malcolm McDowell: Alexander "Alex" DeLarge
    Patrick Magee: Frank Alexander
    Michael Bates: Capo guardia
    Warren Clarke: Dim
    John Clive: Attore teatrale
    Adrienne Corri: Signora Alexander
    Carl Duering: Dottor Brodsky
    Paul Farrell: Vagabondo
    Clive Francis: Pensionante
    Michael Gover: Governatore della prigione
    Miriam Karlin: Miss Weathers, la signora dei gatti
    James Marcus: Georgie Boy
    Aubrey Morris: Deltoid
    Godfrey Quigley: Cappellano della prigione
    Sheila Raynor: Mamma
    Madge Ryan: Dottoressa Branom
    John Savident: Signor Dolin, il cospiratore
    Anthony Sharp: Ministro dell'Interno
    Philip Stone: Papà
    Pauline Taylor: Psichiatra
    Margaret Tyzack: Signora Rubinstein, la cospiratrice
    George O'Gorman: Impiegato al negozio di dischi
    Barbara Scott: Marty, la ragazza bruna
         al negozio di dischi
    Steven Berkoff: Tom
    Michael Tarn: Pete
    David Prowse: Julian
    Peter Burton: Viceministro
    John J. Carney: Sergente di polizia
    Lee Fox: Sergente di polizia alla scrivania
    Craig Hunter: Dottor Alcott
Doppiatori italiani:
    Adalberto Maria Merli: Alexander "Alex" DeLarge
    Silvio Spaccesi: Frank Alexander
    Mario Maranzana: Capo guardia
    Paolo Modugno: Dim
    Pierangelo Civera: Attore teatrale
    Benita Martini: Signora Alexander / signora
         Rubinstein, la cospiratrice
    Mario Feliciani: Dottor Brodsky / cappellano
        della prigione
    Corrado Gaipa: Vagabondo
    Paolo Ferrari: Pensionante
    Renato Turi: Governatore della prigione
    Lilla Brignone: Miss Weathers, la signora dei gatti
    Luigi Diberti: Georgie
    Oreste Lionello: Deltoid
    Wanda Tettoni: Mamma
    Renzo Montagnani: Signor Dolin, il cospiratore
    Romolo Valli: Ministro dell'Interno
    Gianni Bonagura: Papà
    Valeria Valeri: Psichiatra
    Renato Cortesi: Impiegato al negozio di dischi
    Alida Cappellini: Marty, la ragazza bruna
        al negozio di dischi
    Massimo Foschi: Tom / Julian
    Piero Tiberi: Pete
    Marcello Tusco: Viceministro
    Romano Malaspina: Sergente di polizia
    Direttore di doppiaggio: Mario Maldesi
Titoli in altre lingue:
   Spagnolo: La naranja mecánica
   Tedesco: Uhrwek Orange
   Francese: Orange Mécanique
   Romagnolo: Purtugàl mecànig
   Finlandese: Kellopeliappelsiini
   Turco: Otomatik Portakal 
Budget: 1,3 milioni di dollari US 
Box office: 114 milioni di dollari US 

Trama: 
In una Gran Bretagna futuristica, Alex DeLarge è il capo di una banda di drughi (ossia "amici"): Georgie, Dim e Pete. Il loro punto di ritrovo è il Korova Milk Bar, dove tracannano lattepiù, ossia latte addizionato a droghe varie, come mescalina e anfetamina. Quindi si dedicano ad una notte di "ultra-violenza" all'insegna dell'alcol, massacrando di botte un vagabondo e scontrandosi con una banda rivale. Fatta irruzione nella casa dello scrittore Frank Alexander, lo percuotono fino a renderlo invalido. Alex stupra la moglie di Alexander cantando "Singin' in the Rain". Il giorno dopo, l'agente di sorveglianza di Alex, l'inespressivo P.R. Deltoid, lo raggiunge e lo ammonisce, asfissiandolo di moralismo, come se le imprese compiute fossero marachelle scolastiche. 
Dopo una gretta discussione tra i drughi sull'irrilevanza degli atti criminali compiuti, Alex afferma la sua autorità con un'azione più grave: si introduce nella lussuosa dimora di una ricca "gattara", quindi afferra un gigantesco fallo finto e la colpisce sul volto fino ad ucciderla ("L'ha uccisa a cazzate!", è stato il commento di P. quando ha visto la scena). L'allarme si mette a suonare. I compagni di Alex riescono a fuggire per un soffio, dopo averlo colpito a tradimento con una bottigliata in testa. Arrestato e processato, Alex viene condannato a 14 anni di carcere per omicidio. 
A due anni dalla condanna, Alex accetta di fare la cavia per una tecnica sperimentale denominata "Ludovico" (Ludovico Technique nell'originale), promossa dal Ministro dell'Interno, che gli permetterà di tornare in libertà. Si tratta di una terapia avversiva per la riabilitazione dei criminali, efficace nel giro di due settimane. Il suo scopo è creare effetti negativi e indesiderabili ai comportamenti indesiderati, portando a una loro abolizione de facto. Alex viene legato a una sedia, con gli occhi spalancati. Gli vengono iniettati flussi di droghe. È costretto a guardare film di sesso e violenza, alcuni accompagnati dalle musiche del suo compositore preferito, Ludwig van Beethoven. Alex è nauseato. Temendo di vomitare per la troppa musica, implora di interrompere il trattamento. Il Ministro illustra ai funzionari la "riabilitazione" di Alex. Il giovane non è in grado di reagire a un attore che lo schernisce e lo aggredisce; si sente male alla vista di una donna in topless. Il cappellano del carcere lamenta che ad Alex sia stato rubato il libero arbitrio; il Ministro afferma che la tecnica Ludovico ridurrà la criminalità e allevierà l'affollamento nelle carceri, consentendo più spazio ai prigionieri politici. 
Uscito di prigione, Alex scopre che i suoi beni sono stati venduti per risarcire le sue vittime e che i suoi genitori gli hanno affittato la stanza. Non ha più un posto dove ripararsi. Un vagabondo che Alex aveva aggredito anni prima lo attacca insieme ai suoi amici. Alex viene salvato da due poliziotti che, con enorme sorpresa, scopre essere i suoi ex drughi Dim e Georgie. Questi lo picchiano e quasi lo annegano prima di abbandonarlo. Alex crolla sulla soglia di una casa vicina. Quando si sveglia, si ritrova proprio nella dimora del signor Alexander, che ora è costretto su una sedia a rotelle. Lo scrittore non riconosce nel giovane l'autore dell'aggressione subita; ha però appreso dai quotidiani della sua esistenza e della tecnica Ludovico. Si prepara così a presentarlo ai colleghi per usarlo come arma politica. Tutto va in merda non appena Alex inizia a cantare "Singin' in the Rain" mentre fa il bagno: Alexander si rende conto che è stato lui a massacrarlo e a stuprare sua moglie. Compie la sua vendetta drogandolo e chiudendolo in camera da letto, poi suona a tutto volume la Nona Sinfonia di Beethoven dal piano di sotto. Incapace di sopportare il dolore, Alex tenta il suicidio gettandosi dalla finestra e perde i sensi. Al risveglio, si rende conto di essere ricoverato in ospedale con ferite multiple. 
Durante i test psicologici a cui viene sottoposto, Alex scopre di non provare più la benché minima avversione per la violenza e il sesso. Il Ministro arriva tutto trafelato e si scusa, dicendo che il governo ha fatto ricoverare il signor Alexander. Si offre di prendersi cura di Alex e di trovargli un lavoro in cambio della sua collaborazione alla campagna elettorale e alla controffensiva delle pubbliche relazioni. Il Ministro porta uno stereo gigantesco che suona la Nona di Beethoven. Alex contempla la violenza e pensa di fare sesso con una donna di fronte a una folla elogiativa, pensando: "Sono guarito, eccome!"
 

Recensione: 
Questo film fa parte di una delle tante esperienze che ho vissuto con grande ritardo e ormai fuori dal contesto in cui avrebbero avuto senso. Quando l'ho visto per la prima volta, ero ormai laureato. L'avevano ridato al cinema ed ero andato a vederlo con l'amico P., non ricordo l'anno esatto ma doveva essere intorno al 2000. Non ho dimenticato quando mi imbattei per la prima volta in Arancia meccanica, molti anni prima. Ero al mare con mia madre (RIP). Avrò avuto sedici anni al massimo. Passeggiando per strada di sera, passammo vicino al cinema. Fui attratto dal titolo bizzarro sui manifesti. "Cosa sarà mai un'arancia meccanica?", mi ero chiesto incuriosito.  Essendo quasi incapace di capire le metafore, come il protagonista di un racconto di Dick, pensai che dovesse essere proprio un meccanismo a forma di arancia. A che diavolo poteva mai servire una cosa simile? Il gestore del cinema era un tipo abbronzato e dai capelli grigi, nervoso come un folletto, che faceva da "buttadentro": si metteva vicino all'ingresso e cercava di convincere la gente ad assistere alla proiezione. Avvicinò mia madre, dicendo mirabilia della pellicola di Kubrick. Tuttavia, precisò che c'era qualche particolare scabroso, che era "un po' pornografica" e che "si vedeva uno stupro". Aggiunse che ai figli bisogna fare vedere di tutto. Sì, lui faceva vedere i porno a suo figlio. Il film era vietato ai minori di 18 anni, ma a lui non importava. Mia madre si inorridì e mi condusse via. Se fossi stato ancora un moccioso, non mi avrebbe nemmeno spiegato cosa significa "stupro". Era un suo tipico modo di fare, come quando in prima elementare avevo riempito un quaderno di svastiche e lei mi aveva urlato contro, senza spiegarmi nulla, come se fossi stato tenuto ad avere la scienza infusa. Ormai a sedici anni avevo sentito parlare di stupri e avevo qualche idea di cosa si trattasse. Presto smisi di pensare al film che non avevo potuto vedere per via delle irrazionali paure di mia madre e mi dedicai ad altro. Tutte queste cose sono rimaste a fermentare nella mia mente, come una lettiera di pus: quando infine ho potuto visionare la pellicola, ho provato empatia per Alex. Queste sono le meraviglie dei metodi di educazione e della natura umana. 

 
Il romanzo d'origine

Mentre il film di Kubrick ha goduto di una fama immensa, tanto da essere conosciuto praticamente da tutti, direi che è molto meno noto l'omonimo romanzo di Anthony Burgess da cui è stato tratto, A Clockwork Orange, pubblicato per la prima volta nel 1962. In Italia venne pubblicato da Einaudi nel 1969 con il titolo tradotto: Un'arancia ad orologeria. Soltanto nel 1996 il titolo fu cambiato in Arancia meccanica, perché fu riconosciuta la mirabile complementarità dei due diversi linguaggi artistici rappresentati dal testo scritto e dal suo adattamento cinematografico.
In realtà, se si intervistasse un campione casuale di persone a Milano o a Roma, si scoprirebbe che ben pochi sono a conoscenza del fatto che il film sia un adattamento da un romanzo; molti addirittura ignorano l'esistenza stessa di un autore di nome Anthony Burgess. Si contano sulla punta delle dita di una mano coloro che hanno sentito nominare un precedente film adattato della stessa opera: Vinyl, diretto da Andy Warhol nel 1965. Ovviamente, non appena l'avrò visionato, provvederò a recensirlo. 
Nel processo di adattamento sono stati omessi o fusi tra loro episodi e personaggi minori. Alcuni dei dialoghi sono stati riassegnati, a partire l'infernale battuta rivolta ad Alex da un anonimo funzionario di tribunale ("Spero in Dio che ti torturerà fino alla follia"), che è stata riassegnata all'odioso Deltoid. Tra i personaggi non presenti nel film figurano un bibliotecario ferito da Alex, che si vendica su di lui due anni dopo, oltre ad alcuni amici e nemici del carcere. Sono spariti un gentile abortista che aiuta i compagni di prigione feriti in risse un uomo aggressivo che muore d'infarto dopo che Alex lo ha colpito per legittima difesa. 
Nel libro Alex è giovanissimo, è molto avanti nella sua carriera di delinquente a 15 anni. Inoltre non è mai rivelato il suo cognome. Si autodefinisce "Alexander the Large" nel corso di una violenza sessuale. Nel film, Malcolm McDowell improvvisa il nome "DeLarge", un gioco di parole su "the Large", nella "Scena 15", la registrazione in prigione, un originale di Kubrick non presente nel romanzo. Si verifica un errore di continuità quando una didascalia nella "Scena 31", in ospedale, forse girata in precedenza, riporta il cognome di Alex come Burgess, in onore dello scrittore. Il suo nome completo è Alex Burgess in diversi articoli di giornale visti dopo il suo tentativo di suicidio.
Il film omette il ventunesimo capitolo del libro, che non era presente nell'edizione statunitense. Alex, uscito dalla sua "guarigione", ha reclutato una nuova gang, continuando ad imperversare e ad arrecare caos. Più tardi, incontra Pete, che ora ha un lavoro onesto e una famiglia. Alex, ormai cresciuto e annoiato dalla sua vita criminale, sceglie di seguire l'esempio. Decide che è più stimolante e piacevole costruire e creare piuttosto che distruggere, così vorrebbe costruirsi un futuro. Il regista scoprì questo capitolo aggiuntivo solo quando la sceneggiatura era "praticamente terminata" e non prese mai seriamente in considerazione l'idea di utilizzarlo: lo riteneva incoerente con lo stile e il tono del resto del romanzo. Qualcuno però afferma che egli fosse già a conoscenza del capitolo finale durante la lavorazione della pellicola. In ogni caso, applaudo il genio di Kubrick: senza l'abolizione dell'ultimo capitolo, il film sarebbe stato di un moralismo melenso e insopportabile!  

Le controverse origini del titolo

Secondo una versione molto diffusa, diffusa dallo stesso Burgess, l'enigmatico titolo A Clockwork Orange trarrebbe la sua origine da una frase gergale tipica del Cocney, il dialetto dei proletari di Londra: "as queer as a clockwork orange", ossia "strano come un'arancia a orologeria". Secondo Dominic Head (2002), Blake Morrison ha riportato che il significato sarebbe in ultima analisi qualcosa come "davvero strano" (con o senza un'implicazione sessuale). Questo modo di dire stravagante sarebbe nato nell'East London. Il problema è che non si riesce a documentare con testimonianze inoppugnabili il suo uso effettivo. Per essere onesti, sembra un'invenzione dello stesso scrittore, fatta passare per dato di fatto. Nello specifico, l'arancia meccanica sarebbe il protagonista dell'opera, Alex: dopo il condizionamento che gli ha abraso il cervello, nasconderebbe la sua vera natura di "automa della società" dietro l'apparenza di un normale e onesto cittadino. 
Nota: 
Il titolo fu tradotto in serbo-croato come "L'arancia dell'inferno" (Paklena Naranca in croato, Paklena Pomorandza in serbo). Questo deriva dal termine usato per indicare le bombe a orologeria, ovvero Paklena Masina, ossia "macchina dell'inferno". Burgess riteneva che queste traduzioni fossero fuorvianti, in quanto suggerivano una bomba a mano, mentre il suo titolo indicava una creatura naturale trasformata in macchina.
 

La controversia del Libero Arbitrio 

Il cappellano del carcere, che solleva la cruciale questione del libero arbitrio, sembra anglicano per via del colletto completo che indossa. Va detto questo: sulla questione della capacità di scegliere tra Bene e Male, nella Chiesa Anglicana sono diffuse dottrine molto simili a quelle della Chiesa Cattolica. Se non c'è libertà di scelta, viene negato alla radice ogni valore ai concetti di Salvezza e di Dannazione. Il terrore dei teologi di queste religioni è la necessità del concetto di predestinazione, che a sua volta nega alla radice ogni valore al concetto di bontà di Dio. Se Dio sa tutto ab aeterno, egli predestina le sue creature alla beatitudine o alla sofferenza senza fine. Le soluzioni ovvie sono queste: o Dio non è affatto buono, oppure Dio non esiste affatto. I religiosi che hanno investito sulla teologia di Nicea, ovviamente non vogliono abbandonare il loro potere e il loro prestigio, così insistono con il libero arbitrio. Non vogliono risposte alle loro domande, preferiscono brancolare nella confusione. Vediamo nella figura di Alex la traduzione pratica di queste inquietudini spirituali, che hanno permeato la Cristianità per secoli, sconvolgendola. 
Burgess scrisse questo: "una creatura che può solo fare il bene o il male ha l'apparenza di un frutto amabile caratterizzato da colore e succo, ma in effetti internamente è un giocattolo a molla pronto a essere caricato da Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente, e a far scattare la propria violenza, come, per l'appunto, un mero e semplice congegno meccanico caricato a molla." E ancora: "il titolo sarebbe adatto ad un racconto sull'applicazione delle leggi di Ivan Pavlov, ovvero meccaniche, ad un organismo che, come un frutto, era capace di esprimere colore e dolcezza."  
La questione morale centrale del film è la definizione di "bontà" e se abbia senso usare la terapia avversiva per inibire o addirittura sopprimere i comportamenti immorali. Kubrick, scrivendo su Saturday Review, parlò così della sua opera: "Una satira sociale che affronta la questione se la psicologia comportamentale e il condizionamento psicologico siano nuove armi pericolose che un governo totalitario può usare per imporre ampi controlli sui suoi cittadini e trasformarli in poco più che robot". Allo stesso modo, ebbe a dire in seguito: "È la storia della dubbia redenzione di un delinquente adolescente attraverso la terapia dei riflessi condizionali. È, allo stesso tempo, una lezione continua sul libero arbitrio"
 

La lingua Nadsat

Il Nadsat è definito come una lingua artistica ed è opera di Anthony Burgess. Tecnicamente parlando si tratta di un gergo. Le parole sono per la maggior parte di origine russa, più o meno adattate alla fonetica inglese, talvolta in modo furbesco. Non mancano parole tratte da slang inglesi, come ad esempio quello degli studenti, o anche di etimologia sconosciuta. Si trovano poche tracce di prestiti dal tedesco. Eccone una lista significativa di vocaboli Nadsat:

appy polly loggies "scusa" (< apologies)
baboochka "donna anziana" 
baddiwad "cattivo" 
banda "banda, gang" 
bezoomny "pazzo" 
biblio "biblioteca"
bitva "battaglia"
Bog "Dio"
bogman "prete"
bolnoy "malato"
bolshy "grande" 
boohoo "piangere" 
boomaboom "tuono" 
boorjoyce "borghese"
bratchny "bastardo" 
bratty "fratello"
britva "rasoio" 
brooko "addome" 
brosat "gettare" 
brosay "gettare" 
bruiseboys "ufficiali di polizia", "guardie di sicurezza" 
bugatties "ricchi"
bugatty "ricco" 
cables "vasi sanguigni, vene"
cal "merda, escrementi" 
cancer "sigaretta" 
cantora "ufficio" 
carman "tasca" 
chai "tè"  
charles "cappellano"
charlie "cappellano"
chasha "coppa"
chasso "guardia" 
chelloveck "uomo"
cheena "donna"
cheest "lavare" 
chepooka "assurdità" 
choodessny "meraviglioso"
clop "bussare" 
cluve "becco, rostro" 
collocoll "campana" 
crark "ululare"
cutter "soldi"
dama "signora" 
decrep "anziano"
ded "anziano" 
dedoochka "uomo anziano"
deng "moneta"
devotchka "giovane donna", "ragazza" 
dobby "buono", "bene" 
domy "casa"
dook "fantasma" 
dorogoy "caro", "prezioso"; "costoso" 
dratsing "combattente", "battagliero"
drencrom "droga"
droog "amico" 
droogie "amichevolmente" 
dung "defecare"
dva "due"
eegra "gioco" 
eemya "nome" 
eggiweg "uovo" 
em "madre" 
fag "stanco, esausto"
fagged "stanco, esausto" 
faggy "stanco, esausto" 
fashed "annoiato" 
filmdrome "cinema" 
firegold "bevanda forte"
flip "folle" 
forella "trota"; "signora anziana" 
gazetta "giornale"
glazz "occhio" 
glazzballs "occhi"
glazzies "occhi" 
gloopy "stupido"
glory "capelli" 
goloss "voce, tono"
gooba "labbro"
gooly "camminare" 
gorlo "gola" 
govoreet "parlare" 
grahzny "sporco" 
grape "ugola" 
grazzy "sporco" (vedi grahzny)
gromky "ad alta voce"
gruppa "gruppo" 
guff "ridere" 
guffaw "ridere" 
gulliver "testa"
guttiwuts "intestini" 
hen-korm "mangime per polli"
horrorshow "buono", "figo" 
interessovat "interessare"
itty "andare" 
jammiwam "marmellata"
jeezny "vita" 
juice "lacrime"
kartoffel "patate"
kashl "tosse" 
keeshkas "intestini"
kisa "ragazza"
kleb "pane" 
klootch "chiave"
knopka "bottone" 
kopat "comprendere , provare empatia"
korova "mucca"
koshka "gatto" 
koshtoom "vestito"
kot "gatto"
krovvy "sangue" 
kupet "comprare" 
lapa "zampa" 
lewdies "gente" 
lighter "donna vecchia" 
litso "faccia" 
lomtick "pezzo" 
loveted "preso"
lubbilubbing "fare l'amore" 
luna "luna" 
malchick "ragazzo" 
malenky "piccolo"
maslo "burro" 
merzky "sporco", "disgustoso" 
messel "pensiero, fantasia"
mesto "luogo" 
millicent "poliziotto"
millicents "polizia"
minoota "minuto" 
molodoy "giovane" 
moloko "latte"
moodge "uomo" 
morder "muso" 
mounch "snack" 
mozg "cervello" 
nachinat "iniziare"
nadmenny "arrogante" 
nadsat "adolescenza" 
nagoy "nudo" 
nazz "scemo"
neezhnies "mutande"
nochy "notte"
noga "piede" 
nogas "piedi"  
nozh "coltello" 
nuking "fiuto" 
oddy-knocky "solitario"
odin "uno" 
okno "finestra" 
oobivat "uccidere"
ookadeet "lasciare"
ooko "orecchio"
oomny "intelligente" 
oozhassny "terribile"
oozy "catena" 
orange "uomo"
osoosh "asciugare"
otchkies "occhiali"
pan-handle "erezione" 
pee "padre"
peet "bere"
pishscha "cibo" 
platch "piangere" 
platties "vestiti" 
plenny "prigioniero" 
plosh "spruzzare"
plott "corpo"; "pene"
podooshka "cuscino" 
pol "sesso" (genere)
polezny "utile" 
pony "capire" 
poogly "terrorizzato" 
pooshka "pistola" 
prestoopnik "criminale" 
privodeet "portare da qualche parte"
ptitsa "ragazza" 
purplewurple "ammaccato, livido"
pyahnitsa "ubriaco"
rabbit "lavoro"
rabbiter "lavoratore" 
radosty "gioia" 
raskazz "storia, racconto"
rassoodock "mente" 
raz "tempo" 
razdraz "infastidito" 
razrez "strappare, lacerare"
rook "mano"
rooker "mano" 
rookerful "manciata"
rot "bocca" 
rozz "poliziotto" 
rozz-shop "stazione di polizia" 
rozz-van "auto o furgone della polizia"
sabog "scarpa"  
sakar "zucchero"
sammy "generoso" 
sarky "sarcastico"
scoteena "bestia"; "vacca" 
shaika "banda, gang"
sharp "femmina" 
sharries "natiche, chiappe" 
shest "barriera" 
shilarny "preoccupazione" 
shive "fetta"
shiyah "collo"
shlaga "bastone, mazza" 
shlagnicked "bastonato"
shlapa "cappello" 
shlem "elmetto", "casco"
shoom "rumore"; "sirena" (della polizia, etc.) 
shoot "scemo"
shvat "prendere" 
skazat "dire" 
skitebird "testa di merda"
skolliwoll "scuola" 
skorry "veloce, rapido" 
sladkvat "il più dolce"
sladky "dolce" 
sloochat "succedere, accadere"
sloosh "sentire, ascoltare" 
slooshy "sentire, ascoltare" 
slovo "parola" 
smarting "danneggiato, rotto" 
smeck "ridere" 
smot "guardare" 
sneety "sogno" 
snoutie "tabacco" 
sobirat "raccogliere"   
sod "fornicatore"; "sodomita"
sod "fornicare"; "compiere sodomia"  
sooka "puttana" 
soomka "donna anziana" 
sophistos "gente sofisticata", "bella gente"
soviet "consiglio; ordine" 
spat "dormire" 
spoogy "terrorizzato" 
Staja "prigione di Stato"
starry "vecchio, antico" 
stoolies "sedie" 
strack "orrore" 
synthemesc "droga"
tally "cintola" 
tashtook "fazzoletto" 
tick-tocker "cuore" 
timps "tamburi" 
tolchock "colpo, schiaffo, pugno" 
toofles "pantofole"
tree "tre"
vareet "escogitare" (lett. "cucinare")
veck "persona"
vehina "vino"
vellocet "droga" 
veshch "cosa"
viddied "visto"
viddy "vedere" 
vino "vino"; "sangue" (cfr. vehina)
voloss "capelli" 
von "odore" 
vred "danneggiare"
yahma "buco"
yahoody "ebreo"
yahzick "lingua" 
yarbles "testicoli" 
yarblockos "testicoli" 
yeckate "guidare"
zammechat "notevole" 
zasnoot "dormire"
zheena "moglie" 
zoobies "denti" 
zvonock "campanello" (della porta)
zvook "suono" 

Stanley Kubrick temeva che l'utilizzo del Nadsat sarebbe stato eccessivo e che il film non sarebbe stato accessibile a un vasto pubblico. Quando il romanzo di Burgess fu pubblicato per la prima volta, subì critiche simili, così un'appendice con il glossario Nadsat fu aggiunta alla seconda edizione e a quelle successive (con le voci di origine non russa contrassegnate da un asterisco). Una scelta intelligente che sostengo a spada tratta! Ogni opera di fantascienza dovrebbe includere un glossario capace di spiegare come si pronunciano i nomi, dando anche qualche rudimento del lessico delle lingue costruite impiegate. 
 
i) primo problema etimologico risolto
Alcuni wikipediani avevano dato alla parola em "madre" un'etimologia falsa quanto assurda, ritenendola la semplice abbreviazione m. della parola mother, pronunciata come il nome della lettera. Invece em "madre" è puro ebraico biblico: אֵם 'ēm. Anthony Burgess, che era un linguista, doveva saperlo bene. Eppure qualche altro wikipediano ha compilato correttamente la pagina di Wiktionary relativa alla voce in questione:

 
Coloro che hanno compilato le pagine relative al Nadsat non avevano potuto reperire questa cruciale informazione. Sono riuscito a inserire l'etimologia corretta nella Wikipedia in italiano, che ancora adesso è ben visibile. Questa è una prova di quanto Wikipedia, pur essendo piena zeppa di bachi, può essere costantemente migliorata. 
ii) secondo problema etimologico risolto  
Bizzarramente proprio la parola orange "uomo" è di origine malese, da orang "uomo". La parola malese ha una -ng finale che suona come quella dell'inglese thing, mentre il termine Nadsat suona come la parola inglese orange "arancia", con consonante finale palatale. Ero convinto che l'origine malese non fosse diretta, bensì mediata dal nome di scimmia orang utan, che alla lettera significa "uomo della foresta" (adattamenti italiani orango, orangotango, rangutàn e simili). Poi ho appreso che Anthony Burgess, ideatore del Nadsat, è vissuto a lungo in Malesia e a Brunei, conosceva bene la lingua austronesiana di quei paesi. 
iii) bizzarri elementi di morfologia
Alcuni elementi morfologici non sono di origine slava. Il suffisso agentivo anglosassone -er è pienamente produttivo: rabbiter "lavoratore" da rabbit "lavoro" (dal russo robóta). Troviamo anche il suffissoide -man che forma derivati atti a descrivere uomini che svolgono una professione: bogman "prete" da Bog "Dio". La trasparenza etimologica di -man (dall'inglese man "uomo") si deve unicamente al bilinguismo, perché la parola man non ricorre mai isolata in Nadsat. Un ipotetico parlante monolingue Nadsat non ne comprenderebbe affatto l'origine. 
iv) prestiti lessicali oscurati 
Un ipotetico parlante monolingue Nadsat non comprenderebbe  la formazione di parole come firegold "bevanda forte", proprio come un russo non comprende l'etimologia di fejerverk "fuochi d'artificio", prestito dal tedesco Feuerwerk, composto di Feuer "fuoco" e di Werk "opera, lavoro", "fabbrica". 
v) adattamenti fonetici 
Si segnalano alcuni adattamenti fonetici. Quando è in posizione mediana, la fricativa -kh- diventa regolarmente un'occlusiva -k- (es. ooko "orecchio", dal russo ukho). Subisce lo stesso trattamento anche all'inizio di parola seguita da consonante (es. kleb "pane", dal russo khleb) Invece all'inizio di parola seguita da vocale, diviene h- (es. horrorshow "bene", dal russo khoroshó). Si nota che esiste un adattamento in italiano del Nadsat, in cui horrorshow "bene" è reso con un grottesco cinebrivido
vi) un gergo studentesco reduplicativo 
Alcune parole, non esclusive del Nadsat, sono formate tramite reduplicazione: è inserita una vocale mediana -i- e l'ultima sillaba ripete la prima avendo però sempre w- come consonante iniziale. 
baddiwad "cattivo" < inglese bad 
eggiwegg "uovo" < inglese egg 
jammiwam "marmellata" < inglese jam 
In un caso la formazione avviene a partire da una parola russa: 
skolliwoll "scuola" < russo shkola
vii) un caso di contrasto minimo  
Le due parole cheena "donna" e zheena "moglie" sono molto simili, tanto che si sarebbe tentati di ritenerle pure e semplici varianti. In realtà, anche se la radice è comune, derivano da due diverse parole: cheena è dal russo zhenshchina "donna" (con caduta della prima sillaba), mentre zheena è da zhena "moglie". 
viii) etimologia di Nadsat 
Il nome del gergo è stato tratto dal suffisso -nadtsat', che caratterizza i numerali russi da 11 a 19 e che corrisponde in modo grossolano all'inglese -teen, tipico dei numerali da 13 a 19. In pratica il Nadsat è il "(linguaggio) degli adolescenti"


Alcune considerazioni politiche

La società rappresentata nel film era percepita da alcuni come comunista a causa dei suoi lievi legami con la cultura russa. Lo slang adolescenziale ha una forte influenza russa, come nel romanzo; Anthony Burgess spiega che lo slang serviva, in parte, ad attirare il lettore nel mondo dei personaggi del libro e a impedire che questo diventasse obsoleto. Ci sono prove che suggeriscono che la società sia socialista, o forse una società in evoluzione da un socialismo fallito a una società pienamente fascista. Nel romanzo, le strade sono decorate con dipinti di operai nello stile dell'arte socialista russa, mentre nel film c'è un murale di opere d'arte socialiste, sfigurato con scritte oscene e disegni di cazzi smisurati. Come sottolinea to dallo stesso Malcolm McDowell, l'abitazione di Alex è stata girata su un'architettura fallimentare del Partito Laburista, mentre il nome "Municipal Flat Block 18A, Linear North" allude alle abitazioni in stile socialista. Più avanti nel film, quando il nuovo governo di destra prende il potere, l'atmosfera è certamente più autoritaria rispetto all'atmosfera anarchica iniziale. Le opinioni di Kubrick sono considerate piuttosto ambigue sul tipo di società in questione; ha anche affermato che il film presenta paragoni tra la sinistra e la destra dello spettro politico, essendoci poche differenze tra le due: "Il Ministro, interpretato da Anthony Sharp, è chiaramente una figura di destra. Lo scrittore, Patrick Magee, è un pazzo di sinistra... Differiscono solo nei loro dogmi. I loro mezzi e fini sono difficilmente distinguibili".

Pillole di nichilismo morale

Non stupisce la trasformazione dei Drughi in poliziotti.  Hanno escogitato un modo sicuro per esercitare liberamente la loro violenza innata! 


Curiosità 

Gli arredamenti in forma umana del mitico Korova Milk Bar erano basati sul lavoro dello scultore Allen Jones. Il regista provvedeva a far svuotare, lavare e riempire i distributori di latte ogni ora, perché il latte si cagliava continuamente sotto le potenti luci dello studio, cuocendo ed esalando disgustosi lezzi di smegma. Le sedie del bar erano frutto di una sofisticata operazione di riciclo, provenendo dalla stazione spaziale vista in un altro film di Kubrick, 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey, 1968).

Gli occhi di Malcolm McDowell furono anestetizzati affinché potesse affrontare le scene di tortura ed essere filmato per lunghi periodi senza provare eccessivi fastidi. Ciononostante, le sue cornee vennero ripetutamente graffiate dagli artigli metallici dei divaricatori oculari. Ebbe persino un episodio di cecità temporanea nel corso della scena della tecnica Ludovico e una costola incrinata nel corso della scena in cui veniva umiliato un branco di vecchiacci! Questo significa sudare per immedesimarsi in una parte sul set! 

Girare la scena dello stupro della signora Alexander fu così difficile che l'attrice inizialmente scelta per il ruolo si ritirò. La parte fu quindi affidata ad Adrienne Corri, che a quanto pare era furiosa per l'elevato numero di riprese richieste da Kubrick, ritenendo che la lavorazione avrebbe dovuto essere svolta in tempi rapidi, tanto era ripugnante. Malcolm McDowell, tuttavia, ha dato una versione diversa dell'accaduto: ha affermato che la Corri era molto "disposta" ad accettare il ruolo breve ma difficile e la nudità durante le riprese, e ha persino scherzato sul fatto che lui avrebbe potuto vedere che è una "rossa naturale", scoprendone il "cespuglietto". A distanza di tanto tempo, accertare la verità dei fatti è un'impresa disperata. 

Il serpente di Alex non si trova nel romanzo di Burgess. Lo ha fatto aggiungere Kubrick per dispetto, quando ha saputo che l'attore nutriva una vera e propria fobia verso i rettili. 

Nel romanzo di Burgess la ragazza che la gang di Billy Boy sta violentando, così come Marty e Sonietta (le ragazze che Alex rimorchia) sono descritte come delle bambine di circa 10 anni. Alex le violenta mentre sono ubriache e drogate. Stanley Kubrick spiegò i motivi della sua riluttanza a mantenere la fedeltà al testo originale: oltre a giudicare le scene troppo ributtanti da filmare, usare attori adulti per interpretare i membri "adolescenti" della gang avrebbe fatto sembrare Alex un pedofilo - anziché un minorenne a sua volta. Per ovviare a simili aberrazioni, che sicuramente sarebbero anche state illegali, il regista decise di rendere tutti adulti e consenzienti. Così il problema è stato risolto. 

Nonostante l'ossessione di Alex per Beethoven, la colonna sonora contiene più musica di Rossini che di Beethoven. La scena di sesso accelerata con le due ragazze, la lotta al rallentatore tra Alex e i suoi Drughi, lo scontro con la banda di Billy Boy, l'intrusione nella casa della "gattara" e la scena in cui Alex guarda nel fiume e medita il suicidio prima di essere avvicinato dal mendicante, sono tutte accompagnate dalla musica di Rossini.

Arancia meccanica era uscito nel Regno Unito con un divieto di visione "X", venendo proiettato regolarmente nelle sale cinematografiche. A quanto si dice, due odiosi crimini imitativi spinsero Stanley Kubrick a ritirare il film, ponendo fine alla sua distribuzione su suolo britannico. Nel 1973, un gruppo di uomini che cantava "Singin' in the Rain" stuprò una ragazza olandese nel Lancashire. Un sedicenne che indossava l'uniforme di Alex, composta da tuta bianca, bombetta nera e anfibi, picchiò brutalmente un ragazzo più giovane. A questo si erano aggiunte minacce di morte. Negli anni '80 e '90, i fan britannici che volevano vederlo dovettero ordinarlo nei negozi di videonoleggi o importarlo da altri paesi, solitamente dalla Francia. Nel 1993, lo Scala Film Club di Londra proiettò il film senza autorizzazione. Su insistenza di Kubrick, la Warner Brothers fece causa e vinse, imponendo la chiusura allo Scala, ormai quasi in bancarotta. Nel 2000, l'anno dopo la morte di Kubrick, il film fu distribuito in tutta la Gran Bretagna con un semplice divieto di visione ai minori di 18 anni. 

Alcune note su Anthony Burgess 

L'autore del soggetto, Anthony Burgess, era uno scrittore, critico letterario e glottoteta britannico, nato John Anthony Burgess Wilson (Manchester, 1917 - Londra, 1993). Le sue attività sono state numerosissime e vulcaniche: è stato anche compositore, librettista, poeta, drammaturgo, giornalista, saggista, traduttore, educatore. La sua famiglia era cattolica di stretta osservanza, sia da parte di padre che di madre; egli prese il cognome Burgess dal ramo materno. Servì per sei anni nell'Esercito Britannico, dal 1940 al 1946. Ha collaborato con Franco Zeffirelli nella realizzazione dell'atroce sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth (1976); parafrasando Voltaire, l'ho visto ma me la pagheranno. 
Una delle idee centrali della teologia di Burgess è la necessità da parte di un cristiano di perdonare atti orribili. Egli cercò di metterla in pratica nel corso della sua vita. Mentre era di stanza a Gibilterra, accadde qualcosa che lo mise duramente alla prova: alcuni soldati americani stuprarono sua moglie incinta, assestandole calci violentissimi nel ventre, facendola abortire e lasciandola con gravi problemi ginecologici per il resto della vita. I suoi superiori, dando prova di una disumanità spaventosa, gli negarono il permesso di vederla. Proprio questo trauma dovette costituire il nucleo di ispirazione per il suo romanzo A Clockwork Orange.
Con un simile curriculum, stupisce che lo scrittore-glottoteta inglese non sia stato proposto per la beatificazione. Ebbene, ci sono non pochi aspetti strani nella sua vita. Quando era in Malesia e a Brunei, aveva intenzione di rimanerci per il resto della vita e si dava da fare a sedurre le donne locali. Aveva persino preso in considerazione, per meglio integrarsi nel contesto, di convertirsi all'Islam. Si consideri che all'epoca la società musulmana da quelle parti era molto tollerante, al punto da non punire l'uso di alcolici e l'adulterio. Qualcuno deve aver messo in guardia Burgess, dicendogli che la situazione sarebbe potuta cambiare. Solo per fare un esempio, attualmente a Brunei è in vigore la Shari'a, non gira un goccio d'alcol ed è prevista la lapidazione per il sesso fuori dal matrimonio! Burgess fece i suoi calcoli, comprese il pericolo e prese la sua decisione. Così la sua progettata conversione all'Islam non è mai avvenuta. Deve aver visto qualcosa di orribile, che ha indotto in lui un cambiamento. In seguito al suo ritorno in Inghilterra, scrisse il romanzo distopico 1985, pubblicato nel 1976, in cui si parla dell'islamizzazione del Regno Unito. Vedo che nel Web l'autore è definito "islamofobo". Evidentemente questi complessi trascorsi devono aver comunque fatto storcere il naso a molti negli ambienti del Vaticano. Sono belli questi scherzetti della vita, che fanno andare storte le cose ai cattolici famelici di nuovi santi. Basti pensare al caso di Gilbert Keith Chesterton, che non è stato beatificato perché è saltato fuori che era un antisemita furioso. 

sabato 29 aprile 2023

 
ZARDOZ

Titolo originale: Zardoz
Paese di produzione: Regno Unito 
Lingua: Inglese 
Anno: 1974
Durata: 102 min
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Distopia, post-apocalittico 
Tematiche: Immortalità, libertà, genocidio, 
    manipolazione, ricerca della Libertà 
Regia: John Boorman
Soggetto: John Boorman
Sceneggiatura: John Boorman
Produttore: John Boorman
Casa di produzione: 20th Century Fox, John Boorman 
     Production
Distribuzione in italiano: 20th Century Fox
Fotografia: Geoffrey Unsworth
Montaggio: John Merritt
Effetti speciali: Jerry Johnson
Musiche: David Munrow
Scenografia: Anthony Pratt
Costumi: Christel Kruse Boorman 
Titoli in altre lingue: 
   Turco: Taş Tanrı Zardoz 
       (lett. "Il Dio di Pietra Zardoz")
Interpreti e personaggi:
    Sean Connery: Zed
    Charlotte Rampling: Consuella
    Sara Kestelman: May
    John Alderton: Amico *
    Niall Buggy: Arthur Frayn
    Sally Anne Newton: Avalow
    Bosco Hogan: George Saden
    Christopher Casson: Vecchio saggio
    Bairbre Dowling: Stella
    Reginald Jarman: La voce della Morte 
    Jessica Swift: Una apatica
    John Boorman: Un bruto 
    * In inglese Friend
Doppiatori italiani:
    Adalberto Maria Merli: Zed
    Livia Giampalmo: Consuella
    Angiola Baggi: May
    Romano Malaspina: Amico
    Oreste Lionello: Arthur Frayn
    Rossella Izzo: Avalow
    Roberto Del Giudice: George Saden
    Roberto Bertea: Vecchio saggio
    Alida Cappellini: Stella
    Rossella Izzo: Una apatica
    Corrado Gaipa: Voce (alterata) Zardoz
    Luciano Melani: Morte 
Budget: 1 milione di dollari US 
Box office: 1,8 milioni di dollari US 

Trama: 
Nell'anno 2293, in seguito a un crollo tecnologico, l'umanità è divisa in due. Gli Eterni, che hanno ottenuto l'immortalità, vivono in piccole comunità isolate chiamate "Vortex", conducendo un'esistenza lussuosa ma dominata dalla noia. In questi Vortex tutti gli uomini sono impotenti e tutte le donne sono frigide. Non vi esiste il desiderio sessuale, in alcuna sua forma. A di fuori di queste isole si estende l'Inferno. La massa della popolazione terrestre è costituito dai Bruti, regrediti a livelli bestiali e costretti a lavorare la terra per nutrire gli Eterni. Per controllare l'incredibile fertilità dei Bruti, che si moltiplicano a dismisura, gli Eterni hanno creato una religione genocidaria basata sul culto di una terribile divinità uranica, Zardoz, che si manifesta come una gigantesca testa volante di pietra. Periodicamente Zardoz scende dal cielo, parla con voce tonante e istiga una classe di guerrieri, gli Sterminatori, ad annientare i Bruti. 
Zed, uno Sterminatore di Bruti, ha qualcosa di strano. Organizza un complotto per scoprire la verità: si nasconde a bordo della Testa di Pietra di Zardoz durante un viaggio, e uccide il suo creatore-operatore Eterno, Arthur Frayn. Ovviamente, essendo immortale, questo Frayn viene prontamente riportato alla vita nel Vortex. 
Arrivato nel Vortex, Zed incontra due Eterni di sesso femminile: Consuella e la sua assistente May. Dominando l'uomo con poteri psichici, lo rendono prigioniero e semplice lavoratore all'interno della loro comunità. Consuella vuole che Zed venga annientato affinché la resistenza non possa usarlo per scatenare una rivoluzione; altri, guidati da May e dal sovversivo Amico, insistono per tenerlo in vita per ulteriori studi, mentre progettano segretamente di rovesciare il governo e porre fine alle sofferenze del genere umano. 
Col tempo, Zed scopre la natura del Vortex. Gli Eterni sono sorvegliati e protetti dalla morte dal Tabernacolo, una specie di Intelligenza Artificiale. Data la loro durata di vita potenzialmente illimitata, gli Eterni si sono annoiati e corrotti, e stanno sprofondando nella follia. L'inutilità della procreazione ha rimosso il bisogno stesso dell'attività sessuale, mentre la meditazione ha sostituito il sonno. Alcuni membri del Vortex cadono in catatonia, formando uno strato sociale che gli Eterni chiamano "Apatici". Gli Eterni trascorrono le loro giornate a custodire la vasta conoscenza dell'umanità, sfornando un pane speciale e verdastro con le consegne di grano. Partecipano attivamente a stupidi rituali di meditazione comunitari. Per dare alla vita una parvenza di significato, in un fallito tentativo di impedire all'umanità di diventare permanentemente catatonica, il Vortex ha sviluppato complesse regole sociali i cui trasgressori vengono puniti con l'invecchiamento artificiale. I trasgressori più estremi sono condannati a una vecchiaia permanente: si defecano e si pisciano addosso, farfugliano, sbavano. Gli Eterni che sono riusciti a morire, solitamente per incidente, rinascono in un altro corpo sano, riprodotto sinteticamente, identico a quello che hanno perso. 
Zed è meno brutale e molto più intelligente di quanto gli Eterni credano. Le analisi genetiche rivelano che è il risultato finale di lunghi esperimenti eugenetici ideati da Arthur Frayn, che controllava le terre esterne con gli Sterminatori. L'obiettivo del creatore di Zardoz era quello di generare un superuomo che penetrasse il Vortex e salvasse l'umanità dal suo irrimediabilmente quanto stagnante status quo. Tra le rovine del vecchio mondo, Arthur Frayn aveva incoraggiato Zed a imparare a leggere e lo aveva condotto al libro Il meraviglioso mago di Oz, provocando in lui una crisi esistenziale e teologica. Comprendere l'origine del nome ZardozWizard of Oz – aveva portato Zed a una profonda consapevolezza, risultata nell'accusa a Frayn, colpevole di essere uno spregevole manipolatore. Infuriato da quanto appreso, Zed aveva quindi deciso di indagare ulteriormente sul mistero di Zardoz. 
Mentre Zed intuisce la natura del Vortex e i suoi problemi, gli Eterni lo usano per combattere le loro lotte intestine. Guidati da Consuella, gli Eterni decidono di uccidere Zed e di far invecchiare Amico. Zed fugge e si rifugia da May e da Amico: con il loro aiuto assorbe tutta la Conoscenza degli Eterni, inclusa quella sull'origine del Vortex, proiettata nella sua mente da un cristallo. Può usarla per distruggere il Tabernacolo. Mentre assorbe la Conoscenza, Zed ingravida May e alcune delle sue seguaci: eiacula loro dentro al canale procreativo. Quindi estingue il Tabernacolo, disattivando così i campi di forza e i filtri percettivi che circondano il Vortex. Questo aiuta gli Sterminatori a irrompere e a uccidere la maggior parte degli Eterni, che accolgono la Morte come una liberazione dalla loro noiosa esistenza. May e molti dei suoi seguaci sfuggono al massacro, dirigendosi verso i Bruti per dare alla luce la loro prole come esseri illuminati, seppur mortali. 
Consuella, innamoratasi di Zed, partorisce tra i resti della testa di pietra. Il bambino cresce mentre i genitori invecchiano. Quando il giovane li lascia per intraprendere il proprio cammino, questi continuano a decadere e alla fine muoiono. Non rimane nulla se non le impronte delle mani dipinte sul muro e la pistola di Zed. 

 
Recensione: 
Il concetto portante della religione di Zardoz è quello del Mago di Oz, il cui potere traumatizzante è immenso! Se lo si analizzasse meglio, si comprenderebbe forse la vera origine del concetto stesso di divinità. Una civiltà avanzata costituita da poche persone trova un mondo semplice ed efficace per gestire le masse, da cui si isola per non contaminarsi e per non soccombere: inventare un Dio terribile, spaventoso, capace di ispirare terrore e di tenere sotto controllo le eccedenze demografiche, istigando una classe di guerrieri a compiere eccidi. Il sistema funziona alla perfezione, come un ingranaggio ben oliato, eppure a un certo punto un sasso si introduce tra i denti del meccanismo e lo fa schiantare. 
Trovo che sia un ottimo film, molto originale e ricchissimo di spunti di riflessione su come i popoli nascono, si sviluppano, decadono e infine si estinguono. Sicuramente sarebbe piaciuto anche al grande Oswald Spengler! Nel corso degli anni è diventato un cult, anche se c'è sempre chi lo ritiene di non facile digeribilità e chi lo mette in farsetta ironizzando sui mutandoni sgargianti indossati dal protagonista: "Zardoz, o quando Sean Connery si mise in mutande per pagare il mutuo" o altre simili scempiaggini. 


La genesi della pellicola

Questo ha dichiarato Boorman in un'occasione: 

"Scrissi Zardoz a casa mia nel 1972 (…) Ne uscì una sceneggiatura più simile alla forma di un romanzo. Gradualmente la rielaborai in una forma cinematografica che si rivelò troppo audace per la maggior parte degli studios. Alla fine trovai i finanziamenti e girai il film (…) Mentre montavo il film decisi di riportarlo alla forma di un romanzo. Esso segue fedelmente il film, ma si appoggia molto alla stesura iniziale." 

Il regista avrebbe poi ammesso di essere stato sotto l'effetto di droghe durante la scrittura e la produzione del film. Ha affermato inoltre di non essere nemmeno lui sicuro di cosa trattino le varie parti del film, principalmente a causa dello stato confusionale in cui si trovava in quel momento. Col senno di poi, diverse scene gli sono parse inutili. 
Queste sono cose che fanno riflettere. Alla luce di tutto questo, si comprende bene quella psichedelia pervasiva, quell'onirismo quasi violento che caratterizza molte sequenze. La narrazione non è pienamente razionale: come in una visione notturna, sprofonda in una densa selva di simbolismi arcani, che forse non saranno mai decrittati.
 

Etimologia di Zardoz  

Come Zed capisce nel corso di una subitanea illuminazione, il nome della divinità che adora e nel cui nome compie sterminio, altro non è che il nome del personaggio di una favola. Wizard of Oz "Mago di Oz" è diventato naturalmente Zardoz. Considerata la pronuncia dell'inglese britannico, l'evoluzione fonologica deve essere stata più o meno questa: 

/'wɪzəd əv 'ɔz/ => /'za:dəz/

Quello che credo ci sia di più irreale nel film è il tenace legame col passato. Zed impara di nascosto a leggere, in realtà su istigazione di uno degli Eterni, che vuole creare scompiglio nella propria comunità e nel mondo esterno. In una condizione di crollo della civiltà, come quella descritta nella sceneggiatura, tutto andrebbe perduto o alla meglio distorto fino a diventare irriconoscibile. L'idea che la lingua inglese, la sua scrittura e la capacità di leggerla si conservino immutate attraverso un simile aumento dell'entropia sociale, è più assurda di una testa petrigna e volante che incita al genocidio. 


Il Dio di Pietra Zardoz 

Il titolo del film di Boorman è lo stesso in quasi tutte le lingue, anche perché non c'è da fantasticarci troppo. Tuttavia si nota una sorprendente eccezione. In turco la traduzione è Taş Tanrı Zardoz, ossia "Il Dio di Pietra Zardoz". 

taş "pietra" 
Tanrı "Dio" 

La parola Tanrı è antichissima e in epoca pre-islamica indicava la divinità uranica, il Cielo. Tutto ciò è estremamente interessante. Nuove religioni irrompono nel mondo, ma non possono introdurre dall'Oltre un linguaggio del tutto sconosciuto alle genti, o sarebbero isolate in una sorta di autismo e non comunicherebbero con nessuno. Devono per forza di cose utilizzare parole già usate dai popoli a cui si rivolgono, lasciandone immutato il significante ma trasformandone in modo radicale il significato.


Il Comando dello Sterminio 

Queste sono le parole che Zardoz rivolge agli Sterminatori, nella versione originale:

"The gun is good. The penis is evil. The penis shoots seeds, and makes new life to poison the Earth with a plague of men, as once it was, but the gun shoots death, and purifies the Earth of the filth of brutals. Go forth . . . and kill!" 

Traduzione: 

"Il fucile è il bene, il pene è il male. Il pene spara il seme, e procura nuova vita per avvelenare la Terra con la piaga dell'uomo, com'era un tempo, ma il fucile spara morte, e purifica la Terra dalla sozzura dei Bruti. Avanti... e uccidete!" 

Nella versione italiana del film che ho potuto visionare, il testo è invece questo: 

"Il fucile è il Bene! Lo sperma è il Male! Lo sperma provoca la vita, che avvelena la Terra infestandola di esseri umani, come una volta! Invece il fucile sparge la morte, che purifica la Terra dalla piaga dei Bruti! Andate... e uccidete!"  

Come si può vedere, questo testo è infinitamente più potente e ispirato dell'originale e della sua traduzione letterale! È bastato sostituire qualche parola (ad esempio "pene" con "sperma") per ottenere un effetto dirompente come quello di una tempesta. Adesso è necessario porsi una domanda molto importante. L'opera originale è la stessa cosa di questo adattamento in italiano? La mia risposta è semplice: no, non è la stessa cosa. 


L'illusione della continuità 

Ci sarebbe da domandarsi come Zed avrebbe interpretato l'immensa massa di informazioni accolte nella sua memoria dal prodigioso cristallo degli Eterni, essendo egli parte di un mondo completamente diverso da quello in cui la Divina Commedia era ancora comprensibile - solo per fare un esempio. A quanto pare, Boorman aveva l'idea della possibilità di ripristinare una cultura distrutta, interrotta da una crisi che avrebbe spezzato anche civiltà più forti. Gli Eterni non hanno avuto una lunga vita, perché sono stati stroncati dal ferro degli Sterminatori. Si può stimare in poco meno di tre secoli la durata del loro "paradiso". Un tempo troppo breve perché si presentino problemi comunicativi. Che accadrebbe se questi "immortali" durassero tre millenni? La loro lingua rimarrebbe inalterata oppure si trasformerebbe come accade nel passaggio delle generazioni degli umani mortali? I neuroni e le sinapsi si usurano, cede la loro capacità di immagazzinare e trasmettere informazioni. In tre millenni come si conserverebbero i ricordi? Si sfalderebbe ogni cosa? Oppure sarebbe possibile resistere all'usura del tempo e conservare intatta l'architettura del linguaggio? Sono propenso al pessimismo. A parer mio, tutto si trasformerebbe fino a diventare irriconoscibile. Se gli Eterni non avessero scelto la morte ad opera di Zed e dei suoi uomini, presto o tardi la loro tecnologia avrebbe mostrato segni di cedimento: a quel punto si sarebbero trovati come gli Struldbrug di cui ci ha narrato il grande Jonathan Swift!  


Curiosità 

Secondo Boorman, Sean Connery ebbe molte difficoltà a trovare lavoro dopo Agente 007 - Una cascata di diamanti (Diamonds Are Forever, 1971), diretto da Guy Hamilton. L'attore sarebbe stato ingaggiato per 200.000 dollari. Tale salario era un quinto del budget del film, 1 milione di dollari.

Per contenere il più possibile i costi della produzione, Sean Connery usava la propria utilitaria per andare e venire dal set. In seguito il regista disse che l'idea era stata proprio dell'attore, la cui avarizia era proverbiale. La cosa non deve stupire, essendo egli un discendente della robusta e tenace stirpe dei Caledoni!

La scena finale, quella della scheletrificazione di Zed e di Consuella, dovette essere girata per ben tre volte. Secondo il regista fu una scena molto difficile perché prevedeva una telecamera bloccata che riprendeva Sean Connery e Charlotte Rampling in numerose inquadrature di pochi secondi ciascuna. Tra una ripresa e l'altra veniva poi applicato loro del trucco per farli sembrare anziani, in modo tale da ottenere l'effetto di invecchiamento nel tempo. Questo processo richiese un giorno intero. Sean Connery, la cui virilità estrema è notoria, odiava profondamente il trucco, quindi si infuriò quando seppe che il negativo si era graffiato e che avrebbero dovuto rifare la scena ancora una volta. Boorman raccontò cosa accadde in seguito: "Rifacemmo tutto daccapo, per tutto il giorno. L'assistente al caricamento della telecamera aprì la macchina da presa ed espose la pellicola. Quindi dovemmo rifare tutto di nuovo. Sean non mi credeva; pensava che lo stessi prendendo in giro. Quando lo convinsi che dovevamo farlo per la terza volta, si avventò contro l'assistente al caricamento della telecamera e quasi lo uccise. Ci vollero tre prese per immobilizzarlo." In seguito il caricatore della telecamera dovette emigrare e cambiare nome per sfuggire all'ira dell'attore scozzese! 

Il direttore della fotografia Geoffrey Unsworth girò le scene con l'obiettivo completamente aperto, filtri antinebbia sulla macchina da presa e macchine del fumo sul set per ottenere un aspetto diffuso e impressionistico. Il procedimento funzionò sulle copie di prima generazione, ma quando la pellicola fu duplicata per la distribuzione, la qualità dell'immagine era così scadente da risultare quasi inutilizzabile. Lo studio proibì a qualsiasi direttore della fotografia di utilizzare quel processo nei film successivi. 

Un vero babbuino sul set ha attaccato una controfigura vestita con un costume da scimmia, che impersonava proprio un babbuino. 

Il regista affermò in seguito che il clima politico e culturale irlandese rese la produzione particolarmente difficile. All'inizio, il governo irlandese si rifiutò di permettere alla troupe di importare armi sceniche a causa degli attacchi terroristici dell'IRA che si verificavano in quel periodo, il che impedì quasi del tutto la realizzazione del film. Menzionò anche il fatto che molti membri del cast avevano problemi con la nudità richiesta e che era molto difficile convincere le donne a mostrare il seno. 

John Boorman usò come comparse i Pavee, un popolo di nomadi dell'Irlanda, la cui lingua è lo Shelta. Disse che erano le comparse migliori che avesse mai avuto, estremamente piacevoli e affidabili. Li scelse perché pensava che sembrassero persone che avevano davvero vissuto all'aria aperta. 

Sul set regnava una grande libertà. Si dice che la bellissima Charlotte Rampling non vedesse l'ora di girare la scena di sesso con l'itifallico Sir Sean Connery, ma che sia rimasta delusa quando tutto è finito così in fretta. 

L'atmosfera al di fuori delle riprese, alimentata da una grande abbondanza di narcotici, era così edonistica che al villaggio di Garrykennedy, dove si svolgevano le riprese, fu concesso l'accesso temporaneo a una clinica mobile per le malattie veneree. Il censimento del 1975 rivelò anche che la popolazione del villaggio era cresciuta del 15%. 

In una scena Sean Connery appare nei panni di una sposa. Interpretare quella sequenza di travestimento lo fece sentire profondamente a disagio. Mi domando come abbia fatto Boorman a costringerlo. 

Tra gli Eterni c'è un ribelle calvo e invecchiato che somiglia a Lino Bènfi, con tanto di baffetti grigiastri! 

Cineforum Fantafilm 

Il film fu proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro, a Milano, il 12 giugno 2006. Quelli erano tempi in cui si poteva ancora fare qualcosa di interessante. Adesso la zona della metropoli dove avvenivano le proiezioni è diventata off limits per via della criminalità, diffusa in modo capillare e oltremodo aggressiva: inoltrarsi da quelle parti di notte significa essere massacrati dai maranza!  

Accoglienza 

Zardoz uscì nelle sale il 6 febbraio 1974, a Los Angeles e New York. Immediatamente il film ricevette recensioni negative. Oltre alle critiche feroci, il pubblico reagì molto negativamente al mondo in apparenza confuso e onirico che il regista aveva plasmato. Secondo un articolo di Starlog Magazine sul film, questi recensori (e il pubblico in generale) non riuscirono a comprendere molte delle analogie e delle affermazioni filosofiche di Boorman. Gli spettatori riferirono che quando gli spettatori insoddisfatti della proiezione precedente uscivano dalla sala, incoraggiavano quelli in attesa ad andarsene, lanciando feroci invettive. Zardoz riuscì a malapena a recuperare il budget. Eppure è destinato a diventare immortale! 

Ecco alcune delle recensioni negative fatte da giornalisti (categoria che in generale stimo meno delle larve delle mosche carnarie): 

1) Nora Sayre del New York Times ha scritto che Zardoz "è fantascienza che raramente riesce a mantenere le sue ambiziose promesse... Nonostante i suoi espedienti pseudoscientifici e una pletora di dialoghi didattici, Zardoz è più confuso che emozionante, anche con un climax frenetico e sparatutto". 
2) Roger Ebert del Chicago Sun-Times lo ha definito un "film autenticamente eccentrico, un viaggio in un futuro che sembra governato da arredatori di scena perennemente fatti... Il film è un esercizio di autoindulgenza (spesso interessante) da parte di Boorman, che ha avuto più o meno carta bianca per dedicarsi a un progetto personale dopo l'immenso successo di Un tranquillo weekend di paura". 
3) Gene Siskel del Chicago Tribune lo ha definito "un film con un messaggio chiaro, e il messaggio è che il commento sociale al cinema è meglio contenerlo all'interno di una storia attentamente elaborata, non strombazzato con etichette di personaggi, effetti speciali e una dose di disperazione che celebra l'umanità del regista mentre rimprovera la dissolutezza del pubblico". 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Per il piacere filosofico degli eventuali e rarissimi lettori di questo blog, traggo qualche pensiero sparso e frammentario dal sito di critica cinematografica Il Davinotti


Il mitico Puppigallo ha espesso le sue perplessità: "Questa è una fantascienza fatta di idee, di concetti, di utopia che sfocia nel delirio, nell'onnipotenza che crea mostri asettici, quasi robotici. Ma è anche una fantascienza piuttosto pesante, arrancante, dove si viene sottoposti a un fuoco di fila di informazioni, di sollecitazioni visive, non trasmesse da effetti speciali, ma da ambienti e costumi." 
Capannelle, molto scettico, ha scritto: "Nella prima parte la curiosità cede ben presto il passo alla depressione e bisogna arrivare a metà film per risollevarsi e tentare un diverso approccio al racconto, ma in seguito l'affastellarsi di storie ed esplorazioni filosofiche, esoteriche e hippie, continua e fa vagheggiare la fine." 
Buiomega71 intuisce la verità sulla natura allucinatoria dell'ispirazione di Boorman: "Più che un film un'esperienza lisergica, di assoluta anarchia narrativa, che non assomiglia a nessun altra pellicola e in cui Boorman è libero di sperimentare una "follia" tra le più significative della fanta 70." 
Pol riconosce la grandezza dell'impresa: "Boorman mette in scena una sequela di immagini di grande impatto pur disponendo di un budget modesto e trova un equilibrio miracoloso che permette al tessuto narrativo di non rimanere soffocato dall'aspetto visionario (quest'ultimo una vera delizia per gli occhi)."