Ricordo ancora la sfuriata del professore di storia, P. B., il cui cognome denotava una chiara discendenza bizantina, quando un alunno, certo A., pronunciò la locuzione mass media come /mas 'midja/. Il bilioso docente eruppe in una crisi di sputacchi e con voce da donnicciola isterica emise alte urla lacerando l'aere, affermando che media è latino e che quindi bisogna dire /mas 'medja/. A dire il vero gli è sfuggito un piccolo particolare. La parola mass non è latina. Viene dal latino massa, certamente, ma passando prima attraverso l'antico francese masse "mucchio, gran quantità", poi attraverso la genuina usura fonetica del volgo anglosassone, cosa che ha comportato la perdita della vocale finale. Al massimo potremmo considerare l'inglese mass soltanto una parola anglolatina, ossia una parola anglosassone derivata dal latino. Per quanto riguarda media, è chiaramente un plurale di medium, traducibile con "mezzo", inteso come "tramite". Si tratta di un aggettivo neutro sostantivato. Una costruzione artificiosa come mass media non è affatto latina, ma ibrida, o sarebbe qualcosa come un inesistente MASSAE MEDIA. La locuzione anglolatina è stata importata tal quale in italiano dall'inglese (può essere definita come forestierismo sociologico), quindi è assolutamente corretto - con buona pace dell'insegnante - affermare che /mas 'midja/ è una pronuncia sostanzialmente accettabile. Anzi, se dovessimo fare le pulci la pronuncia corretta sarebbe /mæs 'mi:dɪə/. Nessuno può essere tacciato di ignoranza della lingua latina per il fatto che pronuncia in modo conforme alla fonologia dell'inglese d'America una locuzione anglolatina importata dall'America e profondamente manipolata, lontana anni luce da Cesare e da Cicerone! Non si vuole accettare la pronuncia anglolatina? Benissimo, si può pronunciare media come /'medja/, rifiutando di dire /'midja/, a patto di obliterare quell'insensato mass, che nel contesto non sarebbe affatto coerente. Possiamo così dire "i media" o meglio ancora "i mezzi di massa" (che sarebbe un calco) anziché "i mass media". Non avremmo comunque ristabilito il buon uso del latino, come mosterò con argomenti solidissimi nel seguito. Possiamo già fin d'ora dire che quel professore di storia era un coglione e che tutta questa conoscenza del mondo classico non l'aveva. Ormai sarà morto. Direi che è la sola cosa positiva che ha fatto.
Cerchiamo ora di capire quant'è profonda la manipolazione della lingua latina compiuta dai giornalisti (vil razza dannata) che hanno dato vita all'orrida locuzione mass media (in inglese scritto anche mass-media). Ai tempi di Cesare e di Cicerone non si aveva la benché minima contezza dell'esistenza di qualcosa di simile ai mezzi di comunicazione di massa. Almeno, non sul piano lessicale. Questo è il significato della parola medium (sostantivo neutro, plurale media) nella nobilissima lingua dell'Urbe:
Questo è riportato sul Dizionario Latino Olivetti:
medium (medium, medii)
sostantivo neutro II declinazione
1 il mezzo, il centro
2 via di mezzo, compromesso
3 condizione neutrale o indifferente
4 luogo accessibile, visibile, pubblico
Riporto alcune locuzioni, modi di dire, esempi, estratti dal Dizionario Olivetti:
e medio o de medio "dalla quotidianità", "dalla scena", "di mezzo";
aliquid in medium profero "esporre qualche cosa";
aliquid de medio removeo "far sparire qualcosa";
aliquem de medio tollo o aliquem e medio tollo "far sparire qualcuno";
in medio foro "nel mezzo della piazza";
in medium venio "presentarsi";
in medio relinquo "lasciare in sospeso";
de medio recedo "farsi da parte, togliersi di mezzo";
in mediis hostibus "tra i nemici";
agminis medium "il centro dello schieramento"
ad Varum media scriptitabat "andava scrivendo a Varo parole ambigue"
ad media Gallorum protendor "arrivare in mezzo ai Galli"
rem in medium voco "sottoporre al giudizio pubblico"
aliquem ex media morte eripio "strappare qualcuno al luogo della morte"
aliquem medio sub aequore mergo "far affogare qualcuno in mezzo al mare"
Aesope, in medio sole quid tu lumine? "Esopo, porti il lume in pieno giorno?"
assurgentes quidam ex strage media cruenti "certuni sollevandosi sanguinanti dalla massa di cadaveri che li circondavano"
arsit Atrides medio in triumpho vergine rapta "l'Atride, nel mezzo della vittoria, s'innamorò della vergine (da lui) rapita"
candidus taurus, signatus tenui media inter cornua nigro "un toro candido, segnato in mezzo alle corna di un po' di nero".
Enumerare simili esempi e impararli a memoria è il metodo che suggerisco ai metallari per imparare il latino ed evitare di produrre locuzioni aberranti. Inutile indurli a ragionare sulla morfologia latina.
Non troviamo la benché minima traccia di medium come "mezzo di comunicazione": come tutti possono vedere, si tratta di un neologismo!
Veniamo ora a massa:
massa [massă], massae
sostantivo femminile I declinazione
sostantivo femminile I declinazione
1 massa, ammasso, mucchio, blocco
2 massa di metallo
2 massa di metallo
In particolare il significato di "massa, ammasso" fa riferimento spesso a una massa di pasta lievitata, mentre il significato di "massa di metallo" spesso è applicato all'oro o a un mucchio monete. Per maggiori dettagli rimando al dizionario online di Lewis & Short:
Non possiamo fare a meno di notare che già in Agostino d'Ippona (354 d.C. - 430 d.C.) occorre un notissimo esempio della parola "massa" col significato di "folla, moltitudine di persone". Si tratta della locuzione massa damnationis "massa di dannazione", ossia "moltitudine destinata alla dannazione eterna".
Seguiamo ora, passo dopo passo, il processo che ha portato in inglese alla formazione della locuzione mass media.
mass-media (n.)
singular mass-medium, "means of communication that reach large numbers of people," 1923; see mass (n.1) + media (n.).
singular mass-medium, "means of communication that reach large numbers of people," 1923; see mass (n.1) + media (n.).
Traduzione:
Singolare mass-media, "mezzo di comunicazione che raggiunge un grande numero di persone", 1923; vedi mass (n.1) + media (n.).
media (n.)
"newspapers, radio, TV, etc." 1927, perhaps abstracted from mass-media (1923, a technical term in advertising); plural of medium (n.) as "intermediate agency," a sense attested in English from c. 1600. Also see -a (2).
"newspapers, radio, TV, etc." 1927, perhaps abstracted from mass-media (1923, a technical term in advertising); plural of medium (n.) as "intermediate agency," a sense attested in English from c. 1600. Also see -a (2).
Traduzione:
"Giornali, radio, TV, etc.", 1927, forse astratto da mass-media (1923, termine tecnico nella pubblicità); plurale di medium (n.) nel senso di "agenzia intermediaria", attestato in inglese dal 1600 circa. Vedi anche -a (2).
medium (n.)
1580s, "a middle ground, quality, or degree; that which holds a middle place or position," from Latin medium "the middle, midst, center; interval," noun use of neuter of adjective medius "in the middle, between; from the middle" (from PIE root *medhyo- "middle").
Many of the secondary senses are via the notion of "intervening substance through which a force or quality is conveyed" (1590s) and "intermediate agency, channel of communication" (c. 1600). From the former, via application to air, etc., comes the sense of "one's environment or conditions" (1865). From the latter comes the sense of "a print publication" (1795) which later grew into the meaning in media.
In spiritualism, "person who conveys spiritual messages," by 1853. In painting, in reference to oil, watercolor, etc., by 1854. The notion is "liquid with which pigments are ground or mixed to give them desired fluidity." Happy medium is the "golden mean," Horace's aurea mediocritas.
1580s, "a middle ground, quality, or degree; that which holds a middle place or position," from Latin medium "the middle, midst, center; interval," noun use of neuter of adjective medius "in the middle, between; from the middle" (from PIE root *medhyo- "middle").
Many of the secondary senses are via the notion of "intervening substance through which a force or quality is conveyed" (1590s) and "intermediate agency, channel of communication" (c. 1600). From the former, via application to air, etc., comes the sense of "one's environment or conditions" (1865). From the latter comes the sense of "a print publication" (1795) which later grew into the meaning in media.
In spiritualism, "person who conveys spiritual messages," by 1853. In painting, in reference to oil, watercolor, etc., by 1854. The notion is "liquid with which pigments are ground or mixed to give them desired fluidity." Happy medium is the "golden mean," Horace's aurea mediocritas.
Traduzione:
Anni 1580,
"una via di mezzo, detto di qualità o grado; ciò che detiene un posto o una posizione intermedia", dal latino medium "la metà, il mezzo, centro, intervallo",
uso nominale del neutro dell'aggettivo medius "nel mezzo, in mezzo; dal mezzo" (dalla raddice PIE *medhyo- "mezzo").
Molti dei significati secondari sono derivati tramite la nozione di "sostanza intermedia attraverso la quale viene convogliata una forza o una qualità" (1590) e "agenzia intermediaria, canale di comunicazione" (circa 1600). Dal primo, attraverso l'applicazione all'aria, ecc., deriva il senso del "proprio ambiente o condizioni" (1865). Da quest'ultimo deriva il senso di "pubblicazione a mezzo stampa" (1795) che in seguito è cresciuto nel significato nei media.
Nello spiritismo, "persona che trasmette messaggi spirituali", attestato nel 1853. Nella pittura, in riferimento a olio, acquerello, etc., attestato nel 1854. L'idea è "liquido con cui i pigmenti vengono macinati o mescolati per dare loro la fluidità desiderata". Happy medium è il "giusto compromesso", l'aurea mediocritas di Orazio.
Polemiche e derivati aberranti
In italiano la parola media nell'accezione di "mezzi di comunicazione" è considerata maschile (cosa abbastanza ovvia, non esistendo che pochi residui di neutro). A rigor di logica si dovrebbe usare media unicamente al plurale. Invece si trova media, di genere maschile, anche al singolare. Numerosi sono coloro che dicono "un media", cosa che evito come la peste. Al singolare dovrebbe dirsi *medium "mezzo di comunicazione", ma quest'uso non si trova (quindi metto l'asterisco). La storia della parola latina medium ha conosciuto problemi sia morfologici che semantici. In italiano si usa l'anglolatinismo medium solo nel senso di "persona che trasmette messaggi spirituali". In questo caso, il plurale è invariato, medium. Mi è capitato addirittura di trovare un testo in cui compariva più volte un deprecabile mediums. Nonostante medium sia pronunciato in inglese /'mi:dɪəm/, in italiano si utilizza soltanto con la pronuncia latina scolastica, /'medjum/. Queste interessanti discrepanze sono dovute al fatto che sono state diverse le circostanze dei due prestiti, medium e mass media: tempi diversi e modi diversi. La parola medium è giunta probabilmente tramite la lingua scritta, mentre la locuzione mass media è giunta ben più tardi tramite la lingua parlata della TV.
L'italiano ha accolto medium nell'accezione spiritica dandogli alcuni improbabili derivati come medianico e medianità. In modo simile, anche se in altro contesto, ha accolto (mass) media derivandone il grottesco aggettivo mediatico e l'ancora più implausibile massmediatico. Ricordo ancora quando sentii per la prima volta parlare dello "sfavillante nulla massmediatico" e del "circo massmediatico". Durante una sessione di zapping mi apparve a pieno schermo il faccione di Berlusconi, immobile, con la voce di Fede che commentava: "Qui si invoca l'aberrante teorema della responsabilità soggettiva". Non ricordo quale fosse il contesto. Subito dopo la gigantografia berlusconiana scomparve e il cronista cambiò argomento, parlando per l'appunto dello "sfavillante nulla massmediatico". Questi dettagli grotteschi mi sono rimasti impressi.
Gli anglismi e diversi anglolatinismi hanno la pronuncia inglese scolastica italica, ma in molti casi anche la pronuncia italianizzata (potremmo dire ortografica o semi-ortografica). Questa opposizionie è neutralizzata nei derivati, che hanno invece la sola pronuncia italianizzata. In genere questo fenomeno è causato dallo spostamento dell'accento. Ecco alcuni esempi:
media /'midja/ ~ /'medja/
mediatico /me'djatiko/
mass media /mas 'midja/
massmediatico /masme'djatiko/
handicap /'ɛndikap/ ~ /'andikap/
handicappato /andikap'pato/
manager /'mɛnedʒer/ ~ /'manadʒer/
manageriale /manadʒe'rjale/
random /'rɛndom/ ~ /'random/
randomizzare /randomid'dzare/
supporter /sap'porter/
supportare /suppor'tare/
Come si può vedere, l'assimilazione dei derivati è completa. Nel gergo informatico esistono numerose eccezioni:
download /da(u)n'lod/
downloadare /da(u)nlo'dare/
upload /ap'lod/
uploadare /aplo'dare/
unzip /an'dzip/
unzippare /andzip'pare/
Tutte queste dinamiche connesse con i prestiti sono di una complessità incredibile, ma sfuggono quasi del tutto alla consapevolezza dei parlanti.
Mortificanti conclusioni
In Italia a scuola non si imparano le lingue: si imparano simulacri distorti di lingue. Immagino che sia lo stesso anche altrove, in ogni caso mi limito a parlare della realtà che conosco. Il sistema scolastico italiano non permette la formazione del benché minimo senso critico. Si evidenzia la natura fallimentare dell'insegnamento della lingua latina. Con tutti questi latinisti, possibile che nessuno abbia potuto distinguere tra un anglolatinismo distorto e un autentica eredità dell'antica Lingua dell'Urbe?
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