Qual è l'origine della notissima parola toscana bischero? Quanti se lo saranno chiesto, senza poter trovare una risposta! Nell'uso comune, bìschero significa "stupido, minchione", ma questa semantica è di chiara origine peniena. Il bìschero è innanzitutto il membro virile. Ricordo ancora che in un fumetto erotico alcune signore chiacchieravano dalla parrucchiera, lamentandosi che i mariti pretendevano la fellatio, incuranti che i loro bischeri fossero bisunti e maleodoranti. Il passaggio da "membro virile" a "scemo" è molto ben documentato in un gran numero di casi. Basti pensare a parole come minchione, pirla, baggiano, citrullo, etc. Gli organi genitali sono per loro natura la negazione dell'intelligenza, maschili o femminili che siano: hanno reazioni puramente impulsive e devono essere controllati perché non facciano disastri.
Come al solito, la fantasia dei romanisti si è scatenata. Si può partire dal responso di Google alla chiave di ricerca "bischero":
Dizionario
Definizioni da Oxford Languages
Definizioni da Oxford Languages
bischero
/bì·sche·ro/
sostantivo maschile
1. Ciascuno dei cavicchi che servono a tirare o allentare le corde degli strumenti a seconda che si girino in un senso o nell'altro.
2. TOSCANO • POP.
Il pene.
- FIG.
Grullo, buono a nulla; persona che si crede furba e invece si rivela stupida e minchiona (in questo sign. anche f. -a ).
Origine
Prob. alterazione di pìspolo, altra voce tosc. equivalente a bischero nei sign. di ‘cavicchio’ e ‘pene’, con attrazione del pref. bis- con valore pegg. e cambio di suff. •1521.
Prob. alterazione di pìspolo, altra voce tosc. equivalente a bischero nei sign. di ‘cavicchio’ e ‘pene’, con attrazione del pref. bis- con valore pegg. e cambio di suff. •1521.
Per completezza, riporto anche la definizione della parola cavicchio, visto che non è di uso comune. La fonte è sempre quella indicata da Google.
Dizionario
Definizioni da Oxford Languages
Definizioni da Oxford Languages
cavicchio
/ca·vìc·chio/
sostantivo maschile
1. Legnetto rotondo piantato su una parete per appendervi oggetti.
Cavicchio osseo, prominenza dell'osso frontale nei Ruminanti Cavicorni.
Origine
/ca·vìc·chio/
sostantivo maschile
1. Legnetto rotondo piantato su una parete per appendervi oggetti.
- Legno cilindrico, aguzzo a un'estremità, con cui si fanno buchi nel terreno per piantare o seminare erbaggi.
- Piolo delle scale di legno portatili.
- Piccola zeppa troncoconica di legno duro per turare i fori lasciati dai chiodi nei fasciami.
- Bischero (per strumenti a corda).
Cavicchio osseo, prominenza dell'osso frontale nei Ruminanti Cavicorni.
Origine
Der. di cavicchia •sec. XVI.
L'opinione della Crusca
Matilde Paoli (Accademia della Crusca), fa riferimento all'articolo di Alberto Nocentini, Bischero: un caso apparentemente risolto, "Archivio Glottologico Italiano", XC - 2005, f. 1, pp. 114-116: 114. Il suo contributo è del 2009.
"Nello
stesso articolo Nocentini, oltre a delineare il percorso semantico
della forma, percorso ormai riconosciuto da tempo dagli studiosi di
etimologia, formula l'ipotesi che essa risalga, anziché alla radice *bisc-/*pisk- 'dondolare, girare, muoversi', come proposto precedentemente in LEI (vol. VI, coll. 84-90), al lemma *pipa con il probabile significato originale di 'cannuccio, cannello', a cui sarebbero da connettersi anche l'aretino pipo o pipi 'membro virile dei bambini' e l'aretino e senese pìrolo che ha lo stesso valore, oltre a quello di 'qualsiasi oggetto affusolato'."
Le conclusioni della Crusca sono quindi le seguenti: tra il pippo, il pirla e il bischero sussisterebbe assoluta identità e l'etimologia sarebbe da cercarsi in un'onomatopea.
La bischerata dei banchieri Bischeri
Nell'abominevole social Quora mi sono imbattuto in un'invereconda stronzata, che tuttavia è molto diffusa tra il volgo: il solito tentativo di far derivare l'origine di un vocabolo da un cognome.
L'utente Daniele Bologna ha scritto quanto segue:
I Bischeri erano una ricca famiglia di banchieri della Firenze medievale.
Il loro cognome è diventato sinonimo di stupido in vernacolo fiorentino per un fatto avvenuto alla fine del '200 e legato alla fondazione del Duomo: quando il Comune di Firenze decise di costruire la cattedrale di Santa Maria del Fiore si decise di edificarlo in un'area dove la famiglia Bischeri aveva diverse proprietà immobiliari. (più o meno nella posizione dove oggi c'è la cupola del Brunelleschi).
Il Comune allora offrì loro una cifra enorme per poter acquistare quelle proprietà per liberare il terreno e iniziare il cantiere.
I Bischeri pensando di poter speculare sul prezzo rifiutarono più volte le offerte del Comune, finché il governo cittadino perse la pazienza e decise di passare all'esproprio forzato di quei terreni dando ai Bischeri una miseria come indennizzo.
Per questo motivo i Bischeri divennero lo zimbello della città. Cambiarono perfino cognome in Guadagni perchè già allora Bischero era diventato un nomignolo beffardo.
Il loro cognome è diventato sinonimo di stupido in vernacolo fiorentino per un fatto avvenuto alla fine del '200 e legato alla fondazione del Duomo: quando il Comune di Firenze decise di costruire la cattedrale di Santa Maria del Fiore si decise di edificarlo in un'area dove la famiglia Bischeri aveva diverse proprietà immobiliari. (più o meno nella posizione dove oggi c'è la cupola del Brunelleschi).
Il Comune allora offrì loro una cifra enorme per poter acquistare quelle proprietà per liberare il terreno e iniziare il cantiere.
I Bischeri pensando di poter speculare sul prezzo rifiutarono più volte le offerte del Comune, finché il governo cittadino perse la pazienza e decise di passare all'esproprio forzato di quei terreni dando ai Bischeri una miseria come indennizzo.
Per questo motivo i Bischeri divennero lo zimbello della città. Cambiarono perfino cognome in Guadagni perchè già allora Bischero era diventato un nomignolo beffardo.
Questi Bischeri sono esistiti realmente. Così Wikipedia in italiano:
"I Bischeri furono una cospicua famiglia fiorentina, il cui cognome costituisce una famosa etimologia popolare, che gode però di scarsa considerazione tra i linguisti[1] per bìschero, il tipico appellativo toscano indirizzato a persone ingenue e poco furbe."
[1] Vedi Nocentini (2005), di cui sopra.
E ancora:
"Si hanno tracce dei Bischeri in Firenze fin dalla metà del XIII secolo e nei decenni successivi questi si imposero come ricchi possidenti e mercanti, conseguendo molte cariche pubbliche, tra cui ben 15 priorati dal 1309 al 1432 e due gonfalonieri di Giustizia (Noferi e Giovanni). La famiglia Bischeri aveva le proprie case nella zona tra Piazza del Duomo e Via dell'Oriuolo, nota oggi come "Canto dei Bischeri" ed il suo stemma era bardato di otto di nero e di oro."
I Bischeri non sono stati la causa dell'uso della parola bischero; semmai sono stati scherniti e messi in satira dal volgo proprio per via del loro nomen omen.
Un'attestazione antica
Anche se i romanisti pensano di ridurre tutto a formazioni onomatopeiche, il bischero era già noto nell'Etruria dell'antichità. Il vocabolo viscri è attestato in un'iscrizione su statuetta bronzea recante un testo in scriptio continua. Questa è la traslitterazione: eitviscriture/arnθalitlepumpus (Ar 4.4, CIE 2627). La prima parte del testo è da separarsi in eit viscri ture "così dona il membro", mentre la seconda indica il soggetto della frase, ossia il nome del donatore: Arnθ Alitle Pumpus.
eit "così"
viscri "membro"
ture "dona"
Traduco viscri in modo generico con "membro" oppure "organo interno". Marzolla era convinto che si trattasse di una fallo, rappresentato "con crudo realismo" (1984). Forse aveva ragione. Si noterà che l'uomo rappresentato dalla statuetta non indossa le vesti di un aruspice. La trafila semantica deve essere stata questa: "organo" => "budello" => "pene".
Il toscano bischero "pene", "stupido" è senz'altro il più chiaro e glorioso relitto etrusco ben vivo e vitale ai nostri tempi.
Pallottino riteneva probabile l'evoluzione dell'approssimante /w/ in una fricativa /v/ o /β/ in etrusco, che sarebbe avvenuta precocemente rispetto al latino. Si può citare a questo proposito il toponimo Velzna, corrispondente al latino Volsinii (Novi), da cui si è sviluppato l'italiano Bolsena, con una consonante iniziale occlusiva. Ecco, la derivazione del toscano bischero dal sostrato etrusco sarebbe un altro notevole esempio di questo sviluppo. Possiamo ricostruire un latino volgare *bīscru(m) come antenato diretto della parola in analisi.
A questo punto i romanisti potrebbero obiettare che il termine toscano è attestato a partire dal XVI secolo, trovandosi però nel cognome Bischeri già nel XIII secolo: c'è una grande distanza temporale tra l'etrusco, verosimilmente spentosi agli inizi del I secolo d.C. o forse poco oltre. Questa non è una prova convincente, anche considerando che non si tratta di un dottismo. I resti delle lingue di sostrato hanno spesso una considerevole tenacia e possono continuare la loro esistenza occulta come fiumi carsici per molti secoli, emergendo poi all'improvviso.
Possibili prestiti dal proto-tirrenico
al proto-italico e al proto-germanico
al proto-italico e al proto-germanico
Indago alcuni possibili prestiti dall'etrusco al latino, più antichi di quello che ha dato origine alla parola bischero.
Traduco quanto riportato dalla Wikipedia in inglese:
vīscus n. (genitivo vīsceris); terza declinazione (soprattutto plurale)
1. Ogni organo interno del corpo.
2. (anatomia) interiora, viscere, intestini, organi interni
1. Ogni organo interno del corpo.
2. (anatomia) interiora, viscere, intestini, organi interni
Sinonimi: intestīnum, interāneum, exta, prōsicium,
prōsecta, hīllae
Etimologia
Di origine non chiara[1]; forse dal proto-indoeuropeo *weys- (“girare, ruotare”).
[1] De Vaan, Michiel (2008).
[1] De Vaan, Michiel (2008).
La ricostruzione proto-indoeuropea è abbastanza discutibile e potrebbe essere fallace: a quanto se ne sa, la radice è presente soltanto in latino; al limite sarà stata presente in altre lingue derivanti dal proto-italico, anche se all'attuale stato delle conoscenze non lo sappiamo. Reputo più probabile pensare che dall'antico etrusco sia giunta al proto-italico questa parola come prestito.
Traduco quanto riportato dalla Wikipedia in inglese:
virga f. (genitivo virgae); prima declinazione
1. ramoscello, giovane germoglio
2. asta,
3. bastone, bastone da passeggio
4. bacchetta (magica)
5. (in senso figurato, latino tardo, latino medievale) pene
Etimologia
Dal proto-italico *wizgā, probabilmente dal proto-indoeuropeo *wisgeh₂ (“asta o ramo flessibile”). Possibilmente imparentato col proto-germanico *wiskaz (“fascio di fieno o di paglia, ciuffo”).[1] Dal proto-indoeuropeo *weys- (“produrre, procreare”), o in alternativa da una radice *weyḱs- (vedi *weyḱ-)(2). Indipendentemente da ciò, è probabilmente un doppione di viscum(3).
[1] Alberto Nocentini, Alessandro Parenti, “l'Etimologico - Vocabolario della lingua italiana”, Le Monnier, 2010
(2) La radice *weyḱ- ha il significato di "entrare; stanziarsi; stanziamento" (nota mia).
(3) Latino viscum "vischio" (nota mia).
La ricostruzione proto-indoeuropea è abbastanza discutibile e potrebbe essere fallace: a quanto se ne sa, la radice è presente soltanto in latino e in germanico. Questa radice ha l'aria di essere un termine di sostrato o di adstrato, preso proprio da una lingua tirrenica. I Neogrammatici lo hanno preso e lo hanno proiettato nelle Steppe, come è loro costume.
Questa è la trafila da me presupposta:
Proto-tirrenico:
*wisk-
Significato: "membro", "organo"
per estensione: "budello", "pene"
=> Proto-indoeuropeo occidentale:
*wizg- / *wisk- / *wi:sk-
*wizg- / *wisk- / *wi:sk-
Significato: "asta flessibile", "membro"; "organo", "budello"
=> Proto-italico, Proto-germanico.
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