Grandgent riporta quanto segue nel suo manuale Introduzione allo studio del latino volgare:
417. I verbi struĕre, trahĕre, vehĕre si foggiarono le forme infinitive *strúgere, trágere, végere (tragere e vegere sono usate da Fredegario, Haag, 34) e un'intera flessione del presente e dell'imperfetto con -g-, come *trago, *tragam, *tragēbam. La gutturale derivò dal perfetto indicativo e dal participio perfetto - struxi structus, traxi tractus, vexi vectus - sull'analogia di ago actus, figo fixi, lego lectus, rego rectus, tego tectus, e anche fingo finxi fictus, tango tactus, e probabilmente cingo cinxi cinctus, jungo junxi junctus, pango panxi panctus, plango planxi planctus, ungo unxi unctus, ecc. Si può supporre siano esistiti anche *strúcere, *trácere, *vécere, fondati sull'analogia di dico dixi dictus, duco duxi ductus.
Cfr. Substrate, VI, 131.
Cfr. Substrate, VI, 131.
Come possiamo vedere, l'accademico attribuisce queste strane forme con -g- intervocalica all'azione dell'analogia. Una spiegazione che tuttavia non sembra del tutto convincente. Vediamo che due dei verbi in questione, trahere, vehere (quelli che hanno -h-), derivano da forme antiche con una consonante aspirata sonora -*gh-, come ben dimostrato dai loro paralleli in altre lingue indoeuropee.
Per la radice *weg'h- ci sono numerosissimi derivati, dato che è una delle radici indoeuropee più antiche, note e testimoniate, presente tanto in Occidente quanto in Oriente.
Per *trag(')h- si hanno queste forme celtiche:
gallico *trageds "piede", gen. *tragetos
gallico *trageds "piede", gen. *tragetos
neogallico (Glossario di Vienne) treide "piede"
< *tragete(s)1
antico irlandese traig "piede" (< *tragets), gen.
traiged (< *tragetos)
gallese traed "piedi" (< du. *tragete, pl.
*tragetes)
gallico *vertragos "(cane) dalla zampa veloce",
preso a prestito in latino come vertragus,
donde italiano antico veltro.
gallico *trogion "sentiero", che ha dato esiti
romanzi.
antico irlandese tráig "bassa marea" < *tra:gi-;
antico irlandese tethraig "egli fuggì" < *tetrage.
1La forma duale o quella plurale sono passate a indicare il singolare.
< *tragete(s)1
antico irlandese traig "piede" (< *tragets), gen.
traiged (< *tragetos)
gallese traed "piedi" (< du. *tragete, pl.
*tragetes)
gallico *vertragos "(cane) dalla zampa veloce",
preso a prestito in latino come vertragus,
donde italiano antico veltro.
gallico *trogion "sentiero", che ha dato esiti
romanzi.
antico irlandese tráig "bassa marea" < *tra:gi-;
antico irlandese tethraig "egli fuggì" < *tetrage.
1La forma duale o quella plurale sono passate a indicare il singolare.
Da una variante *dhrag(')h- derivano le forme germaniche, come il norreno draga. La provenienza ultima della radice è sconosciuta.
L'esito di questa consonante antica tendeva a sparire, tanto che ci viene detto dai grammatici che traho si pronunciava trao.
In struo non si trova traccia dell'antica -h- neanche nell'ortografia, e dall'etimologia risulta che la forma originaria fosse invece *strew-, *strow-, senza alcuna -*gh-. È tuttavia possibile che in epoca più antica ci fosse un suono aspirato di altra natura, come ipotizzato dalla teoria delle laringali, e che il suo scontro con suffissi consonantici abbia generato le forme struxi, structum e derivati (es. structura).
Secondo i sostenitori della pronuncia ecclesiastica ab aeterno, le forme con -g- che alcune lingue romanze presuppongono, avrebbero dovuto sempre avere forme palatali davanti a desinenze in -e- e in -i-. Ovviamente i nostri avversari non possono spiegare come forme tanto lontane da quelle corrette si siano potute formare senza destare ripugnanza all'orecchio dei parlanti. Dovremmo ad esempio postulare /*'tradʒit/ per /'tra(h)it/, cosa del tutto insostanziale.
Invece è ben possibile che nell'epoca in cui l'antico suono indeoeuropeo era diventato una fricativa ɣ sonora, prima che diventasse una sorda h e quindi finisse col dileguarsi, alcuni parlanti lo abbiano riprodotto in modo difettoso come g, finendo col dare origine ai paradigmi volgari di cui parla Grandgent per vehere e trahere. Se così fosse, si potrebbe parlare di analogia soltanto in struere, in cui la consonante sarebbe stata aggiunta per ipercorrettismo. Queste forme devianti si sarebbero conservate come brace sotto la cenere, finendo poi col riemergere in epoca successiva, quando l'autorità dei grammatici e della scuola si era molto affievolita a causa del generale declino dell'Impero.
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