Ryan Wasserman (Western Washington University, Facoltà di Filosofia) è l'autore del libro Paradoxes of Time Travel (ossia I paradossi del viaggio nel tempo), pubblicato nel dicembre 2017. Chiaramente questo Wasserman non va confuso con August Paul von Wassermann (1866-1925), lo scopritore del test per rilevare la sifilide. Il professore della WWU è specializzato in metafisica, etica e filosofia del linguaggio, ma si interessa anche di epistemologia, mente e filosofia antica.
I contenuti dell'opera sui paradossi temporali sono elencati in un file su Academia.edu:
Li riporto in questa sede, a beneficio dei lettori.
Preface
1. Introduction
1. Time Travel
2. ...And Not
3. Possibility
4. Paradoxes
2. Temporal Paradoxes
1. Two Debates in the Philosophy of Time
1.1 The ontology of time
1.2 The reality of tense
2. Eternalism and Time Travel
3. Presentism and Time Travel
3.1 The no destination argument
3.2 The definitional argument
3.3 The annihilation argument
4. The Growing Block and Time Travel
5. Special Relativity and Time Travel
6. General Relativity and Time Travel
3. Paradoxes of Freedom I
1. Stories of Self-Defeat
2. Rewriting History
3. The Branches of Time
3.1 The branching timeline model
3.2 The inconsistency objection
3.3 The immutability objection
3.4 The irrelevance objection
4. Traveling in Hypertime
4.1 The hypertime model
4.2 Three advantages to the hypertime model
4.3 Three objections to the hypertime model
5. The A-Model of Past-Alteration
4. Paradoxes of Freedom II
1. On Lewis’s Way Out
1.1 Clarifications
1.2 Applications
1.3 Reactions
2. Killing Baby Suzy
2.1 Vihvelin on retrosuicide
2.2 Vranas on retrosuicide
2.3 Sider on retrosuicide
3. The Problem with Banana Peels
3.1 Horwich on coincidences
3.2 Smith on fallacious reasoning
3.3 Smith on tomato rolls
4. Paradox without Freedom?
I contenuti dell'opera sui paradossi temporali sono elencati in un file su Academia.edu:
Preface
1. Introduction
1. Time Travel
2. ...And Not
3. Possibility
4. Paradoxes
2. Temporal Paradoxes
1. Two Debates in the Philosophy of Time
1.1 The ontology of time
1.2 The reality of tense
2. Eternalism and Time Travel
3. Presentism and Time Travel
3.1 The no destination argument
3.2 The definitional argument
3.3 The annihilation argument
4. The Growing Block and Time Travel
5. Special Relativity and Time Travel
6. General Relativity and Time Travel
3. Paradoxes of Freedom I
1. Stories of Self-Defeat
2. Rewriting History
3. The Branches of Time
3.1 The branching timeline model
3.2 The inconsistency objection
3.3 The immutability objection
3.4 The irrelevance objection
4. Traveling in Hypertime
4.1 The hypertime model
4.2 Three advantages to the hypertime model
4.3 Three objections to the hypertime model
5. The A-Model of Past-Alteration
4. Paradoxes of Freedom II
1. On Lewis’s Way Out
1.1 Clarifications
1.2 Applications
1.3 Reactions
2. Killing Baby Suzy
2.1 Vihvelin on retrosuicide
2.2 Vranas on retrosuicide
2.3 Sider on retrosuicide
3. The Problem with Banana Peels
3.1 Horwich on coincidences
3.2 Smith on fallacious reasoning
3.3 Smith on tomato rolls
4. Paradox without Freedom?
5. Causal Paradoxes
1. Preliminaries
1.1 Causal Loops
1.2 Backward Causation
2. The Bootstrapping Paradox
3. The Ex Nihilo Paradox
4. The Restoration Paradox
5. The Frequency Paradox
6. The Counterfactual Paradox
6.1 Lewis’s theory
6.2 Tooley’s argument
6.3 Tichy’s hat and Morgenbesser’s coin
6.4 A unified solution
6 Paradoxes of Identity
1. Two Puzzles about Sameness and Difference
2. Perdurantism and Self-Visitation
2.1 Perdurantism and persistence
2.2 Perdurantism, change, and self-visitation
2.3 The problem with temporal parts
2.4 The problem with person parts
3. Endurantism and Self-Visitation
3.1 Endurantism and persistence
3.2 Endurantism, change, and self-visitation
3.3 From relativism to compatibilism
3.4 Endurantism and indiscernibility
4. Mereology and Multi-Visitation
4.1 The identification account
4.2 The composition account
4.3 The constitution account
4.4 The elimination account
5. The Strange Tale of Adam the Atom
References
Index
Questa è la pagina su Goodreads.com dedicata al volume:
Traduzione della sinossi:
Ryan Wasserman presenta un'esplorazione ad ampio raggio degli enigmi sollevati dalla possibilità di viaggiare nel tempo, tra cui il paradosso del nonno, il paradosso del bootstrapping e il paradosso gemello della relatività speciale. Egli sviscera le loro implicazioni sulla nostra comprensione del tempo, della tensione, della libertà, del fatalismo, della causalità, dei controfattuali, delle leggi della natura, della persistenza, dei cambiamenti e della mereologia. Paradoxes of Time Travel è scritto in uno stile accessibile e ricco di esempi divertenti di fisica, fantascienza e cultura popolare.
La domanda fondamentale dell'opera di Wasserman è se i viaggi nel tempo siano o meno possibili, ma a questo riguardo vengono distinti diversi tipi di possibilità. Ad esempio qualcosa può essere logicamente possibile (ossia in accordo con le leggi della logica), fisicamente possibile (ossia in accordo con le leggi della fisica), tecnologicamente possibile (ossia permesso dall'attuale livello di tecnologia). All'autore interessa soprattutto indagare se i viaggi nel tempo siano metafisicamente possibili (ossia permessi dalle leggi della metafisica). C'è però un piccolo problema. Quali sono le leggi della metafisica? La risposta a una simile domanda è per necessità fumosa. Nel miglior stile dell'Accademia di Lagado, una legge della metafisica sarebbe "una generalizzazione universale e idonea su cosa fonda che cosa", dove il "cosa" spazia su tutto l'esistente, e "la relazione rilevante in gioco è la relazione fondante non causale, che impone una struttura gerarchica alla realtà" (Andreoletti, 2018). Sembra abbastanza ragionevole, anche a parer mio necessita di un enunciato più robusto. Non va nascosto che la fonte della struttura gerarchica della realtà rimane un mistero e che la negazione della causalità continua a generare problemi. Come può qualcosa di non causale fondare una gerarchia? In ogni caso, la struttura argomentativa seguita da Wasserman è la seguente:
1) Si dimostra che se il viaggio nel tempo è possibile, allora è possibile una data altra cosa, che varia caso per caso;
2) Si dimostra che quest'altra cosa (implicata dal viaggio nel tempo) è metefisicamente impossibile;
3) Ne consegue (sequitur) che il viaggio nel tempo è impossibile.
QED
L'impressione è quella del cane che si morde la coda. La nostra epoca è caratterizzata da un incredibile scetticismo nei confronti della causalità. In genere questa viene definita in modo empirico: se a un dato evento X segue un altro evento Y, e questo accade sempre - ossia in tutti i casi concepibili o anche soltanto analizzati - allora si assume obtorto collo che tra X e Y esista una relazione causale. Quella che manca è l'idea che Y sia presente già in potenza in X, che la configurazione spaziotemporale X abbia un qualcosa che porta alla configurazione spaziotemporale Y per sua intrinseca proprietà. Come a dire, se X è l'ingestione di un cicchetto di acido cianidrico da parte di un essere umano, Y è la morte per blocco della respirazione cellulare. Questo i moderni filosofi non lo capiscono: pensano che il blocco della respirazione cellulare sia solo per puro caso associato all'ingestione del cicchetto cianidrico. In altre parole, si aspettano che su un campione abbastanza grande di esseri umani, si troverà prima o poi qualcuno che non cadrà fulminato dall'acido cianidrico. Se la causalità fosse compresa correttamente, non ci sarebbe bisogno di tanti arzigogoli concettuali per capire che la retrocausazione è impossibile, e con essa il viaggio temporale nel passato. In altre parole, la retrocausazione è proprio ciò che rende impossibile la definizione del crononauta. Questo è particolarmente evidente nel cosiddetto paradosso del nonno, in cui un crononauta giunge nel passato uccidendo il proprio nonno ed eliminando così una causa fondante della propria esistenza fisica. Il mio pensiero è semplice: esiste un Censore Cosmico che impedisce un simile spostamento del crononauta verso il proprio passato. Senza questo Censore Cosmico, l'esistenza stessa sarebbe Tohu va-Bohu. Non possiamo capire la vera ragione e l'origine ultima di tutto questo? Poco male. Prima si impara a camminare, poi a correre. Per capire quanto la realtà sia vasta, basti un piccolo esempio. Una lucertola su un muretto non può comprendere la politica delle nazioni e l'economia: per lei siamo soltanto enigmatici gigantoni.
Wasserman è un sostenitore del modello dell'Ipertempo (Hyper-time), che postula l'esistenza di due dimensioni temporali. In questo modo il crononauta può agire su un passato diverso da quello che fonda la propria definizione. Per fissare le idee, un uomo si reca nel passato e uccide il proprio nonno, ma il passato così alterato non è quello che gli ha dato origine, perché si situa in una diversa dimensione temporale. Le due dimensioni temporali in questione, quella da cui proviene il crononauta e quella in cui suo nonno viene ucciso, fanno entrambe parte del complesso edificio dell'Ipertempo. Lo stesso Ipertempo può essere concepito come un blocco, mentre l'azione di viaggiare in una sua singola dimensione temporale corrisponde a una sezione, a una fetta. L'intenzione dell'autore è quella di risolvere i paradossi, ma è più probabile che invece ne aumenti a dismisura il numero e la gravità, come si vede se dalla concatenazione di eventi compiuti dal crononauta passiamo agli stati delle particelle subatomiche. Anche i processi digestivi danno vita a interessanti paradossi. Un crononauta dell'attuale Città del Messico mangia una fetta di pizza ora, poi si mette in viaggi, si materializza nella Tenochtitlan degli Aztechi quando regnava Montezuma II, e proprio allora la pizza ingurgitata viene digerita e trasformata in merda! Ci si addentra in un tale labirinto, non privo di connotazioni angoscianti, che si potrebbe restarci imprigionati per milioni d'anni senza mai concludere nulla di sensato. Un labirinto da cui il divieto metafisico dei viaggi temporali potrebbe salvarci!
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