Il toponimo mitico Aidenn compare in due opere di Edgar Allan Poe: la prima attestazione si ha in un racconto breve e poco studiato, La conversazione di Eiros e Charmion (The Conversation of Eiros and Charmion), la seconda nel più famoso componimento Il Corvo (The Raven). Si tratta chiaramente dell'Ade. È una forma derivata dall'accusativo del greco ᾍδης (Hades), che è ᾍδην (Haden).
Questa trascrizione del nome dell'Ade implica che Poe conoscesse la pronuncia erasmiana del greco, essendo Aidenn incompatibile con l'itacismo. Questo ovviamente non significa necessariamente che conoscesse e usasse anche la pronuncia restituta del latino. È davvero strana la consonanza della forma usata da Poe con l'etrusco Aita, Aiθa, Eita, un prestito dal greco, ma anteriore al passaggio del dittongo lungo /a:i/ in /a:/. Sembra quasi che il profetico scrittore avesse chiara nella mente una forma più antica del teonimo greco, con l'antico dittongo integro. L'origine di queste peculiarità fonetiche è presto spiegata: in ultima analisi la protoforma è ricostruibile come *ṇ-wida:s, ossia "Colui che rende invisibili", ed è di chiara origine indoeuropea. Presso gli Etruschi si usava anche una forma nativa per indicare Plutone e gli Inferi, Calu, di cui tratteremo diffusamente in altra occasione.
Con mia grande sorpresa, ho visto che Aidenn è considerato dai critici una mera trascrizione della parola araba عدن (ʕadn) che indica il Giardino dell'Eden e che deriva a sua volta dall'ebraico עדן (éden). Questa è la spiegazione della voce Aidenn data da Wiktionary:
Proper noun
Aidenn
1. (poetic) Paradise.
In Thefreedictionary.com sono raccolte le traduzioni riportate da diversi dizionari online.
Questa è la prima glossa, a cui ne seguono numerose altre del tutto simili:
E·den (ēd′n)
n.
1. Bible The garden of God and the first home of Adam and Eve. Also called Garden of Eden.
2. A delightful place; a paradise.
3. A state of innocence, bliss, or ultimate happiness.
n.
1. Bible The garden of God and the first home of Adam and Eve. Also called Garden of Eden.
2. A delightful place; a paradise.
3. A state of innocence, bliss, or ultimate happiness.
Il termine esiste nel linguaggio urbano anglosassone. Questo è quanto è riportato dal sito Urbandictionary.com, per giunta facendo riferimento proprio a Poe:
Aidenn
A name to a guy with a bad temper but sweet heart. Social and loveable. Oh, and girls drool all over him.
Found in Edgar Allen Poe's "The Raven" originally meaning "paradise" ---which is what you get when you look into this soulful man's eyes.
Eventually will be your soul mate.I have met my Aidenn
A name to a guy with a bad temper but sweet heart. Social and loveable. Oh, and girls drool all over him.
Found in Edgar Allen Poe's "The Raven" originally meaning "paradise" ---which is what you get when you look into this soulful man's eyes.
Eventually will be your soul mate.I have met my Aidenn
Sono consapevole che Aidenn sia stato e sia tuttora usato come forma poetica di Eden. Eppure, che Aidenn sia l'Eden in Poe non è proprio possibile. Infatti Charmion dice:
"You have now suffered all of pain, however, which you will suffer in Aidenn."
Eiros risponde:
"In Aidenn?"
Charmion conferma:
"In Aidenn."
Proviamo a tradurre:
"Tuttavia ora hai sofferto tutte le pene che patirai nell'Ade."
È ovvio che non ha il benché minimo senso tradurre in questo modo:
"Tuttavia ora hai sofferto tutte le pene che patirai nell'Eden."
Veniamo ora alla poesia The Raven (versi 91-96):
“Prophet!” said I, “thing of evil!—prophet still, if bird or devil!
By that Heaven that bends above us—by that God we both adore—
Tell this soul with sorrow laden if, within the distant Aidenn,
It shall clasp a sainted maiden whom the angels name Lenore—
Clasp a rare and radiant maiden whom the angels name Lenore.”
Quoth the Raven “Nevermore.”
By that Heaven that bends above us—by that God we both adore—
Tell this soul with sorrow laden if, within the distant Aidenn,
It shall clasp a sainted maiden whom the angels name Lenore—
Clasp a rare and radiant maiden whom the angels name Lenore.”
Quoth the Raven “Nevermore.”
Il fatto è che nella teologia cristiana, come in quella ebraica, l'Eden a seguito della cacciata di Adamo e di Eva è uno sterile deserto abbandonato, non la sede delle anime salvate. Questa è la traduzione in italiano di Ernesto Ragazzoni (1870-1920), riportata su Wikisource e a mio avviso erronea:
«O profeta — urlai — profeta, spettro o augel, profeta ognora!
per il ciel sovra noi teso, per l’Iddio che noi s’adora
di’ a quest’anima se ancora — nel lontano Eden, lassù,
potrà unirsi a un’ombra cara che chiamavasi Lenora!
a una vergine che gli angeli ora chiamano Lenora!»
Mormorò l’augel: «Mai più!».
per il ciel sovra noi teso, per l’Iddio che noi s’adora
di’ a quest’anima se ancora — nel lontano Eden, lassù,
potrà unirsi a un’ombra cara che chiamavasi Lenora!
a una vergine che gli angeli ora chiamano Lenora!»
Mormorò l’augel: «Mai più!».
Vediamo che addirittura within the distant Aidenn viene tradotto con nel lontano Eden, lassù. Diabole, è stato inventato un lassù che nel testo originale nemmeno esiste! Riporto una traduzione più letterale, anche se mi rendo conto che non sta nel verso e che non suona particolarmente bene:
"O profeta", dissi io "Cosa del Male! Ancor profeta, che tu sia uccello o diavolo!
Per il Cielo che si estende sopra di noi - per il Dio che entrambi adoriamo -
Di' a quest'anima carica di dolore, se, nel distante Ade,
potrà abbracciare una vergine santa che gli angeli chiamano Eleonora-
abbracciare una rara e radiosa vergine che gli angeli chiamano Eleonora."
Disse il corvo: "Mai più".
Per il Cielo che si estende sopra di noi - per il Dio che entrambi adoriamo -
Di' a quest'anima carica di dolore, se, nel distante Ade,
potrà abbracciare una vergine santa che gli angeli chiamano Eleonora-
abbracciare una rara e radiosa vergine che gli angeli chiamano Eleonora."
Disse il corvo: "Mai più".
E infatti, subito nei versi successivi, si a riferimento a Plutone, che dagli Elleni era chiamato Ade:
“Be that word our sign of parting, bird or fiend!” I shrieked, upstarting
“Get thee back into the tempest and the Night’s Plutonian shore!
Leave no black plume as a token of that lie thy soul hath spoken!
Leave my loneliness unbroken!—quit the bust above my door!
Take thy beak from out my heart, and take thy form from off my door!”
Quoth the Raven “Nevermore.
“Get thee back into the tempest and the Night’s Plutonian shore!
Leave no black plume as a token of that lie thy soul hath spoken!
Leave my loneliness unbroken!—quit the bust above my door!
Take thy beak from out my heart, and take thy form from off my door!”
Quoth the Raven “Nevermore.
Simili commistioni tra temi cristiani e pagani sono la norma nel mondo della poesia e non devono stupire più di tanto. Plutone-Ade è una costante in questa poesia di Poe: il corvo è considerato un suo emissario e il regno da cui proviene è ritenuto la destinazione ultima dell'ombra di ogni uomo. Per quanto vengano menzionati Dio e gli angeli, si capisce che sono soltanto parole vuote prive di qualsiasi significato. Siamo in presenza di un'adorazione di Dio affermata per pura convenzione sociale, quando si vede che la destinazione ultima dei morti non dipende dal loro comportamento terreno, essendo tutti quanti destinati a perdersi nella Tenebra. Nella traduzione di Ragazzoni, le menzioni del sovrano del Tartaro si moltiplicano: "o vecchio spettral corvo della tenebra di Pluto" (verso 46), "Quale nome a te gli araldi dànno alla corte del Re Pluto?" (verso 47), "ferale augel di Pluto" (verso 70), "feral, sinistro, magro, triste, infausto augel di Pluto" (verso 71), "torna ai baratri di Pluto!" (verso 98).
Nella traduzione di Antonio Bruno, vediamo che ogni riferimento diretto a Plutone è stato rimosso, mentre Aidenn viene reso con Eden:
Anche Francesca Diano traduce Aidenn con Eden, ma traduce "Night's Plutonian shore" con "lido plutoniano", obliterando il riferimento alla notte:
Paolo Rolleri rende "Night's Plutonian shore" con "sponda nella notte Plutoniana" e con "sponda della Plutoniana notte", avendo il buonsenso di lasciare Aidenn non tradotto:
Su Quora.com in lingua inglese un utente chiede:
"What is the allusion for Aidenn in the raven by Edgar Allan Poe?"
Questa è la risposta di Suzanne Spittal, che reputo forzata:
"Aidenn is the poetic spelling of Eden, this indicates the speaker is wishing to return to a time of innocence. He has lost the love of his life and cannot rid himself of the dark sorrow that surrounds him."
Il riferimento non è a un fantomatico ritorno all'età dell'innocenza, ma alla sopravvivenza degradata dalla coscienza umana come ombra nelle Tenebre Esteriori.
Siamo di fronte a un singolare abbaglio preso dai critici letterari, che hanno interpretato The Raven servendosi della traduzione di Aidenn come Eden riportata nei dizionari, ignorando bellamente la decisiva testimonianza di The Conversation of Eiros and Charmion. Se Aidenn è una forma poetica di Eden, è altrettanto vero che Poe, persona coltissima, l'ha usata scientemente per trascrivere il nome di Ade.
Questo è riportato in una raccolta commentata di poesie di Edgar Allan Poe tradotte in tedesco, pubblicata da e-artnow Editions nel 2017 (non sono riuscito a risalire all'autore):
"Nach Einigen soll das in der drittletzten Strophe des Originalgedichtes vorkommende Wort »Aidenn« die Accusativ-Form des griechischen »Αιδης« sein und daher »Hades« bedeuten. Es scheint uns indessen durchaus nicht wahrscheinlich, daß dem Dichter ein Hades im Sinne der hellenischen Mythologie vorschwebte."
Traduzione:
"Secondo alcuni, la parola «Aidenn» nel terzo verso del poema originale dovrebbe essere la forma accusativa del greco «Αιδης» e quindi dovrebbe significare «Ade». Non ci sembra affatto probabile che il poeta avesse in mente un Ade nel senso della mitologia ellenica."
Devo essere sincero? A me sembra piuttosto vero il contrario.