venerdì 27 ottobre 2017

NOTE SUL LAVORO DI BUIDE DEL REAL

Francisco Javier Buide del Real (Pontificia Università Gregoriana) è l'autore della tesi La evangelización de la Gallaecia sueva. Entre paganismo y cristianismo (ss. IV-VI). Un consistente estratto è consultabile e scaricabile al seguente url:


Questo è l'indice dell'opera (in lingua spagnola):

Introducción
Planteamiento de estudio . 5
Contenido de esta publicación . 8
1. Evangelización y conversión en un ambiente pagano . 10
1. Introducción: misión y conversión cristiana . 10
2. Algunos aspectos de la evangelización de Occidente y su aplicación a la Gallaecia . 33
2.1. Evangelización rural, villas y aristocracias . 33
2.2. Primeras comunidades, ascetismo y monacato . 49
2.3. Evangelización y grupos sociales . 54
3. El caso del priscilianismo . 57
2. Paganismo y cristianismo en la Gallaecia sueva y Martín de Braga . 69
1. El paganismo del siglo VI . 70
2. La evangelización de Braga: del estudio precedente a las obras de san Martín . 79
Conclusiones . 87
Siglas y abreviaturas . 93
Bibliografía:
Autores antiguos (fuentes) . 95
Autores modernos (estudios) . 99
Índice de la tesis . 111

Per essere un lavoro di un centinaio di pagine sulla cristianizzazione degli Svevi nella Galizia, si distingue per una peculiarità davvero degna di nota: non cita nemmeno il nome di un singolo svevo e non discute nemmeno di striscio la natura del paganesimo da cui questo popolo sarebbe stato convertito al cristianesimo. A dispetto del titolo, questo non è nella buona sostanza un lavoro sugli Svevi di Galizia e non aiuta per nulla a comprendere gli eventi storici di cui l'autore afferma di voler trattare. A quanto pare Buide del Real non ha fatto il minatore di dati, non ha scandagliato le fonti a disposizione cercando di mettere assieme qualcosa di convincente sul popolo germanico migrato nella penisola iberica. O forse la sua prospettiva è diversa dalla mia, non gli interessa minimamente quanto interessa a me, dato che è in buona sostanza un romanista: per lui tutto è centrato sulla latinità e sul mondo classico, mentre i cosiddetti "barbari" sono ridotti a un nulla senz'anima e senza nome. Fatto sta che mancano dati importanti. Si conferma il principale difetto della Scienza moderna, ammalata di articolite acuta e incapace di sintetizzare lo scibile - specie su argomenti negletti e sprofondati nell'Oblio come quello della presente tesi.

In realtà non è così difficile recuperare qualche informazione e dedurre qualcosa di utile.
Questa è una lista di sovrani degli Svevi di Galizia:

Hermeric, c. 409–438
Heremigarius, 427–429, capo in Lusitania
Rechila, 438–448
Rechiar, 448–456
Aioulf, 456–457, straniero, forse designato dai Visigoti
Maldras, 456–460, in opposizione a Framta dopo il 457
Framta, 457, in opposizione a Maldras
Richimund, 457–464, successore di Framta
Frumar, 460–464, successore di Maldras
Remismund, 464–469, riunificatore degli Svevi
Hermeneric fl. c. 485 (periodo di oscurità)
Veremund fl. 535 (periodo di oscurità)
Theodemund fl. VI secolo (periodo di oscurità)
Chararic, dopo c. 550–558/559, alcuni dubitano della sua esistenza
Ariamir, 558/559–561/566
Theodemar, 561/566–570
Miro, 570–583
Eboric, 583–584, deposto e messo in un monastero da Andeca.
Andeca, 584–585, deposto e messo in un monastero da Leovigildo.
Malaric, 585, si oppose a Leovigildo e fu sconfitto.

Si possono fare alcune utili considerazioni su questo materiale onomastico. Questi Svevi, pur mantenendo la loro lingua, tendevano a parlare anche quella dei Visigoti.  

L'etimologia di Aioulf è chiara: corrisponde al gotico *Agjawulfs "Lupo del Filo di Spada". Si trova un identico antroponimo nella tradizione anglosassone: Eggwulf, Ecgwulf. Ci è noto un vescovo di Londra che portava questo nome e che visse nell'VIII secolo. Alcuni identificano Aioulf con un certo Agiulf, che però è un antroponimo diverso: si tratta del gotico *Agiwulfs, formato a partire da agei, agis "paura". Non mi convince affatto l'ipotesi che Aioulf possa essere spurio e dovuto a una trascrizione difettosa.

Notiamo la coesistenza di -mir (gotico) con -mar (genuinamente svevo).
Il nome Ariamir ha un aspetto gotico ben chiaro: possiamo ricostruire la sua forma originale come *Harjamers, con regolare mutamento da /e:/ a /i:/.
Allo stesso modo Miro "Il Famoso" corrisponde al gotico *Merja, che mostra le stesse caratteristiche germaniche orientali, in netto contrasto con il trattamento occidentale della vocale proto-germanica /æ:/, che la ha trasformata in /a:/ già in epoca precoce, come mostrato dall'antroponimo marcomanno Ballomar (II sec.).

Il fatto che il primo concilio di Braga (561) vietasse ai membri del clero di portare i capelli raccolti nel caratteristico nodo suebo, denominato "granos" (gotico granos "trecce", nome pl. di genere femminile), è la prova che il paganesimo e i suoi costumi sopravvissero molto a lungo.

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