Autore: Jean Duvernoy
Titolo originale: La religion des cathares : le catharisme
Anno: 1976
Lingua originale: Francese
Edizione italiana: 2000 Editore: Edizioni Mediterranee
Collana: Pentagramma
Codice ISBN-10: 8827213724
Codice ISBN-13: 978-8827213728
Tematiche: Catarismo, Cristianesimo, religione, dissidenza
religiosa, storia
Pagine: 352 pp.
Formato: Illustrato, 17 x 24
Illustrazioni: 4 tavole fuori testo
Traduzione in italiano: Adriano Lanza
Risvolto:
Molto noto al grande pubblico, grazie a una copiosa letteratura di divulgazione sull'argomento, il catarismo ha beneficiato negli ultimi anni di considerevoli lavori eruditi che ne hanno interamente rinnovato lo studio.
Tra questi, il presente libro, incentrato sulla dottrina e sulla religione dei catari, costituisce una sintesi accessibile a tutti e nello stesso tempo un'analisi scientifica dell'importante dottrina eretica diffusasi in Europa dall'XI secolo in poi.
L'Autore, collegando le fonti letterarie portate alla luce dai migliori studi critici recenti con le testimonianze desunte dai grandi registri dell'Inquisizione, in gran parte inediti, presenta il catarismo come una religione vivente, radicata nel contesto sociale dell'epoca e nella mentalità della gente di cui ha così duramente segnato il destino.
Ridimensionato entro i confini d'Europa, attraverso i paralleli con le fonti slave e bizantine, il fenomeno cataro viene approfondito all'interno della cornice storica delle sue origini, non lontane da quelle del cristianesimo.
Le ipotesi di Duvernoy contribuiscono in tal modo a separare e a distinguere il catarismo dal manicheismo, dallo gnosticismo e dal paulicianesimo, cui sovente è stato legato, e aprono le porte ad uno stimolante e fruttuoso confronto.
Sinossi (da www.ibs.it):
È il primo lavoro complessivo sui Catari che utilizza i testi originali, scoperti e pubblicati dagli anni Quaranta in poi, dissolvendo così il luogo comune tradizionale di una religione misteriosa, cancellata dalla storia, che può essere ricostruita solo con difficoltà. L'opera affronta il dogma, la liturgia, il culto e l'ecclesiologia della religione catara e ne dimostra il carattere indubitabilmente unitario.
L'autore:
Laureato in Legge e in Lettere si è dedicato per oltre vent'anni allo studio delle origini storiche delle eresie medievali e dell'Inquisizione. È autore di libri riguardanti le Cronache del Medioevo e l'Inquisizione; ha pubblicato numerosi articoli apparsi in riviste e negli atti di convegni organizzati in Europa sui temi da lui approfonditi. Nel 1988 è stato nominato responsabile dell'Académie des Jeux Floraux. È deceduto nel 2010.
Struttura:
Riporto qui l'indice del volume di Jean Duvernoy, sperando di invogliare i navigatori interessati all'argomento a procurarsene una copia e ad immergersi nella sua lettura.
Riporto qui l'indice del volume di Jean Duvernoy, sperando di invogliare i navigatori interessati all'argomento a procurarsene una copia e ad immergersi nella sua lettura.
INDICE
PREFAZIONE di Francesco Zambon
PREMESSA il Catarismo
PREMESSA il Catarismo
PARTE PRIMA: IL DOGMA
INTRODUZIONE
Capitolo I: LE FONTI DELLA FEDE
1. L'ANTICO TESTAMENTO
2. IL NUOVO TESTAMENTO
3. GLI APOCRIFI
3.1. La Visione d'Isaia
3.2. La Cena Segreta
3.3. Il Vangelo dei Nazarei
4. I MITI
5. LA LETTERATURA POLEMICA
Capitolo II: IL DUALISMO
1. I DUE PRINCIPI
1.1. La teologia del Principio buono
1.2. La teologia del Principio malvagio
1.2.1. Contraddizione col Vangelo
1.2.2. Un dio incostante, crudele e mentitore
1.3. La creazione buona
1.4. La creazione cattiva
1.4.1. Il mondo visibile
1.4.2. La cattiva creazione e il niente
Capitolo III: COSMOLOGIA E MESCOLANZA
1. LA PRIMA PERTURBAZIONE
2. LA SECONDA PERTURBAZIONE
3. LA CADUTA E LA CREAZIONE DELL'UOMO
3.1. Il primo mito della creazione dell'uomo
3.2. Il secondo mito della creazione dell'uomo
4. IL COMPOSTO UMANO
4.1. Il corpo carnale
4.2. L'anima
4.3. Lo spirito
5. LIBERO ARBITRIO E ORIGINE DEL MALE
5.1. La negazione del libero arbitrio
5.2. La responsabilità della Caduta
6. L'ORIGINE DELLA VEGETAZIONE
APPENDICE I: Variazioni sul tema della Caduta
1. L'ALBIGEISMO-ALBANISMO
2. LA SCUOLA DELLA BOSNIA
3. LA CADUTA PER I MODERATI ITALIANI
Capitolo IV: LA RIVELAZIONE
1. LA CRISTOLOGIA
1.1. "Colui che si chiamava Giovanni"
1.2. Natura del Figlio
1.3. Discesa in questo mondo e kenosi: la parabola del
pellicano
1.4. L'adombramento
1.5. Il docetismo
1.6. I miracoli
1.7. La Passione
2. LA RIVELAZIONE E GLI APOSTOLI
2.1. Giovanni Battista, Maria e Giovanni evangelista
2.2. Gli Apostoli e lo Spirito Santo
2.3. Il messaggio
Capitolo V: L'ESCATOLOGIA
1. LA METEMPSICOSI
1.1. Esposizione e parabola del cavallo
1.2. Reincarnazione e meriti
2. LA SALVEZZA
2.1. Il matrimonio spirituale
2.2. L'anima gloriosa
2.3. Il paradiso della "nuova terra"
3. FINE DEI TEMPI E APOCATASTASI
3.1. Il Giudizio è già avvenuto
3.2. La risurrezione
3.3. La distruzione del mondo malvagio
3.4. L'apocatastasi
Capitolo VI: GLI SCISMI
1. LA SCUOLA DI CONCOREZZO
2. LA SCUOLA DI BAGNOLO
3. GIOVANNI DI LUGIO
4. DESIDERIO
Appendice II: Le autorità a sostegno dell'esegesi catara
Appendice III: L'informazione introduttiva di Moneta
Appendice III: L'informazione introduttiva di Moneta
PARTE SECONDA: LA LITURGIA E LA CHIESA CATARA
Capitolo I: IL BATTESIMO
1. IL BATTESIMO DEI PERFETTI
1.1. Il noviziato
1.2. La trasmissione della Preghiera
1.2.1. La trasmissione del Libro
1.2.2. La catechesi
1.2.3. La trasmissione vera e propria della Preghiera
1.3. Il Consolamentum
1.3.1. Il celebrante
1.3.2. I voti
1.3.3. La catechesi
1.3.4. Il rito
2. IL BATTESIMO DEI MORENTI
2.1. Il patto o convenenza
2.2. Il rito
2.3. Il ministro
2.4. L'"endura"
1. IL BATTESIMO DEI PERFETTI
1.1. Il noviziato
1.2. La trasmissione della Preghiera
1.2.1. La trasmissione del Libro
1.2.2. La catechesi
1.2.3. La trasmissione vera e propria della Preghiera
1.3. Il Consolamentum
1.3.1. Il celebrante
1.3.2. I voti
1.3.3. La catechesi
1.3.4. Il rito
2. IL BATTESIMO DEI MORENTI
2.1. Il patto o convenenza
2.2. Il rito
2.3. Il ministro
2.4. L'"endura"
Capitolo II: LA REGOLA DI GIUSTIZIA E VERITA'
1. L'ASTINENZA
1.1. L'alimentazione carnea
1.2. Il vino
1.3. Le quaresime e i giorni
1.4. L'osservanza
2. LA CONTINENZA
2.1. La motivazione
2.2. La teoria e la pratica
3. LA PREGHIERA
3.1. Le Ore
3.2. Il Pater
3.3. La preghiera di Giovanni Maury
4. LA VERITA'
4.1. Il giuramento
4.2. La menzogna
5. TU NON UCCIDERAI
6. "NON GIUDICATE"
6.1. Il rifiuto del potere
6.2. Il rifiuto della giustizia penale
6.3. Il rifiuto della giustizia civile - L'arbitrato
7. IL LAVORO
7.1. Il precetto
7.2. La pratica
Capitolo III: I RITI
1. IL SERVIZIO
1.1. Il rituale
1.2. La funzione penitenziale
2. IL MELIORAMENTUM
2.1. Il rito
2.2. L'importanza
3. IL BACIO DI PACE (Caretas)
4. IL PANE DELLA SANTA PREGHIERA
4.1. La forma
4.2. La critica dell'eucaristia cattolica
4.3. Il valore del Pane della Preghiera
Capitolo IV: LA PREDICAZIONE
1. L'ESORTAZIONE
2. LA SCRITTURA
3. LA PREDICA
Capitolo V: LA PERSECUZIONE
1. L'ARCANO
2. L'ARRESTO
3. IL ROGO
4. I DELATORI E I PERSECUTORI
1. L'ARCANO
2. L'ARRESTO
3. IL ROGO
4. I DELATORI E I PERSECUTORI
Capitolo VI: LA CHIESA
1. LA DEFEZIONE DALLA CHIESA DI ROMA
1.1. La sua violazione del Vangelo
1.2. La sua avidità
1.3. La sua idolatria
1.4. I suoi omicidi
1.5. La sua corruzione
2. LA CHIESA CATARA
2.1. I credenti
2.2. Ordinato, perfetto, consolato
2.3. L'anziano
2.4. Il diacono
2.5. Il Vescovo e i suoi Figli
2.6. Il papa
2.7. Il concilio
Capitolo VII: SOCIOLOGIA DEL CATARISMO
1. L'ECONOMIA
1.1. I beni temporali
1.1.1. La comunanza dei beni
1.1.2. I lasciti
1.1.3. Il lavoro
1.1.4. Le offerte e le taglie
1.1.5. Gli intendenti (nuntii)
1.1.6. Il tesoro
2. LA MORALE
2.1. Le calunnie
2.2. I credenti
3. LA SOVVERSIONE CATARA
3.1. Il catarismo e le istituzioni
3.2. L'origine rivoluzionaria del catarismo
3.3. La donna
Capitolo VIII: CULTURA E CATARISMO
1. LETTERATURA E SPIRITUALITA'
1.1. La letteratura catara
1.2. La spiritualità catara
1.3. Il catarismo: una "religio"
2. I TROVATORI
2.1. La Linguadoca
2.2. La Francia del Nord
2.3. L'erotica cortese
3. L'ARCHEOLOGIA
3.1. Montségur
3.2. I rifugi sotterranei e le grotte
3.3. Le stele discoidali
3.4. Le "stecci" della Bosnia-Erzegovina
PARTE TERZA: ORIGINI E PARALLELI
Capitolo I: I NOMI DEL CATARISMO
1. I NOMI RIVENDICATI
1.1. Poveri di Cristo
1.2. Cristiani
1.3. Amici di Dio
1.4. "Bonshommes"
1.5. Chiese, Barbe
2. I NOMI DATI DAGLI AVVERSARI
2.1. Ariani
2.2. Catari
2.3. Patarini
2.4. Poplicani, Piphli, "telonarii"
2.5. Tessitori
2.6. Albigesi
2.7. Bugri (Bulgari)
1. I NOMI RIVENDICATI
1.1. Poveri di Cristo
1.2. Cristiani
1.3. Amici di Dio
1.4. "Bonshommes"
1.5. Chiese, Barbe
2. I NOMI DATI DAGLI AVVERSARI
2.1. Ariani
2.2. Catari
2.3. Patarini
2.4. Poplicani, Piphli, "telonarii"
2.5. Tessitori
2.6. Albigesi
2.7. Bugri (Bulgari)
Capitolo II: LA FILIAZIONE STORICA
1. I BOGOMILI
1.1. La dogmatica
1.2. Riti e Chiesa
1.3. I nomi dei Bogomili
1.4. Scuole catare e scuole bogomile
1.4.1. La tesi italiana - Cronologia
1.4.2. La tesi italiana - Dogmatica
1.4.3. Le fonti non italiane - Cronologia
1.4.4. Le fonti non italiane - La dogmatica
1.4.5. Conclusione
2. I CRISTIANI DI BOSNIA
2.1. I dati storici
2.2. La dogmatica
2.3. Riti e Chiesa
3. I PAULICIANI
3.1. Dati storici e fonti
3.2. Dogmatica
3.3. Riti e Chiese
4. I MESSALIANI
5. GIUDAISMO, ISLAM, MANICHEISMO, MANDEISMO
Capitolo III: LA FILIAZIONE TIPOLOGICA
1. I LUOGHI TOPICI DOTTRINALI
2. I LUOGHI TOPICI RITUALI
CONCLUSIONE
INDICE DEI NOMI
Recensione:
Un'opera seminale, una vera e propria pietra miliare a cui fare riferimento. L'autore è esaustivo e rigoroso, non c'è un particolare anche minimo che sfugga alla sua trattazione. Quando si ha bisogno di controllare una fonte, di verificare qualcosa, il volume col serpente rossiccio sulla copertina nera è assolutamente indispensabile. C'è persino un indice di citazioni scritturali importanti usate dai Catari come argomenti per la dimostrazione delle dottrine dualiste in opposizione a quelle della Chiesa Romana. Si potrebbe produrre un ponderoso volume teologico discutendole una ad una. Certo, qualche interpretazione la ritengo un po'
controversa (ad esempio l'origine stessa della parola "cataro"), ma la mole di evidenze riportate è notevole e le discussioni sono
sempre di un livello eccellente. Tutto ciò che riguarda la ricchissima descrizione della dissidenza dualista medievale è riportato in modo minuzioso quanto puntuale, esatto come un verbale. Un altro grande pregio dell'opera è la dimostrazione del carattere unitario del Catarismo non solo da Oriente a Occidente, ma anche lungo l'intero arco della sua esistenza. La dottrina di Peire Autier e di Guilhem Belibasta (inizi XIV secolo) era pura e cristallina quanto quella dei loro predecessori del XIII e del XII secolo, non era affatto - come alcuni ancora sostengono - il risultato di un processo di involuzione o addirittura di degenerazione degli insegnamenti originari. Non posso però nascondere che ci sono gravi criticità nel testo. Per la precisione, i problemi sorgono nella Parte Terza, Origini e paralleli, quando l'autore si addentra in una selva oscura nel tentativo di appurare una volta per tutte quali siano le vere origini di questo enigmatico pensiero religioso. In particolare è preziosa la descrizione della dogmatica del Bogomilismo, mentre è assai discutibile il capitolo sulla filiazione tipologica del Catarismo. Nella sua prefazione all'opera di Duvernoy, il professor Francesco Zambon rimarca a questo proposito alcuni punti molto delicati e cruciali, che riporto in questa sede esercitando il diritto alla citazione:
"Ma, oltre a fornire l'esposizione più completa e aggiornata della dottrina e della liturgia catare, il libro di Duvernoy apre anche nuove piste di ricerca sulle loro origini, sulla loro evoluzione e sulla loro natura essenziale. Scartando la tesi di una derivazione dal marcionismo o da altri movimenti gnostici e riprendendo una proposta di Marcel Dando, Duvernoy pensa di poter individuare la matrice ideologica del catarismo nella tradizione origenista, cioè in quella corrente del pensiero cristiano dei primi secoli che si ispira alle dottrine di Origene ed ha alcuni fra i suoi maggiori esponenti in Gregorio Nisseno, Basilio, Ambrogio."
E ancora:
"Più precisamente, il catarismo sarebbe riconducibile a quel monachesimo basiliano che fu condannato da Giustiniano nel 553. Sarebbe questa la ragione degli aspetti monastici che molti studiosi hanno osservato nell'eresia catara, specie per quanto riguarda i riti d'iniziazione e l'ascesi. Negli ambienti basiliani si sarebbero a poco a poco formati, attraverso una oscura gestazione durata parecchi secoli e della quale non sappiamo quasi nulla, sia il bogomilismo balcanico sia il catarismo dell'Europa occidentale."
Si giunge quindi a quello che è un punto dolente in cui è insito un pericolo gravissimo:
"Il dualismo - che a partire dai polemisti cattolici del Medioevo è sempre stato considerato il nucleo dottrinale dell'eresia, magari allo scopo di ricondurla al modello manicheo - rappresenterebbe dunque soltanto uno sviluppo secondario della teologia bogomila e catara, risultato - come scrive Duvernoy - "di una elaborazione razionale spontanea": il che conduce peraltro anche a una rivalutazione della ricerca esegetica e filosofica di questi eretici, sulla scia di studiosi come Dondaine e Nelli."
A volte ho l'impressione che l'autore francese, nel tentativo di indagare le origini del Catarismo, si sia perso in un ginepraio di nessi multilaterali e di convergenze spesso soltanto apparenti, tralasciando cose essenziali e scambiando per essenziali meri accidenti. A volte la confusione è definitoria, come quando ritiene che l'identificazione della Creazione materiale col Nulla non sia distante dall'absentia boni di Agostino d'Ippona. Se da una parte concordo appieno sul fatto che il Catarismo non possa essere ritenuto una filiazione diretta del Manicheismo, dello Gnosticismo o del Marcionismo, dall'altra rifiuto in modo netto le tesi di un'origine da fermenti origenisti all'interno del monachesimo basiliano. Il Diavolo stesso ha insufflato il suo fumo per ottenere il massimo danno, e lo ha fatto in un modo che difficilmente si sarebbe potuto immaginare. Questo errore primario è da ricercarsi nell'idea secondo cui un elemento costitutivo come il Dualismo ontologico sarebbe invece un prodotto accidentale di un'evoluzione spontanea a partire da un corpo monista. Ecco individuato il vulnus, il tarlo satanico che si è fatto strada nell'edificio accademico per dare poi frutti spaventosi. Si sa sempre da dove si inizia, ma non si riesce a prevedere dove si finirà. Così nella prima fase del processo il Dualismo è stato ridotto a uno sviluppo secondario. Credo che ciò sia stato fatto da Duvernoy e da altri, di certo in buona fede e senza malizia. Poi qualcuno si è appigliato a questa idea per negare l'esistenza stessa del Dualismo - una tendenza che mi pare di ravvisare già in Anne Brenon, tanto per fare un esempio. Infine sono arrivati veri e propri decostruzionisti come Alessia Trivellone, Monique Zerner, Robert I. Moore, Uwe Brunn, Mark G. Pegg et alteri, che negano spudoratamente l'esistenza stessa dei Catari e del Catarismo. A questo punto l'odore di zolfo è talmente forte da permettere di risalire al responsabile ultimo di questo scempio.
"Ma, oltre a fornire l'esposizione più completa e aggiornata della dottrina e della liturgia catare, il libro di Duvernoy apre anche nuove piste di ricerca sulle loro origini, sulla loro evoluzione e sulla loro natura essenziale. Scartando la tesi di una derivazione dal marcionismo o da altri movimenti gnostici e riprendendo una proposta di Marcel Dando, Duvernoy pensa di poter individuare la matrice ideologica del catarismo nella tradizione origenista, cioè in quella corrente del pensiero cristiano dei primi secoli che si ispira alle dottrine di Origene ed ha alcuni fra i suoi maggiori esponenti in Gregorio Nisseno, Basilio, Ambrogio."
E ancora:
"Più precisamente, il catarismo sarebbe riconducibile a quel monachesimo basiliano che fu condannato da Giustiniano nel 553. Sarebbe questa la ragione degli aspetti monastici che molti studiosi hanno osservato nell'eresia catara, specie per quanto riguarda i riti d'iniziazione e l'ascesi. Negli ambienti basiliani si sarebbero a poco a poco formati, attraverso una oscura gestazione durata parecchi secoli e della quale non sappiamo quasi nulla, sia il bogomilismo balcanico sia il catarismo dell'Europa occidentale."
Si giunge quindi a quello che è un punto dolente in cui è insito un pericolo gravissimo:
"Il dualismo - che a partire dai polemisti cattolici del Medioevo è sempre stato considerato il nucleo dottrinale dell'eresia, magari allo scopo di ricondurla al modello manicheo - rappresenterebbe dunque soltanto uno sviluppo secondario della teologia bogomila e catara, risultato - come scrive Duvernoy - "di una elaborazione razionale spontanea": il che conduce peraltro anche a una rivalutazione della ricerca esegetica e filosofica di questi eretici, sulla scia di studiosi come Dondaine e Nelli."
A volte ho l'impressione che l'autore francese, nel tentativo di indagare le origini del Catarismo, si sia perso in un ginepraio di nessi multilaterali e di convergenze spesso soltanto apparenti, tralasciando cose essenziali e scambiando per essenziali meri accidenti. A volte la confusione è definitoria, come quando ritiene che l'identificazione della Creazione materiale col Nulla non sia distante dall'absentia boni di Agostino d'Ippona. Se da una parte concordo appieno sul fatto che il Catarismo non possa essere ritenuto una filiazione diretta del Manicheismo, dello Gnosticismo o del Marcionismo, dall'altra rifiuto in modo netto le tesi di un'origine da fermenti origenisti all'interno del monachesimo basiliano. Il Diavolo stesso ha insufflato il suo fumo per ottenere il massimo danno, e lo ha fatto in un modo che difficilmente si sarebbe potuto immaginare. Questo errore primario è da ricercarsi nell'idea secondo cui un elemento costitutivo come il Dualismo ontologico sarebbe invece un prodotto accidentale di un'evoluzione spontanea a partire da un corpo monista. Ecco individuato il vulnus, il tarlo satanico che si è fatto strada nell'edificio accademico per dare poi frutti spaventosi. Si sa sempre da dove si inizia, ma non si riesce a prevedere dove si finirà. Così nella prima fase del processo il Dualismo è stato ridotto a uno sviluppo secondario. Credo che ciò sia stato fatto da Duvernoy e da altri, di certo in buona fede e senza malizia. Poi qualcuno si è appigliato a questa idea per negare l'esistenza stessa del Dualismo - una tendenza che mi pare di ravvisare già in Anne Brenon, tanto per fare un esempio. Infine sono arrivati veri e propri decostruzionisti come Alessia Trivellone, Monique Zerner, Robert I. Moore, Uwe Brunn, Mark G. Pegg et alteri, che negano spudoratamente l'esistenza stessa dei Catari e del Catarismo. A questo punto l'odore di zolfo è talmente forte da permettere di risalire al responsabile ultimo di questo scempio.
Altre recensioni e reazioni nel Web
Nonostante la mia avversione per i media tradizionali, riporto alcuni estratti significativi di una recensione ad opera di Claudia Gualdana, intitolata Niente sesso, beni in comune: la sfida persa dei catari, comparsa sul Corriere nel 2001 e recuperata tramite Google:
"Ogni epoca produce i ribelli che merita. Se sono i valori legati al denaro a trionfare su tutti gli altri, non ci si deve meravigliare che le ribellioni divengano inconsistenti, perché alla fine sono incantate dalle stesse sirene che mostrano di combattere. Non a caso i ribelli più radicali si perdono nelle nebbie del passato, e del medioevo in particolare. Occorre ritornare in questa epoca per trovare quelli che desideravano rovesciare il mondo in nome della fede."
"La loro regola era severa: si sottomettevano a digiuni estenuanti e rifiutavano l'alimentazione carnea; sostituirono il battesimo tradizionale con l'imposizione delle mani e concepirono un'originalissima liturgia in volgare."
Essere accusati di "follia dogmatica" è tutto sommato irrilevante, visto che poi la dottrina viene comunque esposta per sommi capi e divulgata:
"Tanto rigore non fu però immune da stravaganze reincarnazionistiche e toni apocalittici. È infatti la concezione dell'esistenza a celare una follia dogmatica che avvelenò il corpo della comunità cristiana per quasi cinque secoli. Per i buoni cristiani la vita è la manifestazione dell'inferno: il mondo è opera di Satana, il principio del male, antagonista di Dio. Di qui discende la condanna del matrimonio, della maternità e di ogni contatto fra i due sessi. Per i catari la Chiesa, favorendo l'istituzione della famiglia, fa sua la parte di mezzana di Satana."
Questa citazione è una perla:
"Raimondo VI, conte di Tolosa, ebbe a dire: «Si vede bene che è il diavolo che ha fatto il mondo, poiché niente ci capita secondo i nostri desideri»."
A quanto l'esperienza mi ha insegnato, molte rappresentanti del Gentil Sesso tendono a dimostrare una certa ostilità verso qualsiasi religione o altra dottrina che non attribuisca un valore positivo alla funzione procreativa e alla corporeità. Possiamo comprendere in questo ambito alcune dichiarazioni della giornalista, non proprio eulogistiche, che sono tuttavia temperate da una certa ammirazione per la coerenza con cui i Martiri dualisti hanno vissuto la propria Fede, difendendola fino all'estremo sacrificio:
"La Chiesa ebbe la meglio su questi signori un po' torvi, che tanto le rimproveravano di proteggere il cammino dell'uomo in questo mondo. Né possiamo dispiacerci troppo della loro sconfitta: è sufficiente immaginare in quale apocalisse nichilista sarebbe sprofondato il cristianesimo, se avessero trionfato. Eppure la passione con cui costoro difesero idee tanto stravaganti ispira simpatia. Molti di loro finirono sul rogo. Seppero accettare la sorte con dignità, e talvolta mostrarono di non dispiacersi di morire. Avevano un pregio enorme: non amavano lamentarsi, né mai si lagnarono di essere perseguitati. Sapevano che il regno dei cieli non si guadagna a poco prezzo: e soprattutto che si trova altrove."
"Ogni epoca produce i ribelli che merita. Se sono i valori legati al denaro a trionfare su tutti gli altri, non ci si deve meravigliare che le ribellioni divengano inconsistenti, perché alla fine sono incantate dalle stesse sirene che mostrano di combattere. Non a caso i ribelli più radicali si perdono nelle nebbie del passato, e del medioevo in particolare. Occorre ritornare in questa epoca per trovare quelli che desideravano rovesciare il mondo in nome della fede."
"La loro regola era severa: si sottomettevano a digiuni estenuanti e rifiutavano l'alimentazione carnea; sostituirono il battesimo tradizionale con l'imposizione delle mani e concepirono un'originalissima liturgia in volgare."
Essere accusati di "follia dogmatica" è tutto sommato irrilevante, visto che poi la dottrina viene comunque esposta per sommi capi e divulgata:
"Tanto rigore non fu però immune da stravaganze reincarnazionistiche e toni apocalittici. È infatti la concezione dell'esistenza a celare una follia dogmatica che avvelenò il corpo della comunità cristiana per quasi cinque secoli. Per i buoni cristiani la vita è la manifestazione dell'inferno: il mondo è opera di Satana, il principio del male, antagonista di Dio. Di qui discende la condanna del matrimonio, della maternità e di ogni contatto fra i due sessi. Per i catari la Chiesa, favorendo l'istituzione della famiglia, fa sua la parte di mezzana di Satana."
Questa citazione è una perla:
"Raimondo VI, conte di Tolosa, ebbe a dire: «Si vede bene che è il diavolo che ha fatto il mondo, poiché niente ci capita secondo i nostri desideri»."
A quanto l'esperienza mi ha insegnato, molte rappresentanti del Gentil Sesso tendono a dimostrare una certa ostilità verso qualsiasi religione o altra dottrina che non attribuisca un valore positivo alla funzione procreativa e alla corporeità. Possiamo comprendere in questo ambito alcune dichiarazioni della giornalista, non proprio eulogistiche, che sono tuttavia temperate da una certa ammirazione per la coerenza con cui i Martiri dualisti hanno vissuto la propria Fede, difendendola fino all'estremo sacrificio:
"La Chiesa ebbe la meglio su questi signori un po' torvi, che tanto le rimproveravano di proteggere il cammino dell'uomo in questo mondo. Né possiamo dispiacerci troppo della loro sconfitta: è sufficiente immaginare in quale apocalisse nichilista sarebbe sprofondato il cristianesimo, se avessero trionfato. Eppure la passione con cui costoro difesero idee tanto stravaganti ispira simpatia. Molti di loro finirono sul rogo. Seppero accettare la sorte con dignità, e talvolta mostrarono di non dispiacersi di morire. Avevano un pregio enorme: non amavano lamentarsi, né mai si lagnarono di essere perseguitati. Sapevano che il regno dei cieli non si guadagna a poco prezzo: e soprattutto che si trova altrove."
Dato che ha pubblicizzato "la Religione dei Catari" di Duvernoy, destando la curiosità di eventuali lettori, perdoniamo con
facilità all'autrice della recensione certe affermazioni stravaganti e poco favorevoli
al Catarismo, così come la sua scarsa capacità di distinguere tra
Credenti e Consolati.
Bello questo intervento, scritto da Alessandro nel 2015 e comparso sul sito www.ilgiardinodeilibri.it:
"Potessi dare più di 5 stelle a questo meraviglioso libro, le darei alla velocità della luce, ma il software non me lo permette. E' poderosamente un tomo che chiarifica, al di là delle mere mitologie romanzesche fiorite nel corso di questi ultimi anni, la fede, i riti, le idee e la vita quotidiana delle comunità catare. Si capisce bene quale travaglio geografico abbiano dovuto compiere le incredibili credenze dualiste, nate fra i Bogomili e poi giunte nella Francia meridionale. Interessante la parte dottrinale, con la differenziazione fra dualisti moderati e assoluti. Vi consiglio di leggerlo assieme alla fondamentale opera dello Zambon, dal titolo "La Cena Segreta", edito dai tipi di Adelphi."
Bello questo intervento, scritto da Alessandro nel 2015 e comparso sul sito www.ilgiardinodeilibri.it:
"Potessi dare più di 5 stelle a questo meraviglioso libro, le darei alla velocità della luce, ma il software non me lo permette. E' poderosamente un tomo che chiarifica, al di là delle mere mitologie romanzesche fiorite nel corso di questi ultimi anni, la fede, i riti, le idee e la vita quotidiana delle comunità catare. Si capisce bene quale travaglio geografico abbiano dovuto compiere le incredibili credenze dualiste, nate fra i Bogomili e poi giunte nella Francia meridionale. Interessante la parte dottrinale, con la differenziazione fra dualisti moderati e assoluti. Vi consiglio di leggerlo assieme alla fondamentale opera dello Zambon, dal titolo "La Cena Segreta", edito dai tipi di Adelphi."