venerdì 24 aprile 2020

ALCUNE NOTE SULL'ETIMOLOGIA DI QUIZ

Tutti sanno che il quiz è una domanda (verbale o scritta), a cui una persona viene sottoposta per dimostrare la sua preparazione o per mettere alla prova la sua memoria. Il dizionario etimologico della lingua inglese Etymonline.com fornisce la seguente glossa: "brief examination of a student on some subject". La prima attestazione nota della parola quiz con questo significato è del 1852. Reso popolarissimo nell'epoca della radio, il quiz è passato anche in italiano. In inglese la pronuncia è /kwiz/, con la sibilante finale sonora (la cosiddetta "s dolce" o "-s- di rosa"), ma in italiano ha assumendo una pronuncia ortografica /kwits/, con un'affricata sorda, come di solito avviene in casi dimili. Molti danno per scontato che quiz altro non sia che un'abbreviazione di inquisitive "curioso, indagatore, inquisitorio" o di inquisition "investigazione". Google sembra dare per scontata questa spiegazione: se un utente digita la chiave di ricerca "quiz etymology", compare un riquadro che mostra proprio questa spiegazione. Tutto sembrerebbe acclarato, piano e semplice. Non potrebbe esistere un giudizio più avventato. L'etimologia di quiz è ben lungi dall'essere lineare. Procediamo con ordine. 

Lo stesso dizionario etimologico Etymonline spiega l'esistenza di un altro significato della parola quiz, che è documentato già nel XVIII secolo. Risale infatti al 1782 la prima attestazione di quiz col significato di "odd person", ossia "persona bizzarra", nel diario della scrittrice inglese Frances "Fanny" Burney (1752 - 1840). La stessa glossa "odd person" è riportata nel Random House Dictionary. Nel 1842 il compositore inglese Charles Dibdin scrisse quanto segue: 
 
The word Quiz is a sort of a kind of a word
That people apply to some being absurd;
One who seems, as t'were oddly your fancy to strike
In a sort of a fashion you somehow don't like
A mixture of odd, and of queer, and all that
Which one hates, just, you know, as some folks hate a cat;
A comical, whimsical, strange, droll — that is,
You know what I mean; 'tis — in short, — 'tis a quiz!
(tratto da "Etymology of Quiz") 

Un altro significato di quiz, attestato nel tardo XVIII secolo e oggi desueto, era quello di "giocattolo simile allo yo-yo" (Century Dictionary). Si pensa che in questa accezione quiz sia derivato una variante dialettale del verbo to whiz "muoversi velocemente con un sibilo". Non è impossibile, dato che in alcuni dialetti wh- ha conservato l'antico suono aspirato /hw-/. Questo suono può essere stato indurito in /kw/ da alcuni parlanti (forse bambini o minorati mentali): 
 
/hwiz/ => /kwiz/  
 
Questo mi fa venire un'idea. Se quiz "tipo di giocattolo" è dalla radice di to whiz "muoversi velocemente con un sibilo", potrebbe anche essere che quiz "individuo bizzarro" sia derivato da una simile alterazione infantile o dialettale di whims, plurale di whim "capriccio, fantasia, idea balzana": 
 
/hwimz/ => /kwiz/ 

A riprova di questo c'è il fatto che esiste un aggettivo quizzical "bizzarro, eccentrico, stravagante", senza dubbio molto simile foneticamente, morfologicamente e semanticamente a whimsical "capriccioso, impulsivo", ma anche "inusuale, strano (in un modo che può risultare fastidioso)". La stessa radice di quizzical potrebbe aver dato origine all'aggettivo quisby, attestato col senso di "strano, bizzarro" (queer, peculiar), anche se in origine aveva il senso di "meschino, miserabile, fallito" (mean, wretched, bankrupt). 
 
Mi sono imbattuto in un'ipotesi alternativa, ingegnosa quanto posticcia. Una frase latina di Orazio, vir bonus est quis? "chi è un uomo buono?", sarebbe stata trascritta male da uno studente. Il risultato, vir bonus est quiz, sarebbe stato interpretato come "l'uomo buono è un mistero", perché se si capiva benissimo il significato di vir bonus est, restava una parola residua quiz, che non compariva in nessun dizionario. Un caso simile è quello dell'italiano busillis, nato dall'errata segmentazione di in diebus illis "in quei giorni", scritto in die busillis e interpretato come "nel giorno del busillis", ossia "nel giorno del rompicapo", perché busillis non compariva in nessun dizionario. Così vir bonus est quiz sarebbe passato a significare "l'uomo buono è un individuo bizzarro"
 
L'estrema complessità di questa fabbricazione stride con l'estrema semplicità della derivazione di quiz da whims. Sono incline a considerare la questione risolta. 
 
Appurata l'origine di quiz "individuo bizzarro", dobbiamo cercare di chiarire anche la sua eventuale connessione con l'etimologia di quiz "esame di uno studente". 

Prima possibilità:
Da quiz "individuo bizzarro" si è innescata una catena di slittamenti semantici che hanno condotto infine a quiz "esame di uno studente". Considerata l'innata crudeltà degli ambienti scolastici, in cui i bulli fanno branco e sono alla perenne ricerca di qualcuno da perseguitare, si potrebbero supporre i seguenti passaggi, tutti abbastanza forzati: 

"individuo bizzarro" => "presa in giro rivolta a un individuo bizzarro" => "esame burlesco con cui si tormentava un individuo bizzarro" => "esame scherzoso" => "esame, questionario"   
 
Un'alternativa consisterebbe in una diversa catena di slittamenti semantici, a malapena più plausibili: 
 
"individuo bizzarro" => "persona incomprensibile, misteriosa" => "cosa che non si riesce a capire, mistero" => "interrogativo, domanda senza risposta" => "insieme di domande" => "esame, questionario"
 
Seconda possibilità:
La parola quiz "individuo bizzarro" non è in alcun modo connessa etimologicamente a quiz "esame di uno studente" e si tratterebbe soltanto di una coincidenza. 
 
La seconda possibilità è a mio avviso quella giusta. 
 
Una storiella ridicola 
 
Come sempre accade, anche nel caso dell'etimologia di quiz qualcuno si è preso la briga di inventare una leggenda apocrifa e meritevole soltanto di irrisione. Nel 1791 un impresario teatrale di Dublino, certo Richard Daly, avrebbe scommesso di essere in grado di diffondere per tutta la città una parola inventata e che nel giro di un paio di giorni sarebbe stata la gente a fornirle un significato. Così avrebbe incaricato il suo staff di mettersi a scrivere ovunque col gesso le lettere QUIZ, sulle porte, sulle finestre e sui muri Sia i popolani che i notabili sarebbero rimasti sorpresi nel vedere quella parola sconosciuta, presto adottata coi significati di "inganno",  "cosa strana", "mistero", "interrogativo". Mi pare superfluo aggiungere che non esiste uno straccio di prova di questo fantomatico Richard Daly - e nessuno potrà mai convincermi del contrario. La sua leggenda si sparse a causa della mala genia dei giornalisti, che cominciarono a pubblicarla nel 1835 sui loro rotoli di carta igienica (es. New York Mirror, The Mirror, The London and Paris Observer, etc.). Per quanto possa sembrare incredibile, c'è chi sostiene una storia simile a quella di Daly, ma ambientata a Londra, in cui la parola scritta coi gessi sui muri era invece QUOZ. Il gestore del sito Visual Thesaurus (www.visualthesaurus.com) sostiene che questa narrazione sarebbe attestata su diversi quotidiani addirittura nel 1789, aggiungendo che ne avrebbe parlato persino Thomas Paine nella sua opera The Rights of Man (1792). Riporto il link al sito in questione:
 

Che altro possiamo dire? Dopo QUIZ e QUOZ, adesso ci manca soltanto QUAZ!

Una spiegazione plausibile 
 
L'ipotesi più diretta e semplice è che quiz derivi dalle frasi interrogative latine quis est? "chi è?" e quid est? "cos'è?", "qual è?". Riporto alcuni esempi:
 
Quis est: 
 
Quis est iste qui venit? "Chi è questo che viene?"
Quis est ille vir? Agnoscine eum? "Chi è quell'uomo? Lo conosci?"

Quid est: 

Quid est homo? "Cos'è l'uomo?"
Quid est nomen tibi? "Come ti chiami?"
Quid est nomen huic cani? "Qual è il nome di questo cane?" 
 
La scuola è sempre stata una fabbrica di cattive pronunce delle lingue insegnate. Senza timore di essere smentito, affermo quanto segue: l'insegnamento scolastico ostacola in modo insormontabile ogni tentativo di apprendere qualsiasi lingua, moderna o antica. Con ben poche eccezioni, ogni insegnante è un capetto tirannico, un piccolo e miserabile feudatario che in concreto difende i propri interessi, protegge i bulli e trasmette informazioni distorte. Esiste una teoria secondo cui quiz sarebbe stato scritto quies e sarebbe derivato dalla domanda "qui es?", ossia "chi sei?", tradizionalmente la prima che veniva posta a un esaminando. Il punto è che in latino si deve dire "quis es?", perché il pronome interrogativo (maschile e femminile) è quis, non qui, che è il pronome relativo maschile. Questo "qui es?" è l'ennesima distorsione scolastica: chi lo ha postulato è arrivato vicino alla verità ma se l'è lasciata sfuggire. Fuochino, non fuoco.  
 
In Italia la scuola insegna a pronunciare quis est come se fosse scritto QUI SÈST, con un fortissimo accento su SÈST, e a pronunciare quid est come se fosse scritto QUI DÈST, con un fortissimo accento su DÈST. Gli studenti anglosassoni invece realizzano le forme interrogative latine in modo diverso e più realistico, ponendo l'accento sul pronome anziché sul verbo, e contraendo il più possibile la sillaba atona. Il problema è che la sibilante -s- di quis finisce col diventare sonora, come la -s- di rosa. Così ecco che pronunciano quis est come /'kwɪzest/  e quid est suona /'kwɪdest/. Orbene, /'kwɪzest/ e /'kwɪdest/ si riducono prima a /'kwɪzəst/ e a /'kwɪdəst/ rispettivamente. A questo punto entrambe le forme si contraggono ulteriormente diventando /kwɪzt/ e quindi /kwɪz/. Ecco spiegato l'arcano. Nel linguaggio scolastico quis est iste deve essere diventato *quiz iste e quid est nomen deve essere diventato *quiz nomen. A mio parere questa è la spiegazione, ultima e definitiva, del mistero del quiz
 
Forme contratte in latino 
 
Troviamo che nella lingua di Roma esistevano già forme contratte, anche se la pronuncia era diversa da quella degli studenti anglosassoni: 
 
quist < qui est
Plauto: Estne hic parasitus, missus quist in Cariam?
Plauto: Homini amico quist amicus ita ut nomen possidet / nisi deos ei nil praestare 
 
quist < quis est 
Plauto: Quist qui nostris tam proterve foribus facit iniuriam?

quidst < quid est  
Terenzio: Quidst mihi quod malim quam quod hinc intelligo evenire?
 
In particolare la forma quidst, la cui pronuncia somiglia davvero tanto a quella dell'italiano quiz, è guardata con tale obbrobrio dagli editori da essere stata ricostruita come quid est anche se così non sta nel verso. Ci si accorge che le stesse opere di Plauto mostrano talvolta goffe ricostruzioni editoriali, con quist qui riportato come quis est qui. Non stiamo parlando di autori tardi della decadenza, faccio notare. Le forme contratte sono una realtà, anche se nei licei italiani questo dato di fatto viene ignorato bellamente.

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