domenica 28 febbraio 2021

 
EXTENSION DU DOMAINE DE LA LUTTE 
(film) 
 
Titolo originale: Extension du domaine de la lutte 
Titolo internazionale: Whatever
Anno: 1999 
Paese: Francia 
Lingua: Francese 
Durata: 120 min circa  
Rapporto: 1,85:1 
Genere: Drammatico  
Regia: Philippe Harel  
Soggetto: Dall'omonimo romanzo di Michel Houellebecq
Sceneggiatura: Philippe Harel, Michel Houellebecq 
Produttore: Adeline Lécallier 
Casa di produzione: Lazennec, Le Studio Canal+, Canal+
Fotografia
: Gilles Henry
Montaggio
: Bénédicte Teiger
Scenografia
: Louise Marzaroli
Costumi
: Anne Schotte
Interpreti e personaggi:
    Philippe Bianco: Voce narrante
    Philippe Harel: Protagonista
    José Garcia: Raphaël Tisserand
    Catherine Mouchet: La psicologa
    Cécile Reiger: Catherine Lechardoy
    Marie Charlotte Leclaire: Segretaria di Henri La Brette
    Philippe Agael: Henri La Brette
    Alain Guillo: Buvet
    Yvan Garouel: Un rappresentante del Ministero
    Christophe Rossignon: Bernard
    Nicolas Simon: Schnabele
    Philippe Staw: Lo psichiatra 
    Julie Delafosse: La pseudo-Véronique 
    Roger Dolléans: L'insegnante di ballo  
    Jean-Luc Abel: Il mendicante sulla metropolitana 
    Emilie Benoît: La predicatrice sulla metropolitana
    Michka Assayas: Il capo del servizio informatico 
    Marc Bonnel: Norbert Lejailly 
Budget: 2,8 milioni di dollari US 
Box office: 420.000 dollari US
 
Trama: 
Il film parte con una musichetta irritante e la visione notturna, dantesca, della città che sembra un immenso ospedale. I palazzi spettrali sono come urne dalle mille finestre illuminate da carboni ardenti. Il faccione del protagonista, il Nostro Eroe, si staglia nell'oscurità. È in corso una festa domestica. Una milf dai capelli corvini e corti si esibisce in uno spogliarello. Quando però si tratta di togliersi le mutandine, lo spettacolo finisce. Il Nostro Eroe è sfinito dai bagordi. Fuma come un comignolo e ingurgita un distillato. Riflette sulle particelle elementari e sul Nulla della vita. Si stende sul pavimento, tra i cuscini e discorre tra sé e sé delle aberrazioni del femminismo, mentre alcune milf sul vicino divano chiacchierano di cose idiote. Si è fatto giorno, il Nostro Eroe è nel suo appartamento con vista carceraria sugli edifici ospedalieri. Reduce da una depressione a causa della fine della relazione con Véronique, continua il suo monologo senza sosta. Annusa i lezzi di decomposizione che provengono dal lavandino, in cui giacciono piatti con avanzi a cui mancano solo i cagnotti. Un annusare incalzante, fastidioso. Poi si mette sul divano e fa colazione con peperonata accompagnata da rum bianco, bevuto da una grossa tazza. I mozziconi si accumulano nel posacenere. Visioni spettrali della periferia. Le gru di un cantiere deserto, un uomo calvo coi capelli untuosi riportati, che porta a spasso un grosso cane nero. Ritorna la notte. Insonnia. Il mattino dopo, il Nostro Eroe è sulla metropolitana, diretto al lavoro. Viene infastidito da mendicanti aggressivi e da una predicatrice pazza. Entra nella sua prigione lavorativa e rimane schifato dai cinguettii delle colleghe. Nelle sue ruminazioni permanente, ci spiega che dalla separazione da Véronique, due anni prima, non ha più fatto sesso. Medita sull'elettronica e sull'automatismo. Un collega molesto, seduto nello stesso ufficio, indossa una camicia di un color blu carico e un'inguardabile cravatta gialla come un tuorlo con sopra un quadrato rossa. Il Nostro Eroe deve tenere un corso su un prodotto informatico. Ha un appuntamento con Catherine Lechardoy al Ministero dell'Agricoltura, ma una segretaria gli dice che non c'è. Si ritrova ad aspettare invano in un ufficio cadente. Rientra in sede e si becca un cazziatone dal capo. Al supermercato riflette sulla mercificazione. Compra pane di miglio e rum bianco. Rincasato, si scola la bottiglia di rum e prende alcune compresse di antidepressivi. Insonnia. L'indomani viene ricevuto dalla Lechardoy, una donna dal modo di parlare estremamente fastidioso, che esprime scetticismo sull'utilità del corso. La sera, il Nostro Eroe si ritrova a cena in un ristorante, con un amico prete, riconoscibile dal vestito nero con una piccola croce metallica appuntata sul petto. Parlano di stronzate sociali. Il giorno dopo visita un grande magazzino, dove prova un materasso e finisce con l'addormentarsi. Viene svegliato a fatica da un dipendente, che a un certo punto lo crede morto. È già sera. Altra notte insonne. Antidepressivi à gogo. Ancora una giornata di Nulla. Riunione con i funzionari del Ministero dell'Agricoltura. Durante una pausa caffé, si ritrova a fantasticare sulla Lechardoy, che immagina mezza nuda e in pose sexy, ma non raccoglie le sue avances quando lei si mostra disponibile. Anzi, va subito al cesso e vomita una massa di succhi gastrici. Nella tazza si vedono quelli che sembrano frammenti di merda. Forse aveva compiuto un atto di coprofagia e si è liberato lo stomaco! Il giorno dopo è in partenza per Rouen col collega Raphaël Tisserand, un bipolare esuberante che veste con abiti appariscenti. I due prendono il treno, il difficile viaggio ha inizio. Tutte le volte che vede una ragazza, Tisserand si lancia all'assalto e la approccia, senza rendersi conto di ruscirle irritante. Le sue avances falliscono in modo sistematico. Il Nostro Eroe attribuisce questi insuccessi del collega all'aspetto fisico, che non sembra però così mostruoso. Ha inizio l'estenuante corso di formazione, tenuto da Tisserand. Pausa pranzo, con irritanti domande di un funzionario. Esercitazione ai computer. Serata in discoteca con Tisserand, il cui umore si altera all'improvviso, quando si rende conto che ogni suo tentativo di ottenere sesso è vano e destinato a restare irrealizzabile, forse per anni, forse per sempre. Al supermercato il Nostro Eroe assiste al collasso di un vecio, che viene portato via in ambulanza nella generale indifferenza. Poi va in un cinema porno e osserva i relitti umani che lo popolano (si nota un rozzo pappone che conduce una donna nella sala per poi assaltarla sessualmente). Uscito nella notte, si reca alla stazione ferroviaria, che a quell'ora è un deserto surreale, e riflette una volta di più sull'introvabile senso dell'esistenza. Quando ormai è a letto nella sua camera, la luce spenta, corre in bagno a causa di un improvviso dolore lancinante al torace. Esce nella notte, cercando l'ospedale. Si dispera perché non riesce ad avere informazioni dagli automobilisti. Viene ricoverato d'urgenza. Si ritrova in camera con un bonaccione, un ingenuo operaio grassoccio assistito dalla moglie biondiccia. Riceve una visita di Tisserand. Quando l'incertezza raggiunge il culmine, fa irruzione nella stanza il primario dell'ospedale con una torma di medici. Il Nostro Eroe apprende così che la diagnosi è meno grave del previsto: è una pericardite, non un infarto. Quando si è un po' ripreso, telefonata in ufficio per dare notizie di sé, e alla chiamata risponde una collega, una milf fulva che fa "gnì gnì gnì". Non passa molto e viene dimesso. Ritorna nello squallore urbano, percorrendo scale mobili e tratti di strada col suo trolley bluastro. Prende un altro cazzo di treno e giunge a Parigi, in ufficio. Eccolo in riunione con Tisserand, mentre il capo blatera esponendo i propri desiderata stronzeschi. Presto i due sono di nuovo in viaggio, questa volta in macchina. Tisserand è alla guida e sembra euforico. Il Nostro Eroe fuma come al solito una sigaretta; guardando bene si nota che ha un dito sporco di materia fecale. La nuova missione, questa volta in Vandea, procede con la registrazione in albergo. A cena Tisserand rivela al collega di essere ancora vergine a 28 anni, rifiutando però di porre fine alla propria maledizione tramite i servigi di una prostituta, dal momento che vuole aspettare l'amore. In camera il Nostro Eroe inizia ad esprimere i suoi famosi pensieri sul liberalismo sessuale mentre fruga nel frigo bar e ne estrae microscopiche bottigliette di liquore. Passeggiata mattutina. Una spiaggia sotto il sole pallido. Candide strutture abitative dall'aspetto cimiteriale si estendono a perdita d'occhio. Un pescatore fruga nella sabbia cercando i cannolicchi. Il Nostro Eroe giunge a un residence deserto, pranza in un ristorante che sembra una casa degli Hobbit e poi va al supermercato, dove compra un coltellaccio. A cena con Tisserand, gli chiede cosa ha in mente di fare per Natale. Lui gli risponde di essere ebreo, anzi, che i suoi genitori sono ebrei. A notte fonda i due arrivano alla discoteca Le Malibu. Ennesimo fallimento di Tisserand, respinto da una danzatrice sculettante. Il Nostro Eroe va al cesso a vomitare, poi si masturba pensando a una fica infiammata. Tisserand si riprende e riesce a ballare con una ragazza bruna. Per un po' sembra avere successo, ma lei approfitta di un'interruzione della musica per raggiungere alcune amiche, deridendo il suo goffo corteggiatore. Tisserand, annientato dall'umiliazione, torna al tavolo dal Nostro Eroe, che nel frattempo è riuscito a procurarsi una bottiglia di Jack Daniel's e focalizza la sua attenzione su una coppia: una ragazza bionda somigliante a Véronique e un mandingo. Qualcosa scatta nella mente del Nostro Eroe, che istiga Tisserand: i due in macchina inseguono la coppia fino a giungere alla spiaggia. A questo punto il Nostro Eroe consegna al collega il coltellaccio che aveva comprato. Gli dice di vendicarsi uccidendo la ragazza bionda e il mandingo. Il bipolare afferra l'arma e si allontana nelle tenebre. Poi però ritorna e dice che non ce l'ha fatta a uccidere. Getta il coltello ancora pulito, sale in macchina e parte, lasciando il Nostro Eroe sulla spiaggia, in condizioni di abbrutimento. I due non si sentiranno mai più. Il Nostro Eroe tenta invano di contattare Tisserand per telefono, che nel frattempo è morto in un incidente d'auto. In ufficio, giunge la ferale notizia, che lascia attonito l'intero personale. Il Nostro Eroe è distrutto, la depressione ritorna. Tenta di gassare uno scarafaggio usando il fumo di tabacco. Brucia una foto di Véronique. Non è più in grado di lavorare. Piange in ufficio. Una collega magrolina e rossiccia gli chiede di spegnere la sigaretta, al che lui le tira una sonora sberla. Subito dopo si congeda dicendo che deve andare dallo psichiatra. Lo psichiatra, che ha una tipica fisionomia sefardita, gli diagnostica la depressione. Il Nostro Eroe passa il suo tempo a fare bizzarri collage coi giornali. Una notte si sveglia in preda al terrore, dopo aver avuto un incubo agghiacciante in cui si vedono molti cadaveri di donne squartate, pieni di sangue rappreso, su cui torreggia un gigantesco fallo eretto. L'indomani decide di farsi ricoverare in una clinica psichiatrica, in cui passa molto tempo. Viene infine dimesso quando la psicologa si rende conto delle sue prodigiose capacità logiche. Ripresa la sua libertà, il Nostro Eroe visita la tomba di Tisserand, una sepoltura ebraica in marmo nero, con la Stella di David sulla lapide, in alto a sinistra. Sulla tomba si trovano alcuni sassolini. Sono le pietre del lutto. Ignaro, il Nostro Eroe le spazza via, credendole sporcizia. Poi esalta il collega defunto, considerandolo un eroe, un martire morto per la coraggiosa ricerca dell'amore. Fatto questo, si iscrive a un corso di ballo. L'insegnante invita a formare le coppie, e il Nostro Eroe si ritrova con una bella brunetta, più alta di lui, che gli sorride: è l'inizio di una relazione. 
 
 
Recensione: 
Adattamento del romanzo Estensione del dominio della lotta (1994) di Michel Houellebecq, la pellicola di Philippe Harel non ha avuto alcun successo già in Francia. Al di fuori della Francia, si può dire che sia praticamente invisibile o addirittura quasi inesistente. Ha recuperato con gli incassi al botteghino soltanto il 15% delle spese. Un fallimento epocale. Anche se il titolo internazionale del film è Whatever, l'unica versione è al momento quella in francese. A quanto mi risulta dalle ricerche nel Web, esistono soltanto due versioni sottotitolate: una con sottotitoli in inglese e una con sottotitoli in olandese.
 
Lo dico usando un francesismo. Dal punto di vista tecnico il film fa cagare. Non funziona. Non può funzionare. È un mattone inguardabile di quasi due ore! La trama da me riportata è volutamente lunghissima, estenuante e iper-dettagliata, perché deve dare un'idea seppur vaga della natura di questo film di Harel. Le pause tra una rimuginazione del Nostro Eroe e la successiva sono davvero piccolissime. Lo spettatore non fa in tempo ad apprezzare il dono del silenzio e subito viene aggredito da una nuova massa di fricative uvulari e di vocali nasalizzate. Vale la pena far notare che non tutti i romanzi sono automaticamente traducibili in una pellicola. Può anche uscirne qualcosa che non è affatto godibile.  
 
Per quanto riguarda i contenuti, la trasposizione dell'opera di Houellebecq sembra abbastanza fedele, curata fin nei minimi dettagli. Eppure, analizzandola con attenzione, si notano alcune importanti differenze, non soltanto formali. Il finale del film diverge in modo drastico da quello del romanzo. Non so se questo si debba alla fantasia del regista o a una bizzarria di Houellebecq. 
Nel film il Nostro Eroe, appena dimesso dalla clinica psichiatrica, si reca al cimitero a visitare la tomba di Tisserand, descrivendo la sua infelice esistenza come una lotta eroica. Non si trova traccia di questa visita nel romanzo. Alcune parole simili al panegirico funebre del film, ma più stringate, sono tuttavia state pensate dal protagonista dell'opera cartacea quando ha ricevuto la notizia della tragica morte del collega: 
 
"Almeno, mi dissi quando seppi della sua morte, si è battuto sino in fondo. Il villaggio-vacanze, le settimane bianche... Almeno non ha abdicato, non ha abbassato la guardia. Fino in fondo e malgrado i ripetuti insuccessi, ha cercato l'amore."
 
Nel film il Nostro Eroe riesce a trovare una compagna, durante un corso di ballo. Manca qualsiasi somiglianza col finale del romanzo. Se mi è permesso, in questo caso la distanza ontologica tra le due opere è fortissima. Nel film, il protagonista crede di ritrovare un senso della propria esistenza: una donna che gli sorride è la premessa di un periodo nuovo della vita, che gli porterà gioie e dolori. Nell'opera cartacea, il protagonista perde invece completamente la possibilità di ritrovare un senso della propria esistenza: giunto tra le montagne dell'Ardèche, piange durante i pasti, va in bicicletta tra i boschi e fallisce nel tentativo di cogliere un istante di lucidità. I Wikipediani affermano che questo viaggio in Ardèche "si rivelerà solo un'altra occasione persa"
Mancano le lunghe storie morali con animali come protagonisti: sono state omesse perché avrebbero introdotto eccessive discontinuità nella narrazione, già di per sé difficile e tormentata. 
 
L'apparizione del fallo 
 
In tre occasioni si vede qualcosa di completamente inatteso: un membro virile eretto. Quando il Nostro Eroe si trova in un cinema, sullo schermo scorrono le immagini di una copula. Un grosso cazzone durissimo scivola in una vagina e stantuffa, anche se questa tensione non sfocia in un culmine e non si vede il torrente spermatico. Poi, nella squalida discoteca Le Malibu, si vede chiaramente il Nostro Eroe nell'atto di masturbarsi. Il pene è eretto ma non turgidissimo, tanto che l'esercizio manuale si fa furioso, ossessivo. Nemmeno in questo caso è mostrato il liquido seminale. Infine vediamo un fallo torreggiante nell'incubo grandguignolesco che spinge il Nostro Eroe a farsi ricoverare. Queste scene priapiche sono abbastanza inconsuete in un film non pornografico. 

Il Nostro Eroe e la coprofagia 
 
In alcune sequenze viene fatta una rivelazione importante, tale da lasciare di sasso lo spettatore. Il Nostro Eroe mangia abitualmente escrementi umani! Ha contatto con gli stronzi! Dal momento che si lamenta della propria solitudine, possiamo dedurre che lo sterco sia il suo. Avrebbe potuto usufruire di una escort per toccare e ingerire i prodotti di un intestino tanto venusto! Però in questo caso non sarebbe stato così lancinante il problema dell'assenza di contatto col corpo femminile. Quindi resta il sospetto che il Nostro Eroe raccogliesse la merda dal proprio retto e la masticasse, salvo poi vomitarla nelle latrine! A quanto pare, nessun recensore o commentatore si è mai accorto finora di questi scabrosi fatti. Nel testo scritto non ho trovato menzioni della coprofagia del protagonista: si deve trattare quindi di un'innovazione pensata appositamente per la pellicola. Dubito molto che l'idea possa essere di Philippe Harel, sarà piuttosto un frutto della mente frenetica di Houellebecq.  
 
 
Alcune riflessioni sul caso Tisserand  
 
Questo è quanto ci dice il protagonista del romanzo sulla morte del povero Tisserand: 
 
"Non avrei mai più rivisto Tisserand; si uccise con la macchina quella notte stessa, durante il viaggio di ritorno a Parigi. Dalle parti di Angers c'era molta nebbia; lui correva a tutta birra, come al solito. La sua 205 GTI si schiantò contro un camion ribaltatosi in mezzo alla carreggiata. Morì sul colpo, poco prima dell’alba. L'indomani era giorno di ferie, per festeggiare la nascita di Cristo; i suoi famigliari lasciarono passare tre giorni prima di comunicare in ufficio la notizia dell'incidente. Le esequie avevano già avuto luogo, cosa che annientò qualsiasi ipotesi di corona di fiori o di condoglianze formali. Vennero pronunciate brevi frasi sul pericolo della guida nella nebbia, si riprese a lavorare, fine." 
 
Quell'uso del verbo "si uccise" (nell'originale francese "il se tua") non sembra lasciare adito a dubbi, anche se potrebbe essere interpretato come "rimase ucciso". Nel film si vede la macchina di Tisserand frenare fino a fermarsi, senza alcuno schianto. Una rappresentazione grottesca, come se un guidatore esperto potesse rimanere ucciso da una semplice frenata. Si capisce che il suicidio del collega è una certezza, sia nel film che nel romanzo. Il protagonista è infatti straziato da questa consapevolezza, si porta un immenso peso sulla coscienza, perché sa bene di essere la causa di quella morte. Eppure, suicidarsi a 28 anni per mancanza di sesso o di amore è una cosa poco conveniente, già soltanto per il fatto che - come ci ricorda Cioran - un morto si pone in una condizione in cui ogni azione è impossibile, ogni cambiamento è precluso, per l'eternità. Anche solo respirare o muoversi nel giaciglio, per un cadavere appartiene al reame dell'impossibilità. A parte il fatto che è meglio andare con una puttana e finire devastati dalla gonorrea, piuttosto che essere umiliati in inutili corteggiamenti fallimentari, non potremmo dire di aver vissuto una vita davvero inutile neanche a 56 anni o a 112 anni, quando siamo guidati dalla Conoscenza. 
 
Il Dialogo della Disperazione

Riporto le parole, tratte dal film e tradotte, che hanno causato il suicidio di Tisserand.
 
Tisserand: "Così è senza speranza?"
Nostro Eroe: "Certamente. Lo è sempre stato. Fin dall'inizio. Tu non sarai mai il sogno erotico di una ragazza. Fattene una ragione. Non fa per te. In ogni caso, è troppo tardi. Tutti i tuoi fallimenti sessuali fin dall'adolescenza, la frustrazione che ti ha perseguitato fin dalla pubertà, ti hanno segnato per sempre. Anche se tu potessi trovare una donna, cosa che francamente dubito, non funzionerebbe. Non funzionerà mai. Sei orfano degli amori giovanili che non hai mai avuto. Il danno è già stato fatto. Diventerà peggio. Un'amarezza agonizzante ti riempirà il cuore. Non c'è redenzione. Nessuna liberazione. Questo è quanto." 

Giudizi impietosi, disumani 
 
Questo sentenzia l'autore di un articolo apparso su Wired, parlando di Tisserand:  
 
""uomo bruttissimo" ed estremamente perverso, che tratta le donne in modo bestiale".

 
Questo sentenzia l'autore di un articolo apparso su Lidenbrock.org, sempre sullo stesso argomento:  
 
"Il protagonista viaggia per lavoro con il ripugnante Tisserand, impiegato che cerca a tutti i costi la compagnia di una donna senza ottenerla: ha rinunciato all’amore, cerca soltanto l’avventura ma nemmeno questo gli riesce. Tisserand è un uomo ridicolo, grottesco, e così Houellebecq ci ricorda come l’uomo privato delle sue fedi o delle sue illusioni si abbassa al rango di un animale ma con la coscienza di essere qualcosa di più."  
 
 
Se c'è qualcosa che trovo ripugnante, sono proprio le parole di questi articolisti, che non mostrano nessun rispetto verso la sofferenza umana - anche se in ultima analisi si parla di un personaggio letterario/cinematografico, non di una persona reale. Eppure ogni personaggio di un romanzo o di un film ha il suo fondamento in un individuo in carne ed ossa. Detesto simili giudici seduti sui loro iniqui troni moralistici! Loro pensano di aver capito tutto della vita. Chi non rientra nei loro schemi è soltanto una nullità da stritolare. Forse non dovremmo stupirci più di tanto. Nella specie Homo sapiens si è sviluppata nei millenni un'inclinazione deleteria, quella di infierire sui più deboli, su chi nell'esistenza non si trova a proprio agio. 
 

Altre recensioni e reazioni nel Web 
 
Con mia grande sorpresa, ho scoperto che esiste una vera e propria Wikipedia degli Incel, che dedica una pagina al film di Harel. Questo è l'interessante commento che vi è riportato: "It is considered the most brutal film about inceldom ever made". Quindi la pellicola non è completamente fallimentare, perché vive di una sua inattesa vita underground. Ecco il link:
 

Che altro dire? Possano questi semi crescere, diventare alberi rigogliosi e dare frutto! 

mercoledì 24 febbraio 2021

 
ESTENSIONE DEL DOMINIO DELLA LOTTA 
 
Titolo originale: Extension du domaine de la lutte 
Autore: Michel Houellebecq 
Anno: 1994 
Lingua originale: Francese 
Tipologia narrativa: Romanzo  
Genere: Autobiografico, introspettivo 
Sottogenere: Depressivo, suicidario, ospedaliero, psichiatrico 
Ambientazione: Francia
I ed. italiana: 2000 
2 ed. italiana: 2019 
Editore (I ed.): Bompiani 
Editore (II ed.): La nave di Teseo 
Collana (I ed.): Romanzo Bompiani
Collana (II ed.): I delfini. Best seller
Traduttore: Sergio Claudio Perroni 
Pagine: 164 pagg.; 
    144 pagg. (copertina flessibile)  
Formato: Brossura 
Codice ISBN-10 (I ed.): 8845247708 
Codice ISBN-13 (I ed.): 978-8845247705  
Codice EAN (II ed.): 9788893448642 
Editore francese: Éditions Maurice Nadeau

Titoli in altre lingue: 
    Inglese: Whatever 
    Tedesco: Ausweitung der Kampfzone 
    Spagnolo: Ampliación del campo de batalla 
    Catalano: Ampliació del camp de batalla 
    Svedese: Konkurrens till döds  
    Norvegese (Bokmål): Utvidelse av kampsonen
    Russo: Расширение пространства борьбы 
    Polacco: Poszerzenie pola walki
    Rumeno: Extinderea domeniului luptei
 
Sinossi (da www.ibs.it)
"Trent'anni, analista programmatore in una società di servizi informatici, il protagonista di questo romanzo conduce un'esistenza indifferente. Il lavoro, i viaggi d'affari, le prigioni dell'amore e del sesso, l'assenza di qualsiasi sentimento che non sia di insofferenza verso se stesso, lo scivolare lento e inesorabile in uno stato di insensibilità dal quale sembra non esserci via d'uscita."

Trama:
Il protagonista è un giovane programmatore che lavora in un'azienda informatica di Parigi e si occupa in particolare di formazione. Nonostante la sua professione sia ben retribuita, conduce una vita squallida e priva di sostanza, assimilabile alla condizione di un'ombra murata in un cubicolo. Ignoriamo persino il suo nome. Il suo livello di istruzione è alto, in teoria dovrebbe avere molte possibilità, eppure il suo unico divertimento sembra essere la composizione di favole filosofiche i cui protagonisti sono animali. Sono narrazioni lunghissime, tediose, la cui lettura è defatigante. Il suo rapporto con il gentil sesso è stato caratterizzato da esperienze traumatiche, così da almeno due anni non ha avuto alcun contatto sessuale. I suoi superiori lo incaricano di andare in giro per la Francia a presentare un inutile e farraginoso programma ad alcuni enti della Pubblica Amministrazione, a cominciare dal Ministero dell'Agricoltura. Un compito snervante, annichilente, che lo porta ad avere contatti con numerosi esemplari della sottospecie Homo anaerobicus, tipica popolazione dei labirinti ministeriali. All'inizio della sua missione a Rouen tutto sembra andar bene. A un certo punto gli si presenta persino l'occasione di copulare con una funzionaria racchietta, ma lui scarta sul nascere l'idea di darle il proprio membro turgido. Nell'estenuante opera di formazione lo affianca un collega, Tisserand, che ha un aspetto fisico ripugnante e seri problemi sessuali; essendo incompetente spesso gli è più di ostacolo che di aiuto. Presto cominciano per il formatore problemi dovuti alla salute cardiovascolare, che lo portano a un ricovero in ospedale. La diagnosi è pericardite (all'inizio sembrava un grave infarto). Uscito dall'ospedale dopo un periodo di convalescenza, torna suo tour formativo, la cui seconda tappa è in Vandea. Qui si approfondisce il suo dialogo con Tisserand, che gli rivela i propri abissi interiori dovuti alla totale assenza di rapporti con l'altro sesso. In una discoteca, i due si trovano in uno stato di pesante ubriachezza e osservano una ragazza che si fa rimorchiare da un gigantesco mandingo. All'improvviso fa la sua irruzione un elemento insensato. Il protagonista parla al collega disperato, cercando di spingerlo a inseguire e a uccidere la coppietta; fallito miseramente il tentativo di fare di lui un Pacciani, ha un crollo psichico dopo aver appreso la notizia del suo suicidio. Come spesso accade ai personaggi dei romanzi di Houellebecq, finisce col farsi internare in una clinica psichiatrica, uscendone solo dopo alcuni anni. Una volta dimesso, decide di recarsi in una regione impervia dell'Ardèche, spinto da un'ispirazione insensata. Nemmeno tra quelle montagne riuscirà a dare un senso alla propria esperienza terrena.
 
Recensione:  
La prima volta che ho letto Estensione del dominio della lotta, che ha segnato l'esordio di Houellebecq come romanziere, mi sono reso conto di avere di fronte un lavoro eccellente. A distanza di anni ho sentito il bisogno di rileggere l'esile volume, ma con mia grande sorpresa non mi è piaciuto più così tanto, nonostante contenga alcuni concetti assolutamente geniali e sempre validi. Mi è parso che il costrutto fosse labile, addirittura sconclusionato, con quei racconti morali animaleschi che rovinano la continuità e sembrano blocchi di cemento abbandonati in una foresta. La trama si sfilaccia subito, si perde nei diverticoli dell'incessante ruminazione dell'autore, che a volte dà prova di un temperamento irritabile e cervellotico. Certe trovate narrative colpiscono per la loro completa assurdità, come il tentativo del protagonista di istigare il povero Tisserand a emulare il Mostro di Firenze. Forse non dovrei lamentarmi di una simile irruzione dell'insensatezza, del fatto che mi riesce incomprensibile. Se il comportamento di un individuo in quelle condizioni avesse un senso logico, non si potrebbe più attribuirgli l'etichetta di pazzia. Lo sfaldamento della personalità del programmatore procede senza sosta: possiamo dire che quando ha raggiunto l'Ardèche ogni suo processo mentale sia giunto alla dissoluzione. Il suo è uno stato crepuscolare. Questo è l'epilogo, che in qualche modo funge da epitaffio di un uomo annientato: 
 
"Sono al centro del baratro. Sento la mia pelle come una frontiera, e il mondo esterno come uno schiacciamento. L’impressione di scissione è totale; ormai sono prigioniero in me stesso. La fusione sublime non avverrà; lo scopo della vita è mancato. Sono le due del pomeriggio."  

È destabilizzante. Leggendo, si sentono le sinapsi che si sfaldano. É l'Essere che si disperde nell'Oblio.  
 
Una nuova teoria sociologica 
 
Da leggere, rileggere e incorniciare, perché sia sotto gli occhi ogni giorno e non sia mai dimenticato, è questo sublime brano che si trova nel capitolo 8 (Ritorno alle mucche):
 
"Decisamente, mi sono detto, nella nostra società il sesso rappresenta un secondo sistema di differenziazione, del tutto indipendente dal denaro; e si comporta come un sistema di differenziazione altrettanto spietato, se non di più. Tuttavia gli effetti di questi due sistemi sono strettamente equivalenti. Come il liberalismo economico incontrollato, e per ragioni analoghe, così il liberalismo sessuale produce fenomeni di depauperamento assoluto. Taluni fanno l’amore ogni giorno; altri lo fanno cinque o sei volte in tutta la vita, oppure mai. Taluni fanno l’amore con decine di donne; altri con nessuna. È ciò che viene chiamato “legge del mercato”. In un sistema economico dove il licenziamento sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare un posto. In un sistema sessuale dove l’adulterio sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare il proprio compagno di talamo. In situazione economica perfettamente liberale, c’è chi accumula fortune considerevoli; altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. In situazione sessuale perfettamente liberale, c’è chi ha una vita erotica varia ed eccitante; altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Altrettanto, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Sul piano economico, Raphael Tisserand appartiene alla schiera dei vincitori; sul piano sessuale, a quella dei vinti. Taluni vincono su entrambi i fronti; altri perdono su entrambi i fronti. Le imprese si disputano alcuni giovani laureati; le femmine si disputano alcuni giovani maschi; i maschi si disputano alcune giovani femmine; lo scompiglio e la confusione sono considerevoli."
 
Un esempio di antiliberalismo economico, in cui il licenziamento era proibito e tutti avevano un posto: 
IL TERZO REICH. 
 
Un esempio di antiliberalismo sessuale, in cui tutti gli uomini avevano una moglie e chi non la trovava se ne vedeva assegnata una dal sovrano: 
L'IMPERO DELL'INCA. 
 
Due esperimenti sociali che si sono rivelati fallimentari. Sono stati entrambi annientati dal liberalismo, che non tollerava e non tollera tuttora alcuna vistosa eccezione al proprio dominio. E questo è quanto.  
 
Stanti le premesse sopra esposte, non ho motivo di nascondere la mia natura fallimentare. Sono un perdente che il mondo ha condannato alla solitudine e alla masturbazione. I miei pochi incontri col genere femminile mi hanno causato ferite che sanguinano ancora e che non potranno mai rimarginarsi. Le mie condizioni economiche non leniscono minimamente la mia condanna. Non c'è riscatto alla mia maledizione. Sono dannato. Rispetto alle dottrine di Marx, la teoria sociologica abbozzata da Houellebecq ha il merito di comprendere che liberalismo economico e liberalismo sessuale non sono affatto interdipendenti, come gli stolti potrebbero invece pensare: senza dubbio possiamo affermare che il secondo non è semplicemente il frutto del primo. Non solo. La stessa esistenza del liberalismo sessuale non è percepita quasi da nessuno e non è considerata un problema gravissimo da affrontare. La mia esperienza m'insegna che ci sono persone che si professano marxiste, di estrema sinistra, proletarie, rivoluzionarie, essendo però ultraliberiste in campo sessuale e senza la benché minima percezione dell'iniquità della propria condizione. In  Rete c'è persino chi è convinto che la teoria enunciata da Houellebecq non sia una novità, arrivando ad affermare che sia davvero stata applicata nel '68. Non bisogna crederci. Chi sostiene queste assurdità tira in ballo il femminismo radicale, che è un rigurgito di demenza convulsionaria i cui frutti sono aberranti. Chi sostiene queste assurdità non ha compreso affatto la portata rivoluzionaria della denuncia degli orrori dell'ultraliberismo sessuale! 
 
La sofferenza, fisica e mentale 

Houellebecq ha un'autentica fissazione per gli ospedali e soprattutto per i reparti psichiatrici. Lo attrae la macerazione nel dolore, adora descriverla, freme dalla bramosia quando comunica al lettore ogni istante di degradazione e di annichilimento dell'Essere di un individuo schiantato. Eppure sul maleficio chiamato "psicanalisi" ha le idee ben chiare fin dal principio, come mostrano questi passaggi del capitolo 8 (Ritorno alle mucche): 
 
"Con l’alibi della ricostruzione dell’io, in realtà gli psicanalisti procedono a una scandalosa demolizione dell’essere umano. Innocenza, generosità, purezza… tutto ciò viene rapidamente triturato dalle loro rozze mani. Gli psicanalisti, pinguemente rimunerati, supponenti e stupidi, annientano definitivamente nei loro cosiddetti pazienti qualunque attitudine all’amore, sia mentale sia fisico; in pratica si comportano da veri e propri nemici dell’umanità. Spietata scuola di egoismo, la psicanalisi sfrutta con agghiacciante cinismo le brave figliole un po’ smarrite e le trasforma in ignobili bagasce dall’egocentrismo delirante, incapaci di suscitare altro che un legittimo disgusto." 
 
Nonostante la sua lucidità e il suo scetticismo sulla malvagia scienza degli strizzacervelli - schifosa piaga suppurante che affligge il genere umano - il protagonista finirà stritolato in una clinica, col cervello raso al suolo da damigiane di psicofarmaci e da ogni sorta di trattamenti deleteri. Questo identico percorso infernale lo si vede nella maggior parte delle opere dell'autore francese, tanto è radicato nel suo sentire! 
 
Un clamoroso errore botanico 
 
All'inizio del capitolo 5 (Presa di contatti), è scritto quanto segue:
 
"L’applicazione di sistema si chiamava “Sicomoro”. Il sicomoro è un albero che cresce in certe regioni della zona temperata fredda, apprezzato per il legname che se ne ricava e che produce una linfa zuccherosa; il sicomoro è diffuso in particolare in Canada. L’applicazione Sicomoro è scritta in linguaggio Pascal, con taluni passaggi in C++. Pascal è uno scrittore francese del XVII secolo, autore dei celebri Pensieri. Pascal è altresì un linguaggio di programmazione notevolmente strutturato e particolarmente adatto all’elaborazione statistica, del quale avevo acquisito una notevole padronanza." 

Vediamo subito che lo scrittore francese ha fatto una marchiana confusione tra il sicomoro (nome scientifico: Ficus sycomorus) e l'acero da zucchero o acero del Canada (nome scientifico: Acer saccharum). Al sicomoro sono state attribuite le proprietà dell'acero del Canada. Una confusione non da poco. Si tratta di due alberi completamente dissimili! Com'è potuto accadere un simile errore? Si tratta di una distorsione, che ricorre quando si è soggetti a un sovraccarico cognitivo e ci si fida troppo dei concetti immagazzinati nei propri banchi di memoria stagnante, senza un costante processo di verifica. È un insidia molto subdola. Può colpire chiunque. Basta dimenticarsi di controllare ogni singolo bit di informazione e subito si insinuano contenuti distorti! E pensare che questo romanzo Houellebecq lo ha scritto nel 1994, quando il World Wide Web era ancora agli inizi e la Conoscenza la si doveva sudare!  

Curiosità 

Nel 1999 il romanzo è stato adattato in un film, Extension du domaine de la lutte, diretto da Philippe Harel. Il regista stesso è anche sceneggiatore assieme a Michel Houellebecq, oltre che attore nella pellicola, interpretando il ruolo del protagonista. Il film non è stato distribuito in Italia. Non mi risulta ne esistano versioni in lingue diverse dal francese.  

Secondo quanto riportato nella Wikipedia in inglese, il protagonista del romanzo di Houellebecq sarebbe chiamato "Nostro Eroe" ("Our Hero" in inglese, "Notre Héros" in francese). A quanto ho potuto constatare, non si la benché minima traccia di questa denominazione nella versione originale e nemmeno in quella in italiano. Ho poi potuto appurare che il wikipediano responsabile di questa informazione inesatta ha preso "Notre Héros" proprio dal film di Harel. La parola "héros" ricorre soltanto una volta, nel capitolo 3 (senza titolo):
 
"Les pages qui vont suivre constituent un roman ; j'entends, une succession d'anecdotes dont je suis le héros." 
 
Nella traduzione di Perroni, "héros" è reso con un meno poetico "protagonista"
 
"Le pagine che seguono costituiscono un romanzo; cioè, chiarisco: una successione di aneddoti di cui io sono il protagonista." 
 
Ecco un altro esempio di come le informazioni debbano essere validate, potendo contenere bachi. Purtroppo tale lavoro è molto pesante, non può essere automatizzato e non è detto che il suo esito sia sempre un successo.   
 
Possibili echi dickiani 

Durante la rilettura mi è saltato subito all'occhio il seguente brano, che appare verso la fine del romanzo: 
 
"In un altro 26 maggio, nel tardo pomeriggio di un altro 26 maggio, era avvenuto il mio concepimento. Il coito aveva avuto luogo in salotto, su un tappeto pseudo-pakistano. Mentre mio padre la prendeva da dietro, mia madre aveva avuto la malaugurata idea di allungare la mano per carezzargli i testicoli, con tanta sapienza da portarlo in breve all’eiaculazione. Mia madre aveva provato piacere, ma non un orgasmo vero e proprio. Poco più tardi, avevano mangiato del pollo freddo. Questo avveniva trentadue anni fa; a quei tempi si riusciva ancora a trovare dei polli veri." 
 
Ricordo nitidamente di essermi imbattuto in un passo del tutto simile in un romanzo di Philip K. Dick. Purtroppo non riesco più a trovare in quale. Ci sono diventato matto e ho cercato in diversi file pdf di opere dickiane, invano. Credo proprio che fosse uno dei cosiddetti romanzi "mainstream". Non era fantascienza. La descrizione era meno estesa e non vi compariva alcuna allusione a un tappeto pseudo-pakistano (che può essere solo il prodotto di manie tipicamente francesi). Vi compariva però la posizione sessuale more ferarum e la carezza sui testicoli, che produceva l'eruzione di fiotti di sperma nel canale procreativo. Era anche usata la stessa parola, "sapiente", per descrivere il massaggio gonadico. Ho avanzato l'ipotesi che la fonte dickiana fosse il romanzo "mainstream" Voci dalla strada (Voices from the Street). Tuttavia Cesare Buttaboni mi ha fatto notare che, pur essendo stato scritto nel 1952, è stato pubblicato soltanto nel 2007, anni dopo il romanzo di Houellebecq.  
 
Sottopongo la questione a chi è più esperto di me sull'opera omnia di Dick, affinché possa dirmi se quanto ho trovato è frutto di una mia memoria distorta oppure se è qualcosa di reale. In quest'ultimo caso, spero che sia possibile ritrovare l'esatto brano dickiano con la citazione completa, per poter trattare l'argomento in dettaglio in un apposito contributo.  
 
Origine del cognome Tisserand 
 
Nel capitolo 8 (L'Escale), Tisserand rivela le proprie origini ebraiche: 
 
"“A Natale non facciamo niente. Io sono ebreo,” mi informò con uno scatto di fierezza. “Cioè, i miei genitori sono ebrei,” precisò più pacatamente." 
 
In realtà Tisserand non è un cognome ebreo. Agli inizi del XIII secolo, il termine tisserand, ossia "tessitore", era sinonimo di "eretico", e più precisamente di "cataro", "dissidente dualista". Col passar del tempo questo soprannome è diventato un cognome, di cui sono note le varianti Tisserant e Tixerand. Il cognome Tisserand, particolarmente comune in Francia, si trova anche nelle Valli Valdesi del Piemonte. 
 
Dialoghi tra una mucca e una puledra 
 
Anche se le favole moraleggianti inserite da Houellebecq nel testo sono scritte davvero male, a volte vi si possono trovare contenuti molto interessanti e utili. Questo per esempio è il commento che il narratore appone a un proprio scritto, nel capitolo 2 (In mezzo ai Marcel): 
 
"Ovviamente l’allevatore simboleggiava Dio; spinto da una simpatia irrazionale per la puledra, nel capitolo successivo le avrebbe promesso la gioia eterna di numerosi stalloni, mentre la mucca, colpevole del peccato originale, a poco a poco sarebbe stata condannata ai mesti spassi della fecondazione artificiale. I pietosi muggiti del bovide si sarebbero dimostrati incapaci di mitigare la sentenza del Grande Architetto. Una delegazione di pecore mosse da spirito di solidarietà non avrebbe ottenuto risultato diverso. Il Dio messo in scena in quella novella non era, evidentemente, un Dio di misericordia."  
 
Ne condivido appieno i contenuto. Percepisco come miei fratelli tutti coloro che riescono a svelare la natura maligna del Creatore di questo Universo iniquo.

sabato 20 febbraio 2021

 
SERMONS OF A SODOMITE 
 
Gruppo: Anal Blasphemy 
Album: Sermons of a Sodomite
Anno: 2011
Genere: Heavy metal 
Sottogenere: Black metal, Death metal  
Paese: Finlandia
Lingua: Inglese 
Durata: 4 min 25 sec
Etichetta: Hammer of Hate (HOH 048), Souls for Satan 
     Productions (SFS 001)   
Formato: Vinile7", 33 ⅓ RPM, EP, Limited Edition 
Note: Rilasciato in sole 500 copie, di cui le prime 100 in vinile 
     color magenta, le altre in vinile nero 
Temi: Blasfemia, sodomia, antireligione, riti satanici    
Ispirazione: Anticristianesimo radicale, satanismo acido 
Antefatti: La vicenda vera di un prete transessuale attivo in 
     Finlandia
Musicista: Molestor Kadotus
Tracce:  
    Lato A 
     1 - Sermons of a Sodomite 
     2 - Metamorphosis 
   Lato B
     1 - Perverse Butterfly 

Testo:
 
Sermons of a Sodomite
 
Preachings from a man of God
A leader of his flock
Faggot priest in the house of holy
Sodomite defiling his own gospel
 
Sermons of a sodomite
Homosexual praise in the name of Jehovah
Sermons of a sodomite
Mental anal masturbation
 
No salvation
From the wrath of God
Damned congregation
Drowning in this sodomy curse
 
Sermons of a sodomite
Word of the Lord filthed by shitty cock
Sermons of a sodomite
Blasphemous faggot asshole 

Transexual dreams
Unnatural desires
Homosexual cocoon
Unholy transformation
Gospel of sodomy
Lusting anal intercourse
All in the name of God 
 
Traduzione: 

Sermoni di un sodomita 
 
Prediche da un uomo di Dio
Un
pastore del suo gregge
Prete finocchio nella casa del Santo
Un sodomita che s
porca il proprio Vangel

Sermoni di un sodomita
Lode omosessuale nel nome di Geova
Sermoni di un sodomita
Masturbazione anale mentale 
 
Nessuna salvezza
Dall'Ira di Dio
Congregazione dannata
Che annega in questa maledizione della sodomia 

Sermoni di un sodomita
La Parola del Signore s
porcata dal cazzo merdoso
Sermoni di un sodomita
Stronzo finocchio blasfemo 

Sogni transessuali
Desideri innaturali
B
ozzolo omosessuale
Empia metam
orfosi
Vangelo di sodomia
Rapporti anali lussuriosi
Tutto in nome di Dio

Questa è la pagina degli Anal Blasphemy sulla celebre Encyclopedia Metallum


Recensione
Non si può nascondere la realtà delle cose. Le parole del testo degli Anal Blasphemy sono incredibilmente violente. Disumane. Colpiscono una persona soltanto per i propri desideri sessuali, auspicandosi la sua morte e la sua dannazione all'Inferno. Per le leggi di diverse nazioni, sarebbero definibili come istigazione all'odio religioso, istigazione all'odio contro un'identità sessuale e via discorrendo. In quanto antropologo e fiero avversario di ogni forma di ipocrisia politacally correct, invoco il diritto di poter pubblicare questo materiale, per quanto destabilizzante, analizzandolo in dettaglio per pure finalità di Conoscenza. Sarebbe di grande interesse capire come si sia formata una simile realtà proprio in Finlandia. Per quanto il paese scandinavo sia associato nell'immaginario collettivo italiano a immagini di sesso libero e sfrenato, è in realtà uno degli ambienti più moralistici d'Europa. La political correctness è in vigore e ha instaurato una rigida dittatura che colpisce ogni libertà di pensiero, arrivando al punto di negare l'esistenza dello stessa radice etnica del popolo finlandese. Non solo. I bacchettoni strepitano su qualsiasi cosa. Basti considerare questo episodio per capire la mentalità rigorista finlandese: una bambina ha scaricato dal Web tramite un programma peer to peer un'immagine di Winnie the Pooh e per questo si è trovata in casa le teste di cuoio. È plausibile che proprio questo contesto repressivo abbia per reazione prodotto rivolte sataniste, come è accaduto in Polonia per altri motivi. Fatto sta che proprio le forme più estreme di Black e Death Metal, con tutta la loro violenza, sono riuscite in qualche modo a trovare la possibilità di esprimersi. 
 
Gli Anal Blasphemy sono una one man band, ossia una formazione composta da una sola persona, Molestor Kadotus (non Katodus, come a volte è scritto), un abitante di Tampere noto anche per altri progetti: Calvarium, Black Priest of Satan, Musta Kappeli, Sinistere. Il suo vero nominativo è sconosciuto. Ha sempre fatto dell'attacco frontale alle religioni abramitiche la sua bandiera, sostenendo una forma rabbiosa di adorazione di Satana. Ha composto testi ingiuriosi non soltanto contro il Cristianesimo, ma anche contro l'Ebraismo e l'Islam. Perché nessuno ne ha mai parlato nei media? In particolare, tutti sappiamo che attaccare l'Islam può essere un esercizio estremamente pericoloso. Eppure Molestor Kadotus l'ha fatto. Ne ha avuto il coraggio. Forse nessuno ne ha mai parlato perché il Black/Death Metal è una realtà marginalizzata e underground, che non interessa quasi ad anima viva e che non ha alcun contatto con i mezzi di comunicazione di massa. In pratica ben poche persone al mondo sanno che materiale simile è in circolazione. Un brano dell'album Bestial Black Metal Filth (2009) si intitola Sexual Desacration of Islam Faith ("Dissacrazione sesssuale della fede islamica"). Altri brani dello stesso album sono ancor più bizzarri, basti pensare a Satan Rapes God ("Satana stupra Dio"), a Blasphemous Act of Satan ("Atto blasfemo di Satana") e a Masturbation On Jehovah's Altar '07 ("Masturbazione sull'Altare di Geova '07"). Un album del 2004, sempre dello stesso autore, si intitola Molesting the Children of God ("Molestando i Bambini di Dio"), con brani dai titoli eclatanti come Cocksucking Pope e Blasphemous Vomit. Una domanda, al momento senza risposta, riguarda la capacità di un singolo individuo eccentrico di innescare il contagio memetico a lungo termine in un sistema vasto e complesso come l'ecosfera musicale internazionale, facendo percolare contenuti virulenti gioccia a goccia.  
 
L'identità del prete transessuale 
 
All'inizio ero molto scettico, dal momento che non riuscivo a trovare un caso che coincidesse in modo esatto con quello del prete finlandese transessuale a cui la canzone si ispira. La vicenda più simile, anche se con alcune differenze, era quella di Marja-Sisko Aalto, un pastore transessuale della Chiesa Luterana Evangelica, che ha officiato nella parrocchia di Imatra dal 1986 al 2010, quando ha rassegnato le dimissioni. Nel 2008 ha subito un intervento chirurgico e da uomo è diventato donna, per quanto si possa chiamare così una persona che continua ad avere un cromosoma X e un cromosoma Y. Immagino che il nome Marja sia astato aggiunto dopo il cambiamento di sesso anagrafico. Certo, non è un prete cattolico e ha una vagina costruita chirurgicamente al posto dei genitali maschili. Attualmente non potrebbe penetrare l'ano di nessuno, ma è possibile che la locuzione "shitty cock" ("cazzo merdoso") si riferisse a fatti commessi prima dell'operazione, quando ancora era provvisto di pene. In passato è stato sposato due volte, avendo tre figli, segno che era in grado di avere erezioni. È anche possibile che lo "shitty cock" fosse quello dei suoi amanti, che si suppone lo possedessero inserendogli l'asta nel retto. Alla luce di tutto ciò, ho cominciato a pensare che Marja-Sisko Aalto fosse davvero il prete di Sermons of a Sodomite. La conferma è presto arrivata: ho potuto constatare che nella pagina di Wikipedia in finlandese dedicata al brano degli Anal Blasphemy compare questo passo: 

"Albumin kansikuvassa esiintyy Suomen ensimmäinen avoimesti transsukupuolinen pappi Marja-Sisko Aalto. Myös albumin kappaleiden sanoitukset liittyvät aiheeseen, sekä sen kansilehtisessä on tietoa aiheeseen liittyen." 

Traduzione in italiano: 
 
"Marja-Sisko Aalto, il primo sacerdote apertamente transgender della Finlandia, appare sulla copertina dell'album. Anche i testi delle canzoni dell'album sono correlati all'argomento e la sua copertina contiene informazioni relative all'argomento." 

Sì, è proprio lui il prete sodomitico mostrato sulla copertina dell'album! Si noti che somiglia in modo impressionante a Michel Houellebecq!
 
Un marchiano paradosso  

Questo è un dato di fatto: i preti combattono contro gli omosessuali da lungo tempo e non hanno mai perso occasione di perseguitarli. Qui però si presenta un'antinomia molto grave. Il brano degli Anal Bashemy attacca sia i preti che gli omosessuali, in modo ferocissimo. I fedeli della Chiesa Romana accuseranno questa canzone di essere anticattolica e anticristiana, i membri delle organizzazioni LGBT accuseranno questa canzone di essere omofoba. Non posso però mancare di far notare che quello che si contesta nel brano non è l'omessualità in sé, quanto il fatto che un prete possa essere al contempo omosessuale. Questo nonostante i preti professino una religione che condanna l'omosessualità come abominevole. Va detto che tra gli ecclesiastici è cosa ben nota già dai tempi antichi l'esistenza di pratiche sodomitiche (immissio penis in anum), soprattutto come pederastia (relazioni con ragazzi) e pedofilia (relazioni con bambini). Tertulliano (II-III secolo), Ambrogio (IV secolo) e Beda (VI secolo) parlarono del traffico di bambini e di ragazzi. Nel 305 il Concilio di Elvira condannò gli stupratores puerorum, segno che erano numerosi. Il costume non è mai stato estirpato nel corso dei secoli, tanto che la Riforma Protestante ha utilizzato nella sua propaganda contro la Chiesa Romana proprio le inclinazioni del clero, che con l'omertà copriva lo spargimento di sperma nell'ano delle sue vittime. Al giorno d'oggi gli atti di violenza vengono nettamente separati dalle inclinazioni sessuali delle persone, ma un tempo non era così. Non è impossibile che il cantante di Tampere abbia raccolto qualche ricordo conservato nella memoria comune del popolo finlandese come difficile eredità dell'epoca in cui il clero cattolico fu combattuto ed espulso.   

Altre recensioni e reazioni nel Web

La musica degli Anal Blasphemy è giudicata dalla critica in modo piuttosto impietoso. Non ho trovato recensioni positive, mentre numerose sono le stroncature. I contenuti dei testi sono giudicati poveri e sensazionalistici. La realtà è che sono canzoni capaci di mettere a disagio, per questo i recensori cercano di rimuoverne le parole, di non portarle all'attenzione dell'utente. Altri giudizi non molto buoni sono rivolti all'aspetto tecnico dell'esecuzione musicale. Questo è un esempio:


"Questa "musica" di liquame appartiene all'attuale (si spera) marginale Bestial Raw Black Metal. Il suono è terribile, le composizioni plagiano senza successo quelle degli altri gruppi più ispirati e la voce è un ringhio insopportabile. In breve, finora, non sono un fan degli Anal Blasphemy. E non è certo il nuovo EP che cambierà la mia percezione. Composto da tre brani, inizia con un discorso in una lingua che non sono in grado di identificare. È subito seguito dalla title track, che suona come un sub-Beherit del 1991. Anche in questo caso, il suono è letteralmente soffocato, come se i microfoni da studio fossero calafatati. Possiamo distinguere alcuni riff; la parola "sodomite" viene ripetuta almeno cinquanta volte e il ritmo cambia ogni trenta secondi, dando l'aspetto di un collage amatoriale. Non cambia con gli altri due brani, Metamorphosis (strumentale) e Perverse Butterfly, che riciclano sempre gli stessi cliché estetici e musicali." 
 
Come al solito mi faccio beffe delle recensioni degli utenti fissati su incomprensibili tecnicismi e incapaci di cogliere le vere motivazioni antropologiche di qualunque cosa. Considero tali testi inutili esercizi, sentenze sputacchiate da spocchiosi insopportabili, irritanti come il succo delle ortiche sul deretano!