sabato 12 settembre 2015

PALEOSARDO RICOSTRUITO: ANALISI DI ALCUNI RESTI DEL SOSTRATO SOPRAVVISSUTI IN SARDO

Nelle diverse varietà della lingua sarda neolatina sopravvivono ancora oggi numerosi vocaboli preromani, che sono di grande utilità nella ricostruzione della lingua paleosarda. Alleghiamo una lista di voci che sono state recuperate. 

1) ALAUSSA < *ALABUSSA = senape bianca 
     basco: -
     ligure: *alab-, *aleb- 'bianco' < IE *albh-
Un notevole prestito da una lingua paleindoeuropea.

2) ALIKUKKU = ciottoli (coll.)
    basco: -
Con ogni probabilità un composto, il cui primo membro ALI- è l'equivalente nativo di KILI "letto roccioso del ruscello", di origine iberica.

3) ÁPPARA = porro; aglio selvatico
    basco: -
Secondo Pittau avrebbe la stessa radice del latino cappari "cappero", dal greco κάππαρις. Se la cosa fosse confermata, si tratterebbe di un prestito molto antico, con k- dileguato. 

4) ARGÁSA < *ARGÁBASA = pecora a cui è stato ucciso l'agnello
   basco: ardi 'pecora' + gabe 'senza'
Il termine è riportato da Wagner ed è molto diffuso. Evidentemente -GASA significa "privato di" e corrisponde precisamente al basco gabe con l'aggiunta di un formante sigmatico. Da questo termine si forma in sardo neolatino un verbo argasare, che è giunto a significare "uccidere"

5) ARPAU < *ARDIBABU = scorpione; scrofoloso 
    basco: ardi 'pulce' + mamu 'insetto'
Sardo neolatino arpau, aprau. Tradizionalmente i romanisti lo reputano un derivato dal latino arcua:tu(m), ma è stato dimostrato da Roberto Bolognesi che questo non è possibile. Intanto /kw/ avrebbe dato /b/ e non /p/. Poi c'è l'attestazione di aprau nel senso di "scrofoloso"; evidentemente è la stessa parola, ma con una semantica incompatibile con la proposta derivazione latina.

6) ÁRTZANA = gelo, assideramento; nebbia nociva 
    basco: harpa 'crampo, intorpidimento'   
Sardo neolatino arthana, artana "nebbia (nociva)"artanare "addiacciare, intirizzire". La voce paleosarda non va confusa con il suo omofono ÁRTZANA "luogo pietroso", ma potrebbe tuttavia risalire in ultima istanza alla stessa radice, da un originario significato di "rendere rigido come un sasso".

7) ATZOBA  = salice viminale
    basco: atze 'albero' (arc.)
Le varietà di sardo neolatino conservano un gran numero di forme come atzova, attoa, tzova, tzoa, thova, toa, etc. Formato con un suffisso -BA. Le proposte che riconducono questa parola al basco zume "vimini" < *zur-bene "legno stretto" non convincono per motivi fonetici.
Toponomastica: ATZÓBARA = salici (coll.) > Tóvara.

8) AUTZÁRA = clematide
    basco: -
    berbero: aussar, wussar 'vecchio'
Il termine latino senecio "senecione" potrebbe essere un calco di denominazioni tabuistiche molto antiche, dovute alla presenza di un pappo (latino pappus, dall'etrusco papa "nonno"), ossia di un ciuffo di peluria bianca che ricorda la chioma di un vecchio.

9) BARDA, PARDA = zolla
    basco: mardo 'soffice; robusto' (< 'consistente')
Sardo neolatino bardula, bardule, baldile "zolla" e pardula "un tipo di dolce". Al momento non sono stati trovati parallelismi convincenti. Toponomastica: BARDU-NOLI = zolla scura. Il termine pardula è una variante di questa radice. I romanisti credono che questi termini derivino dal latino *quadrula(m), che tra l'altro, come mostrato dal Bolognesi, non può spiegare la /p/ di pardula.  

10) BEKA, IBEKA < *(I)BAIKA = vallata fertile
    basco: ibai, hibai 'fiume'
    iberico: bai- 'fiume' (negli idronimi)
Il termine sardo bega "vallata fertile" è stato ritenuto a lungo un prestito dallo spagnolo o dal catalano. Tuttavia, come giustamente fa notare il Wagner, la cosa non è proprio possibile, essendo questa parola documentata in una pergamena originale risalente ai tempi del Giudice Torchitorio (1107-1129). La presenza di una radice idronimica bai- in Iberia parla contro una ricostruzione *ur-bani con una -n- mediana.

11) BILLURI = cicuta
     basco: belar zuri 'erba bianca'
Questa denominazione è evidentemente un termine tabuistico. Nel sardo neolatino, il vocabolo sopravvive come bidduri, con trasformazione del paleosardo -ll- in un suono cacuminale -dd-. Che la forma basca zuri "bianco" avesse un'antichissima *d-, è provato dall'occorrenza della forma beluri "pallido" accanto a beltzuri id.

12) BITTI = agnellino
    basco: bitin, bitiña 'capretto'
Numerosi sono stati i tentativi dei romanisti di dare un'origine romanza alla parola basca, e nessuno si dimostra convincente. I dati del sardo mostrano che si tratta di un lemma nativo, che è attestato anche col significato di "cerbiatto".

13) GARGA = tana
   GÁRGARA = burroni (coll.)
    basco: -
Wagner riporta il vano tentativo di associare questa voce al basco harpe "grotta", che è invece il parallelo esatto del sardo garroppu "burrone" (vedi KARROPE nel seguito). 

14) GARULEU = crisantemo; polline (< giallo chiaro)
    basco: -
    etrusco: γαρ
ουλεου (*χarule) 'crisantemo' (glossa)
Pittau riporta le forme sarde garuléu, galuréu, galiléu "polline dei fiori", con altre varianti, oltre a ghirielle, chirielle "crisantemo selvatico". Queste parole derivano da un termine deve essere giunto in paloesardo dall'etrusco o da una lingua affine.

15) GOLLEI < *GONLEDEGI = colle; piccolo altopiano
    basco: gora 'alto' (< *goni-la)
Pittau riporta le varianti golléi, olléi, gulléi, ancora vitali nel sardo neolatino. Non può derivare dal latino colle(m) per motivi fonetici. Anche l'idea dei romanisti di ricondurre questa parola al latino colle:giu(m) presenta gravi difficoltà semantiche e fonetiche; tra l'altro l'esito di colle:giu(m) è invece boddeu, coddeu "gruppo di case di pastori". Per contro golléi si trova in campidanese come in nuorese, e con un significato ben preciso. Sarà piuttosto da *GON-LE- "alto" + -*DEGI "luogo"  

16) IRRUSSU = cinghiale
   basco: herauts 'cinghiale'
   aquitano: HERAUS- 'cinghiale'
La rotica della forma paleosarda è forte, mentre in protobasco si ha una rotica semplice. È possibile che un tempo esistesse un nesso consonantico, poi semplificato in modo diverso nelle due lingue. 

17) ISPÉLI = argilla
     basco: istil beltz 'fango nero'
Un composto molto antico, derivato da ISTI "fango" e da MELE "scuro". In origine doveva riferirsi ad argille scure.

18) ISPÉLI = ghianda
    basco: ezpel 'bosso (albero)'
Un composto molto antico, derivato da IS- "albero, legno" e da MELE "scuro". Dal nome di un albero è passato a indicare quello del suo frutto, come spesso accade.  

19) ISTÉL(L)I = piombaggine (erba)
     basco: - Sardo neolatino isteli, ispeli, ispéliu.
Da questa radice si formano i toponimi riportati da Pittau: ISTELÉNNORE, ISTELLAI, ISTELAI, ISTELLATZEI, etc. Le forme con -p- devono essere state formate in epoca romanza per influenza con le due precedenti voci ISPÉLI "ghianda; argilla".

20) ITILE = pozza, luogo acquitrinoso
   basco: itil 'stagno, palude'
In sardo il vocabolo è sopravvissuto e ha subìto una lenizione dell'occlusiva dentale intervocalica, divenendo idíle.

21) ITZOLOBE = strato di neve
    basco: izotz 'ghiaccio'
Pittau riporta l'enigmatica parola sarda tholove "strato di neve sulla campagna". La si può ben spiegare tramite un composto di ITZO "gelo, brina", anche se il secondo membro -LOBE permane al momento oscuro.

22) ITZURPU, ITZORPO = cieco
    basco: itsu 'cieco' 
Sardo neolatino itzurpu, intzurpu, tzurpu, tzorpu, surpu, ciurpu "cieco". Deve essere un antico composto, anche se il secondo membro non mi risulta chiaro. Non è connesso con il latino orbus
 

23) KAK(K)ABARRE = screziato
    basco: kaka 'merda'
Sardo neolatino kakarru, kakabarre "screziato", formazione non romanza. La forma con -b- mediana è evidentemente la più antica.

24) KALA = tana della volpe; formicaio
   basco: -
   ligure: *kala- 'riparo, baia' 
La peculiare semantica di questa voce in Sardegna prova il suo arcaismo. Avendo k- iniziale integra, deve essere un prestito, avvenuto in epoca preromana. 

25) KALANKA = crepaccio; antro 
   basco: -
   ligure: *kalanko-, *kalanka- 'canalone, dirupo'
Da questa parola deriva il toponimo KALANK-OI, ossia Calancoi (Osilo).

26) KARBA = ramo
    basco: karbaza, arbazta, garbasta, arba 'ramo;
        tronco'
    ligure: *karba-, *garba- 'ramo, ramaglia'
Il termine, diffuso su un'ampia area, non è una parola antichissima in basco. A causa dell'iniziale k-, deve essere un prestito medievale da una lingua pirenaica poi scomparsa, che ha dato moltissimi vocaboli immediatamente riconoscibili dalle caratteristiche fonetiche: se questi fossero stati adottati in epoca romana sarebbero stati assimilati in modo sistematico, come è avvenuto con molti prestiti latini (k-g-). Avremo modo di parlare diffusamente di questo argomento in altra occasione. Pittau nota i termini di sostrato sopravvissuti in Spagna e in Occitania, e ne conclude che l'affinità tra il lemma sardo e quello basco non è univoca. Vero, ma in paleosardo si trovano moltissimi prestiti, come del resto in basco: la constatazione di Pittau nihil probat e non confuta la relazione del lessico nativo paleosardo con quello del protobasco.

27) KARKURI = saracchio (un'erba usata per legare
        le viti)
     basco: -
Al momento la parola permane oscurissima.

28) KARROPE = sotto la roccia > burrone
    basco: harpe 'grotta'
Questo vocabolo vive tuttora nella lingua sarda neolatina come karroppu, garroppu, gorroppu "burrone, crepaccio, gola montana".

29) KASSÍBILE = martora
     basco: -
La parola sopravvive nel sardo neolatino nelle seguenti forme: assile, ansile, assaíle, grassibile, grassimile, kassibi, kassíle, issíle, etc. È di certo un antico composto il cui secondo membro è un allomorfo di MELE "scuro".

30) KEIA = buca, fossa
     basco: -
Una parola oscurissima, sulla cui origine è al momento difficile persino fare supposizioni sensate.

31) LÍMBARA = rocce, pietre
   basco: -
Formato con un suffisso collettivo -ARA, la sua radice è verosimilmente imparentata con quella del latino lapis e del greco λέπας.

32) LOLLE, LOLLO = volpe
   basco: -

Sardo neolatino lodde, grodde, con suono cacuminale. Il toponimo Lollove è evidentemente da LOLL-OBI = caverna della volpe. Pittau associa lodde il vocabolo a loddu "sporco": se l'etimologia fosse confermata, si tratterebbe di una denominazione tabuistica. Un antroponimo medievale Lollo, Lollu era particolarmente diffuso.

33) LOLLOI = fiore
     basco: -
Il termine, conservato nel dialetto di Perdasdefogu, non può essere paragonato al basco lili "fiore", che è un prestito dall'occitano lilh "giglio". Esiste in basco anche lirio "giglio", che è un più antico prestito dal latino li:liu(m). Se la voce paleosarda aveva un corrispondente nel protobasco, questo è sparito prima della comparsa dei più antichi documenti in basco, rimpiazzato da lore "fiore", regolarmente derivato dal latino flo:re(m)

34) LURTZI(S), LIRTZIS = serpente d'acqua
     basco: -
Al momento la parola permane oscurissima. 

35) MATTA = albero, pianta 
    basco: - 
Termine di sostrato di ampia diffusione, che si trova anche nella penisola iberica. Non può tuttavia essere uno spagnolismo, trovandosi nella toponomastica con formazioni antiche: MATT-URR-EI, MATT-AL-EO.  

36) MELAKE = scarafaggio, blatta
    basco: beltz 'nero' 
Un termine tabuistico, sopravvissuto nel sardo neolatino melaghe

37) NARBONE = debbio; disboscamento; maggese
   basco: eihar, igar 'secco' < *einaR 
Il secondo membro del composto potrebbe essere ONE, ONI "buono". Il vocabolo è alla base del toponimo Narbona. Da respingersi senza esitazione una derivazione da un fantomatico latino *in arvo:ne(m).

38) NÉNNIRI, NÍNNIRI = germoglio  
    basco: -
In sardo neolatino il termine indica piantine di grano o di orzo appena nate, di significato augurale, cresciute al buio e portate in chiesa in occasione del Giovedì Santo.

39) NÉPIDI = nebbia
    basco: -
    ligure: *nebid- 'nebbia' < IE *nebh-
Sardo neolatino nébide, népide, etc. Non può essere dal latino nebula(m) per via della fonetica e della morfologia.

40) NINIERI = rosa selvatica
     basco: ihintz 'rugiada' 
Chiaramente si tratta di un derivato di NINI "rugiada" con il suffissoide -ERI "luogo" (< "paese"). Blasco Ferrer pensa che si tratti di un appellativo derivato da un toponimo. Non credo che sia necessario: il significato originale del lemma sarà stato "(fiore) del terreno umido".

41) NURRE, NURRI = stalla o recinto di pietre
   basco: ehorz- < *e-nor-z- 'seppellire'
È chiaramente un antico derivato di NUR(R)A "pietra", a cui si rimanda. 

42) NURRILE = erba parassita
   basco: ehorz- < *e-nor-z- 'seppellire'
Il termine indica un'erba che cresce sulle rovine, ed è un altro derivato di NUR(R)A "pietra".

43) OPPO = giusquiamo
    ÓPPORO = giusquiami (coll.) 
    basco: -
Il collettivo è attestato nella toponomastica.

44) OSPO(A) = secco
    basco: -
Riportata da Pittau, questa radice antichissima è tuttora usata come verbo nel sardo neolatino: ospoare "seccare".

45) OSSASSI = betonica glutinosa (lett. erba spessa)
    basco: usi 'denso'

46) SAKKAIA = agnello di un anno
     basco: segaila 'capretto di un anno'
Vani borborigmi sono i tentativi dei romanisti di ricondurre il vocabolo al latino saccu(m) "sacco".

47) SASAIA, SISAIA = scarafaggio fetido
     basco: sats 'sterco'; sits(a) 'tarma' (< *sis-sa)
Sardo neolatino sasaia, sasagia, voci riportate dal Wagner, di cui esiste anche una variante sisagia. I dati del basco farebbero postulare una consonante -SS-, anche se le forme sarde mostrano -s-.

48) SASSOINI < *SASSOGINI = erba da vetri
         (lett. facitore di sale) 
    basco: itsaso 'mare' (< 'acqua salata') + -gin 'facitore'
Sardo neolatino sassoíni, sossoíni, sossóini "erba da vetri (Suaedia fruticosa)". Un caso che mostra come il confronto con il protobasco - e non il ricorso a mere assonanze - sia in grado di rendere trasparenti parole paleosarde.

49) SAURRA < *SABURRA  = rugiada
   basco: -
   ligure: *sab- 'succo' < IE *sab-
La stravagante proposta di Pittau, che ritiene il vocabolo corradicale del latino ro:s 'rugiada' (gen. ro:ris) e del sanscrito rasa- id., è inaccettabile per motivi fonetici. Immaginare non soltanto una metatesi, ma anche lo sviluppo di una vocale -o:- in un dittongo -au- o addirittura in un iato -aú-, è davvero troppo.  

50) SÉSSINI = tipo di giunco (Cyperus longus)
    basco: -
    berbero: sezzerθ 'stelo d'alfa'
Sardo neolatino séssene, séssini "giunco marino". L'etimologia presenta qualche difficoltà, ma in assenza di meglio l'accoglierò.

51) SIMI = canapicchia
    basco: -
Il vocabolo ha formato toponimi come SIMI-ERI "paese della canapicchia", SIMIS e SIMISI, e sopravvive tuttora in Barbagia come simu, riportato da Pittau. Non sono affatto sicuro che la forma sia corradicale di thymu(m).

52) TETTI, TITTIONE = erba spinosa (Smilax) 
   basco: -
Etimologia sconosciuta.

53) TIBANI = corvo
    basco: -
Sardo neolatino (campidanese) krobu tivani, tivani "corvo". L'origine è sconosciuta, non mi sovviene alcun parallelismo.

54) TITONE = colombaccio
    basco: -
    etrusco: tite, titu 'colombaccio'*
    *Attestati come antroponimi, donde latino Titus. Il termine era anche suscettibile di significato fallico (cfr. lat.  titi:nus, titu:nus). 
In sardo neolatino il vocabolo sopravvive come tidone, tidori (per -r- < -n- confronta liori "volpe" < lat. leo:ne(m) con slittamento semantico tabuistico). La connessione con l'etrusco è stata proposta da Pittau. Senza dubbio da scartare la proposta di Blasco Ferrer, che vede in tidori l'antroponimo greco Θεόδωρος.

55) TONERI, TÓNERI = altipiano scistoso
     basco: -
Chiaramente si tratta di un derivato di DONI, TONI "luogo franoso" con il suffissoide -ERI "luogo" (< "paese"). Notare la variante con l'accento retratto. Il vocabolo è tuttora vitale nella lingua sarda (neolatina); si noterà che il plurale romanzo è toneris.

56) TÚBARA = erica (arborea)
      basco: -
Sardo neolatino túvara. È evidente il suffisso collettivo -ARA. Il termine sardo indica anche il tartufo, e in quell'accezione deriva dal latino tu:beru(m): è possibile che due voci distinte nell'origine e nel significato siano diventate omofone. 

57) TUMBU = timo
   basco: -

Da questa radice è stato formato il toponimo TUMB-OI "luogo del timo". Il sinonimo tumu può essere invece regolarmente da lat. thymu(m) con -u- per greco -y-.

58) TZÁKARU, ATZÁKARU = segugio
     basco: zakur 'cane'
In sardo neolatino abbiano giágaru, sgiágaru "segugio", con una consonante sonora che si deve essere prodotta da un'antica sorda, anche se i dettagli di tale sviluppo permangono oscuri. Non è un catalanismo. 

59) TZÁNDARA, ATZÁNDARA = papavero
    basco: and(e)re 'signora'
    aquitano: ANDERE 'signora'
Sardo neolatino attanda, attanna, thanda, thranda, tzanda, tzandza, tz
ándara, tanda, tranda, etc. Evidentemente un termine tabuistico, che ha un preciso parallelo nel provenzale ander "papavero" (< celtico *anderos). Del prefisso TZ- e delle sue varianti parleremo diffusamente in altra occasione.

60) TZAPPU, TZAPPI = cencio
   basco: zapi 'stoffa; panno'
Sardo neolatino tzappulu "cencio", con suffisso diminutivo romanzo. Anche se Blasco Ferrer dubita di questo parallelismo, non porta ragioni fonetiche, ma soltanto culturali. Il raffronto mi pare invece del tutto valido.

61) TZÉPPARA = luogo pietroso
    basco: -
È evidente il suffisso collettivo -ARA, ma la base non è chiara.

62) TZONKA = violetta, mammola     basco: -
Sardo neolatino tzonka, sonka (nuorese). Etimologia sconosciuta.

63) TZONKA, ATZONKA = assiolo, chiù  
    basco: -
Sardo neolatino tzonka, atzonka, antzonka, tonka "assiolo". Il termine deve essere ben distinto dall'omonimo fitonimo.

64) TZONKI, TZÓNKINI = resina
    basco: -
Etimologia sconosciuta.

65) TZONNI(A) = giunco (Juncus acutus)
    basco: zi 'giunco'
Chiaramente una variante apofonica di TZIN(N)IKA "Juncus acutus", con un vocalismo ignoto al protobasco.

66) TZORROMPI(S) = lucertola
    basco: ume zorrotz 'giovane animale aguzzo'
Un termine tabuistico, che svela l'origine di una parola enigmatica. L'iniziale TZ- non andrà quindi interpretata come un prefisso.


67) UDURI = fusto d'albero
     basco: zur 'legno'
Sardo neolatino uduri, duri "fusto d'albero (usato come appenditoio)". Il termine paleosardo aveva un prefisso che ha evitato il passaggio della d- della radice in tz-

68) UKAU = gabbiano
     basco: kaio 'gabbiano'
     etrusco: kavie 'gabbiano'*
     *Attestato come antroponimo
Sardo neolatino ukau, kau, kao, kaone "gabbiano". Non può essere dal latino gavia, che tra l'altro è di origine etrusca. La corrispondente parola basca è un prestito da una lingua pirenaica scomparsa, come mostra la sua inusuale struttura fonetica.

69) UNELE = volpe (lett. cane funesto)
    basco: hor beltz 'cane nero'
Chiaramente un termine tabuistico, con -NELE "nero, scuro" inteso come "funesto", "sciagurato". Anche in basco la corrispondente parola beltz < *belez è usata in un simile modo nella locuzione gezur beltz "calunnia" (lett. "menzogna nera"). Pittau ha il merito di aver reso nota la glossa sarda sa nela "la volpe", vocabolo tuttora in uso a Sindia, e di aver ricostruito UNELE come forma protosarda, riconoscibile nei toponimi TA-UNELE e UNEL-AI. Tuttavia non posso concordare sul suo tentativo di estendere questa forma a tutti i toponimi in cui -NELE significa semplicemente "nero, scuro": non solo non vi è un tal pullulare di volpi nella toponomastica sarda, ma questo -NELE è in genere un chiaro allomorfo di -NULE, -MELE, -MULE, -MALA e via discorrendo, da cui non può essere separato. La forma U-, che corrisponde in modo perfetto al basco (h)or "cane", è un residuo di un'antica parola, poi decaduta nel paleosardo e sostituita da KALU "cane", prestito da una lingua correlata all'etrusco.

70) ÚRTZULA, URTZÚLA = clematide
    basco: ur 'acqua' + -zale 'avido di'
Una definizione tabuistica, che con ogni probabilità allude alle proprietà vescicanti della pianta. Il vocalismo del secondo membro del suffisso deriverà da assimilazione, essendo la forma d'origine *URTZALA.

5 commenti:

user0 ha detto...

 molto interessante. Le voci "liguri" paleo-indoeuropee forse sono da collegare con le influenze poladiane che si riscontrano in Sardegna nel bronzo antico (cultura di Bonnannaro).
Sarebbe interessante anche uno studio sul paleocorso!

Antares666 ha detto...

Benvenuto in questo spazio e grazie dell'intervento! Concordo appieno sulla necessità di uno studio sul paleocorso, anche se temo che purtroppo potrà contare su una mole abbastanza esigua di dati. Conto di riprendere a breve gli studi sul paleosardo e di pubblicare altro materiale.

alberto ha detto...

Buongiorno,
 
qualcosa di interessante c'è, ma le etimologie proposte sono perlopiù fantasiose, occhieggiano agli studi del Pittau (alquanto fantasiosi) e a quelli del Blasco Ferrer (alquanto supponenti). Ove ne abbia interesse potrà trovare migliore soluzione a diversi items proposti, dando un'occhiata a quanto da me scritto e pubblicato, su academia.edu. Senza alcun obbligo, ovviamente, se rimarrà della Sua idea non me ne avrò a male
saluti
alberto

Antares666 ha detto...

Buongiorno,
che la questione del paleosardo sia a dir poco un ginepraio lo si era capito. A me pare plausibile il nucleo di etimologie basche, anche se di certo ci sono strati di diversa origine (indoeuropea e non indoeuropea). Da quanto ho capito un grave problema è l'accesa antipatia che Blasco Ferrer desta in non poche persone, credo a causa del suo carattere difficile. Non lo conosco di persona, so soltanto delle molte polemiche scatenate intorno alla sua figura, nel cui merito non entro. Prometto che ritornerò sull'argomento del paleosardo discutendo in dettaglio le proposte etimologiche che hai presentato su Academia.edu, anche dove non sono d'accordo: di certo meritano attenzione e sono corredate da dati molto interessanti.
Grazie dell'intervento.
Saluti
Marco

alberto ha detto...

 aggiungo un'occhiata anche a paleosardo di wiki, per rendersi conto del vago di pittau  e del quasi nulla a livello di  confronti  di appellativi di blasco