mercoledì 12 aprile 2017

LA LINGUA LUSITANA

I Lusitani erano un popolo di lingua indoeuropea non celtica, stanziato nel territorio dell'attuale Portogallo e dell'Estremadura. La lingua lusitana era parlata anche dai vicini Vettoni e da qualche altra tribù. È attestata in modo frammentario da alcune interessantissime iscrizioni e da un cospicuo patrimonio onomastico (antroponimi e teonimi) incorporato in iscrizioni in latino. Aveva caratteristiche fonetiche che la rendevano più vicina alle lingue italiche che al celtico, tra cui la presenza del fonema /f/, che in almeno un caso deriva dall'aspirata indoeuropea /bh/. Per fare un esempio, conservava il fonema indoeuropeo /p/: questo tratto è una prova evidente del carattere non celtico, nonostante la presenza di prestiti da lingue celtiche finitime. Ovviamente sono numerosi i dementi nel mondo accademico anglosassone che si orientano verso la definizione del lusitano come lingua celtica, a dispetto di ogni evidenza. "Deve essere celtico, di riffa o di raffa", sembra essere il loro motto.

Le cose sono a mio avviso più semplici di quanto le facciano gli accademici: la lingua lusitana apparteneva alla varietà delle lingue dei Liguri. I Liguri erano attestati nella penisola iberica, nella regione pirenaica e altrove: tra le altre cose esisteva un bacino idrico chiamato Lacus Ligustinus dai Romani, che si trovava nella Turdetania. Se a qualcuno dà fastidio usare la denominazione "Liguri" per un'area più estesa della Liguria storica, dirò e ribadirò che è a mio avviso pienamente legittimo definire "liguri" le lingue indoeuropee dei popoli pre-celtici della Gallia Narbonese e dell'Iberia che avevano le vocali /a/ e /o/ distinte. Valgano i due esempi seguenti: 

Lusitano BORMANICO:
     è attestata la radice borm-, ad esempio nell'idronimo ligure Bormida

Lusitano VEAMINICORI:
     sono attestati i Liguri Veamini: dato l'aspetto assai peculiare della parola, è ben difficile credere che possa trattarsi di una coincidenza.

Le iscrizioni in lingua lusitana a noi note sono attualmente sei, più un certo numero di testi ibridi, ma è ben possibile che saranno scoperte altre testimonianze. Alcune sono trattate da Václav Blažek (Università Masaryk di Brno) e da Krzysztof Tomasz Witczak (Università di Łódź, Polonia) in lavori pubblicati nel Web, soprattutto su Academia.edu, liberamente consultabili e scaricabili.




A questo punto riporto i testi noti con relativa interpretazione. Non va taciuto che la traduzione di questi documenti è tutt'altro che semplice e che tra gli esperti non vi è affatto concordia. Certi lemmi sono autentiche cruces che hanno dato origine a controversie profonde. Ad esempio, Blanca María Prósper (Università di Salamanca) contrasta spesso con Witczak e con Blažek, ma soltanto alcune delle sue innovazioni mi paiono verosimili. Cerco di raccogliere il meglio di quanto è stato proposto e di giustificare le scelte fatte. Nei testi riportati le lettere ricostruite sono comprese tra le parentesi quadre []. Uso il trattino (-) per indicare dove le parole vanno a capo, anche se è ovvio che tale segno all'epoca in cui queste testimonianze furono scritte non esisteva. In diversi casi esistono controversie relative alla ricostruzione e alla lettura di certi caratteri: ho adottato la lettura che mi è parsa più logica e coerente.

1) Iscrizione di Arroyo de la Luz (in precedenza Arroyo del Puerco) I e II: 

AMBATVS
SCRIPSI
CARLAE PRAISOM 
SECIAS . ERBA . MVITIE-
AS
. ARIMO . PRAESO-
NDO . SINGEIE[T]O
INI . AVA[M] . INDI . VEA-
VN . INDI . [V]EDAGA-
ROM . TEVCAECOM
INDI . NVRIM . I[NDI] 
VDE[N]EC . RVRSE[N]CO
AMPILVA
INDI ..
LOEMINA . INDI . ENV
PETANIM . INDI . AR-
IMOM . SINTAMO-
M . INDI . TEVCOM
SINTAMO[M]

"(Io), Ambato, ho scritto*:  in Carula il trattato di amicizia o reciprocità tramite il nobile delegato sia votato in presenza dell'anziana e delle giovani donne, delle spose dei figli e della moglie, e all'esterno in aggiunta delle serve e delle vergini, e senza impeto e del nobiluomo più anziano e del discendente più anziano."
*Introduzione in latino del testo lusitano, conservato come reliquia.
Ho recuperato parte della traduzione di Witczak, ma eliminando le incoerenze che hanno portato Blanca Pr
ósper a proposte alquanto discutibili (vedi nel seguito).

2) Iscrizione di Arroyo de la Luz III:

ISAICCID . RVETI . [
PVPPID . CARLAE . EN-
ETOM . INDI .
NA.[
...CE . IOM .

"Per di qui corre ciò che corrisponde all'entrata per Carla e..."Da quanto sono riuscito a trovare nel Web, sembra che Blanca Prósper abbia dato diverse interpretazioni di questo testo, di cui una simile a quella da me proposta. Mi pare migliore di quella traballante e fumosa fornita da Witczak e da altri, che interpretava ISAICCID come antroponimo, "da *Isaiccis".

3) Iscrizione di Lamas de Moledo:

RVFINVS . ET
TIRO SCRIP-
SERVNT
VEAM(I)NICORI
DOENTI ANGOM
LAMATIGOM
CROVGEAI
MAGA-
REAICOI . PETRANIOI . R-
ADOM . PORGOM IOVEA(I)
CAELOBRIGOI

"Rufino e Tirone hanno scritto*: il popolo dei Veamini offre un agnello da Lamas al dio Crougias Magareaicos Petranios e anche un maiale al dio Ioveas Caelobrigos."
N.B. Alcuni leggono PETRAVIOS anziché PETRANIOS.
*Introduzione in latino del testo lusitano, conservato come reliquia. 

4) Iscrizione di Cabeço de Frágoas: 

OILAM . TREBOPALA .
INDI . PORCOM . LAEBO .
COMAIAM . ICCONA
. LOIM-
INNA . OILAM . VSSEAM .
TREBARVNE . INDI . TAVROM
IFADEM ...
REVE . [T]RE ...

"Una pecora per Trebopala (Pietra del Villaggio) e un porco ai Lari, una (scrofa) gravida per Iccona Loiminna (Dea Cavalla Vergine), una pecora di un anno a Trebarune (Segreto del Villaggio) e un toro da monta a Giove..."

5) Iscrizione di Arronches (aka iscrizione di Ribeira de Venda): 

[- - - - - -] AM . OILAM . ERBAM [---]
HARASE . OILA . X . BROENEIAE . H[------]
[....]OILA . X . REVE AHARACVI . TAV[---]
IFATE . X . BANDI HARACVI AV[---]
MVNITIE CARIA CANTIBIDONE•[--
APINVS . VENDICVS . ERIACAINV[S]
OVGVI[-]ANI
ICCINVI . PANDITI . ATTEDIA . M . TR
PVMPI . CANTI . AILATIO

"... una pecora scura ... a Harase pecore dieci a Broeneia ... pecore dieci a Giove Aharacus, tori da monta dieci a Marte Haracus ... al monte Caria Cantibidone (Roccia dai Cento Canali), Apinus Vendicus Eriacainus ... a Iccinus (Dio Cavallo) per Attedia (figlio di) Panditus, M. Tr. cinquecento per Aelatius"
Alcuni antroponimi come Eriacainus (< eri- "molto" + a:cu- "veloce") e Attedia sono tipicamente celtici e presentano caratteri incompatibili con la lingua nativa.

6) Iscrizione di Viseu: 

DEIBABOR
IGO
DEIBOBOR
VISSAIEIGO-
BOR
ALBINVS
CHAEREAE
F
V S L M

"Alle Dee e agli Dei Vissaeigi (Sapienti), Albinus figlio di Chaera, V(otum) S(olvit) L(ibens) M(erito)."
La parte finale è in latino.

Analisi dei lemmi delle iscrizioni:

AMPILVA "serve" (acc. pl.)
La protoforma deve essere *ambhi-kwel-wa:-ns, essendosi l'uscita in -ns dell'acc. pl. dileguata in lusitano. Il termine corrisponde al latino ancilla, con la sola differenza del suffisso -VA.

ANGOM "agnello" (acc.)
Deriva da *agwno-, con metatesi avvenuta dopo la delabializzazione dell'occlusiva labiovelare. Il parente latino di questa parola è chiaramente agnus.

ARIMO "tramite il nobile" (strum.)
ARIMOM "il nobile" (acc.) 
Si trovano paralleli in indoario (sanscrito arya- "signore", a:rya- "ariano") e in celtico (es. antico irlandese aire, gen. airech "principe"; antroponimo gallico Ariomanus; leponzio ARIVONEPOS "ai nobili").

AVAM "anziana" (acc.)
Cfr. latino ava "nonna".

BANDI "a Marte" (dat.)
Teonimo attestato con numerose varianti, es. BANDVA, BANDVAE, BANDE (dat.). Il carattere guerresco della divinità è confermato dall'iscrizione DEO VEXILLOR(VM) MARTIS SOCIO BANDVAE, ma ovviamente questo per la Prósper non rileva. Sembra che in alcuni casi lo stesso epiteto sia attribuito a una divinità femminile, con ogni probabilità l'equivalente lusitano di Eris. L'etimologia è molto discussa, anche se a me pare abbastanza chiara la sua vicinanza al proto-germanico *banēn "uccisore" (IE *bhen-, secondo altri *gwhen-

CANTI "cento"
CANTIBIDONE "Cento Canali" (dat.)
L'esito del numerale IE è molto simile a quello riscontrato in celtico. In altre iscrizioni ricorre la forma BOREA CANTIBIDONIESI, dove BOREA (attestato altrove come BORA) significa "montagna" < *gwer-, cfr. sanscrito giri- "montagna".

CARLAE "a Carula" (loc.)
CARIA "a Caria" (dat.)
Il toponimo lusitano trascritto in latino come Carula è derivato, come l'oronimo/teonimo Caria, dalla radice pre-IE *kar- "pietra, roccia", che si trova nella glossa ligure caris, cararis "nomen saxi" e nel basco harri "pietra".

COMAIAM "scrofa gravida" (acc.) 
Si trova una splendida corrispondenza nell'umbro si(f) gomiaf "scrofe gravide" (lat. sues gravidas).

DEIBABOR "alle Dee" (dat. pl.)   
DEIBOBOR "agli Dei" (dat. pl.)
A causa del loro aspetto fonetico, si capisce che queste parole sono di origine celtica. Si noti la desinenza del dativo plurale in -bor (rotacismo da un precedente -*bos < IE -*bhos), in luogo dell'usuale -bo, il che fa pensare a una certa molteplicità di forme locali.

DOENTI "essi hanno offerto" (lett. "hanno posto") 
Dalla radice IE *dhe:- "porre". La radice IE *do:- "dare" avrebbe con ogni probabilità dato un esito in r-.

ENETOM "entrata" 
Un composto di EN- "in" e di un derivato di IE *ei- "andare". Quasi identico al latino initus e initium.

ENV PETANIM "senza impeto"  
Inaccettabile il tentativo di Witczak di ricondurre la parola PETANIM alla radice IE *poti- "signore", "potere", che non conosce in alcun caso l'apofonia con -e-. Blažek riporta l'etimologia di Witczak, ma fa notare la sua improbabilità. Blanca Prósper se ne esce con un assurdo accostamento a un lemma venetico, ECVPETARIS "tomba, monumento" (e varianti; < *ekwo-t- "cavaliere" + *petaris "lapide, pietra"), che non c'entra assolutamente nulla. L'unica possibilità è accettare l'interpretazione ENV "senza" e  ricondurre PETANIM a IE *pet-, che troviamo anche nel latino petere "andare contro", petulans "aggressivo".

ERBA "o"
Paralleli nelle lingue baltiche evidenziati da Blažek. Inaccettabile la proposta di Blanca Pr
ósper di vedervi un verbo. Se il lusitano conserva -d, a maggior ragione conserverà la desinenza di III persona sing. secondaria dei verbi, che in italico si è mutata in -d. Evidentemente la somiglianza con l'aggettivo ERBAM "scura" (acc.) è solo casuale.

ICCONA "per la Dea Cavalla"
ICCINVI "al Dio Cavallo" (dat.)
Sono teonimi derivati da IE *ek'wo- "cavallo", che dà come esito in lusitano anche EQV- (vedi EQVEVNVBO). Simili forme si trovano anche in gallico. 

IFADEM "da monta" (acc.)  
IFATE "da monta" (acc. pl.) 
Resto dell'idea tradizionale di una derivazione di questo lemma da IE *eibh- "copulare". Trovo insostanziali le obiezioni della Prósper, che ha elaborato una diversa e contorta etimologia, convincendo a quanto pare anche Francisco Villar.

INDI "e" 
Ottimi paralleli in germanico e in sanscrito, senza dimenticare le forme latine inde "di là; quindi", unde "da dove". La forma portoghese ainda "ancora", irriducibile al latino volgare, ha senza dubbio origini lusitane, pre-celtiche.

INI "davanti a, in presenza di, con" (+ accusativo) 
Semplicemente deriva da IE *eni "in": la prima vocale è divenuta i- per influsso della seconda, come in molte altre lingue IE. Nei composti si trova invece EN- (vedi ENETOM).
Assolutamente insensata l'idea di Witczak di attribuire questo lemma a IE *win- "senza": in lusitano sappiamo ormai che IE /w/ non si dilegua in inizio parola, ma soltanto in posizione mediana e in modo non sistematico.
Assurda l'idea di Blanca Prósper, che non sapendo spiegare questo INI lo ritiene un errore per INDI "e". La mia traduzione annulla la principale obiezione posta dalla stessa Prósper al carattere dell'iscrizione e di conseguenza a numerose etimologie di Witczak.

ISAICCID "per di qui" (abl.)
Una forma pronominale bizzarra, che presenta tuttavia paralleli solidi nelle lingue italiche, come evidenziato dalla Prósper, la cui proposta accolgo senz'altro.

LAEBO "ai Lari" (dat. pl.) 
Deriva da un più antico *la:sebo(s), come latino La:ribus. È sorprendente trovare questa forma in un'area tanto lontana dall'Italia, dato che è verosimile la sua origine etrusca. Questo può soltanto confermare che la lingua dei Lusitani si è espansa a partire dalla nostra Penisola in epoca non troppo remota. Esiste anche la forma LAEPO, che conferma la lettura con -AE- e confuta coloro che propongono di leggere *LABBO. 

LAMATIGOM "di Lamas" (agg. acc.)
La forma di sostrato la:ma "stagno, acquitrino", attestata in latino, si ritrova massicciamente in Etruria e in Iberia. Questo lemma sarà discusso in modo approfondito in altra sede.  

LOEMINA "vergini" (acc. pl.) 
LOIMINNA "Vergine" (dat.) 
Anche se obtorto collo, accolgo l'accostamento di LOEMINA e LOIMINNA con il teonimo prussiano Laime, tradotto come "Virgen" e attribuito anche alla Madonna. Non è possibile invece accettare la traduzione eseguita da Villar, che faceva derivare LOIMINNA dalla stessa radice del latino lu:men, che è però da *louk-s-men e che non è un parallelo possibile per il lemma lusitano.

MVITIEAS "di reciprocità" (gen.)
Stessa etimologia del latino mu:tuus < *moitwos.

MVNITIE "al monte" (dat.)
Stessa etimologia del latino mo:ns, gen. montis "monte". Paralleli si trovano anche in celtico (es. gallese mynydd "monte" < *monijo-).

NVRIM "donna" (acc.)
Blanca Prósper ricostruisce un improbabile *newṛyom, a cui attribuisce il signifiato di "campo nuovo". Questo perché si è sentita offesa e mortificata nelle sue convinzioni femministe a causa della traduzione di Witczak. Politica e ideologia devono stare fuori dalla Scienza. Witczak e Blažek connettono questo lemma al sancrito na:ri:- "donna" < IE *(H2)no:ri:-, cosa che trovo del tutto ragionevole. 

OILAM "pecora" (acc.)  OILAM ERBAM "pecora scura" (acc.)  OILAM VSSEAM "pecora di un anno" (acc.) 
OILA X "pecore dieci" (acc. pl.)
La protoforma dello zoonimo è *owila-, che ha la stessa radice del latino ovis. Si noti la scomparsa di /w/ intervocalica. L'aggettivo ERBAM ha la stessa origine del proto-germanico *irpaz "marrone; scuro". L'aggettivo VSSEAM viene da un grado ridotto di IE *wet- "anno", con l'aggiunta di un suffisso sigmatico. 

PORCOM, PORGOM "porco" (acc.) 
Concorda con la forma latina, mentre si distacca dal celtico, che non ha /p/ (es. antico irlandese orc "maialino").

PRAISOM "trattato, patto"
PRAESONDO "delegato" (dat.)
La Prósper rinfaccia a Witczak una contraddizione dell'ipotesi del dileguo di -s- intervocalica esibendo queste forme, che l'autore confronta con un composto sancrito pra- "innanzi" + eṣa- "affrettarsi, corsa". Il punto è che PRAISOM viene più semplicemente da un precedente PRAIDTOM, simile al latino praeditum "posto innanzi"

PVMPI "cinque" 
L'evoluzione del numerale IE presenta esiti affini all'italico e al celtico (es. osco pompe, gallese pump "cinque")

PVPPID "qualsiasi"
Notevole forma pronominale, che risale a un IE *kwodkwid. In sanscrito esiste un esito simile della stessa protoforma IE: kaccit.

RADOM "quindi"
Una particella formata con lo stesso suffisso del latino etiamdum "ancora", interdum "a volte", nondum "non ancora", che corrisponde al suffisso greco -δόν in μοναδόν "soltanto; da solo" e in altre forme. Per quanto riguarda la base, Blažek evidenzia paralleli in greco e in baltico.

REVE "a Giove" (dat.) 
Deriva da *dyew-, con rotacismo iniziale. Sono attestate le varianti REVVE e REO (dat.). Rigetto senza dubbio l'ipotesi avanzata dalla Prósper, che attribuisce a questo teonimo la stessa etimologia del latino ri:vus "fiume".

RVETI "corre" (III pers. s.)
Il corrispondente latino è ruit "si affretta, corre".

RVRSENCO "di seguito" (avv.)
Il suffisso è restaurato come -ENCO, anche se recentemente è stata proposta una lettura RVRSEAICO, fondata con ogni probabilità sull'abbondanza del suffisso -AICO-, -AECO- nella lingua (tuttavia, a parer mio non sequitur). La protoforma deve essere *re-wṛt-t-, proprio come quella del latino rursus "inoltre, in aggiunta". Si noterà la presenza del prefisso *re-, che è una realtà non ricostruibile a livello IE.

SECIAS "di amicizia" (gen.)
Corrisponde al latino socius e al sanscrito sakhi- "amico". Vero è che la radice d'origine conteneva una labiovelare -kw-, ma questa si è semplificata perdendo l'elemento labiale per via della semiconsonante palatale seguente. Uno sviluppo che è avvenuto anche in latino. In lusitano dovette avvenire prima della labializzazione, è ovvio. Non convince l'interpretazione della Prósper.  

SINGEIETO "sia votato" (imp.)
L'uscita in -TO è simile a quella dell'imperativo futuro latino e funziona allo stesso modo. La radice è una forma nasalizzata di IE *seg- "fissare", con paralleli in sanscrito e in baltico.

SINTAMOM "il più anziano" (acc.) 
Chiaramente dalla radice IE *sen- che si trova anche in latino senex e in celtico (es. gallico seno-, gallese hen). Si noti l'alterazione della vocale tonica, causata dal nesso consonantico.

TAVROM "toro" (acc.) 
Concorda con la forma latina, mentre si distacca dal celtico, che ha *tarwo- (es. antico irlandese tarb "toro"). Troviamo però la forma TARBOVM, che penso essere un genitivo plurale, in un'iscrizione ibrida.

TEVCOM "figlio; discendente" (acc.)
TEVCAECOM "dei figli" (agg. n.)
Un notevole arcaismo, parallelo al sanscrito tokam "progenie; bambino".

TREBOPALA "per la Pietra del Villaggio"
TREBARUNE "per il Segreto del Villaggio" 
Il termine pala si trova nella toponomastica ligure ed è attestato in leponzio col senso di "lapide". Per una trattazione dettagliata dell'argomento rimando ad altra sede. La radice di -rune ha riscontro in celtico e in germanico. 

VDENEC "e all'esterno, al di fuori" (avv.)
Riconosco l'etimologia data da Witczak, parallela al proto-germanico *u:tana- "fuori", ma non attribuisco a questa forma un significato di esclusione. Alcuni suggeriscono una lettura VDEAEC, che mi pare improbabile. Il suffisso -C lo attribuisco a un esito di un precedente -*kwe, che anche in gallico si semplifica in -c

VEAMINICORI "il popolo dei Veamini" (nom. pl.)
La forma -CORI "popolo, tribù" ha la stessa origine del celtico -CORII che troviamo nel nome dei VOCORII "Due Tribù", dei TRICORII "Tre Tribù" e dei PETRUCORII "Quattro Tribù". Tale radice è presente anche in germanico (*χarja- "esercito"), con esiti ben noti.
Il nome dei VEAMINI siginifica "Forti, Potenti", ed è da IE *weyə-, *wi:- "forza, potere", che tra le altre cose vive nel latino vi:s "forza".

VEAVN "giovani donne" (acc. pl.)
Da una protoforma *we:su- (cfr. sanscrito va:su:- "giovane donna"), con scomparsa della sibilante e con dittongazione. Prima la Prósper urla allo scandalo per la perdita della finale -*s dell'accusativo plurale, per poi riconoscere che l'intera desinenza -*ns si è dileguata ad esempio in IFATE. Esempi di dileguo di -s- intervocalica non mancano (vedi EQVEVNVBO).

VEDAGAROM "le spose" (coll. n.) 
La radice presenta paralleli nelle lingue baltiche. Il suffisso -AROM è un collettivo.

Alcuni teonimi e antroponimi attestati: 

CADOGO(M) "Bellicoso" Un notevole epiteto di BANDVA, ossia di Marte. Cfr. gallico catu- "battaglia", attestato in numerosi antroponimi (antico irlandese cath "battaglia", etc.) 

EQVEVNVBO "ai Figli del Cavallo" (teon., dat. pl.)
Deriva da un precedente *ekwei-sunu-bo(s), dove *sunu- significa "figlio", come in germanico.

PARAMAECO "al Dio dei Monti" (dat.)
Cfr. sanscrito parama- "supremo". Il vocabolo spagnolo páramo "monte, deserto montano" vive tuttora ed è di origine pre-celtica. 

QVANGEIO "(Simile al) Cane" (dat.)
Proviene da IE k'wṇ- "cane" (grado apofonico ridotto), come proposto da Blanca Prósper, la cui analisi condivido appieno. 

ROVDEAECO(M) "il Rosso"
Un notevole epiteto di BANDVA, ossia di Marte. La radice IE *roudh- mostra un esito molto simile in celtico.  

TOVDOPALANDAIGAE "a (quella della) Grande Pietra della Tribù" (dat.)
La radice IE *teuto- mostra un esito molto simile in celtico.

Prospetto dei mutamenti noti (modificato ed integrato a partire dallo schema riportato da Blažek): 

IE > Lusitano
*p > p : PARAMAECO, PORCOM, PORGOM,
          PRAISOM
     > b : BLETISAMA
*b > b : TREBOPALA, TREBARVNA, ABNE
*bh > b : LAEBO, EQVEVNVBO, DEIBOBOR  
       > f : IFADEM
*t > t : TAVROM, TEVCOM, TOVDADIGO,
           RVETI, DOENTI
    > d : TOVDOPALANDAIGAE, CADOGO
*d > r : REVE, VER(R)ORE  
     > d : DEIBOBOR, DEIBABOR (< celt.)
*dh > d
: DOENTI, ROVDAECO,
            FIDVENEARVM
*k > c : TEVCOM, VEAMINICORI 
*g > g : SINGEIETO
*gh > h : mancano esempi chiari  
*kw > p : PVPPID, AMPILVA
*kw / *k'w > cc, qu : ICCONA, EQVEVNVBO,
        QVANGEIO
*gw > b : BOVANA, BOVECIVS 
       > g
: ANGOM  (< IE *agwno-)
*gwh > b : BORMANICO, BORMANO 
*k' > c, g : PORCOM, PORGOM
*g' > g : REGONI
*g'h : mancano esempi chiari 
*s > s (iniziale) : SECIAS, SINGEIETO,
          SINTAMOM
    > -Ø- (mediano) : EQVEVNVBO, LAEBO
*m > m : ARIMOM, MVITIEAS
*n > n : NVRIM, ANGOM, ICCONA, ICCINVI 
*l > l : LAEBO, OILAM, TREBOPALA
*r > r : RVETI, NVRIM, PORCOM, TAVROM
*ṃ > am : SINTAMOM
       > em : IFADEM
*ṇ > an : CANTI, CANTIBIDONE, QVANGEIO 
      > en : IFATE       
*ḷ > ul : COROBVLTI  
*ṛ > ur : RVRSENCO  
*y > i : IOM, SINGEIETO
*w > v (iniziale) : VEAVN, VER(R)ORE
       > f (iniziale) : FIDVENEARVM
       > b (mediano) : DEIBABOR, DEIBOBOR
       > -Ø- (mediano) : OILAM
*a > a : ANGOM, AVAM; LAEBO
*e > e : ENETOM, ERBA, TREBOPALA 
     > i : INI, ICCONA, SINTAMOM
*o > o : OILAM; ICCONA, PORCOM
*i > i : ARIMOM, DOENTI
*u > u : VSSEAM; RVETI
*a: > a : LAMATICOM 
*e: > e : REGONI
     > ea : VEAVN
*o: > o : REGONI
      > u : NVRIM
*i: > i : NVRIM 
*u: > u
: TREBARVNE
      > o : TREBARONNE 
*ai > ai / ae
: PRAISOM, PRAESONDO
*ei > ei : DEIBABOR, DEIBOBOR
     > e : ENETOM, EQVEVNVBO 
*oi > oi / oe : LOIMINNA, LOEMINA
*au > au : TAVROM
*eu > ou : TOVDOPALANDAIGAE
*ou > ou
: ROVDEAECO

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