Biologo, studioso di entomologia, il professor Giuseppe Camerini ci ha gentilmente concesso la seguente intervista.
1) Professore, gli escrementi sono, insieme alla morte, il grande tabù dell'umanità contemporanea. Eppure ciascuno di noi, uomo o donna che sia, ne produce ogni giorno. Sul pianeta terra vivono più di sei miliardi di persone. A quanto stima che ammonti il quantitativo di feci prodotto quotidianamente da questa enorme massa di individui?
Se mi permette parto dalla sua prima considerazione, prima di arrivare a quantificare la massa di escrementi prodotti sulla terra. Mi riferisco a quanto afferma a proposito dello sterco come tabù. Non a caso lei accosta morte ed escrementi. Certamente questi due attributi che tanta paura evocano nella mente umana sono parte integrante della vita. Gli escrementi sono il sottoprodotto del metabolismo catabolico, sono - in quanto prodotto metabolico - un veicolo di trasformazione. Negli escrementi c’è la parte di noi che di continuo abbandoniamo fino a quando siamo vivi, prima di abbandonare alla natura per intero il nostro corpo. Negli escrementi lei trova non solo la parte di mondo che passa attraverso il nostro corpo senza essere digerito o assimilato, ma anche la frazione di rifiuto di noi stessi, ciò che è stato nostro e che diventa - o meglio ritorna ad essere - parte del cosmo che ci circonda. E poi ci sono aliquote di ciò che di alieno il nostro corpo possiede, pensi ad esempio ai batteri simbionti o commensali del nostro intestino. Comunque, tornando alla seconda parte della domanda, va detto che, sì, ormai sulla Terra siamo oltre 7 miliardi di esseri umani, che ovviamente producono in via continuativa una certa quantità di feci: diciamo che si può stimare cautelativamente in 200 grammi/giorno la quantità di escrementi prodotti, per un equivalente di 1.400.000 tonnellate/giorno di sterco umano.
2) Che fine fanno le feci umane? Qual è il loro destino all'interno della biosfera? Che ne è stato delle feci prodotte dagli Etruschi e dagli antichi Romani?
Il destino delle feci umane non è diverso da quello degli escrementi degli altri animali e, più in generale, dei cascami che derivano da tutti gli altri organismi viventi. La degradazione biologica e la mineralizzazione, ovvero la riconversione della sostanza organica al mondo minerale, trasforma le feci in composti semplici, come anidride carbonica, acqua, sali minerali. Questi composti riavviano la catena alimentare quando vengono assorbiti dai vegetali autotrofi capaci di fotosintesi. Quanto alle feci dei Romani e degli Etruschi, direi che ne potrebbe trovare traccia nell’adipe di un orso bianco al Polo nord o nella corteccia di un notofago di una foresta cilena. Quello che voglio dire è che la materia sulla Terra è in continua circolazione attraverso i suoi elementi: acqua, aria suolo.
3) Se la biosfera è un sistema che ricicla gli stessi elementi, i componenti chimici elementari del cibo di cui ci nutriamo (frutta, verdura, carni di animali) derivano da un ciclo di trasformazione della materia di cui le feci prodotte dai nostri antenati sono parte integrante?
Certo, ciò che resta dei rifiuti organici è trasferito nello spazio e nel tempo in un percorso di rigenerazione che non conosce sosta: “mors tua vita mea” dicevano i latini. Non c’è nulla di più effimero degli escrementi, eppure la vita non ne può prescindere; d’altra parte la vita è mutamento continuo, incessante: eccezion fatta per i luoghi estremi ove le temperature sono prossime allo zero, lo sterco è rapidamente colonizzato dai decompositori. E’ esso stesso materia, inoculato di organismi degradatori: gli escrementi “vengono alla luce” già intrisi dei germi che se ne cibano, poi intervengono organismi di taglia maggiore. Questi ultimi sono attirati in maniera potente dalle molecole che dallo sterco si liberano nell’aria.
4) L'uomo per poter vivere deve mangiare. Il nostro corpo è una macchina che va alimentata con regolarità. Essa, tuttavia, per poter funzionare deve anche espellere gli "scarti della lavorazione". Da cosa sono costituite esattamente le feci umane e a cosa è dovuta la loro caratteristica maleodoranza?
Le feci umane, come già ricordato, sono costituite da scarti del cibo non assimilato, ma anche da batteri (in gran parte morti) che sono il risultato della crescita continua della comunità batterica simbionte che popola il nostro intestino. La maleodoranza si deve alla presenza di composti organici volatili (aldeidi, mercaptani…) che si formano prevalentemente nell’intestino crasso, per effetto dei batteri, che trasformano le sostanze organiche di cui le feci sono ricche.
5) Non si dà vita senza defecazione. Quello tra vita ed escrementi è un rapporto talmente stretto che le due cose talvolta sembrano quasi coincidere. Qual è la quantità di feci prodotta da un essere umano nell'arco di una vita media?
Una persona di 60 Kg che vivesse 70 anni produrrebbe circa 5.000 kg di escrementi, una quantità equivalente a quasi 100 volte il suo peso.
6) L'uomo è, a conti fatti, un organismo digestore?
Gli esseri viventi sono dei reattori biochimici straordinari; al loro interno sono attivi centinaia e centinaia di enzimi, tra i quali certamente quelli digestivi, quindi la sua non è un’affermazione paradossale…
7) Qual è il ruolo degli escrementi nell'ecosistema? Considerato che tutte le creature defecano, è lecito affermare che la produzione escrementizia sia il tratto più caratteristico della vita animale?
Gli escrementi come tali non svolgono una funzione, sono parte della funzione generale della vita, vale a dire la rigenerazione. Tutto ciò che è vivente tende a rigenerarsi. L’attributo principale dei viventi è la capacità di riprodursi, processo che è possibile per effetto di altri attributi peculiari dei viventi: la nascita, la crescita, la capacità di adattarsi all’ambiente, la necessità di assumere energia sotto forma di cibo. Gli escrementi rappresentano un veicolo che determina un flusso continuo di materia ed energia per rigenerare l’ecosistema, sono parte integrante di quello che è stato definito il cerchio della vita: il continuo ricircolo fra mondo minerale e biologico degli elementi vitali che unitamente al flusso unidirezionale della radiazione solare sostiene la vita. Pertanto la produzione di escrementi e altri prodotti di rifiuto è uno dei tratti caratteristici della vita animale, ma anche uno dei tratti fondamentali del ciclo biogeochimico degli elementi della vita (carbonio, azoto, fosforo, zolfo etc.).
8) Lo smaltimento degli escrementi nelle megalopoli pone problemi non lievi. Quant'è elevato il rischio di una contaminazione da colibatteri fecali negli acquedotti e nelle falde acquifere?
L’addensamento degli esseri umani in spazi ristretti pone sempre problemi di carattere igienico e sanitario; in particolare, la trasmissione di agenti infettivi risulta facilitata dal notevole grado di promiscuità tra i viventi stessi. E’ un problema più generale, che riguarda tutti gli esseri viventi; uno dei compiti principali delle api operaie che presidiano l’alveare è la rapida eliminazione (intesa come rimozione dalla colonia) di individui morti che possono essere focolaio di malattie infettive. Nel caso degli escrementi, essi possono veicolare le cosiddette infezioni a trasmissione oro-fecale: colera, salmonellosi, enterocoliti. Quando la rete distributiva delle acque potabili e quella fognaria non sono in contatto e non viene utilizzata acqua di scarico per l’irrigazione di verdure da consumare fresche, il rischio di contaminazione è molto basso, se nel contempo sono rispettate le norme igieniche elementari (pulizia periodica del corpo, pulizia delle mani dopo atto fisiologico, pulizia delle mani prima dei pasti etc.).
9) In talune aree particolarmente disagiate nonché densamente popolate del pianeta (penso alle baraccopoli di Nairobi) le fogne sono a cielo aperto. Quali pericoli comporta per i residenti tali situazione?
In questo caso il rischio di contaminazione è elevato perché la mancanza di un sistema di collettamento e trasporto sotterraneo delle acque nere espone facilmente le persone ad una contaminazione diretta e mette a rischio le riserve di acqua per uso potabile, con effetti devastanti. Una delle principali cause di mortalità infantile nei Paesi più poveri è data dalle diarree conseguenti a infezioni enteriche. L’effetto di queste diarree è quello di disidratare gravemente l’organismo dei bambini, con effetti anche letali.
10) Quali insetti sono attirati dalle feci umane? Tali insetti si nutrono attivamente di feci o si limitano a deporvi le uova?
Principalmente Ditteri Brachiceri, mosche per usare un termine più… divulgativo, ma anche Coleotteri. Non tutte le mosche, ovviamente, ma un buon numero di specie può nutrirsi degli escrementi, altre si limitano a deporre le loro uova, e gli escrementi saranno il pabulum [nutrimento, ndr] per le larve, altre ancora si nutrono di escrementi e vi ovidepongono.
11) Le mosche che si posano sulle feci sono le stesse che depongono le uova sugli orifizi dei cadaveri? O si tratta di specie diverse?
Esistono mosche capaci di colonizzare allo stato larvale sia i cadaveri animali che gli escrementi, come ad esempio i Ditteri Calliforidi. La fauna che colonizza i cadaveri comprende sia specie più strettamente carnivore che specie più generaliste, in grado di sfruttare sia la carne in decomposizione che gli escrementi.
12) Insetti a parte, esistono animali coprofagi?
Sì, esistono animali almeno in parte coprofagi: il capovaccaio, ad esempio, un piccolo avvoltoio un tempo diffuso anche in diverse regioni italiane (e oggi specie minacciata di estinzione) ha abitudini anche coprofaghe. Non a caso era venerato dagli antichi Egizi, tanto da costituire un simbolo geroglifico; in questo caso la protezione che si accordava a questo animale era giustificata dal prezioso ruolo di spazzino che esso svolgeva, oltre alla venerazione che gli Egizi tendevano a dirigere verso quegli animali (come gli stessi scarabei stercorari) capaci del miracolo biologico di rendere appetibile alla vita un prodotto di scarto della vita, vale a dire l’escremento.
La coprofagia è abbastanza comune tra i Roditori e i Lagomorfi (es. coniglio selvatico), anche se, come nel caso del capo vaccaio, non rappresenta l’abitudine alimentare prevalente.
La coprofagia è abbastanza comune tra i Roditori e i Lagomorfi (es. coniglio selvatico), anche se, come nel caso del capo vaccaio, non rappresenta l’abitudine alimentare prevalente.
13) Vi è chi sostiene che i gas intestinali dei bovini contribuiscano all'effetto serra. Può dirsi altrettanto delle flatulenze prodotte da sette miliardi di esseri umani?
I gas intestinali contengono metano, molecola clima-alterante, ma è ragionevole ritenere che la quantità di biogas (contenente metano) liberata dagli organismi viventi abbia un effetto sul clima (in termini di incremento dell’effetto serra) trascurabile rispetto all’abnorme quantità di anidride carbonica emessa dalle attività umane per effetto del consumo di combustibili fossili.
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