mercoledì 22 aprile 2020

ALCUNE NOTE SULL'ETIMOLOGIA DI ZOMBIE

Sono ossessionato dagli zombie! Non riesco quasi a pensare ad altro, forse perché io stesso sto lentamente trasformandomi in un morto vivente, sprofondato come sono nella mia reclusione da hikikomori. Nulla di più naturale quindi di un'accurata indagine etimologica sulle origini della parola zombie. Spero che fornirà interessanti spunti di riflessione agli eventuali lettori del mio spazio virtuale. 
 
Alcune false etimologie 
 
In inglese la parola zombie è stata documentata per la prima volta nel 1819 dal poeta romantico inglese Roberth Southey (1774 - 1843), in una storia brasiliana. Tuttavia non ci sono dubbi che il centro di diffusione del fatidico vocabolo sia l'isola di Haiti, nel cui creolo è attestato come zonbi
Come spesso accade, i romanisti cercano di ricondurre qualsiasi parola a un'origine romanza. Per quanto possa apparire assurdo, ci hanno provato anche con zombie. Queste sono le due banali teorie romanistiche in cui mi sono imbattuto: 
1) zombie deriverebbe dal francese les ombres "le ombre";
2) zombie deriverebbe  dallo spagnolo sombra "ombra".
Sia la parola francese ombre che quella spagnola sombra derivano in ultima analisi dal latino umbra (la forma spagnola viene da un composto castigliano antico con so "giù", naturale evoluzione del latino sub). Tutti questi balbettamenti sono meritevoli di irrisione e di scherno.  
 
La vera origine africana della parola   

In realtà la parola zombie proviene da una lingua di ceppo bantu dell'Africa Occidentale. La forma più adatta sembra essere il Kikongo zumbi "feticcio". In Kimbundu nzumbi significa "spettro" e più precisamente indica un fantasma che rientra nel mondo dei vivi per tormentarli. In altre lingue del Congo, sempre dello stesso tipo, abbiamo nzambi "divinità", vumbi, mvumbi "ritornante, cadavere che mantiene in sé lo spirito". Il significato originale doveva essere quello di "divinità". Questa è la catena di slittamenti semantici da me postulata: 
 
"divinità, simulacro" => "spirito di un morto" => "corpo che ha in sé lo spirito del morto" => "ritornante, morto vivente"
 
Il tentativo di ricostruzione di una protoforma deve tener conto dell'alternanza tra z- (zumbi, nzambi, etc.) e v- (vumbi, mvumbi), che conduce a una fricativa interdentale sonora dh- /ð/, la stessa che troviamo nell'inglese the, this, etc. Così ricostruisco *ndhuwambi "divinità, simulacro".  
 
Zumbi, lo Spartaco del Brasile 

A questo punto si comprende bene il significato del nome di Zumbi (1655 - 1695), l'ultimo leader del Quilombo di Palmares, in Brasile. Il Quilombo di Palmares era uno stato fondato nel 1600 da schiavi fuggiti dalle piantagioni di zucchero e rifugiatisi nella foresta. Era formato da un certo numero di villaggi fortificati, detti mocambo, e crebbe fino a controllare un'area vasta quanto quella del Portogallo. Zumbi nacque libero proprio a Palmares, ma fu catturato e venduto come schiavo a un prete. Apparteneva al lignaggio dei sovrani del Congo. A quindici anni fuggì e riuscì a ritornare tra la sua gente. Divenne un valoroso guerriero e un abile stratega. Dieci anni dopo il suo ritorno sottrasse il potere allo zio Ganga Zumba, che aveva accettato di sottomettersi al governatore portoghese in cambio di una promessa di libertà per le genti del Quilombo. Dopo 15 anni di fierissima resistenza, Zumbi venne catturato e infine decapitato. La sua testa fu esposta come monito, col pene reciso e collocato in bocca. Il governatore Caetano de Melo e Castro intendeva con questo terrorizzare i neri, dando un'evidente smentita di una strana superstizione che voleva Zumbi immortale. Ora posso dimostrare che questa superstizione aveva il suo fondamento nell'onomastica. Siccome Zumbi significa "divinità, feticcio, spirito", era già soltanto per questo creduto immortale. Gli schiavi in Brasile mantenevano le loro lingue africane ancora nel XVII secolo, come prova il fatto che Zumbi, rapito da piccolo, dovette imparare il portoghese, che non conosceva. Così si dice tuttora in Brasile di questo Spartaco, infaticabile difensore degli oppressi: "Eis o Espírito", ossia "Questo è lo Spirito". Non a caso: si tratta proprio della traduzione in portoghese del nome Zumbi

La zuvembie o zombie femmina
 
Pochi sanno che esiste anche la parola zuvembie "zombie femmina". In realtà è stata introdotta di recente, risalendo a un racconto di Robert E. Howard, Pidgeons from Hell (tradotto in italiano come I colombi dell'inferno), pubblicato postumo nel 1938 su Weird Tales. Howard, il creatore del celeberrimo personaggio di Conan il barbaro, non era esattamente un filologo. Mi domando come possa aver dato vita a una forma che conferma la mia ricostruzione protolinguistica. Bisognerebbe accertare se l'autore fantasy abbia preso la parola da qualche lingua africana o se abbia alterato capricciosamente zombie spinto dal proprio estro creativo. Purtroppo allo stato attuale delle conoscenze non mi è possibile approfondire la questione. Negli anni '70 la Marvel Comics sostituì con zuvembie la parola zombie, proibita dall'asfissiante censura buonista della Comics Code Authority, perché ritenuta "traumatizzante". In questa operazione si è persa l'originaria natura femminile della zuvembie, il cui nome è stato attribuito abusivamente anche a morti viventi resuscitati da cadaveri di maschi. Del resto, la Marvel non è proprio definibile come "Fronte della Cultura"
 
Un remoto prestito neolitico?  
 
Non può sfuggirmi la somiglianza che il nome dello zombie ha con la ricostruzione di una protoforma nordcaucasica, opera di Sergei Starostin, della Scuola di Mosca. Riporto in questa sede i dati, tratti dal database The Tower of Babel (starling.rinet.ru):    
 
Proto-Nord Caucasico: *ǝ̄mbi "dio, divinità" 
 
  Proto-Nakh: *c̣ēbV "divinità"
    Ceceno: c̣ū "divinità pagana"
    Ingush: c̣uw "prete"
    Batsbi: c̣ijb "idolo, dio"

  Proto-Avaro-Andi: *c̣:VbV "divinità" > "grazia"
    Àvaro: c̣:ob "misericordia, grazia"  
    Andi: c̣:ob "dio"

  Lak: c̣imi "grazia, misericordia, pietà"

  Proto-Dargwa: c̣um "pietà"
    Akusha: c̣um "pietà"

    N.B. I significati di "misericordia" e simili devono essersi formati a causa del passaggio all'Islam, che attribuisce a Dio gli epiteti "Misericordioso, Compassionevole". A parer mio non si può far risalire questa semantica alla fase di protolingua nord caucasica, come fa Starostin.
 
Hurritico: ažammi "immagine, figura" (ossia "idolo") 

La forma hurritica, che doveva avere una consonante sonora /ʒ/ e in cui -mm- doveva risalire a un precedente -mb-, è particolarmente simile alle forme africane. 

Questa è la mia ipotesi: da qualche lingua parlata nell'Europa del Neolitico, il nome del feticcio e del morto vivente è stato importato in Africa. La cosa non è poi così assurda come potrebbe sembrare a prima vista: è stata dimostrata l'esistenza di movimenti demici dall'Europa all'Africa, che hanno portato un'enorme quantità di materiale genetico europeo tra le genti africane, anche nelle aree più impervie. Si è potuto appurare che le genti neolitiche che hanno compiuto queste migrazioni, con ogni probabilità sotto la pressione di popoli indoeuropei, erano geneticamente simili agli odierni Sardi. Nel Web si trova molto materiale per approfondimenti. Riporto a titolo di esempio questo link:
 
 
Infine appongo una mia personale considerazione, con fede assoluta e incrollabile: GLI ZOMBIE ESISTONO!! 

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