sabato 18 luglio 2015


BUBBA HO-TEP - IL RE È QUI

Titolo originale:  Bubba Ho-tep
Paese di produzione:  Stati Uniti
Anno:  2002
Durata:  92 min
Colore:  colore
Audio:  sonoro
Genere:  orrore, commedia
Regia:  Don Coscarelli
Soggetto:  Joe R. Lansdale (racconto)
Sceneggiatura:  Don Coscarelli
Produttore:  Dac Coscarelli, Don Coscarelli
Produttore esecutivo:  Dac Coscarelli
Casa di produzione:  MGM
Distribuzione (Italia):  Dall'Angelo Pictures
Fotografia:  Adam Janeiro
Montaggio:  Scott J. Gill, Donald Milne
Effetti speciali:
   Robert Kurtzman (make-up),
   David Hartman (effetti visivi)
Musiche:  Brian Tyler
Scenografia: Daniel Vecchione
Costumi:  Shelley Kay
Trucco:  Melanie A. Kay
Interpreti e personaggi:
   Bruce Campbell: Elvis Presley / Sebastian Haff
   Ossie Davis: John "Jack" Fitzgerald Kennedy
   Ella Joyce: l'infermiera masturbatrice
   Bob Ivy: Bubba Ho-Tep
   Heidi Marnhout: Callie, figlia di Bull
Doppiatori italiani:
   Sergio Di Stefano: Elvis Presley / Sebastian Haff
   Germano Longo: John "Jack" Fitzgerald Kennedy
   Alessandra Korompay: l'infermiera masturbatrice
Premi:
   Bram Stoker Awards
   Fant-Asia Film Festival
   U.S. Comedy Arts Festival

TRAMA E RECENSIONE:

Un vero e proprio capolavoro, visto nel 2010 al Cineforum Fantafilm del carissimo amico Andrea Jarok.

Elvis Presley non è morto: si trova in un gerontocomio in Texas, dove nessuno conosce la sua vera identità. Tutti credono che si chiami Sebastian Haff e che sia solo un finto Elvis. I retroscena sono questi: Sebastian Haff ed Elvis Presley si sono scambiati le vite con un patto, che avrebbero potuto rescindere in qualsiasi momento. Tuttavia non appena stipulato questo patto, Sebastian Haff è morto all'improvviso, dando origine alla notizia della morte di Elvis, che quindi è stato creduto un impersonatore. Il patto scritto è andato distrutto in un incendio. Elvis, stanco e malato, costretto su una carrozzina, trascorre le sue giornate nell'ospizio assieme a Jack, un afroamericano che si crede JFK scampato all'attentato e trasformato in un uomo di colore. Un'infermiera masturbatrice si prende cura dei genitali del Re in incognito: con la scusa di pulire la corona del glande dallo smegma, sfrega e accarezza il fallo fino a provocare l'erezione e a far tracimare lo sperma, che raccoglie in un fazzolettino. Ovviamente le sequenze del film mostrano solo il volto estasiato di Elvis-Sebastian, ma quanto accade è di un'evidenza sconcertante. All'improvviso qualcosa in questa vita monotona cambia: tutto ha inizio con un'invasione di ripugnanti scarabei stercorari. Quindi diversi anziani ospiti della struttura muoiono in circostanze misteriose. Sui muri delle latrine compaiono geroglifici egizi, che una volta tradotti si rivelano oscenità. In particolare una frase dice "CLEOPATRA FA LA PORCA". Da una serie di ricerce, Elvis e il suo amico nero vengono a scoprire che l'artefice di tutto questo è una mummia rediviva, Bubba Ho-tep, che trasportata in un museo americano si è risvegliata in seguito a un incidente stradale, vagando alla ricerca di anime da divorare. Traendo uno scarso nutrimento dalle anime deperite di poveri anziani, per continuare la sua terrificante condizione di pseudo-vita, il mostro è costretto ad uccidere in continuazione. La tensione cresce. A un certo punto, il Re in sedia a rotelle si accorge che l'infermiera masturbatrice lo vuole privare della volontà e farlo desistere dalla lotta, così quando lei gli si avvicina una volta di più per manipolarlo e fargli uscire lo sperma, lui con fermezza la respinge. Tutto procede verso l'epilogo. Segue un combattimento spettacolare quanto grottesco, con Elvis che riesce ad aver ragione di Bubba Ho-tep urlandogli: "SUCCHIA L'UCCELLO DI ANUBI!" 

Ricordo ancora alcune osservazioni di Andrea Jarok sul film, che è stato realizzato con una spesa di un milione di dollari e che non ha potuto usufruire di nessuna musica di Elvis Presley perché il pagamento dei diritti di autore sarebbe stato incompatibile con il magro budget. Ancor più interessante è stata la discussione sull'origine del nome Bubba Ho-tep: Andrea ci ha parlato del suffisso -hotep che ricorre nel nome di molti Faraoni e che è stato usato anche da Lovecraft per dare origine al nome Nyarlathotep. In realtà non si tratta di un vero e proprio suffisso, ma di una forma verbale ḥtp(.w) il cui significato è "egli è soddisfatto", "egli è in pace", che i Greci hanno adattato alla fonetica della loro lingua trascrivendola come -ophis: il gruppo consonantico -tp- dell'egiziano antico è stato reso con -ph- /ph/, e un'uscita sigmatica -is è stata aggiunta. 

Certo, stando ad alcuni buontemponi, gli argomenti da me trattati avrebbero il potere di far inflaccidire l'uccello persino a Rocco, ma una cosa è sicura: non hanno alcun effetto sull'uccello di Anubi, che è sempre e comunque durissimo - e auguro a tutti i miei detrattori di attaccarsi presto a tale turgida asta. 😀

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