Il
solito scandalo portato avanti da innumerevoli vignette memetiche nei
social: qualcuno si è svegliato di soprassalto nel cuore della notte con l'idea che, essendo bus un'abbreviazione di omnibus, ben nota parola latina, gli stessi anglosassoni dovrebbero smettere di pronunciare /bʌs/ (adattato in /bas/ nella pronuncia scolastica italiana) e pronunciare invece /bus/ come facciamo noi italiani.
Già nella seconda metà de XVII secolo fu inventata in Francia una carrozza trainata da una o due coppie di cavalli, che poteva trasportare una decina di persone. Non ebbe però successo, anche a causa dell'opposizione dei nobili, che non volevano ovviamente un mezzo in grado di servire tutti indistintamente. La parola omnibus per designare questo veicolo risale tuttavia agli inizi del XIX secolo, in Francia e quasi contemporaneamente anche in Inghilterra, quindi nel resto del mondo. Questo è riportato nel sito Etymonline.com (la traduzione è del sottoscritto):
omnibus (n.)
1829, "veicolo pubblico lungo a quattro ruote con sedili per i passeggeri", dal francese (voiture) omnibus "(carrozza) per tutti, (mezzo di trasporto) comune", dal latino omnibus "per tutti", dativo plurale di omnis "tutto" (vedi omni-). Introdotto da Jacques Lafitte a Parigi nel 1819 o nel '20, usato a Londra dal 1829.
Il plurale è omnibuses, ominibusses o addirittura omnibi.
Le cose stanno proprio così: nell'augusta lingua di Roma omnibus "a tutti, per tutti" altro non è che il dativo plurale dell'aggettivo omnis "tutto" (f. omnis, n. omne), da cui è derivato tra l'altro l'italiano ogni. Questa è la declinazione completa:
|
Singolare |
Plurale |
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|
masch./ |
neutro |
masch./ |
neutro |
nominativo |
omnis |
omne |
omnēs |
omnia |
genitivo |
omnis |
omnis |
omnium |
omnium |
dativo |
omnī |
omnī |
omnibus |
omnibus |
accusativo |
omnem |
omne |
omnēs |
omnia |
vocativo |
omnis |
omne |
omnēs |
omnia |
ablativo |
omnī |
omnī |
omnibus |
omnibus |
Data l'abbondanza di parole latine il cui nominativo singolare termina in -us (II e IV declinazione), ecco che una forma di dativo plurale come omnibus "per tutti" è stata interpretata come un vocabolo a sé stante, al nominativo singolare. Ecco come è sorta in inglese l'assurda forma plurale omnibi, che è considerata un ipercorrettismo umoristico.
Tale era l'ignoranza della lingua latina tra il volgo, che in Italia il motto omnes omnibus "tutti per tutti" fu interpretato come Omnès omnibus, credendo che Omnès fosse un cognome. Casi simili non sono purtroppo rari (vedi ad esempio il cavalier Goldoni, inventato per spiegare l'adattamento italiano del francese gondon "condom").
Per abbreviazione, da omnibus ha presto avuto origine il colloquialismo inglese bus, che ha conosciuto un'immensa fortuna. Questo è riportato nel sito Etymonline.com (la traduzione è del sottoscritto):
bus (n.)
1832, "carrozza pubblica", in origine un'abbreviazione colloquiale di omnibus (q.v.). Il moderno sostantivo inglese non è altro che una terminazione del dativo plurale latino. To miss the bus, nel senso figurato di "perdere un'opportunità", è attestato dal 1901 in inglese australiano (l'OED* ha un figurato miss the omnibus dal 1886). Busman's holiday "tempo libero speso a fare quello che si fa per vivere" (1893) è probabilmente un riferimento agli autisti di Londra che guidavano gli autobus nei loro giorni liberi.
*Oxford English Dictionary (N.d.T.)
Il plurale è buses o busses.
La pronuncia di bus tra gli anglosassoni, /bʌs/, deriva direttamente da quella di omnibus, che agli inizi del XIX secolo era /'ɔmnɪbʌs/, essendosi poi indebolita in /'ɔmnɪbəs/. La forma plurale ipercorretta omnibi era pronunciata /'ɔmnɪbaɪ/ e non ha dato luogo ad abbreviazioni. Quanto esposto è dovuto alla pronuncia accademica inglese del latino, di cui abbiamo già diffusamente discusso. Rimando come al solito al mio articolo sull'argomento:
In francese invece omnibus era pronunciato /ɔmni'bys/ (non /*ɔmni'by/ come alcuni wikipediani credono per stolta applicazione di regoline scolastiche). La pronuncia ecclesiastica del latino diffusa in Francia era infatti molto diversa da quella inglese accademica. I modi di pronunciare il latino erano assai numerosi ancora nel XIX secolo, e di questo permangono numerose tracce nelle lingue europee. Per maggiori approfondimenti, rimando a un mio articolo sull'argomento:
Da omnibus derivò anche in Francia l'abbreviazione bus, che è tuttora in uso e che naturalmente è pronunciata /bys/. Da questa abbreviazione bus, con l'aggiunta del prefisso di origine greca auto- "da sé", è derivato autobus, la cui pronuncia è /'ɔtɔbys/ (e non /*ɔtɔby/). In italiano da auto- + (omni)bus abbiamo autobus, pronunciato naturalmente /'au̯tobus/. In spagnolo abbiamo bus, pronunciato naturalmente /bus/ e il sinonimo autobús, pronunciato /au̯to'bus/. In Spagna bus è una parola colloquiale, mentre in America Latina è una parola formale. Si noterà che lo spagnolo ómnibus ha l'accento sulla prima sillaba, come nell'originale forma latina e diversamente da autobús.
Nel dizionario Etymonline.com la parola stranamente non compare, ma esiste anche in inglese il composto autobus, formato dal prefisso auto- "da sé" e dall'abbreviazione -bus derivata da omnibus. Traduco il contenuto del Wiktionary inglese:
Pronuncia
Received pronounciation: /ˈɔːtə(ʊ)bʌs/
General American: /ˈɔtoʊˌbʌs/, /ˈɔɾəbʌs/
Sostantivo
autobus (plurale autobuses o autobusses)
1) (trasporto stradale, datato) Un autobus che è un veicolo a motore, in opposizione alle precedenti carrozze trainate da cavalli.
2) (per estensione, ciclismo) Un grande gruppo di ciclisti che sono rimasti dietro il peloton ("gruppo principale di ciclisti") in una corsa.
Sinonimi: groupetto, gruppetto, laughing group.
2) (per estensione, ciclismo) Un grande gruppo di ciclisti che sono rimasti dietro il peloton ("gruppo principale di ciclisti") in una corsa.
Sinonimi: groupetto, gruppetto, laughing group.
La definizione 2) è stata presa a prestito dal francese; i sinonimi groupetto e gruppetto sono di chiarissima origine italiana.
Questo fa capire quanto profondamente cambino le lingue e quanta cautela sia necessaria nel procedere con le analisi.
In italiano il termine omnibus è scomparso da molto tempo, sostituito completamente da autobus. L'abbreviazione bus non è entrata subito nell'uso corrente: quando ero un moccioso non l'ho mai sentita. Esistevano già formazioni come filobus, da filo + (auto)bus.
Il bus in una barzelletta lombarda
Un vecio milanese, robusto come il mio omonimo Baffo d'Oro, dopo un viaggio esprimeva le sue perplessità sulle genti dell'Inghilterra:
I pülman quei alt i ciamen bass
I stradun quei larch i ciamen stritt
I cavai i ciamen ors
El frecc' el ciamen cold
I donn i ciamen uomen
Ossia:
I pulman, quelli alti, li chiamano "bassi" (busses)
Le strade, quelle larghe, le chiamano "strette" (streets)
I cavalli li chiamano "orsi" (horses)
Il freddo lo chiamano "caldo" (cold)
Le donne le chiamano "uomini" (women)
Poi arrivava una prostituta bionda che gli diceva: "lav mi". Il vecio le diceva di rimando: "Ma làves in de per ti, vunciuna d'un'inglesa!" La traduzione non è difficile: "Ma lavati da sola, sudiciona di una inglese!"
Spicca l'identificazione dell'inglese bus /bʌs/ con il meneghino bass /bas/ "basso". Il milanesone si è preso qualche piccola libertà: in inglese women "donne" suona /'wɪmɪn/, /'wɪmən/ o /'wʊmən/, ma in lombardo "uomini" è omen /'ɔmen/, non *uomen.
Lucio Flauto ha reinterpretato questi testi trasponendoli in una parlata più simile a quella del Seprio, con in sottofondo le note della canzoncina goliardica militare Era meglio morire da piccoli, quella che faceva così:
Era meglio morire da piccoli
con i peli del culo a batuffolo,
che morire da grandi soldati
con i peli del culo bruciati
con i peli del culo a batuffolo,
che morire da grandi soldati
con i peli del culo bruciati
Nel suo estro, Lucio Flauto, toglieva la parte sulla meretrice bionda, aggiungeva qualche altra trovata comica che non ricordo e finiva con un verso mezzo in lombardo e mezzo in italiano, che faceva così:
La Regina la ciamen cuìn, ma la coda non ce l'ha.
La parola queen era sentita omofona del lombardo cuìn "coda" (alla lettera "codino"). L'intento di Flauto era rimarcare le supposte assurdità della lingua inglese, sentita in nettissima contraddizione con le lingue di ceppo romanzo. L'apice della sua carriera lo raggiunse quando esaltà un matrimonio omosessuale... quello tra parmigiano e lambrusco! ☺
L'autobus in una canzone in Kunza
Come è documentato da Roberto Lehnert Santander (1976), A San Pedro de Atacama, nel 1907 la signora Remigia Beltrán ballò per l'ultima volta al suono di questa canzone, conosciuta come El Achicuma:
Jaachi cumma y autobas
Jaachi cumma y autobas
Kuskai mantai
Pitapay, pitapay, pitapay
San Antonio, San Antonio
Señor de Dios
Señor de Dios
Señor de Dios
Sutún
Il titolo della canzone è presto spiegato: in Kunza jaachi cumma /'ha:tʃi 'kχumma/ significa "ragno nero";
kuskai significa "avvolgete";
kuskai significa "avvolgete";
mantai significa "inghiottite";
pitapay non ha un significato determinabile con chiarezza, forse indicava il rumore della deglutizione;
Sutún è glossato con "Amén".
Si nota subito il prestito autobas "autobus", che mostra il prefisso auto- con il dittongo della pronuncia spagnola, ma con -bus adattato dalla pronuncia inglese come -bas. Questa forma è incompatibile con lo spagnolo autobús. Del resto è difficile pensare che possa essere priva di relazione col concetto di autobus. Il riferimento doveva essere a una linea di pullman che collegava San Pedro de Atacama a Calama o a qualche altro luogo del deserto. Con ogni probabilità l'autolinea era stata realizzata da un'azienda americana o inglese e le vetture avevano come contrassegno l'immagine di un ragno nero. Purtroppo non ho informazioni in merito e a distanza di tanto tempo non è certo facile reperirne.
Conclusioni annichilenti
Possibile
che non si riesca a vedere il fallimento dei latinisti e del sistema
scolastico italiano? Eppure l'amara realtà dei fatti è proprio questa. Innumerevoli
sono le persone che non riescono a distinguere una parola della lingua
latina classica da un anglolatinismo distorto, che è
un'innovazione recente nata come abbreviazione di una forma declinata e la cui semantica è priva di
continuità col mondo antico.