venerdì 10 febbraio 2023


ESVS 

Titolo originale: Esvs (Esus) 
Gruppo: Eluveite 
Album: Evocation II - Pantheon 
Anno: 2017 
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal 
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Nuclear Blast 
Formato: CD 
Formazione Eluveitie (2017):
    Fabienne Erni – voce, arpa celtica, mandola
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio,  cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
    Rafael Salzmann – chitarra
    Jonas Wolf – chitarra
    Kay Brem – basso
    Alain Ackermann – batteria
    Matteo Sisti – cornamusa, flauto, fischio
    Nicole Ansperger – violino
    Michalina Malisz – ghironda 
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi.
Link: 


Testo in gallico: 

ESVS 

Cauaros
Cauaros
Iccatis tausiias
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Ateslaððes
Etic atediueððes
Iccatis tausiias
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Ateslaððes
Etic atediueððes
Ateslaððes
Etic atediueððes
Pos buet atebrita
Pos ategabat rotos bitous
Pos buet atebrita
Pos ategabat rotos bitous
Ateslaððes
Etic atediueððes
Ateslaððes
Etic atediueððes
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Ateslaððes
Etic atediueððes
Ateslaððes
Etic atediueððes
Pos buet atebrita
Pos ategabat rotos bitous 

Testo in inglese: 

Cauaros
Cauaros
Healing silencer
Healing silencer
Cauaros
Eternal fighter
Cauaros
You will fall again
And you will end again
Healing silencer
Healing silencer
Eternal fighter
Healing silencer
Eternal fighter
Healing silencer
You will fall again
And you will end again
You will fall again
And you will end again
So there can be resurrection again
So the sempiternal cycle can begin again
So there can be resurrection again
So the sempiternal cycle can begin again
You will fall again
And you will end again
You will fall again
And you will end again
Eternal fighter
Healing silencer
Eternal fighter
Healing silencer
You will fall again
And you will end again
You will fall again
And you will end again
So there can be resurrection again
So the sempiternal cycle can begin again 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

Eroe 
Eroe 
Guaritore del silenzio
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli  
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine
Guaritore del silenzio
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Così ci sarà la resurrezione 
Così ricominci il ciclo dell'eternità 
Così ci sarà la resurrezione 
Così ricominci il ciclo dell'eternità 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Così ci sarà la resurrezione 
Così ricominci il ciclo dell'eternità 

Recensione: 
Questo è un testo splendido e prezioso, che potremmo definire druidico. Immagino che fossero così i versi che gli apprendisti dovevano mandare a memoria in grandissimo numero, senza poter fallire nella loro declamazione. È come se la perduta Scienza dei Druidi, ricostruita tramite attestazioni sparse e un potente lavoro filologico, potesse tornare a rifulgere in quest'epoca di assoluta desolazione! Avrò sempre grandissime parole di lode per gli Eluveitie e per gli studiosi che hanno reso possibile il loro progetto! 

Glossario gallico: 

atebrita "resurrezione" 
ategabat "ricominci" (congiuntivo) 
ateslaððes "cadrai di nuovo" 
  ate- "di nuovo" 
  slaððes "tu cadrai" 
atediueððes "giungerai di nuovo alla fine" 
  diueððes "tu giungerai alla fine" 
buet "sarà" 
cauaros "eroe" 
   cauaros saitlon "eroe dei secoli" 
   saitlon "dei secoli" (genitivo plurale di saitlon "secolo")
   Nota:  
   La parola "secolo" indicava la durata della vita umana.  
etic "e" (congiunzione) 
iccatis "guaritore" 
pos "così" 
rotos bitous "il ciclo dell'eternità", "il ciclo del mondo" 
  rotos "ruota", "ciclo"  
  bitous "dell'eternita", "del mondo" (genitivo di bitus "eternità",
     "mondo" 
tausiias "del silenzio" (genitivo di tausiia "silenzio",
     da tausos "silenzioso") 

Iconografia di Esus 

Divinità guerriera, che in epoca preromana richiedeva sacrifici umani tramite impiccagione, Esus è spesso rappresentato in epoca gallo-romana come un giovane uomo nell'atto di abbattere un albero. Spesso lo si vede assieme a un gigantesco toro che ha su di sé tre uccelli: questo bovino mitologico è TARVOS TRIGARANUS, ossia il "Toro con Tre Gru" (gallico tarvos "toro", tri- "tre", garanus "gru"). Finora possiamo dire poco sul significato di queste immagini, ma sono convinto che con un attento e approfondito studio si sarà in grado di chiarire ogni dettaglio, anche il più minuscolo. 

Interpretatio Romana. Esus è principalmente identificato con Marte; in epoca imperale è identificato anche con Mercurio e con Mithra. 

Etimologia di Esus 

Varianti documentate dagli autori latini: Hesus, Aesus, Aisus, Haesus. La consonante h- non è etimologica. Un caso simile si ha in Helvetii

Declinazione latina:
nominativo: Hesus, Aesus, Aisus, Haesus, Esus   
genitivo: Hesi, AesiAisi, Haesi, Esi  
dativo/ablativo: Heso, Aeso, Aiso, Haeso, Eso  
accusativo: Hesum, Aesum, Aisum, Haesum, Esum  
vocativo: Hese, Aese, Aise, Haese, Ese  

Declinazione gallica: 
Il gallico invece il tema è in -u- (equivale alla IV declinazione latina, non alla II).  
nominativo: Esus, Aisus 
genitivo: Esous, Aisous 
dativo: Esou, Aisou 
accusativo: Esun, Aisun 
vocativo: Esu, Aisu 

L'etimologia più accreditata dal mondo accademico è che Esus derivi dalla radice verbale protoindoeuropea h1eis-, che significa "essere riverente, adorare".  A parer mio, la derivazione del teonimo potrebbe essere di per sé ancora più semplice e diretta: come il proto-italico *aisos "dio", è un antico prestito dall'etrusco ais "dio". Non si capisce bene perché l'etimologia sia considerata incerta. Al massimo si può dire che è come un gatto che si morde la coda: è la radice etrusca ad essere un prestito dall'indoeuropeo o è il contrario? In ogni caso mi pare illogico escludere una connessione in nome della "natura non indoeuropea della lingua etrusca".  

Joseph Vendryes ha proposto che Esus derivi dalla parola protoindoeuropea *esu- "buono" (con la vocale e- breve). Tuttavia, Jan de Vries ritiene che questa ipotesi sia improbabile perché non si adatta alla descrizione di Esus come dio temibile. Per contro, Wolfgang Meid ha ipotizzato che Esus possa essere un eufemismo o un epiteto per il dio. Lo ha paragonato al nome divino irlandese Dagda, che significa "Dio Buono" (< *Dagodēuos). Diciamo che basterebbe osservare che Esus ha un antico dittongo ai- per escludere all'istante l'etimologia di Vendryes e la proposta di Meid! 

Antroponimi derivati dal teonimo Esus 

Riportiamo un po' di materiale onomastico trovato in iscrizioni gallo-romane, a mio avviso è interessantissimo, senza la pretesa di essere esaustivi. 

Antroponimi maschili: 

Esugenus < *Aisugenos "Generato da Esus" 
Esumagius < *Aisumagiios "Potente tramite Esus"
Esumopas < *Aisumopað "Schiavo di Esus" 
Esunertus < *Aisunertos "Che ha la Forza di Esus" 
Aesugesli (genitivo) : *Aisugēstlos "Ostaggio di Esus" 

Antroponimi femminili:  

Aesia "Di Esus" < *Aisiā 
Aesicunia "Del Cane di Esus" < *Aisicuniiā 
     (rimanda al mito irlandese di Cú Chulainn!) 

Abbiamo infine un etnonimo: 

Esuvii "Figli di Esus" 

Una buffa controversia 

Nel corso delle mie ricerche nel vasto Web mi sono reso conto dell'abisso dell'ignoranza umana. Un ignoranza che non è assenza di conoscenza, bensì qualcosa di aggressivo, che possiamo paragonare a un patogeno. Sembra che molti, soprattutto in America, credano che Esus sia il nome celtico di Cristo (sic!). Si basano sull'assonanza fortuita con Iesus, privo di qualsiasi connessione etimologica. Tutto ciò dà la misura della follia imperversante, che è stata resa possibile dai social! 

mercoledì 8 febbraio 2023


SLANIAS SONG 

Titolo originale: Slanias Song 
Gruppo: Eluveite 
Album: Slania
Anno: 2008 
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal 
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Nuclear Blast 
Formato: CD 
Compositore: Chrigel Glanzmann 
Formazione Eluveitie (2008):
  Chrigel Glanzmann - voce, chitarra acustica, mandolino,
     bodhràn, fischio, fischietto di latta, cornamusa, gaita  
  Anna Murphy - ghironda, voce 
  Ivo Henzi - chitarra 
  Simeon Koch - chitarra, voce
  Meri Tadic - violino, voce 
  Rafi Kirder - basso 
  Merlin Sutter - tamburi 
  Sevan Kirder - flauto irlandese, cornamusa, fischietto di latta 
  Simon Solomon - chitarra  
Testo in gallico: David Stifter 
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi. 
Link:


Testo in gallico: 

SLANIAS SONG 
(titolo parte in gallico e parte in inglese; in gallico è CANTLON SLANIAS)

Catoues caletoi
Urit namantas anrimius
Ro- te isarniIin urextont
Au glannabi rhenus
Ad ardus alpon
Tou' magisa matua
Tou' brigas iueriIonas 
Budinas bardon
Clouos canenti
Anuanon anmaruon
Cauaron colliton
Adio- biuotutas robirtont
Uolin cridiIi
Are riIotuten atriIas
A ulati, mon atron
A brogi'm cumbrogon
Exs tou' uradiu uorrobirt
Cenetlon clouision
Cauaron caleton 
A blatu blande bitos biuon!
A‚ m' atriIa, a‚ ma helvetia!
Tou' mnas et genetas
Tigernias, tecas
Tou' uiroi uertamoi
In sose cantle cingeton
In- gutoues -beronti
Cante cladibu in lame
Exsrextos canumi 
A ulati, mon atron
A brogi'm cumbrogon
Exs tou' uradiu uorrobirt
Cenetlon clouision
Cauaron caleton
A blatu blande bitos biuon
A‚ m' atriIa, a ‚ ma helvetia 

Testo in inglese: 

Grim battles
Against countless foes
Have steeled you
From the shores of the Rhine
To the top of the Alps,
Your fair meadows,
Your rank heathlands
The choirs of bards
Sing the glory
Of the undying names
Of fallen heroes,
That gave their lives,
Their blood
For the freedom of their fatherland.
Oh Sovereignty of my fathers
Oh land of my countrymen!
From your root sprang
A glorious nation
Of dure heroes.
Oh dulcet blossom of the living world!
Oh my fatherland, oh my Helvetia!
Your woman and maids
Noble and fair,
Your highest men
To this bravesong
They join in
The sword in my hand
Stand up and sing: 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

Battaglie fiere 
Contro nemici innumerevoli 
Ti hanno temprata 
Dalle rive del Reno 
Alle vette delle Alpi 
I tuoi campi belli 
I tuoi monti prosperi 
Le compagnie dei Bardi 
Cantano la gloria 
Dei nomi immortali 
Degli Eroi caduti 
Che hanno dato le loro vite, 
Il sangue nel cuore,
Per la Libertà della Patria. 
O Dominio dei miei Padri 
O terra dei miei compaesani! 
Dalla tua radice è scaturita 
Una gloriosa Nazione 
Di eroi valorosi. 
O dolce fiore del mondo dei viventi! 
O mia Patria, o mia Elvezia!   
Le tue donne e le tue figlie, 
Nobili e belle, 
I tuoi uomini eccellenti 
A questo canto di guerrieri 
Le voci si uniscono 
Con la spada in mano 
A testa alta canto: 
Dalla tua radice è scaturita 
Una gloriosa Nazione 
Di eroi valorosi. 
O dolce fiore del mondo dei viventi! 
O mia Patria, o mia Elvezia!   

LA CANZONE DI SLANIA 

Recensione: 
Questo è un inno che declama un'epoca in cui gli Elvezi erano fierissimi guerrieri, temuti persino dagli impavidi Germani. Nei suoi commentari, lo stesso Cesare allude a questi fatti ormai da lungo tempo dimenticati. Gli Eluveitie con la loro musica sono riusciti ad evocare lo spirito stesso di un popolo antico!  

Glossario gallico: 

a blatu "o fiore" (vocativo di blatus "fiore") 
a blatu blande "o dolce fiore" 
a brogi "o paese", "o terra" (vocativo) 
ad ardus "(fino) alle sommità"
adio- robirtont "che hanno dato" 
Alpon "delle Alpi" (genitivo plurale) 
   Nota: 
   La forma più plausibile è Alpiion
anuanon anmaruon "dei nomi immortali" 
  anuanon "dei nomi" (genivo plurale)
  anmaruon "degli immortali" (genitivo plurale) 
  anuan "nome" 
  anmaruos "immortale, non morto" 
are riIotuten "per la libertà" 
  Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
  per -l-; meglio sarebbe stato scrivere are riiotuten
  are "per", "davanti" (preposizione + accusativo) 
  riios "libero" 
  riiotud "libertà", genitivo riiotutos 
atriIa "patria"  
  Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
  per -l-; meglio sarebbe stato scrivere atriia
au glannabi "dalle rive" 
  au "da" (preposizione che regge il dativo/strumentale) 
a ulati "o dominio", "o sovranità" (vocativo)
  ulatis "dominio", "sovranità" 
  L'iniziale u- è semiconsonantica, anche se per noi difficile
  da pronunciare. 
bitos biuon "del mondo dei viventi" 
   bitos "del mondo" (genitivo di bitus "mondo") 
   biuon "dei viventi" (genitivo di biuos "vivo", "vivente")
biuotutas "vite" (accusativo plurale) 
brigas iueriIonas "montagne prospere" 
   briga "montagna"; "città, fortezza" 
   iueriiu "prospero": è anche il nome dell'Irlanda 
   plurale iueriiones, accusativo plurale iueriionas 
budinas bardon "compagnie di Bardi" 
   budina "compagnia" 
   bardon "dei bardi" (genitivo plurale di bardos "bardo")
caletoi "duri" (plurale di caletos "duro") 
   Il plurale in -oi è arcaico per -i
canenti "cantano" 
   La forma di miglior tradizione è senz'altro canonti 
   (cfr. beronti "essi portano")
cante cladibu in lame "con la spada in mano" 
  cante "con" 
  cladibu "alla spada" (dativo di cladibos "spada") 
  in lame "in mano" (lame è locativo di lama "mano")
canumi "io canto"
catoues "battaglie" (plurale di catus "battaglia") 
  catoues caletoi "dure battaglie" 
cauaron caleton "di eroi coraggiosi" (genitivo plurale) 
cauaron colliton "degli eroi caduti" (genitivo plurale) 
cenetlon "stirpe" 
  cenetlon clouision "stirpe gloriosa" 
exsrextos "a testa alta" 
  Il gruppo consonantico -xt- suona come -cht- nel tedesco Achtung.
exs tou' uradiu "dalla tua radice" 
  exs "da" (preposizione + dativo/strumentale) 
  uradios "radice" 
  L'iniziale u- è una semiconsonante; meglio pronunciare v-
  che una vocale u-.  
gutoues "voci" (plurale di gutus "voce) 
   Chiaramente è un nominativo, "voci" è il soggetto:
   l'accusativo plurale sarebbe gutus /'gutu:s/.  
in sose cantle cingeton "in questo canto di guerrieri" 
   cantle "nel canto" (locativo di cantlon "canto") 
   cingeton "dei guerrieri" (genitivo di cingetes "guerrieri") 
'm cumbrogon "dei miei compaesani" 
   è una forma contratta per mou combrogon (genitivo plurale) 
   combroxs "compaesano" 
   combroges "compaesani" 
   com- "insieme a", "con" 
   brogis "paese" 
mon atron "dei miei Padri" 
  Senz'altro dico mou atriion 
namantas anrimius "nemici innumerevoli" 
  namantas "nemici" (accusativo di namantes "nemici")
  anrimius "innumerevoli" (accusativo di anrimioi
  "innumerevoli") 
  Il plurale in -oi è arcaico per -i
Rhenus "del Reno" 
  Nota: 
  Ci aspetteremmo un genitivo Reni, essendo il nominativo Renos;
  non mi risulta un tema in -u-
ro- te isarniIin urextont "ti hanno temprata" 
   isarniIin "di ferro" (accusativo di isarniia, femminile di 
      isarniios "ferreo", derivato da isarnon "ferro") 
   ro- urextont "fecero" 
   ro- è un prefisso che si trova spesso con i verbi al passato 
Slania "Salute" 
   Qui è un antroponimo o teonimo femminile, che designa una 
   personificazione dell'Elvezia. 
tigernias, tecas "nobili, belle" 
tou' "tuo", "tua", "tuoi", etc. 
tou' mnas et genetas "le tue donne e (le tue) figlie"
  mnas "donne" (plurale di bena "donna") 
  et "e" (abbreviazione di etic)
  genetas "figlie, ragazze" 
tou' uiroi uertamoi "i tuoi uomini eccellenti" 
  uiroi "uomini" 
  uertamoi "sommi, eccellenti" 
  Il plurale in -oi è arcaico per -i.
uolin "sangue" (accusativo di uolis "sangue") 
uorrobirt "è scaturito" 
urit "contro" 
  L'iniziale u- è semiconsonantica, anche se per noi difficile
  da pronunciare.

David Stifter (National University of Ireland), è lo studioso che ha prodotto il testo in gallico. Molti suoi meritori lavori si trovano sul sito Academia.edu e sono consultabili in questa pagina: 


Queste sono le cose che mi aiutano a non sprofondare. 

Un rapido confronto 

I latinisti nutrono in genere una profonda avversione verso i Celti, che etichettano come "barbari". Eppure i Celti derivano alla lontana dagli stessi antenati dei Romani e così le rispettive lingue hanno comune origine indoeuropea.  

gallico atir "padre" : latino pater 
gallico atriia "patria" : latino patria 
gallico au "da" : latino a, ab   
gallico canumi "io canto" : latino cano 
gallico cladibos "spada" : latino gladius 
gallico exs "da" : latino ex 
gallico exsrextos "a testa alta" : latino erectus 
gallico lama "mano" : latino palma 
gallico uer "sopra" : latino super 
gallico uo "sotto" : latino sub 
gallico uradios "radice" : latino radix 

Sono soltanto pochi degli innumerevoli esempi che posso riportare. Sarebbe anche ora che la scuola italiana smettesse di essere una squallida tifoseria e cominciasse a dedicarsi seriamente a insegnare qualcosa di interessante, nutrendo lo Spirito. 

lunedì 6 febbraio 2023


SIRAXTA 

Titolo originale: Siraxta
Gruppo: Eluveitie 
Album: Spirit 
Anno: 2006
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Fear Dark Records 
Formato: CD 
Formazione Eluveitie (2006):
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, chitarra acustica,
        cornamusa 
    Rafi Kirder - basso 
    Merlin Sutter - tamburi 
    Ivo Henzi - chitarra 
    Simeon Koch - chitarra 
    Linda Sutter - violino 
    Meri Tadic - violino 
    Sevan Kirder - flauto irlandese, cornamusa  
    Sarah Wauquiez - ghironda, crumhorn, fisarmonica    
    Toby Roth - fisarmonica
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi. 
Link: 


Testo in gallico: 

SIRAXTA 

Immi daga uimpi geneta
Lana beđđos et' iouintutos
Blatus cetli, cantla carami
Menuan ambi caron soueti
Mimi, sedumi in disouniIe
Lana oiniciIas in cridiIe
Ate-, iege, -rigasisi?
To- moi đera -bibrasisis?
Nu noxs todiqueuode
Nu papos samos d'elleloge
TauiIa inter tegisa
Dirobata tenisa
Mimi, sedumi in disouniIe
Lana oinicilas in cridiIe
Menuan ambi caron soueti
Samito-ne urit- me -piseti?
Nu etnoi penna roceltont
Uo atanobi ro- sa -celtont
Cauannos ardu gariti
Critus ougros me gabiti
Auelos in dolias sueteti
No moi suetlon de tu bereti
Ate-, iege, -rigasisi?
To- moi dera -bibrasisis?
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe
Auelos sueteti uor magisi 
Đera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe  
Papon, papon in tauiIe  
Auelos sueteti uor magisi  
Đera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe  
Nu etnoi penna roceltont
Uo atanobi ro- sa -celtont
Cauannos ardu gariti
Critus ougros me gabiti
Auelos in dolias sueteti
No moi suetlon de tu bereti
Ate-, iege, -rigasisi?
To- moi dera -bibrasisis?
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe
Auelos sueteti uor magisi  
Đera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe  
Papon, papon in tauiIe  
Auelos sueteti uor magisi  
Dera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe  
Immi daga uimpi geneta
Dallos immi dacroun
Immi daga uimpi geneta
Dallos immi dacroun 

Testo in inglese (reperito dal Web e con alcune traduzioni distorte; i versi mancanti, da me integrati, sono in corsivo e tra parentesi <>): 

I'm a good, pretty girl
full of custom and full of youth.
I love flowers and songs. 
My thinking is about the loved one.
But I, I sit without sleep
complete solitude in the heart.
Say, will you come back?
Will you bring me the stars?
Now the night has come, 
Now everyone has gone to rest.
Silence between the houses,
the fires are extinguished.
But I, I sit without sleep 
complete solitude in the heart.
My thinking is about the loved one.
Is he waiting for me?
Now the birds have hidden their heads 
they have hidden under the wings.
An owl hoots loudly.
Cold shudder seized me. 
The wind is blowing between the leaves.
It brings no news of you.
Say, will you come back?
Will you bring me the stars?
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy 
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy. 
All is quiet, all is silent   
Now the birds have hidden their heads 
they have hidden under the wings.
An owl hoots loudly.
Cold shudder seized me. 
The wind is blowing between the leaves.
It brings no news of you.
Say, will you come back?
Will you bring me the stars?
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy. 
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy. 
All is quiet, all is silent
<I'm a good, pretty girl> 
<I'm blinded by tears> 
<I'm a good, pretty girl>
<I'm blinded by tears> 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

STRUGGIMENTO  

Sono una pura, bella ragazza,
Piena di virtù e giovinezza.
I fiori della foresta e le canzoni io amo. 
Sto pensando all'amato. 
Ma sto seduta nell'insonnia,
Piena di solitudine nel cuore. 
Dimmi, ritornerà? 
Mi porterà le stelle? 
Ora è giunta la notte. 
Ora ognuno è andato a riposare.
Il silenzio è tra le case,
I fuochi sono estinti. 
Ma sto seduta nell'insonnia,
Piena di solitudine nel cuore. 
Sto pensando all'amato.
Lui mi aspetterà? 
Ora gli uccelli nascondono le teste,
Sotto le ali le nascondono. 
Una civetta urla forte, 
Un tremore freddo mi prende. 
Il vento nelle foglie soffia, 
Non mi porta notizie su di te. 
Dimmi, ritornerà? 
Mi porterà le stelle? 
Ogni cosa, ogni cosa è in pace,
Ogni cosa, ogni cosa è in silenzio,
Il vento soffia sul campo,   
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ogni cosa, ogni cosa è in pace,
Ogni cosa, ogni cosa è in silenzio,
Il vento soffia sul campo,  
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ora gli uccelli nascondono le teste,
Sotto le ali le nascondono. 
Una civetta urla forte, 
Un tremore freddo mi prende. 
Il vento nelle foglie soffia, 
Non mi porta notizie su di te. 
Dimmi, ritornerà? 
Mi porterà le stelle?  
Ogni cosa, ogni cosa in pace,
Ogni cosa, ogni cosa in silenzio,
Il vento soffia sul campo,  
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ogni cosa, ogni cosa in pace,
Ogni cosa, ogni cosa in silenzio,
Il vento soffia sul campo,  
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ogni cosa, ogni cosa in pace,
Ogni cosa, ogni cosa in silenzio.
Sono una pura, bella ragazza,
Sono accecata dalle lacrime. 
Sono una pura, bella ragazza,
Sono accecata dalle lacrime. 

Recensione: 
Toccante e di un lirismo assoluto! Purtroppo il pubblico non sembra avere i mezzi per apprezzare contenuti così sublimi. Sia la forma che la sostanza sfuggono a chi non ha rudimenti di filologia celtica. Mi prodigo quindi per rendere questo materiale accessibile a tutti - cosa che, spero, ne aumenterà il successo.   
Dopo il primo demo, Vên (2003), la band ha firmato un contratto con l'etichetta Fear Dark Recors. Nel 2004, Vên viene pubblicato come Extended Play a tutti gli effetti. Il primo album è proprio Spirit, registrato sul finire del 2005. In Vên i testi erano in una forma abbastanza consumata di celtico, che potremmo considerare addirittura altomedievale, diversa dal cristallino gallico di canzoni come Siraxta, che rende bene la lingua parlata ai tempi di Cesare.  
Peccato che i critici e i recensori non colgano l'importanza di quest'opera. Parlano di virtuosismi musicali, di influenze di altri gruppi, spesso del tutto dissimili come ispirazione, ma non dedicano una sola parola alla lingua in cui sono scritti i testi. Dal mio punto di vista, la lingua è invece la cosa più importante. Si può comprendere che per la massa dei metallari, tutto si mescoli in un immenso calderone come una specie di pastone indistinto, in cui latino, norreno, celtico e lingue di Tolkien sono indistinguibili. Credo tuttavia che sia necessario tentare di porre rimedio a questa condizione di marasma. 

Glossario gallico: 

ambi caron "sull'amato" 
   ambi "intorno, attorno" 
ardu gariti "urla forte" 
  ardu "altamente" 
  gariti "egli urla" 
ate- rigasisi? "ritornerai?"
auelos "vento" 
beđđos "di virtù" (genitivo) 
  lana beđđos "piena di virtà" 
bereti "egli porta" 
cantla "canzoni" (neutro plurale) 
  cantlon "canzone"
carami "io amo" 
cauannos "civetta" 
cet[l]i, sta per ceti "del bosco", "della foresta" 
  L'errore è stato emendato nel testo di Omnos del 2009 (vedi).
  blatus ceti "i fiori del bosco" 
  blatus è un accusativo plurale
critus "tremore" 
  critus ougros "tremore freddo", i.e. "brivido"
dacroun "delle lacrime" (genitivo plurale di dacru "lacrima") 
daga "buona" (femminile di dagos "buono") 
  L'aggettivo è usato per indicare qualità morali;
  nel caso di una ragazza fa riferimento alla purezza. 
dallos "cieco" (l'aggettivo è maschile, anche se sembra riferirsi
   a geneta "ragazza"; un elvezio capirebbe che si parla dell'amato) 
d'elleloge "egli si distese" 
   Il verbo è formato dai prefissi de- "da", ex- "da" e da leloge
   "egli giacque", perfetto di leg- "giacere" 
de tu "da te", "su di te"
đera ougra "stelle fredde"  
  Il carattere đ-, ossia un'affricata dentale, è stato equivocato
  per d-; meglio sarebbe stato scrivere ðera o  dsera
  đera 'stelle' (plurale di đeron "stella")
  ougros 'freddo', neutro plurale ougra 
dirobata "estinti" (aggettivo neutro) 
et' "e" (abbreviazione di etic)
etnoi "uccelli" 
geneta "ragazza" 
iege "dimmi"
immi "io sono" 
in cridiIe "nel cuore" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato 
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in cridiie.
   cridiIe è un locativo; si può usare anche il dativo, in cridiIu 
in disouniIe "senza sonno" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in disouniie
in nemisi "nel cielo" 
in samiIe "in pace", "in tranquillità"
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in samiie
in tauiIe "in silenzio" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in tauiie.
   In altri testi si ha tausiia "silenzio", con una sibilante
   qui scomparsa. 
iouintutos "di gioventù" (genitivo)
lana oiniciIas "piena di solitudine" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere lana oiniciias
   lanos "pieno", femminile lana "piena" 
loucint in nemisi "splendono in cielo" 
  loucint "splendono" (da loucos "bianco, splendente")
  in nemisi "in cielo" 
in dolias "nelle foglie" (l'uso dell'accusativo implica una 
  sfumatura di moto a luogo)
inter tegisa "tra le case"  
me gabiti "mi prende" 
   Nel testo inglese il verbo è tradotto come un passato (seized),
   ma è un presente. 
menuan "pensiero" 
mimi "ma io", "proprio io" 
moi "a me" 
  no moi "non a me" (con assimilazione, ci si aspetterebbe ne moi)
noxs "notte" 
nu "ora" 
papon "tutto", "ogni cosa" 
papos "ognuno", "ogni uomo" 
penna roceltont "le teste hanno nascosto"
  penna "teste"
  roceltont "hanno nascosto" 
ro- sa celtont "le hanno nascoste" 
  (sa è un pronome infisso, neutro plurale, riferito a penna "teste") 
samito- "egli" (pronome enfatico)
samos "tranquillo" (la vocale -a- è lunga /'sa:mos/)
sedumi "siedo" 
siraxta "struggimento", "nostalgia"  
   (è un derivato dell'aggettivo siros "lungo")
soueti "si muove"
sueteti "soffia", "sta soffiando" 
   Matasović ricostruisce la protoforma *swizd- "soffiare" a partire
   dall'antico irlandese -fet e dal gallese medio chwythu
suetlon "storia", "racconto" 
tenisa "i fuochi" 
todiqueuode "è condotto", "è portato" 
  La forma verbale agglutina i prefissi to- "a"; di- "da", co(n)-
  "con" a ueuode "condusse", perfetto di ued- "condurre".
to- moi -bibrasisis "a me porterai" 
uimpi "bella" (femminile) 
  uimpi geneta "bella ragazza" 
  uimpis "bello" (maschile)
uo "sotto" 
uo atanobi "sotto le ali" 
uor "su, sopra" 
  La forma più comune è uer.
uor magisi "sul campo" 
urit- me - piseti "mi aspetta" 
  ne urit- me -piseti? "non mi sta aspettando"
    urit- "contro, verso" 
    me "me" 
    piseti "vede" 
    La band pronuncia qui urit- come un bisillabo; in realtà
    meglio sarebbe stato scrivere vrit-, come avviene in altri testi.

Note: 
Mi è subito balzato all'occhio che i primi tre versi del testo in gallico ricorrono nella successiva canzone Omnos, (Evocation I - The Archane Dominion, 2009), che tuttavia si sviluppa in modo molto diverso. 
Non posso fare a meno di evidenziare qualche bizzarria. 
Nella versione inglese, in nemisi "nel cielo", è stato tradotto con on the canopy, che alla lettera significa "sul baldacchino". Evidentemente la parola canopy "baldacchino" è qui usata come una kenning per "cielo". 
Con una grande fantasia, đera ougra loucint "le stelle fredde splendono" viene tradotto in inglese come "Unnamed stars blister cold", ossia "Stelle senza nome sporgono come vesciche, fredde". Non si capisce da dove sia saltato fuori l'aggettivo unnamed, né quale sia stata l'ispirazione non meno stravagante della forma verbale blister

sabato 4 febbraio 2023


Á SPRENGISANDI

Gruppo: Islandica
Paese: Islanda 
Lingua: Islandese 
Album: Íslandsklukkur - Icelandic Folk Music -
       Rhythms Of The North 
Anno: 1994 
Produttori: Magnús Þór Sigmundsson,
       Rafn Ragnar Jónsson 
Cantante: Bergþór Pálsson 
Autore del testo: Grimur Thomsen (1820 - 1896) 
Genere: Folk 
Stile: Nordic 
Link: 


Testo:

Á sprengisandi  

Ríðum, ríðum og rekum yfir sandinn,
rennur sól á bak við Arnarfell,
hér á reiki er margur óhreinn andinn,
úr því fer að skyggja á jökulsvell;
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
 
Þey þey! þey þey! þaut í holti tófa,
þurran vill hún blóði væta góm,
eða líka einhver var að hóa
undarlega digrum karlaróm;
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
 
Ríðum, ríðum, rekum yfir sandinn,
rökkrið er að síða á Herðubreið,
álfadrottning er að beisla gandinn,
ekki er gott að verða á hennar leið;
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil

Traduzione in italiano:

Sullo Sprengisandur 

Cavalchiamo, cavalchiamo e arranchiamo sulla strada 
Il sole tramonta dietro Arnarfell 
Qui vagherà lo spirito molto impuro 
Dopo che avranno iniziato a calare le ombre sul ghiacciaio
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
 
Ssh, zitto! Ssh, zitto! Una volpe è corsa sulla collina
Il palato secco vuole inzuppare di sangue
Oppure era qualcuno che urlava
Con una voce maschile stranamente profonda
Fuorilegge nell'Ódáðahraun 
Stanno forse radunando le pecore in segreto
Fuorilegge nell'Ódáðahraun
Stanno forse radunando le pecore in segreto
 
Cavalchiamo, cavalchiamo, arranchiamo sulla strada
Il crepuscolo cala accanto al Herðubreið 
La regina degli elfi sta bardando il cavallo
Non è buona cosa trovarsi sulla sua strada
Il mio fedele destriero donerei volentieri
Per giungere fin dentro il Kiðagil 

Note:
1. Strada che fin dal medioevo attraversa lo Sprengisandur
2. Arnarfell: città nella pianura Þingvellir
3. Ódáðahraun: grande deserto freddo vulcanico ai confini dello Sprengisandur
4. Herðubreið: vulcano situato nell'Ódáðahraun
5. Kiðagil: gola che segnava l'arrivo nella zona sicura della via dello Sprengisandur e la prossima fine del viaggio 


Glossario islandese-italiano:  

að vera kominn "per giungere" 
   koma "venire", "giungere" 
andinn "lo spirito" (forna articolata di andi "spirito") 
Arnafell, lett. "Montagna delle Aquile" 
    arna "delle aquile" + fell "montagna";
    arna è il genitivo plurale di örn "aquila". 
á "su" (preposizione + dativo) 
á bak "dietro" 
á hennar leið "sulla sua strada" 
   hennar "di lei"; leið "strada"  
á jökulsvell "sulla superficie del ghiacciaio" 
   jökull "ghiacciaio" + svell "superficie ghiacciata" 
á laun "in segreto", "segretamente" 
á reiki "sta vagando" 
    reika "vagare" 
á Sprengisandi "sullo Sprengisandur" 
áfanginn "la tappa" (forma articolata di áfangi "fase",  
    cfr. áfang, alla lettera "tocco rozzo o violento", ma
    anche "multa") 
álfadrottning "regina degli elfi" 
    álfur "elfo" + drottning "regina" 
beisla "bardare" (lett. "fornire di briglia")
Drottinn "Il Signore" 
drösulinn minn "il mio cavallo" (accusativo, 
    da drösull, cfr. norreno drasill "cavallo, stallone") 
drjúgur "sostanziale, considerevole" 
Herðubreið, lett. "Ampio di spalle", 
    da herðar "spalle" + breið "ampia, larga" (femminile
    di breiður "ampio, largo") 
hér "qui" 
eða "o", "oppure" 
einhver var "era qualcuno" 
   einhver "qualcuno", var "fu, era"
ekki "non", "niente" 
ekki er gott "non è cosa buona" 
er "è" 
er að síða "sta calando" 
gandinn "cavallo, cavalcatura" (accusativo,
     da gandur, che significa anche "bacchetta magica";
     cfr. norreno gandr "lupo, bestia pericolosa",
     "spirito immondo") 
hóa "chiamare ad alta voce" 
í holti "sulla collina" (lett. "nella collina") 
kannske "forse" (prestito dal danese, lingua coloniale;
     già dall'aspetto si capisce che non è un termine nativo) 
karlaróm "voce di uomo", "voce maschile" 
    digrum karlaróm "con grossa voce maschile", 
    digur "grosso" (detto ad es. di voce) 
Kiðagil, lett. "Burrone dei Capretti" 
    kiða "dei capretti" + gil "burrone"; 
    kiða è il genitivo plurale di kið "capretto" 
klárinn "il destriero" (forma articolata di klár "destriero",
    da non confondersi con l'omofono aggettivo klár
    "intelligente") 
leiði "che guidi" (tradotto con "guida") 
líka "anche", "allo stesso modo" 
margur óhreinn "molto impuro" 
    ó-, prefisso negativo; hreinn "puro" 
ofan í "fin dentro" 
og "e" (dal norreno ok
Ódáðahraun, lett. "Campo di lava delle atrocità" 
    ódáða "delle atrocità" + hraun "campo di lava"; 
    ódáða è il genitivo plurale di ódáð "atrocità, delitto"; 
    il toponimo spesso è tradotto con "Campo di lava 
    dei fuorilegge". 
rekum "arranchiamo" 
    reka "costringere", "condurre"; "far andare alla deriva",
    etc. 
rennur "corre" (il sole corre dietro ad Arnafell =
     il sole tramonta dietro ad Arnafell)
ríðum "cavalchiamo" 
    ríða "cavalcare" 
rökkrið "crepuscolo" 
síðasti "l'ultimo" 
skyggja "fare buio", "calare" (detto dell'oscurità)
smala fé "radunare le pecore" 
   eru kannske að smala fé "stanno forse radunando
   le pecore" 
Sprengisandur, lett. "Sabbia su cui si balza in fretta" 
sól "sole" 
til "a", "verso" (preposizione + genitivo)
tófa "volpe" (plurale tófur
undarlega "stranamente" 
úr því fer "da quando va", "da quando inizia"   
    fara "andare" 
útilegumenn "banditi", "fuorilegge" 
verður "diventa" 
    verða "divenire" 
við "vicino, presso"; con" (preposizione + accusativo) 
vildi ég gefa "donerei", "dare" 
vill hún "lei vuole" 
    vilja "volere", hún "lei, essa" 
vænsta "volentieri" 
væta "inumidire", "inzuppare" 
   væta blóði "inzuppare col sangue" 
yfir sandinn "sulla sabbia" (tradotto con "sulla strada") 
þaut "saltò su" 
   þjóta "saltar su", "affrettarsi" 
þey! "zitto!" 
þurran góm "il palato secco" (accusativo maschile,
   da þurr "secco", gómur "palato")

Recensione: 

Per apprezzare appieno questo bellissimo brano, è necessario conoscere qualcosa della storia su cui si fonda il testo. Quando l'Islanda fu popolata da coloni giunti dalla Norvegia, col significativo contributo di schiavi importati dall'Irlanda e dalla Scozia, i centri abitati più popolosi si svilupparono nella parte sudoccidentale dell'isola. In particolare, a Þingvellir (lett. "Prati dell'Assemblea", ortografia anglicizzata Thingvellir) si riuniva ogni anno il Parlamento (Alþingi), cuore palpitante delle istituzioni democratiche islandesi. Nonostante la parte settentrionale dell'isola fosse poco favorevole dal punto di vista del clima e delle risorse, vi si trovavano diverse comunità. I loro notabili avevano necessità di raggiungere la sede del Parlamento per discutere le cause: l'isolamento era un lusso che nessuno poteva permettersi. La via più sicura per giungere a destinazione prevedeva un lungo viaggio tramite nave, costeggiando i fiordi. C'era il rischio concreto che ad essere avvantaggiato fosse chi arrivava prima, perché poteva contare su più tempo per trovare sostenitori. Per questo motivo qualcuno ebbe l'ardire di compiere un viaggio molto più breve ma denso di pericoli mortali, che prevedeva di attraversare la parte interna dell'isola servendosi della strada detta Sprengisandur (nei testi delle saghe era conosciuta semplicemente come Sandr "Sabbia" o Sandleið "Strada sabbiosa"). La desolazione era spaventosa: non si trovavano sorgenti e non cresceva nemmeno un filo d'erba, per circa 200 chilometri! Erano terre senza vita, inospitali come Marte. Per questo, si doveva percorrere la via nel più breve tempo possibile. Si procedeva su un carro trainato da un cavallo. Si doveva portare acqua e cibo. Se il cavallo moriva era la fine: si restava abbandonati nel deserto. Fiorivano leggende funeste. Si narrava che nell'area impervia chiamata Ódáðahraun trovassero rifugio numerosi fuorilegge, che avrebbero trovato modo di nascondervi quanto necessario a sopravvivere. Poi c'erano i fantasmi di coloro che avevano fallito la traversata, condannati a rimanere tra le gelide sabbie per l'Eternità. Tale era il terrore che a un certo punto nessuno ebbe più il coraggio di mettersi in viaggio lungo lo Sprengisandur, di cui si finirono col perdere le tracce, anche se non fu mai dimenticato. Oggi è una strada sterrata F26, utilizzata dagli amanti dell'avventura.

In questi tempi degenerati, il Folk è una necessità. Musica di questo tipo è sommamente utile e meritoria, in qualche modo aiuta a contrastare l'Oblio, almeno finché dura in noi un barlume di vita. Se ne può trarre un grande diletto.