Meditando sullo strano aspetto fonetico della parola inglese tusk "zanna", mi sono posto il problema della sua etimologia. Innanzitutto i miei ricordi di mitologia nordica mi hanno restituito immediatamente il nome del gigantesco scoiattolo Ratatoskr, che rosicchiava con i suoi acuminati incisivi il Frassino del Mondo, Yggdrasill, avvicinando vieppiù la Catastrofe Finale. Si tratta di un composto, il cui secondo membro può essere così enucleato:
-toskr (m.), zanna
Non risultano altre attestazioni di questa parola: abbiamo soltanto questo nome del fantomatico roditore, tramandatoci dall'Edda in prosa di Snorri Sturluson e dall'Edda Poetica (XIII secolo). Il primo membro del composto, Rata-, è tradizionalmente associato a Rata (m., gen. di *Rati), nome del trapano usato da Odino per perforare una parete di roccia allo scopo di raggiungere l'Idromele della Poesia (Hávamál, 106, 1). La traduzione di Ratatoskr è riportata come "Dente a Trivella". Esiste però anche un'altra scuola di pensiero, che considera Rata- come un prestito dall'antico inglese ræt "ratto" (inglese moderno rat). Ratatoskr significherebbe quindi "Dente di Ratto". Se devo essere franco propendo per questa seconda ipotesi. Non è poi improbabile che lo stesso nome del trapano odinico fosse un prestito dalla parola anglosassone e avesse il senso originale di "Rosicchiatore".
Torniamo ora a -toskr. Un termine simile si trova soltanto nell'antico inglese (tusċ, tux "zanna") e in antico frisone (tusk "zanna"). Si suppone che sia derivato da una protoforma *tunθskaz, connessa con il nome del dente, *tunθuz (da cui il gotico tunþus), *tanθu (da cui il norreno tǫnn) - di chiara origine indoeuropea (< *dṇt- / *dent- / *(e)dont-, da cui anche il latino dēns "dente", gen. dentis). Se fosse una forma regolare, dovrebbe avere una vocale lunga. In effetti in antico inglese è riportata anche una variante con vocale lunga, tūsċ, che non ha però continuatori moderni. A quanto pare si tratta di una forma marginale e non si spiega bene la prevalenza della vocale breve nel dominio in cui sono attestati discendenti di *tunθskaz.
In ogni caso, l'inglese tusk "zanna" è di certo un prestito dal norreno e prova per via indiretta che l'elemento -toskr doveva essere un vocabolo vitale: nelle parole genuine il protogermanico /sk/ si palatalizza sempre in /ʃ/ già in antico inglese (scritto sċ) e questo esito è stato ereditato nell'inglese moderno (scritto sh). Infatti esiste una variante dialettale tush "zanna" (anche termine tecnico, col senso di "corta zanna dell'elefante femmina"), con la consonante palatale che ci attenderemmo come naturale evoluzione dall'anglosassone tusċ. La variante tux è frutto di una trasposizione dell'antico nesso /sk/ in /ks/, avvenuta prima della palatalizzazione di /sk/. Questo tipo di metatesi non è infrequente. A quanto mi risulta, tux non ha lasciato discendenti. Possiamo così riassumere la questione: nella lingua moderna alla forma nativa tush si affianca tusk, che è un prestito dal norreno. Simili doppioni non sono una novità nel lessico della lingua di Albione, si pensi per esempio a shirt "camicia" (termine nativo), che convive con skirt "gonna" (prestito dal norreno).
Menziono ora una cosa che reputo degna di nota: esiste nell'inglese moderno un fortuito omofono della forma dialettale tush "zanna": si tratta del termine gergale tush "culo, ano". Ovviamente non c'entra proprio nulla. L'etimologia è in ultima analisi ebraica. Derivato dall'abbreviazione dello yiddish תחת (tokhes), il vocabolo scurrile in questione proviene dall'ebraico תַּחַת (taḥaṯ "culo"). Ricordo la mia assidua frequentazione del sito pornografico www.tushylickers.com, che mostra le gesta di decine di leccatori (e leccatrici) di buchi del culo femminili. Rimasi incuriosito dal nome tushy, che non sapevo spiegarmi. Come ho indagato, ho appreso qualcosa di nuovo. Anche la pornografia più morbosa può avere un interesse etimologico notevole, non mi stancherò mai di ripeterlo.
-toskr (m.), zanna
Non risultano altre attestazioni di questa parola: abbiamo soltanto questo nome del fantomatico roditore, tramandatoci dall'Edda in prosa di Snorri Sturluson e dall'Edda Poetica (XIII secolo). Il primo membro del composto, Rata-, è tradizionalmente associato a Rata (m., gen. di *Rati), nome del trapano usato da Odino per perforare una parete di roccia allo scopo di raggiungere l'Idromele della Poesia (Hávamál, 106, 1). La traduzione di Ratatoskr è riportata come "Dente a Trivella". Esiste però anche un'altra scuola di pensiero, che considera Rata- come un prestito dall'antico inglese ræt "ratto" (inglese moderno rat). Ratatoskr significherebbe quindi "Dente di Ratto". Se devo essere franco propendo per questa seconda ipotesi. Non è poi improbabile che lo stesso nome del trapano odinico fosse un prestito dalla parola anglosassone e avesse il senso originale di "Rosicchiatore".
Torniamo ora a -toskr. Un termine simile si trova soltanto nell'antico inglese (tusċ, tux "zanna") e in antico frisone (tusk "zanna"). Si suppone che sia derivato da una protoforma *tunθskaz, connessa con il nome del dente, *tunθuz (da cui il gotico tunþus), *tanθu (da cui il norreno tǫnn) - di chiara origine indoeuropea (< *dṇt- / *dent- / *(e)dont-, da cui anche il latino dēns "dente", gen. dentis). Se fosse una forma regolare, dovrebbe avere una vocale lunga. In effetti in antico inglese è riportata anche una variante con vocale lunga, tūsċ, che non ha però continuatori moderni. A quanto pare si tratta di una forma marginale e non si spiega bene la prevalenza della vocale breve nel dominio in cui sono attestati discendenti di *tunθskaz.
In ogni caso, l'inglese tusk "zanna" è di certo un prestito dal norreno e prova per via indiretta che l'elemento -toskr doveva essere un vocabolo vitale: nelle parole genuine il protogermanico /sk/ si palatalizza sempre in /ʃ/ già in antico inglese (scritto sċ) e questo esito è stato ereditato nell'inglese moderno (scritto sh). Infatti esiste una variante dialettale tush "zanna" (anche termine tecnico, col senso di "corta zanna dell'elefante femmina"), con la consonante palatale che ci attenderemmo come naturale evoluzione dall'anglosassone tusċ. La variante tux è frutto di una trasposizione dell'antico nesso /sk/ in /ks/, avvenuta prima della palatalizzazione di /sk/. Questo tipo di metatesi non è infrequente. A quanto mi risulta, tux non ha lasciato discendenti. Possiamo così riassumere la questione: nella lingua moderna alla forma nativa tush si affianca tusk, che è un prestito dal norreno. Simili doppioni non sono una novità nel lessico della lingua di Albione, si pensi per esempio a shirt "camicia" (termine nativo), che convive con skirt "gonna" (prestito dal norreno).
Menziono ora una cosa che reputo degna di nota: esiste nell'inglese moderno un fortuito omofono della forma dialettale tush "zanna": si tratta del termine gergale tush "culo, ano". Ovviamente non c'entra proprio nulla. L'etimologia è in ultima analisi ebraica. Derivato dall'abbreviazione dello yiddish תחת (tokhes), il vocabolo scurrile in questione proviene dall'ebraico תַּחַת (taḥaṯ "culo"). Ricordo la mia assidua frequentazione del sito pornografico www.tushylickers.com, che mostra le gesta di decine di leccatori (e leccatrici) di buchi del culo femminili. Rimasi incuriosito dal nome tushy, che non sapevo spiegarmi. Come ho indagato, ho appreso qualcosa di nuovo. Anche la pornografia più morbosa può avere un interesse etimologico notevole, non mi stancherò mai di ripeterlo.
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